POESIA IN CONCERTO

Recital di Poesia e Musica
(Il Trascendente e l’Esistenziale, il Sublime) 

di

Antonio Sapienza



Il recital o concerto, dev’essere un “unicum” tra poesie e musica. Quindi scegliere liberamente i brani musicali appropriati, da eseguire, in scena – dal vivo - sarà l’arduo compito del Regista e/o del Maestro. 

Voci recitanti: una maschile e una femminile.



IL TRASCENDENTE


Il Battista 


Era prima di me!

Esultai nel seno di mia madre
quando lo riconobbi nel seno della sua.
Sentii vicina la salvezza degli uomini!

Il mio mandato mi pressava:

Purificai nel deserto
il corpo e lo spirito:
divennero sano l'uno, forte l'altro!

Poi ho gridato,
per la certezza che v'era in me,
l'approssimarsi del suo Regno!

E` venuto dopo, era prima!
Io con l'acqua calero`,
Lui, col fuoco, crescera`!


E una spada ti trapassera` l'anima.


E una spada ti trapassera` l'anima!
E una spada.. ti trapassera.. l'anima...
Ah, Simeone, Simeone,
uomo giusto e pio,
perche` aspettasti me e il mio bambino
davanti al tempio di Dio?

Perche` ci aspettasti?
Perche` l'hai voluto vedere
prima di ricongiungerti ai tuoi antenati?
Perche` profetasti la sua grandezza
e vi unisti la mia angoscia?
.. e una spada ti trapassera` l'anima...


Figlio d'amore e di spine..


.. Egli non sceglie la via,
non decide il giorno, ne` l'ora.
Egli va`!
E non sa` mai dove, di notte,
poggera` il capo.

Il mio cuore si strugge
per le vostre afflizioni,
e vorrei..vorrei..
Oh,

figlio d'amore e di spine;
figlio di gioie e di sospiri;
figlio carnale e Soffio Divino,

ascolta questo mio povero cuore,
tirato, dall'una e dall'altra parte,
da buoi forti e sbuffanti
che lacerano l'anima mia.

Ascolta la mia accorata supplica;
ascolta il pianto dei sofferenti.
Io nulla posso senza di te,
e nell'impotenza, mi struggo!



Scribi e Farisei


L'orgoglio, la superbia,
la cupidigia,
l'invidia vi accompagnano!

Pastori di greggi,
a Dio consacrati,
mutati in lupi affamati,

Suggete il latte alle pecore,
tosate i montoni,
sgozzate l'Agnello!

Stolti!
Il fuoco della giustizia
gia` arde:

Grande e` il crogiolo,
eterna la pena!
.. I tempi gia` sono!

Pilato.


Sei cieco!

Non puoi vedere...
Cavalchi la storia,
il tuo nome immortali
sigillando un voler non tuo!

Sprazzi d'intuito t'abbagliano,
sei tormentato da dubbi,
dal profondo salgono ansie...

Ma queste e quelle
saranno fugate in Gallia,
dove placherai il tuo spirito.

E, meditando sui fatti di Giudea,
capirai:
Cos'e` la Verita`!


Getsemani


Ha manifestato il Padre,
ardentemente ha predicato il Regno..

le strade di Giudea, di Samaria,
di Galilea bevvero il suo sudore.

Povero tra poveri,
temuto dai sacerdoti,
tollerato dai potenti,
i ricchi ha sferzato!

Solo d'amore parlo` alle mutevoli folle..

Il tempo e` concluso:
Morire e` duro,
saper di morire atroce,
morire giovane, assurdo!

L'angoscia s'appressa,
suda sangue,
agonizza!

Uomini!
Deboli uomini, svegliatevi,
confortatelo, aiutatelo..

Dio non puo`!



E la spada trafisse la sua anima!


Quella spada predettale da un vecchio saggio,
quando il suo cuore era ancora giovane,
affondo` nelle carni lenta, inesorabile,
assassina!

E il sangue sgorgo`
sotto forma di lacrime amare
da quegl'occhi ingenui
che videro, muti testimoni,
la piu` bella
e la piu` tragica
storia dell'umanita`.

E le lacrime si mescolarono
al sangue del figlio suo,
e inzupparono la terra di dolore,
di passione
e di morte!

E la macchia umida e rossastra
si allargo` tingendo di rosso
carnefici, soldati, sacerdoti
e il mondo intero.

Poi, contrito,
tutto il Creato
prese il lutto!


Golgota.


Guizzi di Verita` sul Golgota,
scrosciano su uomini induriti:
Carnefici, boia impietosi,
spietati esecutori,
angosciati,
atterriti,
pentiti!
a Dio gridano:
Pieta'!



Crocifisso


L'ora sesta lo trovo` crocifisso.
Un'iscrizione lo scherniva:
Re dei giudei, diceva.
Ma figlio dell'uomo fu!

La folla l'oltraggiava,
i sacerdoti, nel delirio del vilipendio,
gridavano:" Sei l'Eletto di Dio,
hai confidato in Lui,
hai salvato gli altri,
salva te stesso!"

I soldati, ciechi molossi,
nella loro sanguinaria follia,
tragicamente lo beffeggiavano:
" Scendi dalla croce Re dei giudei!"
Ma figlio dell'uomo fu,
Salvatore sara`!

L'ora sesta s'appressa,
la morte s'avvicina,
i tempi sono conclusi!
Figlio dell'uomo fu,
Salvatore sara`,
Dio e`!


Prologo alla profezia di Maria.


- "… L'hanno assassinato!
Insultato, frustato e appeso alla croce.
Come un agnello fu portato al macello..
Denunziato con false accuse,
con falsa pieta` frustato,
con falsa giustizia crocifisso.
Sanguinante,
da tutti abbandonato,
fu solo nell'angustia..
Soltanto un soldato ha avuto pieta`.

Poi il tetano l'ha logorato,
ha tremato la terra,
si e` squarciato il velo,
ma natura ha preso il lutto,
quando,
perdonato i carnefici,
e` spirato!

Caifa, sacerdoti!
perche` non strappate le vesti?



Profezia di Maria.


Mio figlio ritornera`!

Pero` dopo che l'uomo
con rivoluzioni e guerre,
avra` fatto molte vittime innocenti;

dopo che avra` inventato
le armi piu` micidiali,
e ad esse rinunziato;

quando non dira` piu`:
" Questo e` mio! "
quando amera` l'altro;

Dopo che in pace
si sara` lanciato
nello spazio:

Proprio in quei giorni,
nell'armonia del Cosmo, leggera`:
" Io sono la Parola! E tu chi sei? "

Solo allora sara` abbattuto
l'ultimo ostacolo che separa
l'uomo dal Cristo: La superbia!

Solo allora Egli tornera`,
e trovera` la fede
sulla Terra!


L’ESISTENZIALE


L'attesa.


Ero solo.
Aspettai a lungo la vita.
Ma, quando giunse,
era in compagnia
della morte.



Pensieri miei 

Porto a spasso i miei pensieri. 
Li accudisco, li accontento, 
Li accarezzo, li accolgo 
Dentro la mia mente; 
In mezzo alla bambagia 
Li faccio riposare, 
Decantare, 
Imputridire,



Da stamani...


Da stamani c'è` freddo in me: 
Dentro di me, 
Nel cuore, nel cervello, 
Nell'intimo. 

Da stamani c'è il vuoto in me: 
Nel petto, 
Nella bocca dello stomaco, 
Nell'anima. 
Da stamani c'è buio in me: 
Negli occhi, 
Nella mente, 
Nello spirito. 

Da stamani c'è il silenzio in me: 
Nelle orecchie, 
Nel pensiero, 
Nella fantasia.
E queste parole?
Menzogne!



... Poi 


Circondato 
Da certezze salate, umori viscidi, 
Sensazioni fangose; 

Avvinto 
Da vizi atavici, abitudini secolari, 
Pigrizia cosmica; 

Percorso 
Da cime d'inerzia, serpeggianti dolori, 
Ondulati rimorsi; 

Immobile 
Tra sussurri acidi, voci scolorite, 
Melodie puzzolenti; 

Abbandono 
Delicate cicute, luminose nausee, 
Vacui bordelli; 


Lascio 
Saporite scorie, odorose maledizioni, 
Soavi vaffanculo! 

Tormentato 
Da bassezza congenita, sublime sciupio, 
Grigia inesistenza; 

Invoco 
Giusti sentori, caldo splendore, 
Sincere sinfonie; 

Cerco 
Palpitanti illusioni, effimero desiderio, 
Lieve speranza; 

Trovo 
Un pensiero, 
Un sepolcro di luce, poi 
Il Nulla! 




Solo puff! 

Grido! 

Grido al vento. 
Ma nessuno ascolta! 

Mi guardo allo specchio 
E mi confondo. 
Sto in attesa di quello che non so`. 

Scruto! 
Scruto il futuro e il passato, 
(ma il presente no!) 
E lacero il cielo: 
Basterà? 

Penso, 
Penso il vuoto e m'addormento: 
Sogno la vita che mi manca. 

Pungo, 
Pungo il mio cuore 
E odo solo: 
Puff! 


La faccia. 


Mi sussurra sarcastica, 
passandomi accanto, veloce: 
- Non te la prendere…- 

Rispondo risentito: 
- Prendere? Cosa?- 
Ma lei, già lontana, fa spallucce. 

Monto in collera: 
La ricorro, 
ho il fiatone, 
la raggiungo, l'afferro, la giro con 
violenza e grido: 

- Ma chi sei, battona!- 
... E vedo specchiato nel suo, 
il mio viso da cavallo. 

- Allora, imbecille?- 
Mi sibila, gelida, in faccia la mia 
faccia! 

E io passo…

Affastellati lungo i sentieri della vita 
Stanno i miei ricordi. 
Appesi sulle staccionate, come panni al sole, 
Guardano mute le mie ore. 
E io passo. 
Da un ricordo d’innamorato, 
O da un tramonto dimenticato 
- tra cadenti ciglia attempate - 
Occhi stracchi 
Fiutano cime mai raggiunte 
( Ma, raggiungibili?), 
Fatti di sogni logorati – delusioni… 
E io passo. 
Miagolando, stridule, su carrucole arrugginite 
- Come sipario di velluto rosso, 
Stinto, 
Sdrucito, 
Polveroso, 
Strapieno d’anni e di parole – 
Calano palpebre scarlatte; 
Mentre una gocciolina di vecchiezza 
Disseta zolle di riposo. 
E io passo. 




Come faccio a capirti, Borges. 

Come faccio a capirti, Borges 
Quando parli di condottieri, di guerre, 
Di spade e tamburi. 
Come faccio a capirti 
Quando parli d’Israele, d’Inghilterra, 
Di Junin 
E della Buenos Aires di Juan Murana. 
Come faccio a capirti 
Quando parli dei valorosi guerrieri 
Di Plaza de Mayo 
( Quelli con lo scannatore al seguito). 
Come faccio a capirti 
Quando erri nel passato carico 
Di rimpianti, 
Di ricordi, 
Di Tenute. 
Di Avi. 
Come faccio a capirti… 


Poi, il Gaucho mi fa sobbalzare: 
Il coltello è mio fratello; 
La chitarra mia sorella. 
E il tuo buio mi è amico; 
La cenere della cenere la capisco; 
Lo specchio ricorrente non mi sorprende; 
Il tuo sogno – incubo, lo intuisco; 
Il tuo fiume lo conosco, 
E così le tue stelle. 

Ma…ma, quell’innocenza della belva 
Mi commuove. 
E qui mi smarrisco. 



Muro di gomma. 

Vaga è la notte. 
I sogni svaniti; 
Spenti gli sguardi 
Negli occhi appassiti. 
Logora è la vita, piatta l’ora 
E i momenti infiniti 
Marciscono 
- - desolati e stanchi. 

Sirene e non solo sirene; 
Chimere e non solo chimere; 
Parole e solo parole: 
Voglio la Verità 

Ma un Muro di gomma 
Mi circonda: 
E un Rumore s’avanza; 
La Notte è più buia; 
La luce non brilla; 
La Vita s’imbrutta. 
Non resisto più! 
Voglio la Verità. 

Muro di gomma 
E distrutti i sentimenti; 
La Gioia 
Di quei momenti; 
Mistero e delitti, 
E gli ideali trafitti. 
Poi parole, parole, parole, 
E soltanto parole 
Vuote. 
Voglio la Verità! 



Sentiero-natura. 

Bevo aria fresca e silenzio 
mentre vuoto di pensieri, 
vago sulle costole della Montagna. 
- Ma, che strano azzurro è mai 
quello che avvolge 
quel cratere fumoso, 
che riposa molle e sonnolento, 
come un vecchio fumatore d’oppio - 
E, intanto, arrancando sul sentiero 
ripido come la mia vita, 
calpesto i ciottoli e le mie ore. 

Bevo aria fresca e silenzio, 
quando i miei occhi abbacinati, 
fuggono la luce, dolenti, 
e si placano solo tra ciuffi, 
rughe, 
e rotondità renose, 
che le mie scarpe calcano, 
simile ad una carezza audace, 
- come a volerla penetrare - 
col mio corpo che conosce il piacere, 
con la mia mente che lo ricorda, 
col mio ricordo che l’affievolisce. 

Bevo aria fresca e silenzio 
sfiorando il fugace riposo 
del cratere che conosce 
il sublime turgore; 
i boati della smania; 
le scosse dell’orgasmo; 
l’eruzione del viscerale magma, 
che cola dai neri lombi, 
abbruciatore. 

Bevo aria fresca e silenzio, 
mentre m’avvolge, 
col timido sapore di ginestra, 
una folata di Libeccio 
che sa di zolfo rovente 
e frulla la mia vertigine 
- un attimo - 
poi il suolo m’accoglie, 
paziente amico, 
e mi consola. 



Improvviso


Improvviso
Un frullare d’ali -
Come battito di ciglia,
O palpito di cuore -
E il volo d’un pensiero,
Mi assale.
Ma
Quando vedo l’imbrunire
Travolgere il sole,
capisco
e
passo.



IL SUBLIME




Com’è dolce… 


Com’è dolce, com’è morbida e carezzevole, 
Com’è profonda, com’è accogliente, 
Come brucia! 
Com’è avvincente, com’è inebriante e 
sublime 
- la Donna! 

E il Creatore, stupito, 
La colmò di tutti i Beni; 
E all’uomo dette solo 
- Scarti. 

E’ Lei la prima Creatura 
( Il compagno Le fu tratto, chiaro!) 
Lei Principio e Fine di ogni uomo nato 
- Maschio. 

Lei, che t’avvolge; 
Lei, che ti travolge, 
E’ sempre Lei, che con un 
- Sorriso 
Ti sconvolge. 

Chi non è Morto fra le Sue Braccia 
Alzi la mano! 
E chi non l’alza, 
Ahimè, è Povero 
Sfortunato. 




Occhi che non sono occhi. 


Occhi che non sono occhi, 
ma abissi marini; 

labbra che non sono labbra, 
ma spicchi sanguigni; 

seni che non sono seni, 
ma bianche grosse perle; 

corpo che non e` corpo, 
ma acqua d'arsura; 

Voglia che non e` voglia, 
Ma brama di te!



Domenica Fulcon, operaia


… sapete, fui sposa e mancata madre.
Andai sposa ad un uomo buono ma povero.
Il pane era quasi sempre assente
dal nostro desco;
la miseria, sempre presente!

Il sopruso del malandrino,
la prevaricazione del forte,
l'ingiustizia del potente,
il tradimento dell'amico,
prostrarono il mio uomo.

La gravidanza ci sorprese.
Lottammo per far posto al nascituro,
Non venne!

Abortii lui e la mia vita.
Quando giunsero tempi migliori,
non venne il concepimento:
Fui sterile per il resto della mia breve
esistenza!

- " Perche` stringo l'addome? "

Per calmare il bruciore delle mie viscere
tradite da me stessa;
per provocare altro bruciore
che mi ricordi il tradimento;
per la speranza vana d'attendere un atteso!

.. chi mi aveva costituito giudice di vita?

.. infine, non ho soppresso mio figlio?
Ditemi, se sapete, quale altro delitto puo` essere
piu` infame del mio? Dunque lasciatemi nelle
mie afflizioni
e volgetevi verso altre mete.



Mi allontano da te, donna,
come lo sconfitto
dal suo vincitore.
Il silenzio.
Solo tutto il silenzio
di questo mondo,
potrebbe colmare l'amarezza del mio
cuore!

Ed io vorrei chiedere..
vorrei chiedere
misericordia
per Domenica Fulcon!

E a voi, simili ad uomini,
vorrei gridare tutto il mio dolore;
la mia rabbia d'impotenza;
la collera che mi sale al capo,

perche` tra di voi, c'e`:
il ricco
il malandrino
il prevaricatore
l'ingiusto
il traditore

che fecero di questa donna
la parodia di se` stessa,
la larva
l'afflitta
la condannata!



Era l’amore


Ella era il mio amore
il mio bene, i miei occhi.
Con lei toccavo cime d’estasi.
La stringevo a me, e volavo.
L’accarezzavo, e toccavo il cielo,
La baciavo, ed era il paradiso.
Ah, che amore! Anima mia.
Amandola, il mio essere l’assorbiva
La sua voce mi scioglieva
il suo odore mi sublimava,
il suo calore, mi stordiva -
e vibrava la mia passione…
e fu questa che mi perse.




Ho sognato

Ho sognato i tuoi occhi
Blue.
Che mi dicevano:
consolati, m’hai trovato.
Ed ecco che sei qui:
ti ho cercata,
ti ho attesa, sei venuta.
Nel sogno e nella realtà.
E lo sapevo da prima
Da sempre
Dall’Eternità
Da oggi
Da quest’attimo.
E questo è il Miracolo.
Lungamente atteso.



Amore sano.


Amore sano
Amore infinito.
Tu
Quando non potrai più amarmi
Mi avrai tanto amato
Che mi basterà per il resto della vita.
Il tuo poco
Per me sarà il tanto, 
il tutto.
Io, avevo solo il nulla,
tristezza e morte.
Ora vivere senza il tuo amore
È pazzia!



Campanellini


Quando mi abbracci
Odo campanellini suonare,
canti angelici,
profumi di fiori di campo.
E luci
Poi una vampa sul viso
E la mia anima si smarrisce,
mentre il corpo freme.
Io, ora sono la
Corolla di un fiore
Che si schiude
Che chiama
Che brama
Oddio, ti sento!
Ti trovo
In me.
E la tua anima si fonde con la mia
E si incontrano in infiniti Universi
Che frullano il mio cuore
Mentre nei miei pensieri
Scorre la Vita:
Che con gratitudine
L’accolgo.


La vedovanza.


La mia vita si è fermata a quel giorno.
Ora vivo per inerzia.
E questa casa mi ricorda te,
sempre, sempre,
ravvivando un dolore non tollerato.
Cara,
Tu non sai cos’è
La vedovanza,
-non la banalità della solitudine, del sesso-
ma del vuoto che ti comprime
l’anima
che ti squarcia il petto.
Quel vuoto che ti fa ondeggiare la testa,
Come un barca sul mare di
Scirocco,
che ti fa illanguidire ogni attimo al ricordo
struggente
dell’amata che non hai più con
te.