PILATO

dramma in atto unico di

Mario Alessandro Paolelli


PERSONAGGI (I.O.A.)

IL GIUDICE 
(uomo)

LA MOGLIE 
(donna)



La scena presenta un tavolino con un quotidiano piegato sopra, una sedia sistemata dietro allo stesso tavolino e una poltroncina con sopra un soprabito. In fondo c’è uno scaffale con dei libri. Sedia, tavolo, poltroncina e scaffale sono di buona fattura. Sono presenti due uscite.

Luce.
Entra il Giudice. Molto ben vestito, in giacca e cravatta; ha una valigetta da lavoro in mano.

GIUDICE Ah, eccolo… (si dirige verso la poltroncina, prende il soprabito e lo indossa)

MOGLIE (da dietro le quinte) Buongiorno, tesoruccio mio!

GIUDICE Ah, sei in casa? Non ti avevo visto, pensavo fossi uscita.

MOGLIE Come credo di averti accennato ieri, oggi lo studio è chiuso per i lavori all’impianto elettrico. 

GIUDICE (tra sé) Ah, già. Va beh, si vede che oggi non incrementerai il prodotto interno lordo della famiglia... beh, io scappo.

MOGLIE Guarda prima che c’è sul tavolo...

GIUDICE (guardando) Il giornale? Ma è di oggi! Ti sei ricordata che era importante? (tenendo il giornale in mano si siede sulla sedia)

MOGLIE E’ di oggi, ovviamente. Sono uscita a comprartelo mentre eri in bagno a fare le tue abluzioni: direi che ci sei rimasto almeno un’ora e un quarto. Sei l’unico essere di sesso maschile che conosca che riesce a stare in bagno più di una donna.

GIUDICE (scorrendo avidamente il giornale) Io in bagno devo fare un sacco di cose...

MOGLIE Rimuginare, riflettere... soprattutto leggere...

GIUDICE Anche.

Entra in scena con una tazzina di caffè posata su un vassoio, la moglie del giudice. Donna di età compresa tra i trenta ed i quaranta anni, vestita in modo ‘accurato’.

MOGLIE Non ‘anche’ ma ‘soprattutto’! Ma perché non cercare di acculturarsi a letto, prima di addormentarsi, come fanno tutti?

GIUDICE E’ perché a me leggere in bagno... facilita! Ci sono certe notizie che... aaah! Oddio, anche il caffè??? Ma che succede oggi?

MOGLIE Ogni tanto dimentico di essere un avvocato e mi rammento di essere una moglie...

GIUDICE Grazie tesoro! (cerca di prendere la tazzina ma la moglie scansa il vassoio)

MOGLIE No! Togliti il soprabito, rilassati un minuto. Siedi tranquillo a bere il caffè, leggi il giornale e poi vai al tuo tribunale.

GIUDICE Ma sì (togliendosi il soprabito), se per una volta non arrivo due ore prima non cascherà il mondo! (dà alla moglie il soprabito e torna a leggere avidamente il giornale)

MOGLIE (il giudice prende la tazzina dal vassoio) Mi spieghi come mai ti interessa tanto il giornale di oggi?

GIUDICE Perché oggi ci si riunisce in Camera di Consiglio per decidere ed emettere la sentenza, e ieri mi hanno intervistato per cui... (scorrendo il giornale) l’articolo deve essere qui da qualche parte...

MOGLIE Quale sentenza?

GIUDICE (sfogliando il giornale) Quel ragazzo che ha ucciso il poliziotto, nella periferia sud della città...

MOGLIE Ah, si! Ne ha anche parlato il telegiornale. Ma dai! Non dirmi che sei tu uno dei giudici di questo caso! 

GIUDICE Ne sono il Presidente, cara!

MOGLIE Non mi parli mai del tuo lavoro...

GIUDICE Perché ho sempre poco da dirti, tesoro. Rubagalline, piccoli imprenditori che vogliono fare piccole frodi, liti in famiglia. Niente di rilevante. E anche stavolta sembrava un caso sciapo come gli altri. Eppure i media hanno cominciato a ricamarci sopra. Ebbene, il giudice Ietti, tuo marito, sta per diventare famoso!

MOGLIE E’ proprio vero allora che: ‘accidere ex una scintilla incendia passim’! E dimmi, cosa si prova ad essere popolari? (ride)

GIUDICE Ti prego, non mi parlare latino, lo sai che non lo sopporto! Comunque tu non hai capito, questo è un colpo di fortuna per la mia carriera!

MOGLIE Esagerato! E quindi oggi leggerai la sentenza? 

GIUDICE Già. E avrò la mia aula piena di giornalisti! E secondo me quando dirò ‘colpevole’ scatterà anche l’applauso!

MOGLIE Ma che dici... hai già deciso? Al telegiornale dicevano che c’erano solo prove indiziarie a carico di quel ragazzo. Evidentemente non è così...

GIUDICE (trova l’articolo) Ma non è questo il punto... eccolo! Lo sapevo che c’era! Leggi, leggi...

MOGLIE Che vuol dire ‘non è questo il punto’?

GIUDICE Leggi, leggi!

MOGLIE La sentenza di Primo Grado per il processo del giovane coinvolto... mmmh... sarà il giudice Ietti, magistrato modello... eccetera, eccetera... “La giustizia farà il suo corso!” ha detto il giudice, pronunciandosi... bla, bla... L’articolo non dice molto. Ma era lunga l’intervista che ti hanno fatto? 

GIUDICE Era lunga, era lunga, ma sai com’è. Taglia di qua, taglia di là, l’editore avrà fatto un riassunto del riassunto! Roba che io avevo fatto tutta una dissertazione sul valore delle leggi e delle istituzioni. Ma dopo il Giudizio una terza o quarta pagina non me la toglie nessuno!

MOGLIE Già, il Giudizio; quindi quel ragazzo è colpevole?

GIUDICE Colpevole, colpevole. Non c’è un altro po’ di caffè?

MOGLIE Certo. (esce) Tesoro, ti ricordi che domenica dobbiamo tenere i figli di Carlotta?

GIUDICE ... i cari nipotini ... un incrocio tra Attila e Hannibal Lechter... 

MOGLIE DAI! Sono solo dei bambini! 

GIUDICE No! I bambini guardano i cartoni animati, i bambini si fanno leggere le favole, i bambini vanno sul triciclo. I tuoi nipoti, invece, è da quando stanno in piedi che distruggono tutto quello che toccano. Dove passano loro non cresce più l’erba...

MOGLIE (entrando con il vassoio con sopra due tazzine di caffè) Effettivamente sono un po’ vivaci. (guardando il giornale) Che prove sussistono contro di lui? 

GIUDICE Lui chi? (guarda il giornale) Ah, lui! Le solite cose. Un paio di testimonianze, un movente, precedenti penali... (ancora intento a leggere) tu dici che la prossima volta metteranno anche la foto?

MOGLIE Quale sarebbe, il movente? 

GIUDICE (la moglie beve il suo caffè) Lo hanno visto litigare qualche ora prima con la vittima... dai te l’ho detto, le solite cose... E non sai! Ci saranno anche le telecamere! Così perlomeno mi ha detto l’usciere...

MOGLIE Ho sentito che a quel poliziotto gli hanno sparato...

GIUDICE Gli HA sparato, tesoro, non gli HANNO sparato. (beve)

MOGLIE Quindi il ragazzo è stato sorpreso con la pistola in pugno?

GIUDICE La pistola non è stata ancora trovata... se mi dovessero intervistare ancora potrei raccontargli del caso di quell’impiegato che faceva l’usuraio, ricordi? O fa troppo provinciale?

MOGLIE Se l’arma non è stata trovata, come ha potuto il Pubblico Ministero...

GIUDICE Non è stata ANCORA trovata! Dai, non ti ci mettere anche tu. Mi sembri l’avvocato della difesa!

MOGLIE Si dà il caso che io SIA un avvocato, amore mio. Comunque scusa la mia deformazione professionale, volevo solo capire su quali ‘solide’ basi si fondava un giudicato di omicidio. 

GIUDICE Tesoro, non credi che sarebbe un po’ lungo riassumerti tutto il processo? E poi è solo il primo grado. Figurati se gli avvocati, con tutto il bailamme sollevato, non smuoveranno Appello, Cassazione e tutto il ciborio... (buttando un occhio al giornale) secondo me il giornalista che mi ha intervistato non era bravo...

MOGLIE Perdonami, cosa vuol dire “È solo il Primo Grado”? La giustizia è giustizia, il fatto che sia solo il Primo Grado non c’entra nulla!

GIUDICE Uffa che pizza!!!... Eccolo! Lo sapevo che c’era qualcos’altro, ascolta qui, nella pagina della politica: “Il parlamentare ha anche voluto esprimersi sulla questione sociale sottolineando vari episodi. Primo e non ultimo quello del poliziotto ucciso per una lite nei quartieri popolari della città - E’ solo uno dei numerosi esempi del degrado in cui versano certe isole cittadine e degli innumerevoli rischi ai quali sono sottoposte le forze dell’ordine in quei quartieri. Spero solo che ‘stavolta’ il colpevole venga gettato in cella senza che vengano tirate in ballo le attenuanti sociali. Certi soggetti devono marcire in prigione. - ”. Hai visto, mogliettina? Ma chi sono io per contraddire un parlamentare?!?! Non è che c’è anche un cornetto?

MOGLIE Ma che dici? Il ragazzo è colpevole o no?

GIUDICE Certo che è colpevole!

MOGLIE E allora cosa c’entra il parlamentare! Fai dei discorsi senza senso e più parli più non mi piacciono.

GIUDICE Dai, non esagerare. Ti ho appena detto che è colpevole, no? Non gli credi al tuo tesoruccio uccio-uccio?

MOGLIE (mette le due tazzine sul vassoio e fa per andarsene) Io credo che non dovremmo più discutere di questa storia; non mi piace, non mi piace affatto. 

GIUDICE Ma perché, che c’è che non va? 

MOGLIE (torna indietro ed appoggia il vassoio sul tavolo con violenza) Cosa c’è che non va? Parli in modo strano. Parli di colpevolezza con tale nonchalance! Ma finora, da quello che mi hai detto, ho capito che il tuo giudizio si basa su un movente debole, delle prove inconsistenti e su dei... precedenti penali! Il che non fa necessariamente di quel ragazzo un assassino!

GIUDICE Ma non posso riassumerti in un attimo un processo che è andato avanti per mesi, abbi pazienza! 

MOGLIE Esiste una prova concreta ed inconfutabile della colpevolezza dell’imputato? 

GIUDICE Tesoro, il ragazzo è colpevole. A fine processo, se ti fa piacere, ti leggerai gli atti e la sentenza. Ti faccio fare le fotocopie dal cancelliere.

MOGLIE Esiste una prova concreta ed inconfutabile della colpevolezza dell’imputato? 

GIUDICE Le prove e gli indizi che abbiamo avuto a disposizione...... 

MOGLIE (accavallandosi) Esiste una prova concreta ed inconfutabile della colpevolezza dell’imputato?

GIUDICE ...sono più che sufficienti per stabilire l’esatta successione temporale dei fatti... 

MOGLIE (accavallandosi) Esiste una prova concreta ed inconfutabile della colpevolezza dell’imputato? 

GIUDICE ...e la loro conseguenza sulle persone coinvolte.

MOGLIE OBIEZIONE, VOSTRO ONORE!

GIUDICE OBIEZIONE RESPINTA! 

MOGLIE Non ci credo, tu sei sempre stato una persona onesta... Cicero pro domo sua...

GIUDICE (alterandosi) Non usare il latino, PER FAVORE! E ti prego di non parlare di cose che non conosci, sono io quello che siede in Camera di Consiglio non tu. Mi sembri tua madre quando fai così: non si riesce ad arrivare alla fine della frase che lei ha già pronto il suo giudizio. E se non ha ragione è pronta a comprarsela coi quattrini. 

MOGLIE Lo sapevo! Dovevo immaginare dove saresti andato a parare! Tu non l’hai mai mandato giù, vero?

GIUDICE Che cosa? 

MOGLIE Il fatto che mia madre ti abbia pagato gli studi.

GIUDICE Stupidaggini.

MOGLIE Sempre il vil denaro! La tua è un’ossessione. Quando riuscirai finalmente a liberartene? Hai una posizione, sei un giudice, ormai, una persona rispettabile. Ancora soffri del complesso d’inferiorità rispetto alla mia famiglia...

GIUDICE Ma chi se ne frega della tua famiglia!

MOGLIE Di cosa hai bisogno, eh? Di popolarità? Di potere? Di soldi? Cosa ti servirebbe per uscire dal “tunnel”?

GIUDICE Ma che cavolate stai dicendo? 

MOGLIE Hai sempre detestato mia madre e il suo rapporto con i “quattrini”, come li chiami tu. Però ricordati che è grazie a quei quattrini se ora stai per goderti il tuo momento di popolarità. Pecunia non olet! 

GIUDICE Mmmmh....

MOGLIE Se ti vuoi sfogare fallo con me, fallo con uno psicologo, ma non sulla pelle di quel ragazzo!

GIUDICE Lo sapevo che prima o poi ci saremmo arrivati...

MOGLIE Dove?

GIUDICE Stai rinfacciando. 

MOGLIE Ma non sto rinfacciando nulla. Sei tu quello che ha il complesso dell’onore non io. 

GIUDICE La tua dolce mammina non poteva lasciare che sua figlia sposasse un figlio della borgata, un ragazzo cresciuto in periferia, in una famiglia povera e ignorante! Per carità! Voleva assicurarsi che la figlia avesse un marito laureato e con una posizione. 

MOGLIE Avresti preferito che mi diseredasse perché mi ero innamorata di te? Io forse lo avrei preferito, sì. (tra sé) Invece lei ha preferito comprarti…

GIUDICE A volte mi sembra di essere finito in un vicolo cieco. E se avessi voluto far altro nella vita? 

MOGLIE Non mi sembra che nessuno ti abbia puntato una pistola alla tempia. 

GIUDICE Sai bene che non avevo scelta. Se volevo te dovevo prendere tutto il pacchetto. 

MOGLIE Mi stai dicendo che ti sei pentito? 

GIUDICE (si alza ed è pronto a riprendere il soprabito) Ora è meglio che vada o rischio di fare tardi. 

MOGLIE Se hai dei problemi con me, ripeto, parlane con ‘me’, risolvili con ‘me’, ma non te la prendere con quel ragazzo. 

GIUDICE Il ragazzo non c’entra. 

MOGLIE C’entra invece. Innocente fino a prova contraria. Ho capito benissimo che tu non sei sicuro della sua colpevolezza, ti conosco da troppo tempo, ed è terribile il fatto che tu voglia lavartene le mani e lasciare che in Appello... 

GIUDICE Non sto lasciando nulla! E’ un delinquente, è già stato dentro, è un pericolo per la società! Lo hanno visto in tanti litigare col poliziotto, poi si è voluto vendicare, lo ha aspettato sotto casa e lo ha fatto fuori. Punto. Per me è colpevole.

MOGLIE Non è possibile che l’avvocato difensore non si sia opposto!

GIUDICE E infatti ricorreranno sicuramente in Appello...

MOGLIE Quindi è vero! Te ne vuoi approfittare! 

GIUDICE (arrabbiato) Ora basta! Hai letto i giornali, hai sentito la televisione. Politici, forze dell’ordine, opinione pubblica, sono tutti d’accordo. Tutti hanno già decretato che quel ragazzo è colpevole! 

MOGLIE Ma cosa vuol dire??? Chi è il giudice, tu o l’opinione pubblica? 

GIUDICE Tu non capisci.

MOGLIE Che cosa c’è da capire?

GIUDICE Là fuori hanno già deciso! Quel tizio ha dei precedenti, è già segnato, non può farci nulla. Le casalinghe, i giornalai, i meccanici, i netturbini, i poliziotti, gli impiegati, tutti hanno dato il loro giudizio di colpevolezza. Là fuori ci sono milioni di giudici che senza esitare hanno detto che quel ‘povero ragazzo’, è un assassino a sangue freddo. Sai cosa cambierebbe se io lo lasciassi libero? Niente! Non cambierebbe assolutamente niente. La gente continuerebbe a pensare quello che pensa adesso e cioè che un assassino è stato rimesso in libertà e per cui avrà più paura e meno fede nella giustizia! E quel ragazzo? Che cosa succederebbe al ragazzo? Te lo dico io che cosa succederebbe: non vivrebbe più! La sua foto è su tutti i giornali ormai, tutti lo conoscono, tutti vedrebbero la ‘bestia’ libera per le strade. Non potrebbe più entrare in un negozio o in un cinema senza essere riconosciuto ed additato come un omicida a piede libero. 

MOGLIE Ma pensi davvero quello che dici? 

GIUDICE Prendi il caso di quella madre che ‘si dice’ abbia ucciso il figlio piccolo. 

MOGLIE E allora?

GIUDICE E se fosse stata assolta? Che vita pensi che avrebbe adesso, eh? La conosci, no? La riconosceresti se ti passasse accanto per strada... come la guarderesti? Che cosa penseresti?... Non rispondi? Lo vedi che ho ragione? Tu avevi già dato il tuo giudizio, tu avevi già condannato! 

MOGLIE Se la corte avesse deciso altrimenti...

GIUDICE (urlando) Se la corte decideva altrimenti tu non le avresti creduto! Avresti continuato a pensare quello che pensi adesso! Avresti continuato a pensarlo per sempre! Così come tua madre continuerà a pensare che io sono un ignorante e che devo tutto a lei se io non sono un ignorante ‘povero’. E il bello è che tu, da figlia, le dai sempre ragione!

MOGLIE Ma cosa ne sai tu, del mio rapporto con mia madre, di quanto sia stato difficile vivere in una famiglia rigida e facoltosa!

GIUDICE Su questo hai ragione, non posso saperlo, i miei erano poveri!

MOGLIE Non era questo che…

GIUDICE Forse ora è meglio che vada.

MOGLIE Hai ottenuto il denaro, la posizione sociale, un posto eccellente. E ti sembra così alto il prezzo che hai dovuto pagare? Una suocera schiava delle apparenze e maniaca del controllo e una moglie che parla usando il latino… 

GIUDICE Lo sai che non è questo il punto...

MOGLIE Quanto ti abbiamo amato, però, nonostante tutto… Non credo che tu lo sappia. Non hai mai accolto questo amore, chiuso com’eri nel tuo sciocco orgoglio, bloccato dai complessi di inferiorità, preso dal tuo unico desiderio: quello di distinguerti, di essere all’altezza, di emergere, di ARRIVARE! Ma arrivare dove, poi?! Con le spalle oppresse dalle aspettative di tutta la tua famiglia, di tutta la tua classe. Un vessillo di riscatto, un fardello di aspettative che ancora oggi porti con tenacia. Che sciocca che sono! Pensavo che il mio amore avrebbe colmato la distanza, che avrebbe filtrato, smussato gli angoli, gettato ponti sopra il fossato che ci separava. Illusa. 

GIUDICE Lasciamo stare... 

MOGLIE Ed ora il tuo arrivismo sta per rovinare la vita di un uomo. 

GIUDICE Io ho valutato i fatti. 

MOGLIE E’ proprio questo il punto. Tu hai valutato l’uomo, non i fatti. 

GIUDICE Io devo applicare la legge. 

MOGLIE QUALE legge? La tua? Quella dei farisei ipocriti? Quella dei parlamentari che ubriacano le folle di luoghi comuni? Quella dell’uomo borghese, che da sepolcro imbiancato è il primo a condannare quando il fatto non lo riguarda ed il primo ad assolvere nel caso contrario? O quella della giustizia giusta, alla cui dea prestasti giuramento promettendo lealtà, onore e diligenza? 

Prende il soprabito e la borsa. Fa per uscire...

MOGLIE Corri. Corri piccolo uomo. Corri dalle tue telecamere, dai tuoi giornalisti, verso il tuo piccolo momento di gloria. Getta pure nel fango quel poco di amor proprio che ti è rimasto. Corri. Va’ a costruire il tuo piccolo attimo di popolarità. Corri. E come nuovo Pilato, ricordati di lavarti le mani prima di sputare la tua sentenza e dichiarare colpevole un presunto innocente. 

GIUDICE Pilato, dici? Pilato era un romano e da romano serviva il suo imperatore. Egli doveva mantenere l’ordine nella provincia che gli era stata affidata e doveva liberarsi di chi poteva rivoltare le folle contro l’Impero. 

MOGLIE E dimmi, chi è il tuo imperatore? Un senatore? Un deputato? O il pubblico che stamattina starà dietro alle telecamere?

GIUDICE Pilato era stato incastrato! Non voleva far condannare un uomo che sapeva buono, ma non poteva neanche ignorare la richiesta dei Giudei. Avrebbe rischiato troppo! I Giudei lo incalzavano, dicevano che l’imputato sobillava le folle e che diceva di essere lui il Re della Palestina e non Tiberio. Pilato aveva le spalle al muro!

MOGLIE Pilato era un debole e un opportunista e mandò a morte un innocente!

GIUDICE Pilato era stato incastrato! IO sono stato incastrato! Incastrato dall’Imperatore, incastrato da tua madre! Tutto aveva previsto, tutto! Ha pagato i miei studi, ha pagato un avvocato, forse ha pagato anche un politico per potermi dare un posto di lavoro importante. E in cambio? Solo sposarmi e restare per sempre accanto a sua figlia... Mi dispiace, ma qualcosa è cambiato e non ce la faccio più. Io ora ho bisogno di sapere che me ne posso andare quando voglio. Mentre invece adesso non è così! Tua madre ha ordito una trama degna di Richelieu intorno a me! Sono certo che non potrei lavorare in nessun altro tribunale se solo scegliessi di... andarmene da questa casa! Ecco perché ho bisogno di questa sentenza, perché mi serve pubblicità, mi serve di diventare abbastanza popolare per non aver più bisogno di tutti quei fili che tua madre ha messo lì per sostenermi... Ma io comunque sono a posto con la mia coscienza perché come Pilato ho dato l’opportunità al popolo di scegliere: chi volete libero, il Nazareno o Barabba? E come duemila anni fa il popolo ha scelto Barabba. Venne chiesto: chi volete libero, Dio o un ladro? E il popolo scelse il ladro. L’umanità scelse il ladro. NOI abbiamo scelto di liberare il ladro e di condannare il giusto, perché in quel momento il giusto portava disordine! Ebbene anche in questo caso il popolo ha preso una decisione. Non importa se quel ragazzo è innocente o no, il popolo ha scelto che deve essere condannato ed io, come Pilato, me ne laverò le mani. (fa per andarsene ma si ferma) Ma comunque sono certo che quando Pilato tornò a Roma, ebbe onori e ricchezze, perché aveva fatto ciò che gli era stato chiesto. Aveva fatto il suo dovere. (esce)

Sulle luci che si abbassano la moglie prende un libro dal tavolo e si dirige verso il centro del palcoscenico mentre il Giudice rientra in scena, sul lato sinistro, alla destra della Moglie, con indosso una Toga da tribunale. Ha in mano un foglio. Su una musica che inizia, si accendono due occhi di bue puntati sui due protagonisti ed il Giudice inforca un paio di occhiali ed inizia a leggere il foglio.

GIUDICE Letti gli articoli 575 e 576 del Codice di Procedura Penale, l’imputato viene dichiarato ‘colpevole’ del reato lui ascritto nel decreto di citazione a giudizio. Poiché non viene concessa alcuna attenuante generica, l’imputato viene condannato ad anni trenta di reclusione (da qui e fino alla fine della battuta della Moglie, il Giudice continuerà a leggere ma senza volume di modo che si senta solo quello che dice la Moglie), oltre al pagamento in solido delle spese processuali. Letti gli articoli 577 e 578 del Codice di Procedura Penale, condanna l’imputato al risarcimento dei danni derivanti dal reato in favore delle costituite parti civili, da liquidarsi in separato giudizio. Condanna, infine, il predetto imputato alla refusione delle spese processuali sostenute dalla costituita parte civile, che liquida complessivamente, per l'attività espletata nell'interesse di entrambi le parti civili, in euro centoventimila. Letto l’articolo 584 del Codice di Procedura Penale, l’imputato viene dichiarato colpevole del reato lui ascritto al capo B e condannato ad altri 5 anni di reclusione. Letto l'articolo 589 del Codice di Procedura Penale, indica in giorni 90 il termine per il deposito della motivazione.

MOGLIE (Leggendo dal libro, ad alta voce nel momento in cui si zittisce il Giudice) Vangeli Apocrifi… Lettera dell’Imperatore Tiberio a Pilato. “ ‘Dal momento che, abusando del tuo potere e agendo ingiustamente, hai condannato a morte il Nazareno e non hai avuto pietà di questo giusto, ma intingendo la penna hai scritto un iniquo verdetto e lo hai fatto crocifiggere, sarai condotto davanti a me in catene, per rendermi conto della vita innocente che hai mandato a morte.’ Pochi giorni dopo fu emessa sentenza contro Pilato, che fosse condannato alla morte più infamante. Udendo ciò, Pilato si uccise col proprio coltello, e con tale morte finì la sua vita.”

Buio. Sipario.


- FINE -