PASSEGGERI
(“chicomeconchi”)

di

Roberto Russo




PERSONAGGI

Signora Lama
Signor Mauleau
Marie
Paul Ferreri
Signor Autier
Richard
Simone
Vincent




I° ATTO

(E’ la sala d’aspetto di una piccola stazione. In fondo a sinistra c’è la porta d’accesso. Al centro, in alto, il muro è sormontato dal quadrante di un grande orologio. Ai lati della sala corrono due grandi panche di legno di colore rossastro. Il muro centrale termina verso destra in una grande vetrata smerigliata. Sulla panca di sinistra c’è un uomo dall’età apparente di circa quarant’anni che, vestito in modo discreto, a braccia conserte e dondolandosi impercettibilmente, fissa il pavimento. Il suo nome è Mauleau, ha accanto un bagaglio leggero. Sulla panca di destra, immersa nella soluzione di un cruciverba, c’è una signora, dell’età di circa sessant’anni, vestita con colori vivaci. Il suo nome è Lama. Intorno a lei, per terra, vari bagagli. Dalla vetrata e dalla porta filtra la luce accecante di un pomeriggio estivo)



LAMA (fra sé) “Gruppo montuoso meridionale, definizione: come un gigante....” Sette lettere.....Le inventano tutte per far perdere la testa alla povera gente! (la donna parla ad alta voce come per attirare l’attenzione dell’estraneo) E allora tanto varrebbe che lo dicessero: per cinque franchi vi assicurerete una nevrosi da cruciverba!
(L’uomo non dà segno alcuno, continua a dondolarsi, la donna ripone giornale e penna sulla panca)
LAMA Le solite trovate parigine! E infatti....(riprende il giornale) la casa editrice....(sorpresa) Di Marsiglia?! L’editore sarà sicuramente un gangster....o un parigino fuoriuscito!
(L’uomo continua a dondolarsi, ma adesso ride piano e cela il sorriso dietro la mano, la donna ritorna con gesti nervosi alla pagina del cruciverba, riprende la penna)
LAMA Sette dannatissime lettere! “Gruppo montuoso meridionale, come un gigante”!
MAULEAU “Atlante”.
LAMA Come dice?
MAULEAU “Atlante”, è la soluzione.
LAMA (dubbiosa) Lei pensa? Allora....”Atlante” sono sette lettere? (controlla mentalmente) E’ vero! Sette! Atlante....io pensavo fosse Polifemo, ma sono otto....sa, la storia non è il mio forte.
MAULEAU La storia?!
LAMA Insomma, quella roba lì...storia....giganti, principi e compagnia bella....”Atlante”, ha detto? (Mauleau fa cenno di sì) E dove si troverebbe?
MAULEAU Africa settentrionale.
LAMA E’ vicino all’Algeria?
MAULEAU Ora, di preciso....
LAMA Perché se si trovasse da quelle parti, il mio marito morto, Pierre, l’avrebbe saputo.......Signor...?
MAULEAU (preso alla sprovvista) Dice a me?
LAMA Evidentemente, sa non ho ancora incominciato a parlare con le panche di legno!
(Mauleau sorride)
MAULEAU Mi chiamo Mauleau.
LAMA (scrive sul giornale) Ecco fatto: “Atlante”....e qui.....14 agosto, “Mauleau”.
MAULEAU Ha scritto anche il mio nome?!
LAMA Sicuro! Quello che è giusto è giusto. La scoperta è sua. E quando, fra qualche tempo, mi capiterà di nuovo fra le mani questo giornale, mi ricorderò di lei e della mia ignoranza....
MAULEAU Ora non esageri!
LAMA Oh, non si preoccupi! Non sono quello che si dice “un pozzo di scienza”, eppure ho tirato su tre figli....Paulette la maggiore, e poi i due gemelli Stephanie e Pierre....sì, il gemello maschio si chiama come il papà....sa, è venuto fuori dopo due mesi dalla morte del padre....
MAULEAU Mi dispiace.
LAMA Che sia venuto fuori?
MAULEAU (interdetto) No, io volevo dire.....
(La signora Lama ride)
LAMA Lo so, lo so, stavo solo scherzando....Mi scusi....”Mauleau” e poi?
MAULEAU In che senso?
LAMA Il suo nome.
MAULEAU François.
(La signora segna con cura il nome sul giornale)
LAMA Ora starà pensando “Ma questa vecchia pazza, che vuole?”
MAULEAU Ma no, ma che dice!
LAMA Oh, ma io so che è così! Non si preoccupi, è del tutto naturale! Ma, sa? Mi fa una tale tristezza, pensarci!....
MAULEAU A cosa, scusi?
LAMA Io ho sessant’anni e viaggio in treno da almeno...cinquantacinque...Sa quanti passeggeri ho visto finora? Non può saperlo e nemmeno io lo so. Ma sono stati tanti, tantissimi....con alcuni non ho scambiato nemmeno una parola, con altri invece iniziavamo alla partenza e fino al capolinea era una “chiacchiera” continua! E’ capitato anche a lei? (Mauleau fa cenno di sì col capo) Mi sa dire il nome di qualche suo vecchio compagno di viaggio?
MAULEAU (interdetto) Così su due piedi.....non saprei......
LAMA Non ne ricorda nemmeno uno, è garantito. Ed è una tale tristezza! Questo incontrarsi e poi non ricordare niente...né un nome, né un cognome, né una faccia....allora a cosa è servito sprecare tanto fiato? Era meglio una bella dormita! Non le pare?
MAULEAU Forse sì.
LAMA Non siamo mica delle formiche, diamine!
MAULEAU Formiche?!
LAMA Non mi dica che non le ha mai viste! Non è possibile! Allora: poniamo che io getti per terra un biscotto, cosa che non farei mai perché da piccola ne ho avuti di ceffoni e poi ho imparato, ma facciamo finta che io lasci qualcosa a terra, una caramella, un pezzo di pane....dopo due minuti vedrebbe una lunga fila di formiche avanzare verso il biscotto, mi segue?
MAULEAU E allora?
LAMA Non mi dia fretta che perdo il filo....allora una volta giunte al biscotto, le formiche incomincerebbero a prenderne dei piccolissimi pezzetti per poi tornare indietro, intanto la fila che avanza verso il cibo si è allungata, e allora quelle che vanno e che vengono....cosa fanno?
MAULEAU Me lo dica lei.
LAMA Ma è chiaro! A un certo punto si incrociano, si scontrano e poi passeggiano ognuna per i fatti propri, senza nemmeno rendersi conto di essersi incontrate, e questo avviene anche per i cristiani.....(Mauleau scuote il capo e sorride) E quindi io segno nome e cognome di tutti i miei compagni di viaggio (riprende il giornale e legge) “Atlante” 14 agosto signor François Mauleau....è esatto?
MAULEAU Perfetto.
(Si ode avvicinarsi un ticchettio, compare sulla porta una ragazza che arranca su scarpe dai tacchi molto alti)
MARIE Scusate signori, è qui che si aspetta il treno per Parigi?
LAMA Anche gli altri, per la verità, si aspettano qui.
MARIE Ma quello per Parigi?
LAMA Anche quello.
MARIE Dio ti ringrazio! Pensavo di aver sbagliato!....(si avvicina alla panca di Mauleau) Posso? (L’uomo le fa cenno di sì, la ragazza ondeggiando a gran fatica riesce a sedersi e tira un sospiro di sollievo) Mi sa dire perché questa città ha tanti buchi per terra? Non ci crederà, ma li ho beccati tutti io! E non le dico poi cosa combina questo caldo! L’asfalto si è sciolto....
LAMA E lei ci è finita dentro con i suoi bei trampoli!
MARIE Dio ti ringrazio! Brava! Come ha fatto? Ad un certo punto ho anche pensato di chiedere aiuto...mi ero ficcata lì dentro quasi fino alle caviglie e sembravo una statua! (Marie e la Lama scoppiano a ridere. La ragazza fa il gesto di volersi togliere le scarpe, si rivolge a Mauleau) Posso? (Mauleau fa cenno di sì) Non ha niente da temere, lo giuro! Al primo odore sgradevole, l’autorizzo a chiamare la polizia ferroviaria! (si toglie le scarpe e si massaggia i piedi con evidente sollievo. Si rivolge a Mauleau) Attende il treno anche lei? (Mauleau fa cenno di sì) Scommetto di sì! (Mauleau c.s.) Il signor Autièr mi ha detto che non se ne sa nulla. Ritarderà ancora per molto? (Mauleau c.s.) Poco male, il mio appuntamento è per domani. Ha anche lei un appuntamento a Parigi? (Mauleau c.s.) Per me è la prima volta....cioè volevo dire, non è il primo appuntamento, ma è la prima volta che vado a Parigi, e lei? (Mauleau fa cenno di no con il capo) Beato lei! Senta, mi dica, è vero che i tassisti parigini sono dei gran furbacchioni? Dica la verità, su, io non mi spavento....
LAMA In che senso?
MARIE Approfittano del forestiero e fanno dei giri lunghissimi, tutto per far scattare il tassametro....(a Mauleau) Le risulta?
(Mauleau fa cenno di no con il capo)
LAMA Ma può sempre usare il metrò!
MARIE Brava! Dio la benedica! Come ho fatto a non pensarci? Anche lei va a Parigi?
LAMA Per carità! Raggiungo Stephanie, mia figlia, a Tolone. Le faccio un’improvvisata.
MARIE Dio ti ringrazio! Io adoro le sorprese. E’ mai stata a Parigi?
LAMA Una volta, in viaggio di nozze...
MARIE Che cosa romantica!
LAMA Il secondo giorno ci rubarono tutti i soldi a Pigalle...
MARIE Che cosa terribile!
LAMA E lei?
MARIE Io non corro questo rischio, non andrò a Pigalle!
LAMA Cosa va a fare di bello a Parigi?
MARIE Lo vuole proprio sapere? (si rivolge a Mauleau) Permette? (lascia le scarpe presso la panca di sinistra e scalza va a sedersi presso la donna) Bene. Io sono un’artista.
LAMA Caspita! Cosa fa, dipinge?
MARIE Veramente no....
LAMA Non me lo dica, non me lo dica! Mi lasci indovinare! Lei è una musicista....
MARIE In un certo senso....
LAMA Allora...canta?
MARIE Non proprio....diciamo....
LAMA .....balla?
MARIE ....quasi...in realtà faccio un po’ tutte queste cose!
LAMA L’avevo subito capito! Lei balla, canta, suona...e recita anche?
MARIE Quello ancora no, ma con il tempo....saprò fare molte cose e sentirà parlare di me.
LAMA Davvero?! Allora, senta....(prende il giornale)...Così potrò dire di averla conosciuta, lei si chiama...
MARIE Marie.
LAMA (soave) Marie, e poi?
MARIE Solo Marie, sarà il mio nome d’arte!
LQAMA (rilegge) “14 agosto, conosciuta Marie”. Va bene così?
MARIE Perfetto! Dopo il provino di domani mi vedrà sui canali nazionali.
LAMA La televisione! (scrive sul giornale) Vede? Ho sottolineato il suo nome ed ho anche aggiunto due punti esclamativi! E quale sarà il suo programma?
MARIE Ancora non lo so, è ancora da decidere...(si guarda attorno, poi parla con tono complice) Mi posso fidare di lei? Dio ti ringrazio! Credo proprio di sì! Ho conosciuto uno, un pezzo grosso, sa, un amico di amici....così vanno queste cose. Un parigino, insomma, uno che fa il produttore. Siamo usciti in compagnia per un paio di sere e ieri mi fa: “Marie, vieni a Parigi. Ti farò fare un provino televisivo e se è vero, come dici, che sei bravissima a cantare e ballare, un posto di soubrette non te lo toglie nessuno!”
LAMA Splendido! E lei...
MARIE Senta, diamoci del “tu”, ormai sa tutto di me!
LAMA D’accordo. E naturalmente tu sei davvero tanto brava...
MARIE Io?! Per niente! Ma ci provo! Che importanza vuoi che abbia? Se va bene divento famosa...
LAMA Altrimenti....?
MARIE Altrimenti, Dio ti ringrazio, avrò visto Parigi!
(Si ode un vociare nervoso e concitato provenire dall’esterno)
RICHARD Queste sono cose inaudite! Giuro che non mi è mai capitato!
AUTIER Io non posso farci niente, più che spiegarle....
RICHARD Dite sempre così! Siete fatti tutti della stessa pasta!
AUTIER Moderi le parole! Di che “pasta” saremmo fatti?!
RICHARD Della solita!
AUTIER Si ricordi che sta parlando con un pubblico ufficiale!
RICHARD E’ la solita arroganza dei burocrati! Basta che indossiate una qualunque divisa e vi sentite subito dei generali!
(Marie scalza corre a sbirciare quello che sta avvenendo, ritorna al proprio posto velocemente, accanto alla Lama. Nel vano dell’ingresso compaiono il signor Richard, vestito in giacca e cravatta e con una valigetta 24 ore, insieme al capostazione, il signor Autièr. Gesticolano, visibilmente alterati)
AUTIER Io non sono generale!
RICHARD E meno male!
AUTIER Sono solo il capostazione. E lei è un maleducato!
RICHARD Siamo agli insulti, adesso?
AUTIER Senta, le sto spiegando che ci sono dei problemi sulla linea elettrica....
RICHARD La solita disorganizzazione....
AUTIER La pensi pure come vuole! Il rapido per Parigi dovrebbe essere qui a momenti...
RICHARD Momenti che durano da mezz’ora! Ma a chi le viene a raccontare queste favole?
AUTIER A lei no di certo!
RICHARD E voglio credere!
AUTIER Le favole si raccontano ai bambini...
RICHARD E lei ha di fronte un uomo, le assicuro!
AUTIER Ma se io avessi avuto la sventura di avere un bambino come lei....altro che favole! A ceffoni l’avrei presa!
RICHARD Lei è uno screanzato! (si rivolge agli altri) Avete sentito tutti?
LAMA Su su, signor Autièr, non faccia così....
RICHARD Ah, si chiama Autièr! Buono a sapersi....(trae dalla tasca un block notes e una penna e scrive il nome) Mi farò sentire molto in alto!
AUTIER “Autièr” è con una sola “t”, e corregga almeno!
(Il capostazione si allontana. L’uomo ripone block notes e penna nella tasca ed entra nella sala d’aspetto)
LAMA Buon giorno, signore.
MARIE Salve.
(Richard si ferma, appoggia la valigetta a terra e si mette le mani sul viso)
RICHARD Ma dico io: si può essere più disgraziati di me?! Prenoto l’aereo il giorno prima come faccio da sempre, e mi rispondono che non c’è nemmeno un buco per colpa di questo stramaledetto esodo estivo! I turisti, i vacanzieri....che brutta razza! Allora cerco di mettermi in lista d’attesa...niente da fare! E intanto perdo soldi aspettando questo dannato treno per Parigi! Il treno! Roba da primitivi! (si rivolge ai tre) Ma a voi che importa, che può importare?! Siete turisti, vero?
MARIE Io no, io viaggio per lavoro....
LAMA Io sì, vado da mia figlia a Tolone.
RICHARD (rivolto al signor Mauleau) E lei?
(Mauleau cupo si dondola guardando fisso il pavimento e senza pronunciare alcuna parola. Richard trae dalla tasca un telefonino cellulare ed inizia a passeggiare nervosamente avanti e indietro lungo la sala, gesticolando in maniera febbrile. La signora Lama e Marie si sussurrano delle frasi all’orecchio, lo guardano e ridono)
RICHARD (al cellulare) “E’ lei?....Purtroppo no....il treno...certo....dicono sia in ritardo...Capisco, capisco....sì, i fondi sono in rialzo, quindi per l’investimento...le azioni? In rialzo quelle europee....il Giappone è ancora giù....Ho capito...massimo per le 20.00....Non si preoccupi, non farò un viaggio a vuoto....ce la farò....come?! Ma come faccio a ricordarmi le quotazioni!....Così, indicativamente....le europee lei le ha comprate a....esatto, a 50 franchi, ed ora.....a 55...Singapore fa ancora i capricci....certo....Hong Kong è in ripresa...
MAULEAU (piano) Ora mi ha stufato. Si fermi.
RICHARD (c.s.).....Lei ha una fissa per Seul...(si accende una sigaretta) No, niente buone notizie...mentre invece Francoforte....
MAULEAU (un po’ più forte) Mi dà sui nervi.
RICHARD Milano?!....Lì siamo tranquilli....se mi avesse dato ascolto....
MAULEAU Ci dia un taglio! Si sieda!
(Richard ora lo ha sentito, lo guarda inviperito e continua a passeggiare avanti e indietro)
RICHARD ....Dipenderà dal tasso d’inflazione...se va giù siamo a posto....altrimenti bisognerà diversificare!
MAULEAU (si alza e urla) La vuole smettere?! Ora basta!
RICHARD (si ferma e guarda truce Mauleau)....Entro le 20.00....d’accordo...poi decideremo....a più tardi. (chiude la comunicazione e fronteggia Mauleau) Dica un po’: è impazzito? (soffia il fumo della sigaretta sul viso dell’uomo che tossisce e si piega quasi in due e si risiede. Richard con rabbia getta la sigaretta per terra e la calpesta) Ci mancava solo lo scemo del villaggio, prima fa la statua e poi sbraita! Sono finito tra i pazzi!
LAMA Senta, signore! (Richard si volta a guardarla) Mi toglie una curiosità? (Richard si siede sulla panca, a sinistra e apre la ventiquattr’ore) Cosa significa “Singapore fa i capricci”, c’è mai stato?
(Richard trae dalla valigetta un giornale finanziario)
RICHARD Gentile signora, mettiamo subito le cose in chiaro: so come vanno queste cose sui treni. Si comincia parlando del tempo, e dopo tre ore di chiacchiere continue ci si scambiano ricette di cucina. Io non ho voglia di parlare, non voglio conoscere nessuno e ho un diavolo per capello perché rischio di perdere soldi per colpa di questi ritardi. Per completare il quadro le comunico che m’è scoppiato un mal di testa feroce. Ragion per cui mi compiaccio di non aver fatto la sua conoscenza.
MARIE Ma lei non è affatto cortese! Dovrebbe sapere che con le persone di una certa età....
LAMA (bloccandola) Su, su, Marie, il signore ha ragione, ha ben altro a cui pensare.
(Richard alza le spalle e si immerge nella lettura del proprio giornale. Nella cornice della porta appare di nuovo il capostazione che dialoga con un giovane che lo segue)
AUTIER ...Se le cose stavano proprio come mi dici....Ti conviene attendere al coperto, con questo sole rischi un’insolazione.
(Paul entra e rivolge, sorridendo, un saluto col capo agli altri in attesa, viene ricambiato da tutti tranne che da Richard)
AUTIER ....Solo che mi sembra davvero strano...non sai nemmeno dove andare....
PAUL Farò il biglietto sul treno. E poi chi lo ha detto che non so dove andare? Qual è il prossimo ?
AUTIER Ah Paul! Non cambierai mai! Dovrebbe essere quello per Parigi.
RICHARD (truce) Deve essere quello per Parigi!
PAUL Vorrà dire che andrò a Parigi.
AUTIER Credi proprio che non ci fosse soluzione? E’ un peccato, avevi un’attività così bene avviata in paese!
PAUL Ah! Certo! Per essersi avviata si è avviata, ma non è arrivata da nessuna parte.
LAMA Divertente questo gioco di parole! “Avviata”....”arrivata”, dovrò tenerlo a mente.
AUTIER Glielo dica anche lei, signora Lama, al nostro Paul! Questi giovani sono sempre troppo irruenti!
LAMA Non so se posso permettermi.
AUTIER Ma non l’ha riconosciuto? E’ Paul Ferreri, un paio di mesi fa ha inaugurato quel negozio di casalinghi in piazza della Repubblica!
LAMA Quello che aveva anche un settore “Tutto a cinque franchi”?
AUTIER Proprio lui!
LAMA Oh signor Ferreri, che piacere! Sapesse quanti soldini mi ha fatto risparmiare negli ultimi due mesi! Almeno 35! E’ in gita di piacere?
AUTIER Non proprio. Paul ha chiuso, e ora....
PAUL Riaprirò da qualche altra parte...
LAMA Mi spiace, non immagina quanto. Però si è dato per vinto troppo presto!
AUTIER E’ quello che gli ho detto anch’io!
PAUL Non è per questo, ma sa, le spese...e poi questi supermercati che ci distruggono....
AUTIER Paul, la signora ha ragione, ti sei arreso troppo presto. Questi giovani non sono abituati a combattere!
PAUL Questo, caro Autièr, non me lo puoi dire! Sin da ragazzino ho sempre dovuto battermi da buon figlio di italiani!
LAMA Anch’io sono figlia di italiani. Signor Autièr: lei è in minoranza! Il signor Ferreri può andare dove gli pare e piace!
(Ridendo, il signor Autièr fa un cenno di saluto ed esce)
MARIE Ho sentito che lei va a Parigi.
PAUL Pare di si....
MARIE Dio la benedica! Il destino porta sempre tutti a Parigi. Io per esempio sono diretta a Parigi. Dirà lei: “Per far che?” “Per lavoro”, rispondo io. (Paul assente col capo e sorride) E non mi chiede “per quale lavoro”?
PAUL Glielo devo chiedere?
MARIE Se me lo chiedesse io forse non glielo potrei dire, sa, è una cosa importante ed anche riservata!
(Richard, sbuffando vistosamente, gira la pagina del giornale)
PAUL E allora non glielo chiedo.
MARIE .....Ma visto che lei insiste e che la signora Lama già ne è a conoscenza....tutto sommato....vado a Parigi per un provino televisivo, me l’ha proposto ieri sera un amico di amici, sa come vanno queste cose...Insomma, sono un’artista.
PAUL Complimenti!
MARIE Mai prima! I complimenti si accettano soltanto dopo! Comunque, se tutto dovesse andare per come mi auguro, ritornerò fra tre mesi e allora mi accoglieranno con la fanfara! E lei?
PAUL (ironico) A me la fanfara l’hanno suonata alcune persone quando hanno saputo che andavo via. (tace, diventa serio e fissa lo sguardo a terra)
LAMA Signor Ferreri, a chi dava fastidio qui in paese?
(Paul alza lo sguardo, appare scosso)
PAUL Non ho mai detto una cosa del genere.
LAMA Lei è come me e come tutti i figli di italiani: quando dice una bugia, arrossisce......
PAUL Davvero? Sarà il sole...
LAMA Un sole che fa male.
(Paul fa finta di niente, alza lo sguardo al cielo, serra le braccia e poggia la schiena alla panca. Marie si alza e va verso la porta, guarda verso destra e poi velocemente si nasconde, di tanto in tanto caccia la testa fuori per sbirciare e poi la ritrae)
LAMA Marie!
(Marie le fa cenno di parlare piano)
MARIE Sono....due.
LAMA Ma due, chi?
MARIE Un uomo e una donna....vengono qui!
(Richard sbuffa ancora e gira il foglio del giornale)
LAMA Figliola cara, non mi sembra proprio il caso....
MARIE Lei piange....lui la sta lasciando!
LAMA E da cosa l’hai capito?
MARIE E’ chiaro: lei piange, lui la lascia, è ovvio.
(Richard con un colpo secco chiude il giornale)
RICHARD Ma che ne sa?! Potrebbe piangere per qualsiasi altro motivo!
MARIE Lei adesso si è svegliato? Buon giorno!
RICHARD Questa curiosità da cameriere mi fa andare in bestia!
MARIE Non sono una cameriera, sono un’artista!
RICHARD Lasciamo perdere! (riapre il giornale)
LAMA E ora che fanno?
(Marie velocemente, scalza e in punta di piedi, riguadagna la propria posizione. Dopo qualche istante compaiono nel vano della porta un giovane uomo e una giovane donna. Sono l’uno di fronte all’altra, la donna piange e cerca di nascondere il viso, l’uomo la tiene per le braccia e, serio, le parla fitto. La donna scuote la testa)
MARIE (a mezza voce) Ve lo dicevo! La sta lasciando!
LAMA Pare di sì.
RICHARD Ma la volete smettere? (viene zittito dai cenni delle due donne e di Paul che gli fa cenno di abbassare il tono della voce, l’uomo si adegua) Ma la volete smettere? Lei piange, è vero,! Ma chi l’ha detto che la sta lasciando?
PAUL (sempre a mezza voce) E allora perché piangerebbe?
RICHARD Devono essere per forza fidanzati o amanti? Non possono essere fratelli o cugini?
MARIE Perché, lei ha mai pianto per qualcosa che le ha detto sua cugina?
PAUL Io mai!
RICHARD Dipende! Se mia cugina mi dicesse che i Fondi comuni d’investimento sono crollati, piangerei di certo!
MARIE Ma mi faccia il piacere!
RICHARD Ma me lo faccia lei!
MARIE Le dico che lui, dopo una relazione, l’ha accompagnata alla stazione per dirle addio....e, senta cosa le dico: lui sarà anche sposato!
RICHARD Su quale libro da quattro soldi ha letto queste fesserie?
PAUL Lui cerca di baciarla! (effettivamente l’uomo cerca di baciare la donna)
MARIE (a Richard) Ora che mi dice? Erano cugini?!
PAUL Ma lei si ritrae!
RICHARD Oh basta! (pronuncia queste parole ad alta voce, l’uomo e la donna si voltano a guardare verso l’interno e poi si ritraggono non apparendo più alla vista)
MARIE Ha visto che ha fatto? Ora non sapremo più come va a finire!
RICHARD Lo replicheranno in qualche telenovela, di che si lamenta? (riprende il suo giornale)
MARIE Oh! Ma dico, lei....
PAUL (a mezza voce) Attenti!....
(La giovane donna entra senza un cenno né un saluto nel silenzio generale, molto imbarazzato e si va a sedere in un angolo sulla panca di sinistra all’estremità più lontana rispetto alla porta. Paul cerca di intavolare con Mauleau una conversazione, così, tanto per mostrarsi disinvolto)
PAUL (a Mauleau) Pensa che durerà ancora molto quest’interruzione? (Mauleau alza le spalle) Anch’io credo di sì, penso che fra un paio d’ore, forse....
RICHARD (di scatto) Non faccia il menagramo! Ci vorrà un’ora al massimo!
LAMA (continuando il proprio cruciverba) “L’infelice amante di Tristano”, sei lettere! (Marie le dà di gomito e le indica la donna, ma la signora Lama non comprende) E allora? Cosa c’è di strano?! “L’infelice amante di Tristano”, è proprio così, sei lettere!
MAULEAU “Isotta”, signora.
LAMA Isotta?! Vediamo...sei lettere, Isotta....Bravo signor Mauleau! Per caso sa anche la storia? Lui aveva lasciato lei o avvenne il....
(Marie le dà di gomito nuovamente, la Lama a gesti chiede spiegazioni)
PAUL (a Mauleau) Insomma, anche lei a Parigi! (Mauleau fa cenno di sì) Si godrà una bella vacanza, immagino! (Mauleau non risponde) Io lo sostengo da tempo: meglio essere soli quando si viaggia e soprattutto quando si parte. Se c’è una cosa che non sopporto è proprio tutta quella commozione alla partenza, i saluti, i fazzoletti agitati, le lacrime, gli addii.....
(Marie cerca di attirare la sua attenzione con dei colpi di tosse. La giovane donna, immobile con lo sguardo perso nel vuoto, nasconde il viso tra le mani e piange. Marie è la prima ad alzarsi, si dirige verso Paul)
MARIE (sibila) Non ne poteva fare a meno?
PAUL Io non pensavo.....
(Marie si dirige verso la donna, le si siede vicino, si alza anche la signora Lama)
MARIE Signora, possiamo fare qualcosa per aiutarla?
SIMONE Niente, non si preoccupi.
LAMA Su su figliola cara, non faccia così...è così tanto carina, le lacrime le stanno proprio male, sa? E chissà quante altre belle qualità possiede!
SIMONE Io non ho niente! Non ho più niente!
LAMA Non esageri! Ora solo perché quel tizio l’ha mollata vuole fare un finimondo!
SIMONE (asciugandosi le lacrime) E che ne sa lei?
RICHARD (polemico) L’hanno spiata da prima che entrasse qui!
MARIE Lei stia zitto che non aveva capito niente!
RICHARD Brutta razza di guardoni! (riprende a leggere)
LAMA (a Simone) Sa come diceva mia madre? “Si chiude una porta e si spalanca un portone”.
RICHARD (c.s.) Io ne conosco un’altra di versione: “Si chiude una porta e si apre.......un oblò”!
PAUL Ma la smetta! Vuole proprio che questa poveraccia si butti sotto a un treno?!
SIMONE (rizzelata) Per sua norma io non sono una poveraccia!
PAUL Io non intendevo....
MARIE (a Paul) Ma come le viene in mente che la signorina voglia gettarsi sotto a un treno?!
PAUL (indicando Richard) Ma volevo solo rispondere a lui!
LAMA (abbracciando Simone) Ora va meglio, si calmi....
SIMONE Io non riesco proprio a farmene una ragione!
MARIE Ma passerà! E’ questione di esperienza! Vede, quando ebbi la scarlattina, tre anni fa, anch’io pensavo che non sarei mai guarita, e invece dopo una settimana ero rinata!
SIMONE (con rabbia) Non ne ha avuto il coraggio! Nemmeno un briciolo! Ma che uomo è, quello che finge con la moglie, con i figli, e non sa dire la verità? Ed io, stupida, ad aspettare, a sperare “Forse cambierà, forse troverà la forza per dirglielo”.
MARIE Il tizio è sposato?
SIMONE Sì, perché?
MARIE (ostentatamente ad alta voce) Dio ti ringrazio! C’era chi pensava che fosse suo cugino....
(Richard altrettanto ostentatamente si mette di spalle e resta muto)
SIMONE (amara) Mio cugino? Certo, “un’amica”, “una conoscente”, “una collega”, sapesse quanti sotterfugi ha inventato....Ma che razza di uomo è questo?
LAMA E’ un infelice. Tutti quelli che recitano, lo sono.
MARIE E soprattutto gli uomini....
(Richard getta il giornale per terra e si alza di scatto)
RICHARD E basta! Basta con queste assurdità! (si rivolge a Marie) Lei, lei, proprio lei! Lo confessi: stava per dire che “gli uomini sono tutti mascalzoni”!
MARIE Dio la benedica, no!
RICHARD E poi quest’altra signora, quella del cruciverba avrebbe continuato con la solita storia che “gli uomini sono tutti un po’ bambini”, è vero?
LAMA Io credo che lei sia un po’ nervoso.
RICHARD E così, tra una banalità e l’altra se ne va il pomeriggio! E voi siete contenti! Certo: avete trovato il modo di spendere il vostro tempo! Ma io, io....ho la testa che mi scoppia, il treno è in ritardo, ho anche mal di stomaco e perdo soldi, capito? “Argent”, “money”, come li chiamate voi?
MAULEAU (gelido) Dei suoi problemi, non potrebbe importarci di meno.
PAUL (a Richard) Ora sta davvero trascendendo, si calmi....
RICHARD (si siede, nervoso) La calma! E’ un lusso che possono permettersi solo gli sfaccendati! Io ho altro a cui pensare! (riprende il giornale, si accende una sigaretta. Entra il capostazione Autièr. Richard è di colpo in piedi) E allora!? Il treno?
AUTIER Per ora può anche toglierselo dalla testa. L’interruzione sulla linea elettrica è più grave del previsto. A quanto pare, ha interessato l’intero compartimento.
PAUL E i tempi?
AUTIER Se tutto procede come spero (consulta il proprio orologio)....diciamo...
RICHARD (tesissimo) “Diciamo” quanto?
AUTIER ....Un paio di orette.
RICHARD Due ore?!
PAUL Caspita! Arriveremo a Parigi dopo le 21.00.
RICHARD Non se ne parla nemmeno!
PAUL E cosa intende fare?
RICHARD Io?! Un bel niente, glielo assicuro, altri dovrebbero rimediare!
AUTIER C’è poco da fare, caro signore.
RICHARD E lei la prende così?! Ma si dia da fare, Sant’Iddio!
AUTIER Ha qualche suggerimento?
RICHARD Lei è lautamente stipendiato da queste dannate ferrovie! Provveda! Chiami qualcuno! Ha il dovere di risolvere il mio problema!
AUTIER Preferisce che faccia il miracolo subito, oppure mi dà il tempo di prendere la bacchetta magica?
(Ridono tutti, ad eccezione di Richard e di Simone)
RICHARD Ora fa anche lo spiritoso? Vedremo se riderà ancora, dopo che avrò informato chi di dovere! Mi ridica il suo nome, prego! (trae dalla tasca l’agenda)
AUTIER Mi chiamo Autièr, e per dirla tutta lei mi ha abbondantemente stufato!
RICHARD Bravissimo! Ora fa anche il maleducato, continui pure!
PAUL Guardi che il signor Autièr può fare ben poco, il problema è generale!
RICHARD Stavo parlando con lei? No! E allora pensi ai problemi suoi che a quanto pare ne ha, ed anche molti!
LAMA Ora è davvero ingiusto! Come fa ad accusare il signor Autièr di cattiva volontà?!
RICHARD Ah! A quanto pare sono proprio capitato nel mezzo di una bella combriccola di compari!
MARIE Ma come si permette?
RICHARD Mi permetto perché ho un’urgenza, una necessità impellente e lui me la deve risolvere!
AUTIER Lasciate stare, signori! Quando il sole batte come oggi, non distingue più tra sassi e teste, e certe teste diventano più dure dei sassi. Se ci sarà qualche novità vi avvertirò (esce)
LAMA (a Marie) E’ davvero arguto questo capostazione.
MARIE E’ molto simpatico il signor Autièr!
(Richard riprende a camminare, nervosissimo, percorrendo in lungo e in largo la sala, parla fra sé a voce alta)
RICHARD Te lo meriti Richard, te lo meriti perché sei un imbecille, imbecille e sentimentale! Ben ti sta! Non potevi anticiparti di un giorno?! Eh no! Il cuore davanti a tutto, e adesso ben ti sta il treno! Ben ti sta la maniaca dei cruciverba che ti affliggerà durante tutto il viaggio fino a Parigi....
LAMA Io sono diretta a Tolone, signore.
RICHARD .....ben ti sta la sedotta e abbandonata....
PAUL Signore!
RICHARD ...Ben ti sta il fallito che ha chiuso bottega e la mummia che fissa il pavimento....
MARIE Ma, dico! Chi si crede di essere?!
RICHARD ...e come ciliegina sulla torta: ben ti sta l’oca giuliva con le sue banalità che ti farà maledire questo pomeriggio fino alla fine dei tuoi giorni!
MARIE Vuole smettere di insultarci?!
RICHARD (si ferma) Mi stavo rivolgendo a lei, forse? Sto parlando da solo.
MARIE Ma io l’ascolto!
RICHARD Perché è un’impicciona, se fosse una persona discreta farebbe finta di niente!
MARIE Se non fossi una signora, saprei io come metterla a posto!
RICHARD Una signora?! Lei?!
MARIE Perché, ha qualcosa in contrario?!
RICHARD Una che si fa raggirare dal primo mascalzone con la promessa di un provino, lei la chiamerebbe “signora”?
MARIE Questi sono fatti miei!
RICHARD Ma apra gli occhi! Non è più una bambina! Crede ancora nelle favole?
LAMA Che male ci sarebbe?
RICHARD Il più furbo mangia il più stupido, questo ancora nessuno glielo ha insegnato? Vada, vada a Parigi e vedrà! Altro che “provino televisivo”!
MARIE (con voce rotta) Che cosa ne sa lei di me?
RICHARD Per fortuna niente e niente voglio sapere. Tranne quello che vedo...
LAMA Lei sta superando il segno, signor Richard.
RICHARD Io dico quello che penso e lo affermo sulla base dell’esperienza. Cara signora, il mondo non è migliorato di molto solo perché sei sconosciuti stanno attendendo un maledettissimo treno che non arriva mai, e allora si sentono in dovere di essere gentili e pazienti!
LAMA Cosa le hanno fatto di male, signor Richard?!
RICHARD A me?! Niente, cosa vuol sapere?! A questa signorina, invece...non sarà né la prima né l’ultima volta che leggeremo sul giornale che una giovane di provincia, attratta da chissà quale miraggio, viene raggirata o peggio, e si getta nella Senna!
MARIE Lei è un farabutto!
PAUL Ma si rende conto? Le sta augurando...
RICHARD ...di gettarsi nella Senna?! Non è vero, non è un augurio, è una constatazione. D’altronde, a volere essere sinceri, non è che il mondo perda molto se “una” così........
(Non riesce a terminare la frase: con uno scatto improvviso, Mauleau si alza e prende per il collo Richard)
MAULEAU Lasci stare questa ragazza, ha capito?
(Paul si lancia tra i due per dividerli, interviene anche la Lama e la stessa Marie. Anche Simone, spaventata, si alza. Richard è paralizzato dalla sorpresa)
MAULEAU Lei è un morto che cammina! Se vede qualcosa di pulito, non è contento se prima non l’ha insozzato!
(Paul riesce ad allontanare Mauleau da Richard, che è attorniato da Marie e dalla Lama, e si rivolge a Simone)
PAUL Chiami il capostazione.
(Simone esce velocemente)
MAULEAU (fuori di sé) Mi lasci! (a Richard) Buffone, vieni qui! Vediamo se hai il....coraggio....(si accascia con una smorfia di dolore)
PAUL Si sente male!
(Marie corre a soccorrere Mauleau, lo fanno stendere. Marie gli tiene la testa sollevata)
MARIE (a Richard) Tutto per colpa sua!
(Richard guarda la scena esterrefatto. Irrompe il capostazione, vede Mauleau a terra e lo soccorre)
AUTIER Come va, Mauleau? (Mauleau fa un cenno di assenso con la testa) Ma com’è stato?
MARIE Lo chieda al signore.
AUTIER Se lei ha tanta voglia di fare lo spaccone, vada da un’altra parte! Il signor Mauleau non è in grado di difendersi. Ecco, ora possiamo rialzarlo....piano....così....
MARIE Ma che cos’ha?
AUTIER Mauleau va a Parigi per essere operato....
MAULEAU (da seduto, ancora con una smorfia di dolore) Autièr, ti prego....
AUTIER No, ti prego io! Non posso assumermi responsabilità di questo tipo, ed allora è meglio che si sappia...l’intervento è delicato, e questo testone ha voluto che nessuno lo accompagnasse...
RICHARD Io mi scuso, ma non sapevo...
PAUL Doveva pensarci un po’ prima!
LAMA Su su! Non è successo niente di irreparabile, il signor Mauleau sta meglio....(a Mauleau) Lei poi mi dovrà dire da dove prende tutte quelle notizie utili per i miei cruciverba! Altrimenti la prossima volta, per l’invidia, sarò io a svenire!
(Mauleau, Autièr, Marie e Paul ridono. Marie si siede vicino a Mauleau e con un fazzoletto gli asciuga il viso)
MARIE Nessuno l’aveva mai fatto per me. Grazie (e gli prende la mano)
AUTIER Vogliamo farli un po’ sbollire questi animi? Mauleau, tu ce la fai a camminare?
(Mauleau sta per rispondere ma interviene Marie)
MARIE L’accompagno io.
AUTIER E allora il vostro capostazione per farsi perdonare del ritardo vi invita tutti al bar....(a Richard) Anche lei, se vuole...
LAMA Io penso che finirò il mio cruciverba.
PAUL Grazie Autièr, ma non mi va.
AUTIER (rivolto a Simone) E la signora? (Simone sorride e fa cenno di no) Tutti virtuosi, questi passeggeri!
(Marie aiuta Mauleau ad alzarsi, lo prende sottobraccio e così escono dalla sala insieme ad Autièr, seguiti da un mortificato Richard. Paul cerca di rompere il ghiaccio con Simone)
PAUL Certo che quel Richard....che tipo!
SIMONE Odioso, assolutamente insopportabile, un incontro davvero infelice.
PAUL E non è il primo della sua giornata....
SIMONE (gelida) Che intende dire?
PAUL Sì, cioè....quell’altro, quello di prima...
SIMONE (c.s.) Prego?
PAUL (appare confuso)....Non deve essere il massimo...come simpatia, intendo...
SIMONE Lo conosce?
PAUL Io?! No, ma si vede....e poi far piangere una donna! Guardi, io per un tipo così non avrei sprecato una lacrima! Mi creda....uno così insignificante....così banale...Per carità! Lei ora mi potrebbe anche dire di farmi gli affari miei...
SIMONE Appunto.
PAUL ....ma ciò non toglie che è stata davvero fortunata...certi tipi è meglio perderli che trovarli...
SIMONE (decisa) Non le permetto di insultare il mio Vincent!
(La Lama appare appena dietro la sua rivista)
LAMA Il “suo”?!
SIMONE Sì, in fondo è stato anche un po’ mio....
LAMA Diciamo che era in comproprietà.
SIMONE (rizzelandosi) Oh, ma dico! Con tutto il rispetto, signora, ma voi cosa ne potete sapere? Vincent era anche dolce, buono, ci sono stati momenti...
LAMA Momenti, appunto.
SIMONE ....non nego che abbia avuto i suoi torti! Ma la stupida sono stata io! Io ho aspettato, ma lui è sempre stato molto concreto, mai che mi abbia lasciato sperare.....
LAMA E cosa c’è mai di più brutto?
SIMONE (ribellandosi) Insomma, la vuole sapere una cosa? Se prende tutte le qualità degli uomini che sono oggi in questa sala d’attesa e le moltiplica per dieci, non riuscirà ad arrivare alla metà delle virtù di Vincent.
PAUL (ironico) Lei è molto gentile!
SIMONE La realtà è la realtà, caro signore, ne è una prova il fatto che mentre il mio Vincent è tornato al lavoro, lei da turista di metà agosto percorre la Francia a suo piacimento, beato lei!
PAUL (si alza, agitato) Io, turista?! Ma perché non s’informa prima di parlare? Lo sa che sono stato costretto a chiudere la mia attività? Lo sa perché? Perché avevo pestato i piedi a troppe persone. Io, turista? E lo sa con chi ho avuto a che fare? Non con dei damerini come il “suo” Vincent, ma con gente che lei si augurerebbe di non incontrare mai per strada! Gente che ti avverte una sola volta: “Paga o chiudi”, così ti dicono. La seconda volta ti fanno saltare il locale e la terza ci rimetti la pelle!
LAMA E’ per questo, allora!
PAUL Certo che è per questo! Ma cosa ne parlo a fare? Ormai....
SIMONE (contrita) Mi scusi, io non sapevo....gliel’ho detto: sono proprio una stupida (cerca il suo fazzoletto sentendo di non poter reprimere il pianto, Paul le si avvicina, partecipe)
PAUL Sono io che mi devo scusare. Vede? Ha ragione, non sono tanto migliore del “suo” Vincent che prima l’ha fatta piangere...
SIMONE Dico cose senza senso, non mi riconosco più.....vorrei che questo giorno fosse già finito.
(Paul si siede preso Simone)
PAUL Invece sa cosa le consiglio? Faccia come facevo io con le onde....ho sempre avuto una passione per il mare, da ragazzo non rinunciavo mai al bagno anche quando il mare era agitato, e allora affrontavo le onde, sa come? Per andare al largo attendevo l’onda e l’assecondavo, mi portava verso riva? Poco male, nell’intervallo fra l’onda che era passata e quella che si preparava io nuotavo fortissimo, con tutte le mie forze e così onda dopo onda mi ritrovavo al largo e le onde erano scomparse. E allora se hai voglia di piangere, fallo, ma dopo riprendi a nuotare!
SIMONE (si asciuga gli occhi e sorride) E’ bellissimo quello che hai detto...Io sono Simone (gli tende la mano che Paul subito stringe)
PAUL Io, Paul.
(I due restano a guardarsi sorridendo. La signora Lama tossisce per attirare l’attenzione dei due)
LAMA La sua storia non mi sorprende più di tanto, signor Ferreri. Sono cose che non vorremmo mai sentire! Io ricordo quando questo paese era diverso, c’era più rispetto.....(con aria complice) Era anche più stupido e banale, intendiamoci. (Simone ride) Ah! Finalmente le ho visto i denti! Avevo anche pensato “Vuoi vedere che questa bella signorina ci ha i denti storti e perciò li nasconde?” (ridono Paul e Simone) Lei dov’è diretta?
SIMONE A Tolone.
LAMA Ullallà, una compagna di viaggio! Io vado da mia figlia, la gemella Stephanie.....a proposito di Stephanie, voglio farla ridere ancora....La mia prima figlia si chiama Paulette, ebbene, non ci crederà! Per quella mia prima gravidanza avevo messo su trentasei chili!
SIMONE Davvero? Non ci credo!
LAMA Parola mia! Dopo il parto qualcosa avevo buttato giù ma, comunque, ero sempre quei venti, venticinque chili in più. Si figuri che anche a distanza di quattro, cinque mesi dal parto tutti mi cedevano il posto sui tram, e mi evitavano le file....
PAUL Era un bel vantaggio!
LAMA Aspetti! La cosa non finiva lì. Tutti i miei conoscenti fino a quasi un anno dal parto continuavano a complimentarsi per la mia nuova gravidanza....
SIMONE Non è possibile!
LAMA .....e se negavo che ci fosse non mi credevano. Arrivai al punto di rassegnarmi, e quando mi domandavano se fossi incinta, invece di rispondere “No, sono grassa” rispondevo ”Sì, certo”. Per farla breve, io e Pierre, mio marito, decidemmo di non deluderli e così dopo un anno partorii i gemelli, Stephanie e Pierre......
SIMONE Chissà la gioia di suo marito!
LAMA In effetti sarebbe stato molto felice se li avesse potuti conoscere. Era in Algeria, faceva il militare, morì un mese prima del parto.
SIMONE Mi scusi, non sapevo....
LAMA (sorridente) E di cosa? E’ passato tanto tempo: i miei figli, per fortuna, hanno preso ognuno la propria strada ed io sono qui pronta per andare in vacanza da Stephanie.
PAUL Ma deve essere stato terribile!
LAMA Certo! Ma vede, lei mi può capire perché è fatto un po’ come me, il buon Dio non consente che ci abbattiamo mai del tutto, ma ci saggia come si fa con le monete per scoprire se siamo d’oro oppure false, ebbene avrà avuto la conferma che la maggior parte della signora Lama era di buon metallo.
(Ridono)
SIMONE Come mi piacerebbe diventare come lei!
LAMA Non glielo consiglio. Ho una passione per i cruciverba ma non sono mai riuscita a completarne nessuno, inoltre non so preparare le valigie, odio portarle e per giunta non riesco mai ad attirare l’attenzione di un facchino quando ne ho bisogno.
PAUL Lei non sa quanto abbia anch’io voglia di fare, di realizzare a Nord o a Sud, non importa!
LAMA Signor Ferreri, lei sa cosa mi ricorda? E’ incredibile, ma mi è venuto in mente sin da quando lei è entrato qui. Mi ricorda il “Chi, come, con chi”.....
PAUL “Chi” cosa?!
LAMA Non “chi”, ma il “chi, come, con chi”. Era un gioco, un passatempo che facevo con i miei figli quando erano già abbastanza grandi. Loro la chiamavano “la medicina”, io per la verità non ci ho mai creduto ma a loro piaceva. Dicevano che era la medicina ideale per quando si era tristi e depressi. Ci riunivamo tutti e quattro in cucina e dopo aver sparecchiato la tavola, cominciavamo....
SIMONE E cosa accadeva?
(Rientrano Marie, Mauleau e Richard. Quest’ultimo, con Mauleau sotto braccio, discorre pacatamente)
RICHARD Vede, che il capostazione non abbia delle colpe è assodato ma dico, queste nostre ferrovie....!
(I tre si siedono)
SIMONE E allora?
LAMA Paulette che era la maggiore si chiedeva ad alta voce: “Chi sono?”
MARIE Che bello! E’ un gioco?
RICHARD (a Mauleau)....e poi ci sono degli incoscienti come i nostri compagni di attesa.
SIMONE (alla signora Lama) Non gli dia ascolto, continui pure....
RICHARD (ironico) E allora taciamo, altrimenti disturbiamo l’uditorio!
LAMA .....così dopo essersi chiesta “chi sono”, Paulette spiegava a tutti, precisamente, come si sentiva in quel momento, tutto ciò che pensava di essere e che non le piaceva.
SIMONE E voi?
LAMA Ah, noi, niente! Ascoltavamo. Mica le dicevamo “Guarda che non sei così!”. Stavamo lì e basta. Certo, a volte si esagerava, però dopo si sentivano tutti un po’ meglio.
RICHARD Una specie di training, insomma.
LAMA “Trai....” cosa? Ah, non so....Per noi era il “Chi sono”. Poi Paulette.....
RICHARD Mi basta, partecipo.
LAMA Ma oltre al “chi sono” c’era anche....
MARIE Anch’io! Anch’io lo voglio fare!
SIMONE Veramente c’ero prima io.
MARIE E che significa? In questa sala d’aspetto ci sono entrata molto prima di lei.
PAUL E io? Non mi considerate nemmeno?
MARIE Lei è arrivato dopo....
SIMONE Non se ne parla nemmeno: inizio io.
RICHARD Calma, calma signori. Chi ha più urgenza, inizia. Quindi mi sembra naturale autocandidarmi.
MARIE E che c’entra lei?
LAMA Stavolta sono d’accordo con il signore....
SIMONE Ma come?! Signora!
LAMA Su su cara, non se la prenda a male. Io e lei abbiamo tutto il viaggio fino a Tolone per poter giocare.
RICHARD Mi sembra un discorso equo, ragion per cui.....(si alza e va a sedersi presso la Lama)
MARIE Uffà, ma non è giusto! (Mauleau le sorride e Marie va a sedersi presso di lui e gli tiene la mano)
LAMA E’ pronto, signor....?
RICHARD Richard.
LAMA E’ vero, me l’ha già detto. Mi raccomando: deve dire tutta la verità senza tacere nulla.
RICHARD Promesso. Allora, da cosa inizio?
LAMA Dica....”chi sono” e poi si lasci andare.
(Richard chiude gli occhi e si concentra)
RICHARD “Chi sono”....Vediamo: sono un uomo d’affari di Lione.....basta così?
LAMA Dica tutto, tutto ciò che le viene in mente.
RICHARD ....ecco: gestisco per conto di una banca dei fondi azionari. Sono, anzi, sono stato sposato, vivere insieme a me non è facile....
PAUL Di questo ce ne eravamo accorti.
(Lama gli fa cenno di tacere. Anche Marie lo fulmina con lo sguardo)
RICHARD ...perché difficilmente posso rimanere fermo nella stessa città. Mia moglie vive a Marsiglia con i miei due figli di 18 e 16 anni, li vedo sì e no una volta al mese...(apre gli occhi, si rivolge alla Lama) Va bene così?
LAMA Continui pure.
MARIE E’ proprio bravo.....
RICHARD (chiude gli occhi) Dormo e vivo, praticamente, in albergo. Spesso mi capita una cosa assai curiosa: di mattina mi sento bene, ho voglia di fare, di incontrare gente, ma con l’andare della giornata è come se mi spegnessi...e le sere! Le sere dovrebbero abolirle! Si accendono le luci dei paesi o delle città in cui mi trovo e nella mia camera penso che dietro quei vetri ci sono famiglie, uomini e donne che anche se sommassero tutti i loro redditi e li moltiplicassero per cinque non arriverebbero mai ai miei guadagni, ma......so anche che quegli stessi uomini e quelle stesse donne , se volessero scambiare due parole con i propri figli, non avrebbero che da girare lo sguardo per sentirli vicini. Non hanno bisogno di affidarsi a delle fotografie, loro! Foto che poi, col tempo, possono rovinarsi. Io le ho anche fatte plastificare, ma a quanto pare non serve....Che altro? Ah sì. Le donne. Qualcuna, ogni tanto, la rimedio, ma non è niente di impegnativo. Ma le sere...! Le sere sono il vero problema. Qualcuno dovrebbe pensare a una legge per abolirle....A volte, quando non avevo più impegni di lavoro, ho anche provato ad addormentarmi di pomeriggio, sperando di svegliarmi direttamente il mattino seguente, così, tutto di un colpo! Ma le sere....quelle non passano mai....(riapre gli occhi. Lo guardano tutti a bocca aperta) E allora? Come è andata?
LAMA Ce lo deve dire lei.
RICHARD Bene, direi.....ma cosa ho detto?
MARIE (sbrigativa) Cose molto interessanti. Ma ora tocca a me!
RICHARD Scherza?!
MARIE E’ il mio turno, se non le spiace!
RICHARD Certo che mi dispiace! Non ho ancora finito. E lei non faccia la furba, perché le conosco quelle come lei!
MARIE Che significa “quelle come me”?
MAULEAU Lasci stare Marie.
RICHARD Ora si fa difendere dal suo paladino?
MARIE Ha qualcosa in contrario, forse?
LAMA Lei, signor Mauleau.
MAULEAU Io?! Cosa vuol sapere?
RICHARD Ma qui non si rispetta il turno!
LAMA Quello che le viene in mente....
MAULEAU Il suo gioco è simpatico, ma non credo di essere il giocatore adatto.
MARIE Su, prova! Prima tu e poi io!
RICHARD Insomma, mi avete soffiato il posto.
LAMA E allora, Mauleau?
(Marie lo incoraggia)
MAULEAU “Chi sono”? Non importa molto chi sia o chi sia stato, e a dire la verità non ci ho mai riflettuto. Da quando sono malato, ogni giorno è oggi.
RICHARD E come al solito i furbi hanno l’ultima parola!
(Si ode un fischio molto penetrante. I passeggeri si alzano. Giunge Autièr)
AUTIER Signori, finalmente il treno per Parigi sta entrando in stazione, però.....
(Richard come un fulmine a queste sue parole prende la sua ventiquattr’ore)
RICHARD (fuggendo) Saluti a tutti. (esce in tutta fretta, sorprendendo lo stesso Autièr)
AUTIER Ma guarda che tipo!
SIMONE Non ha nemmeno salutato!
LAMA A dir la verità, l’ha fatto, fugacemente, ma l’ha fatto.
AUTIER Non mi ha nemmeno fatto finire! Il treno per Parigi sosterà in stazione più del previsto perché ci sono ancora problemi sulla linea elettrica, se però volete caricare i bagagli.....
MAULEAU (a Marie) Andrò ad occupare i posti (Marie fa cenno di sì. Mauleau stringe la mano a Paul, a Simone e alla Lama)
LAMA Non si preoccupi. Mi risolverà ancora tanti cruciverba quando ci rivedremo.
MAULEAU Speriamo.
LAMA Sempre.
(Mauleau esce)
SIMONE E’ una brava persona.
LAMA E’ un uomo d’oro.
MARIE E che pensate, che non me ne sia accorta? Subito l’ho accalappiato!
AUTIER Sta per entrare in stazione anche il treno per Tolone, ma purtroppo....
LAMA (alzandosi)....c’è lo stesso problema del treno per Parigi. Vero, signor Autièr?
AUTIER Esattamente.
MARIE (alla Lama) Non pensare che rinunci, prima di partire ti verrò a cercare...
SIMONE La signora è già prenotata.
LAMA (enfaticamente) Farete di me quello che vorrete!
(Ridendo, escono tutti)


FINE I° ATTO



II° ATTO


(Paul e Simone si trovano sotto la tettoia della banchina ferroviaria. A terra sono disseminati i bagagli della signora Lama e quelli, leggeri, dei due giovani. Sia l’uomo che la donna siedono sui bagagli, conversano e attendono. La luce è molto forte ed è appena attutita dall’ombra proiettata dalla tettoia)


SIMONE ....è chiaro che si sia sentita in dovere!
PAUL Ma per così poco!
SIMONE “Poco” non direi. Le hai trasportato a spalla tutto il carico!
PAUL Pensi che abbia traslocato dalla figlia?
SIMONE (ride) Lei dice “Solo per due settimane, giusto per le vacanze”!
PAUL Pensa un po’ se avesse trascorso un mese!
SIMONE In quel caso la nostra signora Lama avrebbe sicuramente affittato un Tir!
PAUL Uno?! Non sarebbe stato sufficiente! (si volta) Sta tornando? La vedi?
SIMONE Nemmeno l’ombra!
PAUL Io comincerei a preoccuparmi.
SIMONE Sta sicuro che dovrebbero essere gli altri a preoccuparsi d’averci a che fare! Pensa un po’ se la incontrasse Richard!
PAUL Quello? Da come l’ho visto scattare all’annuncio di Autièr, dovrebbe già essere alle porte di Parigi!
SIMONE Che tipi che s’incontrano!
PAUL Sembrava così odioso e invece....Ma l’hai sentito quando parlava dei figli?
SIMONE Poveraccio....però a me faceva anche un po’ ridere....
PAUL Davvero?
SIMONE Non mi dire che non t’ha fatto lo stesso effetto! Com’è che diceva? (rifacendo il verso a Richard) “Le sere, le sere dovrebbero abolirle”! (ridono)
PAUL E perché, cosa ne dici della Lama?
SIMONE (rifacendo il verso alla Lama) “Giovanotto, è stato tanto gentile! Resti qui con Simone! Vedrò di recuperare al bar delle vettovaglie”!
PAUL Chissà dov’è che l’ha pescato, questo “vettovaglie”.
SIMONE Ma è chiaro! (rifacendo la Lama) “Dieci verticale, sinonimo di cibo...undici lettere...vettovaglie!”
PAUL “Vettovaglie” e tante masserizie! (indica i bagagli)
SIMONE Tu invece hai solo quel borsone?
PAUL Quello che mi serviva e quello che mi è rimasto.
SIMONE ......insieme alle tue illusioni.....(sospira) Adoro i sognatori!
PAUL Scusami, ma non sono la stessa cosa.
SIMONE Chi?
PAUL Le illusioni sono degli illusi, i sognatori, invece....
SIMONE Ma dai! Illusioni, speranze, sogni....è sempre la stessa cosa!
PAUL Noto che non sei molto preparata.
SIMONE Allora mi dica, “professore”.
PAUL L’illuso, cara signorina, è colui che si gratta la pancia...
SIMONE Oh, professore! Che orrore!
PAUL .....e aspetta che qualcosa venga giù dal cielo ma non sa bene né come, né perché.
SIMONE Mentre, invece?
PAUL Le speranze vanno alimentate, vanno innaffiate ogni giorno con la voglia di fare, di crescere!
(Simone ridendo, con lieve ironia, l’applaude)
SIMONE Bravo! Signor professore! Ottima conferenza! (seria) Come mi piacerebbe assomigliare un po’ a te!
PAUL Ma tu su questo campo sei molto più avanti di me!
SIMONE Trovi?
PAUL Se io ho un solo borsone e per il resto una valigia di speranze, tu che hai solo una piccola valigetta, di sogni ne hai almeno tre o quattro bauli!
(Simone ride e per scherzo cerca di picchiarlo)
SIMONE Oh! Stupido! Dico davvero! E poi io non ho mai avuto bagagli, io abito a Tolone e venivo qui solo per i fine settimana....ma ormai...(triste) E’ la solita storia dei pendolari....io ero la pendolare di Vincent....venerdì, l’espresso delle 15.00....e poi lunedì mattina quello delle 6.00...e così è andata avanti per due anni.
PAUL Qui o a Tolone....l’importante è sentirsi bene, sentirsi a casa.
SIMONE Proprio per questo me ne vado.
PAUL Sai? A proposito di casa....tu hai un aspetto molto familiare.
SIMONE Oddìo! Vuoi vedere che ora ci scopriamo parenti? E a chi assomiglio? Tua cugina? Tua sorella? (rifacendo il verso alla Lama) O ad una vecchia zia? (ridono)
PAUL Non intendevo questo. Hai l’aspetto di qualcosa che spesso ho cercato. (Simone non risponde, abbassa lo sguardo e poi lo distoglie guardandosi attorno. Paul, anch’egli imbarazzato, si fa vento con le mani) Tanto valeva restare nella sala d’aspetto. C’è un’afa......
SIMONE Davvero insopportabile....
PAUL E questo treno!.....
SIMONE A proposito! Ma non rischi di perderlo?
PAUL Manca ancora un po’ prima che parta! Ma se la signorina desidera cacciarmi, io posso anche.....(fa il gesto di alzarsi)
SIMONE No!....Anzi....
PAUL Comunque ci resta poco.....e poi...
SIMONE Già.....
PAUL Ma fra un paio di mesi, appena mi sarò sistemato, farò un salto a Tolone....
SIMONE Splendido!
(Restano in silenzio, imbarazzati, senza guardarsi. Da sinistra con atteggiamento incerto e quasi timoroso entra Mauleau. Paul gli rivolge un cenno di saluto al quale timidamente l’uomo risponde)
PAUL Si sgranchisce le gambe, Mauleau?
MAULEAU Come? Io? Sì, o meglio, in un certo senso....La signora Lama?
SIMONE A minuti la vedrà piombare fra di noi.
MAULEAU Capisco.
(Mauleau resta fermo, a testa china, a debita distanza dai due. Paul e Simone si scambiano degli sguardi interrogativi)
PAUL Ha deciso di arrostirsi al sole?
MAULEAU Come? Io? No, no, sicuramente....
PAUL E allora venga qui! Si accomodi pure.
MAULEAU Non avrei voluto disturbare....
(Simone gli fa cenno di sedersi e Mauleau fatti pochi passi si siede)
PAUL Ha dimenticato qualcosa?
MAULEAU No no.
PAUL Se le possiamo essere utili....
MAULEAU Molto gentile. Ma aspetto la signora....
(I tre tacciono. Simone e Paul si guardano e poi guardano Mauleau che fissa il pavimento, poi d’improvviso l’uomo si scuote)
MAULEAU Perché......vede, si sentono tante cose! E non sono solo quelli di settanta o ottanta anni, ma ora anche quelli di trenta, quaranta....Semmai si sono fatti tanti progetti....uno ci ha un socio e gli dice “Ne parliamo domani” e invece “domani” non arriva o meglio, arriva....ma....non so se mi spiego.
(Paul e Simone continuano a guardarsi con aria interrogativa)
SIMONE Non proprio, signor Mauleau.
MAULEAU Certo, la cosa cambia se non sono stati fatti dei progetti o se non si ha un socio, in quel caso.....almeno....Questo non toglie che sia atroce comunque.....e allora....mi è parso giusto....
PAUL Sta parlando....forse...
MAULEAU ....una macchina, un orologio funzionano quasi perfettamente....macinano chilometri e ore....e poi, d’un tratto....
PAUL E’ la morte, signor Mauleau?
MAULEAU Detto così, sembra quasi....in modo così esplicito, dico....sì....della morte.
(Giunge la signora Lama, Mauleau si alza)
LAMA Signor Mauleau, che piacere rivederla!
MAULEAU Forse ho esagerato venendo qui.....
LAMA Ha fatto proprio bene! L’aria condizionata non è ancora in funzione e il suo treno sarà un forno, mi era quasi parso di sentire i binari che friggevano, pensi!
MAULEAU Lei prima mi ha chiesto....
LAMA (allarmata) Non mi dica che non era “Atlante”! Mi mancano solo una decina di definizioni per completare il cruciverba!
MAULEAU No, non era per questo....prima con il signor Richard....poi lei mi ha chiesto....il gioco....
LAMA Che stupida! Mi scusi! Le sono sembrata impertinente?! Ma sa, non pensavo....
MAULEAU Tutt’altro, signora, tutt’altro. Come spiegavo ai suoi compagni di viaggio, ci sono cose che si pensano e poi non si ha il tempo di dire e non per distrazione o per cattiva volontà, ma perché il tempo, signora, il tempo è troppo poco....a volte è anche colpa nostra, pensiamo “Glielo dirò dopo” e poi non ne abbiamo più l’occasione....così, prima, due parole per spiegarmi mi sono parse troppo poche, non è che con altre dieci la cosa diventi immediatamente comprensibile! Ma, forse....un po’ più chiara, sì. Fra poco, e chissà per quanti altri giorni, tutti mi chiederanno e si chiederanno “come sto”, e nessuno mi chiederà “chi sono”...non avrò tempo per spiegarlo....e ho un’urgenza....anche gli altri, ma io....un po’ di più....
(La signora Lama posa a terra la bottiglia e si siede)
LAMA Il mio gioco è tutto suo, signor Mauleau.
(Mauleau sembra riflettere un momento, chiude gli occhi)
MAULEAU Io ho sempre avuto paura. E’ la mia condizione normale, naturale. Sa perché evito di andare al largo quando sono in mare, pur sapendo galleggiare? Perché ho paura. Sono impiegato alla Guardia Forestale...mi è capitato di salire su filovie, seggiovie....è stato il lato peggiore del mio lavoro perché anche lì avevo paura. Non ho mai amato esibirmi, mettermi in mostra, preferivo assistere, guardare, essere spettatore e questo, le giuro, mi ha sempre reso felice. Poi, un giorno, mi sono ammalato, m’hanno detto che m’avrebbero operato e da allora ho meno paura, o forse ne ho così tanta da non capire che sono proprio io ad essere malato e che proprio io sarò operato. Tutto mi appare come se stesse capitando ad un altro, anche questo viaggio a Parigi. E io, intanto, assisto e osservo.
LAMA E ora sente di aver paura?
MAULEAU (riapre gli occhi) Adesso no.
LAMA E non ne abbia, signor Mauleau. Lei ha imparato a nuotare meglio di tutti noi.
MAULEAU Non avrei voluto arrecarle disturbo....
(La signora Lama si alza, prende la bottiglia di minerale e abbraccia Mauleau)
LAMA Veronica Lama, Strada degli arrotini, 24, non se lo dimentichi. E mi venga a trovare qualche volta. Ho delle definizioni tanto difficili da fare apposta per lei!
(Con un cenno del capo, Mauleau saluta Paul e Simone ed esce. La signora Lama sospira e si schiarisce la voce)
LAMA Ditemi la verità! Mi davate già per dispersa! (Simone e Paul si alzano) State pure comodi E’ roba che non si rompe!
PAUL (si risiede) Ce ne ha messo di tempo!
LAMA Quell’Autièr! Sarà anche un brav’uomo, ma è così tanto disinformato! M’aveva detto: “Signora, al bar troverà tutto quello che cerca!” Ho visto come era ben fornito il suo bar! Avevano solo del caffè, dei panini con la maionese che erano gli stessi di quando sono arrivata in Francia nel ’35....
SIMONE Davvero? Gli stessi?!
LAMA Cara, è solo un modo di dire! Erano dei panini indecenti insomma, e poi avevano dell’acqua minerale. E poiché non ho nulla contro il signor Ferreri, ho ignorato i panini (consegna la bottiglia a Paul e poi si siede, sospira) Ho anche sbagliato strada....questi sottopassaggi deve averli progettati il diavolo! (Paul e Simone si guardano e ridono piano) Non c’è niente da ridere! Ma vi pare giusto? Una povera donna deve andare al bar, imbocca un sottopassaggio e si ritrova giusto nella toilette degli uomini?! Ma non è finita lì: ho chiesto scusa, sono uscita, ho preso un altro maledetto cunicolo e mi sono trovata davanti al treno per Parigi, e di fronte a me chi c’era, secondo voi? Richard! Il signor Richard affacciato al finestrino. L’ho anche salutato e lui.....indovinate un po’?
SIMONE Non ha risposto!
LAMA Beh, no, per rispondere ha risposto, svogliatamente ma ha risposto...però prima ha consultato l’orologio, capite? Come se salutandomi avesse potuto subire una grave perdita di tempo!
PAUL Dovrà rassegnarsi ad una lunga attesa, il signor Richard!
LAMA (sorridendo) E qui si sbaglia, signor Ferreri! Già, perché Autièr mi ha comunicato che non dovrebbe mancare più di mezz’ora alla partenza! (d’improvviso si mette una mano sulla fronte) Oddìo! Che stupida!
SIMONE Qualcosa non va?
LAMA L’avevo lì davanti a me e non me ne sono ricordata!
PAUL Ma cosa, signora? Non ci faccia prendere uno spavento!
LAMA Il cognome di Richard! Io prendo sempre nota dei miei incontri...e invece....si vede che sto invecchiando! A proposito, signor Ferreri, non ho nemmeno preso nota del suo!
SIMONE (ironica) E allora si sbrighi, signora! Il signor Ferreri a Parigi prenderà il volo e metterà su delle tali arie da gran signore, che di noi avrà solo un vago ricordo.
LAMA Glielo auguro di tutto cuore.
PAUL (sorride guardando Simone con intenzione) Ti sbagli e non sai quanto....
(I due si guardano, segue un silenzio imbarazzato. La Lama squadra entrambi)
LAMA Oh! Oh! Qui la cosa si fa seria! Vi prego di avvertirmi se sono di troppo.
SIMONE Non si preoccupi signora, per me con gli uomini...un taglio netto!
PAUL Non lo sa ancora? Simone appena giunta a Tolone ha giurato di entrare in clausura!
SIMONE ....e osserverò rigidamente la regola del silenzio....soprattutto con gli stupidi come te (ridono)
LAMA Il mio povero Pierre lo diceva sempre: è questione di passaggi e di stazioni! Quando la voce che abbiamo amato e che ci ha fatto sognare, all’improvviso cessa di parlare, allora vuol dire che quella che pensavamo fosse la stazione, il punto d’arrivo, in realtà non era che un passaggio. E in quel preciso istante i buoni passeggeri tornano al viaggio. Era anche un po’ poeta il mio Pierre!
SIMONE E non le sembra il momento di tornare anche al nostro gioco?
LAMA Ma per lei è diventata davvero una fissazione!
SIMONE Me l’aveva promesso....
LAMA E va bene! Allora, eravamo arrivati.....
(Giunge Marie come un ciclone)
MARIE Et voilà! Non vi libererete facilmente di me, Dio ti ringrazio!
LAMA Cara!
MARIE Oggi la giornata è iniziata bene ed è continuata ancora meglio. Mauleau mi ha anche conquistato il posto vicino al finestrino, nel senso di marcia, ovviamente. Sapeste le proteste di Richard! Ha piantato una grana incredibile!
PAUL Quell’uomo vive di litigi.
MARIE Si è calmato solo quando Mauleau gli ha promesso che dopo l’operazione sottoscriverà con lui dei fondi azionari.....
LAMA Anche la giornata di Richard ha avuto un senso....
MARIE Proprio così! Ora non maledice più le ferrovie per il ritardo, ma sta lì al finestrino a controllare l’orario....mi sembra già più rassegnato, Dio lo benedica!
SIMONE Si partirà a momenti, anche lei dovrebbe affrettarsi....
MARIE Ferma un po’, carina! Qui c’è un debito da pagare, sono venuta apposta....
LAMA Se la signorina Simone è d’accordo.....
SIMONE Non proprio....
MARIE Sì che lo è, è così tanto carina e gentile, che non mi farebbe mai uno sgarbo! E poi, diamine, sono venuta proprio per parlare dei fatti miei....(rivolta a Simone) Sa, io ci credo a certe cose...secondo me, più se ne parla e più rapidamente passa....
PAUL Ma cosa?
MARIE Tutto! Se invece ti tieni tutto dentro, finisce che viene fuori una malinconia che non finisce più....
LAMA Vacci piano Marie, è solo un gioco e anche piuttosto stupido.
MARIE Questo lascialo decidere a me! Sono pronta, allora (chiude gli occhi) Chi sei, Marie?
LAMA No, no, aspetta, oltre al “chi sono” Paulette e gli altri avevano pensato anche a due varianti....”come sarò?” e “con chi sarò?”!
MARIE Presto! Spiegare subito!
LAMA E’ passato tanto di quel tempo! “Come sarò”: Stephanie iniziava a parlare dei suoi “grandi sogni” e delle sue “grandi” speranze. Intendiamoci, a noi sembravano grandi, ma a volte erano così tanto esagerati da sembrare delle fantasie o delle favole, tipo: “Domani sarò la proprietaria di un grande albergo che sorgerà proprio nel bel mezzo della piazza della Repubblica”.
MARIE Ci sto!
SIMONE Ma........signora!
LAMA Lei è in grado di fermare Marie?
MARIE Non si azzardi nemmeno! Tenetevi forte, perchè con tutti i sogni che ho, rischiamo di fare notte! (chiude gli occhi e parla serrato) Sarò una grande star della televisione ed entro pochi mesi parleranno di me tutti i giornali, e non basterà l’Olimpià a contenere tutta la gente che vorrà vedermi dal vivo!
PAUL Prepariamo i taccuini per gli autografi!
MARIE (sempre ad occhi chiusi) Zitto tu! Se poi non dovessi diventare una star della televisione poco importa, perché sarò per i prossimi sette giorni la più allegra turista di Francia!
(Si ode una voce maschile fuori scena)
VINCENT Simone! Simone!
(Simone istintivamente si alza, confusa, interdetta e istintivamente compie un paio di passi all’indietro. Entra in scena un giovane uomo ben vestito)
SIMONE Vincent! Come mai....
MARIE Vado bene così?
(Anche la Lama e Paul sono sorpresi, la Lama si alza e poi si risiede)
LAMA (a Marie) Sì, cara.
VINCENT Quell’ “inconveniente” si è appianato...
MARIE Insomma zitti! E’ mai possibile che quando è il mio turno tutti non facciano altro che chiacchierare?
LAMA Stai andando benissimo, cara....
(Simone e Vincent, separati da un’intera fila di bagagli sparsi a terra, nonché dalla Lama, da Marie e da Paul, si scambiano degli sguardi tra il crucciato e l’impaziente. Soprattutto Vincent ha l’atteggiamento di chi abbia una certa urgenza nel comunicare delle cose, ma non possa farlo in maniera tanto visibile e comprensibile a tutti. La Lama e Paul squadrano sottecchi ora l’una, ora l’altro. Marie continua sempre con gli occhi chiusi)
MARIE Davvero? E allora....sarò una turista sul Bateau Mouche e, Dio lo benedica, passerò sotto i ponti della Senna e farò “ciao ciao” con la mano a tutti quelli che vedrò affacciati sul ponte....e poi andrò a Notre Dame e cercherò di immaginare su quali, di quelle terribili statue, andava a sedersi Quasimodo il gobbo....
PAUL Ma non è mai esistito!
MARIE E chi te lo dice? Ci sarà pure stato un gobbo a quei tempi! Forse non si chiamava Quasimodo.....E poi sarò felice quando mi diranno che Mauleau si rimetterà presto...e poi.......
PAUL Signora, qui sento odore di confetti....
LAMA Può essere...
MARIE Oh! Non dite queste cose che arrossisco!
(Si ode l’annuncio dai microfoni)
VOCE “L’espresso per Parigi partirà dal binario 3 fra quindici minuti”.
(Marie riapre gli occhi e si alza di colpo)
MARIE Autièr chiama e Marie risponde! Mi sento proprio bene, signora! Finalmente ho potuto dire tutto quello che pensavo senza che gli altri mi giudicassero una stupida o un’oca! (si rende conto che c’è Vincent) Ma questo è....Dio la benedica!
VINCENT (in tono risentito) Prego?
MARIE Mi scusi, niente, somigliava ad uno che conosco...(saluta la Lama e Simone, si rivolge a Paul) Io scappo, altrimenti Richard mi ruba il posto, fa presto perché Mauleau ha occupato un posto anche per te nel nostro scompartimento....(si china e dice a Paul, a mezza voce) E’ quello che l’ha lasciata, è vero? Che peccato che non possa vedere come finisce! Poi mi racconti? (Paul fa cenno di sì col capo. Marie si volta, si rivolge a tutti) Bonne soir à tout le monde!
(La Lama la saluta con la mano, Marie esce)
SIMONE Come mai, Vincent?
VINCENT Si è creata una favorevole situazione, quindi puoi restare anche per stasera....il “capo” è andato fuori città....
SIMONE Già, il “capo”....(si scuote) Voglio presentarti il signor Paul Ferreri (i due si scambiano un gelido cenno del capo) e la signora Lama.....
LAMA Lei è il.....
VINCENT (prontamente)....collega....un collega di Simone, già,...lavoriamo nello stesso studio notarile.....lei è nella sede di Tolone....e a volte, purtroppo, il “capo” ci costringe a degli straordinari anche nei giorni festivi....d’estate...con questo caldo....
LAMA Capisco.
VINCENT Già (bruscamente, a Simone) Allora andiamo?
(Simone silenziosa e crucciata raccoglie la propria borsetta e la propria borsa da viaggio. Poi controlla il contenuto della borsetta. Vincent cerca di mostrarsi disinvolto con la Lama)
VINCENT Certo, che quella signorina era davvero strana!
LAMA Trova?
VINCENT Che so....un po’ allegra....è vero che tutti sembriamo un po’ strani, ma quella pareva che avesse bevuto....
PAUL (gelido) Non ha bevuto per niente!
VINCENT (imbarazzato) Ah no?! Sembrava....
LAMA Vede, non è colpa della ragazza ma del gioco che facevo con i miei figli....
VINCENT Allora mi scusi, era sua figlia!
LAMA Marie?! No. Dicevo che....(presa da un improvviso pensiero) Lei si chiama Vincent, e poi....
VINCENT Scusi?!
LAMA Il suo cognome.
VINCENT Perché vuole saperlo?
LAMA Mi perdoni! L’ho messa in imbarazzo!
VINCENT Si figuri! Prima.....giocavate?
LAMA Con Marie? Sì, è un gioco che si chiama “Chi, come con chi”.
VINCENT Curioso.
LAMA Un po’ sì, pensi che al “come”, che poi sarebbe “come sarò”, bisogna dire tutti i sogni che si hanno dentro, che so, tipo....”Domani sarò felice di comprare tre franchi di sementi dal pizzicagnolo”.
VINCENT Interessante (ride) Quindi non era solo la ragazza a sembrare strana, ma anche voi...il sole a volte fa male...
LAMA (amabilmente) Perché trova che sia strano?
VINCENT (impacciato) Ma sì....per forza....cos’è....una specie di diavoleria psicologica? I sogni, le illusioni....(deciso) Sinceramente non ci ho mai creduto, le perdite di tempo non sono per me....le speranze, i sogni....roba da bambini!
LAMA Ha proprio ragione, sa? I bambini sanno essere molto impertinenti. Pensi che il figlio di Stephanie, la gemella.....sì, perché non gliel’ho detto ma ho tre figli....
VINCENT Complimenti!
LAMA Perché ho tre figli? Non so se è un merito! Scherzo, a volte mi piace scherzare....
VINCENT (molto impaziente) Capisco....
LAMA Insomma, le dicevo, ho tre figli: Paulette è la maggiore, mentre Stephanie e Pierre sono gemelli. Proprio il figlio di Stephanie mi chiese: “Perché il passato non può cambiare?”. Lei cosa gli avrebbe risposto?
VINCENT Io?! Non saprei.
LAMA Bravo! Nemmeno io, e allora mi ricordai della torta e gli dissi: “Ti ricordi la fetta di torta che hai mangiato ieri sera?” Se la ricordava, e io “Potresti cacciarla nuovamente dalla bocca tale e quale a com’era ieri?”
VINCENT (disgustato) Che razza di esempio!......Simone!
LAMA Perché? Non le piacciono le torte? Fa lo stesso....il passato non può cambiare e non deve cambiare perché comunque non avrebbe più lo stesso sapore.
VINCENT Bene. Molto istruttivo. Simone, scusa ma ho una certa fretta....
(Simone, rassegnata, si avvicina a Paul e gli stringe la mano. Poi si avvicina alla Lama)
LAMA (sorridendo) A proposito, figliola: era proprio questa la stazione? Non doveva continuare il viaggio? (le porge la mano. Simone come un automa gliela stringe)
VINCENT Arrivederla.(Vincent precede Simone, stanno per uscire ma Simone, fatti pochi passi, si ferma e appoggia a terra la borsa. Vincent se ne accorge) Simone, è tardi...
SIMONE Io torno a casa.
VINCENT Ma come?! C’era questa occasione......il lavoro, Simone!
SIMONE Puoi anche dire al “capo” che questo “lavoro” non fa più per me.....
VINCENT (cercando di domare la stizza) Se fai così, rischi di non potere più seguire la pratica....parliamone con calma....poi potresti pentirtene....
SIMONE Io torno a casa, per me quella “pratica” è chiusa. Semmai mi troverò un altro studio a Tolone.
(Vincent d’impeto vorrebbe avvicinarsi, ma la Lama sorridendo gli fa “ciao” con la mano)
VINCENT Come vuoi, ma perdi una grande occasione....
SIMONE Correrò questo rischio....
VINCENT Non venirti poi a lamentare....
SIMONE Non lo farò.
(Con un gesto di stizza Vincent esce. Simone riprende borsetta e borsa da viaggio, torna indietro, le posa per terra e si risiede sui bagagli. La Lama si guarda in giro)
LAMA Bisognerà proprio che mi decida una volta o l’altra a portare con me solo il necessario (a Paul) Non le sembrano i bagagli di un circo equestre?
PAUL Se sono cose che le servono.....
LAMA Non faccia l’ipocrita! Chissà quante ne ha dette con la signorina Simone!
PAUL Ma se glieli ho portati io, i bagagli!
LAMA Appunto! E per questo l’ho già ringraziata, ma proprio perché ha sentito su di sé tutto il peso, si sarà sentito in diritto....
PAUL Ma le pare?!
LAMA E sa che le dico? Se lo ha fatto ha avuto proprio ragione! Sapesse quanto invidio voi due, invece! Noi vecchi dobbiamo trascinarci l’intera mobilia per sentirci comodi fuori casa. Pensi che per venire qui ho dovuto assumere il figlio del meccanico che ha l’officina sotto casa mia. Un vero e proprio strozzino! Non il padre, il figlio! Mi ha imposto una doppia mancia! Pazienza. E lei, signor Paul, è pronto a partire? Ormai dovremmo esserci....
(Paul si alza)
PAUL In effetti......
(Si ode l’altoparlante gracchiare e poi si ode una voce)
VOCE ESTERNA “L’espresso per Parigi è in partenza dal binario 3. Il locale per Tolone partirà dal binario 5”.
LAMA Deve essere proprio l’ultimo avviso....e lei Paul, ci ha pensato bene? Desidera proprio andare via?
PAUL Non c’è nemmeno da discutere. Gliel’ho detto: qui per me è terra bruciata...
LAMA A Parigi, insomma?
PAUL Per me o Nord o Sud era la stessa cosa...avevo giurato a me stesso che il primo treno sarebbe stato il mio. Vuole che l’aiuti?
(La Lama ferma con un gesto Paul che stava per prendere i bagagli e si alza)
LAMA Benissimo, non sarò certo io a farla venire meno al suo giuramento. Spero almeno di trovare un’altra anima buona che si accontenti di una doppia mancia e che non mi chieda il triplo!
SIMONE A Tolone troverà tutti i facchini che cerca.
LAMA A Tolone, cara? E chi ha parlato di Tolone, io parlavo di qui.
PAUL Ma qui ci sono io! Facciamo presto che l’aiuto!
LAMA E lei non è in partenza?
PAUL Io? Certamente! Anche lei!
LAMA Io penso che partirò domani. (sotto lo sguardo sbigottito di Paul, la Lama apre la propria borsetta e consegna il proprio biglietto all’uomo) Faccia attenzione, il numero del posto non è indicato, ma se v’affrettate dovreste trovarne due accanto al finestrino.
(Simone sorride)
PAUL (rigirandosi il biglietto tra le mani) Ma è per Tolone!
LAMA Benedetto figliolo! Ma le pare che le avrei mai dato un biglietto per Parigi?! Quello già ce l’ha! Non le servirà, ma ce l’ha!
PAUL Ma....i suoi soldi....sua figlia!
LAMA Per i soldi, lo consideri un prestito. Appena tornerà da queste parti, chiederà della signora Lama e potrà sdebitarsi. E se ho ancora buon naso, penso di aver fatto un affare. Per quanto riguarda mia figlia, sicuramente non scapperà. Sa, la conosco dalla nascita e certo non mi dimenticherà per un solo giorno di ritardo. Ma quello che è nato da poche ore....quello, rischia di appassire e sarebbe un peccato.
(Simone le si avvicina e la bacia sulla guancia)
SIMONE Però non mi ha fatto concludere il suo gioco....
LAMA Non se la prenda: qualcosa mi dice che sarà lei stessa a concluderlo. L’ultima parte la chiamavano “Con chi sarò”, e penso che su questo il signor Ferreri potrà esserle di aiuto più di me.
(Si baciano di nuovo. Paul, ancora stranito, raccoglie il suo borsone e stringe la mano della Lama, poi nota il borsone di Simone)
PAUL Lo prendo io.
SIMONE Certi pesi è meglio portarli in due, non ti pare?
PAUL E poi quando si parte sembrano sempre più leggeri.
(I due escono portando ognuno una maniglia del bagaglio di Simone. La Lama è sola in scena, fa degli ampi gesti verso il lato opposto a quello dal quale sono usciti Paul e Simone)
LAMA Ragazzo! Ragazzo! Doppia mancia se mi aiuti e se mi trovi un taxi! (poi d’improvviso si mette una mano sulla fronte) Diamine! Lo sapevo! Un’altra volta! (apre freneticamente la propria borsetta, ne trae il suo giornale, posa la borsetta e si rivolge dalla parte da cui sono usciti Paul e Simone, inseguendoli) Ehi, voi due! Un momento! Dove credete di scappare? “Simone” e poi......?


F I N E