Peggio per chi resta

di

Aquilino


Un attore e sei attrici
Giuditta, Caterina, Matilde, Clara, Franco, Marianna, nonna.
 

GIUDITTA Bel funerale.
CATERINA Proprio contenta.
GIUDITTA Ogni tanto ci vuole un funerale ben fatto.
CATERINA Il rinfresco, però…
GIUDITTA Roba da supermercato.
CATERINA Sono venuta via che avevo fame.
GIUDITTA Per forza, non c’era niente di buono.
CATERINA Però è stato un bel funerale.
GIUDITTA Quando la bara è caduta…
CATERINA … e si è fracassata, perché era di compensato…
GIUDITTA … mi sono emozionata.
CATERINA Ci credo, il povero Giuseppe ti è volato tra le braccia.
GIUDITTA In mutande e canottiera. Era la prima volta che vedevo un morto in mutande e canottiera.
CATERINA Ho saputo che Matilde ha venduto i suoi vestiti.
GIUDITTA D’altronde, i funerali costano.
CATERINA Ha risparmiato anche sul carro funebre. Ha fatto trasportare la bara sul camion del fratello che fa il muratore.
GIUDITTA Un catorcio. Si è rotta la frizione. La cassa l’hanno messa sul portapacchi dell’auto del cognato.
CATERINA Ma è scivolata giù.
GIUDITTA Si è fracassata.
CATERINA E il povero Giuseppe è arrivato in chiesa in mutande e canottiera, portato a spalle dal suocero.
GIUDITTA Che si è accasciato per un mezzo infarto e me l’ha scaricato sulle ginocchia. Che imbarazzo! Una volta siamo stati insieme, ma niente di serio. A parte questo, un bel funerale.
CATERINA Non ho capito una cosa. Perché, dopo l’ufficio funebre, sono andati alla discarica invece che al cimitero?

MARIANNA Povera Matilde. Ho dovuto sostenerla dalla casa fino alla chiesa, dalla chiesa fino al luogo di sepoltura e dal luogo di sepoltura fino a casa. Non stava in piedi, tanto era addolorata.
MATILDE Per fortuna nella vita si muore una volta sola.
MARIANNA Se vuoi piangere ancora, non trattenerti.
MATILDE Ohi ohi ohi!
MARIANNA Soffri, vero?
MATILDE Le scarpe nuove sono una tortura. Quanto ho sofferto! Beato lui che riposa in pace.
MARIANNA Era un brav’uomo.
MATILDE L’ho trovato davanti al televisore con il panino in mano e la bocca aperta, così. Crepato senza rendersene conto. Ma lui non si rendeva mai conto di niente. Prima di morire, ha fatto in tempo a sbriciolare sul tappeto. Gli dicevo sempre: usa il vassoio, non sbriciolare sul tappeto. Una rabbia! Non me la sono sentita di sgridarlo, povero Giuseppe. Era secco e duro come le bistecche che gli cucinavo. Ho raccolto le briciole, gli ho chiuso gli occhi e ho chiamato il dottore. L’ha visitato e mi ha assicurato che era proprio morto. Sempre fortunato, lui!
MARIANNA Fatti coraggio.
MATILDE Peggio per chi resta. Non mi sembra vero di non vederlo più in giro a lazzaronare.
MARIANNA Aveva un’espressione così…
MATILDE Bello. L’hanno detto tutti. Più bello da morto che da vivo. Non che ci volesse molto.
MARIANNA Adesso riposa per l’eternità.
MATILDE Ha realizzato il suo sogno: una pensione infinita.
MARIANNA Vuoi che mi fermi, stanotte, per non farti sentire sola?
MATILDE No, grazie. Dopo avrei le lenzuola da lavare. Adesso che ho tutto il letto per me, dormo senza problemi. Povero Giuseppe. Come faccio senza di te?
MARIANNA Tocca sempre ai migliori.
MATILDE E invece stavolta è toccata a lui. Povero Giuseppe!
MARIANNA Non devi pensarci più.
MATILDE Chi mi cura l’orto? Chi mi lava i pavimenti?
MARIANNA Devi essere forte.
MATILE Facile a dirsi.
MARIANNA La vita continua. Devi rassegnarti e pensare a tua figlia. Se hai bisogno, sai che puoi contare su di me.
MATILDE Va bene, mi rassegno. Mi dai una mano a ritirare le sue cose negli scatoloni?
MARIANNA Non ti sembra presto?
MATILDE È morto e sepolto. Devo aspettare che faccia i vermi?
MARIANNA E così se n’è andato anche lui.
MATILDE Era sopravvissuto abbastanza, mi pare.

CLARA Ti sei pulito le scarpe?
FRANCO Credo di sì.
CLARA Fammi vedere.
FRANCO Soddisfatta?
CLARA Non appoggiare le mani sui mobili, restano le impronte.
FRANCO Allora sto in piedi, così non lascio l’impronta del sedere sulla sedia.
CLARA Siediti pure, però non dondolarti.
FRANCO Posso appoggiare i piedi sul pavimento o devo tenere le gambe sollevate?
CLARA Mettiti comodo, ma non scalpicciare, si sciupa il tappeto. La mamma ha la mania della pulizia e… Che cosa fai?
FRANCO Accendo una sigaretta.
CLARA Non puoi. Le tende si impregnano di fumo.
FRANCO Succhio una caramella.
CLARA Meglio di no. La mamma può sospettare che hai le dita appiccicose.
FRANCO Mi sforzo di respirare delicatamente, per non sciupare l’aria.
CLARA Ecco, mi stai prendendo in giro. Pensi che io non capisca, che non sia tanto intelligente.
FRANCO Ci sono altre qualità.
CLARA Per esempio?
FRANCO La bellezza.
CLARA Allora lo fai apposta. La mamma dice sempre che oltre che stupida sono anche brutta.
FRANCO Se lo dice lei, che è tua madre...
CLARA La mamma dice che posso piacere solo a un rospo.
FRANCO Conosco la sua opinione su di me.
CLARA Vado a chiamarla.
FRANCO Chissà com’è contenta di vedermi.
CLARA Veramente, no. Tu non farci caso. Anche a me tutte le mattine dice: sei ancora qui? che cosa aspetti a farti sposare dal deficiente?
FRANCO Che sono io.
CLARA Franco?
FRANCO Sì?
CLARA Mi ami?
FRANCO Suppongo di sì. Anche se non so spiegarmene il motivo.
CLARA Saremo felici, vero?
FRANCO Forse qualche probabilità c’è.
CLARA Mi sento più tranquilla.
FRANCO Allora corri. Cominciano a sudarmi le ascelle e non voglio che la mamma mi faccia il bagno.

MATILDE Caro Franco. Ormai non sono che una povera vedova inconsolabile.
FRANCO Signora Matilde. Ho ritenuto mio dovere farle di persona le più sentite condoglianze.
MATILDE Hai del fango sulla scarpa. Non fa niente. Poi Clara pulirà. Ci sono cose più importanti di un pavimento pulito, dicono. A me non pare.
FRANCO Povero signor Giuseppe.
MATILDE Hai controllato che non ci sia fango anche sulle suole?
CLARA Controllo.
MATILDE Inconsolabile, caro il mio Franco, davvero inconsolabile. Una tragedia che mi sprofonda nell’abisso della disperazione.
FRANCO Come la capisco.
MATILDE Anche tu hai perso un marito? No, sei troppo giovane. Tu, più che perdere, trovi. Ma quello che trovi, poi lo perdi. Per fortuna, uno come te di solito non trova niente.
FRANCO Da piccolo, mi è morto il cane.
MATILDE Bisogna trovare la forza di reagire. Non lo dico per me. Ormai la mia vita è spezzata. Ma questa povera ragazza (a guardarla mi viene la depressione) che si deve ancora sposare… Avete fissato la data?
CLARA Dobbiamo provvedere alla casa, ai mobili, al corredo…
MATILDE Io sono solo una vedova pensionata i cui miseri risparmi sono rosi dall’inflazione. Penserà questo bravo ragazzo alla casa, ai mobili, al corredo…
FRANCO Mi coglie di sorpresa. Devo cercare un lavoro. Ci vuole un anno... due... forse quattro o cinque. Nel frattempo...
MATILDE Nel frattempo Clara cerca un partito migliore.
FRANCO Signora, io possiedo un’automobile. Non è nuova, però ha la radio.
MATILDE Guida con prudenza. Tutti i giorni ci sono incidenti, soprattutto in autostrada. Quasi tutti mortali. Vieni, Clara, andiamo a fare il caffè al giovanotto che si illude di diventare il tuo futuro sposo.

NONNA Buongiorno, signorino.
FRANCO Lei è la nonna di Clara. Venga a sedersi.
NONNA Mia figlia non vuole che entri in salotto. Le mani mi tremano e una volta ho fatto cadere un soprammobile tantro brutto che era anche fragile.
FRANCO L’accompagno fino alla poltrona.
NONNA No, no. Se mi vede, mi toglie la televisione per una settimana e dopo non capisco più niente della telenovela. Ma tu chi sei?
FRANCO Sono il fidanzato di Clara.
NONNA Oh, poveretto, mi dispiace. Con tutte le belle ragazze che ci sono in giro…
FRANCO Io sono innamorato di Clara.
NONNA Che disgrazia. Però al giorno d’oggi c’è il divorzio, per fortuna. Non hai una caramella?
FRANCO Ho le mentine.
NONNA Le mentine! Proprio le mie preferite. Adesso scappo, altrimenti quella là mi vede e mi dà le pastiglie che fanno domire.

MATILDE Che cosa fai fuori della tua stanza?
FRANCO È colpa mia. L’ho trattenuta per fare due chiacchiere.
MATILDE La vecchia è malata e deve starsene buona buona nella sua bara. Volevo dire nella sua stanza.
NONNA Non è vero che sono malata.
MATILDE Sei testarda. Non vuoi arrenderti all’evidenza che praticamente sei già morta.
NONNA Io non sono malata. Ho solo qualche disturbo.
MATILDE Perfino il medico si è stupito di trovarti ancora viva.
NONNA Quello non capisce niente.
MATILDE Che cosa hai raccontato a mio genero? Hai parlato male di me?
NONNA Non ne ho avuto il tempo, altrimenti gli avrei detto che non mi lasci nemmeno andare in bagno.
MATILDE Per forza, non tiri mai l’acqua.
NONNA E che non mi lasci mangiare in sala da pranzo.
MATILDE Sbrodoli dappertutto.
NONNA Non mi lasci vivere.
MATILDE Perché sei già morta. Va’, va’ a distenderti. Chiudi gli occhi, incrocia le braccia sul petto e chissà che sia la volta buona.
FRANCO A me sembra in buona salute.
MATILDE Anche il cadavere del mio povero Giuseppe sembrava il ritratto della salute. Veniva voglia di prenderlo a sberle, tanto era bianco e rosso. Una gliel’ho data, ma solo per aggiustargli la mascella che era cascata giù.
NONNA Posso restare ancora un poco con il giovanotto?
MATILDE Va’ e riposa in pace.
FRANCO Mi stia bene, signora.
MATILDE Fino a che resiste. Ne ha, di resistenza! Come la malerba.
NONNA Io non sono malata.
MATILDE No, sei solo morta.
NONNA Io non sono morta.
MATILDE Deve sempre contraddirmi.
NONNA Tu mi fai morire.
MATILDE Ci provo, ma tu non collabori.
NONNA Ti saluto, giovanotto. E pensaci bene, prima di sposare Clara.

MATILDE Bene, Franco. Hai intenzione di fermarti a lungo?
FRANCO Vuole che me ne vada?
MATILDE Sento il bisogno di rimanere sola per meditare sull’angoscia della vedovanza. Tu resta pure fino a quando sarà il momento di andare, che è proprio questo. Clara, sbrigati, il tuo fidanzato ha fretta!
FRANCO Allora devo andare.
MATILDE E così mi lasciate già. Sola. D’altronde, voi siete giovani, avete il diritto di divertirvi, mentre io… Clara, ti sbrighi?
CLARA La nonna non sta bene.
MATILDE Mi sembra giusto. È vecchia.
CLARA La nonna è morta!
MATILDE E c’è bisogno di gridare? Coprila con il lenzuolo.
FRANCO Povera nonna. Poco fa era viva… e adesso è morta.
MATILDE Eh, sì. Prima di morire, si è vivi. È una cosa che fa pensare.
FRANCO Era qui, parlava con me…
MATILDE Proprio così. Tu sei qui, parli con me… e domani, magari…
FRANCO Terribile.
MATILDE Ah, sì. Distrutta dal dolore. Clara, sei pronta?
FRANCO Vuole che ci fermiamo a farle compagnia?
MATILDE E magari accomodarti a cena? Mi farebbe piacere, ma sono troppo addolorata per cucinare. Oh, ecco Clara. Già che esci, fermati all’agenzia funebre e insisti perché vengano al più presto. La vecchia avrà già cominciato a puzzare. Di’ che il funerale non lo facciamo, perché sono troppo addolorata. Doniamo il corpo alla scienza.
FRANCO Noi andiamo a mangiare la pizza. Povera signora, mi spiace. Ha perso due persone care in pochi giorni.
MATILDE Ma ho guadagnato due camere in più. Andate, andate. Lasciatemi nella mia disperazione.

MARIANNA Era una cara vecchietta.
GIUDITTA Ma quando fanno il funerale?
CATERINA Ho sentito che l’hanno seppellita in giardino.
MARIANNA Almeno non ha sofferto.
GIUDITTA Si è saputo di che cosa è morta?
CATERINA Soffocata da una mentina.
MARIANNA Peggio per chi resta. La povera Matilde è distrutta.
GIUDITTA Sì, certo, ma il funerale?
CATERINA Non si sarà suicidata?
MARIANNA Pazza di dolore. L’ho trovata che bruciava le cose della defunta e imbiancava la camera.
GIUDITTA Suicidata con una mentina?
CATERINA E allora perché non fanno il funerale?
MARIANNA Per consolarla, l’ho aiutata a scegliere la tappezzeria.
GIUDITTA Forse non si usa più.
CATERINA Quando c’è qualcosa di bello, lo tolgono.
MARIANNA Poi l’ho convinta a uscire a cena e mi ha offerto lo champagne.
GIUDITTA Io, quando muoio, il funerale lo voglio.
CATERINA Con i fiori, la musica e magari un coro di bambini.
MARIANNA Eravamo un poco sbronze e ci siamo messe a cantare.
GIUDITTA Ma perché non hanno fatto il funerale?
CATERINA Forse per farci dispetto.
MARIANNA E dopo abbiamo riso come matte.

NONNA Chi muore giace e chi vive si dà pace. Ho una rabbia! Da anni e anni avevo tutto pronto per il mio funerale: il vestito scuro, la biancheria con il pizzo, il rosario da stringere in mano, l’acqua di colonia per i cattivi odori… Niente. Mi ha regalata ai dottori dell’università che mi hanno aperta tutta. Che vergogna! Nuda e sventrata. E io che sognavo la gente in lacrime, i fiori… tanti fiori… e il lumino sulla tomba… Niente. Che squallore! Nemmeno il mio povero marito mi aveva mai vista nuda. Tutto, mi hanno portato via. Tutto! Cuore fegato cervello milza reni…

CLARA Perché sono così sfortunata? Brutta, stupida e anche disgraziata.
MATILDE Adesso non facciamo una tragedia.
CLARA Era tanto buono. Era tanto bravo.
MATILDE Era anche tanto tonto. Come si fa a mettersi contromano in autostrada?
CLARA C’era la nebbia, mamma.
MATILDE Spiaccicato tra due tir. Meno male che ti aveva già regalato l’anello. Almeno hai una consolazione.
CLARA Non m’importa niente dell’anello.
MATILDE Bene, lo tengo io.
CLARA Voglio morire come lui.
MATILDE Non fare la sciocca. Avevi promesso di fare le pulizie di Pasqua.
CLARA Non m’importa niente delle pulizie di Pasqua.
MATILDE Non puoi vivere nello sporco.
CLARA Io non voglio vivere.
MATILDE D’accordo, ma non puoi lasciare che i parenti trovino la casa sporca.
CLARA Non m’importa niente dei parenti.
MATILDE E non li inviti per il tuo funerale?
CLARA Non m’importa niente del funerale.
MATILDE Bene, risparmiamo. E la bara?
CLARA Non m’importa niente della bara.
MATILDE Un bel sacco di plastica fa lo stesso servizio.
CLARA Voglio morire. Voglio buttarmi dalla finestra.
MATILDE Attenta alle tende!

MATILDE Proprio sull’ingresso. A chi tocca pulire il sangue? A me. Peggio per chi resta. Non poteva cascare su un’automobile? Povera figlia mia, che dolore. Non poteva buttarsi nel fiume? No, proprio sull’ingresso. Ah, che strazio. Oppure dal campanile… o sotto il treno. No, sull’ingresso.

GIUDITTA Bel funerale.
CATERINA Proprio contenta.
GIUDITTA Ogni tanto ci vuole un funerale ben fatto.
CATERINA Clara stava proprio bene nel sacco di plastica nera.
GIUDITTA E poi, diverso dagli altri.
CATERINA Non l’hanno portata alla discarica.
GIUDITTA Alla fabbrica di cibo per cani.
CATERINA Non era male.
GIUDITTA Forse troppo salato.
CATERINA Però è stato proprio un bel funerale.
GIUDITTA A parte gli animali.
CATERINA Così Matilde non può più dire che sua figlia non l’ha mai voluta nemmeno un cane.

MARIANNA Povera Matilde. Ho dovuto sostenerla dalla casa fino alla chiesa, dalla chiesa fino al luogo di sepoltura e dal luogo di sepoltura fino a casa. Non stava in piedi, tanto era addolorata.
MATILDE Per fortuna nella vita si muore una volta sola.
MARIANNA Se vuoi piangere ancora, non trattenerti.
MATILDE Ohi ohi ohi!
MARIANNA Soffri, vero?
MATILDE Ho la schiena a pezzi.
MARIANNA Ci credo, poverina. Hai dovuto portare Clara sulle spalle per tutta la strada.
MATILDE Sono sempre le madri le prime a sacrificarsi.
MARIANNA Chissà che vuoto ti ha lasciata.
MATILDE Questa casa non è più la stessa senza di lei. Adesso c’è una camera in più.
MARIANNA Povera Matilde.
MATILDE Quando cominciano, le disgrazie vengono una dopo l’altra. A chi toccherà adesso?
MARIANNA Povere noi.
MATILDE Non mi rimani che tu. Speriamo che non ti capiti niente.
MARIANNA Vuoi che mi fermi a farti compagnia?
MATILDE Ti ringrazio, ma sento il bisogno di meditare sul significato mortale della vita. Povero Giuseppe. Povera mamma. Povero Franco. Povera Clara. E adesso a chi tocca? Te ne vai, Marianna? Attenta ai gradini. Marianna? Sei caduta? Perché non ti muovi più? Sei morta? Non avrai sporcato anche tu di sangue! Poi tocca a me pulire. È proprio vero: peggio per chi resta.