IL PONTE DEI COLORI

di

Luca Roncoletta



Questa storia nasce tra le righe de ‘IL MAGO DELLE FORMICHE GIGANTI’ (edito da LIBRILIBERI EDIZIONI). Desidero darne atto e ringraziare gli autori. Basterà loro, poi, una lettura del testo per verificare che esso sviluppa una trama che è frutto della mia fantasia.

Due compagni di classe s’incontrano su un prato in una giornata stupenda. A causa di un incantesimo si ritrovano in un interregno lugubre. Il superamento di una prova li farà tornare a casa da un viaggio che li avrà trasformati.


Come scenografia vanno simulati due ambienti: il primo è un paesaggio di campagna solare e molto colorato, il secondo deve somigliare a un bosco di alberi scheletrici, illuminato da un’incerta luce lunare.

Sul palco sarà presente un baule.

Materiale: un bastone per la vecchiaia, occhialoni spessi, uno zainetto che la bimba Anna porterà sulle spalle, contenente fogli, matite colorate e il disegno di un grande arcobaleno su cui camminano un uomo e una donna.


(In scena è GIGI, un vecchietto, gobbo su un bastone e tremolante nella voce e nei movimenti. Ogni tanto ripeterà sovrappensiero la coda delle sue frasi. Si guarda intorno con stupore)
GIGI - Guarda, guarda! È ancora tutto come quand’ero bambino. Il campo, il baule, il paesello…
(Entra ANNA. Anche lei è una vecchietta, ha occhialoni spessi e un fare deciso. È sorridente)
ANNA - Che t’incorni un bisonte imbufalito! Non si saluta un’amica?
GIGI - Che mi cada la dentiera!
ANNA - E che rimbalzi e ti morda il sedere!
GIGI - Quanto sei vecchia!
ANNA - Vecchia lo dici a tua sorella!
GIGI - Sììì! Sei rimasta uguale! (Si abbracciano ma poi si staccano imbarazzati) Ehi, ANNA, sei ancora capace di fare le rime più brutte del mondo?
ANNA - Mettimi alla prova!
GIGI - Allora, vediamo… ecco:
GLI OCCHI TUOI BLU
SON COME LAGHI.
ANNA - (Lo guarda con ghigno vincitore) HAI PRESO UNA MULTA? MO’ TE LA PAGHI!
GIGI - Ah, ah! Sei La peggiore poetessa che conosca! Sono proprio contento di rivederti. Però… quanto siamo invecchiati!
ANNA - Ehi! Parla per te!
GIGI - Scherzavo, dai. Sei bella come… (con entusiasmo) come… (con paura che non gli venga in mente niente. ANNA aspetta speranzosa il complimento che non riesce ad arrivare) ehm, come…
ANNA - (Delusa…) Va be’. Non sforzarti. (Pensierosa) In questo prato è cambiata la nostra vita
GIGI - In questo prato è cambiata la nostra vita di sì!
ANNA - Ho una domanda da farti.
GIGI - …da farti di sì!
ANNA - (aggrottando le ciglia) Cosa?
GIGI - Non farci caso. Quando mi agito, ho il difetto di ripetere le frasi che dico, … le frasi che dico di sì.
ANNA - Sono passati tanti anni…
GIGI - Tanti anni di sì.
ANNA - Ma ripeti anche le frasi degli altri, …anche le frasi degli altri di sì?
GIGI - Mi stai prendendo in giro?
ANNA - (ANNA, divertita, fa SI con la testa ma…) Nooo. Certo che ti stavo prendendo in giro. Puoi ascoltarti senza ripetere?
GIGI - (annuendo convinto, ma ripetendo comunque) Senza ripetere di sì.
ANNA - Ti ricordi com’era il baule, quando siamo usciti dalla nostra avventura?
GIGI - Se me lo ricordo? Tu mi chiedi se IO me lo ricordo? … Io mi ricordo ogni… ogni… (sconsolato) No! Non me lo ricordo proprio.
ANNA - Non è passato giorno che io, invece, non ci abbia pensato. Forse è il caso che te lo racconti. (ANNA guarda si intorno e non da più bado a GIGI. Parte una canzone e, mentre Anna canta, GIGI uscirà da sinistra, per cambiarsi e diventare il GIGI piccolo di quell’avventura, e rientrerà mentre Anna sta finendo di cantare, si stiracchierà, toccherà il terreno, poi si siederà per terra e si toglierà le scarpe sentendosi subito molto più a suo agio)
ANNA - (Anna canta ERAVAMO A METÀ DELLA 4° ELEMENTARE)
Eravamo a metà della 4° elementare
e tu ancora non sapevi né scriver né contare
Avevi Il grembiule sempre sbottonato,
e il cravattino a farfallina tutto spiegazzato
Nessuno voleva giocare con te perché… perché…
sembravi un poco imbranato

Quando leggevi poi, confondevi i 3 con le E
Sudavi, balbettavi e tutti MA PROPRIO TUTTI ridevamo di te
Piuttosto che spiegar come si scrive SLOVACCHIA?
Avresti baciato la compagna più racchia
ma, guarda la sfortuna, in classe nostra una sola ce n’era
e indovina chi era…
(L’avventura di cui sta cantando la vecchietta Anna inizia con un bimbo su un prato. E’ Gigi, che entra in questo momento, allegro. Lui e la compagna di classe, Anna, si sopportano con fatica.
IO, IO… IO ERO LA BAMBINA PERFETTINA CHE SA TUTTO E CHE NON HA AMICHE, PERCHÉ... HA UN CARATTERACCIO. GIÀ… FORSE È PER QUESTO CHE QUEL GIORNO IO E GIGI SIAMO CAPITATI SULLO STESSO PRATO… AH, GIGI È QUEL BAMBINO LÌ, E IO FRA POCO TORNERÒ AD ESSERE LA PICCOLA ANNA, DAGLI OCCHIALONI GROSSI… E CHE NON VEDE IL MONDO A COLORI.
(ANNA esce mentre la musica continua in sottofondo e rientrerà come bimba per vivere assieme a Gigi l’avventura di cui narra la storia. GIGI zufola sopra le ultime note. Si sente ispirato).
GIGI - Oggi c’è perfino musica nell’aria. (Durante il cambio vestito di Anna, Gigi associa un colore a un sentimento) Il rosso è caldo, è il colore dell’amore, della passione. La ESSE è senz’altro rossa, con quelle curve. La O… vediamo… la O, direi, bianca. È chiusa, perfetta, affidabile. La mia preferita però è la I. Quella è sicuramente verde, simpatica, semplice. Non la sbaglio mai.
(Anna entra da destra e Gigi, sospettoso, si zittisce di colpo. Anna ha occhialoni spessi sul naso, block notes in mano e zainetto sulle spalle. Si guarda in giro, prende nota. Poi si accorge di GIGI. Alza la penna in un saluto scocciato. GIGI alza la scarpa per contraccambiare. Anche lui non è contento. Dopo un attimo, Anna, gli si rivolge e terrà un tono sprezzante)
ANNA - E poi non lamentarti che non sai leggere, che se sei qui in mezzo al prato, vuol dire che non sei a casa a fare i compiti.
GIGI - Anche tu sei nel prato.
ANNA - Io sono qui per fare una ricerca!
GIGI - Cosa ricerchi?
ANNA - Sono fatti miei.
GIGI - Scusa.
ANNA - Allora? Cosa ci fai qui?
GIGI - Penso una poesia. Visto che non so scriverla…
ANNA - E neanche leggerla!
GIGI - Non c’è bisogno che me lo ricordi. Insomma, me la scrivo nella memoria.
ANNA - Guarda che sei tu che non ti impegni! Non fare la vittima! Certe volte, in classe, mi fai venire un nervoso! Per leggere quattro acche stracche ci fai sempre perdere un sacco di tempo! Se fossi mio figlio, guarda!
GIGI - Ma meno male, va’!
ANNA - (fra sé, triste) Io, anche volessi, non saprei cosa scrivere.
GIGI - (incredulo) Con un panorama come questo?!? Be’, guardati intorno! Non so… prendi quelle colline. Non le trovi stupende? Basta trovarci una rima ed è fatta.
ANNA - Colline, colline… … Tabelline?
GIGI - Colline-Tabelline??? Mamma-mia-aiuto! Prova a fare meglio: (GIGI chiude gli occhi e respira l’aria) Profumo di campagna?
ANNA - (Scrollando le spalle) Esercizio alla lavagna .
GIGI - Profumo di campagna-Esercizio alla lavagnaaaaa??? AIUTISSIMO! Bleah! Sei sicura che quegli occhiali non ti facciano vedere tutto male?
(GIGI si avvicina ad ANNA e le sfila gli occhiali, se li mette e barcolla perché gli gira la testa. Lei invece è completamente cieca. Protende la mani avanti per cercare GIGI. Anche GIGI arranca perché non vede più niente. I due finiscono per darsi la schiena).
ANNA - Ridammeli subito. Dove sei, maledetto?
GIGI - Dove sei tu.
ANNA - Sono qui di fronte a te.
GIGI - Qui, dove? Non vedo niente.
ANNA - Io non ci vedo perché non ho gli occhiali, ma tu… perché non ci vedi?
GIGI - Perché HO gli occhiali.
(ANNA si ferma, mani sui fianchi, velenosa).
ANNA - E non puoi toglierteli?
GIGI - Ah... ah… già
(GIGI si toglie gli occhiali e li rimette ad ANNA).
GIGI - Pasticcini con la crema?
ANNA - Soluzione di un problema!
GIGI - Soluzione di un problemaaaa??? Sappi che non ti sposerò mai!
ANNA - Neanch’io: sei più brutto di Spongebob!
GIGI - (triste) Pensavo che nessuno volesse giocare con me perché sono antipatico. Ma se sono anche brutto…
ANNA - A chi lo dici… per tutti io sono solo la secchiona, la più brava, la cocca della maestra…
GIGI - Quella che non fa mai copiare, per via di quello… la spiona…
ANNA - Non si deve copiare! E poi, io non faccio la spiona: riferisco alla maestra quello che non va bene.
GIGI - A proposito, non ti sembrava un po’ triste, oggi, la maestra?
ANNA - Guarda che le maestre non sono tristi!
GIGI - Boh! Mi pareva che la sua voce avesse un suono meno musicale. Secondo me era triste.
ANNA - Forse perché continuavi a distrarti e ha dovuto sgridarti due volte?
GIGI - Ma non è colpa mia!
ANNA - Sì invece che è colpa sua, se uno si nasconde sotto il banco!
GIGI - Ma mi sentivo un po’ disorientato! (Gigi qui deve scandire lentamente per permettere ad Anna di interromperlo al momento giusto) Con tutti quei nove per quat…
ANNA - (velocissima) Trentasei!
GIGI - ..tro! (GIGI la guarda male)
ANNA - E’ più forte di me!
GIGI - Tutti quei sei per ot …
ANNA - (velocissima) Quarantotto!
GIGI - …to! Asino cotto (GIGI, contrariato, vuole fregarla. A bruciapelo…) ASINO COTTO per MILLE?
ANNA - (dopo averci pensato un attimo) ASINOCOTTOMILA!
GIGI - Noooo! Cioèèè, Sei troppo brava!
ANNA - Finisci quello che volevi dire.
GIGI - E chi se lo ricorda.
ANNA - Ti sentivi disorientato perché facevamo le tabelline…
GIGI - Ah, sì. E quindi mi sono messo sotto il banco. Si sta benissimo là sotto, sai?
ANNA - E a cosa pensi, quando sei là?
GIGI - Guardo i vostri piedi. Tu li muovi sempre!
ANNA - (quasi con disprezzo) Ma tu cosa ci vieni a fare a scuola?!?
GIGI - Spero che un giorno imparerò qualcosa.
ANNA - (riflettendo) Tu dici che la maestra, quindi, era un po’ triste?
GIGI - Sì. Sembrava proprio così.
ANNA - Ma sai che non ci ho mai pensato che le maestre possono anche essere tristi. In fondo sono come le nostre mamme. Tu comunque sei piuttosto allegro per essere… (Anna, accortasi che sta per ferirlo, si tappa la bocca)
GIGI - Essere…?
ANNA - Sì, insomma…
GIGI - Stupido? Io non sono stupido! (rammaricato) …anche se faccio fatica a dimostrarlo.
ANNA - Da grandi chi diventi?
GIGI - (prontamente e fiero) Un calciatore e un inventore. E tu?
ANNA - (altrettanto stimolata) Velina e attrice. … E anche archeologa.
GIGI - Ah, sì! Io anche cantante.
ANNA - Non vuoi essere pittore? Sei bravo a disegnare.
GIGI - (facendo un po’ l’altezzoso) Sì… me la cavo. Tu, invece, muovi tantissimo i piedi. (Lentamente) Sei più tre…
ANNA - Nove!
GIGI - Cosa?
ANNA - Sei più tre: fa NOVE. Te l’ho detto: è più forte di me.
GIGI - Veramente volevo dire che se sei più tre… (ANNA fa per dire NOVE ma GIGI la anticipa) Taci! …più tremolante di un terremoto. Come mai?
ANNA - Sono una nervosetta! (atteggiandosi a donna vissuta) Chi è donna mi capisce.
GIGI - (stupito) Certo che le femmine a 8 anni sono già grandi, eh!
ANNA - (sempre vissuta) Saranno le responsabilità!
GIGI - (con sincerità) Magari è per questo che di solito sei così antipatica…
ANNA - Ehi!??!
GIGI - Scusa. Volevo dire: BLU SCURO.
ANNA - Non parlarmi di colori, guarda!
GIGI - Blu scuro significa… triste, scontenta… (Diventa un po’ triste) I compagni che mi prendono in giro, invece… sono VIOLA PALLIDO!
ANNA - Senti, io ho un terribile segreto…
GIGI - (GIGI non l’ha ascoltata: gli è tornato l’entusiasmo) Il segreto è ESSERE VERDI!!! VERDI come la natura! (Sulla frase interrotta di Anna, parte la musica)
ANNA - Magari sapessi vede…
GIGI - (Gigi canta QUANDO SEI COLOR BLU SCURO)
Quando sei color blu scuro
c’è qualcosa che non va
Sei arrabbiata di sicuro
e sei bella la metà
Se non credi a quel che dico
basta che ti guardi appena
Hai una faccia che spaventa anche una iena

ANNA - Sarai bello tu!
GIGI -
Ecco qui la soluzione
per trovare l’allegria
Prendi il giallo dal limone
Al tuo blu farà una magia
Sarai verde come i prati
Riderai a crepapelle
Starai bene
e farai sogni colorati

ANNA - Mi piacerebbe ma io…
GIGI - Ehiiii… giochiamo?
ANNA - Io e te? E a cosa?
GIGI - Strega comanda color?
ANNA - NO! (Quasi piagnucolando) Io non distinguo i colori! (scende il silenzio. Piccola strofa malinconica in sottofondo a sfumare quasi subito) Ecco. Adesso lo sai!
GIGI - Come è possibile?
ANNA - Purtroppo è così. Tu mi fai invidia perché vedi una giornata piena di colori. Io, invece, posso solo capirlo dal fatto che c’è caldo. E tanta luce. E non ci sono nuvole. E’ su questo che sto facendo la ricerca: sui colori.
GIGI - Qui io sono bravissimo.
ANNA - Senti… tu mi…
GIGI - Io ti…?
(ANNA esita)
GIGI - Io ti…?
ANNA - Aiuteresti?
GIGI - IO TI AIUTERESTI? Ma che lingua parli.
ANNA - Ma no, dai! Volevo chiederti se tu mi…
GIGI - Tu mi…?
ANNA - Tu mi…
GIGI - Insegnerei i colori?
ANNA - Ecco, sì.
GIGI - TU MI INSEGNEREI I COLORI? Ma sei sicura di essere la prima della classe?
ANNA - Mi stai prendendo in giro?
GIGI - (GIGI, divertito, fa SI con la testa, ma…) No.
ANNA - (triste) Lo sapevo. Sei anche tu come gli altri: VIOLA PALLIDO!
GIGI - Viola pallido tua sorella.
ANNA - Blu scuro tua nonna!
GIGI - Ok. Scusa. Ho esagerato.
ANNA - Anch’io.
GIGI - Non vedi il verde dell’erba?
ANNA - (triste) Ah, è verde?
GIGI - Prova a toglierti le scarpe.
ANNA - Perché?
GIGI - Be’, un colore lo si vede ma lo puoi anche… sentire. Questo verde trasmette anche gioia, serenità.
ANNA - Dici? Io non ci credo a queste cose.
GIGI - Per forza. Una che fa le rime come le fai tu.
(Poi a bruciapelo…)
GIGI - Gelato?
ANNA - Dettato.
GIGI - Ogni bocca ha il suo sorriso?
ANNA - Sul libretto c’è un avviso.
GIGI - Puah! Ma così i colori non li capirai mai.
ANNA - Neanche se mi studio tutto quello che vogliono dire? Se il verde vuol dire GIOIA… be’ io, a volte, la GIOIA riesco a percepirla quindi… quando la sentirò vorrà dire che starò guardando il verde. Che ne dici?
GIGI - Mah… non so. E’ possibile.
(ANNA si mette con entusiasmo in posizione di scrittura sugli appunti della ricerca).
ANNA - Allora, dai. Comincia.
GIGI - Comincia… a fare cosa?
ANNA - A dirmi cosa vogliono dire i colori. Io scrivo tutto e a casa ripasso. Dai: tu mi insegni le emozioni dentro i colori e io ti insegno a leggere e scrivere.
GIGI - Eh, magari ci riuscissi. Guarda, ti risparmio la fatica.
ANNA - Ehi, se fai così diventi blu scuro.
GIGI - Ah! Ah! Dai, non sei così antipatica e carognetta come dicono!
ANNA - Ma la vuoi piantare?
GIGI - Ok. Scusa.
ANNA - Comunque, adesso ci credo.
GIGI - A cosa?
ANNA - Che tu eri veramente qui a scriverti una poesia nella memoria. Pensavo che mi prendessi in giro.
GIGI - Ne ho pensate un sacco di poesie. Le ho tutte qui (e si tocca la tempia)
ANNA - Dev’essere dura non saper scrivere
GIGI - Né leggere.
ANNA - Come mai non ti piace studiare?
GIGI - A parte il fatto che studiare piace solo a quelli come te, io studio, studio, studio ma non combino una pantofolaccia di niente! Quelle maledette lettere si prendono gioco di me. Quando le leggo mi sfuggono da tutte le parti. Una si gira sottosopra, un’altra, appena mi avvicino, va a finire in fondo alla parola, che sembra che non le piaccia il mio odore (si tappa il naso con le dita e lo terrà tappato fino a quando Anna gliele farà togliere)
ANNA - E quindi, non sapendo leggere, non riesci neanche a scrivere.
GIGI - A scrivere? Scrivo delle cose troooppo buffe. A leggere faccio fatica… se si potessero usare altri sistemi… (in questa frase non c sono M e N quindi il pronunciarla non svela la gag che sta per seguire)
ANNA - Tipo?
GIGI - BIBABI UD DOBE (sarebbe MIMAMI UN NOME)
ANNA - Ehhhh???
GIGI - BIBABI UD DOBE
ANNA - Ma ti vuoi tirare via le dita dal naso? Non si capisce niente!
GIGI - BABBA BIA, ADDA!!! Ah! (se le toglie) Hai ragione. Dicevo: MIMAMI UN NOME
(ANNA fa finta di avere freddo e batte i denti e Gigi indovina) AL-FREDO!
(ANNA fa finta di farsi male pungendosi un dito) AGO-STINO!
(ANNA coglie un fiore a fa M’AMA NON M’AMA) Questa è facilissima: MARGHERITA!
(ANNA fa solo il cenno di indicare per terra e GIGI, rapidissimo…) Giù-LIA
ANNA - (contrariata) Coi nomi è troppo facile. Indovina questa parola (si gratta il mento e indica il cielo)
GIGI - GRATTACIELO. Ehi, bambola, sono o non sono un campione?
ANNA - Questa? (Anna finge di prendere qualcosa da un piatto a mangiarla)
GIGI - PATATINE FRITTE… CON MAIONESE
ANNA - (stizzita) No! …con ketchup!
GIGI - No! Subito avevi pensato ketchup ma poi hai preferito mimare quelle con la maionese. Di’ la verità.
ANNA - (ANNA annuisce sbalordita) Cavoli! Non saprai leggere ma sai indovinare!
GIGI - Be’ sì. Son bravetto! La parola CASA, invece, la scriverei così (e traccia nell’aria dei segni)
ANNA - Così come?
GIGI - Così (e si indica la zona idealmente scritta). Non riesci a vederla?
ANNA - Va be’ che ho le lenti gigantesche, ma non sono mica bioniche!
GIGI - Meglio così, almeno non vedi gli errori che ho fatto. Guarda qua! (e osserva l’ideale parola come fosse un ologramma, girandoci intorno e osservandola davanti, dietro, sopra e sotto, mentre Anna lo guarda come se fosse un matto) Accetterei di essere antipatico e carognetta come te, pur di…
ANNA - Oh, ma la vuoi piantare?
GIGI - Scusa. Solo carognetta: va bene?
ANNA - Ma no!
GIGI - Eh, ma come sei permalosa! Insomma, vorrei essere bravissimo a scuola come te. Potrei finalmente scrivere la letterina a Santa Lucia.
ANNA - Se vuoi quest’anno te la scrivo io.
GIGI - Ehi, mi vuoi fregare? Così poi i giochi te li tieni tu. Tze.
(parte una musica come sottofondo all’espressione dei loro desideri)
ANNA - Ma no. Cioè… (incuriosita) dipende. Cosa vorresti?
GIGI - Vorrei riuscire a dimostrare che non sono stupido!
(ANNA fa una pausa comica).
ANNA - E’ una bella impresa! (GIGI ci rimane male) Ma dai! Scherzavo. (diventa triste) Io …vorrei vedere l’arcobaleno… divertirmi a colorarlo. (la musica sfuma)
GIGI - Oh, basta con le tristezze. Giochiamo a nascondino?
ANNA - Sìììì. Conto-io-conto io-conto-io!
GIGI - Sìììì. Conta-tu-conta-tu-conta-tu… anche perché io non son proprio capace!
(ANNA si nasconde il viso con gli appunti e comincerà a contare. GIGI si avvicinerà quatto quatto al baule mentre i due continuano a dialogare. Si sentiranno i cigolii e lui tenterà di coprirli con finti colpi di tosse e lallalà vari).
ANNA - Non è difficile. Basta imparare una filastrocca: Un-due-tre: tutti i libri voglion me!
GIGI - Ma tu sei bacata nella testa!
ANNA - Quattro-cinque-sei: vado spesso nei musei. Sette-otto-nove: se non studio… fuori piove! …
(GIGI entra nel baule accompagnato da una musica misteriosa che ANNA non sente)
ANNA - E col dieci ho finito… col mio voto preferito! (Anna si guarda intorno e poi con sorriso della vittoria si siede sul baule) Beccato! Sei qui dentro (torna dove aveva fatto la conta e tocca l’aria) Tana per Gigi! Dai, esci. Tocca a te contare. (Si avvicina al baule e apre il coperchio) T’ho beccato, t’ho becca- (si ammutolisce. Dentro non c’è nessuno. Mentre finisce di parlare, entra nel baule. Si sente di nuovo la musica misteriosa) Vacca boia! Ti sei nascosto proprio bene!
(la musica continua qualche secondo. Le luci, se possibile, si abbassano e il telo alle spalle degli attori cambia. Poco dopo si vede il coperchio del baule che si alza. GIGI sta per uscire, scombussolato. Comincia a parlare da dentro il baule e poi, una volta uscito, non vedendoci bene, si muoverà con le mani avanti).
GIGI - Mamma mia. Mi sembra di aver fatto un viaggio al Polo Nord! … (esce) … E qui dove siamo? Non si vede niente. Questo posto è diventato color, color… non mi viene nessun colore! ANNA? ANNA? Dove sei? Fa paura qui. Non pensavo di essermi nascosto così bene. Non riuscirei a trovarmi neanche io! (Goffamente poichè ci vede pochissimo, mima le mosse di quando è entrato nel baule, durante il nascondino, e di quando è uscito. Si gratta la testa perché non ci si raccapezza) Anna, cioè A, doppia N e ancora Aaaa? (Mentre esce dalla scena in cerca di Anna, si accorge di essere diventato bravo) Ehiii… lo vedi che se mi impegno…
(Quando GIGI è fuori, ANNA esce dal baule)
ANNA - GIGI, dove sei? Ehi, ma non ci si vede un accidenti con questi… occhia… (capisce che deve toglierseli. Lo fa e si accorge che ci vede benissimo) …li. Ma… io ci… vedo. GIGI? GIGIiiiii? Ci vedo. Ci vedo benissimo. E’ bellissimoooo!!! (Gigi rientra camminando all’indietro)
GIGI - Sarà che non ci vedo più ma mi sembra addirittura di camminare all’indietro!
ANNA - Eccoti, finalmente. E’ successa una cosa stranissima. (GIGI guarda da tutt’altra parte perché non riesce a vederla).
GIGI - Innanzitutto dove sei? E perché qui è così annebbiato!
ANNA - Non è possibile! Tu… tu… non ci vedi e io ci vedo. (ANNA rimarrà ferma dov’è e guarderà stranita quello che fa GIGI)
GIGI - Maledetta: allora me l’hai fregata tu, la vista! Ridammela subito, sai. O io ti (si gira per cercarla e, comicamente, parla minacciando a vanvera) Io ti… ma dove sei? Vuoi star ferma un attimo?
ANNA - (porgendogli gli occhiali) Prova a metterti questi (GIGI mette gli occhiali e non li toglierà fino a prossima indicazione)
GIGI - Aaaah! Sollievo! (Si guarda in giro) Cioè… sollievo… (quasi si mette a piangere) Ma è un posto brutto-brutto-brutto!
ANNA - (Sorridente) Sì.
GIGI - E’ perché ridi?
ANNA - Perché io ci vedo!
GIGI - Già. Con la MIA VISTA! E comunque anch’io adesso ti vedo, ma non ci trovo proprio niente da ridere!
ANNA - Ehi, bello. Stai rilassato.
GIGI - Ma ti ha dato di volta il cervello? Ma sai che se non torno a casa in tempo mia madre mi da sette calci nel sedere per nove volte di seguito?
ANNA - Sette per nove. Cioè te ne dà… (sforzandosi) te ne dà…
(GIGI interviene senza darci bado, ancora arrabbiato)
GIGI - Sessantatre. (Appena si rende conto che ha saputo fare una moltiplicazione al volo, alza la testa sbalordito. ANNA comincia a capire che è lei a non saperlo più fare)
GIGI - Aspetta un momento. Chi ha parlato?
ANNA - Cosa?
GIGI - Chi ha detto Sessantatre?
ANNA - Tu.
GIGI - Vuoi vedere che…
(Adesso Gigi e Anna parlano contemporaneamente (Gigi un po’ lento e Anna molto velocementecreando una sovrapposizione di frasi tale da non far capire niente a nessuno. Gigi stopperà tutto questo)
GIGI – Io ci vedevo e adesso ci vedi tu, però so le tabelline che prima sapevi solo tu, in più vedo tutto in bianco e nero. ANNA – Ti sei accorto che parlo strana e che ci vedo benissimo, cioè sono troppo felice però mi sembra di non sapere tutto quello che sapevo prima e non è che mi vada tanto bene. Magari, sai cosa?, si potrebbe provare…
GIGI - STOP! Così non va bene. Io ho detto 25 parole e tu ne hai dette 40 – perché sei una femmina chiacchierona! – il tutto fa 65 – però, ammazza che genietto! - …e non abbiamo risolto nulla. Al mio tre: UNO-DUE-TRE
CORO - TU SEMBRI ME… E IO SEMBRO TE!
GIGI - Oddio!!! Io non voglio sembrare una femmina. Mi prenderebbero tutti in giro, e poi… non starei bene con le codine.
ANNA - E chi te l’ha detto?
GIGI - Oh, oh. Basta. Ma che, stiamo scherzando?
ANNA - Ma sai che questo posto mi dà malinconia? TRISTI PENSIERI AFFOLLAN LA MENTE…
GIGI - STUDIAR GEOGRAFIA E’ ASSAI DIVERTENTE. (GIGI strabuzza gli occhi) No! Anche le rime? Mi sembro il diavolo.
ANNA - Ehi, (offesa) essere come me non è poi così brutto.
GIGI - Comunque neanche essere come me non è male!
(ANNA fa per leggere ma trova strani i fogli. Li mette sottosopra. Poi scuote la testa).
ANNA - Non è possibile!
GIGI - Dai qua. (GIGI le prende gli appunti e legge mentalmente) Da’ un po’ la penna…
(ANNA gliela passa. GIGI scrive qualcosa e poi comincia a ridere contento. Dopo un po’…)
ANNA - Vuoi far ridere anche noi?!?
GIGI - Noi?
(ANNA indica il pubblico)
GIGI - Vuoi sapere una cosa? So… LEGGERE! E SCRIVERE!
ANNA - Ecco. Lo sapevo! E io mi sono completamente dimenticata come si fa. Mi sento tanto stupida!
(GIGI comincia guardarsi in giro)
GIGI - Bisogna che troviamo la maniera di tornare.
ANNA - Senti, ma secondo te, qui chi ci abita? (Inghiotte un po’ di paura) Dei… mostri?
GIGI - Naaaaaa! … (Improvvisamente intimorito) O sì?
ANNA - Io ho paura.
GIGI - Dobbiamo stare calmi. Ho un’idea: se ci scambiano per adulti forse ci lasciano stare.
ANNA - Ah, giusto! Io faccio la moglie e tu il marito. Ok?
GIGI - Ok. Parto io.
(Da adesso si atteggiano a grandi camuffando la voce)
GIGI - Ehm, cara… cosa c’è per cena?
ANNA - (Mani sui fianchi e piglio da casalinga inferocita (la specie peggiore!)) La cena te la puoi scordare! Perché non mi sistemi la lavatrice, che ho montagne di cose da lavare, invece di startene fuori tutto il giorno?!?
GIGI - (GIGI è un po’ allibito) Cara… sono stato a lavorare. E…
ANNA - (Incalzandolo) Ah! Perché secondo te quello che faccio io in casa non è un lavoro, vero!?! E i letti, e stirare, e i bambini che piangono? Oh, ma per chi mi hai preso? Tornatene da tua madre!
GIGI - Almeno lei mi fa guardare le partite di calcio!
ANNA - (tornata a essere bimba) Brutto!
GIGI - Hai cominciato tu.
ANNA - Ma io stavo facendo il gioco che avevi detto.
GIGI - Be’, una moglie così i mostri li spaventa davvero! No. Ci vuole qualcos’altro.
ANNA - Facciamo i grandi, ma fidanzati?
GIGI - Uhm, sì. Buona idea.
ANNA - Non ti sei neanche accorto che ho i capelli diversi?
GIGI - Anna, con questo nuovo taglio stai veramente bene!
ANNA - Non me li sono tagliati! Ho solo cambiato…
GIGI - Pettinatura! Bellissima!
ANNA - Colore! Ma non te ne sei neanche accorto?
GIGI - Ma scherzi? Questo nuovo colore si intona a… a… al tuo zainetto!
ANNA - Uffa! … (cambiando da stufa a civettuola) Tesoro… mi vuoi bene?
GIGI - (La guarda sospettoso) Perché me lo chiedi?
ANNA - Perché, se mi vuoi bene, allora domenica mi porti all’Ikea a vedere le cucine!
GIGI - Ancora? Ma ci siamo stati due giorni fa! Sono sempre quelle le cucine, giuro.
ANNA - Ah, sì? Se non mi porti all’Ikea dico a tua mamma che ti vesti da donna e che fumi!
GIGI - Ma io non fumo!
ANNA - A-ha! (come se lo avesse colto in fallo) Come mai non hai detto che NON ti vesti da donna! Allora vuol dire che è vero! GIGI si veste da donna, GIGI si veste da donna!
GIGI - Ah, sì? E tu hai le gambe storte! E tu hai le gambe storte!
ANNA - (arrabbiatissima) Adesso hai passato il limite! Quattr’occhi e due stanghette!
GIGI - Ma dai, ANNA. Scherzavo. E comunque non mi vesto da donna! …non mi vesto da donna di sì!
ANNA - Senti, mostri non se ne vedono. Torniamo bambini?
GIGI - Ma sì. Non c’è nessuno qui, dai
(Una voce fuori campo tonante interrompe le parole di ANNA)
Strega - Ha-Haaa! Ecco due mocciosetti che meritano una lezione.
(A soggetto, GIGI e ANNA si nascondono uno dietro l’altra e viceversa, hanno le gambe che tremano e si divorano le dita. Poi GIGI prova a fare il grande)
GIGI - Lascia andare lei… e, se proprio proprio, prendi me … ma SE PROPRIO PROPRIO, EH.
ANNA - GIGI, grazie. Che macho!
GIGI - (pentito) Be’, insomma!!! L’ho buttata lì. Vediamo un attimo come procede. Guardi, signora, che se ha intenzioni cattive… glielo dico subito: ehm… io sono amico… dei… GORMITI! Di tutti i GORMITI. Ma proprio tutti-tutti-tu-
Strega - E chi sono? Una banda che ruba le merendine?
GIGI - Chi sono i GORMITI? Lei mi sta chiedendo chi sono i GORMITI? Guardi che i GORMITI fanno paurissima!
Strega - Chi di voi è il maschietto?
ANNA - Ma per Diana! Sono così brutta da non sembrare una femmina? Speravo che essere senza occhiali mi facesse più carina!
GIGI - Sono io.
Strega - Allora, ragazzino, tu sei GianGiuseppe, giusto?
ANNA - (Schifata) Com’è-che-ti-chiami????
GIGI - (triste) Giangiuseppe. Gi-an-Gi-useppe (pronunciato dando enfasi ai due ‘Gi’) era un nome impossibile da scrivere per me. G-I-G-I almeno non lo sbaglio mai.
Strega - E tu, signorina? ANNA GAETANA, vero?
GIGI - Grazie mamma, che mi hai chiamato solo GianGiuseppe!
Strega - (a Gigi) Tu: non avevi un desiderio? Non volevi dimostrare di non essere stupido? E la tua amichetta? Non voleva vedere l’arcobaleno, riuscire a dipingerlo? Ah, ah, ah
(Sulla risata malefica parte la canzoncina)

Forse non avete chiaro
Che masticherete amaro
Se far giusto non saprete
Condannati a stare qui, come me, voi sarete

Prima cosa: ecco qua un indovinello:
Qual è il ponte che non c’è ma che è il più bello
Solo se indovinerete andrete avanti
Altrimenti mi farete compagnia e saran pianti. Ah,ah,ah!!!

Dopo vi dirò cosa dovete fare e non sbagliatelo!
Esprimete UN desiderio, solo uno e non svelatelo!
Ma se sbaglierete, è la verità,
Rimarrete qui insieme a me per l’eternità

Strega - Allora, capito? Due ostacoli: prima l’indovinello: qual è il ponte che non c’è ma che è il più bello? Non lo indovinerete mai! Vi aspetto ragazzi, finalmente un po’ di compagnia. Vado a prepararvi i lettini.
GIGI - Aspetta. Anche tu, qui,… ci sei finita?
Strega - Giààà. Non sapevo leggere né scrivere.
ANNA e GIGI - Neanch’io
GIGI - Ah, già. Adesso so scrivere, non mi ricordavo.
Strega - Eh… era bello lassù. Dite: c’è ancora il sole?
ANNA - Perché? Quaggiù non c’è?
Strega - Mocciosetti! Vi conviene indovinare. Qui il sole non l’ho mai visto. (GIGI e ANNA sono terrorizzati) Ehi, ma cosa sono quelle facce?

Due giravolte, un tocco di anello
E voi ballarete il ballo ridarello

(Assecondando le parole, GIGI e ANNA sono costretti a ridere e ballare). Ecco. Così va meglio. Divertitevi adesso, mocciosetti perché poi diventerete brutti (colpo di tamburo) e cattivi (colpo di tamburo) come me. (Ultimo colpo di tamburo)
GIGI - (ad ANNA) Ah, ah. Ma come balli male!
ANNA - E tu? Sembri una scimmia. Di’. La sai quella di quel tipo?
GIGI - Quale tipo?
ANNA - Nessun tipo. Ah, ah, ah!
GIGI - Ah, ah! Questa è proprio…
ANNA - Proprio?
GIGI - Proprio niente!
ANNA e GIGI - Ah, ah. Ma quando siamo stupidi?
ANNA - Adesso che so il tuo vero nome, posso chiamarti GIANGIU?
GIGI - Ehi, ANNA GAETANA, allora io ti chiamo… TANA! Ah, ah, ah…
ANNA - Ah, ah, ah… Di’, ma tu riusciresti a fermarti? Ah, ah, ah…
GIGI - Io sì, ah, ah, ah. E tu? Ah, ah…
ANNA - Anch’io. E allora… ah, ah… perché non ci fermiamo?
(Improvvisamente i due, imbarazzati, si fermano e si rassettano)
ANNA - Sai, forse ho capito perché siamo finiti qui. Credo che riguardi i nostri difetti.
GIGI - (dandosi delle arie) Se alludi al fatto che non sapevo leggere e scrivere… come vedi io l’ho superato! E anche tu, mi sembra.
ANNA - Ma tu non sai più vedere i colori… e io leggere e scrivere! È proprio questo il punto: anch’io qui ho realizzato un sogno. Ma io non sono così. Io sono la bambina con gli occhialoni spessi, antipatica e secchiona.
GIGI - E spiona!
ANNA - Io non faccio la spia!
GIGI - Ok. Ok. Ragioniamo. Tu pensi che siamo qui perché volevamo essere diversi?
ANNA - Sì. Tu vorresti tornare come eri prima o rimanere così?
GIGI - Ma… non saprei… (parte la canzone e Gigi inizia a cantare) E tu?
ANNA - Sono molto confusa. Credo che dovremo scegliere!
(Parte la canzone QUASI OGNI GIORNO LO PASSO A SPERAR. Gigi e Anna si alterneranno al canto)
GIGI -

Quasi ogni giorno lo passo a sperar
d’imparare a scrivere o a calcolar
Invece quaggiù, proprio come vorrei
Riesco a scriver CORNOVAGLIA, NON CONFONDO IL NOVE con IL SEI!

Ed è una sensazione che mi da tanta felicità

ANNA -

Poter vedere i colori mi da
Una gioia impareggiabile
Che non potrei dimenticar

A studiare non ho mai fatto fatica
Ma ho capito che ogni tanto una bambina
Deve fare la cicala
E non può sempre esser formica
Bisogna averla qualche amica

CORO -

Ora però per ritornar
Dobbiam risolvere l’indovinello
poi
il desiderio giusto dentro noi
e il baule si aprirà
e sarà quel che sarà
ma noi saremo felici
perché siam diventati veramente amici
e nelle nostre dita
c’è un nuovo modo
di toccar la vita

GIGI - Quale sarà il ponte che non esiste. Un ponte o esiste o non esiste.
ANNA - Se il ponte non esiste, vuol dire che non bisogna pensare proprio a un ponte.
GIGI - Fatemi fare tredici per diciannove ma non chiedetemi di risolvere una cosa così.
ANNA - Il GIGI di prima ci sarebbe arrivato, pur senza saper leggere o scrivere. Avrebbe visto il colore di questa cosa.
GIGI - Già. Ma qui non ne sono capace. … Ehi… tu forse potresti riuscirci.
ANNA - Infatti ci sto pensando.
GIGI - Bene. Io analizzo i dati: noi siamo il contrario di quello che eravamo, e prima eravamo il contrario di quello che siamo.
ANNA - E fin qua…
GIGI - Ci viene chiesto quale sia il ponte che non esiste MA… che è il più bello di tutti. E poi c’è un desiderio da esprimere. Ecco. Io arrivo fino a qui.
ANNA - Ho capito. Tocca far tutto a me!
GIGI - Senti… prima hai detto che a non saper leggere ci si sente un po’ stupidi. Forse adesso riesci un po’ a capirmi.
ANNA - (ANNA gli accarezza una spalla) E vedere senza colori? É bello? Non è come giocare a bambole senza bambole?
GIGI - Ehi, io non gioco con le bambole! Comunque è proprio brutto, sì.
ANNA - Che poesia stavi pensando quando ci siamo incontrati sul prato?
GIGI - Era una cosa sui colori.
ANNA - Perché non ne approfitti e la scrivi adesso?
GIGI - Ehi, non ci avevo pensato. Hai ragione. E tu… potresti dipingere un arcobaleno!
ANNA - Yeah!
(ANNA prende i colori per sé e passa un foglio e una penna a GIGI e i due cominciano a lavorare. Comincia una scena in stile comiche, con musica e movimenti accelerati, durante i quali Anna aprirà lo zainetto e estrarrà il disegno dell’arcobaleno che fingerà di disegnare. Dopo circa 30 secondi…)
GIGI - Ecco qua. (GIGI guarda ANNA) E tu hai finito?
ANNA - Et voilà! (mostra il disegno in maniera che si veda)
GIGI E cos’è?
ANNA - Che ti incorni un bisonte imbufalito! E’ l’arcobaleno!
GIGI - Scusa ma non vedendo i colori non ho capito. E questi due chi sono?
ANNA - Una mamma e un papà che camminano sul ponte della felicità!
GIGI - Bello. Ti ha fatto bene scendere quaggiù. Il ponte dell’arcobaleno. Il ponte dell’ar- il… pon… te. (GIGI si inchioda con lo sguardo fisso e si ravviverà solo fra un po’).
ANNA - GIGI, stai male?
GIGI - Ho la soluzione all’indovinello!
ANNA - Giura.
GIGI - Qual è il ponte che non c’è ma che è il più bello? Perché non ci siamo arrivati? (Si ravviva) La risposta è (e indica il disegno)
ANNA - È? (GIGI cerca di suggerirle l’intuizione ma ANNA non ci arriva. Prova a indovinare ma Gigi fa NO con la testa) Un disegno? Le tue ditaaa??? Perché non lo dici?
GIGI - L’ARCOBALENO!
ANNA - Ah… in effetti anch’io l’ho interpretato come un ponte. Ma perché è un ponte che non c’è?
(GIGI si toglie gli occhiali e con superiorità darà la spiegazione. Intanto alita sulle lenti e le pulisce sulla camicia. Senza occhiali, si gira per spiegare ad ANNA ma, non vedendoci, parla verso il vuoto)
GIGI - Vedi, ignorante amica, l'arcobaleno è un fenomeno ottico che si forma nel cielo…
ANNA - Cucùùù, sono qui.
GIGI - Qui dove? Perché non ti vedo?
ANNA - Se magari ti metti gli occhiali…
GIGI - Sempre colpa mia. E se stessi un po’ ferma, invece?
(GIGI si mette gli occhiali)
ANNA - Sai cosa ti dico? Che sei antipatico e secchione!
GIGI - Secchio-secchio-secchione a me? … Sììì. Finalmente, nella mia vita, per un giorno sono io il secchione. Che bello-che bello-che bello!
ANNA - Mi finisci la spiegazione?
GIGI - Ma se torniamo su, glielo dici alla maestra che sono stato BRAVISSSSIMO?
ANNA - Sì. ‘ndiamo avanti, dai.
GIGI - Sì. Quando la luce del Sole attraversa le gocce d'acqua, rimaste nell’aria dopo un temporale, si ottiene l’effetto ottico dell’arcobaleno.
ANNA - Capito niente.
GIGI - Perché sei una zucca vuota. Come mai NON C’È, mi si chiede. NON C’È perché non lo puoi (e fa il gesto di afferrare l’aria) afferrare. Ecco spiegato il mistero. Bene. (Con nonchalance) Cosa abbiamo come seconda prova?
(ANNA alza il ciglio, polemica)
ANNA - Qui puoi metterci tutta la secchionaggine che vuoi ma ti servirà il cuore.
GIGI - Ma dai, ANNA. Stavo scherzando. Adesso c’è il desiderio, vero?
ANNA - Io lo so già. Non so se è quello giusto ma so che è quello che vorrei.
GIGI - Io, invece, ne ho uno che non centra niente ma non importa. Non lo cambierò, dovessi rimanere qui!
ANNA - Bene, allora… chiudiamo gli occhi ed esprimiamo?
GIGI - Aspetta.
(GIGI si avvicina e le prende la mano. Poi chiudono gli occhi. Una musichetta segna il momento e poi smette. I ragazzi aprono gli occhi)
GIGI - Io ho fatto
ANNA - Anch’io
GIGI - (timoroso) Proviamo ad aprire il baule?
ANNA - Coraggio.
(Si avvicinano e, cauti, poggiano le mani sul coperchio. ANNA prova a fare forza e sembra perdere coraggio. Il baule non si sta aprendo. GIGI invece se la ride sotto i baffi).
ANNA - Non si apre. Lo sapevo. Ma cos’hai da ridere?
GIGI - (da stupido) Io lo tenevo chiuso. Ah! Ah! (ANNA rimane seria) OK. Scusa. Al tre?
ANNA - Al tre.
Coro - UNO-DUE-TRE
(Il baule si apre. I ragazzi fanno salti di gioia. Ma dopo un attimo… GIGI guarda dentro)
GIGI - Sì, ma… e adesso? C’è il fondo. Non mi sembra che ci siano passaggi segreti.
ANNA - Non ci resta altro che entrare, chiudere il baule sopra di noi e sperare.
(Sospirando entrano e chiudono. Una musica segnala l’evento .Dopo pochi secondi, dei rumori fanno capire che i ragazzi stanno arrivando. Torna la scenografia iniziale. Tanta luce. Il baule si apre. GIGI ha ancora gli occhiali di ANNA. Entrambi tengono gli occhi chiusi e brancolano. Si scontrano).
ANNA - Ahi, non puoi guardare dove metti i piedi?
GIGI - Io no. Guarda tu.
ANNA - Non posso.
Coro - Ehi. Hai anche tu gli occhi chiusi?
Coro - E perché non li apri?
(ANNA alza la mano per prendere la parola e saltella).
GIGI - Scommetto che hai le mani alzate.
ANNA - (Ride, polemica) Ha-ha. Avrai aperto gli occhi.
GIGI - No. Il fatto è che sento che saltelli come fai in classe quando muori dalla voglia che la maestra ti faccia rispondere.
(ANNA abbassa la mano)
ANNA - Invece non è vero!
GIGI - Al tre apriamo gli occhi?
ANNA - Ok.
Coro - Uno, due, tre.
(Nessuno dei due apre gli occhi)
GIGI - Allora, vedi ancora i colori?
ANNA - E tu sai le tabelline?
GIGI - Ho capito.
Coro - Non abbiamo aperto gli occhi!
GIGI - Ricontiamo.
ANNA - Ok.
Coro - Uno, due, tre.
(Aprono gli occhi e immediatamente cacciano un urlo e mettono le mani avanti come i ciechi )
Coro - Aaaahhhhh! Non ci vedo, non ci vedo più.
GIGI - Alt. Ho capito. Avvicinati piano e toglimi gli occhiali
ANNA - Vuoi dirmi che ci vedi così poco da non riuscire a prenderteli dal naso?
GIGI - Ah, già.
(GIGI si toglie gli occhiali e li passa a ANNA. I due si guardano intorno e assumono un’espressione delusa e triste che manterranno fino alla rima di Anna).
GIGI - Ecco, vedo un sacco di colori. Non so più leggere. Sono tornato quello che sembra stupido.
ANNA - Due per Tre?
GIGI - Due per tre fa… fa… non mi viene! (verso Anna) IL CIELO BRILLA DI LUMINOSI PUNTI?
ANNA - DELLE LEZIONI IO FACCIO I RIASSUNTI. E’ finita. Sono di nuovo la secchiona antipatica.
Coro - (Dopo un attimo di falsa tristezza prorompono in esclamazioni di gioia a soggetto) Evvai! Ma vieni! Evviva!
GIGI - I miei colori!
ANNA - Le mie tabelline!
GIGI - Be’. Qua la mano. Ce l’abbiamo fatta.
ANNA - Sì. Credo che sia stato il fatto che ci siamo aiutati.
GIGI - Adesso posso chiedertelo…
ANNA - No! Non divento la tua fidanzata.
GIGI - Meno male! Tu… che desiderio hai espresso?
ANNA - Dimmelo prima tu.
(Parte il sottofondo di una musica dolce che accompagna il momento di riflessione)
GIGI - Non ci crederai ma quando ho visto come si sta senza colori… ho sperato che tu potessi un giorno vederli. Evidentemente era il desiderio giusto.
ANNA - Che gentile! Anche per me è stato così. Non riuscire a leggere e scrivere mi faceva stare male, perciò, se mai fossimo tornati, ho sperato che tu potessi imparare.
GIGI - Be’. Se siamo tornati, allora vuol dire che il desiderio era quello giusto, quindi… prima o poi… ci riusciremo.
ANNA - Già… prima o poi. Senti…, quando eravamo giù, ho pensato a una cosa che voglio fare per te. Non riuscendo a scriverla ti ho fatto dei disegni sapendo che quassù li avresti senz’altro capiti più che se le avessi letti. Ecco. (gli consegna una serie di foglietti che Gigi fa per interpretare ad alta voce. Anna lo blocca e poi esce) No, aspetta. Ti lascio solo.
GIGI - (leggendo a voce alta. Le parole in maiuscolo sono quelle scritte nei foglietti mentre quelle minuscole sono ragionamenti di Gigi) SAI COSA FACCIO DOMANI? ENTRO IN CLASSE E MI TOLGO GLI OCCHIALI! - Ma se non ci vede un’acca stracca senza! – E NON DIRE CHE NON CI VEDO UN’ACCA STRACCA SENZA! SE IO RIESCO A STUDIARE È PERCHÉ MI È PERMESSO DI PORTARLI. SENZA, FAREI FATICA PROPRIO COME TE. - Dunque? – DUNQUE… (Gigi sarà andato studiatamente lento per permettere ad Anna di cambiarsi e rientrare vestita da vecchietta e recitare la fine del messaggio insieme a Gigi)
Coro - …O LA MAESTRA MI PERMETTERÀ DI AIUTARTI A LEGGERE E SCRIVERE, IN MANIERA CHE TU NON RIMANGA INDIETRO, OPPURE NON LI METTERÒ PIÙ.
GIGI - Non ti sposerò mai!, però, anche se non li vedi... per me hai tutti i colori dell’arcobaleno.
(Gigi giovane esce sotto gli occhi di Anna vecchietta che sta ricordando)
ANNA - Ecco, quella giornata è finita così. Con due bambini che hanno imparato che aiutarsi è la cosa più bella che si possa fare. Eh, bei tempi.. Poi sono finite le scuole, abbiamo trovato un lavoro e ci siamo fatti una famiglia. … EHI, VECCHIO BACUCCO! HAI FINITO DI INNAFFIARE QUELL’ALBERO?
GIGI - (Rientra vestito da vecchietto, aggiustandosi i pantaloni) Ecco fatto! Ah, che sollievo.
ANNA - Vorrei sapere cosa ne pensa l’albero! Sai perché ti ho chiesto di ritrovarci qui.
GIGI - Qui, di sì? No!
ANNA - Per dirti cosa c’era di strano in tutto questo. Ho continuato a pensarci, anno dopo anno, finché una notte ho capito. (Anna si mette a pensare. Gigi aspetta. Poi, spazientito…)
GIGI - Cosa?
ANNA - Ah, sì. Che… il baule non era mai stato chiuso. Come ora (Si avvicina e alza il coperchio). Hai capito, adesso? Quel giorno, bastava che io e te provassimo a sollevare il coperchio e saremmo tornati lo stesso. Non c’è mai stato nulla da indovinare.
GIGI - Vuoi dire che saremmo tornati anche se io avessi sperato di diventare, che ne so, una WINX e tu un GORMITO?
ANNA - Esatto. Noi, invece, ci siano impegnati a risolvere le nostre difficoltà e questo ci ha premiati. Certo, tu non hai imparato a leggere come me e io non vedrò mai tutti i colori, ma noi potremo contare l’uno sull’altra perché quel giorno abbiamo imparato ad accettare come eravamo fatti e ad accettare gli altri. Siamo diventati amici. E se proprio tu volessi rivedere i colori (Anna e Gigi si avvicinano al baule e lo accarezzano)
GIGI - …o io scrivere le mie poesie…
CORO - …c’è sempre il baule.
ANNA - Io però ho imparato a fare rime poetiche, sai?
GIGI - E io leggiucchio. Piano, ma… ho trovato la mia maniera. E allora…
CORO - ABBIAN FATTO UN VIAGGIO CHE CI HA TRASFORMATI
ANNA - I NOSTRI DIFETTI LI ABBIAMO ACCETTATI
GIGI - PERCHÉ ANCHE UNA ROSA HA LE SUE SPINE
ANNA - E QUESTO SPETTACOLO È GIUNTO ALLA…
CORO - FINE
(Parte una musica sui saluti finali)


FINE