OPERAZIONE VILLA VISPA
…della serie non è mai troppo tardi … 

FARSA IN DUE ATTI DUE QUADRI DI

ALDO CIRRI e ANTONELLA PROIETTI



PERSONAGGI :

GIORGIO - il “Cervello”
SALVATORE - il “Barone”
CARLO - il “Serpente”
MARIANNA - la “Maga”
FERNANDO - “Er Petardo”
TERESA - “’A Sciantosa”
LUISA - un ospite di “Villa Vispa”
BARBARA - direttrice di “Villa Vispa”
ANSELMO - inserviente a “Villa Vispa”


L’AZIONE SI SVOLGE AI GIORNI NOSTRI



PRIMO ATTO

SCENA

Il salotto-comune di “Villa Vispa” una casa di riposo per anziani. Parete di sinistra: sulla sinistra la porta di ingresso sulla destra un mobile basso con televisore e videoregistratore (nota: il televisore sarà orientato di tre quarti verso il fondale, poiché, durante la trasmissione televisiva, il pubblico dovrà sentirne solo l’audio). Parete di fondo: una grande porta-finestra con tendine che dà su un marciapiede e quindi su un piccolo parco, a destra e a sinistra di essa due poltroncine. Parete di destra: sulla sinistra un piccolo mobile bar e sulla destra una porta che conduce ad altri ambienti della casa. Al centro due tavoli da gioco quadrati con alcune sedie. Sul mobile bar una piccola abatjour (L’abatjour potrà essere posizionata su un altro mobile secondo le necessità di scena, costituirà l’unica fonte di illuminazione in scena in buona parte del secondo atto)

SIPARIO

SCENA PRIMA

Tarda mattinata. In scena c’è solo Giorgio che, seduto su una delle due poltroncine, ha una cartella aperta sulle gambe e sta studiando delle carte e alcuni disegni tecnici. Ogni tanto prende appunti. Dopo qualche minuto alza gli occhi ed osserva la stanza studiandone la disposizione. Si alza, si avvicina ad uno dei tavoli, vi appoggia la cartellina poi continua ad osservare la stanza confrontandola con la planimetria. Prende ancora appunti, poi si sposta sulla sinistra della scena e conta una fila di mattonelle del pavimento. Consulta di nuovo la planimetria poi, dalla parete di sinistra, fa una decina di passi lunghi verso la destra della scena contandoli come se volesse misurare una distanza. Alla fine dei passi, si trova di fronte al mobile bar, si ferma e lo guarda pensoso. Si volta ancora ad osservare la stanza, poi di nuovo il mobile bar.

GIORGIO - (fra sé) Sì, dev’essere proprio qui, non ci sono dubbi.

Giorgio afferra il mobile-bar e, con un po’ di fatica, lo sposta di qualche centimetro, dopo di che si mette a studiare la parete dietro il mobile. Squilla un cellulare, Giorgio sobbalza, si fruga in tasca e lo tira fuori. Dall’altra parte c’è Teresa “’A Sciantosa” che ha già fatto il suo sopralluogo presso gli uffici della direzione della banca per avere informazioni.

GIORGIO- (al cellulare) Sì?... sì… ci sei riuscita? Bene… niente direttore!? E perché? (alza gli occhi al cielo) Nemmeno uno degli impiegati? No? E chi allora?…l’usciere!? E che ci facciamo con l’usciere!? … si vabbè… ascol… (alza di nuovo gli occhi al cielo)Non mi interessa se assomiglia a Julio Iglesias! Vedi di portare a termine l’incarico!... Se, tranquillo, come no!... Ora ascoltami, non richiamare e torna appena puoi, gli altri dovrebbero essere qui a momenti dopo vent’anni... (ascolta) Li hai visti? E quando?... Sono entrati dieci minuti fa!? Bene, ok, riattacca e vieni subito qui.

Giorgio chiude il cellulare, rimette a posto il mobile, raccoglie i fogli, li sistema dentro la cartella e la chiude. Nello stesso momento si sentono delle voci provenire da sinistra da fuori scena. Giorgio apre velocemente la porta di destra, esce ma, invece di chiuderla, lascia uno spiraglio e si mette a spiare ascoltando ciò che accade in scena.

SCENA SECONDA

Si apre la porta di sinistra ed entra Anselmo precedendo, Salvatore e Carlo. Carlo è vestito in modo informale. Salvatore è elegante, un po’ demodé, si muove ed agisce con una certa puzza sotto il naso. Carlo trasporta una grossa valigia. Salvatore è un po’ stupido. Per una resa più comica potrebbe parlare piuttosto sgrammaticato con la “lisca”, oppure con accento siculo.

ANSELMO - (come se continuasse un discorso)… ecco, e questo è il salotto comune! Qui i nostri ospito passano la giornata. Leggono, giocano a carte, guardano la tilivisione, chiacchierano, ricamano…
CARLO - (a parte in camicia, cravatta e mutande a righe) Sai che strazio!UFFA CHE CALDO!

Tutti lo guardano con curiosità. Giorgio sogghigna dallo spiraglio della porta.

ANSELMO - (avvicinandosi alla porta-finestra)… questa è la porta-finestra, guardate che bella vista che c’è da qua.

Il gruppetto continua a guardarsi intorno, qualcuno getta un’occhiata oltre la porta-finestra.

CARLO - (ironico) Ma pensa te! (poi ad Anselmo indicando la valigia) Appena puoi porta questa cassapanca in camera mia.
ANSELMO - (guardandolo perplesso) Non posso portare valige in camera, ordine della signorina Barbara.
CARLO - Allora porta qui la stanza che ce le mettiamo noi.
ANSELMO - (perplesso) Sì… sì… adesso provvedo.
CARLO - (dandogli una pacca micidiale sulla spalla) Bravo! Bravo… fa così, questo è scemo… UFFA CHE CALDO! 

Anselmo barcolla in seguito alla pacca e Giorgio ride dal suo angoletto.

SALVATORE - (con atteggiamento aristocratico) Dimmi caro, a che ora viene servito il tè in questa… (leggermente schifato) Casa?
ANSELMO - Scusi signore non ho capito!
SALVATORE - (riprendendolo) Barone… prego… (con sussiego) barone Salvatore Barsanti Ludovici da Bitonto, discendente diretto di Goffredo da Buglione!
ANSELMO - (colpito) Ba… barone… qui non si porta il tè… bisogna scaldare l’acqua, la cucina è da quella parte (indicando la porta di destra).
SALVATORE - (che fa finta di non capire) Andate bravo… andate a scaldare l’acqua…

Anselmo rimane interdetto. Improvvisamente entra Marianna è vestita completamente di nero ed è truccata in modo da sembrare una strega. Marianna comincia a ballonzolare, allarga le braccia e comincia ad emettere una serie di suoni e di esclamazioni senza senso come se fosse posseduta.

MARIANNA - (lugubre) AAAAAHHH! OOOOHHH!
ANSELMO - (spaventato) Oddio, che c’è!?
CARLO - (a parte a Salvatore) Ridagli, alla maga gli devono essere arrivati i messaggini dall’aldilà!
MARIANNA - (c.s.) AAAAAHHH … OOOOHHH!... Sento una presenza! La sento… la sento….
ANSELMO - Oh, mamma! Che succede?!… Che paura… che spavento!
CARLO - (a Anselmo lugubre da dietro la spalla) Marianna è maga e veggente e ha dei poteri straordinari:… pensa legge il futuro, i fondi di caffè, i tarocchi, la sfera di cristallo, le stelle e la gazzetta dello sport!
ANSELMO - (realmente stupito) No!? Fa tutto questo!?
SALVATORE - (come Carlo) TUTTO! Pensa che è specializzata nella magia nera, nel malocchio, negli incantesimi, nelle pozioni, nelle fatture, nelle ritenute d’acconto…

ANSELMO - (impressionato) Anco nei filtri?
CARLO - Quelli sono la sua specialità
ANSELMO - Q… quelli d’amore?
SALVATORE - (insinuante) Te ne serve qualcuno? Chiedi e sarai accontentato…
ANSELMO - (d’istinto) Sì!... Hem, no… forse… per un mio amico…
MARIANNA - (lugubre) AAAAAHHH! OOOOHHH! Sento una presenza malefica che incombe in questa stanza!
Tutti sobbalzano di nuovo. Giorgio, dal suo angolo, ride e fa smorfie.

MARIANNA - (c.s.) AAAAAHHH! OOOOHHH! Sento una presenza che ci porterà sventura, che ritorna da un passato lontano, una presenza nefasta e malvagia! AAAAAHHH! OOOOHHH! Eccolo! È vicino! Lo sento!
ANSELMO - (a parte a Carlo) Ma le maghe fanno tutte così?

Carlo annuisce gravemente.

SCENA TERZA

Improvvisamente si spalanca la porta di sinistra ed entra Luisa. Indossa un camicione bianco e calza un paio di ciabatte ed ha in testa parecchi bigodini colorati. Luisa è arteriosclerotica e si muove a piccoli passi. Appena entrata emette una serie di mugolii e strilli esattamente uguali a quelli di Marianna.

LUISA - AAAAAHHH! OOOOHHH! Bello,bello…quanto mi piaci,…bello…vieni..

Tutti, eccetto Anselmo, sobbalzano di nuovo. Marianna smette di fare la maga e guarda Luisa esterrefatta. Anselmo se ne resta tranquillo.

MARIANNA - Oddio! E questa chi è!? Fa peggio di me!

Luisa, continuando ad emettere urli, si avvicina a Salvatore e tenta di abbracciarlo e di baciarlo alle spalle. Salvatore, terrorizzato, cerca di allontanarla. Anselmo lo tira e ne nasce una sorta di trenino a cui tutti si accodano.

SALVATORE - Aiuto! Tenetela! Toglietemela di dosso!… mi stropiccia… stropiccia…
LUISA - AAAAAHHH! OOOOHHH… così bello… così elegante… mi piaci….mi piaci!
SALVATORE - Aiuto! Aiuto… accorrete in mio aiuto!
ANSELMO - Stia tranquillo Barone, è Luisa?
SALVATORE - (agitatissimo) Non mi interessa chi è! Levatemela di torno! Aiuto!
CARLO - (perplesso a parte a Marianna) Hei, ma quella… a me pare di conoscerla!
MARIANNA - (scrutando per un attimo Luisa) Per mille casseforti, ma quella è… la “nostra” Luisa… oh porella! (poi a Anselmo) Perché fa così?
ANSELMO - (che non ha sentito i commenti) Cerca un fidanzato… lo cerca sempre e ovunque… è cambiata in tanti anni…
CARLO - Il barone è scapolo. (a Luisa) Insisti, vedrai che ci sta! UFFA CHE CALDO!
SALVATORE - (soffocato da Luisa) Non fare il cretino, toglimela di dosso! E VATTI A RIMETTERE I PANTALONI!
MARIANNA - Dai barone! Hai fatto colpo, questa è la volta buona che ti sposi perché… da vecchio … piaci… 
SALVATORE - Questa me la pagate! Staccatemi la sanguisuga… staccatelaaaaaa!

SCENA QUARTA

Da sinistra di corsa, entra Barbara la direttrice.

BARBARA - Luisa! Luisa…

Tutti sobbalzano. Anselmo, nel veder entrare Barbara, sbianca. Luisa si immobilizza. Salvatore tira un sospiro di sollievo.

BARBARA - (brusca) Luisa, vieni qui cara che ti riaccompagno nella tua stanza!

Luisa, lentamente e mestamente si avvicina a Barbara che la prende per un braccio e la guarda maternamente.

BARBARA - Tranquilli me ne occupo io. (rivolta agli altri) È molto buona lei…
LUISA - Ho visto un uomo bellissimo! Lo voglio! Richard... Richard!
CARLO - (a parte a Marianna) Il barone bellissimo?! Boh! e poi perché lo chiama Richard?
MARIANNA - (a parte a Carlo) L’arteriosclerosi deve colpito averle anche la vista.
BARBARA - Su Luisa, fai la brava, vogliamo andare in camera tua?
LUISA - Guardalo è Richard Gere! Lo voglio… lo voglio… lo voglio…. 
BARBARA - Su, ora basta, andiamo.

Luisa annuisce.

BARBARA - Scusatela, ma certe volte sfugge al controllo e dobbiamo cercarla per tutta la villa
SALVATORE - (rassettandosi) Uff… sembrava volesse violentarmi!
BARBARA - (sorridendo) Mi dispiace che si sia spaventato.
SALVATORE - A momenti mi veniva un infarto!
BARBARA - Stia tranquillo, è incapace di fare del male ad una mosca.
CARLO - Ma fa così con tutti? UFFA CHE CALDO!
BARBARA - (sorridendo) A volte, ma solo con quelli di cui si innamora a prima vista.
CARLO - (sghignazzando sotto i baffi) Signorina se vuole possiamo mettere una buona parola, il barone è un buon partito anche se non somiglia a Richard Gere…
BARBARA - (sospirando) Magari, sono anni che Luisa cerca un fidanzato. (amara) Esattamente dal giorno in cui ha perso se stessa.

C’è un attimo di imbarazzo.

BARBARA - Vieni Luisa, ti accompagno nella tua stanza.
ANSELMO - Signorina Barbara, posso aiutarla?
BARBARA - (leggermente infastidita) Ci penso io Anselmo, nel frattempo intrattenga i nostri nuovi ospiti, vi raggiungo tra un momento.
SALVATORE - (a parte a Marianna) Nuovi ospiti, ma che dice!? Io non mi ci voglio fermare qui!

Anselmo si precipita ad aprire la porta, Barbara e Luisa escono da sinistra.

SCENA QUINTA

Marianna si avvicina da dietro e sbatte una mano sulla spalla di Anselmo che sobbalza e si volta.

MARIANNA - (insinuante) Giovanotto! Forse la direttrice ha bisogno di lei, perché non la raggiunge?
ANSELMO - Di… dice? Come l’ha capito… vado… fate da soli...?
MARIANNA - Ma sì, non si preoccupi, qui facciamo da soli.
ANSELMO - Dice che vado?
MARIANNA - Vada tranquillo.

Anselmo fa per uscire, ma Marianna lo blocca con la battuta.

MARIANNA - (insinuante con noncuranza) Se poi le serve anche un filtro d’amore, si ricordi che mi occorre una qualsiasi cosa appartenga alla persona desiderata.
ANSELMO - (imbarazzato) Co… come? Che cosa che… genere di cosa?
MARIANNA - Oh… non so un oggetto, un capo di vestiario, ma attenzione: deve essere strettamente personale! 
ANSELMO - (guardando Marianna e poi gli altri) Qualcosa?… va bene… io va… vado.

Anselmo fa per uscire da destra, ma si ferma sulla soglia voltandosi.

ANSELMO - (a Marianna) Personale suo… proprio personale di persona?
MARIANNA - (sogghignando) Qualsiasi cosa! PERSONALISSIMA!

Anselmo esce da sinistra.

SCENA SESTA 

CARLO - (ironico) Barone, accidenti, non sapevo che somigliassi a Richard Gere! Visto!? Avevi trovato moglie e hai rovinato tutto! Te la sei fatta scappare!
SALVATORE - Ma vai al diavolo! Io vorrei sapere che cosa ci facciamo qui! E tu conciato così poi…
CARLO - (guardandosi le gambe) Ho la sensazione che lo sapremo presto.

Improvvisamente si spalanca la porta di destra e spunta Giorgio.

GIORGIO - (sorridendo) Buon giorno! Adesso vi spiego perché siete qui!

Tutti sobbalzano, si voltano e guardano esterrefatti il nuovo venuto.

CARLO - Per la barba di Nettuno! Giorgio! UFFA CHE CALDO!
SALVATORE - Non ci posso credere! Vecchia canaglia, come stai!?
MARIANNA - Lo sentivo che c’era una presenza malefica NEI DINTORNI!
GIORGIO - Ragazzi vi vedo in forma, sembrate appena usciti da un lifting fatto da un calzolaio!

Giorgio tira fuori la cartella e l’appoggia sul tavolo.

GIORGIO - Venite qui. Adesso vi spiego il mio grande, meraviglioso fantastico piano.

Il gruppetto si riunisce intorno al tavolo. Giorgio apre la cartella. 

GIORGIO - Dunque… (si ferma sospettoso, si guarda intorno poi sussurra) Salvatore, vai a controllare la porta.

Salvatore si avvicina alla porta, l’apre e controlla, poi si volta e gli fa il segno dell’ok.

GIORGIO - (sussurrando) Bene, chiudi la porta e vieni qui.

Salvatore chiude la porta, ma non fa a tempo a fare tre passi che la porta si spalanca di botto ed entra Teresa. È vestita in lungo elegantissima ed ha un boa di piume intorno al collo molto lungo sul quale incespica continuamente . Spalancata la porta, assume una posa da vamp e si appoggia allo stipite agitando il boa con l’altra mano.

SCENA SETTIMA

TERESA - (sulle note della quinta sinfonia di Beethoven) TATATATANNNNNN!

Tutti sobbalzano, specialmente Salvatore che si sente aprire di colpo la porta alle spalle.

TERESA - (teatrale) Uè guaglio’ Teresa “’A Sciantosa” è accà pe’ vuie! 

Tutti cercano di riprendersi dallo spavento, chi appoggiandosi ad un tavolo, chi sedendosi. Salvatore è quello che ha preso lo spavento più grosso. Giorgio allarga le braccia e alza gli occhi al cielo scoraggiato.

SALVATORE - Oddio! Ohi mamma! Il cuore!
MARIANNA - (sembra essere posseduta di nuovo) AAAAAHHH! OOOOHHH!
CARLO - (a Teresa) Ma sei matta!? Hai visto, hai fatto andare la “maga” di nuovo in catalessi e per poco non ammazzi Salvatore.
MARIANNA - (che invece si era urtata per l’entrata di Teresa, trasforma il verso) OOOOHHH… che zebedei! Sciantosa, possibile ogni volta devi fare l’entrata ad effetto!?
TERESA - (entrando in scena con passo da diva) Ca’ ce vulite fare, ‘A Sciantosa tiene ‘o spettacolo dint’e vene! Io piaccio! Ì faccio effetto! Song’io l’effetto ca’ faccio… l’affaccio che affetto… sì, insomma…
MARIANNA - (scimmiottando Teresa) “Lei piace, lei fa effetto”! (velenosa) Ma se l’unica volta che hai lavorato in teatro facevi la maschera!
TERESA - (ghignando) Sì gelosa per caso? È naturale, l’omme ma’ cadevano ai piedi, l’omme ma’ currivano appriesso! A te, al massimo… ti rotolavano innanzi!
MARIANNA - Ti correvano dietro eh?
TERESA - (pavoneggiandosi) Sì, si è vero…
MARIANNA - (perfida) E dovevi andare parecchio forte, perché non t’ha mai raggiunto e preso nessuno!

Le due si guardano per un attimo indifferenti poi, contemporaneamente, esplodono e si gettano l’una contro l’altra. Salvatore trattiene Teresa e Carlo trattiene Marianna. 

TERESA - (isterica) Teniteme ca, l’accido! 
MARIANNA - (isterica) Credi d’essere più piacente di me?..!
CARLO - E state ferme! Co ‘sto caldo che fa… UFFA CHE CALDO! (sventolandosi le gambe)
SALVATORE - (piagnucolando) Questa volta ho rischiato l’infarto… la prossima volta me lo becco davvero!
GIORGIO - FERMI TUTTI! ZITTI TUTTI… MA CHE È ‘STO CASINO!

Tutti si bloccano e si girano verso Giorgio che sta ancora con le mani alzate, per un attimo dalla porta di sinistra si affaccia Luisa. 

LUISA - (a Salvatore) Pssss… pssss… caro, ti aspetto dopo in camera mia, mi raccomando…
BARBARA - (da fuori scena) Luisaaaa! Vieni qui!
LUISA - Ciao caro a dopo!
GIORGIO - (allarmato) Oddio no! Quel verso no! Scu… scusate… ma devo uscire un secondo.

Giorgio esce velocemente da destra.

SALVATORE - (ritraendosi intimorito) LEGATELA… LEGATELA… io sono il Barone!
TERESA - Che strazio co’ sto barone del cacchio… state a senti’ a me… (Teresa fa un gesto per radunarli tutti poi, con atteggiamento da cospiratrice, comincia a svelare il segreto) vuie avita sape’ ca’ nu’ mese fa Giorgio, m’a’ tilifonato e m’a’ ditto ca’…

Teresa non fa a tempo a finire la frase che la porta di sinistra si apre ed entrano Barbara ed Anselmo. Tutti si ricompongono facendo finta di nulla.

SCENA OTTAVA

BARBARA - (sorridente) Signori e signore buon giorno. Mi chiamo Barbara e sono la direttrice di “Villa Vispa”, nonché la responsabile della vostra salute…(Tutti si guardano assolutamente disinteressati di quanto dice Barbara)… e, spero anche del vostro tempo “libero” (maliziosa). Lui è Anselmo ed è a Vostra disposizione per ogni necessità. Allora, dicevo il personale di “Villa Vispa”, vi dà il benvenuto. Da noi si organizzano corsi di scacchi, di cucito, di disegno, di ceramica…

CARLO - Scusi… signorina, a parte tutto questo, lei sa il perché noi siamo qui? 

Pausa. Barbara li guarda sorpresa.

BARBARA - (stupita) Ma come, il signor Giorgio non ve l’ha detto?
MARIANNA - (sospettosa) Detto cosa? (teatrale) Quali segreti ci vengono nascosti?
BARBARA - (sorridendo) Il signor Giorgio ha avuto un’idea veramente carina, pensate: ha smosso mari e monti affinché i suoi più cari amici di gioventù, cioè tutti voi, fossero riuniti insieme a lui, ospiti di “Villa Vispa” per trascorrere questi ultimi anni insieme in serenità, in tranquillità ed in compagnia. Non è commovente?
CARLO - (ironico) Eh, come no! Ha deciso lui per noi… UFFA CHE CALDO!
TERESA - (ironica) So’ tutta nu’ fremito è commozione!
BARBARA - (proseguendo) Abbiamo organizzato per voi un corso di pittura e storia dell’arte, durante il quale sarete seguiti da un’insegnante qualificato. La nostra casa vi fornirà tutta l’attrezzatura occorrente: tele, pennelli, colori ecc. Alla fine del corso vi verrà rilasciato un attestato… ma il signore, forse, si sente male?

Barbara rallenta e poi si ferma perché si accorge che Salvatore, durante tutto il suo discorso, si è appoggiato alla spalla di Marianna addormentandosi e russando rumorosamente.

MARIANNA - Shhhh, vada pure avanti, non sta dormendo, questa è meditazione trascendentale… meditazione buddista…
BARBARA - … capisco, sicuramente sarà stanco per il viaggio.
MARIANNA - No, guardi, il barone è nato stanco, è sempre stato stanco, ed è il titolare del club: “Nati per riposare”!

Salvatore continua imperterrito a dormire.

BARBARA - (c.s.) Io credo che non stia bene però… signor Salvatore… si sente bene?
CARLO - Aspetti, guardi come si fa: (si schiarisce la voce) BARONE SALVATORE BARSANTI LUDOVICI DA BITONTO! A… TTENTI! 

Salvatore si sveglia di soprassalto e, senza rendersene conto, barcollando cerca di mettersi sull’attenti)

CARLO - (indicando verso la porta da cui è uscito Giorgio) COMANDANTE BARSANTI LUDOVICI! BRANCALEONE DA NORCIA CI STA ATTACCANDO DA SINISTRA! COPRA QUELLA PARTE DEL CAMPO CON LE SUE TRUPPE!
SALVATORE - (ancora intronato) Su… subito… a… agli ordini!
TUTTI - BRANCA… BRANCA… BRANCA… LEON, LEON, LEON (fischio) BUM!

Salvatore, ancora mezzo addormentato, scatta e corre sulla destra, nello stesso momento si apre la porta e rientra Giorgio. Salvatore si becca il battente della porta in faccia e barcolla per la botta, proprio mentre il gruppo urla “BUM”. Giorgio e Barbara corrono a sostenere Salvatore.

SALVATORE - (urlando) AAAAAHHHH!
BARBARA - (accorrendo) Oddio, poverello che botta! 
SALVATORE - (barcollando) Che è? Dove sono?… Brancaleone da Norcia ha attaccato?!
BARBARA - Venga Salvatore, l’accompagno in infermeria, facciamo una bella medicazione così si sentirà subito meglio.

SALVATORE - (lamentandosi) Oddio, oddio! Stanno attaccando… stanno attaccando…
CARLO - Signorina, stia attenta all’alcool.
BARBARA - Tranquillo, la medicazione non brucerà. Ma chi sarà sto Brancaleone da Norcia?

Carlo ridacchia. Barbara ed Anselmo stanno per uscire quando bussano molto insistentemente alla porta.

BARBARA - (seccata) AVANTI ! Chi è!? Anselmo per favore apra!
ANSELMO - Su… subito.

Anselmo apre la porta. Sulla soglia c’è Fernando il quale, essendo sordo come una campana, non ha sentito gli “avanti” di Barbara e continua imperterrito a bussare, per cui Anselmo, aprendo la porta, si becca in faccia le nocche del pugno di Fernando. 

ANSELMO - AH!
FERNANDO - Oh, scusi, cercavo la signorina Barb…

Fernando resta a bocca aperta nel vedere tutta la vecchia banda schierata in scena, mentre Anselmo si massaggia il naso.

CARLO - (stupito) “Er Petardo”!? Pure lui… non manca nessuno!
MARIANNA - Che mi venga un colpo! Ci siamo proprio tutti!
TERESA - Ué è arrivat ‘o petardo! Forse ora è ‘o “pedardino”.
GIORGIO - Vieni avanti vecchia ciabatta! Appropinquati!

Fernando resta sulla soglia guardando tutti stupito con occhi a fessura come se cercasse di sentire quello che dicono.

FERNANDO - Ci… ciao ragazzi, ma che ci fate tutti qui?
BARBARA - Ma guarda come l’ha combinato! Poverino!
MARIANNA - (a Barbara) Lo scusi, ma purtroppo è un po’ sordo sa… ha fatto l’artificiere per tutta la vita e a forza di maneggiare esplosivi, le deflagrazioni gli devono aver compromesso l’udito… poverino.
FERNANDO - (guardandoli stupito) Smesso il vestito? Quale vestito?
CARLO - Il mio… perché ho sempre caldo! Lo vedi che ho smesso il vestito?
BARBARA - Capisco, è per questo che è soprannominato “petardo”?
TERESA - Proprio accussì. Per nessun altro motivo.
BARBARA - (avvicinandosi sorridente a Fernando) Prego, si accomodi “Villa Vispa” ora è casa sua!
FERNANDO - Casa mia… la spilla vespa è casa mia? Ma come parlate? 
BARBARA - (alzando la voce) “VILLA VISPA”, la vostra casa di riposo
FERNANDO - (poco convinto) Ah, mi riposo a casa Vostra! Bene bene… ho bisogno di risposo… poi se posso, vado a fare un botto. (marcando l’ambiguità della frase)
BARBARA - Venga Anselmo che la medico
ANSELMO - No, grazie, sto già meglio!

Improvvisamente da sinistra si sentono i versi di Luisa.

LUISA - (da fuori scena come se fosse la sirena di una macchina della polizia) AAAAAHHH! OOOOHHH!

Barbara le si avvicina. Tutti si voltano verso la porta di sinistra, guardando preoccupati alle spalle di Fernando. Fernando non sente i versi di Luisa e crede che ce l’abbiano tutti con lui, per cui spalanca gli occhi spaventato.

FERNANDO - No… un mo… momento, non ho fatto niente! 
LUISA - (c.s. avvicinandosi alle spalle di Fernando) AAAAAHHH! OOOOHHH!
FERNANDO - Ragazzi ditelo anche voi che… ora sono una brava persona... che ho messo la testa a posto…

SCENA NONA

Luisa, arrivata ormai alle spalle di Fernando lo abbraccia da dietro. Fernando non vedendo chi è l’aggressore si spaventa a morte.

FERNANDO - Aiuto! Aiuto, mi sparano… mi ammazzano… o forse mi rapiscono!

LUISA - AAAAAHHH! OOOOHHH! Bello Richard! Vieni qui! Vieni qui tesoro caro…

Nella stanza scoppia un pandemonio. Barbara e Anselmo si precipitano su Luisa per bloccarla. Il resto della banda si precipita su Fernando per trarlo in salvo. Fernando crede che tutti lo vogliano picchiare. L’unico che se ne sta in disparte è Salvatore mezzo ubriaco. Qualche secondo e la calma è ristabilita.

BARBARA - (irritata) Ma insomma Anselmo, mi dia una mano!
ANSELMO - Sì… sì… ora l’aiuto… ma questa scappa… scappa sempre!

Improvvisamente Luisa si blocca colpita dal vestito di Teresa. Teresa la guarda un po’ timorosa e un po’ imbarazzata. Luisa è incantata dai lustrini dell’abito.

LUISA - (candida) Ooooh... che bello! È meraviglioso… ha anche un serpente…
TERESA - Aridaie co’ serpente… hem… ti piace? Ma se te lo dò comme torno a casa? 
LUISA - (c.s.) Sì… è stupendo… me lo puoi prestare?… Stasera devo andare al ballo con Richard, dalla regina Elisabetta.
TERESA - Azz, a Buchingham Palace devi andare?… Devi andare lì?
LUISA - (c.s.) Sì, ci saranno tutti: Alain Delon, Pippo Baudo, Paul Newman, Emilio Fede…
BARBARA - (rivolta a Anselmo) Per favore accompagni Luisa in camera sua!

Anselmo, gentilmente, spinge Luisa verso la porta di sinistra.

LUISA - (uscendo) Me lo presti… ?
TERESA - ‘O vestito o il boa? E io comm’ faccio? Comm’ torno a casa?
LUISA - Fai a cambio con il mio. Non ti lascio senza vestito.
TERESA - Hem… poi vediamo Adesso vai vai…
ANSELMO - La scusi signora Sciantosa, hem… signorina Barbara… de… devo passare in camera sua… per le pu… pulizie?
BARBARA - (c.s.) Ma sì, ma sì! Prima però accompagni la signora Luisa!
ANSELMO - Subito! Prima accompagno la signora Luisa e poi passo in camera sua…
BARBARA - Bravo, bravo! Andiamo tutti….e scusate per l’accaduto

Per un attimo in controscena c’è uno scambio di occhiate e di gesti tra Anselmo e Marianna sul fatto di prelevare qualcosa di intimo dalla camera di Barbara per poter preparare il filtro d’amore per Anselmo. Poi Anselmo esce da sinistra accompagnando Luisa.

GIORGIO - Adesso basta dobbiamo lavorare… siete qui per lavorare o meglio… per scavare! 

Si spengono le luci e si accende un riflettore su Giorgio.

GIORGIO - (solenne) signori è giunto il momento. Da questo momento in poi è “Il cervello” che vi parla!

Si riaccendono le luci. Tutti si guardano fra loro ad occhi spalancati poi, piano piano, un sorriso si disegna su ogni viso.

CARLO - Non ci posso credere! ‘O... “Cervello”!… Di allora? 
MARIANNA - Non starai scherzando… spero!?
TERESA - (mentre incespica nel boa)… Eh sì, chista è la volta buona.
CARLO - Questa è la volta buona che ti rompi la testa con quel serpente al collo…
TERESA - Ariuffa… non è nu’ serpente è nu’ boa…
CARLO - (sghignazzando) Serpente… boa, a te gli animali “lunghi” non t’hanno ma fatto paura… anzi…
TERESA - Ma vattenne…!
GIORGIO - Basta coi giochi… Io non sono mai stato più serio di così! Avvicinatevi!

Giorgio appoggia di nuovo la cartella su un tavolo e gli altri si fanno intorno incuriositi.

GIORGIO - (solenne ad alta voce) Amici la “banda del tombino”, che vent’anni fa divenne leggenda per le sue gesta,… È RIUNITA DI NUOVO! 

Tutti applaudono contenti, ma Teresa fa un gesto perché abbassino la voce.

TERESA - Uè! Meno male ca’ simm’ noi a fare schiamazzi, si urli nata vota lo saprà anche la CIA!
GIORGIO - Sì… hai ragione… dunque…vi sto per svelare il mio piano.
CARLO - Ma cos’hai in mente?

Giorgio apre la cartella.

GIORGIO - Ecco, dunque… eh, eh, domandina a tutti voi facile, facile… di tutti i colpi che la famigerata “banda del tombino” ha ideato, quale non è andata a segno? E quale era la banca che non è riuscita ad espugnare? 

Gli altri si guardano tra loro.

MARIANNA - (adombrandosi al ricordo) Mmmm… la “Banca Mondiale di Ciociaria”.
GIORGIO - Brava! E perché la famigerata “banda del tombino” non è mai riuscita a svaligiarla?
CARLO - (fra i denti) Perché aveva un maledettissimo sistema di allarme!
GIORGIO - E qual era questo sistema di allarme?
TERESA - Na’ zampogna collegata ad un cip…cip. 
GIORGIO - (ironico) Sì, ad un canarino… si dice: “chip”! (Giorgio pronuncia letteralmente)
TERESA - Sì vabbè… ca’ suonava “Tu scendi dalle stelle” quanne se furzava ‘a porta blindata.
GIORGIO - E perché non siamo mai riusciti a disattivare il sistema di allarme?
CARLO - Perché nessuno di noi sapeva suonare la zampogna!
GIORGIO - Bravo! Proprio così… ma ora…
CARLO - MA ORA?

Pausa.

GIORGIO - (solenne) ORA… ho finalmente ho escogitato un piano per svaligiare la “Banca Mondiale di Ciociaria”!
CARLO - (stupito rivolto agli altri ) Ha imparato a suonare la zampogna!
MARIANNA - No… ha passato gli ultimi vent’anni in Ciociaria per imparare usi e costumi.
GIORGIO - No… più semplice… più semplice…
CARLO - (incuriosito) Spiegati. Parla… tira fuori il rospo!
GIORGIO - Questa volta forse… non ci sarà bisogno di forzare la porta blindata.
MARIANNA - (sospettosa) Mmmm, quando fai così mi preoccupi pensi che lasceranno la porta aperta per noi?
GIORGIO - Ma no che pensate…: il caveau della banca è più vicino di quanto pensiate!

Giorgio, ridacchiando, con un dito indica verso destra.

GIORGIO - (ad effetto) La camera blindata della “Banca Mondiale di Ciociaria” è PROPRIO A FIANCO DI “VILLA VISPA”!
CARLO - E per entrare non si passa dalla porta blindata?
TERESA - Certamente no…

Gli altri si spalancano in un sorriso e si guardano tra loro.

MARIANNA - Ma è fantastico!
GIORGIO - (c.s.) Ed il “cervello”, modestamente, ha elaborato un piano per introdursi nella suddetta camera blindata, senza dover forzare una processione di serrature (pausa), ma semplicemente passando attraverso la parete di una delle stanze della casa di riposo!
CARLO - No! Non ci credo non è possibile… UFFA CHE CALDO!
TERESA - Ecco pecché m’hai mannato a rubbare informazioni dint’ ‘a direzione centrale!
GIORGIO - Brava. E sapete da dove si passa per entrare dentro la camera blindata?
MARIANNA - Spara! Spara subito
GIORGIO - (con tono da cospiratore) Proprio da questa stanza!
CARLO - (ansioso) E precisamente?
GIORGIO - (indicandolo) Da dietro il mobile bar!

Come reagendo ad un impulso irrefrenabile, Carlo, Marianna e Teresa si precipitano verso il mobile e lo afferrano per spostarlo.

SCENA DECIMA

In quel preciso istante da sinistra rientra Barbara accompagnata da Anselmo con Salvatore che mostra una vistosa medicazione sulla fronte. Salvatore è mezzo ubriaco in quanto, oltre ad essere ancora rintronato dalla botta, è anche un amante del bere così, in infermeria durante la medicazione senza farsi vedere, si è scolato mezza bottiglia di alcool disinfettante scambiandolo per grappa. Barbara entra e vede il trambusto intorno al mobile bar. Giorgio chiude di scatto la cartella e fa finta di nulla. Anselmo sorregge Salvatore.

BARBARA - (spazientita) Signori, per favore, qui a “Villa Vispa” è assolutamente vietato l’uso degli alcolici! Perciò siete pregati di lasciar stare il mobile bar! I liquori sono riservati solo agli ospiti!

Il gruppetto che si era precipitato sul mobiletto, si alza cercando di far finta di nulla. Anselmo fa sedere Salvatore su una delle poltroncine.

CARLO - No… hem, niente… vo… volevamo spostare… UFFA CHE CALDO!
MARIANNA - Sì, ci piaceva un po’ cambiare l’assetto della stanza.
BARBARA - Siete appena arrivati e già volete fare dei cambiamenti! (poi sorridendo) Va bene, va bene è positivo avere degli ospiti pieni di iniziativa. Comunque vi ho riportato il vostro Salvatore.
MARIANNA - (ironica con gli occhi al cielo) Oh, signore grazie! Tutti i nostri peccati saranno rimessi.
TERESA - (a parte sistemando il boa ) Meno male stavamo pe’ affogare!
BARBARA - (seccata) Vediamo di non fare gli spiritosi, il povero Salvatore, per fortuna, si è procurato solo un livido, niente di grave, ma lo vedo un po’ provato dalla botta. (si sente bussare alla porta) Avanti!… dicevo che la botta è stata forte e io lo vedo ancora un po’ confuso.

CARLO - (a parte) Ci credo, in infermeria si sarà scolato mezza bottiglia di alcool disinfettante scambiandolo per grappa!

Si sente bussare di nuovo alla porta.

BARBARA - Avanti!… Vi do alcune altre indicazioni sugli orari della nostra casa, dunque: la colazione è servita dalle otto alle nove e trenta, il pranzo dalle dodici alle tredici e trenta… (si sente bussare di nuovo alla porta) Avanti!… Alle cinque del pomeriggio, chi vuole può utilizzare la cucina per prepararsi una tazza di tè. Per la cena… noi facciamo in modo che tutti i nostri ospiti possano andare a dormire senza avere lo stomaco appesantito, per cui serviamo solo…
TERESA - Sì si è vero è fondamentale che tutti vadano a letto PRESTO!… Specialmente i vecchietti… 
GIORGIO - (facendo l’offeso) Signorina Barbara, vorrei pregarla gentilmente di lasciare solo (poi più gentilmente) questo gruppo di vecchi amici che non si frequenta più da anni, (poetico) ci piacerebbe restare da soli per “ricavare” un po’ del tempo passato!
BARBARA - (colpita) Oh… sì… certamente, per farmi perdonare vi farò servire del tè. Buona sera a tutti.

Giorgio si avvicina e si china facendo il baciamano a Barbara. Barbara esce. Barbara diventa di tutti i colori poi, imbarazzatissima esce da sinistra facendosi vento con la mano per l’emozione. Giorgio resta un attimo piegato, nell’atto del baciamano, seguendo con gli occhi l’uscita di Barbara. Teresa si avvicina da dietro e gli assesta una pedata nel sedere. 

GIORGIO - (sobbalza) Ah! (si volta) Ma che sei ammattita!? Che t’ho fatto?
TERESA - (scimmiottando) “Lei è un angelo”! (poi minacciosa) Fai pure ‘o spiritoso, poi nun te lamenta’ si te cavo l’uocchie!

Fernando si avvicina a Teresa e, dalla giacca, tira fuori un piccolo tubo di metallo.

FERNANDO - (ridacchiando) Prova con questo! È una primizia! L’ho preparato solo qualche giorno fa…

Teresa afferra il candelotto e lo sbatte in mano a Giorgio.

GIORGIO - Oh! Ma che siete matti que… questa è dinamite!
FERNANDO - (ridacchiando) Che? Dinamite? Puah, roba da medioevo! (dandosi un contegno da professore) Questo è silicio poroso raffreddato in azoto liquido, esplode per contatto con l’ossigeno, tre volte più potente del tritolo, molto stabile, facilmente utilizzabile e fa un botto della madonna!
CARLO - Hai capito “Er Petardo”! Sordo, sordo… muto, muto… il lupo perde il pelo ma non il vizio!

Improvvisamente dalla sua poltroncina Salvatore emette un lamento. Tutto il gruppo gli si fa intorno. Giorgio passando davanti a Fernando gli sbatte l’esplosivo in mano.

GIORGIO - (brusco) Questo tienilo tu, fallo sparire e non tirarlo fuori finché non te lo dico io! 
FERNANDO - (che non ha sentito bene) Stai attento con quest’affare che… 
GIORGIO - … ho capito, fa un botto della madonna!
FERNANDO - Un decotto della nonna? Che c’entra la nonna? La mia, poverina, è morta.
MARIANNA - Sì vabbè… come ti senti Salvatore? Va meglio?

Salvatore apre gli occhi e, mezzo rintontito, guarda tutto il gruppo.

SALVATORE - E… come mi sento? Boh… come mi sento! Boh… come mi sento… boh…
TERESA - Se ‘ncantato ò disco!
CARLO - Salvatore… sai almeno dirci dove siamo?
SALVATORE - E…dove siamo? Boh… e dove siamo… boh e dove siamo… boh… 
CARLO - Questo è partito… siamo a villa…?
SALVATORE - A villa…
TERESA - A villa…?
SALVATORE - A villa…

Tutti aspettano ansiosi.

SALVATORE - A villa Torlonia? A villa Borghese?.. A villa Adriana?
CARLO - L’ha dette tutte… no… no siamo a villa… vi…
SALVATORE - (timoroso di sbagliare) Villa vispa? 
TUTTI - (di soddisfazione) Ooooooo!
MARIANNA - E che dobbiamo fare a villa vispa?
SALVATORE - Dobbiamo… dobbiamo… dovremmo…
GIORGIO - Sì… concentrati… concentrati…
SALVATORE - (all’improvviso ricorda) Sì… sì… dobbiamo… rapinare una banca? 

Carlo, di scatto, tappa la bocca a Salvatore.

FERNANDO - Rovinare una panca?! Qui ci sono solo sedie. Di quale panca parlate?… Adesso appena posso vado a fare un botto! (fregandosi le mani)
CARLO - Ti pareva! Fra un po’ lo saprà anche il Papa a Castelgandolfo! Ma perché avete invitato questa campana! Questo ci manda tutti in galera!
GIORGIO - E basta ragazzi! Tra sordi, rinco e litigi vari sembriamo davvero l’armata Brancaleone! Forza, venite qui!.

SCENA UNDICESIMA

Giorgio, seguito da tutta la banda si sposta sul tavolo di destra e apre di nuovo la cartella. Tutti gli si fanno intorno per sentire il piano.

GIORGIO - Dunque: da una serie di sopralluoghi, ricerche e misurazioni effettuate DA ME! Sullo stabile e sulle mappe catastali, ho potuto stabilire che, esattamente a fianco si questa stanza, c’è una delle camere blindate della “Banca Mondiale di Ciociaria ”.
MARIANNA - Magnifico! Magnifico!
CARLO - (poco convinto) Mmmm, vai avanti.
GIORGIO - In seguito ad una serie informazioni acquisite dalla “Sciantosa”…
TERESA - (atteggiandosi) Io piaccio!
GIORGIO - (guardandola di traverso)… avute dall’usciere della banca…
MARIANNA - (sghignazza) Eh, eh! Dall’USCIERE della banca…!
TERESA - Uff… e allora?
GIORGIO - (stanco delle interruzioni) Siamo venuti a sapere che il caveau contiene solo contanti! Valige pronte e piene solo di banconote di taglio grande!
CARLO - Che se ne fa una banca di tutto quel contante pronto in valige?
SALVATORE - (biascicando) Niente, proprio niente, o meglio: HA PREPARATO LE VALIGIE PER NOI ed è per questo che gli facciamo un favore a portarcelo via!

Tutti annuiscono ridacchiando.

GIORGIO - Bene, allora il piano è questo: questa notte Teresa e Marianna escono e si piazzano fuori sul marciapiede davanti alla banca...
FERNANDO - Che fanno Teresa e Marianna? Contropiede davanti alla panca!? Ma non sarà fuorigioco?
CARLO - A noi questo ci fa finire in galera! Lo sento, lo sento!
GIORGIO - Maledizione Fernando! Perché non ti cambi l’apparecchio acustico!?
FERNANDO - L’orecchio rustico?! Ma perché parlate ciociaro?
GIORGIO - (scoraggiato) Non ne posso più! E questa sarebbe la leggendaria “Banda del tombino”?
FERNANDO - … la gamba del Tonino?! Tonino chi, il vecchio compagno di scuola? poverino come era buono… ti ricordi quando…
CARLO - (urlando) BASTA… BASTA… che l’avete chiamato a fare…!

Giorgio ha un attimo di disperazione.

GIORGIO - Carlo zitto che svegliamo tutti i vecchietti! E poi basta ragazzi così non arriviamo da nessuna parte! Altro che caveau!
MARIANNA - Allora riprendiamo il discorso: come diavolo facciamo, io e la Sciantosa, a passare inosservate?
GIORGIO - Semplice, fate finta di essere delle donnine allegre e vi mescolate alle altre che stanno sul marciapiede!
MARIANNA - (inalberandosi) Io una donnina allegra!? Io sono una signora! Forse lei. (indicando Teresa)
Teresa e Marianna si guardano.

TERESA - Neanche rispondo alla provocazione… (a Giorgio) ma se stiamo lì… à “madama” ci arresta pe’ adescamento?
FERNANDO - Se vi arresta è per offesa al decoro pubblico!
CARLO - (con un ghigno) E bravo il sordo che sente! Comunque se l’arrestano dividiamo il bottino in quattro e non in sei!… Mica male!

Gli uomini esplodono in una risata meno Fernando, che li guarda interrogativamente perché sembra non aver sentito la battuta. Mentre sfumano le risate, Carlo si avvicina all’orecchio di Fernando e gli ripete la battuta. Fernando esplode a ridere in ritardo e da solo.

MARIANNA - (offesa) Questa me la lego al dito.
GIORGIO - Ma dai! Non fare l’offesa! Stiamo qui per lavorare e, possibilmente, per “scavare”!
TERESA - (insinuante sogghignando) E se qualcuno ci carica in auto e ci porta via?… Lontano lontano… (gesticolando)
GIORGIO - A chi? A voi? State tranquille che non correte questo rischio!
TERESA - Beh, sapete com’è…
TUTTI - (scimmiottando Teresa) IO PIACCIO!
TERESA - (c.s.) Vedo che avete capito tutti!
GIORGIO - (spazientito) BASTA!… Siete un disastro! Allora: Marianna e Teresa passeggiando dovranno cercare di capire se qualcuno presta attenzione ai rumori che vengono dalla banca. Il loro compito è stare attente. Salvatore e Fernando apriranno il passaggio, né troppo grosso né troppo piccolo, per entrare nel caveau che noi ricopriremo con il mobile bar, una volta fatto il primo sopralluogo…
CARLO - (pavoneggiandosi) E scommetto che qui entra in scena il “Serpente”!
GIORGIO - Esatto! Tu ti calerai nell’apertura, noi sistemeremo il mobile al suo posto e raggiungeremo Teresa e Marianna in strada. Tu, una volta dentro, escluderai l’allarme e ci aprirai l’ingresso principale.

Giorgio si ferma e guarda tutti.

GIORGIO - Beh, che ne dite? Che vi pare?… Non sono un genio?

Tutti sono perplessi.

FERNANDO - (che sembra aver ascoltato tutto) Perché non facciamo saltare la porta principale con un bel botto?! BUUM! 
GIORGIO - No, niente esplosivi, semmai ci servirà qualcosa di piccolo per aprire l’eventuale porta blindata.
FERNANDO - (che non ha capito) La posta agghindata?
GIORGIO - LA PORTA BLINDATA!
TERESA - E zitti che lo stiamo a racconta’ a tutti ‘sti vecchietti di Villa… vivace… arzilla… ridente… comme diavolo si chiama… vispa!
GIORGIO - Questo ci farà arrestare tutti!… uff… allora, che ne pensate?
SALVATORE - (che si è un po’ ripreso) Io dopo tanti anni sono ancora in forma ma voi ragazzi, siete sicuri di essere ancora in grado di svaligiare una banca?
CARLO - Voi chi? UFFA CHE CALDO!

Nessun altro prende la parola.

GIORGIO - (riprendendosi dal dubbio) Mi meraviglio! Che qualche membro della famigerata e leggendaria “Banda del tombino” possa avere questi dubbi, e comunque ora vi faccio vedere una cosa, prendetevi una sedia e state zitti!

SCENA DODICESIMA

MARIANNA - Ragazzi ho pensato a tutto io! Ho già fatto anche…

Tutti spalancano gli occhi girandosi stupiti verso Marianna che sogghigna sorniona.

GIORGIO - (illuminandosi) Non mi dire che hai pensato anche tu,… e hai imparato ad usare il computer?!
MARIANNA - Mio caro credi, che le idee brillanti vengano solo a te? (orgogliosa) Di fronte voi signori c’è “Lady Marian”, l’haker più veloce del west!
SALVATORE - Ho paura che se ci mette le mani la “maga, qui salta tutto il piano!

Tutti ridacchiano.

MARIANNA - Ho la soluzione in tasca e ve lo dimostro: mi sono divertita fino ad ora ad ascoltarvi e ho voluto vedere fin dove sareste arrivati… ho fatto finta di non sapere nulla, ma ora…
GIORGIO - Calma ragazzi! (a Marianna) Non mi dire che hai cercato di scoprire i codici di accesso e i sistemi di protezione?!
MARIANNA - Certamente sì … e vi dico anche che solo un ristretto gruppo di dirigenti possiede la password di accesso (trionfante)… per cui ANCHE Lady Marian la possiede !
TERESA - Ò vero? Si è vero ti bacio n’fronte!

Tutti ascoltano sconcertati.

MARIANNA - e solo nel momento in cui il gruppo dei dirigenti generali è unito, può formare l’intera password, poiché ognuno ne conosce solo una lettera , ed allora aprire il caveau.
SALVATORE - Oh porco mondo! E ora come facciamo?
TERESA - (dandosi un tono) Nonostante il mio fascino, nun riuscirei a sedurre tutti i direttori generali pe’ stasera.
FERNANDO - Allora facciamo un botto! Facciamo un botto…
CARLO - Così invece che in una casa di riposo, ci ritroviamo in una casa circondariale.
GIORGIO - Vogliamo stare calmi! Stava parlando Marianna ascoltiamola…
MARIANNA - Io conosco la parola chiave per penetrare il sistema operativo della banca!
SALVATORE - Sei sicura che sia quella giusta?
MARIANNA - Questi tecnici informatici la fanno tanto lunga, ma poi chi si inventa le parole è uno sparuto gruppo di dirigenti.
FERNANDO - Chi sono… i fessi diligenti?
CARLO - Adesso l’hai detta giusta… forse sono proprio fessi diligenti! E allora? Questa parola ce la dici o non ce la dici!?
MARIANNA - Devo prima fare una domanda a Sciantosa: Sciantosa, sai quanti sono i capi generali?
TERESA - (pavoneggiandosi) Cinque, e ti posso dire anche ò numero di mutande ca’ portano.
MARIANNA - Quindi la password è di cinque lettere.
SALVATORE - Ovvio. O meglio… dovrebbe essere così….
MARIANNA - (con un sorrisetto) E secondo voi, quale può essere una parola di cinque lettere per una banca fondata in una zona del Lazio chiamata Ciociaria?

Tutto il gruppo si guarda interrogativamente. Marianna scuote la testa.

MARIANNA - (paziente) Da cosa deriva la parola Ciociaria?
GIORGIO - (illuminandosi) Da “cioce”! Una specie di scarpa o ciabatta… mi sembra…
MARIANNA - Bravo! Signori ecco a voi la parola chiave!
CARLO - Fantastico! L’uovo di Colombo! Semplice e difficilissimo! Brava Marianna! mi sento già le tasche piene di soldi!
MARIANNA - Calma, anche se conosciamo la password, non siamo ancora nel caveau.
TERESA - E poi non abbiamo ancora neutralizzato ‘o sistema di allarme e di apertura, e ho paura ca’ si deve fare direttamente da una delle prese della rete informatica della banca.
SALVATORE - (rivolto a Marianna) È così come dice sciantosa?
MARIANNA - Sì, bisogna agire proprio dentro la camera di sicurezza.
CARLO - Oh porco mondo! Sento sempre più caldo… oh porco mondo! 
FERNANDO - Un turco tondo?
GIORGIO - Allora dobbiamo entrare nel caveau, collegare un computer portatile alla rete e disinstallare apertura e allarme. (a Marianna) Tu ci servi dentro, non puoi fare il palo!
TERESA - Io da sola sul marciapiede di notte non ci resto nemmeno a fare il paracarro!
GIORGIO - Dobbiamo cambiare il piano e sostituire Marianna sul marciapiede.
FERNANDO - Facciamo saltare l’ingresso della banca e la porta blindata, così non se ne parla più… un bel BUM!
SALVATORE - Uffa con questo bum! Così torniamo in galera prima che finisca di bruciare la miccia!
FERNANDO - Prima che… tradisca la ciccia? La mia ciccia?… Boh?
TERESA - Chist’ nun sente manco è trombe do giudizio universale.
GIORGIO - Ragazzi, non possiamo rischiare, qualcuno deve prendere il posto di Marianna sul marciapiede insieme a Teresa.
CARLO - Io devo aprire il passaggio e devo farlo anche bello largo…

Marianna fa una linguaccia a Carlo poi, compreso che né Carlo né Fernando possono fare la prostituta, istintivamente tutti gli sguardi si girano verso Salvatore.

SALVATORE - (guardandoli allarmato) Che c’è?… no, un momento, non penserete mica… ?!
CARLO - (solenne) Salvatore devi sacrificarti per la causa comune e poi devi essere bellissimo vestito da donna!
SALVATORE - (allarmato) NEANCHE PER SOGNO! Io sul marciapiede a fare la battona, non ci vado nemmeno con le mutande di ghisa!
GIORGIO - Calma! (lanciando un’occhiata di traverso a Carlo) Ci penseremo dopo… (per cambiare discorso) come stiamo messi con l’attrezzatura per lo scavo? Qualcuno di voi se ne vuole occupare?

Carlo ridacchiando prende la valigia e l’apre. Dentro ci sono scarpe, mutande e maglie mescolate e grimaldelli, piedi di porco, pinze per catene e parecchi altri vecchi e rugginosi attrezzi.

GIORGIO - (ironico) Porca miseria… anche tu sei venuto qui attrezzato?!… anche tu hai pensato di…?
CARLO - E secondo te io in questi anni non ho mai pensato all’unica banca non svaligiata e… secondo te quando ho ricevuto l’invito non ho pensato che tu avevi pensato di svaligiare la banca qua sotto? Ho fatto un sopralluogo e so anche dirvi che le valigie pronte nel caveau sono trentacinque!
GIORGIO - Certamente vi ho sottovalutato. Sono fiero di voi e comunque vuoi aprire un buco con questa roba, oppure hai deciso di aprire un negozio di ferramenta? Ma hai idea del rumore che farai con questa ferraglia? 
CARLO - (sicuro) Tu lascia fare a me! Ti faccio un buco al bacio! (si accompagna con il verso della mano)
GIORGIO - (poco convinto) Hum… vabbè, (poi risoluto) venite qui!

Giorgio si avvicina di nuovo al tavolo, si siede e apre la cartella. Tutto il gruppo gli si fa intorno.

GIORGIO - Dobbiamo modificare la sequenza delle operazioni. Dunque (indicando la planimetria dello stabile aperta sul tavolo). Questo è il salotto dove siamo ora, questa è la camera di sicurezza della banca. Noi dobbiamo praticare un’apertura esattamente nell’angolo di questa parete, proprio dietro il mobile bar…

Le parole di Giorgio sfumano lasciando il posto ad una musichetta che farà da sottofondo al resto della scena, durante la quale i personaggi, servendosi solo della mimica, discuteranno il nuovo piano per svaligiare la banca

SCENA TREDICESIMA

Da sinistra, di soppiatto, entra Anselmo. Nessuno dei presenti si accorge di lui. Anselmo ha una mano nascosta dietro la schiena. Una volta entrato si ferma sulla sinistra della scena e cerca di richiamare l’attenzione di Marianna.

ANSELMO - Pssss…! Signora maga!

Il gruppo continua a discutere al tavolo.

ANSELMO - Pssss…! Signora maga!

Giorgio si ferma e ascolta come per captare l’origine del suono, gli altri lo imitano. Dopo di che si rimettono tutti a studiare il piano.

ANSELMO - Pssss…! Signora maga! Maga Magò… maga Merlina!… psssss!

A questo punto Giorgio si alza di scatto e, tenendosi la mano sulla patta dei pantaloni, fugge da destra. Il resto del gruppo segue stupito la fuga di Giorgio poi si volta, vede Anselmo e sobbalza per la sorpresa.

TERESA - (brusca) Ca’ vulite? Anselmoooo… ca’ vvvvuliiiite!?

Salvatore dà una gomitata a Teresa.

ANSELMO - Hem… scusate il disturbo…vorrei… vorrei…
CARLO - (a parte) Ci mancava anche questo. Ma come si fa a lavorare così… non c’è concentrazione… non c’è… non c’è!
SALVATORE - (mellifluo) Possiamo fare qualcosa per lei Anselmo?
ANSELMO - (imbarazzato) Hem… vo… vorrei parlare, se è possibile… con la signora… “maga”.
MARIANNA - (stupita) Con me? Venite bravo giovane venite… appropinquatevi!
ANSELMO - Che devo fare!? 
MARIANNA - Ho detto venite! (avvicinandosi) Ditemi pure , voi intanto andate… questo è un pollo da spennare!

I due parlano sottovoce. Carlo, con la mano, fa il segno a Marianna di darci un taglio.

ANSELMO - È… una cosa dilicata…

Marianna si sposta sulla sinistra della scena avvicinandosi a Anselmo, mentre il resto del gruppo torna a studiare il piano al tavolino parlottando in silenzio in controscena.

ANSELMO - Hem… signora maga… io ho un amico che… avrebbe veramente bisogno di un filtro… hem… d’amore…

Marianna alza gli occhi al cielo, poi sorride come se le fosse venuta un’idea.

MARIANNA - (insinuante) Dica la verità Anselmo, il filtro è per lei.

Anselmo, imbarazzatissimo, si fa di tutti i colori.

ANSELMO - (impacciato) S… sì…
MARIANNA - E la persona che vuol far innamorare è la signorina Barbara, vero?
ANSELMO - (c.s.) S… sì…
MARIANNA - Mmmm, allora credo che in questo caso sia meglio un incantesimo, ci vuole troppo tempo per preparare un filtro. (sospirando) Purtroppo però c’è un problema.
ANSELMO - (preoccupato) Porca miseria… un problema… un problema grave?…
MARIANNA - Gli incantesimi non rientrano nella mia specializzazione…
ANSELMO - (allarmato) Che peccato!… Che iella!… Che disastro!
MARIANNA - Stia tranquillo, la metto nelle mani di un’esperta: la mia concessionaria in incantesimi!
ANSELMO - Davvero!? Qualcuno mi può aiutare?! E chi è questa persona?
MARIANNA - Certo! (a Teresa) Sciantosa?
TERESA - (brusca) Ca’ vuie?
MARIANNA - (facendole l’occhiolino) C’è un cliente per te.

Teresa sorride ed, ancheggiando, si avvicina a Anselmo.

TERESA - Bene, bene, dunque Anselmo abbisognate forse di un incantesimo?
ANSELMO - (imbarazzatissimo) S… sì… forse… è quello che serve… mi piacerebbe…
TERESA - La mia “collega” le ha ditto ca’ ma’ serve qualcosa di personale do… soggetto per fare una magia?

Anselmo, a testa bassa, si guarda intorno sempre più imbarazzato poi, con la mano dietro la schiena, tira fuori un reggiseno mostrandolo a Teresa che sgrana gli occhi.

TERESA - Vedo che ha trovato qualcosa di mooolto intimo!
ANSELMO - (c.s.) Hem… l’ho preso facendo le pulizie in camera… della signorina Ba… Barbara…
TERESA - Bene, ora mi ascolti: perché l’incantesimo funzioni, lei prima di tutto…

Teresa lancia un’occhiata al gruppetto riunito al tavolo come per elaborare meglio la sua idea. Anselmo, nel frattempo, tira fuori un piccolo blocco notes e prende appunti.

TERESA - (con voce misteriosa) Prima di tutto deve prendere ‘o reggiseno.
ANSELMO - (scrive) … reggiseno…
TERESA - (c.s.) Poi avite dà procurarsi nu’ gatto nero.
ANSELMO - (scrive)… gatto nero… (poi si ferma pensoso)… hem, va bene se è grigio? Archimede è grigio.
TERESA - Chi è Archimede?
ANSELMO - Il gatto di Villa Vispa… non devo fargli del male vero?
TERESA - Ma no… che tonalità di grigio?
ANSELMO - Non… so… è grigio.
TERESA - Fumo di Londra?
ANSELMO - Boh… a Londra c’è il fumo? 
TERESA - Vabbè, à magia a dà funziona’ lo stesso… dicivo ca’, prima ‘e mezzanotte…
ANSELMO - (scrive)… prima di mezzanotte… (si ferma pensoso) hem, quanto prima di mezzanotte?
TERESA - (divertendosi) Vedimmo… che numero portate è scarpe?
ANSELMO - (stupito) Quarantatré.
TERESA - Allora alle undici e quarantatré!
ANSELMO - (stupito) Ma che c’entrano le scarpe con il sortilegio!?
TERESA - Nun me lo chieda! Sono riti segreti!… Dicevo: alle undici meno venti (lugubre) salite in gopp’ ‘o tetto e, sotto i raggi da’ luna, dovete legare ‘o reggiseno alla coda do’ gatto e dicire chiste parole magiche!

Teresa allarga le braccia con le mani ad artiglio.

TERESA - (lugubre) AAAAAHHH! OOOOHHHH!
ANSELMO - (scrive) Aaaaahhh! Oooohhh!
TERESA - (fermandosi) Ma cosa scrivete?
ANSELMO - La formula magica.
TERESA - Ma nun è ancora chista! Chiste è ‘o preludio! La possessione!
ANSELMO - Mamma mia la possessione… la possessione… mi fa paura anche solo la parola… la possessione!

Teresa assume di nuovo la posizione da “maga”.

TERESA - (lugubre) AAAAAHHH! OOOOHHH! (poi recita la formula magica):

Se coi botti sei un bastardo,
vai d’accordo col “Petardo”.
Se vuoi fare un furtarello,
non lo chiedere al “Cervello”.
Se ti serve un gran ladrone,
puoi servirti del “Barone”.
Per truffare una parente,
devi chiederlo al “Serpente”.
Ma se devi conquistare,
la ragazza dal tuo cuore,
da “Sciantosa” devi andare,
sol così avrai l’amore!

Anselmo appunta velocemente la formula magica sul blocchetto notes

TERESA - (ritornando alla normalità) Avite capito tutto?
ANSELMO - (finendo di scrivere) Sì… sì… e poi?
TERESA - Comm’ “e poi”? Poi andate da Barbara e vedite ca’ cadrà nelle vostre braccia.
ANSELMO - Davvero?! È meraviglioso… è fantastico… grazie… vi farò sapere…nel frattempo stasera vi farò preparare una cena coi fiocchi! Grazie… grazie!


Anselmo fa due o tre inchini ed esce di scena da sinistra. 

TERESA - Uff…
MARIANNA - Bene, grazie Scianto’ hai trovato il modo di toglierci dai piedi Anselmo e forse anche la direttrice

Da sinistra, improvvisamente, si riaffaccia Anselmo. Tutti sobbalzano di nuovo.

ANSELMO - Il gatto è scappato! Il gatto… è scappato sul tetto! Come faccio a riacchiapparlo… come faccio a mettergli il reggiseno… come faccio!?

Mentre dice questo correndo sul palco esce dalla porta dalla quale era entrato. Tutti seguono l’uscita stupiti.

SIPARIO

FINE DEL PRIMO ATTO



SECONDO ATTO

La scena è la stessa del primo atto.

SIPARIO

SCENA PRIMA

Notte fonda. La scena è deserta e semibuia, solo la fioca luce di un lampione del parco, attraversando la porta-finestra, giunge dentro la stanza. Una musica da thriller crea un’atmosfera da mistero. Dopo qualche minuto si apre lentamente la porta di sinistra ed il fascio di luce di una torcia elettrica, sciabola dentro la scena. Dopo qualche secondo la testa di Giorgio spunta dalla porta di sinistra affacciandosi per accertarsi che in stanza non ci sia nessuno. (per una resa più comica i personaggi potrebbero indossare una calzamaglia nera alla Diabolik che lascia scoperti solo gli occhi. In ogni caso devono indossare un cappuccio nero che lascia scoperti solo gli occhi). Giorgio entra in scena, si guarda intorno poi fa un cenno agli altri che sono fuori scena. Da sinistra entrano in sequenza: Carlo, con la valigia contenente l’attrezzatura per lo scavo; Marianna, con un computer portatile sotto braccio ed Infine Fernando con una cartuccera piena di candelotti di esplosivo. 

GIORGIO - (sussurrando) Fermi!

Tutti si bloccano, meno Fernando che, non sentendo il comando di Giorgio, continua la sua avanzata. Finché, superato tutto il gruppo, prima che possa continuare la sua marcia, Giorgio non lo afferra per la calzamaglia.

GIORGIO - (sussurrando tra i denti) Dove vai! Stai fermo… accertiamoci che non ci sia nessuno…

FERNANDO - Eh? Nessuno? Nessuno chi?
CARLO - Se, buona notte! Questo ci rovina tutto… sta zitto per favore sta zitto.
FERNANDO - (sorridendo candido) E bravo… sì, sì… buonanotte ragazzi, ci vediamo domani mattina.

Si riaccende la luce. Fernando fa per uscire da sinistra, ma è trattenuto da Marianna.

MARIANNA - (sussurrando tra i denti) Vieni qui! Ma dove vai? Vuoi veramente rovinare tutto?
GIORGIO - (togliendosi il cappuccio e respirando a pieni polmoni) Porca miseria che caldo… ha ragione Carlo… fa un caldo terribile… e poi co ‘sti cosi sulla faccia, ma chi è che ha avuto l’idea delle maschere alla Diabolik?! Con questo cappuccio sembra di essere imbavagliati! 

Tutti si fermano un attimo, ognuno si toglie il cappuccio e si appoggia a qualcosa massaggiandosi la pancia e facendo smorfie.

CARLO - Ha detto che ci avrebbe preparato una cena con i fiocchi… infatti bleah!
FERNANDO - A forza di preparare brodini e pappette, si sono dimenticati come si cucina!
GIORGIO - (con una smorfia) Ah!… oddio, mi sembra di aver mangiato una commissione parlamentare che litiga… litiga… litiga…!
MARIANNA - È vero… gli involtini di trippa ripieni di cozze fanno a pugni con il baccalà e con il contorno di peperoni! Ma si può portare in tavola un orrore del genere?!
CARLO - E quella roba bianca vicino agli involtini era… purè di patate?
GIORGIO - Forse, comunque sembrava strutto montato a neve! Porca miseria che schifezze!
FERNANDO - Se avessimo aspettato il dolce ci avrebbero servito la nutella alla carbonara!

Pausa.

GIORGIO - Forza, ragazzi, diamoci da fare e per mezz’ora non pensiamo ai dolori di pancia e soprattutto (solenne), in nome della fama della banda del bottino! (pausa, poi in tono sbrigativo) Fate meno casino possibile!

Marianna posa sul tavolo il computer portatile l’apre, collega il cavo alla presa di rete, l’accende e comincia a battere i tasti, concentrandosi sullo schermo. Carlo apre la valigia e comincia a tirare fuori gli attrezzi. Giorgio e Fernando si avvicinano al mobile bar e cominciano a spostarlo, facendo spazio per lavorare meglio allo scavo. 

MARIANNA - Io devo configurare il computer per quando saremo nella camera blindata, perciò levatevi di torno e fatemi lavorare tranquilla per almeno dieci minuti!
GIORGIO - (a Carlo) Voglio proprio vedere come farai ad aprire il passaggio senza fare rumore.

Carlo e Fernando si guardano scambiandosi un sorrisetto.

CARLO - Ora vedrai.

Carlo si avvicina al punto in cui si trovava il mobile bar tira fuori un tubetto e, spremendo il contenuto, traccia un semicerchio sulla parte bassa della parete, avendo come base il pavimento. Dopo di che Fernando si avvicina e, al centro del semicerchio, applica una ventosa sturalavandini collegata da fili elettrici ad un frullatore.

GIORGIO - Ma che diavolo è? Come si fa ad aprire un buco con quel coso?
FERNANDO - (indicando il frullatore) Questo è un emettitore di ultrasuoni, (indicando lo stura lavandini) e questo è il sensore che trasmette le vibrazioni alla parete.
GIORGIO - (preoccupato) E bravo il sordo che ci sente! Non è che facciamo un frullato di calcinacci?
CARLO - Una volta tracciato il perimetro dello scavo, si applica l’apparecchiatura ed il muro si sgretolerà per bombardamento ultrasonico!
GIORGIO - Non è che ci crolla addosso tutta la parete?!
FERNANDO - Abbiamo tracciato un perimetro con del materiale speciale, in modo che le vibrazioni siano circoscritte solo a quella zona e vedrai che non cadrà niente
GIORGIO - Avete usato un materiale speciale?! Bravi, e di che materiale si tratta?

Fernando e Carlo si guardano imbarazzati.

CARLO - Hem… dentifricio… una pasta dentifricia americana alla vaniglia.
GIORGIO - (con un risolino) Alla vaniglia eh? Peccato il mio preferito è alla menta.
FERNANDO - (cadendo nel tranello) Quello alla menta era finito, e poi la vaniglia… è l’unico materiale… che può bloccare le vibrazioni… agisce…
GIORGIO - (interrompendolo ed arrabbiandosi) ma che mi state raccontando! Il dentifricio! La vaniglia… l’unico materiale!

I due sobbalzano.

FERNANDO - Hem… ti… ti assicuro che funziona!
GIORGIO - (sospirando sfiduciato) Poveri noi dove siamo finiti!… vabbe’ facciamo funzionare questa meraviglia dell’elettronica!

Carlo e Fernando finiscono di sistemare l’attrezzatura e collegano il blocco motore alla presa.

CARLO - (lanciando un’occhiata a tutti) Pronti?
GIORGIO - Ma… che dobbiamo fare…?
FERNANDO - Tu niente: ora lui collega il tutto alla presa di corrente e… io non… non conosco gli effetti collaterali… quindi… stiamo in campana.
GIORGIO - Andiamo bene! Si sono uniti lo zoppo e lo sciancato, chissà che combineranno!

Fernando mette in moto il frullatore e lo tiene acceso per diversi secondi. Poi lo spegne senza che sia successo nulla. Tutti guardano il punto in cui ci dovrebbe essere l’apertura. 

CARLO - Accidenti, non succede nulla!
GIORGIO - ( massaggiandosi la pancia) Mamma mia che dolore… mi ci vorrebbe un digestivo! Ma perché non si apre?
FERNANDO - (seccato) E che ne so! (poi si illumina) Aspettate! Ci sono! In questi caso la struttura del muro ha subito un collasso, ma ha bisogno di una spintarella per cedere completamente.
GIORGIO - Ma che t’è tornato tutto insieme l’udito a te? Boh…va bene… dai proviamo a dargli una martellata!
FERNANDO - A chi la diamo una marmellata? Vi sembra il momento di pensare alla marmellata, con tutte quelle schifezze che abbiamo mangiato?!
CARLO - Che strazio co ‘sto sordo che una volta capisce e una volta no… (poi rivolto a Giorgio) Non possiamo dare una martellata, svegliamo tutta “Villa Vispa”! No, in questi casi basta un suono per far crollare tutta la faccenda.
MARIANNA - Che suono? Ma che stai dicendo? Dove lo troviamo un suono adesso?
CARLO - Potrebbe essere uno qualsiasi… ma… vai a sapere quale.

GIORGIO - (furente) Lo sapevo che non ci si può fidare di voi due! Ora vedete di inventarvi qualcosa altrimenti ve lo faccio fare io ‘sto “suono” a forza di calci nel sedere!
CARLO - E calmati! Aspetta… fammi ragionare:… gli impulsi vengono da su…. il suono verrebbe da giù… il dentifricio ce l’ho messo… boh… non capisco.

Carlo si avvicina al punto e fa un fischio. Poi tutti, meno Marianna che è occupatissima con il computer, si guardano fra loro e ognuno comincia a fare un verso, chi una pernacchia, chi abbaia, chi miagola, chi ulula ecc. dopo qualche secondo si fermano scoraggiati.

GIORGIO - Niente! Maledizione! Niente, non crolla! Addio belle valigie piene di denaro! Addio sogni di gloria!

Tutti si fermano pensando a come fare per aprire il varco e massaggiandosi contemporaneamente la pancia o toccandosi la testa come per pensare. 

SCENA SECONDA

Improvvisamente si spalanca la porta di sinistra e compare Teresa, ha indosso il camicione bianco e le ciabatte indossati da Luisa nel primo atto.

TERESA - (furente) uè guaglio’ a che punto state!?

All’esclamazione di Teresa la porzione di muro crolla all’indietro (verso l’esterno della scena), tutti sobbalzano spaventati e, nello stesso momento, si sente un gorgoglìo più forte del solito provenire dalle viscere del gruppetto.

CARLO - Ma sei matta! Tu ci fai morire con questi acuti!
FERNANDO - Qui crepiamo tutti di crepacuore! Io che ho salvato la pelle dalla galera, la perdo in un ospizio per vecchietti moribondi!
GIORGIO - (ripensando) Ma tu non dovevi essere fuori sul marciapiede con Salvatore?
TERESA - (furente) E secondo a te potevo andarci vestita accussì?!
CARLO - Che fine ha fatto il tuo vestito?
TERESA - Me l’hanno arrubbato! E mi sono messa ‘e prima cosa c’agg’ truvato! Mica potevo andare in giro nuda!
CARLO - (a parte) Per carità! Sai che spettacolo!
TERESA - (inviperita) T’ho sentito sai? Se permetti “’A Sciantosa” aveva le più belle gambe ‘e Mergellina!
CARLO - (a presa di giro) Si eh? E dove sono finite?
TERESA - (cominciando a tirarsi su il camicione per mostrarle) Non ci credete?! Aspettate che mo’ vi do’ nu’ schiaffo morale e ve le faccio vede’!
TUTTI I MASCHI - (fermandola) NO! NO! CI FIDIAMO! Per carità risparmiaci…
GIORGIO - Su, basta ragazzi! Diamoci da fare, il passaggio è aperto, vediamo di arrivare al bottino!
TERESA - E io che faccio? Sto qua… o vado là? Sto su… o vado giù?
GIORGIO - (non sapendo che pesci prendere) Tu… tu… tu…
MARIANNA - (seccata) Ecco, lo sapevo! La linea telefonica è occupata! Non ho il collegamento con Internet! Maledizione!

In quel momento da sinistra spunta Luisa, indossa il vestito di lamé, le scarpe ed il boa di piume di Teresa. Tutti la guardano esterrefatta.

LUISA - (a Fernando) Caro! Guarda come sono elegante, stasera sono tutta tua! Portami fuori, andiamo a ballare, la notte è giovane ed io voglio fare follie!
FERNANDO - Oddio (poi a Giorgio) Con chi ce l’ha? Mica con me… e ora che facciamo? 
TERESA - (indispettita) Ecco chi m’ha arrubbato ‘o vestito!
GIORGIO - Aspetta, non la contraddire, mi è venuta un’idea, corri a chiamare Salvatore.
TERESA - (ridacchiando) Agg’ capito, he, he, mo so’ dolori.

Teresa esce di corsa da sinistra.

GIORGIO - (prendendo la mano ad Luisa quasi declamando) Fata della notte, dove ti portano i tuoi passi se non a vagare a lungo sotto le stelle?
LUISA - (rapita) Vago li dove si ferma la l’autobus… salgo su… e parto…

GIORGIO - (baciandole la mano) Questa notte affiderò i tuoi passi ad un’altra fata che ti condurrà nel giardino dove nascono i sogni!
LUISA - Oh… che caro… che bello, che bello… (trasognata)... lì dove nascono i sogni…
GIORGIO - (cambiando tono) Però ad una condizione! E bisogna rispettarla, altrimenti i sogni “boom”! spariscono! (riprendendo il tono declamatorio) A mezzanotte scade l’incantesimo e dovrai toglierti il vestito altrimenti diventerà una parannanza e l’autobus tornerà ad essere una zucca! Anzi, peggio: una Fiat Multipla!
LUISA - (cambiando espressione e guardandolo diffidente) Quanto tempo ho? Quanto manca a mezzanotte?

Tutti guardano i propri orologi. Mentre Luisa distrattamente si pavoneggia nel suo abito.

CARLO - Io faccio le tre meno venti.
FERNANDO - Io le due e un quarto.
GIORGIO - Le una e cinque.
MARIANNA - (al computer) Il computer fa le quattro e dieci.
GIORGIO - (fra sé) Andiamo bene. (poi ad Luisa) Hem… principessa, mancano cinque minuti a mezzanotte, fra poco scade l’incantesimo, devi assolutamente toglierti il vestito e rimetterti il tuo!

Luisa, con un sorriso ebete, alza gli occhi dal vestito, guarda Giorgio, poi guarda tutti gli altri. 

LUISA - (decisa) Eh no! Sta volta non mi fregate: il vestito me lo tengo, al posto delle scarpette di cristallo mi metto due anfibi così non mi si sfilano, ed il principe azzurro lo vado a cercare nella discoteca del castello, dove faremo casino fino alle cinque! 

Tutti la guardano esterrefatta. Da sinistra spunta Teresa, tirando un braccio a Salvatore che non vuole entrare in scena. Tutti si voltano verso i nuovi arrivati.

TERESA - (verso Salvatore ancora fuori scena) E dai! Mica ti mangiano!
SALVATORE - (che è ancora fuori scena e si vergogna ad entrare) Ho detto di no! Mi faccio schifo da me! (piagnucolando) Avete calpestato il mio onore!
GIORGIO - Salvatore vieni, che dobbiamo cambiare di nuovo il piano.
SALVATORE - (c.s.) Ho detto di no!
TERESA - (tra i denti) E DAI!

Teresa, nel tentativo di far entrare Salvatore, fa un ultimo sforzo gli da uno strattone e Salvatore piomba in scena.

SCENA TERZA

Salvatore è vestito con abiti femminili, ha una parrucca in testa è truccatissimo e ha un velo davanti alla bocca perché ha barba e baffi. Tutti in scena si trattengono a stento dal ridere.

SALVATORE - (piagnucolando) Ecco lo sapevo, questa e la mia fine (poi con un guizzo di orgoglio) Questa è la fine ingloriosa del barone Salvatore Barsanti Ludovici da Bitonto, discendente diretto di Goffredo da Buglione!
GIORGIO - (trattenendo il riso) Ascolta Barone, lascia perdere Goffredo da Buglione, qui bisogna cambiare il piano: Sciantosa non può venire con te in strada.
SALVATORE - (allarmato) E perché? Mica mi manderete solo!? No e no! No questo proprio no!
GIORGIO - Hem… perché (poi sussurrando all’orecchio di Salvatore) Perché la matta non vuole mollare il vestito!
SALVATORE - (ad alta voce) Sai quanto me ne frega della matta…!
TUTTI - (meno Marianna impegnatissima al computer) SHHHH!
CARLO - Vuoi svegliare tutta villa vispa?!
TERESA - (imbestialita) Io rivoglio il mio vestito!
LUISA - Il vestito è mio e me lo tengo! Devo andare al ballo con il principe.
FERNANDO - Per il bene di tutti, tu ti prendi la matta e te la porti sul marciapiede!
SALVATORE - Io non vado sul marciapiedi da solo figuriamoci se ci vado con quella!
GIORGIO - ( inferocito)… Falla finita! Non c’è più tempo per le discussioni! Barone, prenditi la matta e andate tutti e due sul marciapiede!
SALVATORE - (risoluto) Ho detto di no!
GIORGIO - (avvicinandosi a Salvatore) No? Hai detto.. NO?
SALVATORE - (c.s.) Nemmeno morto!
GIORGIO - (con noncuranza) Nemmeno se mandassi qualche foto del tuo nuovo look ad un certo conte Pierugo Santarelli Maresca da Trepalle?

Salvatore strabuzza gli occhi e diventa di tutti i colori..

SALVATORE - (furente additando Giorgio) Tu… tu… tu…
MARIANNA - (impegnata al computer) Accidentaccio! Di nuovo la linea telefonica occupata!
SALVATORE - (c.s.)… tu saresti capace di dare il mio onore in pasto a quel verme?
FERNANDO - Un pasto alle terme? Prima prendiamo i soldi e poi penseremo alle vacanze!
CARLO - Sì alle terme… ciascuno andrà poi dove vorrà… e poi chi sarebbe questo conte?
GIORGIO - Il discendente di Ugone da Caubbio il quale, nei secoli bui del medioevo, sfidò a duello Caramello da Scazzolino, un antenato del nostro barone.
TERESA - Una sfida a duello? 
FERNANDO - Io non riesco proprio a capire quello che dite…. una sfiga al fringuello?
TERESA - (pavoneggiandosi)… che bellezza magari pe’ na’ femmena bella comme a me?
GIORGIO - No…no sembra per una questione di palle.
CARLO - Una questione di palle!? 
SALVATORE - (furente) E va bene ve lo racconto: otto secoli fa, quei topi di fogna dei Maresca rubarono una palla dallo stemma del mio casato e l’attaccarono al loro stemma! Ti rendi conto!?
TERESA - (perplessa) È grave? Non si possono rubare le palle dagli stemmi? 
SALVATORE - (furente) Gravissimo! Sono otto secoli che siamo senza una palla! Capite con una palla di meno!
FERNANDO - Siete da otto secoli senza una spalla? E dove attaccate le borse?
TERESA - Porca miseria se sei cosi arrabbiato allora deve essere grave? 
SALVATORE - (orgoglioso) Nonostante tutto l’orgoglio del glorioso casato dei Barsanti Ludovici, non si è mai abbassato!

Carlo e Giorgio si guardano e Carlo fa un gesto con la mano come di qualcosa che si abbassa, poi allarga le braccia rassegnato.

GIORGIO - Racconta com’è andata a finire.
SALVATORE - (furente) Non è ancora finita! Ugone sfidò Caramello ad un duello al secondo sangue…
CARLO - Al secondo sangue ? Ma i duelli non si fanno sempre all’ultimo sangue?
SALVATORE - (imbarazzato) Sì, ma… soffrivano entrambi di… emorroidi… e quindi stabilirono di non colpire… la parte interessata… e poi come primo duello contarono quello che…
GIORGIO - Stringi però stringi! (poi serio a Carlo) Antiche regole di cavalleria, non puoi capire.
FERNANDO - Che bello sarebbe avere anche oggi le regole di cavalleria! pensa si potrebbe sfidare a duello…
TERESA - E statte zitt’!… E cumm’è andata a fini’?
SALVATORE - (imbarazzato) Hem… non abbiamo trovato ancora il tempo… per fare il duello.
CARLO - In otto secoli non avete trovato il tempo di fare un duello?!
SALVATORE - (tagliando corto) No non l’abbiamo trovato… abbiamo avuto da fare!
GIORGIO - (serio) Si tratta di un casato molto impegnato.
FERNANDO - Un palato molto impegnato? Anche il mio è un palato impegnatissimo… pensate che quando comincio a mangiare a tavola non smetto finché non ho mangiato anche il dolce e la frutta…
TERESA - Non ne posso cchiu’… chist’ l’accido… (poi rivolta a Salvatore) E quando pensate di farlo questo famigerato duello?
SALVATORE - Hem… Ugone e Caramello si erano messi d’accordo di ritrovarsi dopo la quarta crociata.
CARLO - E quante ne sono state fatte di crociate nel frattempo? Che è successo… dai racconta veloce…
GIORGIO - (anticipando Salvatore)… prima di scontrarsi scoprirono che le proprie mogli che se la facevano con il pirata Barbaroccia.
CARLO - (esterrefatto) Tutte e due!? Brave donne le mogli dei tuoi antenati… niente da dire…

Giorgio annuisce ed allarga le braccia.

TERESA - (a Salvatore) Mi sembravi un po’ scuro di pelle. Te lo volevo sempre dire…
SALVATORE - (inalberandosi) Non diciamo eresie! La casata dei Barsanti Ludovici è di puro sangue nobile (a Giorgio) E se ti azzardi a tirar fuori quelle foto… sempre che tu l’abbia fatte! Ti annodo l’esofago!
GIORGIO - Se non esci da qui e vai sul marciapiede a fare la battona, con le foto ti ci faccio un calendario!

Salvatore si calma di botto.

SALVATORE - Va bene, va bene… (avviandosi verso sinistra) ma non finisce qui! (poi ad Luisa) Vieni, andiamo a battere… (poi guardando offeso il resto della banda) Meglio il marciapiede che frequentare criminali incalliti! Tze!

Salvatore solleva di scatto la testa in un moto di orgoglio e fa per uscire.

LUISA - (candida) Vengo, vengo! Che bello! Poi mi porti in discoteca?
SALVATORE - (uscendo) Sì, sì, poi ti porto anche allo zoo e ti lascio! dentro a una gabbia di babbuini, così non rompi più!… maledetto Ugone!

SCENA QUARTA

GIORGIO - (riscuotendosi) Ragazzi, forza, diamoci da fare, abbiamo perso abbastanza tempo (a Carlo e Fernando) Voi due allargate il foro, fate meno rumore possibile e gettate i calcinacci all’interno.

Fernando e Carlo si mettono a lavorare al foro.

GIORGIO - (a Teresa) Tu appostati alla porta e fai il palo.
TERESA - Sì capo!

Teresa si sposta sulla porta di sinistra, ne socchiude il battente e si mette a sbirciare fuori.

GIORGIO - (a Marianna) Tu a che punto sei? L’hai fatto ‘sto collegamento o no?

Marianna è impegnatissima a lavorare al computer e non ha sentito la domanda di Giorgio.

GIORGIO - (cantilenando a presa in giro) Bella signora possiamo sapere a che punto siamo?
MARIANNA - (candida) Dici a me?
GIORGIO - (seccato) No, a Caramello da Scazzolino! A che punto sei?
MARIANNA - (sospirando candida) Ho agganciato un tipo in chat, ci siamo raccontati le nostre storie e ci siamo dati appuntamento fra una settimana.
GIORGIO - (stando al gioco) E che tipo è?
MARIANNA - (c.s.) Un metro e ottanta, castano, cinquantacinque anni, separato…
GIORGIO - (sbottando) LASCIA PERDERE LA CHAT! Non siamo qui per divertirci! Cosa hai combinato con il sistema informatico della banca?

Marianna sobbalza.

MARIANNA - (imbarazzata) Hem, con quello niente… per accedere al sistema bisogna entrare ed utilizzare una delle prese di rete del caveau… come sospettavamo.
GIORGIO - Porca miseria lo sapevo! Chiudi tutto e preparati, fra poco scendiamo nel caveau.

Marianna comincia a chiudere il collegamento e a recuperare l’attrezzatura.

GIORGIO - (ripensandoci) Io poi vorrei sapere che cosa ci fai con uno di cinquantacinque anni, di un metro e ottanta ecc… sesso selvaggio?
MARIANNA - (con un ghigno) Tu non ti preoccupare, se viene all’appuntamento so bene come passare il tempo con uno di cinquantacinque anni alto un metro e ottanta ecc. ecc…

Carlo, che insieme a Salvatore stanno allargando il foro, si rimette in piedi.

CARLO - (a Giorgio) Capo, siamo quasi pronti.
GIORGIO - Bene, allora prepariamoci: tu e Fernando andrete per primi, seguiranno la Sciantosa e la Maga ed io per ultimo.
CARLO - (perplesso) Aspetta capo. (poi osserva Marianna) Mi sa che c’è un problema.
GIORGIO - Ancora problemi! (sospirando)… riusciranno i nostri eroi ad entrare nel caveau della Banca?
CARLO - (prendendo la palla al balzo con voce da Metro Gold Mayer)… Lo saprete alla prossima puntata!
FERNANDO - (c.s.) … in una nuova ed avvincente avventura dal titolo…
MARIANNA - (c.s.) … La banda del tombino e la banca mond… 
GIORGIO - (furente) E basta! Avanti con questo foro!

Carlo, Marianna e Fernando ridacchiano, poi Carlo si avvicina a Marianna e comincia a girarle intorno osservandola attentamente. Marianna lo guarda a sua volta perplessa.

CARLO - Dobbiamo allargare il foro! (con intenzione) Qualcuno, negli ultimi vent’anni, si è data mooolto da fare!
MARIANNA - (offesa) Brutto maleducato che non sei…
GIORGIO - Basta con le discussioni! Marianna calmati e tu Serpente sbrigati! Allarga quello che devi allargare e falla finita!

Carlo ritorna a lavorare al foro.

TERESA - (dalla porta di sinistra) Capo! Capo! Sta arrivando qualcuno!
GIORGIO - Maledizione! Presto, voi due rimettete il mobile davanti al foro! Voi fate finta di nulla… fate finta di nulla, mi raccomando!

Carlo e Fernando rimettono a posto il mobile bar, poi tutti trovano una sistemazione. Marianna spegne la luce e la stanza piomba nella penombra. Dalla porta di sinistra si vede lo sciabolare del fascio di luce di una torcia elettrica.

SCENA QUINTA

Dalla porta di sinistra, impugnando una torcia elettrica in una mano e un reggiseno nell’altra, fa capolino Anselmo. Tutti in scena si fermano immobili e silenziosi.

ANSELMO - (entrando di soppiatto) Pssss… micio, micio… porca miseria… vieni qua micetto… (aggirandosi circospetto per la stanza). Pssss… micio, micio… Archimeduccioooo dove sei? Vieni che ti devo mettere il reggipetto… vieni bel micettoooo…

Tutti gli altri nella stanza sono appiattiti nell’ombra. 

ANSELMO - (c.s.) Pssss… Archimedeeee, indovina che ti ho portato? Il tuo boccone preferito: involtini di trippa ripieni di cozze e baccalà…

In scena si sente di nuovo il gorgoglio proveniente dalle viscere del gruppetto nascosto nella penombra della stanza. Anselmo si blocca spaventato con la torcia che gli trema nella mano.

ANSELMO - Chi… c’è … chi è sta… stato?

Anselmo resta per qualche attimo immobile con il fiato sospeso, poi si riprende e ricomincia a chiamare il gatto.

ANSELMO - Pssss…, micio, micio, micioooo…!

All’improvviso Anselmo accende la luce ritrovandosi allineati nell’ordine: Fernando, che stava tentando di sfilarsi la cartucciera con i candelotti esplosivi, ma senza successo; Marianna, con il computer portatile chiusi in mano all’altezza del viso. Carlo; con in mano alcuni attrezzi da scavo; infine Teresa vestita con il camicione di Luisa. Anselmo in una mano ha la torcia elettrica e nell’altra il reggiseno di Barbara.

ANSELMO - C… che ci fa… fate qui a que… quest’ora?

Per un momento i componenti del gruppetto si guardano tra loro impacciati e perplesso senza sapere cosa fare. Poi, come se fossero comandati da un interruttore, cominciano a cantare.

CARLO/FERNANDO/MARIANNA/TERESA - Iamm’, iamm’, iamme, iamme, iaaaaa…. Funiculì, funicuà, funiculì, funiculàààà…!

Ognuno utilizza quello che ha in mano come strumento musicale eccetto Teresa che, non avendo nulla, accenna ad una tarantella. Anselmo li guarda esterrefatto poi, dopo qualche attimo di perplessità, si riscuote.

ANSELMO - Shhhhh! Volete svegliare tutta Villa Vispa!? Avete una bella resistenza… ancora non dormite?

Il gruppetto smette di cantare.

CARLO - (imbarazzato) Hem… non riuscivamo a dormire così…
MARIANNA - (c.s.)… così abbiamo pensato di… di fare un po’ di musica…
TERESA - (c.s.)… sì, stavamo preparando uno spettacolo…
ANSELMO - Che spettacolo?
FERNANDO - (guardando Teresa) Un tabernacolo? Che stavamo apparecchiando un tabernacolo? 
TERESA - (seccata) Sì: ò tabernacolo è San Gennaro! Ma vattenne!
CARLO - (cambiando tono) Per la verità, Anselmo… ci è rimasta la cena sullo stomaco… era un po’ pesante per noi…

Si sente il solito gorgoglìo provenire dalle viscere dei quattro.

ANSELMO - (candido) Strano, Archimede l’ha digerita benissimo, gli do trippa, baccalà e cozze il mercoledì ed il venerdì, al posto dei croccantini… sapete, non gli posso dare sempre quelli.
MARIANNA - (con una smorfia) Già… i croccantini… (a parte) ci mancavano solo quelli per contorno!
ANSELMO - (c.s.) Sì, ogni tanto anche lui ha bisogno di cibo fresco e sano… come quello che ho dato a voi stasera!

Anselmo, durante tutto il suo discorso, gesticola vistosamente ed, ha un certo punto senza rendersene conto, solleva la mano che stringe il reggiseno. Accorgendosi che tutti lo guardano esterrefatti, rimane come un baccalà, con la mano sollevata a mezz’aria.

CARLO - Hem… è riuscito a togliere altro alla signorina Barbara?

Anselmo, imbarazzatissimo, istintivamente nasconde il reggiseno dietro la schiena. Teresa si avvicina.

TERESA - (a mezza voce) Ma comme? Le avevo ditt’ di legarlo alla coda du nu’ gatto nero a mezzanotte!
ANSELMO - (mortificato) È un grosso problema… sono le undici e quaranta e non sono ancora riuscito a trovare il gatto… non so che fine ha fatto… lo chiamo lo chiamo, ma non arriva.
TERESA - Le undici e quara… ?! (ad alta voce per farlo sapere al resto del gruppo) Ha detto le undici e quaranta?
ANSELMO - Sì… le undici e quaranta… È tardi vero? Dovreste andare a dormire e riposare.

Tutti rimettono il proprio orologio.

ANSELMO - (piagnucolando)... E se non trovo il gatto prima di mezzanotte come faccio!
TERESA - (che non sa che pesci prendere) Mo, ca’ facimm’! (poi cerca di inventarsi qualcosa) Hem, facimm’ accussì: vuie n’serrate l’uocchie, tenite o’ reggiseno in mano e recitate di continuo à formula magica… io… creo l’atmosfera e cerco di trovare il gatto… va buo’?

ANSELMO - (ansioso) S… sì, sì! ….Funziona lo stesso l’incantesimo?
TERESA - Sì sì funziona o’ stesso… bene, allora occhi chiusi!

Anselmo esegue.

TERESA - Braccio con reggiseno teso in avanti!

Anselmo esegue.

TERESA - Recitare formula!

Anselmo comincia a recitare la formula sussurrando a fior di labbra.

TERESA - Mi raccomando: concentrazione! Non aprite mai l’uocchie ca’ o’ n’cantesimo non funziona chiù!

Anselmo, senza interrompere il rito magico, annuisce.

TERESA - Io intanto creo l’atmosfera.

Anselmo annuisce di nuovo. Teresa fa cenno a Marianna di spegnere la luce. Marianna esegue e la stanza piomba nella penombra. Il gruppetto si riunisce sulla destra della scena, lontano da Anselmo.

CARLO - (sottovoce) E ora come ce lo leviamo di torno?
TERESA - (c.s.) Si nun troviamo nu’ gatto chisto resta acca’ fino a domani a recitare a’ formula magica… (ad Anselmo) Mi raccomando continuate con la formula!
ANSELMO - Sì, sì!
MARIANNA - (meditabonda) dunque: Anselmo deve legare il reggiseno alla coda di un gatto. Quindi non ci serve un gatto, ma la coda di un gatto!

CARLO - Sì, come no, ora prendiamo un gatto gli smontiamo la coda e la leghiamo al reggiseno di Barbara…
MARIANNA - (proseguendo)… oppure qualcosa che, al buio, somigli alla coda di un gatto.
TERESA - Ca’ vuoi dire? Possiamo usare un oggetto qualunque?
MARIANNA - (risoluta) Ragazzi, ci serve un oggetto lungo, morbido e peloso!

Tutti gli uomini si guardano imbarazzati, distogliendo lo sguardo e facendo i finti tonti.

TERESA - (illuminandosi) Aspettate nu’ momento!

Teresa esce velocemente dalla porta-finestra e dopo un secondo si sente la voce di Luisa fuori scena.

LUISA - (da fuori scena) No! Ridammelo! Ladra!

Teresa rientra velocemente in scena con il boa di piume in mano.

TERESA - (piano a Carlo) Ecco la coda del gatto!
CARLO - Dammelo!

SCENA SESTA

CARLO - (avvicinandosi a Anselmo) Dai Anselmo ripeti la formula, più la ripeti più funziona… recita la formula magica.
MARIANNA - Ecco la coda del gatto… non aprire gli occhi… non li aprire che rovini l’incantesimo!
TERESA - MIAOOOO… bravo Anselmo ecco leghi ò reggiseno… 

Anselmo lega il reggiseno al boa di Teresa.

TERESA - Nun stringa troppo forte… ecco accussì… lo lasci accà con il gatto… (miagola) MIAOOOO… bravo così lo leghi e non apra l’uocchie… MIAOOOO… MIAOOOO… ecco fatto… ora scappi via… vada subito da Barbara! Ma senza aprire gli occhi finché non esce da qui!

Anselmo incomincia a correre, sbatte due o tre volte, ed infine esce dalla stanza. Teresa recupera il boa, con il reggiseno ancora legato, e se lo mette al collo.

FERNANDO - Forza ragazzi, vediamo di concludere la faccenda! Fra non molto spunterà l’alba!

Tutti ricominciano a darsi da fare.

GIORGIO - ALT!

Tutti si fermano.

GIORGIO - (orgoglioso) Lo dico io quando si deve iniziare!
CARLO - E allora dillo!

Pausa.

GIORGIO - (rassegnato) Facciamo ‘sto colpo! Passiamo da ‘sto buco…
TUTTI - (di soddisfazione) Ooooo!

SCENA SETTIMA

Tutti si spostano sulla destra della scena

GIORGIO - Liberate il passaggio!

Carlo e Fernando afferrano il mobile bar e lo spostano liberando il foro.

GIORGIO - Allora, ricapitoliamo di nuovo: (a Carlo) Tu e il Petardo andrete per primi, poi passa la Sciantosa, poi la maga ed io per ultimo…
CARLO - Capo, c’è sempre il problema del foro… (avvicinandosi e sussurrando) dobbiamo allargarlo, la maga non ci passa.
GIORGIO - (seccato) Non c’è più tempo! (a Marianna) E tu vedi di trattenere il fiato e di passare al primo colpo, non possiamo permetterci di perdere altro tempo!
MARIANNA - Mah! Speriamo che funzioni!
GIORGIO - Niente ma, forza, diamoci da fare!

Inizia l’operazione ma subito Giorgio si interrompe. Da lontano si sentono dei gemiti di piacere e la voce di Anselmo……

GIORGIO - Zitti un momento!
ANSELMO - (da fuori scena) Ti amo... ti amo… ti ho amata fin dal primo istante!
BARBARA - (c.s.) Anche tu mi piaci mi piaci veramente tanto!
GIORGIO - Oh porco mondo!
CARLO - (esterrefatto) Ma questi sono… i nostri due piccioncini!
MARIANNA - Non ci posso credere! Sciantosa ma che hai fatto!?
GIORGIO - (soddisfatto) A quanto pare l’incantesimo della Sciantosa ha funzionato!
CARLO - Senti te che musica! Che bello l’amore…

Il gruppetto resta qualche secondo in ascolto.

SCIANTOSA - (dandosi un tono) Sapete com’è, IO POSSO, IO AMMALIO! IO FACCIO INCANTESIMI IO PROCURO AMMORI!
MARIANNA - (dandole una spinta) Ma vattenne!
GIORGIO - E basta! Forza, diamoci da fare! Serpente tira fuori le torce elettriche e andiamo dentro!

Carlo tira fuori dalla borsa degli attrezzi alcune torce elettriche e le distribuisce a tutti poi, accompagnati da una marcetta, (potrebbe essere quella della Pantera Rosa) uno per uno si accucciano e cominciano ad infilarsi nel passaggio praticato nel muro. Arrivato il turno di Marianna, una volta passata la testa ed il busto della maga, il resto rimane incastrato.

MARIANNA - (portandosi dietro il pc portatile, si infila dentro il cunicolo fermandosi immediatamente) Aiutatemi, sono rimasta bloccata!
CARLO - (da dentro il cunicolo) Capo, te l’avevo detto che la maga non ci sarebbe passata. Sono trascorsi quarant’anni dall’ultimo colpo! E nel frattempo non sono mancate le abbuffate!
GIORGIO - E dai fai meno chiacchiere e tirala da dentro che io la spingo da fuori!

Inizia l’operazione e, solo dopo molti sforzi di Giorgio e di Carlo e altrettanti lamenti a soggetto di Marianna, con un rumore di tappo, la maga entra nel cunicolo di botto. Giorgio si ferma per riprendere fiato.

CARLO - (da dentro il cunicolo) Dai capo, ora tocca a te.
GIORGIO - (rivolto verso ilo pubblico) Arrivo. Mio bel tesoro, aspetta che arrivo!

Giorgio si guarda intorno, si accuccia, si infila nel cunicolo ed esce di scena.

SIPARIO

FINE DEL SECONDO ATTO











QUADRO CHIUSO

La seguente scena avviene a sipario chiuso. Il pubblico sentirà solo le voci dei personaggi che saranno recitate fuori scena oppure anche registrate. Il quadro rappresenta il tragitto, dei quattro personaggi lungo tutto il cunicolo che conduce alla camera blindata della banca. Questo quadro, oltre a collegare la fine del secondo atto al quadro finale, dà ai tecnici il tempo per effettuare il cambio di scena. L’azione immaginaria sarà accompagnata da una musichetta, da rumori di calcinacci che cadono, di mattoni smossi. Le voci potranno essere ovattate oppure con riverbero, come se provenissero da un luogo sotterraneo. Il gruppetto si è introdotto nel cunicolo nell’ordine: Carlo, Fernando, Teresa, Marianna e Giorgio

CARLO - E non spingete che ci entriamo tutti! Piano, piano! Non spingete!
MARIANNA - Mi state scorticando viva! Fate piano abbiate pietà della mia ciccia! Mi avete scorticata viva!
TERESA - Capirai, era ora che tu facissi nu poco è dieta!
MARIANNA - Ma và al diavolo!
TERESA - (come se avesse qualcosa in bocca) Sput, sput… bleah! Procedete, procedete, di chi è chista scarpa? Qualcuno s’è perso una scarpa?!
CARLO - (che non ha sentito Giorgio) E basta co ‘sta scarpa! Ma porco mondo è proprio la mia! Lasciala… lasciala!

Ancora rumore di calcinacci.

TERESA - (esterrefatta) Chi mi tocca? Chi mi tocca? ‘O Serpente? Ma cumm’è possibile? Dinnanzi a me ci stava ‘o Petardo?

Nessuna risposta.

GIORGIO - Serpente come fai a stare davanti?! Chi c’è dietro a te? 
CARLO - E che ne so io? Pensi che io sappia vedere al buio? UFFA CHE CALDO QUI DENTRO!
GIORGIO - Sciantosa tasta un po’ quello che c’è davanti a te.

Pausa.

TERESA - Ma tu vuò pazzia’!? Non voglio che mi toccano e poi… tocco io!
GIORGIO - (seccato) Sciantosa non fare la schizzinosa! Sbrigati! Tocca... tocca!

Pausa. 

GIORGIO - Oh porco mondo! Petardo dove sei?!
FERNANDO - Qui, sono qui. Dove credi che possa andare stando dentro a ‘sto tubo?
GIORGIO - Qui dove? Ma che è poi ‘sto tubo… boh!
FERNANDO - E che ne so io del tubo! Ce l’ho forse messo io il tubo!
GIORGIO - E falla finita petardo! Le polemiche non mancano neanche dentro a un tubo! Uffa che caos! Marianna dove sei?
MARIANNA - Dietro di te, sta tranquillo, stiamo tutti dentro a ‘sto maledettissimo tubo.
FERNANDO - Ma come è possibile ritrovarsi in un tubo? Fatemi pensare… lì la camera… qui la stanza… là il caveau…. no… il tubo non ci doveva essere. 
GIORGIO - Ma che stai a di’ Petardo? Oddio non si respira più… camminate più veloci! Marianna pedala! E il computer ce l’hai sempre sì? Mi raccomando.
MARIANNA - … ce l’ho, ce l’ho anche se con questo caldo lo butterei via volentieri perché pesa. 
SCIANTOSA - … e se lo butti via dimmelo che lo raccolgo io. Questa è la prima occasione per riordinare la mia vita! Con i soldi si fa tutto!
FERNANDO - Zitti tutti che qui davanti c’è un tubone che sbarra il cunicolo.
GIORGIO - Un tubane? E che è un tubane? Un tubo! Non c’erano tubi nella planimetria. Chi l’ha trovata la planimetria! Chi me l’ha data sbagliata?
FERNANDO - Non ti preoccupare lo faccio saltare io il tubane! Lo faccio saltare con un bel botto! Un tubone salta con un bottone! Eh, eh, eh! 
GIORGIO - (sarcastico) Sì, con una chiusura lampo… o una spilla da balia, o meglio, con un elastico… tic! (poi urlando) NON T’AZZARDARE! Ci mancava anche il tubo, PORCACCIA ZOZZA MISERIA LADRA! Serpente, passa un martello al Petardo e tu Petardo fai un PICCOLO foro di passaggio nel tubo!

Si sente un rumore di colpi molto forte e poi di caduta di calcinacci. Subito dopo rumore di auto in corsa.

CARLO - Chi sei? Che fai? Che è successo?
MARIANNA - E dove? Quando? Perché? Ma che è successo?
GIORGIO - È successo che questo imbecille con la dinamite ha fatto saltare… guardate! L’intercapedine del traforo di Monte Mario! Guardate si vede il lungotevere e lì c’è scritto: “BENVENUTI A REGINA COELI”! Per carità scappiamo, scappiamo via prima che arrivi la polizia!
SCIANTOSA - Oh, San Genna’ che casino! E non spingete! Venite torniamo indietro che giriamo alla prima a destra!
CARLO - (furente) Petardo, disgraziato! Hai bucato un’ autostrada! Questa ti mancava! Ma se t’acchiappo ti stritolo!
GIORGIO - (c.s. affannato) Maledizione, ma dove sta? Non sarà mica passato, scemo com’e, dall’altra parte? Chissene, se l’acchiappano ce lo siamo levato di torno.

Pausa.

MARIANNA - (sempre più stanca e affannata) Serpente cerchiamo di uscire da qui! Appena esco mi siedo e non mi rialzo che fra tre giorni 
TERESA - Sì non se respira chiù dalla puzza dei calcinacci e dello scarico delle macchine!
CARLO - Vi sto portando fuori … (borbottando per lo sforzo)… ecco… ci siamo quasi… azz…
MARIANNA - Sbrigatiiii, non ce la faccio più! Voglio uscire!
CARLO - E un momento! Ecco… ancora un piccolo sforzo…

Si sente smuovere calcinacci e mattoni. Nota, questo quadro può essere prolungato a soggetto in base al tempo necessario sia per il cambio di scena, sia per consentire agli attori di truccarsi per l’ultimo quadro.


QUADRO FINALE


Il caveau della “Banca Mondiale di Ciociaria” in completo abbandono. Le pareti sono nude. Solo sul fondo troneggia la porta blindata. Al centro della scena sono accatastate una trentina di scatole (da decidere se deve trattarsi di scatole o di semplici scatole di cartone più facilmente reperibili). Sulla parete di sinistra in basso si apre il foro del cunicolo ed escono nell’ordine: Carlo, Teresa, Marianna e Giorgio. Si alzano in piedi con le facce schifate e si guardano gli uni con gli altri. La luce è fioca e il gruppetto accende le torce portatili.

GIORGIO - (annusando l’aria proveniente dal cunicolo) Ecco il caveau! Meno male che ci siamo arrivati finalmente! Questa il Petardo me la paga! Non la passerà liscia, no, no!
MARIANNA - (piagnucolando) Io non ci volevo venire!Lo sapevo che sarebbe finita così!
GIORGIO - (guardandosi intorno furente) Finita come!? Non è mica finita! È solo appena incominciata! Ma dov’è finito quell’infame? Se lo prendo gli svito le orecchie!
CARLO - Si sarà perso fra i tubi di scarico. Scemo com’è speriamo che si sia fatto arrestare al posto nostro.
TERESA - (piagnucolando) Che disastro! Il mio boa di piumeeeee! Guardate cumm’è ridottoooo! Il mio trucco! I miei capelli! La mia scarpa! Ce n’ho una sola! 
GIORGIO - Adesso basta sul serio! Altro che l’armata Brancaleone, sembriamo la corte dei miracoli! Chi piange, chi frigna, lo sapevo. Lo dicevo! 
BASTA !!!, Siamo dei professionisti…e dimostriamolo……
TERESA - (interrompendolo continuando a piagnucolare) Mi si è sfatto ò truccoooo! Povera a ‘me! 
MARIANNA - (piagnucolando) Io non ci volevo venire! Lo sapevo lo sapevo!
GIORGIO - (esasperato) E BASTA VOI DUE! Levatevi dai piedi! Anzi no Marianna, lavora al computer!

Teresa e Marianna sobbalzano. Carlo, nel frattempo, si è messo a fare una ricognizione per la stanza e poi sulle scatole accatastate al centro.

CARLO - Dai Maga, comincia a darti da fare con il computer e neutralizziamo questo maledetto allarme!

Marianna, solleva la mano mostrando a Giorgio il computer portatile completamente sfasciato.

GIORGIO - (disperato) NO! NON ME LO DIRE! Come hai fatto a ridurlo così?! L’hai trascinato! L’hai urtato! Te ne se fregata?!
MARIANNA - E No caro… adesso basta! Ho portato “sto coso” per tutto il viaggio d’andata e di ritorno da quell’inferno! Nessuno m’ha detto: “lo porto io per un po’” e mo che volete? Lo volete pure nuovo? S’è spaccato passando nel cunicolo, e allora?
TERESA - Lo avrai spiaccicato apposta contro la parete! Conoscendoti…

Marianna fa una linguaccia a Teresa.

GIORGIO - (c.s.) E ora che facciamo? Tanto strazio, tanto casino, tanta fatica per niente! Ma chi me l’ha fatto fare a chiamarvi! Chi!?
CARLO - (che nel frattempo ha aperto una delle scatole) E non litigate! Stiamo nel caveau ve lo siete scordati? Venite a vedere! Capo, le informazioni erano giuste! Guarda qui che ben di Dio!

Carlo tira fuori alcune banconote dalla scatola. Tutti si precipitano a vedere il bottino dimenticandosi della puzza.

GIORGIO - (incantato) Che meraviglia! Ci stanno i soldi… ci stanno! 
TERESA - (c.a.) Intanto è qualche cosa… poi penseremo a come uscire… fa’ vedere! Hawai… Sehichelle… Maurtitius! Aspettatemii che arrivooo!
Carlo le porge una banconota a Teresa che l’annusa.

TERESA - (c.s.) Dopo tanto puzzo finalmente ‘nu profumo… chisto si è ‘nu profumo vero!
MARIANNA - (con gli occhi che brillano) Profumo di soldi! Profumo di desideri arretrati! Profumo di viaggi sognati! Di bollette da evadere! Che meraviglia!
GIORGIO - (allontanando e avvicinando la banconota agli occhi) Ma… di che taglio sono? Maledizione ho lasciato gli occhiali a Villa Vispa e non riesco a vedere niente… e poi con questa luce.
CARLO - Fa vedere?… (osserva la banconota) Io pure senza occhiali non vedo quasi niente… ma il profumo è il loro… mi sembra… cento? Cento euro?

Il gruppetto, a soggetto si mette ad osservare le banconote per capire di che taglio sono ma, un po’ la luce, un po’ il fatto che sono tutti senza occhiali, non riescono a stabilirlo.

MARIANNA - Ma chi se ne frega del taglio! Vediamo piuttosto di portar fuori questo ben di Dio da qui!
GIORGIO - Giusto! Forza, vediamo di aprire questa dannata porta!

Tutti si avvicinano alla porta blindata, sul fondo della scena, e cominciano a tastarla cercando di trovare il sistema per aprirla. 

GIORGIO - Cerchiamo di coordinare gli sforzi… io e la maga di qua e voi due di là.

Il gruppetto prova e riprova in tutti i modi spingendo e tirando da tutte le parti. Alla fine, sfiniti, si siedono sulle scatole.

TERESA - (con il fiatone)Ci rinuncio….sporca…. struccata…. spettinata e ora defunta!
MARIANNA - Ha ragione… è la prima volta ma questa volta ha ragione. Poveri noi, moriremo ricchi e soffocati qui dentro!

I quattro cercano di riprendersi quando qualcuno bussa alla porta blindata. Nessuno si rende conto dell’assurdità della situazione.

CARLO - (d’istinto) Avanti! Venite pure avanti… non ce la facciamo ad aprire la porta.

La porta blindata si apre ed entra Salvatore vestito da prostituta seguito da Luisa. 

SALVATORE - (sulla soglia) Per la barba di Guglielmo… era ora! È mezz’ora che vi aspetto e che faccio avanti e indietro… dentro e fuori… su e giù … ma dove eravate finiti?? 

I quattro si guardano tra loro esterrefatti. Luisa, senza degnare nessuno di uno sguardo si mette su un lato dalla scena e comincia a parlottare e a ridacchiare fra sé giocando con la bambola che ogni tanto pettina e accarezza, facendo accompagnandosi con dei gesti come se parlasse con un interlocutore immaginario, nessuno le bada.

GIORGIO - (balbettando) Aspetta un attimo… tu stai dicendo che sei entrato ed uscito dal caveau perché la porta non era chiusa!? Il caveau non era chiuso!?
SALVATORE - (stringendosi nelle spalle ) Certamente, mi sembra chiaro! E mi sono chiesto… perché passano tutti da dentro, se si passa comodamente da fuori? 
CARLO - Ah! Pure questo ti sei chiesto? Chissà perché quei fessi camminano carponi! Si feriscono le mani e i piedi… sfondano le pareti di un’autostrada… Si riducono come si sono ridotti (guardando Teresa che annuisce), Quando c’e una porta aperta da varcare comodamente?
SALVATORE - … esattamente Serpente…
GIORGIO - (disperato) Levatemelo da davanti che lo strangolo! Lo riduco a polpette e lo dò in pasto al gatto Archimede! Serpente, pigliami a schiaffi così mi sveglio!

Giorgio, disperato fa per sedersi, e Carlo sta per prenderlo a schiaffi quando da fuori si sente una voce che parla con un megafono. Le frasi sono un po’ grottesche.

FERNANDO - (da fuori scena) FERMI TUTTI! ZITTI TUTTI! BUONI TUTTI!
MARIANNA - Oddio la polizia! Ma come ha fatto ad arrivare? 
FERNANDO - (da fuori scena) QUI È LA POLIZIA! ARRENDETEVI! SIETE CIRCONDATI! NON AVETE SCAMPO DA NESSUNA PARTE! NON USCITE NÉ DA DAVANTI NÉ DA DIETRO, NÉ DAL CUNICOLO! NÉ DAL PORTONE! EH EH EH!

Tutti si mettono ritti in piedi, schierati di fronte al pubblico con le braccia alzate.

FERNANDO - (da fuori scena) VI SIETE ARRESI?AVETE LE MANI ALZATE!!
TUTTI - Sì… sì…
FERNANDO - (da fuori scena) PETTO IN FUORI! PANCIA IN DENTRO! MANI IN ALTO! ZITTI TUTTI! FIANCO DESTR! NON VI MUOVETE CHE VI VENIAMO A PRENDERE!

La porta si spalanca ed entra Fernando.

FERNANDO - (cantilenando) Vi ho fregato! Vi ho fregato tutti!

Tutti si voltano. Vedendo di chi si tratta, fanno per gettarsi su di lui per sbranarlo.

FERNANDO - FERMI TUTTI! MANI IN ALTO! PIEDI DRITTI! 

Tutti si bloccano. 

FERNANDO - Credevate di farmi fesso, ma il Petardo vi ha fregati tutti! credevate di fare il colpo del secolo, ma il colpo del secolo l’ho fatto IO! 
GIORGIO - (fra i denti) Fedifrago! Ladro di amicizie! Destinato al patibolo! Più rognoso di un cane randagio, più reietto dei reietti, falso, sordo e vero mascalzone!
FERNANDO - E basta! Ti rode eh?! (poi rivolto a tutti) Anche a tutti voi, mi sa… vero? Voi credevate di entrare nel caveau della Banca Mondiale di Ciociaria, perché siete bravi… vecchi rinco… solo io posso entrarci nel caveau! Io ho aperto la porta! E sapete qual’è stato il vostro primo errore? E quale il secondo?
GIORGIO - Dai sputa il rospo! Che ce n’hai tanti di rospi in gola!
FERNANDO Il primo errore l’avete fatto vent’anni fa quando mi avete pagato con metà soldi falsi e metà soldi veri, vi ricordate? Credevate che fossi tanto stupido da lasciar correre? Nooo, ho aspettato vent’anni per vendicarmi! (gesticolando) Ed il secondo l’avete fatto un mese fa quando non avete chiesto informazioni su di me… perché avreste scoperto che IO! Sono il direttore della banca!

Pausa ad effetto. Il gruppo è esterrefatto.

CARLO - E…tu brutto giuda! Ed ora che su… succede?
FERNANDO - (c.s.) Succede che ho chiamato la polizia, che fra un minuto sarà qui e che vi arresterà, così io incasserò la taglia che da vent’anni pende sulla banda del tombino! Semplice no?
GIORGIO - Brutto infame! Appena posso muovermi ti strangolo con la coda del gatto e te lo lascio attaccato!

Oltre la porta del caveau aperta si accende un faro.

POLIZIA - (da fuori scena) Fermi tutti , Polizia! Siete tutti in arresto! Arrendetevi ! Deponete le armi!

Tutti, eccetto Fernando e Luisa, che continua a parlottare fra sé, alzano le mani impauriti.

FERNANDO - (sghignazzando) finalmente Adesso cari miei sono cavoli amari! (rivolto verso l’esterno) venite agenti, li tengo tutti sotto controllo!
POLIZIA - (da fuori scena) Grazie signor direttore, grazie dell’aiuto, ma ora alzi le mani anche lei e si unisca al gruppo!
FERNANDO - (esterrefatto) Ma siete impazziti!? 
POLIZIA - (da fuori scena) Alzi le mani! è in arresto per complicità e per tutti i danni provocati con i suoi cari amici! venite tutti fuori con le mani alzate! tutti fuori e niente scherzi!

Tutto il gruppo, con le mani alzate e in fila indiana escono di scena dalla porta blindata. In scena resta Luisa che continua a parlottare fra sé e a ridacchiare. Fuori si sente un po’ di trambusto, poi le sirene della polizia che si allontanano. Luisa, sempre ridacchiando e parlottando fra sé, si avvicina curiosa alle scatole e ne apre una.

LUISA - (apre una scatola e ci tuffa la mano, poi rivolta alla bambola dice) Guarda che… bello, guarda quanta carta! Ne prendiamo un po’ per giocarci? Siii? Va bene…

Luisa tira su la mano piena di banconote.

LUISA - (con gli occhi che le brillano) Guarda cara forse sono soldi questi?! Che bello, ne prendiamo un po’ così possiamo andare a trovare Richard… 

Luisa afferra due scatole e fa per uscire. Ma da fuori si sentono le voci di Anselmo e di Barbara.

BARBARA - (da fuori) Luisaee… Luisaee... dove seiiii!?

Luisa posa le scatole. Dalla porta entrano Barbara e Anselmo.

BARBARA - (guardandosi intorno) Eccoti qui! Ti abbiamo cercato per tutta Villa Vispa! Lo sai che non devi muoverti! È pericoloso, potresti perderti… su, torna in camera tua!
ANSELMO - Sì, Luisa, ritorna in camera, poi ti raggiungo e ti aiuto a metterti a letto.
LUISA - (c.s.) Guardate qui quanti soldini! Io e la mia bambolina abbiamo deciso di prenderne un po’ possiamo?

Luisa tuffa di nuovo la mano nella scatola e tira fuori una manciata di banconote. Barbara e Anselmo spalancano gli occhi esterrefatti poi, come se si fossero messi d’accordo, prendono per le braccia Luisa e l’accompagnano fuori. 

ANSELMO - (uscendo) Certamente cara… prendine una manciata e torna in camera tua a giocare con la bambola, noi arriviamo subito…

Ma Luisa seguita a cercare tra le scatole.

BARBARA - Credevano di fregarci quei rapinatori da strapazzo!
ANSELMO - Meno male che avevo sentito tutto… mentre cercavo il gatto…
BARBARA - Il gatto lo adottiamo… sarà il nostro primo figlio… Grazie a lui abbiamo tutto questo (allargando le braccia)… prendiamo più scatole possibili e andiamocene!

ANSELMO - E… Villa Vispa?
BARBARA - Villa Vispa? Ne costruiremo una alle Hawai!

Luisa prima di andare via prende un cartello che nessuno ha notato e che sta sopra ad un mucchio di valigie e lo mostra dicendo ai due.

LUISA - Signorina Barbara che vuol dire… “LIRE DESTINATE AL MACERO”?

Barbara quasi sviene per la rabbia ed Anselmo la soccorre

BARBARA E ANSELMO - (disperati) Non è vero… non è vero… c’è uno sbaglio… c’è uno sbaglio…

SIPARIO

FINE DELLA FARSA