Prove d’amore

di

Mauro Eberspacher



Personaggi:
Elena
Marco
L’amica


Ambientazione
L'ufficio, squallido, è nella penombra di un pomeriggio avanzato la cui luce passa a fatica dalla finestra oscurata da una veneziana chiusa, sporca e sbilenca. Al centro un tavolino economico ex_cucina od ex_ufficio con annesse seggiole spaiate; in verticale, o quasi, su di esso pende un lampadario a lampadina; sul fondo una piccola libreria vuota o contenente alcuni vecchi fascicoli che penzolano disordinatamente. In un angolo una poltroncina da sala d'attesa di studio medico, memore di tempi migliori, è occupata da una persona immersa nell'oscurità...


Scena 1
Si ode il rumore di chiavi mosse all'esterno; una di esse viene infilata nella serratura che qualcuno apre; la porta del locale viene aperta e richiusa; nella penombra entra Elena che a stento riconosce la sagoma del tavolo ed inciampa in qualche sedia imprecando; poggia la borsa sul tavolo e va lungo le pareti alla ricerca dell'interruttore; nel corso di questa ricerca, all'interno della borsa, suona un cellulare: nella penombra Elena accorre verso il tavolo travolgendo un paio di sedie, fruga a lungo nella borsa ed infine lo estrae.

Elena Pronto...sì? (irritata) No, chi è lei, scusi: non sono stata io a chiamare... Bea! Sei tu?! Ma sei scema, sei; ma ti pare che telefoni e chiedi chi parla?... No, non si fa: non solo è da maleducati, ma se ti risponde qualcuno che ha da fare, o è impicciato con qualcosa, puoi anche rimediare una parolaccia... sì, in questo momento ho da fare... ma non è possibile! Può essere che ogni volta che qualcuno è occupato secondo te deve stare al bagno?... non c'è nessuno... che pezzetto?... MA QUALE CARTA IGIENICA? BEA! T'HO DETTO CHE NON STO AL BAGNO! ...Basta, basta: dimmi cosa vuoi. ... Nella pizza? Le solite cose...L'origano...Un pizzico di pepe...E poi, e poi, ma mettici quello che ti pare! E adesso lasciami stare che ho da fare per davvero... Sto in un postaccio squallido per vedere se mi danno una parte in una commedia... ma che ne so, ha combinato tutto Giusi, la “Palestrata”; mi ha detto: "Elena, ti ho rimediato una cosa davvero fantastica! Un lavoretto su misura per te, non puoi dire di no. E non mi dirai che hai qualcosa di meglio da fare!" e così adesso sto in una specie di ufficio di seconda mano, al buio... macché brividi, devo solo trovare l'interruttore... Ecco, brava, e mentre tu rispondi al citofono io riattacco che mi do da fare; se non scappa fuori nessuno entro cinque minuti, giuro che passo a trovarti, sennò... va bene se non ti chiamo io, mi chiami tu, ma adesso vai a rispondere, va... ciao, ciao. (riattacca)
Elena riprende la sua ricerca, casualmente evitando la poltrona, finché trova l'interruttore. La luce inonda crudamente la stanza lasciando in ombra il volto dell'Uomo che, seduto nella poltrona, segue le azioni seguenti di Elena senza farsi notare. Ella, senza sapere di dargli le spalle, si avvia al tavolo, vedendo che su di esso c'è una cartellina.
Elena (prendendo in mano la cartellina, legge il frontespizio) "Elena"... (dà un'occhiata in giro) Cavoli, sembra di essere in un film di spionaggio. (la apre e ne estrae un fascicolo) "Il piacere di dirsi addio" di Jules Renard... (dopo un attimo di perplessità) Ma cos'è, uno scherzo? (alza la voce guardandosi intorno) E' uno scherzo, vero?, molto divertente davvero, bravi! Dov'è la telecamera nascosta? No, c'è un microfono, eh?, magari sotto una sedia, o sotto il tavolo...(aspetta, in attesa che si faccia vivo qualcuno, ma dopo che solo il silenzio le ha risposto, urla isterica) Chi cazzo s'è inventato 'sta buffonataaaa?

Scena 2
L'Uomo (con estrema calma) Io.
Elena (sorpresa, lancia un grido altissimo e fugge all'angolo opposto della scena) Ah! Chi è? Chi sei? Che vuoi da me? (l'Uomo non aggiunge altro e rimane seduto) Brutto cretino, deficiente, farabutto, hai un bel coraggio a prendere alle spalle una donna sola, indifesa... (alle ultime parole l'Uomo ha iniziato a ridacchiare sommessamente) ...che ti ridi, eh? Brutto scemo, che ti ridi? M'hai fatto paura, eh? Vuoi sentirti superiore, come i bambini, tendi gli agguati alla preda... Ma non lo sai che la preda può fartene pentire, eh?
L'Uomo (alzandosi dalla poltrona) Ah, sì? E cosa mi faresti?
Elena Ma chi sei? Io questa voce l'ho già sentita...
L'Uomo avanza fino a portare il proprio volto sotto il cono di luce della lampadina; ha un'espressione sardonica, si vede che la situazione lo diverte.
Elena Tu! Marco!
Marco Proprio io!
Elena, superato il primo moto di sorpresa va al tavolo, tremante, prende la borsa e s'avvia con decisione alla porta
Marco (l'afferra per un braccio, canzonatorio) Ma dove vai... era solo uno scherzo, dài, è proprio vero che non sei cambiata, eh? 
Marco trattiene Elena che, senza rispondere, tenta di divincolarsi in modo sempre più violento, finché la situazione degenera in una vera e propria lotta muta tra Marco che cerca di non mollare la presa e Elena che, a testa bassa, lo colpisce con pugni, calci, borsettate; infine Marco la lascia platealmente
Marco E basta; va, va... e vattene! Sei una gatta arrabbiata, come sempre! Ma guarda te se mi devi riempire di botte...Volevi andare via? Esci!
Elena è rimasta appoggiata alla parete, con voce roca, rotta da un pianto isterico
Elena Stronzo!...
Marco Proprio io!
Elena ...Stronzo, stronzo, stronzo... sei sempre lo stesso...
Marco Ma che dici?
Elena ..."va...vattene..." (all'improvviso violenta) Ma chi cazzo sei? Chi ti credi di essere? Non sei tu a dire a me di andarmene! Non puoi dire a nessuno qualcosa di simile! Se resto è perché lo decido io! Se me ne vado è perché lo decido io! Se chiunque al mondo vuol fare qualunque cosa lo decide da solo e non chiede prima il tuo permesso! (piano)...stronzo!
Marco (dopo un attimo di sorpresa, confuso) Non mi sembra...
Elena (ricomponendosi alla bell'e meglio) Niente, niente. E' stato un vero dispiacere, come sempre. Tanti saluti a casa. (fa per andarsene)
Marco No, resta! 
Elena esita, poi con una smorfia di disgusto riprende vigore e sta per uscire
Marco (poco più che mormorando)...per favore.
Elena (Si arresta. Si volge a guardarlo incuriosita. Un tempo) No?! Il Grande Marco ha chiesto "per favore"! A me? All'umile ancella? Cos'è successo: i sacrifici umani si sono un po' ridotti negli ultimi tempi? O è la crisi delle vocazioni?
Marco E smettila!
Elena Puoi giurarci! (esce)
Scena 3
Marco rimane un po' dove si trova, poi accosta una sedia al tavolo e, dopo un altro momento, prende a sfogliare il copione che Elena ha lasciato sul tavolo. All'improvviso rientra Elena; si dirige decisa al tavolo; strappa dalle mani di Marco il fascicolo e lo brandisce minacciosa

Elena C'è una persona che avrà parecchio da spiegarmi! (e si avvia all'uscita)
Marco (quasi fra sé, rapidamente) Giusi non sa niente. Per quanto ne sa, in questo momento tu stai partecipando ad un provino per la parte di Ofelia in una produzione molto all'avanguardia con un regista molto famoso...
Elena (Si ferma e si volge) E chi le ha detto...
Marco Io.
Elena Un momento: tu conosci Giusy?
Marco La “Palestrata”? (sottintendendo qualcos'altro) ...abbastanza...
Elena (dopo un attimo che le occorre per afferrare il sottinteso) Brutto maledetto! Abbindolarne una in più o in meno, non fa molta differenza, vero?
Marco Devi avere un concetto di me molto alto per credere che io possa "abbindolare" chi mi pare. In questo caso, però, sì, l'ho "abbindolata". Almeno un po'...
Elena E perché?
Marco C'è bisogno di un "perché" ? Ha un fisico notevole…
Elena …brutta come la morte, fiato spaventoso, quattro peli in testa… Non ha mai avuto un uomo che non volesse qualcos'altro da lei. E tu? Cosa cercavi oltre al suo reggiseno?
Marco Che brutta idea ti sei fatta di me…Non potrei essere più onesto…
Elena No!
Marco …più disinteressato…
Elena No! (Marco non insiste) Bene. Adesso che abbiamo sistemato un po' le cose puoi dirmi perché ti sei dato da fare con Giusy: ci tengo a lei ed ai suoi sentimenti; perché è una cozza disperata non vuol dire che meriti la tua disonestà. (Marco non ribatte) Allora?
Marco Così… Non m'è venuta un'idea migliore per...
Elena Per... ?
Marco Niente.
Elena (dopo una vana pausa di attesa) Beh, se non hai niente da dire, io non ho più niente da ascoltare. (Si avvia)
Marco Non è come credi...
Elena (Per la seconda volta si arresta. Si volge a guardarlo) E come credo?
Marco E' tutto vero, in fondo. C'è uno...non credo che tu lo conosca…
Elena E tu prova!
Marco Mario Saldati.
Elena (non lo conosce) Prosegui.
Marco (Dopo un breve cenno di ringraziamento) Uno, dicevo, che ha intenzione di rimettere su lo spettacolo. Lo vide, a suo tempo; gli piacque e adesso ha intenzione di finanziarci se siamo disposti a rimetterlo in scena; si va un po’ in giro e a noi tocca il 35 per cento degli incassi netti. Io gliel'ho detto: in fondo sono passati tre anni e non è sicuro che tu sia disponibile... Quindi... ecco tutto. Non so come stia tu a soldi, ma credo che anche se hai altro da fare un'occasione come questa non sia da buttare: in fin dei conti ci pagano, è tutto organizzato, e con poche prove siamo pronti. Che ne dici?
Elena, appoggiata allo stipite, mentre Marco parlava si è accesa una sigaretta e nel corso delle battute seguenti fuma nervosamente, mentre Marco sembra riacquistare un po' di fiducia in sé e nel controllo della situazione
Elena I soldi sarebbero uno degli ultimi problemi.
Marco Allora?
Elena Come “allora”, eh? Come se niente fosse successo...? Io… io non ho mai conosciuto una persona più schifosa di te! Non è per il fatto di essere stata mollata: succede a tante, specialmente con te. No: è stata la doppiezza, il tradimento, la viltà, la bassezza morale di un piccolo arrampicatore privo di scrupoli! (Durante gli insulti di Elena, Marco tenta di protestare, ma lei, scatenata, lo zittisce) Ti serviva un bel personaggio per farti notare? Bene: quale strada più facile delle gonne della prima attrice? Compito sin troppo facile: due moine, un mazzo di fiori e questa cretina cade come una pera cotta! C’ avevo creduto, pensa! Non avevo ragionato neanche un momento sull'importanza che poteva avere il mio ruolo sul palcoscenico. Ma io ero solo una breve tappa, magari scomoda e seccante, sulla via del successo: puntavi in alto tu! Si fa per dire, perché può anche capitare che la figlia del produttore non rispetti il canone della valchiria supervitaminica, ma sia più larga che alta, col cervello appena sufficiente a comprare le scarpe senza sbagliare la misura – scusa, non ricordo: porta il 47 o il 48 la tua amichetta ? - 
Marco Portava.
Elena Ma come, il tuo luminoso futuro con tale bellezza è già un triste passato? Non dragate più il Corso, avanti e indietro, vicini vicini come due tortorelle per cercare un negozio che venda mutande da elefante per la signorina?
Marco Sei disgustosa.
Elena Disgustata. E’ più esatto. Dicevo: non fate più coppia fissa? Certo il fatto che il padre dopo pochi giorni abbia fatto bancarotta e sia fuggito ai Caraibi lasciando tutta la famiglia col culo per terra non c’entra nulla! Non te la prendere: hai avuto il maestro che meritavi.
Marco Perché ti accalori tanto? Il tempo è passato...
Elena Per me sì, ma non per la tua statura morale. (Un attimo prima che Elena riprende vigore Marco alza la mano per chiedere la parola) Hai qualcosa da dire?
Marco Si. In primo luogo lo so da me di essermi comportato in maniera inqualificabile…
Elena Inqualificabile! Posso suggerire qualche altro termine?
Marco No, me li immagino. Non è stato facile per me organizzare questo incontro: sapevo benissimo cosa mi aspettava. E…hai ragione, hai tutte le ragioni; coprimi d’insulti, prendimi a schiaffi, fai quello che vuoi, io…io non ho niente a cui appellarmi. Non sono qui a chiederti scusa, so che sarebbe inutile. E sbagliato. E’ solo che c’è la possibilità di raggranellare qualche soldo senza tanta fatica e a me un po’ di soldi servono, eccome … (si ferma un momento ad osservare la reazione di Elena, ma lei, seccata, gli fa segno di proseguire) Con te riuscirei a farcela. E tu con me. Dobbiamo solo riuscire a metterci alle spalle il passato. Per un po’ almeno. Sono solo affari, prendila così. Quello che è stato è stato. Adesso la situazione è diversa: c’è questa occasione da cogliere.
Elena E...per questa semplice occasione era necessario mettere in mezzo Giusi?
Marco Secondo te io non sarei capace di avere una storia con qualcuna senza un secondo fine?
Elena Già.
Marco Senti: su questa strada non ti seguo. Se vuoi rinunciare va bene, mi cercherò un'altra. E' un peccato perché...
Elena No, la proposta la faccio io: io tralascio di cercare la verità sul tuo interessamento per Giusi, o meglio per il patrimonio di suo padre – perché, guarda caso, stiamo parlando di un’altra figlia di cospicuo patrimonio - e tu mi risparmi il mercanteggiamento sulla commedia, ok? Non sopporto questi argomenti: "l'affare è ottimo, lo dico per lei, ma se non se la sente tanto peggio: qua fuori c'è la fila..."
Dopo una pausa tesa, Marco estrae da una tasca un fascicolo analogo a quello di Elena, poi si siede al tavolo e apre davanti a sé il copione
Marco Sta bene: tregua armata, allora.
Elena Un momento, un momento; prima hai detto che potevo coprirti d’insulti, così hai detto, no?
Marco Beh, si.
Elena E anche che potevo prenderti a schiaffi…permetti? 
Si avvicina a Marco e gli molla uno schiaffo sonoro. Dopo una pausa di raccoglimento gliene dà un altro, poi un altro. Prima di rimanerci tramortito, Marco, che all’inizio non aveva reagito, ferma Elena afferrandole le mani. Rimangono un momento così, accalorati, guardandosi negli occhi. Poi lei sottrae i polsi, si ricompone e riprende il copione 
Elena Cominciamo?
Marco Si.
Elena Proviamo qui?
Marco Si.
Elena L'Excelsior! Benissimo! Ma con tanti spettatori non ti vergogni?
Marco Che spettatori?
Elena Ad occhio e croce tra pulci e pidocchi ci deve essere una densità di popolazione che neanche in Cina.
Marco Divertente. Allora, cominciamo?
Dopo un attimo di esitazione, in cui ancora avrebbe potuto tirarsi indietro, Elena siede al lato opposto
Elena Cominciamo.

Scena 4
Marco si alza, va all'angolo e, simulando l'entrata)
MAURIZIO (calcando le parole) Buongiorno, bella e cara amica.
BIANCA (Con minore affettazione) Buongiorno, amico mio. (Maurizio vuole abbracciarla come sempre, per cortesia e per sfida del pericolo. Lei rifiuta) No.
MAURIZIO Oh, in amicizia.
BIANCA Basta adesso.
Marco Come: già basta?
Elena No, è la battuta: che c’è, non ci vedi?
Marco E’ che…l’avevi detta con un tono che avevo capito…Va be’, scusa, ricomincio?
Elena No, no, andiamo avanti.
Buio
------------o-------------
Luce
Salvo dove diversamente indicato, questi "Buio-Luce" prevedono ogni volta una luce di qualità diversa(diagonale, dall'alto, lievemente colorata…)
MAURIZIO Malgrado tutto penso, posso dirlo? Oh! io posso dirvi tutto...(Va a sedersi sul pouf di fronte a Bianca) Penso a quelle vendette al vetriolo...
BIANCA Ah! volete conoscere le mie intenzioni! Ebbene, amico mio, abbandonate queste idee. Vi danno un'aria candida, spaurita. Ed è abbastanza brutto un uomo che ha paura! Poiché avete paura e vi terrete sulla difensiva, col braccio alzato come uno scudo. 
Elena tace un momento 
Marco Avanti: “ I santi rideranno nelle loro nicchie. Lo meritereste, il vetriolo… ”
Elena (osservando Marco) stavo osservando una singolare coincidenza… 
Marco Che…? 
Elena (un tempo) così, un’impressione. (riprende, declamando ostentatamente) 
BIANCA Lo meritereste, il vetriolo... Ma io avrei paura di bruciarmi il vestito!
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO (rassicurato) Vi ringrazio.(Si alza, la tavola li separa) Veramente non siete una donna come tutte le altre.
BIANCA Nessuna donna è come le altre. Che donna sono io, dunque?
MAURIZIO (prendendo la mano di Bianca) Una donna di tatto.
BIANCA Poiché tutto è stato deciso, fermo là!
MAURIZIO D'accordo. Oh! fino a questo nostro ultimo incontro siamo stati perfetti. Ma è la mia ultima visita. Non ci rivedremo più.
BIANCA Ci rivedremo da amici. Lo dicevate anche voi poco fa.
Marco (interrompe bruscamente) Scusa, ho sete. (si dedica ad estrarre una bottiglia di acqua minerale e dei bicchieri di plastica)
Elena Di questo passo non finiremo mai!
Marco …vuoi anche tu ? …
Elena No, basta che ti sbrighi.
Marco (manda giù due bicchieri tutti d’un fiato) Ecco fatto, possiamo riprendere.
Elena Sicuro? Tutto a posto?
Marco Sì, grazie.
Elena Uno stuzzichino? Qualche oliva?
Marco (cogliendo l’ironia) Avevo sete! Quando avrò fame te lo dirò, grazie per la premura. Adesso riprendiamo.
Elena (fingendo distrazione) Benissimo! Come vuoi. Quando vuoi. (si mette in attesa)
Marco (dopo un attimo) Toccava a me?
Buio
------------o-------------
Luce

BIANCA Non ho nulla da rimproverarvi. Quando mi sono data a voi non sapevo forse che un giorno o l'altro avrei dovuto riprendermi? Se lo staccarmi da voi è stato penoso...
MAURIZIO Non finivamo mai di lasciarci. I nostri cuori s'erano proprio attaccati.
BIANCA Oggi sono nettamente staccati. 
Marco (interrompendo) Porca miseria, che sete: ma che avrò mangiato!?
Elena (si accende una sigaretta e, con intenzione) Mah! Certamente qualcosa di molto salato.
Buio
------------o-------------
Luce


Scena 5
MAURIZIO Che cosa bella! E' un piacere dirsi addio con voi.
BIANCA Anche con voi. 
Da questo momento Elena ha un accesso di risa che cerca, malamente, di contenere; Marco, pur disturbato, caparbiamente prosegue la propria battuta
MAURIZIO E' molto nobile ciò che stiamo facendo. E' talmente raro lasciarsi così! Ci siamo amati finché è stato possibile, come si ama una sola volta nella vita, e ci separiamo, perché bisogna separarsi, senza cattive maniere, senza la minima cattiveria. Senza nessuna amarezza.
BIANCA (soffocando le risa) Ci diciamo addio nel modo migliore.
MAURIZIO Diamo l'esempio di rottura ideal… 
A questo punto Elena non si riesce più a trattenere e scoppia in una risata sonora, fino alle lacrime, mentre Marco si affloscia su una sedia
Elena E’ troppo forte! Ma ti rendi conto?…Bellissimo! Aaah, era tanto tempo che non ridevo così! 
Marco (dopo un attimo) Fai ridere anche me?
Elena Ma naturalmente, tesoro, non vorrei che ti sentissi escluso: sarebbe… eccentrico!
Marco Che c’entra? Eccentrico che?
Elena Appunto: tu, con un addio sensibile ed educato non c’entri proprio niente! (e riprende a ridere) 
Marco Io sono sensibile…
Elena …come qualunque maiale! Aaaah, è bellissimo: sensibile come un maiale! Ma ti rendi conto: io dovrei usare tutto questo garbo nei confronti di un porco come te!
Marco No. Forse non mi sono spiegato: avevamo detto che avremmo lasciato da parte i nostri vecchi problemi…
Elena Io i miei vecchi problemi l’ho lasciati da una parte: è che sei tu a starmi davanti…forte questa! ! (e ride di nuovo)
Marco (dopo una pausa chiude il copione, lo poggia sul tavolo, si alza) Non ce la faccio. E’ inutile. Scusa tanto, ti ho fatto solo perdere del tempo. E ne ho perso anch’io. (si avvia alla porta)

Marco apre la porta ed allo stesso tempo con musica e luci si dà un effetto di rallentatore; Marco rallenta il movimento sino a fermarsi con la porta aperta; Elena emette un gemito. Stop

Elena (sgarbata, indicando il tavolo) Il copione! 

Marco si gira, lascia la porta, raggiunge il tavolo, afferra il copione; senza aggiungere niente torna verso la porta. Nuovamente l'effetto rallentatore, il gemito, lo stop prima che Marco esca

Elena Ma cosa t’aspettavi ?! 
Marco (risponde senza voltarsi, amareggiato) Niente, te l’avevo detto, niente più di un lavoro….
Elena Non m’incanti ! C’è dell’altro e non hai il coraggio di dirmelo… Già, scusa, prima qualcuno dovrebbe spiegarti di cosa s’intende con “coraggio”, “lealtà”, ed altre stupidaggini del genere.
Marco (torna indietro, si risiede. Parla quasi con fatica) La faccenda del lavoro è autentica…
Elena …oh, finalmente cominciamo...
Marco …e lo è anche la mia storia con Giusy…Tu puoi non crederlo, ma tra me e lei…
Elena …è solo una questione di denaro…
Marco Va bene, tu la vedi così…Quello su cui non sono stato del tutto sincero è l’avvio di tutta la faccenda. (si attende un’interruzione, ma Elena è rimasta in attesa degli sviluppi). Ho… dei problemi…investimenti sbagliati, contrattempi…
Elena …non hai un soldo, l'abbiamo capito. Avanti.
Marco …e così mi capita una telefonata da una vecchia conoscenza che mi propone di raggiungerlo in Brasile dove gestisce un'associazione culturale filo-italiana; io mi occuperei del settore spettacolo. Però devo preoccuparmi di portare materiale, presentarmi bene, comprare il biglietto dell'aereo, pagarmi qualche notte d'albergo… insomma, non si sa mai e così…
Elena Non dirmi che io sarei il salvadanaio da spaccare!
Marco Nessun salvadanaio. T'ho detto che la cosa è…importante per me. (si riscuote) Ma questo non significa che sia disposto a sopportare la tua acidità…
Elena Non sono io che sono acida, sei tu che…
Marco (la interrompe vivacemente) Appunto, vedi, è proprio questo! Una volta per tutte: che vogliamo fare? Hai o no interesse nella faccenda? Fanno comodo anche a te due soldi …
Elena Pensa ai soldi tuoi! 
Marco …o ne hai perfino troppi? (La butta sullo scherzo: le si avvicina incalzante) Perché in questo caso potresti anche farmi un prestito…
Elena Ma chi: io? 
Marco E dài.
Elena No, no, per carità! 
Marco E dài, su, bella bancona mia!

Elena scoppia a ridere; ridono insieme; forse involontariamente si è riformata per un momento l'antica complicità. Una pausa per accorgersene, recuperare la maschera e riprendere da dove si era lasciato. Senza altre parole Elena riapre il copione. Marco ne segue l'esempio. Le battute che seguono devono suonare via via più sciolte e naturali


Scena 6
BIANCA Ditemi la verità: la trovate carina ?
MAURIZIO Voi siete carina.
BIANCA Sto parlando di lei: la trovate carina?
MAURIZIO Fresca e giuliva come un romanzetto per adolescenti.
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO ………. Se parlo di lei in questi termini lo faccio per esservi simpatico.
BIANCA Non inteneriamoci, adesso.
MAURIZIO Non mi intenerisco. Stiamo parlando del più e del meno. Persino il signor Guireau potrebbe ascoltarci.
BIANCA Lasciate in pace il signor Guireau. (si alza e fa qualche passo per la stanza lentamente)
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO ….… … .. Io vi ho dato un mucchio di informazioni sulla mia futura moglie, esigo riceverne altrettante sul vostro futuro marito. Altrimenti crederò che mi nascondiate qualcosa. Questo duplice interrogatorio è la prova migliore della nostra buona fede.
Marco A proposito… Non c'è nessun "Signor Guireau" ad aspettarti stasera? 
Elena (irrigidendosi) In che senso?
Marco No, scusa, non vorrei che equivocassi: chiedevo soltanto, en passant, se… hai la fortuna di… passare il tempo con qualcuno, in questo periodo.
Elena Giusy non t'ha informato?
Marco Non sempre si tengono gli amici aggiornati.
Elena Già, quindi figurati quelli che neanche lo sono.
Marco (incassando) Proseguiamo?
Buio
------------o-------------
Luce

Scena 7
MAURIZIO ………………… Come si chiama?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO E nell'intimità?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO Ma voi come lo chiamate?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO Sempre ‘Guireau’?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO E... cosa fate?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO Si limita a baciarvi sulle tempie?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO E dopo, quando la conversazione è finita e la musica tace?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO Preferite che indovini?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO E se venisse a conoscenza della nostra relazione?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO Ancora una domanda. La pongo per ridere, come se chiedessi ad una bambina: chi ami di più, il papà o la mamma? (Con gravità) Se io ve ne pregassi, rinuncereste al signor Guireau?
Buio
------------o-------------
Luce
(La battuta che segue viene ripetuta altre due volte con accenti ed illuminazioni sempre diverse)
MAURIZIO … Se io ve ne pregassi, rinuncereste al signor Guireau?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO … Se io ve ne pregassi, rinuncereste al signor Guireau?
Buio
Scena 8
BIANCA Ricordatevi che una sera voi m'offriste di sposarmi, di partire con me vivendo in una capanna abbandonata, col solo pane quotidiano, di andare in Algeria dove la vita è così a buon mercato. Che vi ho risposto?
Marco (Con esagerata leggerezza ) Di sì. 
Elena No. La battuta è: " Che la miseria vi spaventava, che il pane secco vi ripugnava, al pari della vita coniugale ". 
Marco Scusa, m'era sembrato divertente…(Davanti alla severità di Elena, Marco tace.)
Buio
------------o-------------
Luce
BIANCA Lo ricordate così bene dopo tanto tempo?…(prima di continuare Elena ha bisogno di un respiro)… Questo è tutto?
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO ……………… A quando il matrimonio?
BIANCA Quale?
MAURIZIO Il vostro.
Buio
------------o-------------
Luce
BIANCA …………… Ho cominciato beffandomi di voi: è la regola. E voi avreste finito per beffarvi di me, se non avessi preso le mie precauzioni.

BIANCA (legge)"Voi siete bella e buona. Vi amo completamente, il corpo, il cuore, amo la vostra anima e la sua ...". (Ride)
Buio
------------o-------------
Luce
MAURIZIO (legge con emozione crescente. e Bianca a poco a poco si volta) "Ho appena avuto il tempo, questa notte, di baciarvi. Non vi ho posseduta come desideravo, come un visitatore timido che ripassa, fuori del portone, quello che doveva dire, ho accarezzato tutto il vostro corpo, dai capelli ai piedi dicendomi: è là che avrei dovuto posare le mie labbra, è là, e ancora là; io non avrei dovuto, amica mia, alzare una sola volta la testa... ". (Lascia cadere la lettera) (Marco si avvicina ad Elena che, turbata, sembra incapace di reagire) Voi siete la donna che io sognavo... E ora vi lascio!
BIANCA (alzandosi debolmente) Maurizio, Maurizio, vi scostate troppo dal testo della lettera.
MAURIZIO (prendendo le mani di Bianca) Bianca, Bianca, io vi ho amato con tutto il cuore, (pausa durante la quale Marco la fissa) e in questo momento credo che voi siate la mia sola, vera donna.
(Le due battute che seguono vengono dette distrattamente, accavallate, dai due attori persi nei rispettivi sguardi)
BIANCA Via! Via! Vi prego, amico mio, vi riscaldate troppo. State dicendo delle sciocchezze e non vi permetterò anche di farne.
MAURIZIO Bianca, una sola parola e io mando all'inferno la Piccola e la sua ricchezza, le convenienze e il mio avvenire: rinuncio a tutto.
(Un tempo)
BIANCA Fareste questo?
MAURIZIO Subito. Provate.
BIANCA (Elena prende un respiro, poi, con gli occhi fissi su Marco, guardinga, riprende) Grazie. Fa sempre piacere. Ma non voglio dire quella parola. Taccio. Tacerò ostinatamente.
Con mossa repentina Marco le afferra le mani, ne bacia il palmo dell'una, poi dell'altra; Elena, sorpresa, si lascia sfuggire un piccolo grido, un no!, seguito da altri, sommessi…
MAURIZIO I tuoi occhi.
BIANCA Nemmeno la fronte.
MAURIZIO Le tue labbra, presto.
BIANCA Niente.
MAURIZIO Allora avrò tutto…
Marco, in preda ad un’improvvisa frenesia, tenta di abbracciarla, baciarla, mentre Elena sembra a metà strada tra una resistenza estenuata ed una resa rassegnata. Tra i due si viene a creare una specie di lotta muta; infine Elena si divincola con energia, alzandosi ed allontanandosi dal tavolo.
Elena Ah! Lasciami, lasciami! Che credi di fare, eh? 
Marco (abbozzando un movimento per seguirla) Io…Elena, senti…
Elena (indietreggiando per mantenere le distanze) E’ per questo che sei qui? Per mettermi le mani addosso? 
Marco (c.s.) No… no… per favore…
Elena (c.s.) Non ti basta… non ti basta quello che mi hai fatto… Tutto il male, la desolazione…
Marco (si ferma, impietrito) Lo so… non volevo.
Elena (gridando) Maledetto! Che ci fai qui? Perché sei ancora qui davanti a me? 
Marco (debolmente) Forse era inevitabile…
Elena Che cosa? Che cosa eh? Credi di essere il mio destino? Io ti ho cancellato! Ho asportato il mio passato con te come un pezzo di carne malata, sanguinante… Con le mani, coi denti… Faticavo a respirare, mi mancava l’aria, soffocavo al chiuso, all’aperto, tutto era saltato per aria, non mi rendevo conto delle ore, della pioggia, senza fame, sete… (sosta per riprendere fiato)
Marco (approfittando della pausa) Non sapevo…(s’interrompe per un cenno imperioso di Elena)
Elena No! Non parlare. Io ho perso tutto per causa tua. Sono stata sola. Sola! Tu non puoi sapere di cosa sto parlando. Mi è servito molto tempo prima di accorgermi che invece il sole continuava a nascere dopo la notte, che le mie orecchie sentivano le voci delle persone che parlavano, che il freddo, il caldo, li sentivo ancora. Ma lo sai che i fiori sono un miracolo continuo? Ho riconosciuto l’arrivo della primavera per un ramo che presentava le prime gemme e allora, solo allora ho sentito rinascere qualcosa, sono tornata in contatto con la realtà, ho ritrovato il senso delle cose, ho capito cosa avevo perduto durante il mio delirio privo di riferimenti… Poi, piano piano, sono tornata a vivere, a farmi vedere, a provare la valutazione degli altri… un passo dopo l’altro, con fatica, con tenacia, ma viva! Rialzandomi dopo ogni caduta, combattendo con la sensazione di abbandono che stava sempre lì pronta a ghermirmi, ma via, via! Ho imparato a respingerla, a voltarmi dall’altra parte, sentendomi rinascere… E tu questo non me lo toglierai. Non più. Io ho una vita, adesso; la tua morte non la voglio: tienitela.
Una pausa durante entrambi appaiono chiusi in sé stessi.
Marco Va bene. (pausa) Va bene così. Non potevo pretendere di più. (Marco raccoglie dal tavolo ciò che lo riguarda e si avvia all’uscita) Io…vado… (Non trova le parole e, dopo un indugio, esce)

Scena 9
Elena è rimasta immobile, attonita, mentre la luce in scena gradatamente si riduce fino ad illuminare solo lei. La voce dell’amica, al difuori della scena, interviene nel silenzio.
L’amica E così, se n’è andato senza dire altro.
Elena Sì. Solo quello. 
L’amica Nient’altro?
Elena No. 
L’amica E tu?
Elena Io sono rimasta lì ad aspettare. Credevo che tornasse. Ero pronta a rovesciargli addosso tante altre cose che volevo, dovevo dirgli…
L’amica Non ti sembrava di essere stata abbastanza dura?
Elena No! (dopo un attimo) Sì. Forse lo ero stata, ma era il minimo, ti rendi conto…?
L’amica Sì, sì, certo, stai tranquilla, è naturale…
Elena (agitata) …io non potevo limitarmi…non potevo, non potevo…era stato lui a farmi penare tanto, a causarmi tutti i guai che avevo passato. Per colpa sua. Lo sai anche tu : era colpa sua! (s’interrompe sopraffatta dall’emozione)
L’amica (dopo una breve pausa) Non c’è dubbio su questo. Lui ti aveva fatto del male…
Elena …e quanto…
L’amica … e poi tu…non sapevi…
Elena …No…
L’amica (nuova pausa) Ti sei pentita di averlo trattato così ?
Elena Cos’altro poteva aspettarsi ?
L’amica Ah, certo, niente, è chiaro.
Elena Quella era la realtà!
L’amica Sì.
Elena E potevo trattarlo anche peggio!
L’amica Hai ragione.
Elena …solo, dopo, una volta sola, quando ho capito che non sarebbe rientrato…che non sarebbe tornato mai più… se con lui, a questo punto, “mai più” poteva significare qualcosa… mi sono chiesta… (pausa) 
L’amica Che cosa ?
Elena Che voleva dire ? Cosa intendeva dire quando, andandosene, aveva detto: ”Non potevo pretendere di più” ?
L’amica Beh, aveva fatto un buco nell’acqua e perciò…
Elena No: poteva dire tante altre cose… No. Era come se lui si aspettasse tutto quello che era avvenuto… come se sperasse, capisci ? sperasse che le cose andassero in quel modo…
L’amica Ma cosa: la tua disponibilità a realizzare insieme quella commedia, o la tua reazione, o… cosa?
Elena …non lo so con precisione…forse tutto l’insieme… (pausa) 

Scena 10
L’amica E poi quel biglietto…
Elena L’ho visto dopo, quando sono riuscita a muovermi. Perché fino a quel momento i piedi non ne avevano voluto sapere. Mi son dovuta convincere del fatto che non sarebbe più tornato, che lo spazio che prima occupava era stato rilasciato, senza cauzione. Non c’era più. E allora (esegue) mi sono girata e mi sono diretta al tavolo, a riprendere le mie cose: la borsa, il copione, la matita… ed allora mi sono accorta del biglietto.
L’amica Non l’avevi visto prima ?
Elena No, doveva averlo lasciato lui, andandosene.
L’amica Cosa c’era scritto ?
Elena (leggendolo) “Le ultime battute.”
L’amica Mmmmh! Molto melodrammatico!
Elena No. Tu non sai, non puoi sapere. Io in quel momento ho capito che non sarebbe più tornato e che le sue parole di prima non erano casuali. Si riferiva alle ultime battute della commedia (estrae il copione dalla borsa)… 
L’amica E che dicono ?
Elena Aveva sottolineato le battute cui si riferiva(legge):

Scena 11
Elena legge le battute di Bianca, mentre quelle di Maurizio vengono lette, fuori scena, dalla voce di Marco
BIANCA Finora, eravate stato così saggio, giudizioso... Tutto andava così bene. Che vi ha preso?
MAURIZIO Non lo so, un accesso di cattiveria.
BIANCA Via, è stato soltanto un istante di smarrimento, e vi perdono. 
MAURIZIO Voi perdonate sempre. Ma il vostro perdono non mi scusa. Se sbaglio è colpa mia. Ho sbagliato anche nel dirvi addio! Sono crudele, sì! Non mi resta che liberarvi della mia odiosa presenza. Purché non ritorni inconsciamente domani! Dove eravamo rimasti? Tutto in regola? Voi non mi dovete niente e io non vi debbo niente?

Elena E poi:
MAURIZIO Sì, sento che ogni parola che sto pronunciando rischia di essere un'altra goffa cattiveria. In un certo modo mi sembra di lasciare una compagnia di viaggio: io sono arrivato, scendo e saluto, corretto e banale; e invece vorrei dire qualcosa di molto profondo, di dolce, di importante: la parola finale; non la trovo. 
BIANCA Sono calma. Andate e siate felice... Adesso lasciatemi, vorrei restare sola.
MAURIZIO Appoggiatevi sul cuscino. Volete che spenga la luce?
BIANCA No. Sarebbe troppo lugubre. Ravvivate il fuoco: sto tremando. Siete ancora qua?
MAURIZIO Zitta! Non preoccupatevi di me, sono uscito. Vicino non avete più nessuno.
BIANCA Che senso di vuoto! Quante cose vi portate via!
MAURIZIO Vi resta la parte migliore.
Elena “Esce. La tenda si richiude. Bianca si guarda intorno” e la commedia finisce.
L’amica (pausa) Bello. 
Elena Già.
L’amica Mi sembra che dicano molto.
Elena Li per lì non avevo capito, ero ancora frastornata, tutto era accaduto troppo in fretta…
L’amica Perché, cosa avresti voluto fare ?
Elena Non so. Magari avrei potuto uscire, corrergli dietro…
L’amica E se pure l’avessi raggiunto ?
Elena (mima ciò che descrive avvicinandosi ad un angolo della scena) L’avrei inchiodato al muro, mi sarei fatta confessare perché, perché quei messaggi ambigui, sibillini, misteriosi… Chi si credeva di essere, eh? Se aveva qualcosa da dirmi poteva dirla, e basta! Cos’era tutta quella messa in scena, il buio, la commedia di allora, ‘sto presunto bisogno di soldi…Pure Giusi aveva messo in mezzo!
L’amica E poi ?
Elena Gli avrei fatto vedere io!
L’amica Davvero ?
Elena (meno convinta) Certo, cosa credi, che non sappia cantarle, io ?
L’amica No, no, per carità: avresti alzato una mano su di lui e …

Scena 12
Mentre l’Amica dice queste cose Marco entra in luce davanti ad Elena e subisce le sue azioni, passivo e muto 
Elena L’avrei abbassata sul suo viso (lo schiaffo si ferma ad un niente dalla guancia, trasformandosi in una lunga carezza) e gli avrei fatto sentire il fuoco della mia rabbia; gli avrei (ad un soffio dalle sue labbra) gridato in faccia i miei sentimenti, gli avrei (aderendogli con tutto il corpo) restituito il peso del mio dolore, e…
L’amica …e…?
Elena …l’avrei costretto a ripetere l’errore di prima.
L’amica Errore ? Che errore ?
Marco si allontana, portandosi al centro della scena, dietro ad Elena
Elena Dimmelo, dimmelo di nuovo. Adesso:
Le battute che seguono vengono dette da Marco con partecipazione, ma con lo stesso atteggiamento assente di prima, mentre Elena vive le proprie con il crescendo erotico che prima si era negata.
MAURIZIO I tuoi occhi.
BIANCA Nemmeno la fronte.
MAURIZIO Le tue labbra, presto.
BIANCA Niente.
MAURIZIO Allora avrò tutto…
La luce su Marco sfuma finché egli sparisce lasciando nuovamente Elena sola.
Elena “Tutto…tutto…”
L’amica E così, tu l’odiavi…
Elena …con tutta me stessa…
L’amica …senza pietà…
Elena …senza confini…


Scena 13
L’amica (pausa) E adesso ?
Elena Adesso.
L’amica Come ti senti ?
Elena Non so.
L’amica Lui non tornerà più…
Elena Lo so.
L’amica Mai più.
Elena Mai più.
L’amica Non potrà più cercarti…
Elena Mai più.
L’amica Non lo incontrerai…
Elena Mai più.
L’amica Non t’ha lasciato niente…
Elena No!
L’amica No ?
Elena Qualcosa m’ha lasciato.
L’amica Che cosa ?
Elena Un ricordo.
L’amica Soltanto ?
Elena E’ molto. Lo sai perché ha voluto quest’ultimo incontro ? 
L’amica No: perché ?
Elena Per poter dire, al termine, “Va bene così”. E sai perché l’ha detto ?
L’amica Io… non saprei.
Elena Io sì.


Sipario