LA PORTA DEL CUORE

COMMEDIA BRILLANTE in due atti di

Francesco Chianese


PERSONAGGI:
(in ordine di apparizione)

NICOLA : il fratello di Michele
LUCIA : moglie di Nicola
GUSTAVO : amico fidato di Michele
MICHELE : protagonista della storia
FRANCESCA : amica di Michele
ROSALBA : vicina di casa
GIOVANNI : amico di Gustavo
ROBERTA : psicologa


ATTO PRIMO

SCENA 1

(Un soggiorno. Si è consumato un funerale)
(Sulla scena Michele affranto dal dolore seduto che non dice niente, Nicola il fratello, Lucia la moglie del fratello e Gustavo un amico gay di Michele)
NICOLA: Mi pare tutto un sogno, anzi un incubo. Ora Nicoletta apre quella porta, la spalanca e     dice: scherzetto….
LUCIA: Può essere… lei amava gli scherzetti (e piange singhiozzando)
GUSTAVO: Era l’allegria personificata… solare con tanta voglia di vivere e invece… è morta (piangono tutti e tre esageratamente singhiozzando)
LUCIA: Michele, piangi pure tu con noi…
NICOLA: si, piangi con noi, fallo per me che sono il tuo unico fratello, non ci lasciare soli in     questo momento di sconforto
GUSTAVO: A Nicoletta fa di certo piacere vedere dall’alto che siamo uniti qui per lei a ricordarla     con affetto e piangere per lei… (mentre parla si avvicina a Michele) Michele, Michele… mi     senti… pronto Michele… ci sei? (Michele non si muove assolutamente)
LUCIA: con questo sono tre giorni che è li fermo senza muovere un solo ossicino. E’ uscito solo     per il funerale… in silenzio. Si muoveva come un robot.
GUSTAVO: Era troppo innamorato della moglie e non l’ha presa bene la sua morte
MICHELE: (all’improvviso si mette a cantare) “Io credo risorgerò… questo mio corpo vedrà il     Salvatore”
NICOLA: Mamma mia… mio fratello è diventato pazzo… si mette a cantare…
MICHELE: (sempre cantando) “don Bosco ritorna tra i giovani ancor… con voce clemente di gioia     e di amor”
LUCIA: Lasciamolo cantare… almeno sfoga cantando
MICHELE: (cantando) “fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta, dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa… (si     alza e si mette in piedi con la mano nel cuore) dov’è la vittoria… le porga la chioma, c’è     schiava di Roma Iddio la creò…. Creò… creò parapoziponzipò… Fratelli d’Italia (ripete la     strofa correndo a ritmo di musica… gli altri gli corrono dietro tipo trenino ma senza     toccarsi. All’improvviso si ferma davanti la sua sedia, gli altri sbattono l’uno con l’altro     alla sua improvvisa frenata) (e si siede di colpo rimanendo in silenzio)
GUSTAVO: bravo a Michele nazionalista… Così almeno ti sei alzato. Come stai. Michele?     Michele? (Michele non risponde) Di nuovo in letargo è caduto.
LUCIA: Michele… Micheluccio. Sono io Lucia, tua cognata, la moglie di tuo fratello qui presente     Nicola. Ci sei? Alzati e passa in cucina con me che ti preparo qualcosa da mangiare. Sono     tre giorni che non mangi.
MICHELE: Io mangio solo quello che mi cucina Nicoletta. La tua cucina fa schifo.
NICOLA: Su questo devo dare ragione a mio fratello. Sei una pessima cuoca. Alzati Michele che ti     cucino due spaghetti aglio, olio e peperoncino come piacciono a te.
GUSTAVO: Perfetto e due fili li mangio pure io. Non sei contento?
MICHELE: (di nuovo cantando) “Ti stai sbagliando chi hai visto non è… non è Francesca. Lei è     sempre a casa che aspetta te… non è Francesca”. (parlando) Nicoletta, ti ricordi? È la tua     canzone preferita. Ora te la faccio cantare da mio fratello.
NICOLA: Che debbo fare io?
GUSTAVO: Forza Michele canta Non è Francesca che a Nicoletta piace tanto.
NICOLA: E la debbo cantare io. Sono stonatissimo.
LUCIA: E sbrigati canta… non fare il prezioso.
NICOLA: Va bene, ma peggio per voi (e canta) “Ti stai sbagliando chi hai visto non è… non è     Francesca. Lei è sempre a casa che aspetta te… non è Francesca”.
MICHELE: Così può bastare… mi è venuto il mal di mare.
NICOLA: Ve lo avevo detto che sono stonato.
LUCIA: Comunque, visto che non vuole mangiare niente, noi andiamo. Più tardi torniamo con     qualcosa di pronto. Tu che fai, resti ancora qui o vieni con noi?
GUSTAVO: No, resto ancora un altro poco a fargli compagnia. Voi andate pure.
NICOLA: Allora noi andiamo. A più tardi fratello.
LUCIA: Con permesso
(escono porta esterna)

SCENA 2

GUSTAVO: Va bene Michele, non mi fare incavolare che già ho i cazzi miei. Capisco il tuo dolore,     ma così non può andare. Devi reagire. Alzati da quella sedia, urla, piangi, rompi qualche     piatto. Butta tutto dal balcone, tranne il cellulare che ti devo chiamare. Insomma reagisci.     Esci e cercati altre donne o… uomini…
MICHELE: Mai, Nicoletta è insostituibile. Non c’è donna che possa eguagliarla
GUSTAVO: Per questo sono d’accordo. Nessuna donna potrà mai sostituirla… ma un uomo si… un     bell’uomo come me…
MICHELE: Ne donna e ne uomo… anche se bello come te.
GUSTAVO: Grazie di avermi detto che sono bello anche se so che con te è solo tempo perso, ma ti     voglio bene lo stesso. Tu hai gusti strani… ti piacciono le donne.
MICHELE: Non più… ora non mi piace più nessuno. Ho chiuso la porta del cuore ed ho     buttato la chiave.
GUSTAVO: Spero tanto che trovi qualcuno con tanto di grimaldello che possa aprire la tua porta     del cuore e ridarti il sorriso.
MICHELE: Difficilissimo… Solo se tornasse lei dal cielo a dirmelo… mi metterei con un’altra.
GUSTAVO: Quindi se tornasse Nicoletta dal cielo e ti dicesse di metterti con qualcuno tu lo faresti.
MICHELE: Proprio così. L’ho detto…
GUSTAVO: Bene, aspetta qui allora (esce un attimo dalla porta interna)
MICHELE: Ma dove vai Gustavo? Non ho nessuna voglia di giocare
GUSTAVO: (rientra subito con un fazzoletto grande in testa e fa la voce da donna) Salve, sono     Nicoletta, mi vedi trasformata perché qui cambiamo sembianze.
MICHELE: (molto calmo) Ma smettila Gustavo… ti sembra questo il momento?
GUSTAVO: Quale Gustavo… io Nicoletta sono e sono qui per dirti di non pensarmi più e di     pensare a trovarti un grande amore
MICHELE: Ma la vuoi finire???
GUSTAVO: ma non lo cercare lontano questo amore… guardati intorno senza andare lontano da     questa stanza. Solo il tuo amico Gustavo può darti tanta felicità.
MICHELE: (sorride) Sei sempre il solito pagliaccio.
GUSTAVO: (si toglie il fazzoletto dalla testa) Sarò pagliaccio, ma almeno sono riuscito a rubarti un     sorriso.
MICHELE: Ti voglio un gran bene Gustavo. Grazie di essermi amico
GUSTAVO: Allora, visto che sei mio amico ti ordino di rimetterti subito in sesto perché ho bisogno     dei tuoi consigli.
MICHELE: Per te ci sono sempre
GUSTAVO: Io, Michele, al contrario di te, la porta del cuore la tengo perennemente spalancata, ma     non entra mai nessuno. Mi vedono tutti come un difetto, ma io non sono un difetto.         In verità… qualcuno si è affacciato… non proprio alla porta, ma alla finestra e già mi sono     innamorato. Il suo nome è Giovanni, spero di presentartelo molto presto, quando si deciderà     ad entrare da quella porta. Adesso però non è il caso che te ne parli. Io ora me ne vado. Ti     lascio riposare. Te la senti di rimanere solo? Vuoi che ti prepari qualcosa o ti compro     qualcosa in rosticceria qui sotto?
MICHELE: No, no grazie… magari più tardi quando torna mio fratello mangio qualcosa, ora non     me la sento.
GUSTAVO: Va bene. Io vado. Per qualsiasi cosa chiamami al cellulare. Ciao Michele.
(esce dalla porta esterna)

SCENA 3

(Michele si alza, passa un attimo nell’altra stanza e torna con un bicchiere d’acqua. Fa per bere ma…)
(…suona il campanello, il suono del campanello è diverso ogni volta che suona Francesca)(Michele sempre col bicchiere in mano va ad aprire)
(è Francesca)
FRANCESCA: (un solo passo dentro casa) Mi scusi se la disturbo, mi chiamo Francesca, sono la     sua nuova vicina di casa, abito da sola nell’appartamento proprio sopra il suo. Mi stavo     facendo gli spaghetti al pomodoro quando mi accorgo che non ho sale. Non è che lei     potrebbe prestarmene del suo.  
MICHELE: Ah quindi, lei è una vicina nuova e vuole del sale da me. Giusto?
FRANCESCA: giusto, forse non sono stata chiara oppure ho disturbato. Magari stavate pranzando.
MICHELE: Non si preoccupi, non stavamo pranzando o meglio non stavo pranzando perché… ora     sono solo
FRANCESCA: Ah… capito. Ora è solo perché prima non lo era.
MICHELE: Va bene. Ha detto che vuole del sale ed io le prendo il sale. Aspetti qui. (torna un     attimo in cucina, ha sempre il bicchiere in mano che lascia in cucina. Rientra con un     barattolo con il sale) Ecco, qui c’è il sale, lo prenda tutto anche perché a me non serve.
FRANCESCA: Grazie e mi scusi del disturbo. Poi torno e le riporto il barattolo col sale che non     avrò utilizzato. Buon appetito.
MICHELE: Grazie, buon appetito anche a lei.
(Francesca Esce porta esterna)
(Michele chiude la porta che risuona immediatamente dopo averla chiusa)
MICHELE: Che vorrà ancora (apre la porta, ma non è Francesca, ma Rosalba con una torta in     mano in un vassoio chiuso) (stupido affaccia la testa e guarda su) Buongiorno.
ROSALBA: Posso entrare? Non è che disturbo?
MICHELE: No, no prego entri pure… mi scusi, ma non ha incontrato nessuno sul pianerottolo?
ROSALBA: No, nessuno. Perché, chi avrei dovuto incontrare
MICHELE: Appunto… nessuno. Non ha importanza
ROSALBA: Mi sono permessa di portarle questa torta che ho fatto con le mie mani. Ho pensato che     le farà piacere. E’ stato un duro colpo. Una gran brava persona la signora Nicoletta. Non sa     quante volte ci siamo fermati sul pianerottolo a parlare e… parlavamo sempre di lei.
MICHELE: quindi parlavate di me sul pianerottolo.
ROSALBA: Certo e dove se no. Io abito proprio di fronte su questo stesso pianerottolo, quando ci si     incontrava ci fermavamo a parlare.
MICHELE: E parlavate sempre di me.
ROSALBA: Che c’entra sempre… diciamo quasi sempre. Poi si facevano discorsi da donne. Che fa     la prende la torta?
MICHELE: che sbadato, mi scusi, la dia a me (e la prende dalle sue mani e la poggia sul     tavolinetto). Più tardi ne mangio una fetta, per ora non ho fame.
ROSALBA: La capisco che non ha fame. E capisco cosa prova. Ci sono passata pure io.
MICHELE: Ah, perché… anche a lei è morta la moglie? ehm... volevo dire il marito….
ROSALBA: Marito morto? No ma quando mai. Io non sono mai stata sposata.
MICHELE: Mi scusi… ha appena detto che c’è passata anche lei.
ROSALBA: Si certo… ma non intendevo il marito. A me è morto Ciccio… il mio gatto. Un anno     fa… e sapesse quanto ho pianto. Non ho mangiato per una settimana.
MICHELE: (ironico) Condoglianze… non ho saputo niente… mi dispiace. Gli avrei fatto una torta.
ROSALBA: Perché lei sa cucinare?
(suona il campanello. Quando suonerà Francesca il campanello avrà sempre un suono diverso che sente solo lui)
MICHELE: Il campanello. Mi scusi, vado a vedere chi è
ROSALBA: Il campanello? Perché hanno suonato il campanello? Io non ho sentito niente, forse è     meglio che mi faccia un controllo all’udito.
MICHELE: In effetti ha avuto un suono un po’ strano, però ha suonato, quindi un controllo lo         faccia, male non le fa di certo.
ROSALBA: Nel frattempo che lei va ad aprire metto la torta nel frigo, non vorrei che si perdesse.
MICHELE: Grazie (e va ad aprire mentre Rosalba passa in cucina con la torta)
FRANCESCA: (entra di prepotenza col barattolo in mano) Invece di farmi lo stupido scherzetto di     darmi il barattolo con lo zucchero invece del sale… potevi dirmi che non mi volevi     accontentare. Ho dovuto mangiare pasta con marmellata di pomodoro invece che salsa. Qui     c’è lo zucchero ch’è rimasto.
MICHELE: Mi dispiace… mi sono confuso… era sempre mia moglie a sistemare le cose.
FRANCESCA: E allora avresti potuto chiederlo a tua moglie dov’era il sale.
MICHELE: ma come ti ho detto sono solo.
FRANCESCA: avresti dovuto, allora, chiamarla al cellulare e chiederlo lo stesso. Non mi dire che     tua moglie non ha un cellulare.
MICHELE: lei il cellulare ce l’ha, ma l’ha lasciato qui perché in Paradiso è vietato portarlo.
FRANCESCA: In Paradiso? Non mi dire che tua moglie è morta.
MICHELE: Invece te lo dico. E stamattina ci sono stati i funerali.
FRANCESCA: Mi dispiace… non sapevo
(entra Rosalba)
ROSALBA: Allora Michele… posso darti il tu? dal momento che ormai siamo in confidenza?
MICHELE: certo, visto che siamo in confidenza
ROSALBA: io ho sistemato la torta nel frigo e dal momento che c’ero ho sistemato un po’ la     cucina. Ora io     vado, ti lascio solo. Per qualsiasi cosa chiamami pure. Sai dove abito. Ora ti     lascio riposare che sarai stanchissimo. Arrivederci
MICHELE: Arrivederci
(esce, porta esterna, senza guardare minimamente Francesca)
FRANCESCA: Bravo, stamattina hai avuto il funerale di tua moglie e già l’hai sostituita con quella     specie di sogliola fritta.
MICHELE: Ma che dici… quella è solo una vicina.
FRANCESCA: Una vicina che ti mette la torta in frigo, che ti sistema la cucina e che siete in     confidenza. Stasera porta pure lo champagne e festeggiate.
MICHELE: Insomma… adesso stai esagerando. Ti chiedo scusa per lo zucchero al posto del sale e     basta. Finiamola qui.
FRANCESCA: Finiamola qui? E tu vorresti che finisse qui? Assolutamente no. Avanzo da te un     piatto di pasta asciutta con tanto di ricotta salata.
MICHELE: E le melanzane fritte non le vuoi?
FRANCESCA: Certo… con le melanzane fritte. Ora però vado, ma ci rivedremo presto.
(esce)
MICHELE: Non ci credo. Forse sto sognando. Ho appena perso la moglie e già sono nei casini.     Quelle sono pazze… pazze scatenate. Forse ha ragione Gustavo che non vuol sentirne di     femmine.

SCENA 4

(suona il campanello normale)
MICHELE: basta, non ne posso più. Di nuovo il campanello. Ed io che mi dovevo riposare. Finisce     che lo stacco questo cavolo di campanello
(va ad aprire)(è Lucia, la cognata)
MICHELE: Ah tu sei?
LUCIA: Si, io sono… tua cognata. Sicuramente starai morendo di fame così ti ho portato un bel     fagotto. Qui dentro c’è pane, salame, una boccetta di funghi, un po’ di formaggio pecorino,     delle acciughe salate e della frutta.
MICHELE: Nient’altro?
LUCIA: Più tardi tuo fratello ti porterà il vino rosso
MICHELE: Insomma, tutto pronto per una scampagnata
LUCIA: Lo so Michele che non vuoi mangiare, ma ti devi sforzare a farlo. Per qualsiasi cosa puoi     sempre contare sulla tua cognatuccia che ti vuole tanto bene. Per qualsiasi cosa…
MICHELE: Lo so e ti ringrazio, ma ora vorrei riposarmi un po’. Se non ti dispiace
LUCIA: E riposati pure. Riposati tra le mie braccia che ti cullo e ti canto la ninna nanna
MICHELE: Grazie, ma preferisco dormire nel mio letto.
LUCIA: Bene… ed io dormo con te
MICHELE: Ma, ma, ma che dici Lucia.
LUCIA: Lo dico per il tuo bene… se ti senti solo ed hai bisogno di un po’ di… calore… ci sono io     Micheluccio.
MICHELE: grazie Lucia, ti ringrazio ma preferisco restare al freddo.
LUCIA: va bene, come desidera il tuo cuore, ma se hai bisogno chiama che io corro… Bisogno di     qualsiasi cosa… Capito? Qualsiasi cosa.
MICHELE: Si, si… qualsiasi cosa… ma ora mi fai dormire?
LUCIA: Si, si scusa. Allora io vado. Tu dormi e poi mangia. Ne hai bisogno, ciao.
MICHELE: Ciao….
(Lucia esce, Michele prende il fagotto e lo passa in cucina. Rientra subito con il bicchiere pieno d’acqua, lo beve lentamente, posa il bicchiere sul tavolino, si appisola sul divano e si addormenta)

SCENA 5

(si abbassano le luci… parte una musichetta dolce, tipo “Je t’aime, moi non plus”) (entra Francesca, si avvicina a Michele e gli da un bacio in una guancia) (Michele si sveglia, ma dolcemente)(la musica continua)
MICHELE: Che succede… mi sono sentito un bacio sulla guancia
FRANCESCA: Shiiiiii (inteso come fai silenzio) silenzio… non è successo niente. Continua a     dormire.
MICHELE: Ma tu come sei entrata… probabilmente Lucia avrà lasciato la porta aperta
FRANCESCA: Si, può essere… ma tu continua a dormire che stai sognando
MICHELE: Quindi è tutto un sogno, anche il bacio che mi hai dato è un sogno
FRANCESCA: si, tutto un sogno e sarà anche quello che succederà tra poco… un sogno.
MICHELE: Perché… che succederà tra poco
FRANCESCA: Lo vedrai. Alzati e passa con me nella stanza da letto.
MICHELE: Nella stanza da letto con te? Menomale che è un sogno così non manco di rispetto a     Nicoletta.
(Francesca prende per mano Michele ed escono dalla porta interna) (la musica aumenta di intensità) (la musica finisce del tutto e immediatamente suona il campanello)

SCENA 6

(suona il campanello in modo normale )(la scena è vuota)
MICHELE: Arrivo, arrivo (passa con la camicia in mano, a petto nudo, mentre si allaccia i     pantaloni). Un attimo che apro.         
(apre la porta di ingresso ed entrano Gustavo e il suo amico Giovanni)
GUSTAVO: E tu così ti presenti? Va bene che sono appena le dieci di mattina, ma non è il caso di     presentarti seminudo. Mettiti almeno la camicia che mi stai facendo vergognare.
MICHELE: Le dieci? E quanto ho dormito? Non ti vergognare troppo che me la sto mettendo la     camicia. Comunque scusate.
GUSTAVO: Scuse accettate. Ti presento Giovanni.
MICHELE: Piacere… è quel Giovanni che mi dicevi ieri? Quello della porta aperta?
GIOVANNI: Il piacere è mio… anche se non so di quale porta parliate
GUSTAVO: Niente… lascia perdere… la porta del cuore che ha buttato le chiavi. Ma non è     importante.
GIOVANNI: Se lo dici tu, va bene.
MICHELE: Complimenti Gustavo, Giovani è proprio un bel ragazzo
GIOVANNI: Grazie… anche tu… sei dei nostri?
GUSTAVO: No, no. Michele è diverso. Lui va solo con le donne.
MICHELE: Già… sono diverso.
GUSTAVO: io e Giovanni abbiamo dichiarato il nostro amore e già pensiamo di sposarci presto
MICHELE: Così di fretta?
GUSTAVO: Chi ha tempo non aspetti tempo
GIOVANNI: saremmo felici se tu, visto che sei il migliore amico di Gustavo, anche se di gusti     strani, facessi da testimone al nostro matrimonio.
MICHELE: Davvero? ne sarei onorato.
GIOVANNI: Splendido, grazie. Ti comunicheremo la data
GUSTAVO: Michele, tutto okkei? Ti senti meglio? Hai mangiato qualcosa, prima di andare a letto?
MICHELE: no, no … non ho mangiato niente. Solo dormito. Una gran dormita.
GUSTAVO: Menomale che almeno hai dormito. Una bella dormita è meglio di una bella mangiata
MICHELE: E che dormita…. ho fatto pure un sogno stranissimo
GIOVANNI: Sicuramente sarà stata la fame
GUSTAVO: hai sognato Nicoletta.
MICHELE: Assolutamente no. Non ho sognato Nicoletta
GIOVANNI: Mi sono incuriosito anch’io. Dai raccontaci questo sogno…
MICHELE: Un sogno davvero strano e un pochino confuso. Ricordo di essermi appisolato proprio     qui sul divano. All’improvviso è apparsa Francesca
GUSTAVO: Francesca? Chi è questa Francesca
MICHELE: Una nuova vicina di casa appena conosciuta che abita nell’appartamento sopra questo.
GUSTAVO: Ma questo appartamento, cioè dove abiti tu, non è all’ultimo piano?
GIOVANNI: Si vede che avranno costruito una mansarda.
MICHELE: Francesca, si è avvicinata e mi ha baciato sulla guancia. Poi mi ha preso per mano e mi     ha portato nella stanza da letto… sul mio letto.
GIOVANNI: Ho capito. Hai fatto un sogno vietato ai minori.
MICHELE: In un certo senso si. Abbiamo fatto l’amore a tutto spiano. Poi mi sono riaddormentato.     Al risveglio, cioè quando hai suonato tu facendomi da sveglia, mi sono trovato, non sul        divano, ma sul mio letto. Completamente nudo, da solo e, stranamente col mal di schiena.     Come lo spiegate?
GIOVANNI: Si spiega in un solo modo: i morsi della fame ti hanno fatto vedere ciò che desideri.
MICHELE: Ma che dici Giovanni, io desidero solo mia moglie e questa Francesca l’ho vista una     sola volta.
GIOVANNI: Tanto è bastato per fartela sognare in atteggiamenti… osé.
GUSTAVO: Sono proprio curioso di conoscerla questa Francesca.

SCENA 7

(suona il campanello nel modo di Francesca)
MICHELE: Il campanello. E adesso chi rompe. Di sicuro è mio fratello.
GIOVANNI: Il campanello? Ha suonato il campanello? Tu Gustavo, lo hai sentito suonare?
GUSTAVO: io no. Magari Michele è diventato sensitivo.
MICHELE: Dai non scherzate. Certo che ha suonato. Di nuovo in un suono insolito, ma ha suonato.     Vado a aprire
(apre ed è Francesca.)(Francesca è immaginaria, nel senso che l’attrice non ci sarà; non si vede e non si sente)(nella scena è come se la vedesse solo Michele)
MICHELE: Ciao Francesca, cadi come il cacio sui maccheroni. Parlavo di te ai miei amici.
FRANCESCA: //////////
MICHELE: Si, proprio così… parlavo proprio adesso di te con loro. Entra che te li presento. (si     avvicina a loro) Signori questa è Francesca, la mia vicina (indicando chi non si vede)
GIOVANNI: (Giovanni e Gustavo si guardano stupidi) Scusa Michele, non ho capito… puoi     ripetere per favore?
MICHELE: Non ho capito cosa non hai capito. Ho detto che questa è Francesca, la mia vicina
GUSTAVO: Cioè… questa, cioè…quella che hai accanto è Francesca, giusto?
MICHELE: Certo che è giusto. Ma si può sapere che vi è preso?
GIOVANNI: Niente, chiedevamo se è Francesca quella che abita al piano di sopra.    
MICHELE: E’ Francesca che abita al piano di sopra. Altre domande?
GIOVANNI: No, va bene così. Piacere Francesca, io sono Giovanni. (Allunga la mano e la muove     come se stesse stringendo una mano).
MICHELE: Ma si può sapere che fai. Non la vedi che si è seduta sul divano?
GIOVANNI: Scusa, ma ho avuto un    abbassamento improvviso di vista e non vedo bene.     
GUSTAVO: Lo stesso abbassamento che ho io. Prima l’udito e ora la vista. Sarà un’epidemia.
MICHELE: Sempre a scherzare tu. Francesca, Lui è Gustavo, il mio migliore amico e lui Giovanni,     il suo fidanzato. Non ti scandalizzare, sono gay e presto si sposeranno e io farò da testimone.
GUSTAVO: (guarda verso il divano) Complimenti Francesca, sei proprio una bella ragazza… un     po’ magra ma bella
GIOVANNI: Più che magra direi… trasparente, quasi… invisibile.
MICHELE: ma la volete smettere che la state mettendo in imbarazzo. La smettete di prendermi in     giro? Scusali Francesca, soprattutto Gustavo che non digerisce il fatto che non mi piacciono     gli uomini e mi prende in giro.
GUSTAVO: Vero Francesca, noi giochiamo sul fatto che lui è anormale.    Siamo tipi scherzosi…
FRANCESCA: ///////
MICHELE: Ti sembrano simpatici? così dici Francesca? Contenta tu.
GUSTAVO: se Francesca è contenta, lo siamo anche noi.
MICHELE: Francesca, ti debbo raccontare un sogno che ho fatto poco fa. Vieni con me in cucina     che te lo racconto, nel frattempo che faccio il caffè e mangio qualcosa che m’è venuta fame.     Passate anche voi in cucina?
GUSTAVO: No grazie. Fate pure con calma, noi aspettiamo qui.
(passano in cucina)
GIOVANNI: Ma quello è pazzo. Il tuo amico è completamente fuso… e tu vuoi che ci faccia da     testimone? Prima ha sentito un campanello che non ha suonato e poi ha parlato con una     ragazza che non esiste.
GUSTAVO: …Non lo so, non capisco. La morte di Nicoletta è stato un duro colpo, ma non credevo     fino a questo punto da vedere e parlare e addirittura fare l’amore, anche se in sogno, con una     donna che non esiste.
GIOVANNI: E adesso che dobbiamo fare?
GUSTAVO: Niente, facciamo finta di niente e assecondiamolo in tutto. Sono sicuro che tra un po’     gli passa.
GIOVANNI: Ma se non gli passa, io il testimone alle nostre nozze non glielo faccio fare. Finisce     che viene con questa Francesca che manco si vede…
GUSTAVO: Dobbiamo avvisare suo fratello e sua cognata, in modo che sappiano come     comportarci con lui.

SCENA 8

(suona il campanello)
GIOVANNI: Il campanello, vai tu ad aprire che sei di casa.
MICHELE: (entra un secondo) Gustavo per favore, apri tu che io sono impegnato. Insomma fai gli     onori di casa (esce subito dopo)
GIOVANNI: Che ti dicevo, vai tu ad aprire e fai gli onori di casa.
(Gustavo va ad aprire).(E’ Rosalba)
ROSALBA: Buongiorno. Voi siete amici di Michele immagino.
GUSTAVO: Si, io sono Gustavo e lui è Giovanni
GIOVANNI: Si, io sono Giovanni e sono il fidanzato di Gustavo. Ha problemi per questo?
ROSALBA: No, per me lei poteva essere anche fidanzato con un elefante femmina
GIOVANNI: Maschio semmai.
ROSALBA: non sono affari miei.
GUSTAVO: Lei invece è Rosalba… la vicina che abita lo stesso pianerottolo di Michele. Giusto?
ROSALBA: Proprio così, mi fa piacere che mi abbia notato.
GIOVANNI: Bravo… e così quando sei solo ti metti a guardare le donne
GUSTAVO: Ma Giovanni… è capitato. Lo sai che io ho occhi solo per te.
GIOVANNI: Si, per me e per tanti altri… maschi o femmine che siano… animale…
GUSTAVO: Non è vero. Io, anche se guardo altri… vedo solo te.
GIOVANNI: Giuralo, giuralo che ami solo me.
GUSTAVO: te lo giuro: giurin, giurello che amo solo te…
GIOVANNI: (sdolcinato) Che bello sentirselo dire…
(rientrano Michele e Francesca che non si vede. Michele ha un vassoio in mano con tre tazzine di caffè già pieni)
MICHELE: Ah ciao Rosalba… quindi sei tu ad avere suonato alla porta. Aspetta che riempio     un’altra tazzina e prendi il caffè con noi. Tu Francesca, accomodati pure… parla un po’ con     loro intanto che riempio la tazzina.
(Michele esce)
ROSALBA: Ma c’è qualcuna che si chiama Francesca qui dentro?
GUSTAVO: Certo, come no. Non la vedi? È seduta su quella sedia… o forse l’altra… comunque è     seduta… credo. (fa segnale come a dire che è impazzito)
(entra Michele)
MICHELE: ancora non lo avete preso il caffè? Qui c’è il tuo Rosalba. Francesca non ne prende. Me     lo ha detto poco fa.
(Giovanni e Gustavo prendono il caffè dal vassoio sul tavolino e anche Michele)
ROSALBA: Non me la presenti la tua amica Francesca?  
MICHELE: Ma certo che te la presento. Però, tu Gustavo, potevi fare le presentazioni. Lo sai che     sei di casa qui.
GUSTAVO: Ma certo che sbadato. Scusate, provvedo subito. Francesca, (guarda verso la poltrona     libera) questa bella signora si chiama Rosalba ed abita nel pianerottolo di fronte a questo     appartamento.
ROSALBA: Piacere
GUSTAVO: Rosalba, questa bella ragazza che vedi, spero, si chiama Francesca ed abita nel piano     di sopra a questo.
GIOVANNI: Che bellezza ora siamo tutti amici.
FRANCESCA: ///////
MICHELE: Come Francesca? Di già devi andare? Ma potresti restare un altro poco con noi. Va     bene, se non puoi… ti accompagno. Scusate accompagno Francesca e torno.
GUSTAVO: Ciao Francesca, a presto.
(Michele e Francesca escono)

SCENA 9

ROSALBA: Che peccato… così all’improvviso è uscito dì senno?
GIOVANNI: E se invece è lui che ci sta prendendo in giro?
GUSTAVO: Lo escludo. Troppo sconvolto dalla morte di Nicoletta per mettersi a giocare
GIOVANNI: Allora… potrebbe essere tutto vero. Nel senso che questa Francesca esiste e non la     vediamo noi
GUSTAVO: Se lui la vede e noi no significa che… o ha perso il lume della ragione o Francesca è     un fantasma…
ROSALBA: eiii, non parliamo di fantasmi perché ho paura. Io me la fifo.
GUSTAVO: (facendo scena) uuuuuuu sono il fantasma di Francescaaaa che abita al piano di         sopraaaaaa
ROSALBA: Smettila che mi spavento. Ma a proposito. Nella presentazione hai detto che Francesca     abita al piano sopra questo. Ma questo piano è l’ultimo piano e sopra c’è solo la terrazza     dove io stendo le lenzuola per farle asciugare.
GIOVANNI: Vorrà dire che è veramente un fantasma ed abita tra le tue lenzuola…
ROSALBA: Mamma mia… non salgo più in terrazza.
(entra Michele)
MICHELE: Allora, che ne pensate di Francesca
GIOVANNI: Proprio una bella ragazza
GUSTAVO: Alta, bionda ed anche formosa
ROSALBA: Ed anche simpatica… e quanto parla…
MICHELE: Ma che state dicendo, la smettete di prendermi in giro? Non è alta, non è bionda e parla     pochissimo
GUSTAVO: Ne avessimo indovinata una…
ROSALBA: Scusa Michele, posso farti una domanda?
MICHELE: Certo, perché non dovresti farla.
ROSALBA: E che poi non vorrei che ci rimanessi male.
MICHELE: Insomma, mi stai facendo preoccupare.
GUSTAVO: Ma quando mai… ti preoccupi per una semplice domanda? A proposito che domanda     gli vuoi fare
GIOVANI: Forse ho capito… gli vuole chiedere qualcosa a proposito di Francesca
MICHELE: Di Francesca? e che volete sappia io di Francesca se l’ho conosciuta solo ieri.
GUSTAVO: Appunto, l’hai conosciuta solo ieri… quindi non sai niente di lei ma la vedi e la senti
MICHELE: Certo che la sento e la vedo… non sono mica un sordocieco?
ROSALBA: Hai detto che abita al piano di sopra questo? giusto?
MICHELE: La volete smettere, mi sembra di essere al commissariato. Certo che abita al piano di     sopra.
ROSALBA: E allora ti dico che non può essere perché il piano di sopra non esiste. C’è solo la     terrazza dove io stendo le lenzuola per farle asciugare.
MICHELE: Come no… ora Francesca abita fra le tue lenzuola, non fammi ridere.
ROSALBA: Non abita tra le mie lenzuola perché non abita qui e se mi segui ti faccio vedere che     sopra non c’è nessun appartamento.
MICHELE: Non capisco dove volete arrivare
GUSTAVO: Da nessuna parte… solo che siamo preoccupati per te
MICHELE: Preoccupati per me? Ah capisco, avete paura che sia una ladra o che io possa perdere la     testa per lei. Mai… nessuno potrà sostituire Nicoletta. Te l’ho detto ieri Gustavo. Ho buttato     la chiave della     porta del cuore.
GUSTAVO: Ma c’è pericolo che questa chiave possa trovarla qualche sprovveduta che manco     esiste… cioè… esiste, ma non esiste. Insomma, potrebbe essere una ladra.  Quindi ti        consiglio di andare con Rosalba a vedere l’appartamento di Francesca, proprio sopra il tuo.    Magari, vi fate aprire e se vi apre scambiate due parole.
MICHELE: Se questo serve a farvi stare meglio… okkei… andiamo Rosalba. Ispezioniamo questo     appartamento.
GUSTAVO: Perfetto, andate a controllare. Noi aspettiamo qui
ROSALBA: Andiamo e torniamo.
MICHELE: Andiamo
(escono)
GUSTAVO: Mamma mia, chissà come la prenderà nel vedere che non esiste alcun appartamento
GIOVANNI: Non bene, però magari smetterà di vedere donne che non esistono
GUSTAVO: Mi preoccupo seriamente per Michele. Giovanni dobbiamo aiutarlo
GIOVANNI: Certo, e a noi chi ci aiuta. Non possiamo di sicuro rimandare il nostro matrimonio     perché     hai un amico visionario?
GUSTAVO: Non ti permetto di dire che Michele è un visionario… anche se di fatto lo è, ma è     anche il migliore amico. Quindi il matrimonio è rimandato. Ci sposeremo quando lui         guarirà.
GIOVANNI: Pazza, tu sei più pazza di lui. Altro che rimandare… io lo rompo del tutto. Questo     matrimonio non s’ha da fare.
GUSTAVO: Concordo. Non s’ha da fare. Non ti credevo così… senza cuore. Mi sono pentito delle     parole che ti ho detto ieri, quando ti ho chiesto in sposa
GIOVANNI: Ed io non dovevo accettare. Del resto che volevo pretendere da uno che ha un amico     fuso e che si dichiara senza nemmeno un anello.
GUSTAVO: Per l’anello era mia intenzione di andare a comprarlo con Michele. Lui se ne intende     di anelli visto ch’era sposato.
GIOVANNI: Quindi… tu mi stavi per comprare un brillante…
GUSTAVO: Un anello… non esageriamo.
GIOVANNI: Allora mi ami.
GUSTAVO: Certo che ti amo… stupidina.
GIOVANNI: Anch’io ti amo… e ti dico che è giusto aspettare che Michele si ristabilisca prima di     sposarci.
 (suona il campanello)
GUSTAVO: hanno suonato ed è meglio che apra. Saranno loro di ritorno.
GIOVANNI: Aspetta… prima dimmi che non mi lascerai mai.
GUSTAVO: va bene.... non ti lascerò mai. Posso aprire ora?
GIOVANNI: certo
(Gustavo va ad aprire)

SCENA 10

(entra solo Rosalba)
ROSALBA: Fatemi sedere.
GUSTAVO: Certo… accomodati
ROSALBA: Datemi qualcosa di forte da bere
GUSTAVO: si… ti do del wischi (lo prende da un tavolo in mostra tipo mobiletto bar, riempie un     bicchierino)
GIOVANNI: Che è successo Rosalba. E dov’è Michele?
ROSALBA: Michele è sopra… con Francesca
GUSTAVO: Con Francesca?... quindi l’hai vista
ROSALBA: Ma quando mai. Io ho solo visto le mie lenzuola stese
GIOVANNI: Non ho capito niente allora
ROSALBA: Perché, credi che ci abbia capito io?
GUSTAVO: Spiegati meglio allora.
ROSALBA: Io… guardavo le lenzuola e vedevo lenzuola, lui guardava le lenzuola e vedeva un     televisore, un divano e pure un camino acceso
GIOVANNI: Mamma mia… e che è successo.
ROSALBA: All’improvviso si è messo a parlare da solo. Si è scusato se siamo entrati nel suo         appartamento senza suonare e….
GUSTAVO e GIOVANNI: (assieme) e……
ROSALBA: Si sono baciati… almeno così credo. Aveva il funcio di porco e ogni tanto usciva la     lingua.
GUSTAVO: e tu… cosa hai fatto?
ROSALBA: Io? me ne sono subita scesa qui. Ti sembro una guardona io?
SCENA 11
(suona il campanello)
(Gustavo va ad aprire) (è Michele)
MICHELE: Scusate se ho suonato, ma ho lasciato la chiave qui
GUSTAVO: Non fa niente.
MICHELE: Entra pure Francesca, mettiti qui vicino a me.
GIOVANNI: Ah c’è anche Francesca…
MICHELE: Certo… è lei che me lo ha detto di dirvelo
ROSALBA: Di dirci cosa
MICHELE: Cari amici, so che ancora è presto, ma certe cose sono inspiegabili
GUSTAVO: lo puoi dire forte.
MICHELE: E così è successo che mi sono di nuovo… innamorato
GUSTAVO: Ma.., ma Michele… non avevi buttato la chiave della porta del cuore?
MICHELE: Si, è vero ma qualcuno l’ha ritrovata e questa qualcuno è lei… Francesca.

FINE PRIMO ATTO


ATTO SECONDO

SCENA 1

(sulla scena Nicola, Lucia, Gustavo e Giovanni )
NICOLA: Non ho capito niente e quindi vi prego di farmelo capire prima che rientri mio fratello.
LUCIA: Sempre il solito sei… eppure è tutto chiaro. Te lo spiego io: allora, Michele ha una nuova     vicina che abita al piano di sopra che ha conosciuto ieri. Giusto?
GUSTAVO: Giusto.
LUCIA: però, questo piano non esiste e questa vicina si chiama Francesca, giusto?
GIOVANNI: Giusto.
NICOLA: Fin qui c’ero arrivato anch’io
LUCIA: Michele… vede la vicina che però non vede e sente un campanello che però non     suona, giusto?
GUSTAVO: In un certo senso...
NICOLA: Ahhh... ho capito lui vede una femmina che non vede… Una non vedente insomma. Ma     che c’entra il campanello?
LUCIA: Perché, scusate… ma, questa ragazza è cieca?
GUSTAVO: La ragazza non è cieca e il campanello non c’entra. E’ lui che non vede il campanello.     No, il campanello lo vede ma non lo sente… o meglio lo sente…BASTA… sto impazzendo.    Sono io che non vedo e non sento più niente…
GIOVANNI: Calmati per favore. Non vorrei che poi stia male. E voi, per favore non lo fate     stare male che… ci dobbiamo sposare.
LUCIA: Che bello…vi dovete sposare? Ma, chi si deve sposare? Tu o Gustavo?
GUSTAVO: Entrambi ci dobbiamo sposare e… lo stesso giorno
NICOLA: Ho capito. Vi siete fidanzati con due sorelle e vi sposate tutti lo stesso giorno e stessa     ora. Così fate una festa sola e risparmiate un sacco di soldi.
LUCIA: però per gli invitati è peggio… devono comprare due regali.
NICOLA: Allora sei cretina… e poi sono io che non capisco le cose. Il regalo è sempre uno, perché     ogni coppia avrà i propri invitati. Non è così, Gustavo?
GUSTAVO: Non è così…
(suona il campanello)

SCENA 2

LUCIA: Vado io ad aprire. Sicuramente è Michele.
NICOLA: Michele non può essere, lui ha le chiavi, visto che siamo a casa sua.
GIOVANNI: Chiavi che dimentica a casa… come l’ultima volta
LUCIA: E allora chi può essere?
GUSTAVO: Insomma… invece di giocare agli indovinelli … su chi sarà o non sarà… perché non     vai ad aprire la porta.
LUCIA: Ben detto… ci vado subito
(va ad aprire ed entra Rosalba)
ROSALBA: Buongiorno a tutti.
NICOLA: Buongiorno a lei… anche se non ho il piacere di conoscerla.
GIOVANNI: (geloso) Se è per questo gliela può presentare Gustavo… visto che la conosce bene…     quando io non ci sono.
GUSTAVO: Vedi che io non la conosco affatto, te l’ho detto. E poi non vedi che oltre a     essere         femmina è anche bruttina…
ROSALBA: Ma come ti permetti.
LUCIA: Basta… gliela presento io a mio marito… che non si ricorda mai niente. La signora è     Rosalba che abita su questo stesso pianerottolo e che era amica di Nicoletta. Te l’avrà     presentata 100 volte. Ricordi ora?
NICOLA: Ah… si mi scusi, non ricordavo. Del resto come facevo a ricordarmi di lei se è un tantino     bruttina…
ROSALBA: Se non fosse che vi devo riferire un’ambasciata di Michele me ne sarei andata di     corsa.
GUSTAVO: Hai incontrato Michele?
ROSALBA: Con te non ci parlo
NICOLA: E che ambasciata ti ha detto di riferirci.
ROSALBA: Non parlo neanche con te
GIOVANNI: E allora parla con me, basta che ti sbrighi.
ROSALBA: Con te non parlo perché mi sei antipatico.
LUCIA: Ti resto solo io Rosalba, spero che io ti sia simpatica
ROSALBA: Si… con te ci parlo.
TUTTI ASSIEME: e parlaaaa
ROSALBA: L’ho incontrato che scendeva dal piano di sopra
GUSTAVO: Che era solo?
ROSALBA: E che ne so… Comunque penso che fosse con Francesca… anche se io non l’ho vista.
GUSTAVO: Già continua.
ROSALBA: Mi ha detto che sta andando al bar, qui vicino, appunto con Francesca a prendere dei     dolci-
GIOVANNI: a prendere dei dolci con Francesca??? Mamma mia… ora la vedono tutti, o meglio,     non la vede nessuno…
ROSALBA: ha detto che andava, con Francesca. Compra dei dolci e una bottiglia di spumante e li     porta qui per annunciare a tutti, soprattutto a suo fratello e sua cognata… che…
LUCIA: … Che???
ROSALBA: vuol farvi conoscere la sua nuova compagna e festeggiare…
NICOLA: Compagna, festeggiamenti? Mio fratello si è già… accompagnato? Però… non credevo     si riprendesse così presto.
LUCIA: Si è ripreso? Per me, tuo fratello è impazzito. Sono trascorsi solo un paio di giorni dalla     sua vedovanza e già ha un’altra. Voglio proprio vederla questa fanciulla cos’ha di tanto     speciale.
GUSTAVO: Anche noi… vorremmo vederla
LUCIA: Ma dico e ridico… Se aveva questo gran bisogno di affetto e compagnia… sapeva     benissimo che io ero disponibile …
NICOLA: …cos’è che sapeva mio fratello? Che sei disponibile? a cosa sei disponibile!!!
LUCIA: Io disponibile? Che sbadata… Volevo dire noi… noi tutti… Insomma, lui sa di potere     contare su di noi.
(suona il campanello)

SCENA 3

ROSALBA: Il campanello… è lui di sicuro
NICOLA: MI sento emozionato
LUCIA: Io no. Sono curiosa di vederla…
GUSTAVO: Forza ragazzi… facciamo finta di niente… anzi no. Aspettiamolo come si conviene:     tutti in piedi. Aaaattenti!!!
(si alzano tutti mettendosi sull’attenti)
GIOVANNI: Va bene che ci siamo tutti messi tutti sull’attenti, ma qualcuno dovrebbe pure aprire     la porta.
GUSTAVO: Giusto, ci vado io che sono l’amico del cuore
(va ad aprire)
GUSTAVO: Caro amico mio Michele, accomodati pure… fa come se fosse casa tua…
MICHELE: (entra, ha nelle mani un pacchetto di dolci e una bottiglia di spumante) Veramente     questa è casa mia
GUSTAVO: Lo so Michele… è un modo di dire.
MICHELE: Ma che ci fate tutti in piedi sull’attenti, mi sembra di essere a una parata militare.
GIOVANNI: E’ per rispetto di Francesca.
MICHELE: Francesca è andata nel suo appartamento, un attimo però che arriva
ROSALBA: Ah… Francesca non è con te. Per questo non la vedevo.  I dolci e lo     spumante dalli a     me che li porto in cucina.
MICHELE: Grazie Rosalba. (Gli passa il pacchetto e lo spumante che Rosalba passa in cucina)     (Rosalba esce)
NICOLA: Michele, mi sento emozionato. E’ bellissimo sapere di due, anzi tre fidanzamenti in un     solo giorno…
MICHELE: Tre fidanzamenti? E chi si è fidanzato?
(Rosalba Rientra)
LUCIA: Come chi? Uno è il tuo… molto inaspettatamente per non dire precipitoso.
MICHELE: Okkei, Rosalba quindi vi ha detto che mi sono fidanzato.
ROSALBA: Veramente ho detto compagna… no fidanzata o altro.
MICHELE: Non fa niente… E gli altri due chi sarebbero, invece.
NICOLA: Quello del tuo amico Gustavo e quello del suo amico Giovanni. Si sposeranno lo stesso     giorno con due sorelle
MICHELE: Gustavo e Giovanni con due sorelle? Ma quando mai Nicola, chissà cosa avrai capito.     Il loro è un solo fidanzamento e sarà celebrato un solo matrimonio che coinvolgerà tutti     e     due.     
NICOLA: Non ci sto capendo niente.
(suona il campanello a modo di Francesca)
MICHELE: Ah, il campanello. E’ sicuramente Francesca.
LUCIA: Perché, ha suonato il campanello?
NICOLA: Sarà quel campanello che non si sente.
(Michele va ad aprire) (non entra nessuno ma è come se entrasse Francesca)
MICHELE: Francesca… accomodati pure. Ti stavamo aspettando
LUCIA: (a bassa voce) Ma con chi sta parlando
NICOLA: (a bassa voce) Io a nessuno vedo
GUSTAVO: (a bassa voce) Ve lo avevo detto che è impazzito?
LUCIA: (a voce alta) Matri, matri, matri
MICHELE: Che c’è Lucia… che ti è preso
ROSALBA: Niente… si è sconvolta da tanta bellezza.
MICHELE: Francesca…  Rosalba e i miei amici li conosci. Ti voglio presentare mia cognata     Lucia…
LUCIA: (Gustavo le dà un colpo col gomito ad un braccio per invitarla a rispondere) (si     alza) Ah… già piacere (e fa l’inchino)
MICHELE: E il mio carissimo fratello, l’unico che ho… Nicola
NICOLA: (si alza) Pia…pia… piacere. Se non fosse perché ho problemi col braccio e anche di vista     ti farei il baciamano…
MICHELE: Cari amici tutti… e parenti vi presento lei (indicando chi non si vede) la sua bellezza e     la sua gentilezza mi hanno conquistato. Lei è Francesca.
LUCIA: Ma quanto è bella… anche se la preferirei un tantino più, più… diciamo più!
NICOLA: A me piace, soprattutto perché è silenziosa… non come te mogliera che hai la lingua     biforcuta.
MICHELE: Direi di passare in cucina. Ci mangiamo i dolcini che ho comprato e stappiamo lo     spumante in onore alla nostra nuova amica e vicina di casa.
ROSALBA: Buona idea… ho fatto bene allora a mettere lo spumante nel freezer. Io passo per     prima così sistemo la tavola.
(esce porta interna)
MICHELE: forza passiamo tutti in cucina che è bella grande.
GUSTAVO: Voi passate pure… io resto un attimo qui con tuo fratello. Gli devo chiedere una cosa a     proposito del mio matrimonio.
GIOVANNI: Ed io resto con loro… dopotutto è anche il mio matrimonio.
MICHELE: Va bene… capisco. Passate quando finite. Intanto festeggio con le femmine.
LUCIA: Per me va benissimo (ed esce nell’altra stanza)
MICHELE: (Si avvina verso la poltrona, mette il braccio tipo che aspetta l’altro braccio, si china     leggermente) Francesca… prego. (e cammina verso l’altra stanza come se avesse qualcuna     sotto braccio)

SCENA 4

(si sentono voci festose e il botto della bottiglia di spumante che si apre)
NICOLA: Madonna mia… mio fratello è completamente fuso.
GUSTAVO: Proprio questo volevo spiegarti, ma tu seguitavi a non capirmi
NICOLA: E che ne so… mi parlavi di una non vedente. Altro che. Lei ci vede… siamo noi che non     vediamo lei…
GUSTAVO: La cosa è davvero preoccupante. Più passa il tempo e peggio è.
GIOVANNI: Dovete necessariamente affrontarlo e dirgli la realtà.
NICOLA: come se fosse facile
GIOVANNI: Provateci, vediamo come reagisce e in caso lo diciamo a Roberta.
GUSTAVO: Già, fatto. Proprio ieri ho parlato con Roberta. Ho scoperto che abita da pochissimo     proprio nel portone accanto a questo palazzo. Lei potrebbe aiutarci.
NICOLA: Chi è questa Roberta.
GUSTAVO: Una nostra cara amica psicologa, le potremmo chiedere dei consigli.
NICOLA: Potrebbe essere una buona idea, ma prima proviamo noi.
(entra Michele con tre bicchiere di spumante in un vassoietto)
MICHELE: se Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. Vorrà dire che io     faccio la montagna e voi Maometto. Forza prendete e bevete alla mia salute.
(prendono i bicchieri e bevono)
NICOLA: Grazie fratellino, ti auguro tanta felicità
GIOVANNI: Prosit
GUSTAVO: Auguri amico mio.
MICHELE: Grazie. Sono contento anche se mi sento in colpa con Nicoletta che è scomparsa da     pochissimo.
NICOLA: Solo un paio di giorni
MICHELE: Un paio di giorno o un secolo ha poca importanza. So solo che con la morte di         Nicoletta mi sono sentito soffocare come chiuso in una camera completamente buia senza     finestre e senza aria ma, soprattutto senza più speranza. Con Francesca, all’improvviso, ho      rivisto un po’ di luce e si riaccesa la speranza.
GUSTAVO: Sono contento per te e… mi dispiacerebbe se la speranza si trasformasse in    …    delusione e disperazione.
MICHELE: Che vuoi dire Gustavo.
NICOLA: Dice che… è meglio se te lo dice lui.
MICHELE: Mi state facendo preoccupare.
NICOLA: (forte) Ah… ora si che ho capito.  Signori… ho capito tutto.
MICHELE: Cos’è che hai capito Nicola?
NICOLA: Che… Gustavo e Giovanni sono fru, fru e che si sono fidanzati tra di loro.
GUSTAVO: E ti sembra questo il momento?
NICOLA: Che ci posso fare se l’ho capito solo ora. Ma almeno… ho capito giusto?
(Entrano Rosalba, con la bottiglia aperta di spumante in mano, e Lucia)
ROSALBA: Allora che si fa… passate pure voi o continuiamo a sbronzarci qui?
GUSTAVO: Qui no che ancora non abbiamo finito di parlare.
LUCIA: Come siete lunghi.
ROSALBA: Lucia… facciamo una cosa. Ce ne passiamo di là da me e ci finiamo questa bottiglia.     Se non basta ho del Martini e una bottiglia di Vecchia Romagna.
LUCIA: Concordo. Chi ci ama ci segua. Francesca, passa con noi… scusate, non vedo Francesca,     forse è rimasta in cucina.
MICHELE: Ma quale cucina se è proprio accanto a te.
GIOVANNI: Vuol dire che non l’ha vista. Forse è meglio se Francesca rimane qui, il discorso     potrebbe interessarla. Passo io con voi che ho qualcosa da dirvi.
ROSALBA: Se vuoi dirci che tu e Gustavo siete gay… io già lo so.
LUCIA: Cosa? gay sono? Mamma mia… e allora come si sposano con due sorelle
GIOVANNI: Passiamo di là e te lo spiego.
LUCIA: Matri, matri, matri.
(Giovanni, Rosalba e Lucia escono dalla porta esterna)

SCENA 5

MICHELE: Allora, che mi dovete dire. Sono tutt’orecchi
GUSTAVO: Francesca è qui?
MICHELE: Certo che è qui. Si è seduta su quella sedia. Non la vedete?
NICOLA: Il punto è proprio questo… non la vediamo
MICHELE: Non la vedete perché siete ciechi o mi volete prendere in giro.
GUSTAVO: Non la vediamo perché non esiste.
NICOLA: Non esiste Michele. E’ solo nella tua testa.
MICHELE: Mi state prendendo in giro e a questo punto (ridacchiando) penso che tu, Francesca, sia      loro complice.
GUSTAVO: Michele… Francesca non è nostra complice perché non può essere… perché non c’è,     non si vede. Insomma non esiste.
MICHELE: Ora basta il gioco sta durando troppo.
GUSTAVO: Non è un gioco Michele. In questa stanza oltre noi tre non c’è nessun altro a altra.
MICHELE: Quindi Francesca non esiste.  E allora, se non esiste… mi spiegate chi c’è seduta su     questa poltrona? Ed io?  chi sto stoccando io in questo momento.
NICOLA: a nessuno… non stai toccando proprio nessuno.
MICHELE: Francesca parla. Questo scherzo ha superato ogni limite.  Di loro qualcosa, parla, urla,    canta. Fatti sentire… Francesca, Francesca. (Come se la seguisse fino alla porta interna,     esce anche lui, poi prosegue fuori campo) Francesca apri questa porta, vieni fuori. (entra     nuovamente) Si è chiusa in bagno.
GUSTAVO: Amico mio, non stai bene. Hai bisogno di cure e noi non ti lasceremo solo.
MICHELE: Io, Io… non ho bisogno di cure. Siete voi che ne avete bisogno perché… perché siete     invidiosi di me. Lo siete sempre stati. Francesca esiste: io l’ho toccata e anche baciata. E ora     dite che non esiste ed invece esiste e se a voi non è simpatica è un problema vostro non mio.     E ora gentilmente uscite da casa mia.
(suona il campanello)
MICHELE: (mentre va ad aprire) Ora vado a vedere chi ha suonato dopo di ché… smammate.
(apre la porta) (è Lucia) (entra)
LUCIA: E così… Giovanni è gay? Ma ne siete sicuri?
NICOLA: Almeno io così ho capito.
MICHELE: In questo momento l’ultima cosa che penso è all’orientamento sessuale di Giovanni.
GUSTAVO: Tu no, ma io sì. Lucia, perché quella domanda
LUCIA: Perché, secondo me, se Giovanni è gay io sono Anita Garibaldi.
GUSTAVO: Per favore continua.
LUCIA: Che vuoi che ti dica. Si rideva, si scherzava e soprattutto si beveva. All’improvviso     Rosalba ha chiesto a Giovanni come baciano i gay e lui ha risposto che se le andava glielo     dimostrava.
NICOLA: Sicuramente scherzava.
LUCIA: Ma quando mai. Giovanni ha afferrato Rosalba, l’ha abbracciata e…
GUSTAVO: …e…che cosa?
LUCIA: Che ne so… dopo un quarto d’ora di musso con musso io me ne sono andata in silenzio.     Per non fare rumore ho anche lasciata la porta socchiusa. Sicuramente saranno ancora     incollati.
GUSTAVO: No… non ci credo, non può essere… il mio Giovannuccio. Vado a verificare di         persona.
LUCIA: Vai prima che si stacchino.
(Gustavo esce di corsa)
MICHELE: Spero che tu Lucia ti sia sbagliata. Questo mi dispiace. Ma ciò non toglie che io non     dimentichi quello che mi avete detto a proposito di Francesca.
LUCIA: Perché che gli avete detto
NICOLA: Poi te lo spiego. Intanto noi andiamo.
(Nicola e Lucia escono dalla porta esterna)

SCENA 6

(dalla porta interna esce Francesca, si vedrà, resta in silenzio)
MICHELE: Li hai sentiti?
FRANCESCA: Certo che ho sentito e… mi dispiace per Gustavo.
MICHELE: Dispiace anche me… ma non mi riferivo a Gustavo, ma a noi. (pausa) Che assurdità.     Secondo loro tu non esisti, sei solo frutto della mia     fantasia. Pazzi. I pazzi sono loro non io.
FRANCESCA: tu non sei pazzo
MICHELE: lo puoi dire forte che non sono pazzo
FRANCESCA: e non lo sono nemmeno loro…
MICHELE: … e non lo sono nemmeno lor… Scusa, non ho capito. Se non sono pazzi vuol dire che     ti vedono e se ti vedono vuol dire che mi stanno mentendo dicendo che non ti vedono…
FRANCESCA: Non mentono, non mi vedono e non sono pazzi Michele. Loro… non possono     vedermi. Tu si.
MICHELE: Non ci sto capendo niente Francesca.  Loro non ti vedono ed io sì. Io ti vedo, ti tocco e     ti sento. Sento il tuo odore, ogni tuo respiro. No… non può essere; perché se così fosse io     sarei pazzo ma, io… io non sono pazzo perché tu ci sei… perché tu esisti.
FRANCESCA: Ed io esisto… ed esisterò fin quando tu vorrai. Poi sparirò per sempre dalla tua vita.     Ora per favore accompagnami alla porta.
MICHELE: (l’accompagna alla porta, la apre) Ma io non voglio che tu sparisca dalla mia vita
(Francesca lo guarda per un secondo e poi esce)

SCENA 7

(Appena uscita suona il campanello) (Michele apre di colpo la porta) (E’ Gustavo)
MICHELE: Ah sei tu… credevo fosse Francesca…
GUSTAVO: Sono distrutto Michele. Tutto vero è. Ho aperto la porta piano, piano ed ho visto     quello che ha detto Lucia, incollati musso con musso ma con un particolare in più.     Rosalba… aveva le zinne di fuori…
MICHELE: Va bene calmati… sono sicuro che ci sarà una spiegazione
GUSTAVO: Ma quale spiegazione. Più chiaro di così? Ci pensi… mi ha fatto cornuto ancora prima     del tempo e con chi? Con una donna… che schifo. Ma basta. Dico basta con gli uomini… se     posso mi faccio prete e faccio il voto di castità. Ho deciso: Chiuderò a chiunque la porta del     cuore e butterò la chiave.
MICHELE: Ci potrà sempre essere qualcuno che la trovi e ti riapre la porta.
GUSTAVO: Com’è capitato a te. No grazie. Preferisco di no. Comunque adesso io vado. Vado ad     ubriacarmi in qualche bar. Ciao amico e… salutami a Francesca.
(esce porta esterna)

SCENA 8

(Suona il campanello a mo’ di Francesca)
MICHELE: Ancora? E che sta succedendo (apre… è Francesca) Ah… sei di nuovo tu? Entra.
FRANCESCA: Ho visto Gustavo andare via…
MICHELE: Tu hai visto Gustavo… ma Gustavo, di sicuro, non ha visto te.
FRANCESCA: Già… non mi ha visto. Mi dispiace che soffra. Non è giusto soffrire per amore.     L’amore è gioia… non può essere sofferenza. Un cuore che non ama non è un cuore felice.
MICHELE: So… cosa significa quando si perde un amore. Il cuore è felice fin quando dura     l’amore, ma quando l’amore cessa… tutto diventa triste… soprattutto il cuore
FRANCESCA: E’ questo il punto Michele: l’amore non deve cessare. Puoi perdere una donna, un    amico che ami…  ma mai… devi chiudere la porta del cuore all’amore. Devi essere     eternamente innamorato… dell’amore. Solo così sarai sempre felice.
MICHELE: Chi sei Francesca… chi sei!
FRANCESCA: Una che ti vuole tanto bene…
(va via….esce)

SCENA 9

(Appena uscita suona il campanello) (Michele apre di colpo la porta) (E’ Roberta)
MICHELE: Francesca… (credendola ancora Francesca)
ROBERTA: Veramente non mi chiamo Francesca
MICHELE: Ah mi scusi, credevo fosse una mia amica che è appena uscita e che lei sicuramente     avrà visto.
ROBERTA: Veramente non ho visto nessuno
MICHELE: Immaginavo. Comunque andiamo a noi. Non mi ha detto il suo nome e il motivo della     sua visita.
ROBERTA: Glielo dico qui, davanti la porta? o mi permette di entrare?
MICHELE: Mi scusi ma, al momento non ci sto con la testa. Prego si accomodi pure sul divano.
ROBERTA: Grazie (si siede)
MICHELE: (resta in piedi) Allora? Mi dica pure.
ROBERTA: Già. Io mi chiamo Roberta e sono una sua nuova vicina di casa
MICHELE: Come che ha detto?
ROBERTA: Che mi chiamo Roberta…
MICHELE: No questo… mi interessa quello che ha detto dopo
ROBERTA: Ho detto che sono una sua nuova vicina di casa. Infatti abito nel portone qui accanto.
MICHELE: Quindi lei è una mia nuova vicina? Aspetti qui per favore… non si muova di un solo     millimetro…  (va di corsa alla porta chiamando ad alta voce) Rosalbaaaaaa (fino ad uscire     completamente per rientrare con Rosalba che tira per un braccio)
ROSALBA: Ma sei impazzito completamente? E poi non sono sola… (non si accorge di Roberta)
MICHELE: So bene che sei con Giovanni. Zitta per favore e chiudi gli occhi
ROSALBA: Che devo fare?
MICHELE: Zitta e chiudi gli occhi
ROSALBA: Va bene… se è per farti contento. Chiusi (chiude gli occhi)
MICHELE: (la tira e la mette di fronte dove è seduta Roberta) Ecco. Ora dimmi se la vedi. Dimmi     se la vedi.
ROSALBA: Chi dovrei vedere? Io non vedo niente.
MICHELE: Lo sapevo, lo sapevo, non la vede… sono impazzito. Nemmeno questa esiste.
ROSALBA: ma come faccio a vederla… mi hai detto tu di tenere gli occhi chiusi
MICHELE: Quindi hai gli occhi chiusi e non la vedi. E apri sti cazzi di occhi e guarda davanti a te.
ROSALBA: (apre gli occhi) Buongiorno signorina. Io sono Rosalba
ROBERTA: Ed io Roberta.
MICHELE: Allora la vedi anche tu?
ROBERTA: Perché… non dovrebbe vedermi?
ROSALBA: E’ una storia lunga che poi ti racconto, per ora non posso perché…
MICHELE: …Perché non sei sola. Ti ringrazio di cuore e vai pure che Giovanni ti aspetta.
ROSALBA: Ah già Giovanni… Arrivederci Roberta e ancora piacere, ci rivediamo.
ROBERTA: Arrivederci.
(Rosalba esce)
MICHELE: Quindi lei si chiama Roberta, è una mia nuova vicina di casa ed è… visibile a tutti.
ROBERTA: A meno che decida di non farmi vedere nascondendomi…
MICHELE: Certo… a meno che non si nasconde. Questo un po’ tutti. Poi si sa… al giorno d’oggi     c’è chi si vede e c’è chi non si vede. C’è chi esiste ma non si vede e c’è chi non esiste ma si     vede… insomma ce n’è di tutti i tipi…
ROBERTA: giusto… di tutti i tipi e per tutti i gusti. Sto notando che tu, a proposito posso darti il     tu?
MICHELE: Si, si… con piacere, diamoci il tu.
ROBERTA: Allora caro vicino, ti vedo piuttosto nervosetto…
MICHELE: In effetti lo sono. Ultimamente me ne sono successe di tutti i colori
ROBERTA: E di Francesca… che mi dici
MICHELE: Francesca? che ne sai tu di Francesca
ROBERTA: So quello che mi ha raccontato un nostro amico che abbiamo in comune. Gustavo
MICHELE: Quindi conosci Gustavo. Bell’amico che racconta i fatti miei in giro.
ROBERTA: Me lo ha raccontato perché ti vuole bene e ti vuole aiutare
MICHELE: Lo so che mi vuole bene, anch’io gliene voglio.
(suona il campanello a mo’ di Francesca)

SCENA 10

MICHELE: Il campanello. Scusa, vado ad aprire.
ROBERTA: Io non ho sentito nessun campanello.
(Michele apre, entra Francesca)
MICHELE: Entra Francesca. Siediti pure sul divano.
ROBERTA: Quindi è entrata Francesca.
MICHELE: Si, è qui… ma è inutile che te la presenti, tanto non la vedi e nemmeno puoi sentirla.
FRANCESCA: Però puoi vedermi e sentirmi tu.
MICHELE: Certo. Io ti vedo e ti sento. Puoi parlare liberamente.
ROBERTA: Che succede Michele.
MICHELE: Niente, niente non ti preoccupare, sto solo parlando con… non lo so nemmeno io con     chi sto parlando.
FRANCESCA: Stai parlando con me Michele. Ed io ci sono. Ancora per poco ma ci sono.
MICHELE: Che vuoi dire con questo
ROBERTA: Stai sempre parlando con… Francesca
FRANCESCA: Voglio dire che ho esaurito il mio compito.
MICHELE: Che compito Francesca. Mi dici chi sei?
FRANCESCA: Io… sono colei che ti ha riportato la chiave della porta del cuore che tu avevi         buttato via alla morte di Nicoletta. Io sono l’amore. Innamorandoti di me ti sei nuovamente     innamorato dell’amore e hai riaperto    la porta al cuore. Sarà Roberta a prendere il posto di     Nicoletta è lei il tuo vero grande amore.
MICHELE: Ma, ma che dici. Come faccio ad essere innamorato di Roberta se neanche la conosco.
ROBERTA: Perché… ti sei innamorato di me?
MICHELE: Non ancora… ma mi sembra di si.
FRANCESCA: Addio Michele… Ti auguro ogni bene.
(ed esce porta esterna)
MICHELE: Aspetta Francesca… non te ne andare (la segue ed esce)
ROBERTA: Eiii ma dove vai… e ora che faccio. Bho? Aspetto qua.
(Chiude la porta che suona il campanello)

SCENA 11

(Roberta apre la porta. Entrano Rosalba e Giovanni)
ROSALBA: C’è permesso?
ROBERTA: Prego, entrate pure. Ci sono solo io però. Michele è appena uscito
GIOVANNI: Si, l’ho visto… saliva le scale di corsa
ROSALBA: Forse inseguiva Francesca
ROBERTA: Già, Francesca. Un momento fa era qui e parlava con Michele
GIOVANNI: Perché tu l’hai vista?
ROBERTA: No e neanche sentita, però c’era
(Suona di nuovo il campanello)
ROSALBA: vado io ad aprire (Apre. Entrano Nicola e Lucia) Prego, accomodatevi
LUCIA: Buongiorno… Nicola, hai visto chi ci ha aperto? La pornografica
ROSALBA: Non esageriamo… per un bacino
NICOLA: Buongiorno
GIOVANNI: Mi pare il caso che vi dia qualche spiegazione.
LUCIA: Mi pare proprio il caso. Povero Gustavo. Lo hai fatto cornuto
ROBERTA: Scusate, fatemi capire. Ma Gustavo non si deve sposare con Giovanni?
NICOLA: Si doveva… poi Giovanni ha conosciuto Rosalba ed ha cambiato… parrocchia.
GIOVANNI: Mi dispiace ma, al cuore non si comanda.
ROBERTA: Ho capito tutto. Ma dal momento che non mi presentate lo faccio da sola. Io sono    Roberta, un’amica di Gustavo, di Giovanni e da oggi anche di Michele.
NICOLA: Ah si… Roberta. L’amica psicologa.
(Suona di nuovo il campanello)

SCENA 12

ROSALBA: Hanno suonato, vado io.
LUCIA: No, vado io, tu fermati. Questa è la casa di mio cognato.
(Rosalba va ad aprire) (entra Michele)
MICHELE: Vedo che siete tutti qui. Anzi no, manca Gustavo. Con Roberta vi siete presentati,     spero.
LUCIA: Tutto fatto. Sappiamo che è la tua psicologa
MICHELE: Ah… quindi sei la mia psicologa.
ROBERTA: Si, però…
MICHELE: Non ti preoccupare, non importa. Del resto credo che una psicologa mi serva, meglio se     vicina e amica o compagna…
ROBERTA: Bè… questo poi vedrà.
ROSALBA: E Francesca… non è con te?
MICHELE: La vedi? No, non la vedi. Quindi non c’è. A proposito. Sono salito al piano di sopra.     Non so cosa possa essere successo. Non trovo più nessun appartamento. Sopra c’è sopra un     terrazzo con delle lenzuola stese.
ROSALBA: Certo… quelle lenzuola sono le mie.
NICOLA: Sono felice fratello. Questo significa che sei guarito
MICHELE: Guarito? Non lo so. Confuso sì. Nella mente ho immagini sbiadite di Nicoletta che mi     saluta, poi di Francesca che mi sorride e poi… di Roberta e l’immagine diventa nitida. Non     capisco Roberta. Spiegamelo tu che sei psicologa.
ROBERTA: Sei solo stanco. Hai bisogno di riposo. Col tempo dimenticherai tutto. Ti aiuterò io.
(suona il campanello)

SCENA 13

LUCIA: Vado io, vado io.
(va ad aprire) (E’ Gustavo)
GUSTAVO: (resta sul posto in piedi) Salve a tutti. Forse disturbo?
MICHELE: Che dici Gustavo, entra pure accomodati
GIOVANNI: Gustavo… io ti devo delle spiegazioni. Perdonami
GUSTAVO: Assolutamente no. Non mi devi spiegazioni. Va bene così Giovanni.
ROSALBA: E allora perché entri e non ti accomodi
GUSTAVO: Scusate, ma… io non sono solo. Con me c’è un… amico.
MICHELE: E che importa Gustavo, gli amici tuoi sono amici miei, fallo entrare.
GUSTAVO: Allora, un attimo e lo faccio entrare. (Gustavo esce e rientra, ma da solo) Signori,     voglio presentarvi colui che mi ha ridato la voglia di vivere. La sua dolcezza mi ha     conquistato. Colui che mi ha riaperto la porta del cuore. Lui è… Luciano. (indica un punto     dove non c’è nessuno.)(Gli altri si bloccheranno con lo sguardo puntato in quel punto)

FINE