PANNI STESI

di

Roberto Braida


personaggi:

ELVIRA
PASQUALINA
CESIRA
AUGUSTO, marito di Cesira
COMMISSARIO



Un terrazzo di un condominio romano. L’ambiente è quello della periferia romana.
Una fila di panni stesi, lenzuola bianche.
Una donna è intenta a stendere gli ultimi panni con le mollette.
Le donne parlano in romanesco.

ELVIRA
Quanno cavolo finirà ‘sta storia. Tutti i giorni la stessa cosa, non gliela faccio più: cucina, lava, stira… Eh sì, che a Tagliacozzo ci stavo molto meglio, almeno se magnava la pecora tutti i giorni, qua solo a Pasqua, ‘gnoranti!

(entra una seconda donna, PASQUALINA)
PASQUALINA
Buongiorno Elvì, già stai qui a stendere i panni? E che t’ha buttato giù? Una cannonata?
ELVIRA
Magari, almeno era mezzogiorno, invece mi tocca pulire subito perché poi mio marito deve andare a lavorare.
PASQUALINA
Ah, finalmente ha trovato lavoro. E che se mette a fa’?
ELVIRA
Va ai mercati generali, a raccoglie le cassette della frutta.
PASQUALINA
Gliela fa? Non è che se stanca troppo?
ELVIRA
Il dottore ha detto che gliela può fa, e se non gliela fa lui da solo, lo aiuto io con un paio di calci in culo!
PASQUALINA
Vabbè, ma mica mo’ vorrai vedere tuo marito con le cassette de frutta sulle spalle? Quello si e no riesce a portasse la bottiglia de vino.
ELVIRA
A Pasqualì! Guarda che mio marito è cambiato.
PASQUALINA
Sì, s’è cambiato le mutande! A Elvì, ma che non lo conosco tuo marito? So’ 200 anni che deve levà quei calcinacci da sotto il portone, e non gli va’ mai!
ELVIRA
Lascia perdere, va’. Piuttosto, so che c’è stata la convocazione dell’assemblea di condominio. Di che se deve parlà?
PASQUALINA
Ma che ne so. Le solite cose penso: l’ascensore, la pulizia delle scale (anche dei calcinacci giù al portone…), e qualche altra cosa che ora non mi ricordo.
ELVIRA
(confidenziale) Ma che se parla pure de’ quelli nuovi?
PASQUALINA
Di chi?
ELVIRA
De quella coppia che è arrivata una settimana fa, quelli di Tor Lupara che se so appena trasferiti e già stanno a fa’ un casino della Madonna.
PASQUALINA
Ma perché erano loro l’altra sera che facevano tutto quel bordello?
ELVIRA
Brava. Pensavo che te ne eri accorta. Sai sempre l’impicci de tutti dentro sta scala?
PASQUALINA
Se è per questo so pure quelli della scala a fianco…
ELVIRA
Pasqualina 2000. Se non sai una cosa, Pasqualina te la dice. Anche i segreti di Stato. A proposito, chi ha ammazzato l’Amministratore di Condominio che c’era prima?
PASQUALINA
Friggeri. Quello del terzo piano della scala C.
ELVIRA
E perché?
PASQUALINA
Questione de millesimi. Lui diceva de avenne 50, l’Amministratore 40.
ELVIRA
È sempre una questione di millesimi…
PASQUALINA
Nel caso tuo di centimetri…
ELVIRA
Bella mia, qui se parla de metri! (ride)
PASQUALINA
E c’hai ragione.
ELVIRA
Vabbè, provo a annà a fa’ il caffè a mi marito sennò quello col cavolo che si alza dal letargo.
PASQUALINA
Manco quello se sa fa?
ELVIRA
So’ abitudini. Dice che come lo faccio io, manco da Castroni lo sanno fa.
PASQUALINA
Io c’ho manderei da Castroni a raccoglie i chicchi a uno a uno.
ELVIRA
Magari, almeno non me fa beve quella ciofeca del Discount.
PASQUALINA
Vattene va, sennò quello sa pia con me.
ELVIRA
Ci vediamo dopo. Ciao. (esce)

PASQUALINA
Altro che centimetri, quello c’ha problemi seri de metratura. (rivolto alle lenzuola) Certo che con sto Brixan le lenzuola me sembrano più pulite. Stai a vede che la pubblicità non inganna. (le mette a confronto con le altre) A me me sembrano uguali. La macchia è rimasta. La pazienza mia invece no. Ma come faccio qua a regge? Nun gliela faccio più. A furia di sentire quelli strillare stanotte m’è preso un groppo alla gola. Come fa quella poveraccia a sopportarlo? Ci sono dei momenti proprio che uno non ce la fa più, da prendere un coltello e ficcarglielo in petto!

Rientra Elvira con il caffè.
ELVIRA
Tié, m’è avanzato un goccio e te l’ho portato.
PASQUALINA
Ah brava. Ce voleva proprio il miglior caffè del condominio.
ELVIRA
Io li macino uno a uno i chicchi così acquistano più profumo.
PASQUALINA
Cioè, per fare un caffè ci metti trent’anni.
ELVIRA
Si, ma com’è?
PASQUALINA
Il profumo è buono.
ELVIRA
Assaggia!
PASQUALINA
Ecco! (sorseggia) bono è bono, ma c’è qualcosa che non mi quadra…
ELVIRA
Certo, se sei abituata a berti il caffè del discount che ne vuoi capì?
PASQUALINA
Sì però io al Discount risparmio un sacco di soldi e le cose sono comunque buone.
ELVIRA
Che ti devo dire, non avremo una lira, ma per il caffè mio marito ammazzerebbe er Papa!
Si mettono a fissare il cielo.
PASQUALINA
Ma quelle sono le scie chimiche?
ELVIRA
Dicono. A me me pare ‘na stronzata tutta sta storia.
PASQUALINA
E allora che cosa sono?
ELVIRA
Ma niente, sono le scie dell’aereo. Come quando la barca lascia la scia dentro l’acqua, l’aereo lascia la scia nel cielo…
PASQUALINA
Ma su facebook leggo che c’è un complotto dietro…
ELVIRA
Sì, il complotto ce l’hanno dietro. Aprono bocca e gli danno fiato.
PASQUALINA
Sì però hanno un sacco di seguito.
ELVIRA
Ecco! Quelli del seguito sono le scie chimiche…
PASQUALINA
E me sa che c’hai ragione.
ELVIRA
Sai che pensavo? Mi piacerebbe andare in vacanza finalmente. Andare in un posto bello, al mare…
PASQUALINA
E perché non ci vai? Nessuno te lo impedisce…
ELVIRA
Equitalia.
PASQUALINA
E me sa che non ti muovi nemmeno quest’anno.
ELVIRA
E nemmeno l’anno prossimo se continua così…
PASQUALINA
Sono anni che non vado in vacanza. Giusto un paio di giorni a Ostia, ai cancelli. Me viene una tristezza ogni volta…
ELVIRA
Beh, pensa quanti soldi risparmi. Meglio un paio di giorni a Ostia che una settimana in mezzo al deserto a fotografare gli alberi secchi, a mangiare come i barboni alla mensa e poi tornare e dire “che bello”. Ma bello de che???
PASQUALINA
Ma se apriamo un solarium qui sopra al terrazzo?
ELVIRA
Perché non te bastano più le sòle che fai?
PASQUALINA
Io le sòle le do solo a mio marito. E se le merita.
ELVIRA
Il mio invece è una sòla lui stesso.
PASQUALINA
Ma è andato a lavorare?
ELVIRA
Pare di sì. Io l’ho visto che usciva di casa. Speriamo bene. Fammi andare. Ci vediamo più tardi. (esce)
PASQUALINA
Ciao Elvira. Ci vediamo più tardi… (da sola. Si rilassa di nuovo come a prendere un po’ di sole)

(entra Cesira, la nuova inquilina)
CESIRA
Buongiorno. Che si può stendere qualche lenzuolo?
PASQUALINA
Certo, come no. Ce so’ un paio di fili che te ponno esse utili.
CESIRA
Grazie. Molto gentile.
PASQUALINA
E di che? La terrazza è di tutti. Ma siamo rimaste in poche a stendere i panni. Ormai tutti li stendono sui balconi. Gli pesa il culo a venì su all’ultimo piano.
CESIRA
Vabbè, ma per uno che abita al primo piano non è comodo.
PASQUALINA
Lo so, ma il terrazzo è qualcosa in più. Non tutti i palazzi se lo possono permettere. E’ un luogo di incontro, di conversazione, di amicizia.
CESIRA
Ma dai! Un terrazzo è un terrazzo. Ci si stendono i panni e arrivederci.
PASQUALINA
Ti sembra. Qui si conoscono più cose perché si guardano dall’alto. Guarda laggiù: le vedi tutte quelle persone che stanno lì ad aspettare l’autobus?
CESIRA
Eh, ce dovrei sta’ pure io in verità.
PASQUALINA
Da lì sono come te, da quassù sono formiche, le puoi giudicare, le puoi additare.
CESIRA
Ma sono comunque persone. Sono punti di vista.
PASQUALINA
Punti di vista o no, noi da qui le osserviamo e le giudichiamo.
CESIRA
Comunque io mi chiamo Cesira.
PASQUALINA
E io sono Pasqualina. Tu sei l’inquilina nuova del secondo piano?
CESIRA
Sì. Ci siamo trasferiti da poco da Tor Lupara.
PASQUALINA
Ah, dalla padella alla brace…
CESIRA
Dici che qui se sta’ male?
PASQUALINA
Ti ci abituerai…
CESIRA
Spero presto però…
PASQUALINA
Sì, ma non ti credere che poi le differenze siano tante. Cambiano solo i punti di riferimento: la Posta, il mercato, gli stronzi…
CESIRA
E’ pieno qui? No, perché a Tor Lupara tutto sommato ce ne erano tanti, ma anche tanta gente brava.
PASQUALINA
Tutto il mondo è paese. La mamma degli stronzi è sempre incinta, e questo palazzo certo non fa eccezione.
CESIRA
Speriamo bene allora. Ci siamo avvicinati al centro perché pensavamo di stare un po’ meglio.
PASQUALINA
E sei venuta a Centocelle? Certo avete un bel concetto di Centro…
CESIRA
Vabbè, ma almeno basta prendere un tram e sei in centro.
PASQUALINA
E ci metti comunque un’ora.
CESIRA
Io da Tor Lupara ci mettevo una mezz’ora.
PASQUALINA
Bell’affare che hai fatto. Senti, non per farmi i cavoli tuoi, ma che era quel bordello l’altra sera che sentivamo da casa tua?
CESIRA
Che casino? Forse era la televisione…
PASQUALINA
C’ho pensato pure io alla televisione, ma poi ho pure sentito un “mortaccitua” che in televisione proprio non si sente…
CESIRA
No, guarda. Stavamo guardando un programma di cabaret…
PASQUALINA
Senti cara, con me ti puoi fidare. Se vuoi dirmi qualcosa dimmela tranquillamente. L’abbiamo sentito tutti il casino che avete fatto. Pensa che stavamo per chiamare la Polizia.
CESIRA
No la Polizia no, meglio di no.
PASQUALINA
Ho capito, ma sembrava che ti stesse sbranando.
CESIRA
Niente, mio marito m’ha fatto incazzà.
PASQUALINA
O sei tu che hai fatto incazzà tuo marito?
CESIRA
È la stessa cosa: sempre incazzature sono.
PASQUALINA
Scusa se te lo chiedo, ma io sono l’impicciona della scala. Se non le so io queste cose…
CESIRA
No, anzi, scusate voi per il casino.
PASQUALINA
No, no. Non ti devi scusare: almeno un po’ di sale in questo mortorio di scala. Non succede mai nulla. Sempre le stesse cose. Delle volte ci metterei una bomba.
CESIRA
E’ che delle volte mio marito perde il controllo. Sarà perché beve un goccio di più, sarà perché perde il lavoro, io… non ce la faccio più. Speravo che cambiando casa e con dei vicini nuovi la situazione cambiasse, e invece mi ritrovo sempre allo stesso punto. Non basta purtroppo, me ne rendo conto…
PASQUALINA
No Cesira. Non ti preoccupare. Se hai bisogno di qualcosa, basta chiedere. Anch’io ho avuto dei problemi con mio marito, ma l’ho sistemato con un paio di calci dove si sente meglio…
CESIRA
No, ce la devo fare da sola. Grazie comunque. Ne terrò conto.
PASQUALINA
Ora però stendi i panni sennò tuo marito me mena pure a me.
CESIRA
Non ti preoccupare, quello mena solo a me. Gli piace.
PASQUALINA
Beh, se hai bisogno de’ na mano pe’ menaje non ti preoccupare. Sto all’interno 6.
CESIRA
Grazie. Ma se non mi conosci per niente.
PASQUALINA
Le persone si riconoscono al primo impatto.
CESIRA
Potresti ingannarti
PASQUALINA
Io sono istintiva. Non mi sbaglio mai. Tu sei una brava ragazza.
CESIRA
Lo spero. Ma non so fino a quando…
PASQUALINA
Hai già conosciuto altre persone nel palazzo?
CESIRA
Veramente no. Ho incrociato qualcuno ma non so nemmeno come si chiamano.
PASQUALINA
Se aspetti 5 minuti arriva Elvira, l’amica mia del palazzo. Lei abita al numero 5. E’ scesa un momento a casa. Fra un po’ tanto risale…
CESIRA
Non lo so se gliela faccio.
PASQUALINA
Almeno ti conosce dal vivo. Non si fa altro che parlare di te qui nel palazzo.
CESIRA
Davvero?
PASQUALINA
Beh, che vuoi? Sei nuova, sei carina, tuo marito ti corca di botte…
CESIRA
Si, mi vergogno…
PASQUALINA
Di che? Che sei ancora ‘na bella pischella?
CESIRA
Si, una volta…
PASQUALINA
Secondo me tuo marito è geloso…
CESIRA
Boh, può darsi. Secondo me invece mio marito beve troppo.
PASQUALINA
E s’ingelosisce…
CESIRA
No, mi mena!
PASQUALINA e CESIRA ridono
PASQUALINA
Almeno nutre un sentimento per te! Mio marito non mi sfiora più nemmeno con un martello.
CESIRA
Strano però. Tu non sei una brutta ragazza. Magari hai gli occhi puntati di qualcuno?
PASQUALINA
E chi mi si prende più. Non lo vedi come ci siamo ridotti? Una volta sì che ero bella. Facevo girare la testa a  mezza Pietralata.
CESIRA
Ci credo. Anche adesso comunque dovresti avere i tuoi spasimanti.
PASQUALINA
Sì, come no. Il fruttivendolo, il macellaio… Credimi Cesira mia, gli obiettivi sono cambiati. Il massimo del complimento che ho avuto in questi anni è stato “a bella manza!”. Ed era il macellaio del mercato rionale…
CESIRA
Dai, s’è fatto tardi. Meglio che vada.
PASQUALINA
Come vuoi. Comunque, benvenuta in questa gabbia di matti.
CESIRA
Grazie. Non vi farò mancare il mio appoggio alla pazzia.
PASQUALINA
Una in più.
CESIRA
Ciao (esce)
PASQUALINA
Ciao.
Poraccia. Che vita di merda che l’aspetta. Però, a pensarci bene anche l’impiegato alla Posta ha fatto lo svenevole. Certo che se avesse avuto gli occhi dritti magari un sorrisetto glielo avrei fatto pure io. Ma perché, m’ha fatto un sorrisetto quello lì? Certo con gli occhi storti fai fatica a capire. Ogni lasciata è persa purtroppo. Sai che ti dico? Andiamocene a casa sennò mio marito chi lo regge? Già non lo reggo più io, se non me reggesse più nemmeno lui farei la fine della povera Cesira. (prende le sue cose ed esce)

Dopo un pochino rientra Cesira.
CESIRA
Pasqualina… Pasqualina… Non c’è. E’ andata via. Che bello però da qui sopra. Almeno si vedono i tetti delle altre case, non più quei casermoni. Non c’è nessuno alla fermata che va in centro. Eh, chissà quanta gente piena di sogni come me, e piena di problemi come me dall’altra parte della strada, sull’altro terrazzo.  (controlla i panni se sono asciutti) Chissà che detersivo usano per farli venire così bianchi. col mio al massimo si ingialliscono… (li stacca dalle mollette e li mette in una bacinella. Proprio mentre esegue quest’operazione entra Elvira)
ELVIRA
Guarda che quelli so’ i panni miei. Chi sei?
CESIRA
No, scusa. Mi sono sbagliata. Questi altri sono i miei.
ELVIRA
Fa vedè? Si, questi sì. E tu chi saresti?
CESIRA
Sono Cesira, sono arrivata qualche giorno fa.
ELVIRA
Ah, come no? Certo. T’ho vista l’altro ieri che scendevi le scale.
CESIRA
Piacere…
ELVIRA
Anvedi quanto sei bella. Piacere, Elvira! Sono all’interno 5.
CESIRA
Ah tu sei l’amica di Pasqualina.
ELVIRA
Amica… non corriamo. Io qui non voglio avere amici. Pasqualina mi considera un’amica, io no, starei attenta a lei, ti gira come una frittata se vuole. Per riuscire ad avere qualche notiziola in più farebbe carte false.
CESIRA
Vabbé, ma non mi è sembrata così falsa.
ELVIRA
Ah no? Te ne accorgerai.
CESIRA
Ma lei mi ha parlato molto bene di te.
ELVIRA
E si vede che non mi conosce abbastanza.
CESIRA
Beh, mi sembrava il contrario. Anzi.
ELVIRA
E che c’avevate tanto da strillà l’altra sera?
CESIRA
No, niente. Mio marito…
ELVIRA
Ancora non gliel’hai data ‘na cortellata?
CESIRA
Ancora no, purtroppo…
ELVIRA
Se te serve ‘na mano…
CESIRA
Grazie. Siete tutti molto gentili qua in questo condominio.
ELVIRA
Le vicine si aiutano quando hanno bisogno.
CESIRA
Grazie lo stesso. Ma non credo sia il caso.
ELVIRA
È sempre il caso quando c’hai un marito che non ti rispetta.
CESIRA
Io a mio marito lo amo. E’ un po’ manesco, è vero, ma non posso fare a meno di lui.
ELVIRA
T’ha proprio girata come un calzino quello lì. Bravo…
CESIRA
Siamo cresciuti insieme. Prima non era così: prima era così dolce. Andavamo sempre al cinema insieme, mi portava i fiori, in vacanza. Eravamo felici.
ELVIRA
E poi gli è passato un tram addosso ed è cambiato.
CESIRA
Poi ha perso il lavoro. Gli dicevo: non ti preoccupare, sei bravo. Trovi subito qualcos’altro di sicuro.
ELVIRA
E invece…
CESIRA
E invece niente. Gli sbattevano la porta in faccia tutti. E più porte gli sbattevano in faccia e più diventava violento. Mi vergogno a dirlo, ma avevo anche pensato di farla finita…
ELVIRA
Ma che sei scema? Qui se uno se deve levà de mezzo certo non sei tu. Ma lui!
CESIRA
Eh, belle parole. Vorrei vedere te nella mia situazione.
ELVIRA
Senti bella mia. Noi tutte che abitiamo qui in periferia siamo un po’ condannate a subire. Non siamo stati fortunati col lavoro, con le famiglie ricche. Non siamo cresciuti a Parioli, è vero, ma abbiamo dentro qualcosa in più di quella gente. Siamo vere, siamo attive, mandiamo avanti la baracca senza l’aiuto di nessuno, e se qualcosa ci manca… e sia, ce ne facciamo una ragione.
CESIRA
Magra consolazione. Avrei preferito vivere a Parioli piuttosto che in questa situazione.
ELVIRA
E magari ti facevi bionda e te ne andavi tutti i week-end a Sabaudia e tuo marito ti metteva le corna, e tu facevi finta di stare bene.
CESIRA
Ecco, questa poteva essere una soluzione…
ELVIRA
E invece ci tocca stare qui e soffrire. Anch’io non ho vissuto una bella giovinezza. Ma alla fine abbiamo trovato il nostro equilibrio. Non andiamo in vacanza, è vero. Ostia è come Sabaudia, la gente è anche migliore delle volte, si spende 4 volte di meno, e la frittura dar Zagaia è meglio che da Saporetti.
CESIRA
Può darsi tu abbia ragione.
ELVIRA
E poi abbiamo questa bella terrazza. La trasformiamo in un solarium! Pensa che la scorsa estate ogni sera era una cena. Abbiamo messo pure il barbecue per farci le salsicce alla brace.
Guarda, da qui non ci vede nessuno, possiamo pure prendere il sole nude.
CESIRA
E così poi mio marito m’ammazza sul serio.
ELVIRA
E noi lo ammazziamo… perché qui le amiche del palazzo che se fanno un culo per portare avanti la famiglia non si toccano nemmeno con una piuma… specialmente dai mariti
CESIRA
Parli bene. Ma tu non mi conosci per niente. Magari ti stai facendo un’opinione sbagliata di me. Magari sono una che ama piangersi addosso. Magari sono io quella che va ammazzata.
ELVIRA
Cara Cesira. Ho capito che tu hai proprio bisogno di una bella cura ricostituente fatta di caffè della Elvira e di abbronzatura da terrazzo.
CESIRA
Può darsi. Ma ora è meglio che vada. Devo stirare i panni.
ELVIRA
Se hai bisogno io lo faccio per mestiere. Prendo poco e stiro bene.
CESIRA
Ti ringrazio. Ma non ce lo possiamo permettere. E poi io non lavoro. Mio marito si arrabbierebbe ancora di più.
ELVIRA
E chi cavolo di sei sposata? Sgarbi?
CESIRA
Comunque meglio di no. Ti ringrazio.
ELVIRA
Va bene. Quando vuoi comunque io sono qui. Così ti faccio assaggiare il mio caffè… pensa che macino i chicchi uno ad uno così sprigiona un profumo molto intenso.
CESIRA
Grazie. Ne approfitterò sicuramente. Io non sono un’amante del caffè ma a mio marito piace molto.
ELVIRA
Che marca prendi? Non è che prendi quello del Discount, vero?
CESIRA
Sì, perché?
ELVIRA
No! Eccone un’altra. Tu vai d’accordo con Pasqualina allora. Quella è un’altra che lo prende al Discount. Ma dico: ma possibile che abbiamo un’unica fonte di felicità durante la nostra misera giornata, e la dobbiamo sprecare col caffè del Discount?
CESIRA
Scusami vado. Ci vediamo. (esce)
ELVIRA
Va bene. Ci vediamo. Se vabbè… C’ha proprio le fattezze da frustrata de paese. Un giorno piglia un tortore e glielo dà in testa a quel disgraziato… Poraccio un par de palle! Certa gente va solo eliminata alla nascita. Già, e se invece qui quella che va eliminata è lei? Magari sul serio è una che non è quello che sembra, e fa la parte della vittima, come fanno tante: se lamentano del marito, stanno sempre a casa a fare da mangiare, magari crescono i figli… e poi invece sotto sotto c’hanno una doppia vita, e te fregano. Può essere…
(si mette a controllare i panni)

(entra AUGUSTO)
AUGUSTO
Cesira! Cesira!
ELVIRA
E’ appena uscita. E’ andata a casa.
AUGUSTO
Ma se io vengo da casa… dove cavolo è andata a finire stavolta? Questa prima o poi…
ELVIRA
E magari non vi siete incrociati.
AUGUSTO
Ma chi sei? Che vuoi? Che ti impicci?
ELVIRA
(cercando di ricomporsi) Elvira, piacere. So’ la vicina di casa; abito all’interno 5.
AUGUSTO
Ah! (un po’ sufficiente) E ‘ndo è che sarebbe andata mia moglie?
ELVIRA
Ha detto che scendeva a casa. Perché non è rientrata?
AUGUSTO
E no, sennò non la stavo a cercare Che ne dici?
ELVIRA
E che ne so io?
AUGUSTO
E invece sono cose che una donna dovrebbe sapere!
ELVIRA
Ma quella è tua moglie. Io l’ho conosciuta solo 10 minuti fa.
AUGUSTO
Come hai detto che ti chiami?
ELVIRA
Elvira. Abito qui nel palazzo.
AUGUSTO
E che t’ha detto mia moglie?
ELVIRA
Niente. Ha steso i panni e se ne andata. Che mi doveva dire?
AUGUSTO
Tu me stai a coglionà…
ELVIRA
E perché?
AUGUSTO
Non lo so, mi viene il sospetto. Dov’è tuo marito?
ELVIRA
Al cantiere a lavorare!
AUGUSTO
Muratore. Bravo! Gente con le palle!
ELVIRA
Lei che lavoro fa?
AUGUSTO
Dipende da mia moglie! Se lavora lei, io c’ho uno stipendio.
ELVIRA
In che senso?
AUGUSTO
Nel senso che è meglio se te fai l’affari tua!
ELVIRA
Eccone un altro…
AUGUSTO
Che stai a dì?
ELVIRA
Niente. Pensavo lavorasse in banca, e invece... Lo vuole un goccio di caffè? Lo faccio buonissimo…
AUGUSTO
Certo che non lo sapevo che in questo palazzo ci stavano delle belle vicine…
ELVIRA
Ah sì, e chi sarebbero?
AUGUSTO
Le altre non lo so, una ce l’ho sotto l’occhi…
ELVIRA
(imbarazzata) Grazie. Ma devo stendere i panni…
AUGUSTO
Ma lascia perdere i panni. Che c’è? Non ti piaccio?
ELVIRA
Ma io so’ sposata. Mio marito viene spesso qui ad aiutarmi.
AUGUSTO
E fallo venire, così vede quanto è bona la moglie.
ELVIRA
La smetta!
AUGUSTO
Sennò chiami i carabinieri?
ELVIRA
Sennò chiamo mio marito (sempre più arrendevole)
AUGUSTO
Tanto sta al cantiere.  Anzi lo chiamo io. Come si chiama?
ELVIRA
Giovanni… (lo chiama con un filo di voce)
AUGUSTO
(con un filo di voce) Giovanni…
ELVIRA
Non ci sente…
AUGUSTO
Non ci sente no. Stiamo lontani…
ELVIRA
(improvvisamente urla) GIOVANNI!!!!!
(i due si staccano e si ricompongono)
AUGUSTO
(contrariato) Dove hai detto che è andata mia moglie?
ELVIRA
Verso casa.
AUGUSTO
Ah. La devo andare a cercare.
ELVIRA
Magari ha incontrato un’altra vicina e ci sta a fa’ due chiacchere.
AUGUSTO
Quando torna la gonfio come ‘na zampogna.
ELVIRA
E addirittura. Per due chiacchere con una vicina…
AUGUSTO
Fatte li cazzi tua sennò gonfio pure a te.
ELVIRA
Ahò! E mica stamo a Regina Celi qui. Chi gonfi te???
AUGUSTO
(si avvicina minaccioso) A te! E prima de gonfiatte, riprendiamo quel discorsetto che abbiamo interrotto a metà, perché m’è rimasta l’acquolina in bocca… (se ne va)
ELVIRA
Ah porca miseria… ma questo dove l’hanno trovato? Ma allora aveva ragione la povera Cesira. Ma cose fa a piasse uno così; io subito un calcio in mezzo alle palle je avrei dato, senza pensarci due volte. Uno lì, proprio ben assestato, da fagliele arrivare in gola. Sto stronzo! Fammi andare a preparare il sugo sennò mio marito me gonfia a me de botte.
(se ne va)

BUIO

Rientra Cesira con un cesto di panni sporchi pronti per essere appesi. È visibilmente affranta. Si mette seduta su una sedia, e comincia a sfogliare le pagine di una rivista di gossip. Si accende una sigaretta. Guarda il cielo. Cerca di rilassarsi.
Entra Augusto.
AUGUSTO
Ah stai qui?! Quante volte t’ho detto che devi sta a casa!?
CESIRA
Stavo a stendere in panni!
AUGUSTO
Mi pare che invece stavi fumando e leggendo. Che è diventato ‘sto posto? Il circolo delle casalinghe?
CESIRA
Ma non stavo facendo niente di male. Mi stavo rilassando un po’.
AUGUSTO
Lei mo’ se rilassa. Ma come ti permetti di prendermi in giro, eh?
CESIRA
E perché ti prenderei in giro? Mi sono seduta un attimo prima di stendere.
AUGUSTO
A Cesira. Non mi prendere per il culo perché io te la faccio ingoià quella sigaretta.
CESIRA
Non ti prendo in giro.
AUGUSTO
Tu sei venuta qua perché volevi incontrare quelle altre due. Non è così?
CESIRA
E anche se fosse che ci sarebbe di male?
AUGUSTO
C’è di male che stai trascurando Augustarello tuo.
CESIRA
Ma se sto sempre a fa’ un’arte. Sto sempre a lavare e stirare. Mi sembra che ti faccia da schiava invece di vivere.
AUGUSTO
Ecco brava. Cerca di farmi trovare da mangiare per bene, sennò ti faccio male.
CESIRA
T’ho preparato la cicoria ripassata in padella.
AUGUSTO
Brava. Co’ tanto aglio! Mi piace farmi sentire quando parlo…
CESIRA
E anche due fili di aglio e olio…
AUGUSTO
Quella te la mangi te. Vammi a fa due fili de amatriciana. Sbrigate, che devo andà a fa un servizietto.
CESIRA
Augusto. Cerca di portare qualche soldo, non sappiamo più come pagare le bollette.
AUGUSTO
Non ti preoccupare, stasera paghiamo tutti.
CESIRA
Speriamo…
AUGUSTO
Mo’ vattene a cucinare.
Cesira esce.

AUGUSTO
Mondo de merda. (si accende una sigaretta). Te fumo come sta sigaretta. T’aspiro e te butto via, come ‘na cicca spenta. E te schiaccio! (guarda il cielo) Aria pulita… se avessi avuto un po’ di fortuna a quest’ora stavamo in vacanza a Sperlonga, e invece me tocca rimanere qui a vegetare. Speriamo bene stasera. C’ho un presentimento positivo. Stasera si svolta finalmente e vaffanculo tutti, pure ‘sta Cesira da quattro soldi.
Esce
BUIO

Rientra Pasqualina con una rivista di gossip. Si prende una sedia e tra i panni stesi comincia a sfogliare la rivista…
PASQUALINA (commentando la rivista)
Secondo me Belen le bocce se l’è rifatte. Visto che c’era se le poteva fa come quelle della Ferilli… La Ferilli… (imitandola) Artiggiani della qualità… Mah. Stava meglio a fa i calendari, altro che divani.

Entra Elvira con un vassoio con due tazzine di caffè.
ELVIRA
Ahò, ma stai qui? Lo vuoi il caffè?
PASQUALINA
No grazie. Sennò non dormo più.
ELVIRA
Vabbé, me lo prendo io. (prende una tazzina, mette lo zucchero, lo gira. Mentre lo gira fa rumore con il cucchiaino. Pasqualina è spazientita)
PASQUALINA
Ahò, ma la vuoi far finita con questo rumore? Io stavo tanto bene a leggere, a famme un po’ di cultura…
ELVIRA
Un po’ de cazzi de l’altri vorrai dire…
PASQUALINA
Embé? La cultura dei cazzi dell’altri! E’ sempre cultura.
ELVIRA
Ma Mentana ancora sta insieme a quella secca oppure spara ancora cazzate su LA7?
PASQUALINA
Macché, s’è lasciata con quella. Ma le cazzate su LA7 continua ancora a spararle.
ELVIRA
Sai che pensavo. Che noi non ci faremo mai una vacanza da sogno che queste quattro sgallettate si fanno ogni settimana.
PASQUALINA
Comincia a mettere i soldi da parte che l’anno prossimo te porto a Vicovaro…
ELVIRA
No, ma come fanno a pagarsi tutto queste? C’avranno qualcuno che gli paga tutto anche perché come pensi che guadagnino? Non lavorano mai, non fanno mai niente tutto il giorno. Qualcuno le paga, sennò non è possibile.
PASQUALINA
Beh, sicuramente, oppure le ospitano…
ELVIRA
In cambio di che?
PASQUALINA
Macché pensi? L’altro giorno ho letto su una rivista molto informata che Belen e l’imprenditore Benerotti sono molto amici, e quindi immagino che gli faccia piacere averla come ospite, no?
ELVIRA
Amici?
PASQUALINA
Perché? Non può essere?
ELVIRA
Piuttosto. Hai visto Cesira?
PASQUALINA
No, a parte qualche strillo stanotte non ho visto né sentito nessuno.
ELVIRA
L’avrà mica ammazzato, finalmente…?
PASQUALINA
Magari.
ELVIRA
Fammi raccogliere i panni. Oggi, devo provare a fare una ricetta che ho visto alla Prova del cuoco.
PASQUALINA
Non lo vedo mai. Io ho Ridge che mi aspetta.
ELVIRA
Aspetta e spera allora…
(Elvira comincia a togliere i panni stesi, ma si accorge che uno di questi è macchiato di sangue)
Pasqualina! Guarda qui!
PASQUALINA
Certo che quando cucini fai un casino…
ELVIRA
Mica è mia. E’ di Cesira!
PASQUALINA
Ottima cuoca Cesira, complimenti. Ecco perché non si faceva vedere. Non solo non sa cucinare, ma non sa nemmeno togliere le macchie.
ELVIRA
Questo non è sugo. Questo è sangue…
PASQUALINA
Certo se ci appoggi la carne fresca qualche macchietta di sangue, esce.
PASQUALINA
Elvira! La carne fresca appoggiata sulla tovaglia non fa tutto questo casino. E poi queste sono lenzuola!
ELVIRA
Due sono le cose: o Cesira ha perso la verginità stanotte, oppure ha ammazzato quello stronzo del marito.
PASQUALINA
La seconda che hai detto…
ELVIRA
Vuoi dire che l’ha fatto fuori?
PASQUALINA
Non hai sentito che casino che hanno combinato ieri sera. E poi a un certo punto non s’è sentito più niente. Strano no? Si saranno addormentati di colpo?
ELVIRA
O un colpo li ha addormentati…
PASQUALINA
Gossip!
ELVIRA
Dov’è Cesira?
PASQUALINA
Non lo so. Proviamo ad andare a vedere a casa…
ELVIRA
E se invece ci stiamo facendo troppi film?
PASQUALINA
Vorrà dire che ci prenderemo un bel vaffanculo da quello stronzo del marito.
ELVIRA
Tanto, uno in più, uno in meno…
PASQUALINA
Andiamo… (escono)

Appena usciti, Cesira entra in maniera furtiva sul terrazzo. Cerca il lenzuolo macchiato di sangue e fa per toglierlo. Mentre sta per uscire rientrano Pasqualina ed Elvira ma accompagnate dal Commissario.  Cesira cerca di nascondersi.
COMMISSARIO
Allora? Dov’è questo lenzuolo?
PASQUALINA
E’ qui dottore, steso insieme con gli altri.
Il commissario controlla ma non lo trova.
COMMISSARIO
Allora, è stato già messo in lavatrice?
PASQUALINA
Era qui fino a 5 minuti fa, glielo giuro.
ELVIRA
E’ vero, era qui. Può essere volato via col vento.
COMMISSARIO
E sentiamo. Com’era questa macchia?
PASQUALINA
E com’era… rossa, abbastanza grande. Prima sembrava sugo, poi non so perché c’è venuto il dubbio.
COMMISSARIO
Vi è venuto il dubbio e siete andate a vedere di persona se lo avevate ripulito per bene…
ELVIRA
Ma che dice? Noi non c’entriamo niente. Siamo andate a vedere come stava Cesira, la moglie di quel… di Augusto.
COMMISSARIO
Allora. Dov’è la signora Cesira?
ELVIRA
Non lo so. La stavamo cercando anche noi…
PASQUALINA
Ieri sera hanno fatto un sacco di casino. Poi a un certo punto non li abbiamo più sentiti.
COMMISSARIO
E non avete chiamato la Polizia?
PASQUALINA
E perché? Quelli un giorno sì e uno pure stanno a litiga’ e si menano. Mica era una cosa nuova.
COMMISSARIO
Ed è nuova sì. Stavolta c’è di mezzo il morto.
ELVIRA
O mamma mia. Cesira mia, che hai fatto…?
PASQUALINA
Elvira! Ma come che hai fatto…? Cesira ha fatto benissimo. Se l’è levato dalle palle quel testa di cazzo da quattro soldi! Ogni sera la menava, non se reggeva più.
COMMISSARIO
Bene, bene… quindi abbiamo un movente che ci porta alla moglie…
PASQUALINA
Beh, chiamalo come te pare. Io la chiamo giustizia!
COMMISSARIO
Allora??? Siamo impazziti? Qui la giustizia la rappresento io, io sono la legge! voi non avete diritto di farvi giustizia da soli. Chiaro?
PASQUALINA
Scusi Commissario, ma quella poveraccia non ce la faceva più!

Entra Cesira
CESIRA
Commissario! Sono qui! Non mi cercate più.
COMMISSARIO
Ah, eccola che si nascondeva. Allora?
ELVIRA
Cesira, come stai? Ma che hai fatto?
CESIRA
Io non ho fatto niente! Non l’ho ammazzato io!
COMMISSARIO
Ah, no? E allora come lo spieghi tuo marito morto dentro casa tua, eh?
CESIRA
Non sono stata io! Io l’ho trovato così dentro casa.
COMMISSARIO
Bene! Sono tutto orecchi!
CESIRA
(si siede) Stanotte ci siamo messi un’altra volta a litigare.
COMMISSARIO
Perché litigavate sempre?
CESIRA
Sempre le solite cose: si ubriacava e diventava violento. Ogni scusa era buona: dal cibo alla televisione, al sesso…
COMMISSARIO
E al termine della lite lo hai ucciso…
CESIRA
No! Non l’ho fatto.
COMMISSARIO
E allora perché cercavi di nascondere il lenzuolo sporco di sangue?
CESIRA
Perché mi avrebbe preso per un’assassina! Ed io non sono stata!
COMMISSARIO
E allora chi sarebbe stato? Vediamo un po’: eravate soli, chiusi in casa, era sera. Magari è stato il topolino magico racchiuso dentro lo sciacquone che si è animato ed è venuto con un coltellaccio a uccidere il poveretto!
CESIRA
Commissario, non sono stata io. Ieri sera, per stare calma, mi sono presa mezza bottiglietta di Lexondan. Non avrei aperto gli occhi nemmeno per piangere.
COMMISSARIO
Ok. Allora spiegami: se non sei stata tu, chi è stato?
CESIRA
Le giuro, io non c’entro. Aveva un carattere violento. Magari si era fatta parecchi nemici in giro.
ELVIRA
Commissario, lasciatela respirare un pochino, non vede come è scossa?
PASQUALINA
Certo! Le faccio un caffè, abito proprio qui sotto, ci metto 5 minuti.
COMMISSARIO
Brava! Non ci mettere molto che voglio parlare anche con te.
PASQUALINA
5 minuti. Quanto zucchero?
COMMISSARIO
1 e mezzo
Pasqualina esce.
CESIRA
Aveva detto che doveva fare un lavoretto. Non so che cosa, ma mi diceva che saremmo riusciti finalmente a saldare tutti i debiti. Non vorrei che…
COMMISSARIO
Non vorresti che?
CESIRA
Non vorrei che stanotte ha incontrato qualcuno a cui doveva dei soldi e questo per vendetta…
COMMISSARIO
Tu sai più di quello che mi vorresti far credere.
CESIRA
Commissario. Io sono la moglie, ma le giuro che non sapevo niente di quello che faceva, non potevo chiederlo che mi picchiava.
COMMISSARIO
Ma tu eri la moglie. Come è possibile che non potevi chiedergli niente?
CESIRA
Mi picchiava. Sa quante volte ho tentato di scappare?
COMMISSARIO
E perché non lo hai fatto?
CESIRA
Perché in fondo lo amavo.
COMMISSARIO
Ma come si fa ad amare uno che ti picchia in continuazione, che non ti dice dove va, cosa fa, magari si fa pure una vita parallela…
CESIRA
Lo so, forse non era amore, ma c’ero molto affezionata.
COMMISSARIO
Aveva parenti.
CESIRA
Mai conosciuti…
COMMISSARIO
Questa relazione è sempre più un mistero…
CESIRA
Ci siamo sposati lontano, su un isola in vacanza. Non lo abbiamo detto a nessuno. Io ero scappata di casa. I miei mi avevano avvertito di non fare stupidaggini, ma non li ho voluti sentire e me ne sono sempre pentita.
COMMISSARIO
Quindi quello che hai fatto stanotte è una liberazione…?
CESIRA
Non l’ho fatto io!
COMMISSARIO
Ancora non mi hai detto tutto. Perché lo volevi morto???
CESIRA
Io lo volevo ammazzare, è vero. Ma non sono stata io.
COMMISSARIO
(rivolto a Pasqualina che è fuori scena) Ma sto’ caffè arriva o non arriva?
ELVIRA
Arriva, arriva. Però il mio è meglio perché io macino i chicchi uno ad uno. Invece quella lo prende al discount. Sa, è talmente grezzo che non passa dal filtro della macchinetta e quindi esce male…
COMMISSARIO
Pure il caffè da schifo mi aspetta.
ELVIRA
Lei queste cose le deve chiedere a me. Io sono la regina del caffè.
COMMISSARIO
E certo. Ora vado in giro per i palazzi di Centocelle a far ammazzare le persone in base alla maestria di una casalinga nel fare il caffè.
ELVIRA
E vabbè, ma il caffè mio è più buono…
Rientra Pasqualina
PASQUALINA
Ecco il caffè! Visto che c’ero l’ho preparato per tutti.
COMMISSARIO
Brava.
PASQUALINA
(rivolta ad Elvira) che gli hai detto che lo compro al discount?
ELVIRA
Beh? Perché non è vero?
PASQUALINA
Ammazza che carogna che sei. Il cecio in bocca proprio non te lo sai tenere.
COMMISSARIO
Ma che è ‘sta porcheria?
ELVIRA
Glielo avevo detto che il mio è migliore…
COMMISSARIO
Danne un goccio pure alla signora Cesira, così almeno questa ciofeca la smuove un po’…
PASQUALINA
(contrariata) questa me la paghi.
ELVIRA
Ma scusa, c’abbiamo il signor Commissario qui sul terrazzo e tu vuoi fare la splendida con il tuo caffè? Ma che non lo sai che fa schifo?
PASQUALINA
Maledetta disgraziata. Io te lo faccio ingoiare il caffè. Te faccio ingoià tutti i chicchi a uno a uno così finalmente produci il caffè migliore del mondo.
ELVIRA
Ahò, e guarda che qui mica ce stai solo te, hai capito?
PASQUALINA
Abbi un po’ di rispetto! Te c’ho messa io su sta terrazza. Prima senza di me, eri niente. Stendevi fuori dalla finestra…
ELVIRA
Meglio, così evitavo di incontrarti.
PASQUALINA
Ma senti un po’ questa che se ne va sempre in giro de notte a bussà alle case dell’altri!
ELVIRA
Ma come ti permetti?
PASQUALINA
Ma se lo sanno tutti che annavi a fa’ assaggià er caffè pure a casa de Cesira…
COMMISSARIO
La cosa era molto divertente fino a qualche minuto fa, ma ora si fa anche più interessante… Signora Elvira, che cosa è questa storia?
ELVIRA
Ma non è vero! Non gli credete a questa ignorante chiaccherona…
PASQUALINA
Io sarò pure chiaccherona, ma tu invece fai i fatti…
COMMISSARIO
Allora?
CESIRA
Elvira… è vera questa storia?
COMMISSARIO
Ora basta tutti! Parlo io e le domande le faccio io. Pasqualina, dimmi un po’ cosa intendevi dire prima con la storia di Elvira.
PASQUALINA
Quello che ho detto…
ELVIRA
Nun gli dia retta, commissà. Quella sta cercando di buttare fumo negli occhi.
COMMISSARIO
E perché?
ELVIRA
Perché je rode!
PASQUALINA
Me rode de che? Ma te sei vista? Giusto con un magnaccia come er marito de Cesira potevi combinà.
CESIRA
Mio marito non era un magnaccia.
PASQUALINA
Ah no? E allora come te le spieghi tutte quelle rumene che rimanevano in macchina quando passava con la macchina? Non te lo sei mai chiesto o non te lo sei mai voluto chiedere?
COMMISSARIO
Cos’è questa storia???
PASQUALINA
Commissario, Augusto da quello che so io c’aveva un giro di prostitute. E se la faceva con Elvira.
COMMISSARIO
Bene, bene… Allora Elvira. Così lei aveva una storia con Augusto. E gli portava il caffè, quello buono…
ELVIRA
E sì, lo ammetto. Gli portavo il caffè quando Cesira veniva su in terrazza. Sapevo che lei ci stava si e no una mezz’ora e così ne approfittavo.
CESIRA
Ah sta disgraziata.
ELVIRA
Mi dispiace Elvira, ma a me m’attizzava ‘na cifra…
COMMISSARIO
Ma poi?
ELVIRA
Ma poi niente. Io l’ultimo caffè gliel’ho portato ieri verso le 5.
COMMISSARIO
(ironico) Caffè corretto immagino…
ELVIRA
Abbiamo chiacchierato un po’ e poi…
COMMISSARIO
Va bene. Lasciamo stare, abbiamo capito quanto zucchero ha messo nel caffè. E così, diciamo, che fino alle 17.30 il signor Augusto era occupato a bere il caffè.
ELVIRA
Anche un po’ prima perché aveva cominciato a insultarmi e poi stava per iniziare Forum su Canale 5 e io non me lo volevo perdere…
COMMISSARIO
E certo, stai a vedere che si perde la puntata di Forum…
ELVIRA
Certo! Che ne sa lei Commissario che cosa significa per me Forum. Ogni volta che vedo quella trasmissione, mi si gonfia il cuore. Non le ha viste tutte quelle coppie che litigano per lo sciacquone non tirato o per la macchina rotta? Roba da far accapponare la pelle…
COMMISSARIO
Certo, stai a vedere che il senso della vita passa proprio da questo…
ELVIRA
Sempre meglio di quella sgualdrina da quattro soldi che passa le giornate a vedere La prova del Cuoco!
PASQUALINA
Beh, che c’hai da dì su Antonella Clerici? Quelli so’ programmi che deve vede’ una donna come me! Io a l’uomo mio ce tengo da fargli trovare dei piatti succulenti.
COMMISSARIO
Ma in che condominio di intellettuali sono capitato…
PASQUALINA
Io lo guardo tutti i giorni, e quando non posso, lo registro.
COMMISSARIO
Non sia mai che si perda una puntata storica.
ELVIRA
Mai! E nemmeno ieri sera se l’è persa, vero?
COMMISSARIO
Ah, se l’è persa ieri sera?
ELVIRA
Ieri sera c’era la puntata serale, quella con gli ospiti famosi…
PASQUALINA
Non lo sapevo.
ELVIRA
E infatti, sarebbe da capire perché non lo sapeva…
COMMISSARIO
E perché non lo sapeva?
PASQUALINA
Stavo cucinando…
ELVIRA
E per chi?
PASQUALINA
Ieri sera… per mio marito!
ELVIRA
Ma quale marito! Il marito l’ha messo a letto con una carbonara, e come tutte le carbonare gli è rimasta sullo stomaco ed è crollato sul divano.
PASQUALINA
Ma sai proprio li  cazzi de tutti qua dentro?
ELVIRA
Ho avuto una brava insegnante.
CESIRA
Stai dicendo che ieri sera hai preparato da mangiare ad Augusto?
COMMISSARIO
Cesira, a che ora sei andata a dormire ieri sera?
CESIRA
Saranno state le 21.00. abbiamo smesso di litigare alle 20.45, c’erano ancora i Pacchi… ho preso il Lexodan e sono crollata.
COMMISSARIO
E così Pasqualina ha avuto campo libero per portare da mangiare la sua leccornia al sig. Augusto.
PASQUALINA
Non era poi tanto leccornia visto che non gli è piaciuta. Io in verità ero venuta per portarvi qualcosa da mangiare e cercare di calmare le acque, ma ho trovato solo Augusto.
COMMISSARIO
Continua che la cosa si fa interessante.
PASQUALINA
Quando sono entrata ho chiesto di Cesira e Augusto mi ha detto che stava dormendo già a quell’ora. M’è sembrato un po’ strano visto che l’orario sembrava più da convento che da condominio di Centocelle… Allora sono entrata in cucina e ci siamo messi a chiacchierare. Quando gli ho fatto assaggiare la carne che avevo preparato me l’ha sputata addosso. Mi ha detto che cucinavo peggio di Cesira, che è già un cesso di cuoca. Io mi sono sentita umiliata e offesa; ho pensato a quante offese ha potuto soffrire quella povera donna e così non ci ho visto più: ho preso la carne che era rimasta nel piatto e gliel’ho messa tutta in bocca fino a farlo soffocare. Poi con tutta la forza ho preso il coltello e gli ho dato una coltellata! Non ha strillato, ha sputato tutta la carne e s’è andato a buttare sul letto. Mi guardava con uno sguardo impaurito. Io ho cominciato a pulire tutte le macchie di sangue che erano rimaste sul pavimento e me ne sono andata. Cesira ancora dormiva, non credo si sia accorta di niente.
CESIRA
Io non mi sono accorta di niente.
PASQUALINA
Lo so. Ti ho voluto difendere da quell’essere.
CESIRA
Pasqualina. Ma l’hai ucciso…
PASQUALINA
Beh! Non sei contenta…?
CESIRA
Non lo so più oramai.
COMMISSARIO
Complimenti Pasqualina! Un bel racconto. Lo sai che ora ti devo arrestare, vero?
CESIRA
Pasqualina… ma allora è vero che sei una mia amica…
PASQUALINA
E perché non ci credevi? Te lo avevo detto che le donne della scala devono stare sempre tutte unite.
CESIRA
Ma così mi confondi… e ora Commissario?
COMMISSARIO
Ora Pasqualina dovrà venire con me in Commissariato e ripetere quello che ha appena detto.
CESIRA
Ma non c’è una scappatoia? Può essere una leggittima difesa?
COMMISSARIO
Forse se il delitto lo avesse commesso lei, allora ci avrei pure creduto e l’avrei difesa io…
CESIRA
Allora glielo racconto io come è andata…
COMMISSARIO
Cesira, attenta che ti puoi mettere nei guai.
CESIRA
Ieri sera subito dopo che abbiamo litigato, non ho preso subito il Lexodan. Quando mi ha colpito con l’ultimo schiaffo ho fatto finta di addormentarmi e ho aspettato che lui crollasse sul letto visto tutto l’alcool che si era bevuto. Poi ho preso il coltello e l’ho ammazzato. Non ha gridato, non ha fatto nemmeno l’ultimo respiro, niente di niente. Il coltello l’ho lavato per bene. L’ho rimesso nella credenza.
COMMISSARIO
Cesira, ti capisco benissimo. Spero che tu non stia mentendo…
CESIRA
No, non mento. Vero Pasqualina che non mento mai io?
PASQUALINA
E’ vero, non mente mai, è una ragazza da sposare…
CESIRA
Grazie Pasqualina.
PASQUALINA
Cesira stai tranquilla. Se è vero quello che dice il Commissario sarò presto fuori da questo casino. Ne abbiamo risolto uno stanotte, ne risolveremo uno in Commissariato.
COMMISSARIO
Te la caverai Cesira.
PASQUALINA
Sarà veramente così?
COMMISSARIO
Lo spero. Sarà così…
PASQUALINA
Sono sicura che ritornerai presto a casa.
CESIRA
Si, in fondo era legittima difesa, vero Commissario?
COMMISSARIO
Tenendo conto di tutte le angherie e i soprusi subìti direi proprio di sì. Ma non spetterà a me decidere. Ci sarà un Giudice, ci sarà un processo.
CESIRA
Io ce la farò. E so che voi verrete a testimoniare in mio favore.
PASQUALINA
Io sicuro.
ELVIRA
Io sono già abituata a Forum… Comunque sì.
COMMISSARIO
Cesira, sicura di tutto ciò?
CESIRA
Sì, sono sicura. Portatemi via.

Il commissario e Cesira escono.
ELVIRA
Ma che hai fatto?
PASQUALINA
Almeno abbiamo una speranza di salvarci tutte e tre. Vedrai che nei prossimi giorni Cesira torna da noi.
ELVIRA
Ma così non doveva andare.
PASQUALINA
E come avresti preferito andasse?
ELVIRA
Non lo so. E che forse non avremmo mai dovuto cominciarla questa storia.
PASQUALINA
E invece è cominciata. Ora basta piangersi addosso. Dobbiamo guardare al futuro e magari guardarlo con una luce diversa, con più speranza.
ELVIRA
Sì, ma il caffè lo preparo io.
PASQUALINA
Fai un po’ come cazzo ti pare…

BUIO