PARENTADO

spettacolo in tre tempi di

Marco Stefanini



Personaggi
Bruno figlio
Daria figlia
Don Dino fratello di papà
Elena madre
Federica figlia
Giuseppe collega di papà
Luciana sorella di mamma
Mauro padre
Milena figlia


Si apre il sipario e vediamo una tavola imbandita, con un gruppo di persone che stanno concludendo un pasto con il classico bicchiere di spumante che accompagna l'immancabile dolce. Le persone che vediamo sedute alla tavola sono i padroni di casa che sono il signor Mauro e la signora Elena insieme ai due figli che ancora abitano con loro, Milena e Bruno. Gli ospiti sono: una sorella della signora Elena, Luciana, una comunista del cosiddetto "zoccolo duro"; un fratello del signor Mauro, Dino, che è un prete; poi ci sono altre due figlie di Mauro ed Elena, Daria, che sta vivendo una grossissima crisi famigliare e Federica che ha un uomo che vorrebbe sposare. Infine troviamo un collega di lavoro di Mauro, Giuseppe, collega con il quale ha appena terminato un viaggio di lavoro che lo ha tenuto lontano da casa per diversi mesi.

MAURO Si può proprio dire: erano mesi che non mangiavo così bene.

GIUSEPPE Allungando un piatto perché gli venga servita una porzione di dolce dalla signora Elena.
Per me signora abbondi pure.
Quando si rimette al suo posto da una gomitata in testa a Don Dino.
Oh, pardon.

Bruno, che è un ragazzo “silenzioso”, sta gesticolando nei confronti di sua madre.

ELENA No, Bruno, una fetta è più che sufficiente.

Bruno gesticola ancora.

ELENA Ma come fai a dire che hai ancora fame? Hai mangiato il bis di tutto, adesso facciamo tutti i piatti, poi quando hai finito di mangiare quella se ne rimane te ne do un altro po'.
Intanto che gli parla fa la porzione per Milena enorme.

Bruno continua gesticolando a protestare.

ELENA Senti, quando aspetterai un bambino, ti spetteranno delle porzioni più grosse anche a te.

MAURO Alzandosi in piedi con il suo dolce in mano rivolgendosi alla moglie.
Ma che discorsi sono?
Rivolto al figlio mettendogli nel piatto una parte del suo dolce.
Tieni campione, te ne do un po' del mio.

DARIA Papà, è a dieta; il dottore ha detto che deve mangiare meno zuccheri.

MAURO Ecco il risultato di avere dei dottori in casa:
Scherzando.
...uno fa dei sacrifici per fare studiare i figli e dopo non può nemmeno mangiare in pace.

GIUSEPPE Io credo che un dottore in casa sia un bella comodità.

FEDERICA Già avere qualcuno in casa che magari ti fa un massaggio quando ne hai bisogno deve essere una bella cosa.

DARIA Bisogna vedere poi se te li fa i massaggi.

MAURO Dove lo hai messo Lorenzo, è sempre venuto anche lui a mangiare qui per la festa di fine estate?

DARIA L'ho messo che a casa nostra è già inverno da un bel po'.

GIUSEPPE Abitate così tanto a nord?

Bruno gesticola con la madre.

ELENA Ma certo che dopo ci andiamo a vedere i fuochi.

DARIA Mamma, passami ancora dello spumante.

ELENA Ma lo hai già finito?
Porgendole la bottiglia.

FEDERICA Scusate posso telefonare?

LUCIANA Sentitela, scusate posso telefonare. Ma cosa sono questi formalismi, almeno in casa tua sei libera di fare quello che vuoi. Vai telefona pure.
Federica si alza e va al telefono.

DINO Io credo che la buona educazione sia una regola fondamentale, iniziando dalla famiglia.

MAURO Assaggiando il dolce.
Oddio, questa torta. Quanto mi è mancata in questi mesi, e come mi siete mancati voi.

GIUSEPPE Buona, buona.

MAURO E’ questo il sapore di casa, quando sei via hai tutto il necessario ma ti manca questo. E’ l’essenza della nostra famiglia: a partire dallo sfondo della pasta sfoglia, formata da tante piccole fragili sfoglie che insieme hanno un corpo e una solidità, come voi tutti che assieme siete la base della mia vita.
Federica torna a sedere a tavola, evidentemente non ha trovato la persone alla quale doveva telefonare.
Poi si sente la forza delle uova, la forza del mio campione, la grazia e l’innocenza delle fragole della mia piccola Milena, la dolcezza dello zucchero che è sono di questa casa grazie alle mie figlie. Poi trovo il grande carattere del brandy sia quello di mio fratello Dino, come la giusta proporzione, assolutamente necessaria, del gusto delle tre gocce di olio di mandorle amare che sono di mia cognata Luciana.
Alla fine di questo delirante crescendo Mauro si alza levando il bicchiere di spumante al cielo.
Un brindisi a tutti voi, è bello essere di nuovo a casa: cin.
Tutti si alzano e fanno tintinnare il proprio bicchiere con quello degli altri senza troppo entusiasmo.

GIUSEPPE Nella casa di uno come me non ha questo sapore la torta di fragole all’amaretto.

LUCIANA Una torta è una torta, non diciamo delle stronzate.

DINO E no, qui non sono d’accordo...

LUCIANA Perché io e te prete siamo mai d’accordo su qualcosa?

ELENA Luciana, godiamoci questa serata in santa pace. Adesso ci prepariamo e andiamo tutti alla bella vista a vedere i fuochi.

Bruno gesticola qualcosa.

DARIA Ha ragione Bruno, eravamo d’accordo di andarli a vedere sul sasso del monte chino.

DINO Quest’anno non mi sembra il caso, è un po' faticoso arrivarci.

Bruno gesticola ancora.

MAURO Ma che faticoso e faticoso, l’idea è buona, andiamo tutti sul sasso.

LUCIANA Poi il prossimo anno sarà impossibile andarci sul sasso, quindi stasera conviene andarci.

MAURO Milena, si può sapere che cos’hai? Non hai mangiato quasi niente, non hai spiccicato una parola durante tutta la cena, lasci lì anche il dolce.

GIUSEPPE Se non lo mangia, se non vi dispiace lo mangio io.
Prende il piatto.

MILENA Niente pa’, niente. E’ che non mi sento troppo bene.

LUCIANA Ma non è mai morto nessuno per essere...

DINO Per zittire Luciana.
Io credo che sia il momento di un buon sigaro. Esco a fumare.

ELENA Per creare un diversivo.
Dai ragazze sparecchiamo così dopo usciamo tutti assieme.

GIUSEPPE Capo, mi fa vedere il Gilera?

MAURO Distratto perché ha percepito qualcosa nell’aria che non riesce a mettere a fuoco.
Quale Gilera? Ah, il Gilera. Sì. Vieni con me, ce l’ho in garage. E’ messo un po' male ma è stato un bel colpo di fortuna.
Si alzano.
Noi andiamo in garage, quando siete pronte per andare diteci qualche cosa.
Tutti si alzano, il prete per andare a fumare, le donne e Bruno per incominciare a sparecchiare e Mauro e Giuseppe per andare in garage.
Campione dai vieni con noi che stasera magari ci scappa un giretto sul motorino.

In scena rimangono solo le donne che incominciano a sbarazzare il tavolo, andando avanti e indietro dalla cucina portandoci i resti della cena.

ELENA Milena è meglio se ti metti a sedere.

LUCIANA Ma che sedere e sedere, adesso solo perché aspetta un bambino non gli fate muovere un dito?

MILENA Con il papà come facciamo?

ELENA Con il papà facciamo che, per questa sera, lo lasciamo all’oscuro, tanto ormai un giorno in più non cambia niente.

FEDERICA Certo che hai una bella fortuna, aspettare un bambino, non è solo la nascita di un essere umano, ma è la nascita di una nuova famiglia. Se la avessi io una fortuna così...

LUCIANA La nascita della famiglia è poi tutta da vedere.

MILENA E’ vero, io non lo so ancora se mi sposerò.

LUCIANA Ci vuole della calma in queste cose, non si può mica sposare con il primo che le capita.

ELENA Ma non è poi mica il primo che le capita: è il suo ragazzo il padre del bambino.

FEDERICA Starai scherzando? Non puoi lasciarti scappare una occasione del genere, se vuoi il mio consiglio sposati subito. La vita di una donna è molto dura se rimane sola, figuriamoci con un bambino a carico.

MILENA Voi date per scontato che ci sarà un bambino nel mio prossimo futuro.


LUCIANA Ecco, è qui che vi volevo.

ELENA Luciana non cominciare eh?

LUCIANA Io non comincio proprio niente: però nel 1979 siamo riusciti a fare approvare una legge...

ELENA Lo so, anzi lo sappiamo tutti.

FEDERICA Non ci posso credere che tu voglia...

MILENA Io non voglio proprio niente. E’ questo che vi dovete mettere in testa. Non so che cosa farò. Voi dovete solo lasciarmi in pace.
Esce con qualcosa in mano.

ELENA Sia fatta la tua volontà.

FEDERICA Sì, capisco che possa essere confusa, ma deve fare tesoro dei consigli che possiamo darle, parlo con il frutto dell’esperienza.

DARIA Ma quale esperienza, la tua è una battaglia persa dall’inizio.

FEDERICA Perché. Eh? Perché? Solo perché sto tentando di mettere su famiglia sbaglio? Che cosa c’è di male ad avere una famiglia? Sembri quell’altro idiota là che, fra parentesi, non ha aspettato neanche la mia telefonata. E poi parli proprio tu che una famiglia ce l’hai già.

DARIA A sì, ho proprio una bella famiglia io.

ELENA Una famiglia rimane sempre una famiglia.

DARIA Ne sei assolutamente sicura?

LUCIANA Le statistiche dicono il contrario: i divorzi e le separazioni sono in aumento.


FEDERICA Non mi dire che tu e Massimo...

DARIA No, no. Io non ti dico niente, anche perché secondo me ormai c’è ben poco da dire.

ELENA Ma Daria.

DARIA Mamma, ti prego. Io non sono nata per fare la martire come te. Io non mi accontento di vivere: io voglio essere felice.

FEDERICA E cosa ci può essere di meglio che essere sposati?

LUCIANA Non esserlo.

ELENA Ma perché mi parli così: io sono felice di essere esattamente dove sono.

DARIA Mamma, ne hai tutti i motivi di essere felice. Se siamo qui oggi vive e vegete lo dobbiamo solo a te, tuo marito non c’è mai stato.

ELENA Non parlare così di tuo padre, sono state circostanze di lavoro che ogni tanto lo hanno allontanato da noi. Fisicamente era lontano, ma era sempre con noi.

DARIA Non basta mamma, e lo sai bene.

FEDERICA Ci devi pensare bene prima di fare dei passi avventati.

DARIA Non ci saranno passi avventati, sono dei mesi che ci trasciniamo in una discussione continua, c’è sempre una tensione in quella casa...

ELENA E’ molto tempo che non funziona più?

DARIA Non so neanche con chi sono sposata ormai, non lo so più. Tutti questi anni sono stata sposata a un... Non so neanche come definirlo, mi sembra di non averlo mai conosciuto. E poi mi meraviglio se mi scopro ad usare certa roba...

ELENA Non avrai mica ripreso ad usarla?

DARIA Una volta sola, ma è stato già più di un mese fa.

ELENA Non ci puoi ricadere.

DARIA Non ci ricado. Non ti preoccupare, non ci ricado. Ne sto parlando con il mio analista e mi sta aiutando.

FEDERICA E Massimo ti aiuta?

DARIA Non si accorge neanche se respiro ancora.

LUCIANA Che bel marito, complimenti.

FEDERICA Cosa c’entra, c’è marito e marito. Voglio dire che non è l’istituzione che non funziona, sono gli uomini. Ma perché non ne trovo mai uno che sia disposto a sposarmi?

LUCIANA Cosa vuoi stare a cercare marito, guarda me, dimmi: ti sembro una a cui manca qualcosa?

FEDERICA Hai tempo che incomincio a farti una lista?

ELENA Dal mio punto di vista posso dirvi che sposate non si sta male.

FEDERICA Perché sei sposata mamma?

ELENA Capisco che vostro padre possa qualche volta avere dato l’impressione di trascurarci. Ma non ha mai alzato un dito contro di voi, ci sono padri e mariti peggiori di lui, ne sono sicura.

DARIA A non c’era mai faceva fatica a picchiarci.

FEDERICA Ci mancava solo questa.

ELENA Per esempio stasera, avete visto che ha fatto di tutto per essere insieme a noi?

DARIA Si vede che veniva a casa comunque questa sera, noi non c’entriamo niente.

LUCIANA Se ti ritrovi un marito così comunque è anche colpa tua.

ELENA Sentiamo cosa hai da dire tu.

LUCIANA Ho da dire che non conosce neanche le proprie figlie, non sa di Milena che è in cinta, non si accorge neanche che Daria e Massimo si stanno per lasciare, e il bello è che non intuisce niente e questo grazie a te che ti sei sempre sobbarcata di tutto.

ELENA Ho capito che siete tutte capaci di criticare.

DARIA Chi c’era alla festa di quando mi sono laureata eh mamma?

FEDERICA E quando mi sono rotta il braccio cadendo dalla pianta chi è che c’era?

Rientra di corsa Milena dalla cucina.

MILENA Oddio, corriamo fuori.

ELENA Ma che cosa è successo?

MILENA Stavo guardando fuori dalla finestra quando ho visto la luce del fanale del motorino che andava in mezzo alle piante in direzione del canalone e non si è fermato.
Esce di casa insieme a Federica.

ELENA Correndo fuori di casa.
Bruno!

LUCIANA Verso il canalone? Per me è morto.
Esce con Daria.

FEDERICA Rientrando in casa.
Che volo, speriamo non si sia fatto male. Dai portatelo dentro.

MILENA Rientrando in casa.
Guarda te che cosa vanno a combinare...

ELENA Rientrando in casa.
Sono peggio dei bambini, loro e la loro collezione di motorini d’epoca.

DARIA Rientrando in casa.
Mettiamolo in modo che sia comodo che lo visito.

DINO Rientrando in casa.
Sono proprio degli scemi, ma come si fa ad andare in giro in quel modo? Ho preso una paura che ormai mando giù il sigaro.

Rientrano in casa Mauro e Bruno che portano a spalla in casa Giuseppe.

GIUSEPPE Sto bene, sto bene. Mettetemi giù.

MAURO Stai buono qui seduto che adesso ti visita Daria.

Bruno appena appoggia Giuseppe incomincia gesticolando a raccontare l’incidente.

GIUSEPPE Come mi visita Daria?

ELENA E’ un dottore mia figlia, si lasci visitare.

GIUSEPPE Ma sto bene, ho preso qualche botta, ma non è niente. Mi dispiace per il motorino capo.

FEDERICA E’ bene che si faccia dare un’occhiata, magari uno prende delle botte che subito non sembrano niente e poi invece...

Bruno gesticola.

ELENA Tanto se muore c’è già zio Dino qui? Queste cose non si dicono Bruno.

DARIA Avvicinandosi a Giuseppe.
Allora dove ti fa male?

GIUSEPPE Spostandosi.
Ma da nessuna parte.

MAURO Senti Beppe, qual è il problema? Perché non ti lasci dare una occhiata, così anche io dopo sono più tranquillo. E’ un dottore.

GIUSEPPE Lo so ma...

FEDERICA Cosa c’è non si fida?

GIUSEPPE No ma...

ELENA Guardi che è brava.


GIUSEPPE Non lo metto in dubbio però...

DINO Però che cosa?

GIUSEPPE Eh, che lei è una donna.

DARIA E allora? Guarda che sono più brava io di tanti uomini.

GIUSEPPE Il fatto è che si insomma sono un po' in imbarazzo... Farsi visitare da una donna, voi capite...

DINO Ma cosa vuol dire, che si vergogna?

GIUSEPPE Effettivamente, sono un po' in imbarazzo.

MAURO Storie. Daria: visitalo.

GIUSEPPE Un momento, si potrebbe avere un po' meno gente intorno?

MAURO Giusto, questo è sacrosanto. Bruno vieni fuori con me che andiamo a prendere su i pezzi del Gilera. E voi andate a fare qualche cosa in cucina, così Daria lo può visitare.
Escono dalla stanza Mauro e Bruno che escono dalla casa, e gli altri componenti della famiglia che vanno in cucina, lasciando soli Daria e Giuseppe.

DARIA Allora, dove ti fa male?

GIUSEPPE Ma niente in particolare...

DARIA Ti do tre secondi per rispondere. Uno, due...

GIUSEPPE Il polso, mi fa male il polso.

DARIA E tu ti vergogni di farti visitare da una donna un polso? Ma il tuo analista che cosa dice?

GIUSEPPE Il mio analista?
Daria intanto gli muove il polso.
Ahi, ahi, piano.

DARIA Sì,
Continuando a visitare il polso di Giuseppe.
...non hai un analista?

GIUSEPPE No, ho paura di no. E’ molto grave?

DARIA No, è solo una botta. Adesso gli diamo una fasciata e poi sei già come nuovo.
Prende una fascia e incomincia a fasciargli il polso.
Vuoi dirmi che non sei in analisi? Ma siamo quasi nel duemila, come è possibile?

GIUSEPPE Io l’unica analisi che ho sempre fatto è l’analisi logica, a scuola.

DARIA Io sono cinque anni che ci vado.

GIUSEPPE E ti piace?

DARIA Ma l’analisi è una cosa che fai mica perché ti piace...

GIUSEPPE No? E perché allora continui ad andarci?

DARIA Ma perché ne ho bisogno.

GIUSEPPE E cosa succede in analisi?

DARIA C’è un dottore, uno psicologo, al quale racconto tutto quello che mi passa per la testa, al quale racconto i miei problemi.

GIUSEPPE E lui te li risolve.

DARIA No, guai. Te li devi risolvere da solo i problemi.

GIUSEPPE Vuoi dire che tu devi pagare qualcuno solo perché ti stia ad ascoltare? Ma tu non sei sposata?

DARIA Ancora per poco.

GIUSEPPE E perché finché ce l’hai non ne parli con tuo marito dei tuoi problemi?

DARIA Ma perché sono cose intime, alcune riguardano anche me e lui.

GIUSEPPE E tu le vai a raccontare piuttosto ad un estraneo?

DARIA Ma non è un estraneo, è il mio analista.

GIUSEPPE Pensa che io vorrei avere una ragazza per raccontarle tutto.

DARIA Ma la vita è più complicata di così.

GIUSEPPE Be, non lo è neanche così tanto.

DARIA Colpita dalla risposta, finendo di fasciare il polso.
Ecco fatto. Come va? Fa male?

GIUSEPPE Un po' si, ma poteva andare peggio, c’erano dei pezzi del Gilera sparsi per tutto il canale... Mi dispiace per il capo, ma così si divertirà di più a rimetterlo a nuovo.
Daria lo guarda da vicino con intensità.
Ho qualche cosa che non va? Perché delle volte ho i capelli proprio qui che hanno una leccata e mi viene una specie di frasca qui per aria...
Vengono interrotti da Dino che arriva dalla cucina con indosso un grembiule.

DINO Allora il nostro ferito?

DARIA Sopravviverà.

DINO Evviva. Allora possiamo andare a vedere i fuochi come da programma.

Arrivano nella stanza Federica, Elena e Milena.

FEDERICA Allora possiamo prepararci a uscire per andare al sasso?

DARIA Tu Milena cosa fai, te la senti?

MILENA Sì, sì, mi sento bene, possiamo andare.

ELENA Vado a chiamare quei due che si preparino.
Esce dalla casa.

GIUSEPPE Rivolto a Milena.
Ma che cos’hai?

MILENA Perché?

GIUSEPPE No dico, ti senti poco bene?

MILENA No no.

GIUSEPPE Rivolgendosi a Daria.
Secondo te sta bene? Io non sono un dottore però mi sembra che ci sia qualcosa.

DARIA Davvero?
Giuseppe annuisce, Daria adesso gli parla in confidenza.
Sai mantenere un segreto? Aspetta un bambino.

GIUSEPPE In che senso deve tornare dalla colonia?

Rientrano, Elena, Mauro, Bruno e Luciana.

LUCIANA Parlando con Mauro.
Ce n’era una in mostra all’ultimo festival dell’Unità che era identica, così almeno mi sembra da quello che c’è rimasto.

Bruno gesticola qualcosa alla madre.

ELENA Non sei riuscito a trovare il manubrio? Non ti preoccupare, domani con la luce del giorno lo troviamo. Adesso vatti a mettere qualcosa addosso, che andiamo a vedere i fuochi tutti assieme.

DINO Per me vedere dei fuochi d’artificio è come rivedere un film.

FEDERICA Zio Dino?

DINO Eh, mi torna in mente una vecchia storia...

MAURO Cos’è successo?

DINO Ma niente...

MAURO Eh no, adesso ci racconti.

DINO Ma cosa vuoi che stia a raccontare, sono storie che non interessano a nessuno.

MAURO Sei proprio duro eh? A me interessa: quando è successo’

DINO E’ stato quando c’è stato quel terremoto terribile in India.

MAURO Tu non sei mai stato in India.

DINO No, io all’epoca ero in Sudan. Oh, che caldo che fa in Sudan. Avevamo progettato una strada che ci avrebbe risparmiato un sacco di tempo. La missione, con la strada che esisteva quando siamo arrivati là, era a un giorno di viaggio dalla città più vicina. Città... Chiamiamola città. Due capanne.. Vabbè. Avevamo capito che se noi non avessimo seguito la strada ma avessimo battuto una pista che girava esattamente dalla parte opposta saremmo arrivati in un altro villaggio in metà tempo: in metà tempo eh? Fate conto una roba alla Cristoforo Colombo. Fa niente. Quando c'è da partire succede una mezza epidemia nella missione. Facciamo una epidemia intera: l'unico a cui non era venuto il caghetto ero io. Fa niente, c'è da partire, parto. Anzi dovevo pure fare presto perché quelli della confraternita si può ben dire che mi aspettassero con ansia. Era pericoloso ma un uomo sa quando è il momento di andare e io sono andato. Carico un po’ d'acqua, un po’ di cibo, delle taniche di benzina, un razzo segnalatore in caso di necessità e vado. Sono lì che vado a un certo punto mi accendo un sigaro. Tento. Quando schiaccio l’accendisigaro l’impianto elettrico va completamente in tilt. Niente tergicristalli, tanto là non piove mai. Niente fanali, era giorno. Niente frecce, tanto non sapevo che cosa farmene. Niente radio, la ricetrasmittente era diventata muta, questo mi disturbava già di più. Arriva il momento del primo rifornimento e la tanica non era di benzina ma era di gasolio. Proseguo a piedi con lo zaino in spalla, secondo me tanto ero quasi arrivato. Cammino non so per quanto e decido, sta calando la sera, di lanciare il razzo segnalatore: non ho da accendere. Il giorno dopo intanto che vagavo sperduto si vede che il caldo ha fatto una sorta di autocombustione e il razzo è partito, peccato che lo avessi chiuso dentro la zaino. A parte che dopo sembravo il negativo della foto di un moicano, però mi hanno trovato. Eh, che storia interessante? Ma! Per un grappino di là in cucina vero?
Esce.

Ritorna Bruno con una giacca e gesticola nei confronti degli altri.

ELENA Si che siamo pronti, via che si parte.
Si incomincia a preparare infilandosi il cappotto e il fazzoletto in testa.

MAURO Comunque Dino tralascia sempre il particolare più importante di questa storia.

MILENA Quale?

MAURO Che quando lo hanno trovato e portato in quel villaggio ha salvato un sacco di bambini che stavano morendo per non so quale epidemia.


DARIA A Giuseppe.
Vieni anche tu con noi vero?

GIUSEPPE Mi fanno un po' paura i fuochi... ma vengo volentieri.
Escono Giuseppe e Daria insieme.

LUCIANA Speriamo siano un po' meglio dell’anno scorso.
Uscendo dalla stanza.

Dino rientra, Bruno gesticola poi tira per un braccio Federica.

FEDERICA Sì che andiamo, ci vuole ancora un po', rilassati. Milena sei pronta?

MILENA Tutti a sasso alto allora?
Escono Bruno, Federica e Milena.

MAURO Da dentro casa.
Aspettateci ragazzi...

DINO Mauro, Elena. Vi dovrei parlare.

ELENA Adesso che stiamo andando a vedere i fuochi?

MAURO Non possiamo fare domani?

DINO Preferirei, farlo adesso. Mi sono ripromesso di parlarvi appena avrei potuto avervi tutti e due, ho aspettato che tu tornassi dal viaggio e adesso vorrei che mi dedicaste un minuto.

MAURO Sei sicuro che non puoi aspettare?
Dino fa segno di no.

ELENA Togliendosi il fazzoletto dalla testa e sfilandosi al cappotto va verso la porta.
Ragazzi, andate pure avanti voi, vi raggiungiamo dopo.
Tornando dagli altri due.
Allora?

DINO Devo parlarvi di una persona. Ho avuto notizie di Moreno.

ELENA Moreno? Come sta?

MAURO Come fai ad avere notizie di Moreno, è sparito da dieci anni. Probabilmente è morto.


ELENA Come fai a dire una cosa del genere di tuo figlio?

MAURO Quello non è più mio figlio.
Rivolto a Dino.
E allora come fai a dire di avere sue notizie?

DINO Mi ha scritto una lettera.

ELENA Una lettera? Me lo sentivo che era vivo.

MAURO Sarcastico.
E cosa dice di salutarci?

DINO Non proprio direttamente, ma credo che mi abbia usato per portarvi sue notizie.

ELENA Sta bene si?

DINO Sta bene, ora è felice. Si sta per sposare, dice che ha un buon lavoro, che guadagna bene e che vuole avere dei figli.

ELENA Fammela leggere.

MAURO E da noi che vuole?

DINO Ormai più niente, dice solo che gli sarebbe piaciuto essere felice insieme a voi.
Dopo una pausa.
Qui c’è la lettera,
La appoggia su un tavolo.
...mi sembra giusto che siate voi a decidere cosa farne. Io me ne vado a dormire. Salutatemi voi i ragazzi. Buonanotte.
Se ne va senza che gli altri due lo abbiano salutato.

ELENA Con un soffio di voce.
Moreno.
Si alza e va a prendere la lettera che Dino aveva appoggiato su un tavolo, la apre e comincia a leggerla.

MAURO Il grande uomo, si fa vivo. Ha voluto fare un colpo di teatro. Ci scrive una lettera. Bella soddisfazione da un figlio. Leggi, leggi pure. Sciocca. Ormai non esiste più per noi, quello non torna più, e non voglio neanche che ci provi a tornare.
Lei continua a leggere la lettera.
Noi ci dobbiamo preoccupare dei nostri figli, quelli veri, quelli che ci stanno vicini e che ci vogliono bene, e che non farebbero mai niente che per farci male, anzi.
Urlando.
Vuoi ascoltarmi quando parlo per Dio!
Lei sembra che proprio non lo senta, lui le strappa dalle mani la lettera.

ELENA Ridammela.

MAURO Cosa vuoi farne, questa è la lettera di un fantasma.

ELENA Mauro, ridammela immediatamente.

MAURO Se proprio voleva dirci qualcosa veniva a dircela in faccia, come fanno gli uomini. Era qui il suo posto e lui ha preferito andarsene. Va bene, prego si accomodi: ma ci faccia il piacere di non farsi mai più vivo per favore.
Da una occhiata alla lettera e comincia a leggere a voce alta.
“Sì adesso sono felice, mi sposo, voglio avere dei figli per dargli tutto quello che non mi ha saputo dare mio padre.”
Fa una pausa, toccato da quello che ha letto, adesso parla come se stesse pensando a voce alta.
Ma cosa voleva, qui aveva tutto. Non gli mancava niente, gli ho dato tutto. Che cosa voleva di più?

ELENA Era te quello che voleva.

MAURO Ma come, con tutto quello che ho fatto per lui?
Alzando la voce.
Con tutti i sacrifici che io ho fatto per la mia famiglia?

ELENA Alzando la voce.
Sì, tu facevi i sacrifici, ma tutti noi avremmo voluto invece averti a casa, avere un padre e un marito vicino.
Urlando.
Non vedi, che non conosci neanche chi sono le tue figlie?
Con un tono più dimesso.
E io non so chi ringraziare per avere fatto in modo che non abbiano seguito Moreno.

MAURO Alterato.
Tu sei impazzita, quel ragazzo ti ha rovinata. Gli altri figli sono qui con noi perché sono delle brave persone e sono io il loro padre e non Moreno. Loro sono tranquilli felici, perché sanno che gli ero vicino anche se ero lontano.

ELENA Urlando.
Non basta e lo sai benissimo.

MAURO Non basta? Che cosa dovevo fare eh?
Urlando.
Che cosa?
Parlando.
Dovevo lavorare per la miseria, dovevo stare fuori perché faceva parte del mio lavoro.

ELENA Il lavoro eccolo il vero senso della tua vita.

MAURO Mi sono sempre fatto in quattro per tutti.

ELENA Sei sempre stato solo un egoista e un insensibile.

MAURO Sei ingiusta adesso a parlarmi così.


ELENA Alzando la voce.
Cosa sai dei tuoi figli, dimmelo cosa sai.

MAURO Alzando la voce.
So tutto quello che c’è da sapere.

ELENA Con tono di discussione.
A davvero? Adesso ti racconto qualcosa io.

MAURO Discutendo.
Brava, adesso voglio proprio sentire che cosa hai da dirmi.

ELENA Continuando a voce alta.
Da chi vuoi che cominci, dimmi un nome, uno a caso.
Si incominciano a sentire i botti dei fuochi d’artificio.

Da questo momento si vedono le figure dei due coniugi che stanno discutendo, senza riuscire a sentire altro che frammenti di parole perché il rumore dei fuochi d’artificio ne copre la maggior parte. Su questi rumori di fuochi si chiude il sipario e il primo tempo.


SECONDO TEMPO

Si riapre il sipario e ci troviamo nella cucina della casa di Mauro e Elena. E' mattina. Il giorno è quello successivo a quello della festa di fine estate. C'è in scena Mauro, con in mano una tazza, seduto al tavolo della cucina. Ha un aspetto piuttosto stracciato, è infatti rimasto in piedi sveglio dalla sera prima. Guarda dentro alla tazza ed ha un aspetto piuttosto pensieroso, fa per bere, si accorge che la tazza è vuota, si alza in piedi, prende la caffettiera e si versa dell'altro caffè. Arriva Luciana, che ha passato la notte lì. E' in tuta sta uscendo per andare a fare un po’ di footing.

LUCIANA Buon giorno, già in piedi?

MAURO Sì, sono già in piedi.

LUCIANA Che lo vede un po’ scompigliato.
Va tutto bene?

MAURO Eh? Sì, sì tutto bene. E tu tutto bene?

LUCIANA Non ho dormito un granché, ma quando non sono nel mio letto faccio sempre così.

MAURO Accorgendosi della tenuta di Luciana.
Cosa sei in partenza?

LUCIANA Vado a fare un po’ di corsa, scarica i nervi.


MAURO Davvero?

LUCIANA Vuoi venire?

MAURO Dove a guardarti correre?

LUCIANA No, a correre.

MAURO Io che corro? Impossibile.

LUCIANA Sembra che tu non abbia mai corso in vita tua.

MAURO Secondo te come mai ci siamo trasferiti qui? Al centro della più grossa zona antisismica italiana?

LUCIANA Secondo me ti farebbe bene un po’ di movimento.

MAURO No. Mi farebbe molto male invece, sono sicuro.

Arriva la moglie Elena.

LUCIANA Non ci posso credere, tu già in piedi a quest'ora? Non puoi essere mia sorella.

ELENA Ciao Luciana.

MAURO Ti sei alzata per andare a fare una corsa con tua sorella?

ELENA Secondo te è solo una coincidenza che non abbia neanche un paio di scarpette da ginnastica?

LUCIANA Va bene, ho capito. Io vado.
Esce di casa.

C’è un momento di grande imbarazzo durante il quale non si dicono niente, Elena tira fuori una tazza e si versa del caffè. Poi va dietro a Mauro lo cinge con un braccio e lo bacia sulla testa.

ELENA Non sei venuto a letto.

MAURO Non avevo sonno.

ELENA E bevendo del caffè pensi che ti possa venire? Come ti senti?

MAURO Mi sento... Ma! Guarda ho un peso sullo stomaco...

ELENA Neanche io sono riuscita a dormire sai?

MAURO Vorrei che tu mi spiegassi una cosa: a te questa cosa di Milena non ti... Voglio dire sei dalla sua parte così... Ma non ti lascia di sasso? Anche io voglio essere dalla sua parte però non so cosa pensare.

ELENA Io non ho mai detto di essere dalla sua parte.

MAURO Perché non lo sei?

ELENA Lo sono e non lo sono.

MAURO Cosa significa?

ELENA Significa che ha bisogno di me. Però sono così arrabbiata con lei...

MAURO Ieri sera sembrava che fosse tutta colpa mia. C’è un alka selzer?

ELENA Ma come ha potuto rimanere in cinta... Così.

MAURO Già, come ha potuto? Secondo te cosa dobbiamo fare noi adesso oltre a prendere un alka selzer?

ELENA Che cosa dobbiamo fare... Prima di tutto vorrei che fossimo uniti.

MAURO Ma lo siamo...

ELENA Lo siamo? E Moreno?

MAURO Del maalox? Moreno cosa?

ELENA Come ci comportiamo con lui. Non possiamo continuare a fare finta di niente.

MAURO Guarda che è lui che ha deciso: ci ha tagliati fuori dalla sua vita.

ELENA Ma perché tu e lui...

MAURO No, non era solo una questione tra me e lui. Aveva mille altre ragioni per restare. E comunque un genitore non si sceglie. Mi va a fuoco lo stomaco.

ELENA E per il suo matrimonio?

MAURO Cosa vuoi andarci? Guarda che non siamo invitati.

ELENA Allora continuiamo ad ignorarlo?

MAURO Facciamo così. Scriviamogli una lettera, sperando che Dino abbia il suo recapito.

ELENA Per chiedergli di tornare?

MAURO Ascoltami tesoro
Andandogli vicino, la prende per le spalle e a guarda dritto negli occhi. Ora gli parla come chi deve dare una notizia che non vorrebbe, e forse quello che dice lo dice prima di tutto per se stesso.
Mauro non tornerà mai più.

ELENA E allora cosa gli scriviamo?

MAURO Solo che siamo felici per lui e che forse, per la prima volta, siamo felici insieme, proprio come ci ha scritto che avrebbe voluto che fosse. Elena, ho un peso qui.

Attraversa la cucina Federica.

FEDERICA Ciao mamma, ciao papà. Faccio una telefonata.

MAURO Rivolto a Elena.
Ma come siamo tutti mattinieri oggi.

ELENA La nostra Milena che aspetta un bambino, roba da non crederci.

MAURO Già fa un po' effetto pensare alla nostra bambina che aspetta un bambino. Ti ricordi come eravamo felici quando ci siamo accorti che aspettavamo il nostro primo figlio?

ELENA Sì, ma Milena è ancora una bambina, la nostra bambina.

MAURO Ormai non è più una bambina.

ELENA Me ne ero accorta anche senza che facesse delle dimostrazioni pratiche. Che cosa gli diciamo?

MAURO Niente, c’è poco da dire a questo punto.

ELENA Come, la lasciamo decidere da sola?

MAURO Tanto la conosci, deciderà comunque da sola. Se si rovinerà la vita lo farà senza il nostro aiuto. Speriamo solo che decida di fare la cosa più giusta.

ELENA E qual è la cosa più giusta, che si sposi? Che abortisca? Che abbandoni il bambino quando sarà nato?

MAURO Ma chi è lui lo conosci? Perché la soluzione più logica sarebbe quella che si sposasse, però se questo qua è un idiota...

FEDERICA Entrando in cucina arrabbiatissima.
Ma perché gli uomini sono tutti idioti?

MAURO Rivolto alla moglie.
Appunto.

FEDERICA I presenti sono sempre esclusi naturalmente.

MAURO Naturalmente.

FEDERICA C’è un po' di caffè?
Si prende una tazza e si versa del caffè.

ELENA Qualcosa non va?

FEDERICA Qualcosa non va? Qualcosa non va?

MAURO Sì, mi sembra che la domanda fosse quella.

FEDERICA Sì.

ELENA E che cos’è?

FEDERICA Mamma, non mi va di parlarne adesso.

MAURO Tu lo sai già di Milena?

FEDERICA Imbarazzata.
Di Milena?
Rivolta alla madre.
Glielo hai detto tu?

ELENA Sì.

MAURO Perché non doveva dirmelo?

FEDERICA No. Non è che non doveva dirtelo... Ma non sapevamo come avresti reagito.

MAURO E tu cosa ne pensi di diventare zia?

FEDERICA Penso che a Milena non poteva succedere qualcosa di più bello.

MAURO Di te che diventi zia?

FEDERICA Ma no.

MAURO Di lei che diventa mamma?

FEDERICA Di lei che mette su famiglia.

MAURO Sai qualcosa che non sappiamo?

ELENA Ti ha detto che si sposa?

FEDERICA Non credo che voi gli lascerete altra scelta. E secondo me fate bene, avete tutto il mio appoggio.

MAURO Secondo te farebbe bene a sposarsi? Ho capito bene? Perché?

FEDERICA Perché mettere su famiglia è la cosa migliore che si possa fare. Potessi farlo io...

MAURO Sai anche però di quello che sta succedendo a Daria.

FEDERICA Mamma, se ti beccano i nemici siamo spacciati, gli hai spifferato tutto.

MAURO Sì, me le ha proprio cantate.

FEDERICA Ma Daria la conosci, lo sai che è sempre stata un po' strana, poi se ci metti che usa ancora di quella roba.

MAURO Come usa ancora di quella roba?
Rivolto alla moglie.
Non mi hai detto niente.

ELENA Non ti ho detto niente perché ha detto che l’ha usata solo una volta, più di un mese fa, e che non intende più farlo.

FEDERICA Pare che la stia aiutando il suo analista.

MAURO Ma va ancora in analisi? Com’è che non ne sono informato di queste cose?

FEDERICA Perché non sei mai a casa.

MAURO Cosa hai qualcosa da dire in proposito?

FEDERICA Se proprio ci tieni a saperlo, sì. Penso che tu dovresti stare di più con la tua famiglia, coi tuoi figli e con tua moglie, e che magari, se tu non fossi stato così tanto via anche Moreno magari non se ne sarebbe andato.

ELENA Basta così Federica.

FEDERICA No, mamma. Queste cose tu non gliele hai mai dette, è giusto che sappia come la pensiamo.

MAURO E’ giusto, ha ragione, è bene saperle queste cose. Comunque la mamma me le aveva già dette.

FEDERICA Sorpresa.
Davvero mamma? Hai fatto bene.

MAURO Ora vado a vedere di fare un sonnellino e una doccia.
Esce dalla cucina.

ELENA Te Federica hai il solito tatto.

FEDERICA Perché? La verità sta sempre ben detta, me lo hai insegnato tu.

DARIA Entrando in cucina dalla porta che da all’esterno della casa.
Dai vieni dentro che ti offro un caffè, chi vuoi che ci sia già alzato a quest’ora?
Girandosi si accorge della madre e della sorella, in quel momento entra Giuseppe.

GIUSEPPE Entrando.
Ma non vorrei disturbare se c’è qualcuno ancora a letto...

ELENA Ciao Daria.

DARIA Ciao mamma.

GIUSEPPE Buon giorno signora.

ELENA Buon giorno Giuseppe.

FEDERICA Buon giorno Giuseppe. Credo che il caffè per il momento sia finito.

GIUSEPPE Fa niente, lo prendo a casa.
Rivolto a Daria.
Cosa faccio passo più tardi?

DARIA Sì, è meglio. Ci vediamo più tardi. Grazie di tutto. Ciao.

GIUSEPPE Imbarazzato.
Arrivederci.
Se ne va.

ELENA Cosa significa questo arrivo?

DARIA Cosa deve significare?

FEDERICA Tu hai un marito o sbaglio?

DARIA Sbagli, io avevo un marito.

ELENA E Giuseppe?

DARIA Giuseppe non credo che abbia un marito.

FEDERICA Ma come siamo spiritosi questa mattina.

DARIA Cosa vi devo dire? Per il momento non c’è niente da dire su Giuseppe, posso solo dirvi che erano anni che non mi sentivo così.

MILENA Arrivando assonnata.
Ma chi fa la doccia a quest’ora?

ELENA E’ il papà.

MILENA Che cos’ha, deve ancora assorbire il fuso orario?

Entra Luciana di corsa con il fiatone che non le permette neanche di parlare.

LUCIANA Ha va da...
Tenta di dire qualcosa.
Ha va da...

ELENA Mettiti seduta e calma, prendi un po' fiato.

LUCIANA Fa cenno di aspettare un attimo.
Ma quanti cani ci sono da queste parti?

FEDERICA Zia non sarai mica andata a correre nel quartiere basso?

LUCIANA E invece sì. Ohdio ohdio, mi sembra che mi scoppi il cuore.

DARIA Ma lo sanno tutti che da quelle parti ci sono dei cani in ogni villa.

LUCIANA No che non lo sapevo. Sono andata di là perché secondo me c’era meno traffico e meno inquinamento. La prossima volta vado a correre di fianco all’autostrada.
Si rende conto che sono già tutte alzate.
Cosa ci fatte già tutte in piedi?

MILENA A me era venuta voglia di mangiare le frittelle di baccalà.

FEDERICA A quest’ora?

MILENA Si e anche delle fragole.

DARIA In questa stagione?

ELENA Agitandosi.
Come facciamo adesso?

LUCIANA C’è poco da fare, si tiene le voglie.

ELENA Ma aspetta un bambino.

LUCIANA E allora? Non crederai a queste cose?

MILENA Stavo scherzando.

ELENA Sì. Ma adesso taci un attimo cara. Federica, prendi la mia macchina e vai dalla Maria a vedere se ha delle fragole. Tu Daria tira fuori il baccalà dal freezer e mettilo nel forno a microonde a scongelare che io intanto preparo la colla...

MILENA Mamma, guarda che stavo scherzando.

ELENA Lo so tesoro, vedrai che faremo in modo di fare più presto che si può.

LUCIANA Ha detto che scherzava.

ELENA A Luciana.
Tu puoi apparecchiare intanto per cortesia?

DARIA Non è vero che ha delle voglie rilassati mamma.

ELENA Nel microonde ci vogliono quattro minuti nella posizione uno.

FEDERICA Napoleone si metteva le dita nel naso non è vero?

ELENA Penso di sì, però dovresti fare presto, non vorrei che Maria uscisse e dopo non la troviamo più.
Si dà una occhiata attorno e vede che sono tutte ferme che la guardano, poi si rivolge a Milena.
Hai detto che scherzavi?

MILENA Credo che mi piacerà essere in cinta.

FEDERICA A questo proposito, la mamma lo ha già detto a papà.

MILENA Davvero? E come l’ha presa?

ELENA Insomma. L’infarto non gli è venuto.

FEDERICA E volete sapere la cosa più bella? La mamma ha parlato al papà.

DARIA A proposito di Milena?

FEDERICA A proposito di noi tutti.

MILENA Della nostra famiglia?

FEDERICA Sì, del fatto che ci ha lasciato sempre troppo soli.

DARIA Rivolta a sua madre.
Glielo hai detto?

ELENA Sì, mi è capitata l'occasione...

LUCIANA E cosa ti ha detto?

ELENA Mi sembra di capire che adesso sia concentrato sul problema Milena.

MILENA Cosa sono diventata un problema adesso?

ELENA Ma no. Cioè il problema non sei tu. E’ che aspetti un bambino.

MILENA Questo lo so già mamma, te l’ho detto io. Ma non credo che dovremmo prenderlo come un problema.

ELENA Devi convenire che non è una situazione normale.

MILENA Comunque non mi piace che sia visto come un problema.

LUCIANA Infatti non è un problema.

FEDERICA Chiamalo come ti pare, ma il fatto è che tu aspetti un bambino. E noi tutti vorremmo che tu prendessi la decisione giusta al riguardo.

MILENA Ecco, comunque hai detto bene il fatto è che io, io aspetto un bambino e vorrei essere io a prendere una decisione giusta o sbagliate che sia. Adesso scusatemi, credo che andrò a vomitare.
Esce.

LUCIANA Ecco perché Mauro questa mattina era così stravolto.

ELENA Non è neanche venuto a dormire.

DARIA E’ stato in piedi tutta notte?

FEDERICA Ma a fare che?

LUCIANA L’ha presa così a cuore questa faccenda di Milena?

ELENA Sì, ma c’è dell’altro.

DARIA Cosa?

ELENA Abbiamo ricevuto notizie di Moreno ieri sera.


FEDERICA Ma chi, nostro fratello?

DARIA Te lo dico che non ha dormito questa notte.

ELENA Però vorrei che non gli diceste che ve l’ho detto.

LUCIANA Ma perché?

ELENA Non lo so. Non ho un buon motivo, però vorrei che mi accontentaste.

DARIA Per me va bene. A proposito di papà io avrei voluto parlarvi, ma credo che ormai sia tardi.

FEDERICA Tardi per cosa?

DARIA Tardi per evitare di fare un errore.

ELENA A cosa ti riferisci?

DARIA A quello che abbiamo sempre pensato di lui in questi anni e che è quello, credo, gli avrai detto ieri sera.

FEDERICA Perché dici che è stato un errore dirglielo?

DARIA Sì.

FEDERICA Ma le cose che si pensano stanno sempre ben dette.

DARIA Però io stanotte ho parlato con Giuseppe.

LUCIANA Il suo collega?

DARIA Esatto. E mi ha raccontato dei tormenti di papà per doverci stare lontano.

ELENA Davvero?

DARIA E ha anche sempre pensato di essere il responsabile per la fuga di Moreno.

LUCIANA Ciò non toglie però che sia sempre stato, nonostante tutto, lontano da casa.

FEDERICA Perché non ha scelto di starci più vicino?

Arrivano nella stanza Mauro e Milena.

MAURO Che tiene a braccetto la figlia.
Ecco, che cosa ci voleva? Siediti qui, che ti do da un succo di frutta.

ELENA Come stai tesoro?

MILENA Sto come una che ha appena finito di vomitare.

FEDERICA Che cosa ti senti, hai preso del freddo ieri sera?

LUCIANA Per i fuochi che sono stati poi.

MAURO Che nel frattempo gli ha versato in un bicchiere il succo.
Bevi un po' di questo adesso.

MILENA No papà, non mi va proprio di mandare giù niente.

MAURO Sono state le prime parole che hai incominciato a dire sai?

ELENA E’ vero, tutte le volte che dovevi mangiare la pappa era di quella.

MAURO Eri un vero disastro: mangiavi si e no la metà di quello che avresti dovuto, l’altra metà era sparsa intorno per un raggio di un metro e mezzo.

LUCIANA E avevi un’energia che non riuscivamo a spiegarci da dove la tiravi fuori. Eri sempre in giro per casa a sbattere per terra tutto quello che faceva rumore.

FEDERICA Eri così carina quando io e Daria ti facevamo le treccine.



DARIA E quella volta che non mi hai aspettato ad andare a casa? Sono rimasta un’ora ad aspettarti fuori dalla scuola e tu ti eri fatta accompagnare a casa da una bidella. Ho preso una paura.

ELENA E quando papà ti ha voluto fare una foto in piscina e tu dopo hai tirato fuori il rotolino dalla macchina per vedere come era venuta la foto?

MAURO Su bevi il succo da brava adesso.
Milena beve il succo.
Funziona ancora allora, per mangiare ti dovevamo raccontare delle cose, tu ti distraevi, abbassavi la guardia e noi zacchete.

MILENA Mi ingannavate allora.

ELENA A fin di bene.

DARIA Però è sempre bello quando c’è un bambino per casa.

LUCIANA Stiamo andando a finire su un argomento che preferisco andare a fare la doccia.
Esce.

ELENA Povera Luciana, avrebbe sempre voluto sposarsi e avere dei bambini e invece niente.

FEDERICA Vedete, è la fine alla quale sono condannata, lo so.

Arriva Bruno, decisamente assonnato, si è appena alzato e incomincia ad apparecchiare per fare colazione. Tra i componenti della famiglia si innesta un meccanismo per cui tutti incominciano ad apparecchiare la tavola continuando la conversazione che stavano facendo, con un sincronismo perfetto ognuno fa qualcosa di complementare a ciò che fanno gli altri.

MAURO Be, non si saluta alla mattina?

ELENA Alla mattina ha sempre poca voglia di parlare.

DARIA Sembra quell’orso di Massimo, solo che lui è tutto il giorno così.

MAURO Ma sarà una crisi temporanea la vostra.

DARIA E a te chi te l’ha detto che saremmo in crisi?


MAURO Ne parli con un tono...

FEDERICA Speriamo che la zia non finisca tutta l’acqua calda, dopo vorrei farmi una doccia.

MAURO Qualcuno ha portato fuori il cane a fare la pipì?

ELENA Ma è morto da tre mesi.

MAURO Come morto da tre mesi? Ma quando è successo?

DARIA Tre mesi fa.

FEDERICA Il giorno dopo che sei partito.

MAURO E’ andato sotto una macchina?

ELENA No, gli hanno sparato.

MAURO Non ho mai sopportato i cacciatori, vedi che alla fine c’era un motivo?

ELENA Non sono stati i cacciatori.

MAURO No?

FEDERICA E’ stato Bruno, una terribile disgrazia.

DARIA Lo ha centrato in piena fronte con una biglia.

MAURO Con una biglia?

ELENA Pare stesse pulendo la sua fionda quando accidentalmente è partito un colpo.

FEDERICA Se ti può consolare Sofocle se n’è andato senza un lamento.

DARIA Il parabrezza della macchina invece ha fatto un rumore che sembrava venisse giù il campanile, però anche lui è deceduto sul colpo.

ELENA La biglia non è stata più trovata, e Bruno deve ancora ritrovare la fionda.

FEDERICA Sta aprendo un rubinetto e gli rimane in mano quando è aperto.
Credo che abbiamo un problema.

ELENA Che succede?

FEDERICA Mi è rimasto il rubinetto in mano.

DARIA Prova a rimettercelo, no?

FEDERICA Ci sto provando, ma non ci va.

DARIA Fammi provare a me.

Daria non ci riesce, interviene Bruno che prende il rubinetto che aveva in mano Daria e prova a reinserirlo nella sua sede ma senza successo.

ELENA Mauro, fai qualcosa.

MAURO Prendendo il rubinetto in mano.
Fate largo, lasciate lavorare il mago del rubinetto.
Il suo tentativo va a vuoto.
Bruno porta il martello a papà, con un colpetto lo rimetto a posto.
Intanto che prova ad inserirlo con le mani Bruno prende un martello e glielo porge.
Grazie campione, adesso gli diamo un bel colpetto e vedrai come lo sistema papà.
Da una martellata per rimettere al suo posto il rubinetto, ma l’effetto non è quello desiderato, infatti dal lavandino ora esce uno zampillo d’acqua che fa sembrare il lavandino una fontana.
Penso che abbiamo un problema. Portatemi un secchio.
Con le mani tenta di trattenere l’acqua che continua a fuoriuscire dal lavandino, poi qualcuno gli porge un secchio e lui ce lo mette sopra cosicché perlomeno l’acqua rimane all’interno del lavandino.

DARIA E ora che si fa?

ELENA Chiamiamo un idraulico.

FEDERICA E dove lo trovi un idraulico di Domenica?

Bruno fa capire gesticolando che ci penserà lui a ripararlo.

ELENA No Bruno, è meglio se ci pensa papà a ripararlo.

DARIA Dici che è meglio?

MAURO Certo che è meglio, non mi faccio certo mettere in crisi da un rubinetto. Tse, ci vuole ben altro. Adesso Bruno mi va a prendere la cassetta degli attrezzi e voi intanto potete salire a fare i letti, a vestirvi, insomma andate a fare quello che vi pare, basta che qui ci lasciate lavorare in pace.
Le donne escono, Bruno porta la cassetta degli attrezzi e quando arriva il padre lo manda fuori dalla casa.
Bruno fammi il piacere di andare a chiudere il rubinetto centrale dell’acqua è in garage, lo sai dov’è?
Bruno fa segno di sì.
Ecco bravo allora vai.
Bruno esce dalla casa e si vede Mauro che si assicura che non ci sia più nessuno in circolazione e va in salotto. Dopo un attimo si sente la voce di Mauro che evidentemente è al telefono.
Pronto, Giuseppe? Ma sei ancora a letto? Ho fatto bene a chiamarti perché mi devi parlare? Va bene, ma non adesso. Ascoltami, non mi avevi detto di avere un cugino idraulico? Ecco bravo chiamalo e dirgli di venire qui, c’è un’emergenza. Ma no non è successo niente a Daria, ma adesso sbrigati, mandamelo subito. Mi raccomando a te. Ciao.

Si chiude il sipario ed il secondo tempo.



TERZO TEMPO


Ci troviamo adesso nel giardino della casa, siamo all’imbrunire, si sentono i grilli cantare, si vede una fila di piante in fondo, un filo elettrico con diverse lampadine per fare luce. Da una parte c’è un tavolone e di fianco si capirà che c’è un barbecue. Sono in scena i componenti della famiglia che evidentemente hanno intenzione di cenare in giardino. Ci sono sedute al tavolo Elena, in coppia con Daria, Milena, in coppia con Federica, che stanno giocando a carte e Luciana che le sta guardando.

MAURO Arrivando in scena, rivolgendosi a Bruno.
Basta adesso giocare col freesbe. Devo aiutare la mamma.

Arriva Giuseppe.

GIUSEPPE Salve capo.

MAURO Oe, ciao Giuseppe.

GIUSEPPE E’ andato tutto bene con mio cugino?

MAURO Shh. C’è bisogno di urlare in quel modo?
Parlandogli in disparte.
E’ andato tutto bene, però mi ha dato una bella ladrata. Duecentocinquantamila.


GIUSEPPE L’ho sempre detto io capo, che abbiamo sbagliato mestiere.

MAURO Giuseppe, il nostro devi ricordarti che non è un mestiere, è una missione.

GIUSEPPE Io a questo proposito dovrei parlarle.

Arriva Bruno che gesticolando si lamenta.

MAURO Bruno, lo vedi chi c’è qui? Adesso Giuseppe viene con te a giocare col freesbee.

GIUSEPPE Prima dovrei dirle una cosa importante capo.

MAURO Non sarà mica più importante che giocare un po' con Bruno?
Giuseppe lo guarda con aria interrogativa.
Stavo scherzando. Cosa c’è?

GIUSEPPE Capo... non credo di venire più via a lavorare.

MAURO Non credi o hai già deciso?

GIUSEPPE No, ho deciso.

MAURO Non c’è niente che io possa dire per farti cambiare idea?

GIUSEPPE Lei mi ha già fatto cambiare idea.

MAURO Allora continui a venire via?

GIUSEPPE No, mi ha fatto cambiare idea nel senso che mi ha convinto a restare.

MAURO Quando?

GIUSEPPE Ieri, portandomi qui, nella sua casa con la sua famiglia. Ma chi glielo fa fare di andare via capo?

MAURO Senti Giuseppe dovresti farmi un favore...

Bruno gesticola.

GIUSEPPE Sì, sì, adesso vengo, un attimo. Dica capo.

MAURO Chiamami Mauro e dammi del tu.

GIUSEPPE Lei è veramente troppo gentile capo...
Mauro lo guarda come dire “allora cosa ti ho detto”.
Mi ci vorrà un po' per abituarmi.

Bruno tira Giuseppe per un braccio ed insieme escono di scena. Mauro si avvicina alla tavola dove le donne stanno giocando a carte.

MAURO Chi vince?

LUCIANA Che sta solo guardando.
Shh.
Parlando piano.
Sono pari, chi chiude questa mano qua vince. E’ una partita tiratissima, niente potrebbe distrarle. Chi è arrivato Dino?

MAURO Sempre parlando piano.
No, era Giuseppe.

DARIA Sentendo.
Giuseppe è qui?
Mollando le carte sul tavolo.
Mi sono stancata, io non gioco più.
Corre verso Giuseppe.

MAURO A Luciana.
Niente potrebbe distrarle eh? Prendo io il suo posto.

MILENA Ma è l’ultima mano.

MAURO Tanto per finire la partita.
Prende le carte in mano, le studia un attimo, poi decide di giocarne una. Appena cala la carta le donne sbottano, di felicità Milena e Federica perché così hanno vinto, Elena, che era in coppia con Daria, di sconforto perché ha perso.

LUCIANA Hai il tocco, complimenti. Hai giocato l’unica carta che non dovevi giocare.

Arriva Dino.

DINO Ciao. Mi ha detto l’Enrica che avete telefonato per invitarmi questa sera a cena qui?

MAURO Ciao Dino. Sei dei nostri allora?

ELENA Facciamo una grigliata qua fuori, se ti va non fare complimenti.

DINO La grigliata? No, no, chi è che fa dei complimenti?

FEDERICA Io vado in casa a telefonare, scusate.
Entra in casa.

LUCIANA Ma che bollette paga quella benedetta ragazza?

MILENA Paga poco. Lui non c’è mai.

ELENA Non fare del sarcasmo, lei ci sta male.

MILENA Ma scusa se le cerca: perché si sta a rovinare l’esistenza per sposare questo qua che non ne vuole sapere mezza?

DINO Quando c’è l’amore di mezzo non sempre si riesce ad essere così pratici.

LUCIANA Ma l’amore è una illusione, bisogna invece obiettivamente tenere la situazione sotto controllo.

MILENA Il fatto è che piuttosto che sposare un’idiota è meglio rimanere soli.

MAURO Interviene con due colpi di tosse.
Hum, hum. E a questo proposito il tuo ragazzo com’è?

ELENA Mauro!

MAURO Si? Non ho capito, non si può neanche fare una domanda?

LUCIANA Comunque cara...
Rivolta a Milena.
...parole sante.

DINO Non diciamo delle fesserie.

LUCIANA Perché prete, non ha ragione la piccola?

MILENA E smettetela di chiamarmi piccola.

LUCIANA Piuttosto che sposare un idiota è meglio non sposarsi, che poi se ci mettiamo a parlare del matrimonio ce ne viene una gamba.

DINO Quello che ha detto la piccola non centra.

MILENA Ancora?

DINO Nel senso che potrei anche essere d’accordo con lei. Anzi lo sono. Ma da qui a parlare di parole sante.

MAURO Insomma questo benedetto ragazzo ce l’ha un nome?

MILENA Quale ragazzo?

MAURO Quello che ti ha... Sì insomma il padre del... Dai che avete capito di chi parlo.

MILENA Guardate, io voglio essere sincera con voi: non lo sposerò mai.

ELENA Ma allora perché ti sei fatta... Mettere in cinta?

MILENA Mamma, non mi sono fatta mettere in cinta.

LUCIANA Per fare una battuta.
Lo spirito santo ha colpito ancora?

DINO Non ti permetto di continuare con questo improperio.

LUCIANA Tranquillo prete, tranquillo. Era una battuta.

MILENA Insomma, sarà capitato anche a voi no? Uno fa una cosa fine a se stessa e poi... Saltano fuori delle controindicazioni.

LUCIANA E il bambino? Cosa pensi di farne?

DINO Il bambino non c’entra niente con questa faccenda, certi discorsi non vanno neanche fatti.

LUCIANA E no, vanno fatti eccome...

MAURO Insomma, non ci sarà un marito?

MILENA No.
Dopo una pausa.
Però il bambino, vorrei tenerlo.

DINO Queste sì che sono parole sante... Facciamo saggie.

ELENA Il bambino, vuoi tenerlo?

MILENA Credo che essere mamma debba essere qualcosa di straordinario.

ELENA Abbracciando la figlia commossa.
Ci puoi scommettere.

Arrivano Bruno, Giuseppe e Daria.

GIUSEPPE Capo abbiamo ritrovato il manubrio del Gilera.

DARIA E’ stato un caso, il freesbee si era incagliato sull’albero, Bruno si è arrampicato sulla pianta per andare a prenderlo e lì ha trovato il manubrio.

LUCIANA Che ha riconosciuto il manubrio.
Ecco lo dicevo che era il saturno. Ma qual è? Il tipo sport o il tipo polizia?

MAURO E’ il tipo sport.

GIUSEPPE Ha una coppia fantastica, si sente che è una 500.

LUCIANA Che poi è 498,7.

GIUSEPPE Avrà avuto una coppia sui 3000 giri.

LUCIANA Mauro lo hai sentito? Diglielo te quanti erano.

MAURO 3800 Giri al minuto.

GIUSEPPE No, 3800?

LUCIANA E si eh: 22 cavalli e 3800 giri di coppia massima.

Arriva Federica dalla casa.

FEDERICA Rivolta a Dino.
Scusa zio, per farsi suora una cosa deve fare?

MILENA Non c’era neanche stavolta?

FEDERICA Magari, sarebbe stato molto meglio non trovarlo.

LUCIANA Non vi vedete stasera?

FEDERICA No.

ELENA Gli hai detto che poteva venire qui a cena?

FEDERICA Se avessi due tette enormi come la Marini vedevi come ci veniva a cena...

Bruno gesticola qualcosa.

MAURO No Bruno, non puoi farlo un giro in motorino, fra un po' ci mettiamo in moto per preparare la cena, magari dopo cena eh?

Bruno continua a gesticolare.

DINO Ti sono piaciuti i fuochi ieri sera eh?

Bruno gesticola qualche cos’altro.

ELENA Non ti riferivi ai fuochi ma al volo di Giuseppe?

Bruno continua a gesticolare divertito.

MILENA Sembrava di vedere volare Goldrake?

GIUSEPPE Senti signorino. Io sono uno dei migliori piloti di Gilera della provincia. Quello di ieri sera è stato un incidente che può capitare a chiunque abbia il coraggio di usare una moto in quelle condizioni.

DARIA Guarda che sta scherzando.

GIUSEPPE Anche io, i miei non mi hanno mai comprato il motorino.

LUCIANA Mauro, mi accendi il barbecue? Così posso incominciare a mettere su la carne.
Mauro esce dalla scena. Luciana si rivolge ad Elena.
La carne ce l’hai nel frigo in garage o in casa?

ELENA In casa.

LUCIANA Vado a prenderla.
Esce di scena.

Bruno gesticola con lo zio Dino e con Giuseppe.

DINO Se so lanciare una pallina da baseball?

GIUSEPPE Io sono uno dei migliori battitori liberi.

Bruno gesticola ancora.

DINO Va bene, vada per un paio di lanci, ma dopo veniamo a mangiare eh?
Escono di scena Dino, Giuseppe e Bruno.

MILENA Dovremo anche trovarci un nome al bambino.

FEDERICA Hai deciso che avrai il bambino?

MILENA Sì.

FEDERICA E quando ti sposi?

MILENA Non lo so. Per il momento no.

DARIA Vuoi dire che avrai il bambino restando qui? Ehi, ma è una grande idea ci divertiremo un mondo col pupo.

FEDERICA Visto che non riesco a diventare moglie mi consolerò diventando zia. Zia Fede, non suona male.

DARIA Per una poi che si sta informando per diventare suora mi sembra esatto. Anche zia Daria mi suona bene.

MILENA La migliore però sarà nonna Elena.

ELENA Lo sapevo che prima o poi qualcuno avrebbe fatto dello spirito. Vi proibisco di chiamarmi nonna.

MAURO Entrando in scena.
Giusto, che nonna e nonna d’Egitto. Allora come lo chiamiamo nonna?

ELENA Guarda che hai poco da fare il furbo tu.

MAURO Mai stato figurati se lo posso diventare adesso che sono un nonnino.

DARIA Io gli darei un nome importante.

MILENA Basta che sia un bel nome.

DARIA Giangiacomo.

FEDERICA Giangiacomo? Non mi piace.

MAURO Se gli dessimo il nome del nonno?

DARIA Ci verrebbe troppa confusione.

MILENA Scusate perché dite solo nomi da uomo? E se è una femmina?

MAURO Gli diamo il nome della mamma della mamma.
Rivolta ad Elena.
Va bene così?
Entra Luciana con una borsa in mano, sentendo quello che si stanno dicendo gli altri.

ELENA Sospirando.
Santa pazienza...

FEDERICA Non mi piace.

LUCIANA Il nome del pupo? Igor, Boris, Raissa... C’è n’è dei nomi...
Si sente un botto. Dopo un momento entrano Dino e Giuseppe che sorregge Bruno semisvenuto.

ELENA Ma che cosa è successo.

DINO E’ stata una disgrazia.

MAURO Voglio sperare. Campione come ti senti?

Bruno gesticola che si sente bene.

DARIA Beppe, ma cosa è successo?

GIUSEPPE Stavo tentando di fare partire il trattore che c’è dietro casa e non mi ero accorto che Bruno stava guardando dentro alla marmitta per vedere se trovava la sua fionda.

DINO Per fortuna che non c’era se no l’accoppava.

FEDERICA Massimo è un nome che mi piace.

DARIA Massimo, per l’amor di Dio.

ELENA A me è sempre piaciuto Gelsomina.
Intanto Giuseppe, trova una bottiglia e versa da bere per Bruno e gli porge il bicchiere.

LUCIANA E perché una delle tue figlie non si chiama così?

MAURO Perché ci andavo io all’anagrafe.

DARIA Grazie pà.

MILENA Vorrei dargli un nome che significhi qualche cosa.

FEDERICA Se nascesse sotto Natale lo potremmo chiamare Natale.

Bruno a questo punto ha appena bevuto quello che gli ha dato Giuseppe e incomincia ad urlare gesticolando come se gli andasse a fuoco la bocca.

ELENA Be cosa c’è adesso?

Bruno fa capire che vuole dell’acqua.

DARIA Dell’acqua presto.
Qualcuno gli versa un bicchiere d’acqua e Bruno lo beve tutto d’un fiato rilassandosi.
A Giuseppe. Ma che cosa gli hai dato da bere?

GIUSEPPE Dell’aranciata.
Mostra la bottiglia dalla quale ha preso l’aranciata.

MAURO Ma quello è il liquido che uso ad accendere il fuoco.

GIUSEPPE Infatti mi sembrava un po' sbiadita per essere aranciata.

ELENA Come ti senti Bruno?

Bruno gesticolando fa capire che adesso sta bene. Poi sembra che debba dire qualcosa.

DARIA Bruno, tutto bene?

FEDERICA Cosa c’è Bruno?

MILENA Vuoi dirmi qualcosa?

BRUNO Toccandosi la gola .
Io lo chiamerei Moreno.

Su questa battuta si chiude il sipario e lo spettacolo.

F I N E