L’inquietante caso del panzerotto ripieno

di

domenico platania



Dicembre 2009

“L’inquietante caso del panzerotto ripieno” non rientra a pieno titolo nella categoria dei gialli classici poiché è fortemente caratterizzato da avvenimenti e personaggi atipici per una vicenda di tal genere. C’è sì un “delitto”, il furto di alcune ricette di cucina, non manca il classico investigatore, esiste anche un reo confesso, ma questi sono tutti ingredienti che rimangono sullo sfondo e fanno da cornice. La sostanza che struttura la storia è prevalentemente composta, invece, dalle fissazioni, dalle bizzarrie, dai desideri, dalle genialità di cui sono portatori i personaggi e dalle situazioni che essi creano. La vedova col pensiero fisso della tomba del marito, il detective abile solo a camuffarsi dietro mille travestimenti, il vegliardo pirotecnico e spumeggiante, la ragazza fanatica cultrice dell’astrologia, il giovane con il suo linguaggio infarcito di termini gastronomici, per non parlare poi dell’amica di famiglia, insolente e ipocrita, e dell’intrigante cameriere. I personaggi, dunque, trasformano questo apparente giallo, dalla tonalità fortemente sbiadita ma ricco di massicce dosi di fantasia, in una commedia tutta da ridere, piena di colpi di scena ed equivoci a non finire.
Domenico Platania


Personaggi in ordine di entrata:

Mentina Cannella, la figlia di Adelina
Adelina,
Serafina Provilazzo, l’amica di Adelina
Cola, il cameriere
Meo, il cuoco
Branciforte, l’investigatore
Casimiro Cannella, il nonno


Interno di una casa borghese. Una porta al centro e due laterali. Nella parete di sinistra, al limite del proscenio, si trova uno scaffale-libreria, accanto al quale è sistemato un divano con relative poltroncine e un tavolinetto. Sullo stesso lato, in fondo, una vetrinetta. Sulla destra, vicino alla porta, è sistemato un tavolo di media grandezza con due sedie. Sempre a destra, alla stessa altezza del divano è fissato uno specchio. Alle pareti, quadri a volontà, di cui uno raffigurante un cane, dietro il quale si trova una cassaforte.

ATTO PRIMO

SCENA PRIMA
MENTINA – (entra con un fascio di giornali e riviste) Finalmente! Qui non mi disturberà nessuno. (comincia a sfogliare i giornali e legge) Vediamo cosa mi aspetta oggi! (legge) “Gli astri prevedono una giornata favorevole. Giove ti farà conoscere l’uomo che ti amerà... ”. Uahu! (sospirando) L’ho sempre detto, Giove è il migliore! (legge) “... Che ti amerà per tutta la vita. Sarà lui il genero di tua madre, il nipote di tuo nonno, il padre dei tuoi figli, il nonno dei figli dei tuoi figli”. Mamma mia, mi sono confusa, ma cosa sarà per me questa persona? (legge) “Quest’uomo diventerà tuo marito!” (con ansia) Mio marito? Così all’improvviso? Ma allora devo correre dal parrucchiere! (legge)” Stai attenta all’invidia di Venere, cercherà di ostacolarti.” (riflettendo) Diamine, è la solita dispettosa! Non ho mai capito perché ce l’ha tanto con me! (legge) “Marte ti consiglia di lasciare tutte le porte aperte... ”. (si guarda attorno dubbiosa) Le porte aperte? (con il giornale in mano, si alza e va ad aprire la porta di sinistra; mentre sta per aprire quella centrale capisce l’equivoco e si risiede) “Ah! Le porte aperte alla splendida novità che si avvicina. (legge un altro giornale) Mercurio ti porterà una notizia che ti conviene tenere riservata.”. Speriamo si tratti di una buona notizia! (legge) “Avrai buone soddisfazioni nel gioco del domino” Ah, ecco! (legge) “Amore: la tua occasione è arrivata, oggi incontrerai l’anima gemella... indosserà qualcosa d’insolito”. (dall’interno si sente la voce di Adelina) Sta arrivando mia madre (pone i giornali ed il resto su un ripiano della libreria ed esce da sinistra).

SCENA SECONDA
Adelina entra dalla porta di centro e si sposta verso il proscenio, mentre, nel contempo, in sala, appare Provilazzo che man mano avanza, accompagnata da musica appropriata, fino ad arrivare sul palco.
ADELINA – Ooooh! Signora Provilazzo, buongiorno! Che bella sorpresa! Perché si è voluta scomodare!
PROVILAZZO – Ma che dice, scomodare! Per me è un piacere e un onore venirla a trovare!
ADELINA – Se permette, l’onore e il piacere è solo mio!
PROVILAZZO – Ma dai! Il mio, il suo! Cosa c’entrano queste cose!
ADELINA – E’ vero, ha ragione. Diciamo allora che sono contenta di vederla?
PROVILAZZO – E per questo vengo a trovarla, perché capisco che è cosa gradita!

ADELINA – Si accomodi, prego. Lei, cara signora Provilazzo, è troppo gentile. Dopo la tragica morte di mio marito, non mi ha mai fatto mancare il suo conforto. (seggono sul divano)
PROVILAZZO – Cosa dice mai. Non faccio nulla di speciale! I nostri mariti sono cresciuti insieme, hanno studiato insieme ed insieme hanno continuato come soci nel lavoro. Erano come due fratelli, anzi, meglio dei fratelli! Per me è un piacere rivederla e ricordare quella nobile figura della buonanima di Micio. Oh, quant’era bravo! Non meritava una morte così atroce.
ADELINA – E’ stata terribilissima!
PROVILAZZO – Certo, i leoni hanno certi denti così taglienti! Non gli è parso neppure vero potere azzannare quella carne tenera tenera di suo marito! Hanno ingoiato anche le ossa!
ADELINA – No, no, le ossa le hanno lasciate! Spolpate, ma le hanno lasciate! E’ stato dilaniato! (con teatralità) Non è da tutti morire sbranato dai leoni!
PROVILAZZO – Certo, non è come morire d’infarto, a casa e con tutte le comodità! Chi glielo ha fatto fare ad andare in Africa?
ADELINA – Quando una cosa è scritta è scritta! E’ successo là, ma poteva anche capitare in qualsiasi posto. Che ne so... ad Aci Trezza, in Cina, a Mongiuffi o... magari alla pescheria.
PROVILAZZO – Vi sono leoni anche alla pescheria? Corbezzoli, questi animali si trovano dappertutto.
ADELINA – Ma che c’entra, volevo dire che, per mio marito, l’Africa è stata il pretesto per morire...
PROVILAZZO – (con una punta di malizia) Poveretto, ne ha passati di guai! Le sembra niente quella storia che ha avuto con il Cavaliere Papella...
ADELINA – (si alza e si sposta a destra ) Che c’entra adesso Papella?
PROVILAZZO – (segue Adelina) No, volevo dire che, dopo che è crollata la villa del Cavaliere, suo marito (con intenzione malevola) non ha avuto più pace, era sempre nervoso e in giro si disse che stava sprangato in casa per...
ADELINA – E torna! Signora, è vero che Micio, essendo ingegnere aveva preparato il progetto della villa, ma qualcuno...
PROVILAZZO – (interrompendola) Allora, (alzando le mani come a giustificarsi) si disse pure che il crollo era avvenuto perché i calcoli del progetto erano sbagliati. Tanto che il Cavaliere lo cercò (marcando le parole) e poi lo fece cercare con insistenza anche da certi amici suoi, (si segna) il Signore ci scansi e liberi, per avere conto e ragione del danno ricevuto. Anzi, si disse pure che, per non farsi trovare, la buonanima scappò di notte in Africa.
ADELINA – (con forza) Quando mai! Mio marito paura di Papella e dei suoi scagnozzi non ne ha mai avuta! Ma non mi faccia ridere! E i leoni che l’hanno aggredito, chi glieli ha mandati il Cavaliere Papella? Eh?
PROVILAZZO – Ma io che c’entro? Lo sa quanto vi voglio bene! Siccome la gente non ha altro da fare, si impiccia, spettegola e fa nascere le tragedie!
ADELINA - Hanno una fregola! Che ne sanno loro del dolore che ho nel cuore!
PROVILAZZO – Sono passati tre anni, ma sembra che la tragedia sia successa ieri. Certo, il dolore è dolore, però lei deve farsi coraggio.
ADELINA – (angustiata) E’ una parola! Ma guarda, ci siamo messe a parlare e ho dimenticato a offrirle qualcosa. (apre la porta di sinistra) Cola, porta due spremute d’arancia.
COLA – (dall’interno) Subito signora.
PROVILAZZO - Dove si trova la salma cadavere del morto?
ADELINA – Attualmente riposa a Vienna.
PROVILAZZO – Ma non era sepolto a Palma di Maiorca?
ADELINA – Era! Troppo, troppo caldo c’era! E’ vero che ci sono belle spiagge, un giro di gente simpatica, ma, a Palma, l’afa era davvero insopportabile! E siccome Micio con il caldo non ci andava tanto d’accordo, mi sono detta: “Poverino, perché deve soffrire anche da morto?”. E l’ho traslocato con tutta la lapide e il candeliere.
PROVILAZZO – Ha fatto benissimo! E adesso come si trova?
ADELINA – A meraviglia! L’ambiente è signorile, l’aria è fresca e poi, la cosa più importante è che, siccome mio marito amava tanto la musica classica, l’ho fatto seppellire vicino alla tomba di Mozart.
PROVILAZZO – A quest’ora sarà contento! Chi sa le belle discussioni che si faranno! Va spesso a trovarlo?
ADELINA - Quando posso! L’ultima volta è stato a Natale. Ci tenevo a non lasciarlo solo durante le feste e per giunta in un paese forestiero.
PROVILAZZO – Ha fatto benissimo!
ADELINA – Allora, i primi giorni di novembre sono partita...
PROVILAZZO – Dicembre, vuole dire!
Cola entra da sinistra, porta un vassoio con due bicchieri, lo poggia sul tavolinetto ed esce. Le due donne seggono e sorseggiano la bevanda.
ADELINA – No, no, novembre! Le cose fatte di fretta non sono mai perfette, perciò, preferisco anticipare e muovermi con calma. Trovare l’albergo comodo, il ristorante giusto... fare qualche lavoretto alla tomba... Il tempo vola senza che te ne accorgi! E poi, come la Madonna Addolorata, tutti i santi giorni cimitero, fiori e candele, candele, cimitero e fiori. (sospira) Ah! E’ stata in questa occasione che una notte, Micio, mi è apparso in sogno, e con una voce un poco rauca, mi ha detto...
PROVILAZZO – Rauca? Avrà preso un colpo d’aria!
ADELINA – Come no, si sarà coricato con i piedi fuori dalla coperta! Allora, mi ha detto:(con una voce d’oltretomba) “Adelina, perché stai tutto il giorno chiusa in questo cimitero? Non ti sei ancora scocciata a lucidarmi continuamente il candeliere? Rilassati, svagati! Lo vuoi un consiglio? Fai un bel viaggio. Tanto, sempre vicino a te mi troverai”. Mi ha detto propriamente così!
PROVILAZZO – Mamma mia, che storia commovente! Ma come gli è sembrato? Più magro, più grasso? Era contento?
ADELINA – Bene, stava bene! Forse un tantino... più paffutello...
PROVILAZZO – Si vede che in Paradiso non gli fanno mancare nulla! E com’era vestito?
ADELINA – Signora, non è che ho visto un film! E’ stato un sogno, un’apparizione veloce. Com’era vestito? (dopo un po’ di esitazione) Aveva lo stesso abito che indossava quando è morto!
PROVILAZZO –Sicuramente non ha avuto il tempo di cambiarsi. Allora, dove eravamo arrivati? Ah, sì, quando la buonanima le consigliò di viaggiare...
ADELINA – Lei cosa avrebbe fatto? Vero è che ho girato tutta l’Austria, ma il pensiero, cara signora, era rivolto sempre a lui.
PROVILAZZO – Me l’immagino!
ADELINA – Si figuri che in qualsiasi posto, al ristorante, al teatro, nelle feste da ballo o al cinema, il posto accanto a me lo volevo sempre libero, per sentirmelo vicino!
PROVILAZZO – (sospirando) Questo si chiama vero amore!
ADELINA – Poi, la cosa più bella, il giorno della partenza, mentre lo salutavo, ho avuto l’impressione che mi sorridesse, come se volesse ringraziarmi!
PROVILAZZO – (con solennità) Godeva del suo godimento.
ADELINA – Per questo motivo lei mi piace, perché, per ogni circostanza, trova sempre le parole giuste. (con lo stesso tono dell’amica) Godeva del suo godimento! Ma da dove le escono queste belle frasi?
PROVILAZZO – (con orgoglio) Non faccio nessuno sforzo, mi escono così, al naturale!
ADELINA – Lo vedo, lo vedo! Non è per raccontare esagerazioni o per lamentarmi, ma i fioretti che continuo a fare per lui non si possono immaginare! Speriamo, almeno, che da lassù li veda!
PROVILAZZO – Perché ha dubbi? Non gli scapperà nulla!
ADELINA – Le sembrano barzellette tutti i documenti che devo sbrigare ogni volta che lo sposto?
PROVILAZZO – A quest’ora anche lui si sarà stancato!
ADELINA – Quando l’ho portato a Parigi, per esempio...
PROVILAZZO – A Parigi?
ADELINA – Certo! Lei che dice, potevo non portarlo a Parigi? Ci sarebbe rimasto male! Quando era ancora vivo non avevamo i mezzi, ma ora che, ringraziando Dio, ce lo possiamo permettere, certe soddisfazioni gliele voglio fare passare... Come stavo dicendo, in Francia hanno preteso la bara nuova di legno massiccio con quattro angeli d’avorio...
PROVILAZZO – Perbacco!
ADELINA – E siccome ci sono voluti due mesi per eseguire questi lavori, una notte...
PROVILAZZO – Le è apparso nel sonno suo marito...
ADELINA – E mi ha detto: (con voce una d’oltretomba) ”Adelina... “.
PROVILAZZO – “ Perché stai tutto il giorno... ”.
ADELINA – (idem) ”Chiusa in questo cimitero... “.
PROVILAZZO – (idem) “Non ti sei ancora scocciata... “.
ADELINA – (idem) ”A lucidarmi il candeliere? “(Si alza, poi, con soddisfazione) E ho visitato tutta la Francia!
PROVILAZZO – (segue Adelina, poi, con tono indagatore) Come mai non l’ha mai portato in Italia?
ADELINA – Neanche a parlarne! O meglio, c’è stato un abboccamento con la Casa Savoia...
PROVILAZZO – I Savoia? Anche loro c’entrano?
ADELINA – Certamente! L’unico posto in Italia degno di mio marito è il Pantheon, a Roma, ma è occupato dalla famiglia reale. Per la verità, tempo fa, al telefono, il principino Filiberto...
PROVILAZZO– Le ha telefonato Filiberto, quello che balla il tip-tap in televisione?
ADELINA – Signora, perché si meraviglia? I Savoia con me sono di casa, qui, i savoiardi si sprecano! Filibertuccio, come in confidenza lo chiamo io, mi ha telefonato di persona personalmente e mi ha detto: ” (con tono sdolcinato) Adelina, cara gioia, abbio saputo che cerchi una tomba a tempo indeterminato per quell’anima nobile di tuo marito. Orsù dunque, ti metto a disposizione la nicchia di famiglia, il Pantheon. Se la cosa ti potesse interessare, buttami un fischio e sloggio fuori tutti i miei reali parenti per lasciare il posto al tuo Micio. Questo te lo dico per non farti preoccupare più del lecito”. (in confidenza) S’intende che non lo avrebbe fatto gratis... (fa il segno dei soldi).
PROVILAZZO – E allora?
ADELINA – Neppure se fossi matta metterei la buonanima in mezzo a quel gran casotto! Neanche a parlarne! Cara signora, oramai trovare un posto degno di mio marito è diventato l’unico scopo della mia vita: dove sta bene lui sto bene io! Con i tempi che corrono non è facile trovarlo, ma io non mi fermo!
PROVILAZZO – Ha girato tutto il mondo!
ADELINA– E questo lo può dire ad alta voce: ha visto più posti da morto che da vivo!
PROVILAZZO – A proposito, ultimamente ho fatto un viaggio nell’isola di Baubausettiti. Una meraviglia, una zona incantèvole, alberghi di gran classe e prezzi abbordabili.
ADELINA – Davvero? Ora gliene parlo al mio agente di viaggio per vedere com’è la situazione nei... camposanti. Come ha detto? Bau-bau-settiti?
PROVILAZZO – Precisamente, Bau-bau-settiti! Sono sicura che assieme alla buonanima vi troverete benissimo. Ora la devo lasciare. Se vuole altre informazioni mi chiami pure. Sempre a disposizione.
ADELINA – Grazie signora Provilazzo, lei è una perla! L’accompagno. (escono dal
(mentre Adelina resta al limite del proscenio, Provilazzo si dirige verso la sala, accompagnata dalla solita musica)
PROVILAZZO – Rientri in casa, c’è vento e si può raffreddare!
ADELINA – Non si preoccupi, è vento caldo!
PROVILAZZO – Vero, sarà vento africano !
ADELINA – Sì, è il respiro caldo di Micio!
PROVILAZZO – Sicuramente, sarà il suo respiro!
ADELINA – Signora Provilazzo, come si chiama quel posto?
PROVILAZZO – Bau-bau-settiti! (scompare da una porta della sala)
ADELINA – Ah, sì, Bau-bau-settiti! (mentre esce dal centro continua a ripetere) Baubausettiti, Baubausettiti!

SCENA TERZA
MENTINA – (entra da sinistra, ha in mano una lettera e legge) “Ambasciata della Repubblica del Congo. Si comunica che dall’esame istologico, le ossa ritrovate nella foresta tropicale risultano appartenere ad animale della sottofamiglia degli o-mi-ni-ni, della tribù dei gorillini nani, di sesso femminile. (man mano che legge diventa sempre più ansiosa) Pertanto è da escludere qualsiasi riferimento a resti umani attribuibili alla persona del vostro congiunto Domenico Cannella.” (affranta si lascia cadere sul divano) L’oroscopo mi aveva anticipato l’arrivo di una notizia, non di una bomba! Dove sono andati a finire le ossa di papà? Appena lo saprà la mamma le prenderà un colpo.

SCENA QUARTA
ADELINA – (rientra dal centro) Quant’è affezionata la signora Provilazzo! (siede accanto alla figlia)
MENTINA – Mamma, è arrivata questa lettera (porgendogliela).
ADELINA – (man mano che legge si agita e si alza in piedi) ... Appartenenti alla persona del vostro congiunto Domenico Cannella. (ridà la lettera a Mentina) Questa non ci voleva proprio, mi sento rivoltare lo stomaco! Forse è meglio che mi sieda! (si risiede, poi con veemenza) Allora le ossa che mi trascino in giro per il mondo non sono di tuo padre? Chi le ha fregate le belle ossa di Micio? Chi se le sta godendo?
MENTINA – Ci hanno rifilate quelle di un gorilla di seconda mano, addirittura femmina e per giunta nano. Fosse almeno un bel gorilla, macché ...
ADELINA – Chi poteva immaginare che a tuo padre gli sarebbe finita con le ossa in prestito! Che vergogna!
MENTINA – E adesso cosa facciamo? Immagina le risate della gente! No, no, la cosa migliore è non dire niente a nessuno!
ADELINA – Certo, saremmo nella bocca di tutti! Però, (si alza, infuriata) mi verrebbe voglia di parlarne al nostro avvocato, intentare causa a tutto il Congo e pretendere subito le ossa della buonanima, a costo di rovistare tutta l’Africa!
MENTINA – Arrivati a questo punto, che importanza ha? Anche se trovassimo le ossa, papà non tornerebbe lo stesso.(pausa) A dire la verità, questa notizia già la sapevo!
ADELINA – Come? E non mi hai detto nulla? Chi te l’ha data?
MENTINA – Stamattina... c’era scritto: “Mercurio ti porterà una notizia da tenere riservata...”
ADELINA – Mercurio? E chi è, il nuovo postino?
MENTINA – No, è ... me l’ha data... l’oroscopo!
ADELINA - Perbacco, la tua è diventata una fissazione! La vuoi finire o no con queste fesserie!
MENTINA – Ma mamma...
ADELINA – Stai zitta e basta! (pausa) Sì, sì, è meglio non fare sapere niente a nessuno! Le ossa non contano, ma l’occhio sociale sì! E come se conta!
MENTINA –Ossa o non ossa, ci dobbiamo convincere che papà si trova in Paradiso!
ADELINA – Preciso!
MENTINA – E poi, chi l’ha detto che dentro le altre tombe ci sono le ossa che ci dovrebbero essere?
ADELINA – Giusto! Ma tu ci pensi che per fare l’analisi a due ossa di seconda mano hanno impiegato tre anni? E poi ci lamentiamo della nostra mutua! (escono da destra)

SCENA QUINTA
COLA – (entra dal centro assieme a Meo) Si accomodi, chiamo la signora. (esce da destra)
MEO – Grazie. (siede sul divano, ma subito viene attratto dai giornali che ha lasciato Mentina , li prende e legge i titoli delle varie copie) Il vostro oroscopo... L’oroscopo sicuro... L’oroscopo di oggi... (poggia i giornali sul tavolinetto posto davanti al divano). In questa casa ci sarà qualcuno fissato con l’astrologia! (si guarda attorno, dopo un po’, vinto dalla curiosità, riprende i giornali e, con tono ironico, legge) “Capricorno ...Acquario...Pesci. Lavoro: riuscirai ad ottenere quanto desideri. Amore: conoscerai finalmente la donna della tua vita. L’ha scelta Venere, ti puoi fidare. Salute: l’influenza negativa di Giove ti porterà fastidi allo stomaco”. (fra se) Allora è Giove che mi procura i malanni! Una volta la colica renale, un’altra volta il nervo sciatico ... Meglio cambiare giornale. (sfoglia un altro giornale e legge) Amore: all’improvviso, la donna della tua vita, pro- (come se andasse a capo) romperà come un ciclone e invaderà il tuo futuro.” Come un ciclone! (legge) “E’ Mercurio che la condurrà da te dietro incarico di Venere”. (ripone i giornali sul tavolinetto) Come si fa a credere a queste stupidaggini? (siede, dopo estrae dalla tasca un berretto da cuoco) Vediamo come mi sta! (si alza e lo prova davanti allo specchio)

SCENA SESTA
MENTINA – (entra da sinistra, porta una pettinatura bizzarra ed un vestito eccentrico) Mamma mia, è arrivato! E’ lui, ne sono sicura! Giove è stato di parola: “Indosserà qualcosa di insolito! ” . (si avvicina con cautela) Buongiorno!
MEO – (girandosi di scatto) Il ciclone!
MENTINA – Cerca qualcuno?
MEO – (a Mentina) Mi ha mandato ...
MENTINA – (interrompendolo) Sì, lo so chi l’ha mandato. Allora sa tutto?
MEO – Certo! Speriamo che la cosa si possa fare!
MENTINA – Perché non si dovrebbe? (sottolineando) Se vogliamo, si fa! (sorridendo, si sposta a sinistra) Oh, oh, oh! (fra sé) Sembra un bravo ragazzo! (a Meo) Da parte nostra c’è tutto l’interesse a concludere... l’affare! E da parte sua?
MEO – Mi trova qui per questo!
MENTINA – (fra sé) Lui è, lui! (come se volesse cambiare discorso) Come si chiama?
MEO – Meo.
MENTINA – Meo... e basta?
MEO – Sì, Bartolo-Meo! E lei?
MENTINA – Mentina! Cle-Mentina.
MEO – Mentina? Come quella, per caso, che ce ne sono anche di fragola e di anice?
MENTINA – Propriamente! Perché porta codesto berretto in testa?
MEO – Perché? ... Lo stavo provando e ... anche per farmi riconoscere meglio! Me lo ha detto lui stesso di portarlo, chi mi ha mandato qui! Sì! Quello dell’agenzia di ... (strizza l’occhio e unisce le mani come segno di unione) collocamento.
MENTINA –Certo, l’agenzia... (fra sé) Si sta attrezzando Giove, ha aperto anche l’agenzia! (a Meo) Collocamento di... (strizza l’occhio e con le mani c.s.) persone!
MEO – Mi ha detto: “Ti presenti, gli dici che vuoi fare il cuoco e poi... (ripete c.s.) da cosa nasce cosa... ”
MENTINA – (strafelice) Oooooh! (fra sé) Bella scusa ha trovato, Giove! (a Meo) Certo, da cosa nasce cosa. E bravo...! Allora, lei è venuto con la scusa di fare il cuoco...
MEO – No, faccio il cuoco di professione! La storia del ciclone mi ha fatto confondere!
MENTINA – Quale ciclone?
MEO – (rimediando) No, niente, fesserie! (ricordandosi di quanto letto sul giornale) A proposito, chi l’ha accompagnata qui?
MENTINA – Nessuno, in questa casa ci abito!
MEO – Siccome mi avevano informato (fa segno verso i giornali) che una certa Venere aveva l’intenzione di...
MENTINA – Venere? Stiamo cominciando male! Lei Venere non la conosce bene! Parlando con creanza, è un’insolente che continua a farmi dispetti.
MEO – Non so se è la stessa, quella che dico io non mi sembra così molesta. Anzi, ho saputo (indica il giornale) che ha dato l’incarico ad un suo amico, un certo Mercurio di accompagnarla qui...
MENTINA – Bel tipo anche quello, porta certe notizie...
MEO – Ma li conosce tutti! Cosa le ha fatto di tanto grave Venere?
MENTINA – Cosa? Oramai la cosa è diventata pubblica, lo sanno tutti che ce l’ha con me!(prende i giornali di prima) Guardi, anche i giornali ne parlano! (legge da un giornale) “Vergine”. (sorride con malizia) Sono io! (legge) “Stai attenta all’invidia di Venere, cercherà di ostacolarti!” (altro giornale) “Venere ti è contraria!” (c.s.) “Venere trama nei tuoi confronti!” (a Meo) Se vuole posso continuare fino a domani! Si è convinto adesso che non mi sopporta?
MEO –Signorina, ma cosa dice? Se queste cose fossero vere, stamattina, io avrei dovuto avere un dolore di... (si blocca dolorante) Ahi! ... Di stomaco... Ahi! Ahi! (toccandosi la pancia) Ahi, ahi! Meglio che mi sieda! (siede) Ma lo so di chi è la colpa! Appena l’incontro, a Giove, una dose di bastonate non gliele leva nessuno! (dolorante) Ahi, ahi, ahi!
MENTINA – Per favore non parli male di Giove! Se non fosse stato per lui, chissà cosa mi avrebbe preparato quella strega di Venere! E poi, lo sa chi l’ha portata qui stamattina? Giove, sì proprio lui!
MEO –Mi ha portato Giove e non me ne sono neppure accorto? Ma guarda guarda! Ed io ero convinto di essere arrivato qua da solo!
MENTINA – Ascolti, (legge da un giornale): ” Vergine”. (sorride) Sono sempre io! “Giove ti farà conoscere la persona che aspettavi da tempo e... ”
MEO – Per forza, avete messo l’annuncio che cercavate un cuoco! Qualcuno doveva pur venire!
MENTINA – Non ho finito (continuando la lettura) “E ... e... e che ti farà felice!” E non continuo...!
MEO - (collegando) Ti farà felice? Un momento! Ma allora... Io non ci credo, però... (prende un giornale e legge) “Pesci”. (sorride) Sono io....
MENTINA – Per forza, cosa poteva essere, fa il cuoco!
MEO – (legge)” Amore: Conoscerai finalmente la donna della tua vita. L’ha scelta Venere, ti puoi fidare”.
MENTINA –Venere? Ma allora non ce l’ha con me! (sospettosa) Oppure...
MEO – Ora la cosa è chiara! Giove ha guidato me e Venere lei, per farci incontrare!
MENTINA –Non si metta idee strane in testa, di chiaro non c’è proprio nulla! Anzi, se c’è di mezzo quella malafemmina la storia si è complicata assai! (si sposta a destra) Furba è la signora Venere, e chiamiamola signora: una che ne ha fatte più dei granelli di sabbia del deserto dell’Africa! Avrà pensato: “ Le mando un citrullo qualsiasi... “.
MEO –Mi sembra che stia sbagliando a parlare!
MENTINA – Mi scusi, mi è scappato il citrullo! Volevo dire: “Le faccio incontrare uno qualsiasi, intelligente (verso il pubblico sminuisce, mentre Meo si compiace), gentile (c.s.), delicato (c.s.) e nobile (c.s.), che la prenda in giro fingendo di volerla bene e così le faccio mangiare le ossa con il sale!”.
MEO – (con sentimento) E se le volessi bene veramente?
MENTINA – Questo lo dice lei. Voglio i fatti!
MEO – A disposizione!

SCENA SETTIMA
ADELINA – (entra da destra) Oh! Finalmente è arrivato il cuoco! Buongiorno, lo manda l’agenzia?
MENTINA – (d’istinto) No, Giove!
MEO – (idem) Venere!
ADELINA – Come?
MEO – (molto confuso) Volevo dire che per... venire... appunto... venire qua ho sbagliato strada... Parlando in verità, lasciando perdere la storia del ciclone... stamattina, prima mi doveva accompagnare un certo Giove... sì... ma non si è visto nessuno! Dopo, uno chiamato Mercurio, che è l’amico di quella signora che ha a che fare ...con la sabbia dell’Africa...
ADELINA – L’Africa? (sospettosa) Di quale zona dell’Africa?
MEO – Veramente non glielo ho chiesto. Però, visto che la cosa le interessa, posso aggiungere che questa signora... (guarda Mentina) e chiamiamola signora... è famosa anche per una storia di rosicchiamento di ossa con il sale...
ADELINA – Mamma mia! (fra sé)Anche rosicchiate? (a Meo) Si sa, almeno, a chi appartengono queste ossa?
MEO – No, però, se vuole m’informo! Certo, ci vogliono dei bei denti affilati per rosicchiare le ossa... (verso Mentina, supplicando aiuto) Vero, signorina?
MENTINA – Cosa vuole che m’interessi?
ADELINA – Non ho capito niente! Si può sapere cosa è venuto a fare a casa mia?
MEO - Io? (guarda prima Adelina poi Mentina, infine, sconfortato, mettendosi le mani sulla testa, tocca il berretto da cuoco e si illumina) Il cuoco!
ADELINA – Oh, finalmente, cominciamo a ragionare!
MENTINA – Mamma, se permetti, vado di là. (con fermezza) Il cuoco interessa te, (verso Meo) a me no! Con permesso. (esce da sinistra)
ADELINA – Per essere brevi, nella nostra fabbrica abbiamo bisogno di un capo cuoco che sappia cucinare bene, dirigere la cucina, con un’esperienza di almeno dieci anni e abbia miti pretese.
MEO – Signora, lei mi ha fatto la radiografia: modestamente corrispondo a quello che lei ha diagnosticato.
ADELINA - Come piatti?
MEO – Sempre di porcellana! Quelli di plastica non li sopporto!
ADELINA – No, intendevo, qual è la sua specialità?
MEO – So fare di tutto, ma la mia specialità sono i piatti a base di fiori!
ADELINA – Simpatica questa! (rimediando) Fiori? Ma lei fa il cuoco o il giardiniere?
MEO – Il cuoco che preferisce cucinare fiori!
ADELINA – Ah, si? E come li fa? In brodo o fa cataplasmi? Giovanotto, cerchi di parlare seriamente!
MEO – Prontissimo! Antipasti: frittelle di violette, crisantemi in pastella, ricotta colorata ai gerani. (Adelina fa cenno di andare avanti) Primi piatti: spaghetti al ragù di garofano, tagliatelle con salsa di gelsomino, maccheroni al sugo di fiori di lavanda. (c.s.) Secondi piatti: uova ripiene alle margherite, sogliole alle viole, coniglio alla lavanda, gamberetti con mele e rose. (c.s.) Contorni: petali di rose fritti, boccioli di margherite croccanti....
ADELINA – (interrompendolo) Basta, basta! Allora, per cucinare, la spesa, conviene farla dal fioraio! Ma quant’è divertente! Mi scusi, lei è capace di cucinare un uovo fritto?
MEO – (risentito) Se la sua intenzione era quella di offendermi, c’è riuscita perfettamente! Signora, modestamente, mi chiamano “il maestro dei sapori” e (con orgoglio) ho comandato cucine con venti cuochi!
ADELINA – Calma, calma, nessuno la voleva offendere! Ma fiori nella mia azienda non se ne cucinano!
MEO – Le volevo solo fare capire che nel mio mestiere sono competente!
ADELINA – Questo lo dice lei. Voglio i fatti!
MEO – (fra sé) Accipicchia! Uguale alla figlia! (verso Adelina) A disposizione!
ADELINA – Oh! Finalmente ci capiamo! Facciamo una settimana di prova e se è così bravo come dice, il posto di responsabile della cucina sarà suo!
MEO – Grazie! (bussano alla porta)
ADELINA – Avanti!
SCENA OTTAVA
COLA – (entra dal centro) E’ arrivato il signor Branciforte.
ADELINA – Finalmente! Cola, questo signore è il nuovo capo cuoco, accompagnalo nella sua stanza. (Cola e Meo escono da sinistra) Speriamo con questo di avere più fortuna! (apre la porta di centro e chiama) Signor Branciforte, prego, s’accomodi!

SCENA NONA
Branciforte è camuffato in modo grottesco, porta una cartella ed un bastone bianco.
BRANCIFORTE – Buongiorno.
ADELINA – Signor Branciforte, l’ho fatta chiamare perché ho bisogno della sua agenzia investigativa. Come lei saprà, nella nostra ditta, chiamata “Cose dell’altro mondo & C.”, prepariamo alimenti precotti: antipasti, pasta al forno, pizze, arancini, (piano piano comincia a imitare la voce di un ambulante) pizzette, bombette, accartocciiiaaateee...
BRANCIFORTI– (con lo stesso tono) Arachidi, semini e bruscolini, sciampagnèttttiè!
ADELINA– No, questi non li trattiamo.
BRANCIFORTI – Ah, pensavo che...
ADELINA – No! Fino a tre anni fa la ditta la dirigeva mio suocero, ma dopo la morte di mio marito è uscito fuori di senno ed il peso dell’azienda è caduto sulle mie spalle. Ho una figlia, ma coltiva altri interessi. Per tradizione, ogni anno, prepariamo una novità che diventa il nostro cavallo di battaglia.
BRANCIFORTE – Ma sì, vi conosco benissimo. Sono un vostro cliente affezionato! Anzi, la novità dell’anno scorso, “il budino cha cha cha”, era così saporito che non si poteva più levare dalla bocca. Quest’anno cosa state preparando?
ADELINA – (si guarda attorno) Un panzerotto con un ripieno speciale.
BRANCIFORTE – E di che cosa?
ADELINA – Questo ancora non glielo posso dire, (si guarda attorno) è un segreto! L’ho mandato a chiamare perché da un paio d’anni la ditta concorrente, la “Siamo sempre i migliori & C.”, non capiamo come, viene a conoscere in anticipo la specialità che vogliamo preparare e riesce a produrla prima di noi. Si può immaginare il danno che subiamo!
BRANCIFORTE – Spionaggio industriale! (si guarda attorno sospettoso) Il personale è affidabile? (si toglie i baffi)
ADELINA – Affidabilissimo! (vedendolo senza baffi, lo guarda sbigottita).
BRANCIFORTE – Siccome le notizie non possono (con le braccia, imita il movimento delle ali) volare, ci sarà qualcuno che (unisce le mani e le sposta a destra e a sinistra) ascolta e riferisce.
ADELINA – Le posso assicurare che... A proposito di (ripete il movimento delle ali c.s.), lei quando è entrato portava i baffi?
BRANCIFORTE – Baffi? Mai portati! ... Un mistero misterioso!
ADELINA – (sovrappensiero) Quello che dico anch’io... (riavendosi) Ah, sì... Appunto per questo motivo, volevo affidare alla sua agenzia l’incarico di scoprire la spia.
BRANCIFORTE – Bene, bene. Il caso è assai delicato, ma l’Agenzia che rappresento, “L’ago nel pagliaio” ovverossia ”Il pagliaio nel lago”, non ha problemi. Siamo a sua completa disposizione! (rimette i baffi)
ADELINA – Sono contenta! (nota la ricomparsa dei baffi) Prepari un piano e fra una settimana ci rivediamo per firmare il contratto.
BRANCIFORTE – Se permette, non c’è bisogno di aspettare tanto, come mi devo muovere lo so (si tocca la testa) e il contratto (toccando la cartella) è pronto. Voilà! (estrae dei fogli)
ADELINA – E’ la prima volta che incontro una persona così veloce a preparare contratti e... farsi crescere i baffi.
BRANCIFORTE – Baffi? Quali baffi? (li tocca) Ah! Ma questa è una gibbosità, una protuberanza pilifera professionale!
ADELINA –Oh! Mi scusi, pensavo fossero semplici baffi!
BRANCIFORTE - Ora passiamo al piano... Come prima cosa vorrei incontrare quelli che circolano in questa casa, parenti ed amici. Voglio capire con chi abbiamo a che fare. (atteggiandosi a duro) A questi delinquenti, malandrini e cappi di forca, dapprima, li guarderò nelle palle degli occhi, poi li farò inginocchiare davanti a me e dopo che, piangendo e supplicando, diranno: “Pietà, non lo faremo più!” Io gli risponderò: (cambiando tono di voce) “Non lo farete più? Ah, ah, ah! E’ troppo tardi per pentirvi!”(soddisfatto) Gli farò aprire la bocca ed a turno gli spegnerò un sigaro sulla lingua!
ADELINA – Esagerato... Neppure Al Capone faceva così!
BRANCIFORTE – (sempre più cattivo) E io sì! (quasi a giustificarsi) Tanto non fumo!
ADELINA –Mi permetta. (apre la porta di sinistra) Cola!

SCENA DECIMA
COLA – (entra da sinistra) Ha chiamato?
ADELINA – Fai venire mio suocero, mia figlia e il cuoco. Falli entrare uno alla volta. (il cameriere esce dal centro) Il vecchio ha passato tutta la vita nella cucina della fabbrica, inventando le migliori ricette. Appena è successa la disgrazia di mio marito è uscito fuori di senno e l’abbiamo collocato in pensione.
BRANCIFORTE – Poveretto!
ADELINA – Un giorno si crede Napoleone, un altro un controllore del treno, la settimana passata era un cantante lirico. Mi raccomando, cerchi di non contraddirlo, il medico ha detto che gli può venire un colpo apologetico. Ora è convinto di essere un pescivendolo e chiede a tutti quanto costano le acciughe alla pescheria.
BRANCIFORTE – Si? E a quanto le vendono?
ADELINA – Ieri, a sei euro al chilo.

SCENA UNDICESIMA
Bussano. Adelina va ad aprire, mentre Branciforte indossa una parrucca nera, impomatata, con la coda. Dalla porta di centro entra Casimiro, ha in testa un colapasta, al collo porta un cordoncino che sostiene un pentolone dal quale fuoriescono due lunghi cucchiai di legno. Continua a suonare una trombetta fino a quando non giunge al centro del proscenio.
CASIMIRO – (con i due cucchiai batte sulle pareti del pentolone assumendo la veste di banditore) Attenzione, attenzione, gentilissimi signori e signore, è arrivato il banditore! (rullio) Stamattina abbiamo il piacere e l’onore di presentarvi il più meglio assai, anzi, l’assaissimo pesciaiolo del mondo universo: (rullio) Salvatore il pescatore! (si sposta alla sua destra e s’inchina verso il pubblico, poi, torna dov’era prima). Che non solo è capace di prendere pesci con amo e lenza, con paranza, reti e nassa, ma di pescare in un sol colpo anche l’asso, il tre e il re di briscola. (rullio) Tutti i pesci sono suoi: di mare, di scoglio, di fiume, di lago, di vasca, piccoli, grossi, mazzacanaglia e minuzzaglia. Mastro a prendere tonno, rombo e palombo, pesce d’uovo e pesce per brodo, per non parlare poi di capone, salmone e capitone, spatola, sogliola, ricciola e spigola, nasello e cicerello, costardella, alborella, razza e cozza. Ma, specialmente, Salvatore il pescatore, è un campione nel pescare (sottolineando) l’alice! (verso il pubblico) Non ci credete? Chi è che non ci crede? (verso uno spettatore) Lei non ci crede? Si vergogni! Fuori! (rullio) E adesso, Salvatore, senza trucco e senza inganno, con l’aiuto di una sola e semplicissima mano, vi dimostrerà quanto è abile nell’acchiappare l’alice, comunemente chiamata acciuga. (dopo il solito rullio, si sposta a destra, fa vedere la mano sinistra al pubblico e la porta dietro la schiena; poi fa vedere la destra, la immerge dentro il pentolone, tira fuori un’alice e spostandosi sul proscenio, con aria trionfante, la mostra al pubblico)
ADELINA – (alla destra di Casimiro) Papà, questo signore era amico di Micio. (Branciforte accenna un passo di flamenco) E’ ...mezzo spagnolo!
BRANCIFORTE – (alla sinistra di Casimiro) Buongiorno a vossignoria, olè!
CASIMIRO – Santo, ricco e un felice destino! (estrae dalla tasca della camicia un monocolo e guarda Branciforte) Sentiamo, che cosa fa il pesce grande?
BRANCIFORTE – Il pesce... grande? (chiede inutilmente aiuto ad Adelina) Che fa?
CASIMIRO – Sì! Che cosa?
BRANCIFORTE – (sicuro di sé) Nuota lentamente!
CASIMIRO – No! (cucchiaiata sulle spalle di Branciforte) Il pesce grande mangia il pesce piccolo! (rullio) Altra domanda: chi dorme, che fa?
BRANCIFORTE – Che fa...chi dorme? (cerca aiuto da Adelina, poi sicuro) Non è sveglio e... russa!
CASIMIRO – No! (cucchiaiata) Non piglia pesci! (rullio) Chi paga prima...?
BRANCIFORTE – (sicuro) Ha i posti migliori!
CASIMIRO - (cucchiaiata) Mangia pesci avariati! Niente, sei in alto mare e non sai che pesci pigliare! L’ultima domanda: (rullio) a quanto valgono le alici?
BRANCIFORTE – (pronto) Questa la so! A sei euro al chilo!
CASIMIRO - No! (cucchiaiata)
BRANCIFORTE – Ma, ieri...
CASIMIRO – Ieri! Oggi sono calate di prezzo, le vendo a cinque euro e novanta! Quante ne vuoi?
BRANCIFORTE – Mezzo chilo.
CASIMIRO – (alza il cucchiaio minaccioso) Solo mezzo chilo?
BRANCIFORTE – Visto che sono così fresche, facciamo... (fa segno con le dita, mentre Casimiro continua a minacciare) uno... due... chili ... !
CASIMIRO – Senti giovanotto, diamoci una bella tagliata, te ne peso cinque chili di buon peso e buonanotte! (dal pentolone estrae un involto e lo passa a Branciforte) Dammi cento euro!
BRANCIFORTE – Cento? Ma non costano cinque euro e novanta al chilo?
CASIMIRO – Prima! (alza il cucchiaio minaccioso) Hai perduto troppo tempo e il prezzo è salito! (intasca i soldi che gli porge Branciforte e si frega le mani) Finalmente ho trovato un pesce per la mia lenza! (dopo un rullio, grida come un venditore ambulante) Chi deve comprare alici fresche ?! Chi le assaggia torna a comprarle! Fresche fresche sono le alici! Passa Salvatore con alici e patelle per piazze, cortili e stradelle. (esce dalla porta centrale)
ADELINA – E dire che era così bravo a cucinare che gli hanno assegnato il “Cucchiaio d’oro”.
BRANCIFORTE – (si tocca dove Casimiro l’ha colpito) Ah, per questo è capace di adoperarlo così bene!
SCENA DODICESIMA
Bussano alla porta di sinistra, Adelina va ad aprire ed appare Meo. Mentre i due si muovono, Branciforte cambia parrucca, inforca un paio di occhiali neri ed impugna il bastone bianco.
ADELINA –L’ho fatta chiamare perché questo signore, amico del mio povero marito, è un appassionato di cucina e voleva conoscerla. E’ mezzo spa... (visto il nuovo travestimento di Branciforte e non sapendo cosa dire) spa... si... (Branciforte fa la faccia impaurita) si è spaventato... come? (Branciforte gli fa il segno di un animale feroce) I leoni...no... quello è mio marito... (Branciforte con il bastone indica il quadro con il cane) cani...sì...sì, un sacco di cani l’hanno fatto spaventare ed (con gli occhi chiede aiuto a Branciforte che si finge cieco) è diventato...cieco... non ci vede niente niente (a Branciforte) E’ vero che è cieco?
BRANCIFORTE – (camminando come un cieco, si avvicina ai due e tastando Meo con il bastone si pone alla sinistra di quest’ultimo) Sì, ciechissimo!
MEO – Oh, mi dispiace!
BRANCIFORTE –Dove ha fatto servizio come cuoco? (di nascosto con un metro snodabile misura l’altezza di Meo)
MEO – Dove? ... In Siberia ... in Cina e ... in Mongolia...
BRANCIFORTE – Perdinci! Ma qui vicino non ha mai lavorato?
MEO – Sì, quando ero piccolo, ad Aci Trezza. Poi, sono partito e non mi sono più fermato!
ADELINA – Certo, ha imboccato la discesa e via! (a Branciforte) Immagini che è capace di cucinare rose e margherite come se fossero broccoli o melanzane. Veramente bravo! L’ha visitata la cucina?
MEO – Sì, una bella cucina. Ora, per cominciare aspetto ordini.
ADELINA – Quest’anno abbiamo intenzione di preparare un piatto speciale: il panzerotto ripieno di...
BRANCIFORTE / MEO – (molto interessati) Di?
ADELINA - Corbelli!
BRANCIFORTE - (c.s.) Corbelli?
MEO – (c.s.) E cosa sono?
ADELINA – Cose che per adesso non si possono sapere! (a Meo) Lei, intanto cominci a preparare i panzerotti, appena finisce le rivelo gli ingredienti del ripieno.
MEO – Ma non è meglio che me li dice subito, così comincio a...
ADELINA – No! Se ne può andare!
MEO – Come vuole lei. Buongiorno. (esce da sinistra)
BRANCIFORTE – (ripone gli occhiali) Mi devo fare spiegare cosa dava da mangiare ai mongoli!
ADELINA – Forse paté di crisantemi o fiori che non marciscono!

SCENA TREDICESIMA
Bussano. Mentre Adelina va ad aprire la porta di centro Branciforte velocemente sparisce a destra.
ADELINA – (mantenendosi alla destra di Mentina, avanzano fino al proscenio) Oh, Mentina.
MENTINA –Ciao mamma, hai bisogno di me?
ADELINA – Sì, cara, ti ho fatta chiamare perché ti volevo presentare un amico (si gira e non vede nessuno) Ma dov’è andato a finire... (guarda in giro) Era qui...
MENTINA – Ma chi?
ADELINA – (cantilenando) Lo sai chi è venuto a trovarci?
MENTINA – (ripetendo il verso della madre) No, no lo so!
ADELINA – (guardandosi attorno confusa) Certo che non puoi saperlo, chi te lo doveva dire! Non lo vedevo da un sacco di tempo... ma come ha fatto a sparire così all’improvviso!
MENTINA – Mamma, ma cosa dici? Non ti capisco!
BRANCIFORTE – (Branciforte entra in scena da destra, indossa un saio, una parrucca con la chierica e inforca gli occhiali di prima. Cantando e benedicendo avanza fino a posizionarsi alla sinistra di Mentina) In nomine Patri ...
ADELINA, MENTINA – (alquanto sorprese) Un monaco?
ADELINA – (a Mentina) Ti presento... Padre... Gerlando, del convento di monte Piluso, un sant’uomo, un amico carissimo di tuo padre.
BRANCIFORTE – (ripete) In nomine Patri...
MENTINA – Non sapevo che avesse un amico monaco! Dove l’ha conosciuto?
ADELINA –Dove? (senza farsi vedere da Mentina, guarda ansiosa Branciforte e questi accenna un passo di flamenco) Ma certo, in Spagna, mentre... ballava il flamenco!
MENTINA– Il flamenco? Un monaco? (sorridendo) E dove lo ballava, in convento?
ADELINA – No, in una sala da ballo. Sapessi com’è bravo!
MENTINA – (con ironia) E lo ballava con tutto il saio?
ADELINA – (Branciforte le suggerisce senza saio e si muove ancheggiando) No, gli piaceva ballarlo senza. Sì... perché poteva ... sculettare meglio!
MENTINA – Oh! E quando si è fatto monaco?
ADELINA – Quando? (sorridendo) Ma quanto sei curiosa! E se non te lo voglio dire? ... Ah, ah! Quando... (con gli occhi implora aiuto a Branciforte. Questi le indica il cane del quadro, posto accanto allo specchio) Con tutte queste domande mi hai fatto confondere! Allora, devi sapere che una volta, mentre ballava, l’ha assalito un branco di cani e dallo spavento è diventato cieco e ... e... (come a significare abbondiamo) anche sordo!
MENTINA – Oh, poveretto!
ADELINA – Allora, gli è venuto un colpo di disperazione ed è scappato in un posto dove non passa neppure una carriola a palline, il deserto!
MENTINA – Immagino il caldo!
ADELINA – Certo, da impazzire! Ma siccome era... sordo, non lo sentiva!
MENTINA – Certo! E neppure lo vedeva, perché cieco!
ADELINA – Preciso!
MENTINA – Come mai ha deciso di farsi monaco?
ADELINA – Come mai? ...(con gli occhi interroga Branciforte, ma questi le risponde di non essere in grado di aiutarla)... Certo, un motivo ci sarà stato... (risoluta, a Branciforte) Gerlando, che dobbiamo fare? Invece di farmi spremere le meningi, glielo racconti a mia figlia perché ti sei fatto monaco?
BRANCIFORTE - (cantando) In nomini et Patri...Nel desèrtos passàvanos tròppis cammèllis, ìos non li vedèvos, mi pestàvanos i pieeediiis e mi ammacavanos tuttos...
ADELINA – Dice che, siccome nel deserto mancano i semafori, i cammelli, camminavano a casaccio, lo investivano di continuo e spesso lo calpestavano.
BRANCIFORTE – (cantando) E alloras hos asdisertatos (con le mani fa il segno di scappare) e preferitos ritirarmis in convieeentooos...
ADELINA – Dice che...
MENTINA – L’ho capito! Si è chiuso in convento. Ma ora ci vede?
ADELINA – Ah, sì... certo... in convento è successo il miracolo!
MENTINA – Che storia interessante! Si potrebbe scrivere un libro!
ADELINA – Solo un libro? Un’enciclopedia puoi dire!
MENTINA – Quanto tempo ancora resterà con noi?
ADELINA – Fra un’ora partirà con una carovana, ritorna nel deserto.
MENTINA – Gli auguro un buon viaggio e una buona permanenza, stia attento al caldo e ...ai cammelli! (esce da destra).
BRANCIFORTE - (cantando) In nomine Patri...
ADELINA – Padre Gerlan... Branciforte, insomma, la vuole finire di fare teatro?
BRANCIFORTE – Ha visto come ci cascano tutti? Sono o non sono bravo?
ADELINA – E allora, quali sono le sue intenzioni?
BRANCIFORTE - Tanto per cominciare, sarebbe un’ottima cosa se potessi abitare in questa casa per controllare i movimenti di ognuno. (guardandosi attorno) Potremo dire a tutti che sono un lontano parente di suo marito che abita ...in Australia.
ADELINA – L’unico che potrebbe smentirla è mio suocero, ma siccome è fuori di senno, possiamo stare tranquilli. L’accompagno nella sua stanza. (spegne la luce ed escono da destra)
SCENA QUATTORDICESIMA
Meo entra da sinistra con fare circospetto, al buio, illuminando il percorso con una lampada tascabile, si guarda attorno, poi comincia a frugare nei cassetti del tavolo, nella libreria e fra i libri.
MEO – Ma dove l’hanno messa? Per forza qui deve essere! (si guarda allo specchio, vede la sua immagine e si spaventa) Mamma mia! (poi, riconoscendosi) Ma sono veramente brutto! (ricomincia a cercare. Dopo un po’, come se gli venisse in mente qualcosa, guarda dietro i quadri fino a quando non scopre quello che nasconde la cassaforte a muro) Ah! Ecco dove si trova la ricetta del ripieno del panzerotto! Nella cassaforte! (sente rumore e si nasconde dietro il tavolo).

SCENA QUINDICESIMA
MENTINA – (entra dalla porta di centro e accende la luce. Legge una lettera, accompagnata da una musica melodica) “Mia dolce Mentina, la prima volta che ti ho vista mi ho sentito tutto sbullonato d’amore per te! Mi ho sentito assalire da un impasto di sentimenti e, allora, ho capito che senza di te la mia vita sarésse stata come una cucina senza pentole, un baccalà senza sale. Oh, fresca Mentina, sento la stessa felicità di quando ho preparato per la prima volta i maccheroni con pesce spata e melanzane! Mi astringeréssi a te come il tritato di maiale nella salsiccia o le acciughe sotto sale. Mi ammischeréi con te come il caffè nel latte, mi unirésse a te come il pepe nero nel pecorino stagionato o il pistacchio nella mortadella. Non vedo l’ora di accarezzare la tua pelle dorata, precisa precisa come la mollica tostata. Mentina, saporita come un’insalata di olive, tenera come il cuore della lattuga, morbida come la pasta a lievitare, dolce come la creme caramel con una spruzzatina di cacao, una parola è poco, due sono assai, àbbimi in i-stima che non ti costa nulla e saremo felici e contenti assieme ai nostri figli diletti. Il tuo capo cuoco della vita, Meo”. (ripone la lettera) Mamma mia! Quanto mi vuole bene! Una lettera così piena di parole... dolci, così... ricostituente non l’avevo ricevuta mai!!! E’ troppo, troppo saporita! Mi sento stuzzicare la fame... d’amore! (si volta e vede Meo) Oh, sei qui!
MEO – L’hai capito quanto ti amo, pasta di mardorla dolce?
MENTINA - Sì, brioche con la crema, l’ho capito e mi dispiace delle cose che ti ho detto poco fa. Anch’io ti voglio bene! Hai visto che aveva ragione l’oroscopo! Però nessuno mi toglie dalla testa che quella sgualdrinella di Venere ce l’ha con me. (escono da destra discutendo).

SCENA SEDICESIMA
Dal centro entra Adelina, dopo aver chiuso le porte, prende il telefonino e compone u
n numero.
ADELINA – Micio, come stai? Mi fa piacere! Anche noi non ci possiamo lamentare! Sì, gioia! Se vuole Dio, la settimana prossima ci rivedremo. A proposito, parlando con la signora Provilazzo, sono venuta a sapere che c’è un posto bellissimo dove possiamo spostarci, si chiama Baubausettiti. Preparo i documenti e ci trasferiamo. Sì, lo so... lo so... Non ci pensare! Piuttosto, ti devo dire che qui il tempo comincia a peggiorare... Se sta piovendo? Dai Micio, ogni tanto cerca di capirmi al volo! Volevo dire che la situazione si sta complicando! E’ arrivata una raccomandata dal Congo, parla di te, anzi delle tue ossa. Dice che quelle che hanno trovate non sono tue, sono (come se ascoltasse)... Quale gorilla e gorilla, ti sei fatto rifilare le ossa dell’animale più scalcinato di tutta la foresta! Le hai comprate con i saldi? Cosa combini! (cs)... Sì, ho capito, ho capito... Ma, visto che c’eri, cosa stai lì a guardare il centesimo: prendi le ossa di un gorilla come si deve! (cs) No, lo sappiamo solo io e Mentina e non lo diremo a nessuno. Te le immagini le risate della gente! L’unico a non ridere sarebbe Tano Papella, perché capirebbe tutta la faccenda e verrebbe a cercarti per farti a spezzatino! E’ vero? Ti saluto, battito del mio cuore. Cerca di stare coperto, lì c’è freddo. Ci sentiamo domani.
S I P A R I O


ATTO SECONDO

SCENA PRIMA
ADELINA – (intenta a leggere, seduta sul divano) E’ da una settimana che quella specie rara di cannolo con i piedi si è intrufolato in questa casa e non mi ha ancora detto a che punto sono le indagini. E’ entrato così bene nella parte dell’ospite che ha dimenticato il vero motivo per cui si trova qui! Non fa altro che bighellonare tutto il giorno: dorme, mangia e gioca a carte! Con i miei amici è diventato così intimo, che pare li conosca da sempre! E sembrava scemo! Ma ora basta, mi sono stufata, se non mi dà conto dell’incarico che gli ho affidato lo sbatto fuori!

SCENA SECONDA
Branciforte entra da destra sbadigliando, porta barba folta, baffi e parrucca. Indossa una vestaglia.
ADELINA – (fra sé) E’ arrivato il topo nel formaggio! (a Branciforte) Buongiorno.
BRANCIFORTE – Buongiorno. Lo sa se sono arrivati i giornali?
ADELINA – (decisa) I giornali oggi non li portano!
BRANCIFORTE – Non sono usciti?
ADELINA – (idem)No, non sono entrati! Sono rimasti fuori dal cancello.
BRANCIFORTE – Non si apre più il cancello?
ADELINA – (arrabbiata) Preciso! La prossima volta che si aprirà sarà per buttare fuori lei a pedate! Giovanotto, se è convinto che la mia casa è un albergo a cinque stelle, ha sbagliato! Le stelle gliele faccio vedere io con una randellata nel cervelletto! Cosa si è messo in testa?
BRANCIFORTE – (risentito) Signora, ma lei è convinta che mi sto divertendo? Non li vede gli sforzi ed i sacrifici che mi tocca fare dalla mattina alla sera girando come una trottola? Se l’avessi saputo prima l’incarico non l’avrei preso!
ADELINA – (con ironia) Certo, ha tutte le ragioni di questo mondo. Come ho fatto a non vedere le sofferenze che sta patendo ad alzarsi tardi al mattino, gozzovigliare a tavola e passare le notti a giocare a carte? Certo, sono grossi sacrifici! E chi le può dare torto!
BRANCIFORTE – Signora, lei non ha capito un bel niente! Per continuare a fare questa vita così faticosa, sono stato costretto a (con tono misterioso, si guarda attorno e la trascina a destra) sdoppiarmi!
ADELINA – Sdoppiarsi?
BRANCIFORTE – Sissignora! Metà di me fa finta di divertirsi, l’altra metà, invece, continua (si guarda attorno.) a fare indagini! Questa si chiama alta professionalità!
ADELINA – Ah, sì? Per curiosità, (c.s, lo trascina a sinistra.) in questo momento con quale metà sto parlando?
BRANCIFORTE – (c.s.) Con quella che indaga!
ADELINA – Allora, (c.s.) visto che lei l’altra metà la vedrà prima di me, mi faccia il favore di riferirle che mentre lei si diverte per finta, io la sbatto fuori per davvero! Anzi, siccome mi sembra brutto dividervi, lasciandone metà dentro e metà fuori, raccogliete le vostre masserizie, preparate la valigia e fuori tutt’e due!
BRANCIFORTE – Sta scherzando?
ADELINA – Non ho mai parlato così seriamente!
BRANCIFORTE – (timidamente) L’ultima proposta. Se entro ventiquattr’ore non le consegno la spia, lascerò questa casa senza pretendere un centesimo!
ADELINA – Va bene! E’ l’ultima occasione che le do!
BRANCIFORTE – Grazie! (dalla tasca tira fuori dei fogli) Stanotte ho preparato delle ricette di ripieni per i panzerotti tutte diverse. Legga. (porge i fogli ad Adelina).
ADELINA – (legge i fogli e man mano li commenta con espressioni di disgusto) Ripieno di palline di melanzane a quaglia, ripieno di quaglia di melanzane a palline, ripieno di melanzane a palline quagliate, ripieno di maccheroni con sugo di purè e ricotta, ripieno di sugo di ricotta con purè di maccheroni, ripieno di ricotta di maccheroni con purè al sugo, (legge più velocemente) ripieno di insalata di foglia di ficodindia... di baccalà ... Le ha inventate lei queste ricette?
BRANCIFORTE – (con orgoglio) Modestamente sì! Sono una cannonata, vero?
ADELINA - Così poco? La parola giusta è fra una bomba atomica e un cataclisma universale. E allora, che cosa ne facciamo di questi fogli?
BRANCIFORTE – Rappresentano la trappola! Li metterò in giro, a vista, lo spione li prenderà, tradendosi! Prima facciamo la prova con quelli che abitano questa casa, stasera, invece, con i suoi amici.
ADELINA - A proposito di amici, con le sue vincite a carte li sta riducendo sul lastrico!
BRANCIFORTE – Non mi posso lamentare! Però, non si secchi, amici come i suoi è meglio perderli che trovarli!
ADELINA – Ma guarda che malalingua! Cerchi di stare al suo posto! Non le permetto di parlare male dei miei amici!
BRANCIFORTE – Guardi che sono loro che parlano male di lei!
ADELINA – Di me? Non è vero, mi vogliono tutti bene!
BRANCIFORTE – Le cose che ho sentito... Ma lasciamo perdere, sono affari suoi!
ADELINA –Visto che sono affari miei, lei ora si accomoda e mi racconta per filo e per segno chi è stato e cosa le hanno riferito! (siedono sul divano) Cominci a svuotare il sacco!
BRANCIFORTE – (si guarda attorno) Quale sacco?
ADELINA – (infuriata) Parli!
BRANCIFORTE – Come vuole lei! (prende dei fogli dalla tasca) Cominciamo con quella che è così magra che basta un soffio per farla volare.
ADELINA – (Tutte le volte che Adelina parla, Branciforte continua a fissare l’orologio) Bel tipo, questa! Un giorno muore e l’altro è grave, però, appena sente odore di bisboccia guarisce subito. Una volta...
BRANCIFORTE – (interrompendola) Signora, ho capito il bene che le vuole, però, le ricordo che lavoro a tariffa oraria e il tempo scorre per lei! Allora, continuiamo. Questo scheletro in vacanza, (consulta un foglietto) ha cominciato a dire che lei è una riccastra ignorante, che non sa cosa vuol dire la pulizia, una sozzona insomma, che...
ADELINA – Guarda chi sta sproloquiando, il marito di questa sdentata vendeva baccalà puzzolente al mercato rionale, poi, come è successo non si sa, (fa la mossa del rubare) si sono arricchiti di botto e... (notando l’espressione di Branciforte) E’ meglio che andiamo avanti.
BRANCIFORTE – E’ senz’altro meglio! (altro foglietto) Passiamo adesso a quello che è convinto di essere un boss...
ADELINA – Dio ci scampi e liberi, “il commendatore granita”! Sentiamo cosa le ha raccontato quest’altro, che è più brutto della fame nera... (dopo un’occhiataccia di Branciforte, si tappa la bocca).
BRANCIFORTE – Ha detto che suo marito era un gran presuntuoso e certi torti agli amici non glieli doveva fare. Che c’entrava, poi, lo sfizio di andare fino in Africa a farsi mangiare dai leoni; che c’erano problemi a morire, qui, in Sicilia!
ADELINA – E’ un pallone pieno d’aria! Si crede uomo di sostanza ma appena qualcuno gli alza la voce si squaglia. Per questo motivo lo chiamano “commendatore granita”... (c.s.).
BRANCIFORTE – (altro foglietto) Passiamo ora a Provilazzo... quell’ingegnere che sembra caricato a molla!
ADELINA – Anche lui? Non ci credo! Era il socio e il migliore amico di mio marito.
BRANCIFORTE – Ah, ora capisco! Amici fedeli aveva! Questo signore si è vantato, nientedimeno, di avere portato alla rovina suo marito.
ADELINA – Cosa ha fatto? Allora è stato lui la causa dei guai di Micio! Disonesto! E sua moglie ha la faccia tosta di venirmi pure a consolare. Cosa sento, cosa sento!
BRANCIFORTE – Provilazzo ha sostituito il progetto di suo marito con uno sbagliato. Ma la cosa più grave è che era d’accordo con il proprietario della villa che poi è crollata!
ADELINA – Era d’accordo con il cavaliere Papella? Ma allora è stato un complotto per danneggiarlo! Povero Micio! (si alzano)
BRANCIFORTE - Mi dispiace...
ADELINA – E perché? Invece, dev’essere contento d’avermi aperto gli occhi. Ora, di buona lena, visto che è sdoppiabile, dica alla sua metà, quella che fa finta di divertirsi, che il tempo per scoprire la spia del panzerotto sta scadendo. Insomma, la pacchia è finita!
BRANCIFORTE – Sissignora! (prende un foglio con la ricetta) Questa ricetta la lasciamo qui, (poggia il foglio sul tavolo) gli altri fogli li sistemerò in giro.
ADELINA – Intanto, mi consegni quelli dove si parla dei miei “amici”, voglio leggerli attentamente. (esce dal centro, mentre Branciforte da destra).

SCENA TERZA
COLA – (entra da sinistra e inizia a spolverare) In questa casa non si capisce il resto di niente. Più tempo passa e più la situazione si complica! Se prima sembrava un teatro, ora è sicuro che ci troviamo in un manicomio. A farci impazzire non bastava il vecchio con tutte quelle storie che inventa o quella strampalata di Mentina che ingoia tutto quello che le suggerisce l’oroscopo... Ora, per abbondare ne sono arrivato due che, beato loro, sono un vero capolavoro. Il primo non sa fare altro che mangiare, bere e dormire! Anzi no, una cosa la fa, lo scribacchino: prende appunti di tutto quello che sente, altro non fa. Il secondo, invece, non si sa da dove sia spuntato e dice di essere capo cuoco: ma ancora non ha toccato neppure una pentola! Ma quella che mi preoccupa è quella brontolona della padrona di casa. Dà i numeri per tutte le ruote! L’altro giorno parlava al telefonino con suo marito, morto tre anni fa! Mi devo informare che scheda usa per parlare con il Paradiso! Gli chiedeva: ”Micio, come va la salute? Cerca di non stare, come al solito, troppo scollacciato perché prendi freddo! Copriti bene, mi raccomando, lo sai che siamo lontani e non posso badare a te! Cosa hai mangiato oggi? Polpette? Se non le digerisci, pigliati una Maalox o fatti preparare un po’ di acqua con l’allòro e la buccia di limone!”. E chi gliela prepara, S.Pietro? (scorge il foglio sul tavolo e legge) Riservato: ricetta del ripieno dei panzerotti. Ripieno di quaglia di melanzane a palline... Quaglia di melanzane? Sarà una novità! E come si fa? Ingredienti per 4 persone...
ADELINA – (da fuori scena) Cola, hai finito? Cosa stai facendo le uova con due tuorli?
COLA – Vengo, vengo! (conserva il foglio in tasca ed esce da sinistra).

SCENA QUARTA
MEO – (entra da destra leggendo un foglietto, sotto il braccio porta un giornale) Ho passato una vita in cucina, ma questa non l’avevo mai sentita: ripieno di sugo di ricotta con purè di maccheroni! Sarà sicuramente la ricetta segreta del ripieno dei panzerotti. Ma oramai la cosa non m’interessa più! Sono convinto che a Mentina un’azione così brutta non gliela possa fare, lei mi vuole bene ed io la tradisco entrando a casa sua come un ladro! Non è giusto! Per rubare che cosa, poi? Una misera ricetta di panzerotti! Mi sento la coscienza più nera dell’inchiostro della seppia. Ora le confesso tutto e vada come deve andare. Anche l’oroscopo è d’accordo con me! (apre un giornale e legge) “E’ arrivato il momento di prendere una decisione importante. Devi voltare pagina e confidarti a cuore aperto con la persona amata. Raccontale tutto del tuo passato, tralasciando, però, di parlare della tua operazione alle tonsille o che eri il migliore chierichetto della parrocchia. Inoltre, cerca di usare un buon disinfettante per rendere più gradevole il tuo alito”. (soddisfatto, odora il proprio alito).

SCENA QUINTA
MENTINA – (entra da destra, porta un foglietto e un giornale) Oh, Meo, amarena del mio cuore, cercavo proprio te. Ho trovato questo foglio in corridoio (gli porge il foglio) E’ importante?
MEO – (legge) Ricotta di maccheroni... Io, ne ho trovato un altro... Sicuramente saranno le ricette dei panzerotti.
MENTINA – Li ha perduti mia madre... o glieli hanno rubati. E’ una storia che si ripete puntualmente ogni anno. E’ mai possibile che neppure il tempo di pensare a un piatto nuovo e subito la ditta concorrente lo prepari? Ma come fanno a saperlo prima?
MEO – Mentina, profumo di zagara, dovrei dirti una cosa troppo importante! Io...mio bignè di pistacchio, non so se dopo quello che sto per dirti continuerai a volermi bene, ma sarebbe peggio se non lo facessi.
MENTINA – Ma che vai dicendo? Ti voglio bene lo stesso. Parla, cannolo di ricotta!
MEO – (con decisione) Io, non sono Meo!
MENTINA – E chi sei?
MEO – No, volevo dire che non sono il Meo che pensi di conoscere!
MENTINA – No?
MEO – No! (con gravità) Di me non sai tante cose. Per esempio, non t’ho mai raccontato (vantandosi) che ero il migliore chierichetto della... No, questo non c’entra. (con decisione) Basta, ascoltami, pasta di miele! (teatrale) Sono entrato in questa casa per rubare la ricetta del panzerotto ripieno!
MENTINA – Mi sembrava chi fossi! E allora?
MEO – (quasi deluso) Ma ti sembra una cosa da niente?
MENTINA – Dal modo come l’hai detto ho immaginato chissà che cosa! Che ne so, un principe in incognito, un ricercato dalla polizia internazionale, il postino che non passa da una vita... Oh, diletto intingolo...
MEO – Intingolo?
MENTINA – Sì, amore inzuppato nel sugo! Anche se sei quello che sei, cosa vuoi che possa cambiare? Caso mai, mandorla saporita, il problema è mia madre!
MEO – Lo so, iris del mio cuore, è proprio quello che temo!
MENTINA – Non ti preoccupare, babà con la crema, ti aiuterò io. Ma, toglimi una curiosità, gli anni passati chi ve le ha rivelate le nostre ricette segrete?
MEO – Tuo nonno!
MENTINA – Il nonno? E come?
MEO – Approfittavamo delle sue fissazioni: lui faceva il postino, ci portava la ricetta e noi lo pagavamo!
MENTINA – E bravo il nonno! E’ stato sempre affezionato ai soldi! Quando ancora ragionava, diceva sempre che non bisogna correre dietro i soldi ma andarci incontro. (ridono)
SCENA SESTA
BRANCIFORTE – (entra da destra e si pone alla sinistra di Mentina. Veste normalmente) Buongiorno, bella giornata oggi!
MEO – Bellissima.
MENTINA – A proposito, in Australia, di solito, com’è il tempo?
BRANCIFORTE – Non ci possiamo lamentare. Ogni tanto c’è il sole, poi piove, può fare freddo, certe volte fa caldo e ogni tanto c’è anche vento. Io, l’ombrello lo porto sempre appresso!
MEO – Certo, è meglio cautelarsi!
MENTINA - La mamma ha detto che il suo bisnonno con quello di papà erano cugini.
MEO – Allora, eravate cugini alla lontana!
BRANCIFORTE – Certo, essendo lui qui e io in Australia! Alla lontanissima!

SCENA SETTIMA
Casimiro entra dall’ingresso centrale, è abbigliato tipo turista: pantaloni e camicia sgargianti, cappello con visiera, macchina fotografica a tracolla e vistosi occhiali da sole. In una mano porta un paletto rotondo dove sono fissate diverse sagome di legno a forma di freccia, orientate in varie direzioni, sulle quali sono segnate delle località. Nell’altra, invece, impugna un’asticciola che porta in cima un tessuto colorato. Dalla spalla gli pende una sacca.
CASIMIRO – (come se parlasse con qualcuno, dietro la porta) Sedetevi lì, arrivo subito! Intanto, consumate la granita con la brioche (ai presenti) Buongiorno! Chi mi ha chiamato al telefono? (i tre si guardano perplessi)
MENTINA - (a parte, a Branciforte ed a Meo) Cerchiamo di non contrariarlo.
CASIMIRO - Forza, rispondete!
MENTINA – (a Casimiro) Mi scusi, lei chi è?
CASIMIRO – Come chi sono? Perché non si vede?
MENTINA – Potrebbe essere un turista!
MEO – No, è una guida! Hai visto che porta in mano il segnale per farsi riconoscere da lontano?
CASIMIRO – Siete degli asini! (leggendo la scritta sul palo) Agenzia di viaggi “Vai e torna”.
MENTINA - Giusto!
MEO – Era così facile!
CASIMIRO – Ancora non mi avete detto chi ha chiamato al telefono!
MENTINA, MEO – Io no!
CASIMIRO - (scorge Branciforte che cerca di nascondersi) E allora, sarà stato lui! (indica Branciforte che viene isolato dai due giovani) Guardandolo bene, mi sembra di conoscerlo. Per caso, fa il veterinario?
BRANCIFORTE – No!
CASIMIRO – Eppure, mi ricorda qualcuno che ha a che fare con gli animali. Ce l’ho sulla punta della lingua...Ah, ecco, mi sono ricordato: alla pescheria! Sì, l’ho incontrato mentre comprava del pesce, e precisamente un chilo di acciughe...
BRANCIFORTE - No, cinque chili!
CASIMIRO – Urca! Le piacciono le acciughe!
BRANCIFORTE – (con rassegnazione) Eh!
CASIMIRO – Nella telefonata che lei ha fatto...
BRANCIFORTE – Si sbaglia, io non possiedo neppure il telefono!
CASIMIRO – E’ stato lei e basta, riconosco la voce!
MEO – (a Casimiro) Perché le ha telefonato?
CASIMIRO – Mi ha detto che voleva qualche consiglio per un viaggio.
BRANCIFORTE – Quando mai! Io non sono salito mai né sopra un autobus e neppure sopra un treno, l’aereo, poi, mi fa... antipatia...
CASIMIRO – E dov’è il problema? Si può andare anche a piedi! Camminare fa bene alla salute e si arriva sani e salvi!
MENTINA, MEO – Giusto!
CASIMIRO – (ai tre) Un momento. (si sposta verso la porta centrale)
BRANCIFORTE – (a Mentina e Meo) Ma quanto siete simpatici tutti e due!
CASIMIRO - (come se parlasse con qualcuno che sta fuori) L’avete finita la granita? Ora mangiate il cannolo con la ricotta! (ritorna dai tre) Dove eravamo arrivati?
MEO – Dicevamo che (indica Branciforte) questo signore voleva fare un viaggio...
CASIMIRIO – Allora, verso quale direzione vuole andare? (indica i punti cardinali) Di qua o di là, da questo lato o da quest’altro? (Branciforte guarda sconvolto in tutte le direzioni) Però, cerchi di sbrigarsi perché là fuori mi stanno aspettando!
MENTINA – Ma guarda quanto è lento! A quest’ora io avrei risposto a bomba!
MEO – Sono convinto che lo fa apposta!
BRANCIFORTE – A me piacerebbe...mi piacerebbe...
CASIMIRO – (imitandolo) A me piacerebbe, mi piacerebbe. (furente) Che cosa?
BRANCIFORTE – Sin da piccolo, ho avuto sempre il desiderio di andare... andare... di... (si gira torno torno, poi indica verso la sala ) di qua!
MENTINA, MEO – Oh, finalmente!
CASIMIRO – E ci voleva tanto? (chiama Meo e gli affida il paletto con le sagome) Tenga in mano il libro mastro dei viaggi e dia una mescolata alle... carte (Meo fa girare il paletto e assieme agli altri conta ad alta voce).
CASIMIRO, MENTINA, MEO – Uno, due, tre, alt! (Meo blocca il paletto)
CASIMIRO – Perciò, dal libro mastro risulta che lei... ma guarda quanto è fortunato... che lei può andare a: (legge le mete segnate sulle sagome rivolte verso la platea) Caltagirone, Randazzo, (letterale) Miami Beache, Turolifo, Bruccoline e a “Quel Paese”. Però... però, prima che ci prenda gusto, siccome lei, al solito, ha perduto troppo tempo, sono rimasti posti liberi, ma in piedi, solo per andare a Turolifo e a “Quel Paese”!
BRANCIFORTE – Ma veramente, io...
MEO – E ancora insiste! Non l’ha capito che vuole aiutarla?
BRANCIFORTE – (più sfiduciato che sorpreso) Sì?
MENTINA – Certo, siccome lei non conosce neppure una lingua straniera, che ci va a fare a (c.s.) Miami Beache? Solo per fare brutta figura?
MEO –E poi, li capisce gli abitanti di Caltagirone o di Randazzo quando parlano? Avrebbe sicuramente bisogno di un interprete!
BRANCIFORTE – Mio cognato è di Caltagirone ed io...
CASIMIRO – (spazientito) Ooooh! Ma quanto è intossicante questo! Finiamola, perché adesso mi sto seccando di brutto! Perdindirindina, per vendere un misero viaggio guardate quanto mi tocca sudare! A proposito, lei l’anticipo l’ha pagato?
BRANCIFORTE – L’anticipo di che cosa?
MEO – Io non gli ho visto dare niente!
MENTINA – Nemmeno io!
CASIMIRO – Avete visto la gran faccia tosta di questo individuo? Ha la valigia pronta per partire e ancora non ha sborsato neppure un centesimo! Mi vuole fare fesso? Avanti, tiri fuori trecento euro!
BRANCIFORTE – Trecento? Ma se non so neppure dove devo andare?
CASIMIRO – Lei no, ma io sì che lo so! (fa segno a Branciforte di pagarlo)
BRANCIFORTE – (dopo aver pagato) La ricevuta non me la rilascia?
CASIMIRO – Nientemeno vuole anche la ricevuta! Vorrei sapere a che cosa le serve?
BRANCIFORTE – (timidamente) Per ricordo!
CASIMIRO – Allora, gliela faccio di tre euro! (fa finta di scrivere e dare un foglio a Branciforte che fa finta di leggere e intascare) Cerchi di non perderla! Siccome la mia è un’agenzia seria, le faccio vedere, prima, le bellezze di Turolifo (dalla sacca estrae un album di foto che si apre a fisarmonica, lo apre e lo chiude davanti a Branciforte e subito dopo lo conserva) Le ha viste? Le è piaciuto il posto? Adesso le mostro quelle di Quel Paese (come prima) Ha visto che panorami? Ora, lei di questi due bei posti ne deve scegliere uno solo. Cerchi di non sbagliare, mi raccomando! (dalla sacca prende una cuffia che Branciforte mette in testa) Pronto? Via! (Meo e Mentina imitano lo scandire di un cronometro).
BRANCIFORTE – (dopo una concentrazione esagerata) Quel Paese!
CASIMIRO –Mi dispiace, la risposta esatta è Turolifo!
MENTINA, MEO – Peccato!
BRANCIFORTE – (mentre toglie la cuffia) Mannaggia, mi sarebbe piaciuto andare a Quel Paese!
CASIMIRO – La colpa è sua, doveva concentrarsi meglio! Purtroppo, è la prima risposta quella che conta. Però, (si guarda attorno e lo trascina in avanti) però...per andare a Quel Paese (c.s.) la strada potremmo trovarla!
BRANCIFORTE - (guardandosi attorno) E come?
CASIMIRO – Conosco un amico che la può (c.s.) raccomandare. Però, lei mi capisce, siccome (c.s.) non si fa niente per niente... (gli strizza l’occhio) Insomma, pagare moneta, vedere cammello.
BRANCIFORTE – Non ci sono problemi! Quant’è il disturbo?
CASIMIRO – I soliti trecento.
BRANCIFORTE – Affare fatto! (porge delle banconote a Casimiro)
CASIMIRO – (intascati i soldi si frega le mani) Benissimo, questo è sistemato! Lei, intanto, cominci a preparare la valigia e domani mattina a quel paese glielo spedisco io, con tutte le scarpe! Contento? (mentre esce dalla porta centrale) Forza ragazzi, alzatevi che si è fatto tardi!
MEO – (dopo avere adocchiato Branciforte) Mentina, è meglio che ce ne andiamo. (escono da sinistra)
BRANCIFORTE – (mentre esamina il contenuto del suo portafoglio) Comincio a sospettare che a questo signore gli piacciono i miei soldi! (esce da destra)

SCENA OTTAVA
Adelina entra dalla porta di centro e si sposta verso il proscenio, mentre, nel contempo, in sala, appare Provilazzo che man mano avanza, accompagnata dalla solita musica, fino ad arrivare sul palco.
ADELINA – (con ironia) E’ arrivata la cara amica!
PROVILAZZO – La bellezza della signora Adelina! Come va la salute!
ADELINA – Ringraziando il Signore, non mi posso lamentare!
PROVILAZZO – L’importante è la salute, il resto non conta!
ADELINA – Certo, guai non averla!
PROVILAZZO – Come è finita con Baubausettiti?
ADELINA –Siccome mi sono arrivate certe notizie fresche fresche... Prego, prego, si accomodi. Come mai questa visita a sorpresa, è successo qualcosa?
PROVILAZZO – Cosa doveva succedere? Il desiderio di vederla mi è venuto così all’improvviso e non ho avuto neppure il tempo di avvisarla. (cerca di prenderla per un braccio, ma Adelina si sottrae) Disturbo?
ADELINA – Signora, cosa dice! (con ironia marcata) Con l’amicizia che corre tra noi! Non sia mai! A casa mia può bussare in qualsiasi momento, di giorno e anche di notte! L’aspetto sempre a braccia aperte!
PROVILAZZO – Sempre gentile, lei!
ADELINA – Cosa vuole, quando una persona merita, merita! Allora, mi dica!
PROVILAZZO – Volevo avvisarla che in giro stanno circolando certe malignità che hanno lo scopo di fare rompere la nostra vecchia amicizia.
ADELINA – Sta scherzando? Una cosa del genere non può succedere assolutamente! Fra noi, poi! Ma guarda il prurito che ha certa gente, per forza deve portare la guerra fra le famiglie!
PROVILAZZO – Si ricorda come si volevano bene i nostri mariti? Altro che fratelli!
ADELINA – E chi se le può scordare certe cose!
PROVILAZZO- Quando ha saputo della disgrazia di Micio, mio marito ha pianto per una settimana intera!
ADELINA – Nessuno riusciva a fermarlo, fino a quando è rimasto a secco per mancanza di lacrime! Perché, quando m’incontra cosa fa?
PROVILAZZO, ADELINA – Piange!
PROVILAZZO – Per questo motivo cambia strada, per non farla commuovere!
ADELINA – Ah, per questo lo fa? Ma guarda com’è sensibile (a parte) questo cadavere ambulante! Però, cara signora Provilazzo, non ho ancora capito quali sono le malignità che hanno messo in giro.
PROVILAZZO – Quali? Per farla breve, dicono che mio marito, per impossessarsi dello studio si liberò del suo sostituendo i progetti della villa del cavaliere Papella.
ADELINA – (con ostentata ironia) Accipicchia, che sento, che sento!
PROVILAZZO – Ha visto? Cose da non crederci!
ADELINA – Lei non ci crede?
PROVILAZZO – Che domanda mi fa? Certo che non ci credo!
ADELINA – (decisa) Io, invece, sì!
PROVILAZZO – Non ho capito bene quello che ha detto!
ADELINA – Ha capito benissimo!
PROVILAZZO – Sta scherzando, vero?
ADELINA – Perché si meraviglia? Scherzando si può dire di tutto, specialmente la verità. Quel materasso male riempito di suo marito, assieme a quel bell’imbusto di Papella, erano d’accordo ed hanno fatto di tutto per togliere di mezzo mio marito. Siccome il diavolo fa le pentole ma dimentica di fare i coperchi, le cose sono venute a galla!
PROVILAZZO – Guardi che si sbaglia! Mio marito con Papella non ha mai avuto niente a che fare!
ADELINA – Tutti e due sono della stessa razza e della stessa combriccola! Risponda, suo marito cosa dice di questa storia?
PROVILAZZO – Mio marito? Non abbiamo avuto il tempo di parlarne!
ADELINA – Perché, dov’è suo marito?
PROVILAZZO – Due giorni fa gli ha telefonato un amico (fa scorrere il pollice sulla guancia) di Papella, poi, il Cavaliere in persona. Non so cosa si sono detti. So soltanto che la stessa notte è partito per l’Africa. Mi ha detto che gli sembrava giusto andare in pellegrinaggio dove aveva perduto la vita il suo migliore amico!
ADELINA – Che pensiero nobile! E Papella dove se n’è andato, in Siberia?
PROVILAZZO – No, ha fatto compagnia a mio marito, sono partiti insieme!
ADELINA – Certo, l’Africa è grande, non si sa mai cosa può succedere, e poi con tutte quelle foreste che ci sono, si tengono per mano e così non si smarriscono!
PROVILAZZO – Questo pericolo non c’è, sono troppo furbi!
ADELINA – Certo, sono abituati alla jungla, ce l’hanno nel sangue la foresta, forestali sono! Siccome ho denunciato i fatti alla polizia, i casi sono due: o l’informeranno dell’arresto di suo marito oppure che è stato spolpato dai leoni.
PROVILAZZO – Come il suo!
ADELINA – Non nomini più Micio! I leoni non li ha visti neppure in cartolina!
PROVILAZZO – E allora...
ADELINA – Senta, i fatti della mia famiglia non li devo raccontare a lei. La cosa importante, che ancora non ha capito, è che quando è nato il suo diavolo il mio aveva già famiglia! Per adesso chiudiamola qui, non posso aggiungere altro! Buongiorno!
PROVILAZZO – Bongiorno! (si avvia verso la sala)
ADELINA – (sul proscenio) A proposito, visto che quest’anno non potrà andare in vacanza a Baubausettiti, lo vuole un consiglio?
PROVILAZZO – (le risponde dalla sala) La ringrazio, lo tenga per lei !
ADELINA – E invece glielo voglio dare lo stesso! Considerato che a suo marito gli hanno prenotato un letto nell’albergo del carcere Bicocca, si dia da fare per trovare una stanza matrimoniale, così state assieme! (Provilazzo, accompagnata dalla solita musica e prima di uscire dalla sala, la manda a quel paese, mentre Adelina prende il telefonino e compone un numero)
ADELINA – (compone un numero al telefonino) Micio, come stai? ... Grazie a Dio non ci possiamo lamentare! Dove sei?... Al cimitero? Ma quanto sei spiritoso! ... Ah, stai pulendo la tomba! Certo, essendo da solo, devi farlo per forza tu! Ti raccomando il candeliere, cerca di non usare l’acido perché si toglie la cromatura! Siccome la notizia che ti devo dare è troppo importante e ti può fare emozionare, è meglio che ti siedi... Dove? Ma sulla tomba! Usala almeno una volta, è spaziosa, comoda e ancora nuova di zecca! Fai coraggio, ormai ne hai per poco di stare al camposanto! Finalmente ti posso annunziare che si sono scoperti gli altarini e che stanno cantando tutti! ... Ma cosa hai capito? Che c’entrano ora i festeggiamenti della Santa Patrona... No! E’ un modo di dire! Al posto della parola altarini, potevo dire...che ne so... si sono scoperte le tombe! Hai capito? Noooo?... Le tombe di quale cimitero? Micio, aspetta, che forse è meglio che mi siedo anch’io! (siede sul divano, poi, con forza) Senti, mi devi fare il santo favore di ascoltarmi senza interrompere! Allora, (con ironia) il più grande amico tuo, Provilazzo e quella cosaccia di Papella, siccome è venuta a galla la verità, sono scappati nottetempo in Africa. Sei contento? Oh, finalmente! Hai visto, noi pensavamo che il Signore ci avesse abbandonato, invece Lui, per sistemare le cose, aveva un’idea migliore! Ora, vai a fare la valigia e appena sei pronto, finalmente, torni a casa. Intanto, comincio a parlarne con i parenti e con quelli che consideriamo amici... No, poi ti racconto che razza di amici sono! Va bene? (da fuori scena si sente rumore) Ora ti devo lasciare perché arriva qualcuno. Ci risentiamo. Ciao.
Poggia il telefonino sopra il tavolo.

SCENA NONA
BRANCIFORTE – (entra da sinistra) Signora, l’operazione pesca a stracico è riuscita, tutte le ricette che ho sparso in giro per la casa sono state ritirate. Ora, si tratta di tirare la rete e acciuffare il responsabile traditore.
ADELINA – Perfetto! Chiamo gli altri. (esce dalla porta centrale)
BRANCIFORTE - (con la faccia da duro, si sposta per tutto il palco) Li farò mettere in ginocchio davanti a me e dopo che, piangendo e supplicando, diranno: “Pietà, pietà, non lo faremo più!” Io gli risponderò: “Non lo farete più? Ah, ah, ah!”. Gli farò aprire la bocca e a turno...

SCENA DECIMA
Dal centro, entrano Adelina, Mentina, Meo e Cola.
ADELINA– Siamo tutti, possiamo iniziare! (siedono su divano e poltrone)
BRANCIFORTE – (si toglie la barba, i baffi e la parrucca) Et voilà!
MENTINA, COLA, MEO - (si alzano in piedi meravigliati e poi siedono) Oooh!
BRANCIFORTE – Ebbene si! (pavoneggiandosi) Ed ecco a voi l’inafferrabile, il misterioso, il colossale investigatore Branciforte... (s’inchina)
ADELINA – Branciforte, cerchi di sbrigarsi perché abbiamo da fare!
BRANCIFORTE – Ah, sì? (cambia tono) Allora, visto che avete premura, per non portarla alle lunghe, ovverossia accorciandola, vi dico che in questi miseri panni di anonimo australiano si nascondeva il più grande investigatore vivente di tutti i tempi...
ADELINA – (arrabbiata) Allora è proprio scemo!
BRANCIFORTE – Eh! Eh! Scusate! Allora... dicevo... Ah, sì ... si nascondeva per scoprire il freticrafo... il fetricafro... il feti... il fetente che di nascosto rivelava le ricette culinarie, gastronomiche e di cucina alla ditta nemica e che ora si trova in questa stanza, e precisamente (con tono accusatorio) è uno di voi! (dopo un attimo d’impaziente attesa, visto che nessuno fa una piega) Scusate, ma a questo punto non ci dovrebbe essere la scena di quando vi inginocchiate davanti a me ...e voi...pietà, pietà...il sigaro...

SCENA UNDICESIMA
CASIMIRO - (si affaccia dalla porta di centro, porta in testa un berretto da ferroviere, una sacca a tracollo e un auricolare all’orecchio) Che fa, mi butto? Guardate che mi butto! Mi sono buttato! (entra suonando il fischietto, mentre i presenti si alzano in piedi e gli fanno corona) Fermi tutti, sono il controllore del treno. Tanto per cominciare, sopra il treno non si sta nei corridoi a fare confusione. Perciò, sistematevi dentro lo scompartimento, in ordine ed ai vostri posti! (Mentina prende la valigia e Adelina il trolley nascosti dietro il divano; Cola, accosta la poltrona di destra all’altra; Branciforte e Meo spostano il divano posizionandolo con i sedili rivolti a sinistra, così da formare, nell’insieme, due panchine che si fronteggiano.) Lei, (a Cola) segga qui (siede sulla seconda poltrona), tutt’e due (a Mentina e Meo) da questa parte (siedono sul divano), la signora (ad Adelina) qui (siede sulla prima poltrona; veloce scambio di convenevoli fra i quattro “passeggeri”) e lei... (cercando Branciforte, che intanto si è nascosto sotto il tavolo) e dove è andato a finire? (poi scorgendolo) Oh, guarda dov’è! (indicando il sedere di Branciforte rimasto a vista) Perbacco, mi sembra di conoscerlo! (Branciforte esce dal nascondiglio) come viene chiamato, lei? (Branciforte non sa cosa rispondere) Per caso, lavora come facchino alla stazione?
BRANCIFORTE – No!
Adelina dalla valigia tira fuori dei dolci e ne offre agli altri; Cola comincia a telefonare con un cellulare; Mentina, aiutata da Meo, apre il trolley, estrae un libro, che porge al giovane, e il necessaire che utilizza per rinnovare il trucco.
CASIMIRO – Eppure, mi ricorda qualcuno che ha a che fare con i bagagli. Valigia non è e neppure pacco postale. Non ha neanche un timbro! Ma allora dove...Ah, ecco, mi sono ricordato: all’agenzia! Sì, ci siamo incontrati mentre faceva il biglietto, precisamente per Turolifo.
BRANCIFORTE - No, per Quel Paese!
CASIMIRO – Vero è! L’hanno mandato a quel paese?
BRANCIFORTE – (con rassegnazione) Eh!
CASIMIRO – (suona il fischietto) Ora basta! (sistema una sedia al centro del limite alto dell’immaginario scompartimento, poi, si rivolge a Branciforte) Segga qui, sullo strapuntino. (Branciforte siede con la faccia rivolta verso gli altri “passeggeri”, mentre questi continuano a muoversi come se fossero sopra un treno) Oh, finalmente! Ora che siete ai vostri posti, mostratemi il biglietto. Chi è pronto alzi la mano (mentre gli altri contemporaneamente mostrano un biglietto, Branciforte continua a cercare nelle tasche, svuotandole e creando confusione attorno a sé) Con chi cominciamo?
ADELINA, COLA, MENTINA, MEO - (indicando Branciforte) Con lui!
Adelina, dopo aver preso il lavoro a maglia dalla valigia, comincia a sferruzzare. Cola, facendo finta di sistemare la stessa valigia su un ripiano, l’appende ad un uncino che scende dall’alto. Mentina, ripone il necessaire nel trolley ed estrae un giornale con dei cruciverba. Meo, aggancia il trolley ad un altro uncino. I due contenitori resteranno a mezz’aria; scompariranno definitivamente quando Casimiro ritornerà in sé.
CASIMIRO – Giusto! (guarda Branciforte con disgusto) Mi dica una cosa, lei dove si crede di essere, sopra un treno o a casa sua?
BRANCIFORTE – (prima guarda gli altri, poi perplesso) Su un treno!
CASIMIRO – Non mi sembra, perché, primo, non si muove come un normale passeggero di un treno. Guardi gli altri. (indica gli altri che continuano a muoversi c.s.) Secondo, sta sporcando vergognosamente la carrozza! Terzo, dà l’impressione di non sapere neppure perché si trova in questo scompartimento. Vergogna! Una domanda: lo sa, almeno, dov’è diretto questo treno?
BRANCIFORTE – Dove? (cerca aiuto dagli altri, i quali fanno gli indifferenti o finta di guardare da un immaginario finestrino) Ma che bravi colleghi viaggiatori che siete, grazie dell’aiuto!!! ...Dove va? ... A Quel Paese non può essere, perché è già partito!... E se non glielo volessi dire?
CASIMIRO – La verità vera è che non lo sa. Ma come si fa a prendere un treno senza conoscerne la destinazione? Si rivergogni! Vuole vedere che gli altri lo sanno? (a tutti) Signori! (rivolto a Branciforte) Guardi che non sto parlando con lei! (agli altri, cantilenando) Dov’è diretto questo treno?
ADELINA, COLA, MENTINA, MEO - (in coro, con lo stesso tono) Questo treno è diretto a Passopisciaro! (fanno le boccacce a Branciforte) Eeeh!
CASIMIRO – Li ha sentiti? Tagliamola qui che è meglio! Fare lo scemo con me non gli conviene, l’ho capito subito che è il classico tipo che non vuole pagare. Ora tiro la maniglia, (tira fuori dalla sacca una maniglia simile a quella del freno d’emergenza del treno) fermo il treno e la faccio scendere a palla.
ADELINA – Lei non tira proprio niente! Ho premura e non posso perdere tempo per un morto di fame che non vuole pagare il biglietto!
COLA – Lo butti fuori dal finestrino!
MEO – Ha sporcato tutto lo scompartimento!
MENTINA – Basta con i treni! Troppa gentaglia s’incontra! La prossima volta prendo l’aereo Aci Trezza - Passopisciaro.
CASIMIRO – E va bene, per questa volta non la tiro. (ripone la maniglia e si rivolge a Branciforte) Però stia attento, appena mi fa arrabbiare la tiro! Perbacco, questo individuo ancora non l’ha capito che mi fa troppa antipatia! E’ più forte di me, non ci posso fare niente! Gli altri passeggeri, invece, a occhio si vede che sono onesti, educati e sicuramenti abbonati. (gli altri, tutti assieme, mostrano il biglietto; Casimiro fa finta di allontanarsi, poi si gira di scatto e inveisce contro Branciforte) Fuori il biglietto! Scommetto che non ce l’ha!
BRANCIFORTE – Ce l’ho, soltanto che non lo trovo. (rovistandosi addosso, toglie la camicia ed i pantaloni, rimanendo in mutande e canottiera)
CASIMIRO - (continuando a girare nel fantomatico scompartimento) Lo cerchi con comodo, tanto, io di qua non mi muovo neppure a cannonate. (pausa) Scommetto cinquanta euro che il biglietto non ce l’ha!
ADELINA, COLA, MENTINA, MEO - (in coro) Anche noi scommettiamo!
CASIMIRO – (a Branciforte) L’ha sentito che non ci crede nessuno?
BRANCIFORTE – (sconsolato) Il biglietto non lo trovo!
CASIMIRO – Come se avesse detto una novità! (al resto) Vi siete persuasi che è il classico imbroglione che vuole viaggiare a scrocco? (gli altri, prendono le distanze isolandolo). Siccome ha perso, paghi subito la scommessa! (Branciforte ad ognuno dei presenti consegna una banconota) Questo è, invece, quello che deve rimborsare alla Società delle Ferrovie. (gli consegna un foglietto)
BRANCIFORTE – (meravigliato, si alza di scatto) Cinquecento euro?
CASIMIRO – Gli sembrano esagerati! Aspetti che glielo spiego: centocinquanta euro sono per il biglietto di prima classi Aci S.Antonio-Milano...
BRANCIFORTE – Ma non era diretto a Passopisciaro?
CASIMIRO – Era! Mentre lei, come al solito perdeva tempo, mi ha chiamato (indica l’auricolare che porta all’orecchio) il macchinista e mi ha comunicato che il treno prima passa da Passopisciaro e poi continua per Milano. Ordini superiori!
BRANCIFORTE – Me lo spiega, per favore, dove l’ha vista questa prima classe se i sedili sono di legno, il treno è sporchissimo, non funziona l’aria condizionata e...
CASIMIRO – Oooh, la finisca! Ha anche il coraggio di lamentarsi! Sembra che ci fosse abituato! Che cosa vuole? Neppure se fossimo a Roma o a Milano! Qui, in Sicilia siamo! Questo è il ringraziamento! Perché non bacia per terra, dov’è più sporco!? E’ già tanto che ci sia il treno!
TUTTI – Ringraziamo il governo!
BRANCIFORTE – Fino a Milano non ci vado, scendo a Messina!
CASIMIRO - Scende a Messina? Si va bene, e io ci credo! E se all’improvviso cambia idea e arriva fino a Milano? Cosa faccio dopo, mi devo mettere a cercare lei? (suona il fischietto) Continuiamo: centocinquanta euro è la contravvenzione perché è senza biglietto, duecento per il tempo che sto perdendo con lei. Insomma, lo straordinario che sono costretto a fare per colpa sua, anziché andarmene a casa a vedere la partita! Totale cinquecento euro!
BRANCIFORTE – (con decisione) Io non pago!
CASIMIRO – Ah, sì? Visto che la pensa così, sa cosa faccio? Telefono alla polizia e appena arriviamo a Castiglione la faccio arrestare. (prende il telefonino di Adelina che si trova sul tavolo e preme un tasto).
ADELINA – Quello è il mio telefonino, posalo! (si alza e tenta inutilmente di strapparglielo)
CASIMIRO – (parlando al telefonino) Pronto, chi è che parla? ... Micio?... Micio !!! (siede sul divano e sviene, tutti gli si fanno attorno mentre Cola esce. Nel frattempo, la valigia ed il trolley scompaiono verso l’alto)
MEO – Le gambe, alziamogli le gambe! (lo adagiano sul divano e gli sollevano le gambe).
ADELINA – Papà!
MENTINA – Nonno!
BRANCIFORTE – Ma cosa gli è preso?
COLA – (rientra) Qui c’è l’aceto (glielo fa odorare a Casimiro, finché non rinviene) Si sente meglio, ora? Ci ha fatto spaventare!
MEO – Chi è Micio?
MENTINA – Mio padre!
MEO – Ma non è morto?
CASIMIRO – No, è vivo! L’ho sentito con queste orecchie!
MENTINA – Dai nonno, cosa dici, è da tre anni che papà è morto!
COLA – Ce ne sono tanti nel mondo che portano questo nome!
MEO – (a Casimiro) Come si sente?
CASIMIRO – Perché, come mi dovrei sentire? Benissimo! (notando il fischietto che gli pende dal collo) Chi me lo ha messo questo fischietto al collo?
COLA – Come, non se lo ricorda che fino ad un momento fa faceva il controllore del treno?
CASIMIRO – Ma cosa imbrogli? Quale controllore, io il cuoco faccio!
MENTINA – Oh, il nonno è guarito!
ADELINA - Papà, ma allora sei ritornato come prima!
CASIMIRO – Sono ritornato?
COLA – Era un gran simpaticone quando faceva il panettiere...
CASIMIRO – Oooh! Questo è fissato!
ADELINA - No, papà, Cola ha ragione. La notizia della morte di Micio ti ha sconvolto il cervello e ...
CASIMIRO - Micio è vivo, ho sentito la sua voce un momento fa!
COLA – Per me non è guarito!
ADELINA – Un momento! Non trovavo la forza di dirvelo: mio suocero ha ragione, mio marito è vivo!
COLA – E allora non è soltanto il vecchio! Una linea di pazzia, in famiglia ce l’hanno tutti!
MENTINA – Mamma, anche tu?
ADELINA – Tuo padre è morto per finta! La storia è troppo lunga, quando tornerà ve la racconterà lui stesso.
MENTINA – Oh, che bello, papà è vivo!
COLA – (verso il pubblico) Neppure i leoni sono riusciti a digerirlo!
BRANCIFORTE – Fermi tutti e ascoltatemi! Io ho firmato un contratto e di qua non si muove nessuno fino a quando non esce fuori chi voleva rubare la ricetta!
MENTINA - Il ladro è lui! (indica Meo) Anzi è doppio ladro, perché è entrato in questa casa per rubare la ricetta e...il mio cuore!
TUTTI – Oooh!
COLA –Dio li fa e tra loro si accoppiano!
MEO – Sì, è vero! Con la padrona del mio cuore (indica Mentina) voglio trascorrere tutta la vita! Per la ricetta le faccio (ad Adelina) una proposta. Siccome sono il proprietario della ditta concorrente “Siamo sempre i migliori & C.”, è d’accordo se ci uniamo e il panzerotto lo facciamo insieme?
ADELINA – Va bene, affare fatto! Perdinci, in un attimo ho ritrovato mio marito, il suocero, il genero e addirittura ho raddoppiato l’azienda!
BRANCIFORTE – Altolà e fermiamo il gioco!
COLA –Che caspiterina vuole ancora questo! Guardi che si è chiarito tutto!
BRANCIFORTE – No, ancora c’è una cosa che non quadra: dove sono andati a finire i soldi che mi avete fregato giocando al pescivendolo, al controllore e così via?
MEO – Oramai, cosa va cercando, è acqua passata!
BRANCIFORTE – Ah, così ragionate? Guardate cosa mi sta succedendo all’improvviso, (strabuzza gli occhi, arruffa i capelli e tira fuori da sotto la canottiera una pistola, mentre gli altri impauriti si allontanano) mi sta assalendo la pazzia! Guardate come s’arrampica piano piano; speriamo che nessuno mi fa arrabbiare, sennò mi arriva in testa e sparo a tutti. Forza, in fila, passate davanti a me ad uno ad uno e consegnatemi i soldi che vi ho dato. E senza imbrogliare, sennò sparo! (si pone al limite dell’immaginario scompartimento con il berretto di Casimiro in mano mentre gli altri, in fila, passando davanti a lui, consegnano i soldi ed escono di scena)

S I P A R I O