QUANDO CHIAMO’ L’AMANTE, LA MOGLIE SCOPPIO’ A RIDERE...

di

CLAUDIA MARINELLI




PERSONAGGI

Maria Luce: donna di 50 anni di bell’aspetto in pigiama. 
Voce dei pensieri di Maria Luce: nel testo sarà solo “Voce ” una donna di 50 anni simile al personaggio Maria Luce, vestita esattamente come lei. 
Voce rappresenta una parte dei pensieri della protagonista. Quando Maria Luce pensa a voce alta nel testo ci sarà (sé). 
Achille: marito di Maria Luce, 51 anni, bell’uomo possibilmente con i capelli completamente bianchi
Jessica: amante di Achille, 32 anni, non molto bella
Madre di Jessica: donna di 60 anni magra non alta. 
Cliente di Achille: una comparsa uomo
Segretaria di Achille: una comparsa donna


AMBIENTAZIONE 
La scena è immersa nel buio. Sulla destra del proscenio appare insieme all’entrata della protagonista un letto matrimoniale (o una piazza e mezza) posizionato di sbieco con il lato più lungo rivolto al pubblico. Dalla parte del pubblico un comodino con un telefono senza fili e un abat-jour. 
Alla bisogna appariranno dal buio i pochi oggetti necessari.
Sulla sinistra un divano, due sedie. In centro un attaccapanni con cappotto e borsa, poi il portone di un palazzo, un lampione (facoltativo) e un cassonetto della spazzatura. Sul proscenio in centro il sedile di un treno (anche una semplice sedia).


Entra Maria Luce in camicia da notte con il cellulare in una mano e un libro nell’altra, seguita passo passo dalla sua Voce. Mentre parlano, lei si mette a letto e comincia a leggere. 

Voce dei pensieri di Maria Luce: Che fai Maria Luce?
Maria Luce: (Sé) Vado a letto. (posa il cellulare sul comodino accende l’abat-jour)
Voce: Sono soltanto le dieci!
Maria Luce: (Sé – guarda l’ora, si infila nel letto sotto alle lenzuola con tre cuscini dietro la schiena) Beh? È tanto che non leggo un buon libro avvincente, con una bella trama, uno di quelli che hai voglia di arrivare fino in fondo. (apre il libro e legge, Voce si mette a letto con lei e legge in silenzio insieme alla protagonista) Sono arrivata a un punto particolarmente interessante: mentre imperversa una terribile tempesta che fa sobbalzare l’idrovolante sul quale si svolge la storia, la moglie, che era scappata con l’amante per raggiungere New York, si arrabbia perché viene a scoprire che il marito, che l’aveva inseguita, avrebbe dormito nella suite nuziale dell’aereo con la compagna americana rimorchiata per caso nell’inseguimento (sorride divertita).
Voce: (vicino al suo orecchio) Bisogna riconoscerlo: certi autori sanno inventare le situazioni più paradossali e farle sembrare normali. 
Maria Luce: (sé - mentre legge) È un passo comico del libro: - Come puoi farmi uno scherzo simile? – dice la moglie.
Voce: Cioè dormire con una sconosciuta nella suite nuziale mentre lei sta in una cuccetta di fuori col suo amante.
Maria Luce: (sé) - Quale scherzo? – dice lui.
Voce: Ma che gliene frega?
Maria Luce: (sé) Mi sa che è ancora innamorata. Fammi voltare pagina. (volta la pagina del libro e continua a leggere avidamente. Voce si china anche lei sul libro)

Squillo del telefono.
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN! 

Maria Luce: (guarda scocciata il telefono e con rimpianto il suo libro – sé) Che strazio! Sicuramente è Achille. Speriamo che abbia sonno e voglia andare a letto così mi lascia leggere in pace. 
Voce: Da quando lavora Parigi quattro giorni alla settimana, ti fa delle telefonate sempre più telegrafiche qui a Palermo.

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN! 

A malavoglia Maria Luce alza la cornetta. All’istante appare sul lato sinistro della scena il divano dove sta seduta Jessica con in mano il telefono. 

Maria Luce: (annoiata) Pronto?
Jessica: Questa è la casa dell’avvocato Achille Natetti a Palermo?
Maria Luce: (sè) Mmmmmmm, non mi piace questa voce.
Voce: Neanche a me: troppo bassa, troppo femminile, troppo nordica... 
Jessica: Pronto!
Maria Luce: (al telefono) Chi è? 
Jessica: Abita a questo numero Achille Natetti?
Maria Luce: S… Sì, ma con chi parlo?
Jessica: Mi chiamo Jessica. 
Maria Luce: Ah! (tappa la cornetta dall’orecchio - sé) Questa voce... 
Voce: Non ti rovinerà solo la serata. 
Jessica: Le volevo dire che ho qui dei vestiti di Achille, non so dove rintracciarlo.
Maria Luce: (al telefono) Come mai lei ha i suoi vestiti?
Jessica: Lui stava qui quando era a Torino. 
Maria Luce: (Sé) Stava lì! Lì dove? 
Voce: Perché caschi dalle nuvole? Achille lavorava spesso a Torino prima di essere trasferito a Parigi.
Maria Luce: (Sé) Due anni fa! (al telefono) E che vestiti sono? 
Jessica: Una camicia hawaiana che era la sua preferita e un paio di scarpe vecchie.
Maria Luce: (Sé) La camicia in effetti non la trovavo più. 
Voce: Beh, ora sai dove sta: dall’amante.
Jessica: Lei chi è, se glielo posso chiedere? 
Maria Luce: Mi dica lei chi è per prima. Come si chiama?
Jessica: Sono Jessica. 
Maria Luce: Jessica come? Avrà un cognome.
Jessica: Jessica Andreo.
Maria Luce: E mi può dare il suo numero visto che lei ha il mio?
Jessica: 340 777. Mi farebbe il piacere di richiamarmi, perché io sono senza soldi. 
Voce: Un’amante e pure squattrinata! Interessante.
Maria Luce: (al telefono) Va bene. (Riattacca. Buio sul divano, compone il numero... sé) Se non ha soldi, non ha soldi. Ma guarda che mi tocca fare: devo chiamare l’amante di mio marito! (pausa)

Squilla il telefono a sinistra. Appare Jessica nel momento in cui risponde al telefono.

Jessica: Grazie della chiamata, mi può dire lei chi è visto che io mi sono presentata?
Maria Luce: (sé) To’, siamo alle presentazioni! (sta seduta sul letto e comincia a sorridere)
Voce: Non puoi sorridere. La situazione è seria: ti devi presentare all’amante di tuo marito! Solo Achille riesce a spiazzarti così e farti fare delle cose da teatro di Boulevard. 
Maria Luce: (sé) Beh, ha un’immaginazione quasi pari a quella degli scrittori. 
Jessica: Pronto?
Maria Luce: (al telefono) Io… Sono la moglie. (allontana la cornetta del telefono) Ah, ah, ah, ah! (continua a ridere)

Jessica guarda la cornetta tra lo sbigottito e l’incuriosito per tutta la durata delle battute seguenti.

Voce: Che ridi? Perché non hai detto che eri la sorella? La cognata? L’amante pure tu? Che sciocca! Niente da fare… È fatta: sei la moglie punto. 
Maria Luce: (sé) Un bel ruolo. Un po’ antipatico nel teatro di Boulevard. La moglie è sempre quella tradita alla quale bisogna nascondere le tresche e che infine si accorge di tutto… 
Voce: Beh? Non è forse così il tuo personaggio?
Maria Luce: (sè) Il mio personaggio? ... Io non sono un personaggio.
Voce: E chi sei allora? 
Jessica: Pronto?
Maria Luce: (sé ) Io sono io!
Voce: E la moglie personaggio?
Maria Luce: (sé) Quella sta nella brutta copia del teatro di Boulevard all’Achille. 
Voce: È la terza volta che tuo marito ti obbliga a recitare la parte della moglie in questo squallido teatrino da lui fabbricato. 
Maria Luce: (sé) Eppure se qualcuno gli chiedesse che cos’è il teatro di Boulevard, non saprebbe rispondere: non legge un tubo di niente, a parte libri riguardanti la sua professione e le barzellette dei calciatori. 
Voce: Deve comunque avere un talento particolare e nascosto.
Maria Luce: (sé) Ma come cacchio fa? 
Voce: Colpa della... Moglie... 
Maria Luce: (sé) Colpa mia?
Jessica: Pronto! (continua a guardare il telefono spiazzata) 
Voce: Sicuramente! È stata colpa tua. Perché ci sei rimasta sposata? 
Maria Luce: (sé) Sai, la prima volta… Beh… Si può sbagliare… Chi non sbaglia? L’errore è umano. Un momento di debolezza in un momento di grandi problemi... 
Voce: Ok, ok.
Maria Luce: (sé) Non sono una che scaglia pietre, anche se io non l’ho mai tradito Achille.
Voce: Per cui avresti potuto, a rigor di logica, scagliarle senza rimpianti le pietre. 
Maria Luce: (sé) Sì, sì… (mentre parla Maria Luce si alza in piedi sul letto e fa finta di lanciare
una pietra) Quelle belle pietre levigate, un po’ piatte… Le lanciavo e… Bing! Colpivo la fronte di Achille e gli spuntava un bel bernoccolo… 
Jessica: Pronto? ( poi continua a guardare la cornetta del telefono incuriosita)
Maria Luce: (sé) Ma no, non si fa. Bisogna porgere l’altra guancia! E poi c’era la famiglia!!!!!
Voce: La famiglia prima di tutto!
Maria Luce: (sé) La seconda volta…. 
Voce: Non ti illudere: il lupo perde il pelo ma non il vizio. Te l’avevo detto.
Maria Luce: (sé) Ho pensato... Vecchi proverbi… Si era pentito, aveva chiesto scusa, aveva voluto fare un bellissimo viaggio con me… Sua moglie...
Voce: Quale moglie? Quella del teatro di Boulevard o quella vera?
Maria Luce: (sé) Bella domanda…
Voce: Ma la terza volta! Questo è vizio! 

Jessica ha rimesso il telefono all’orecchio. 

Jessica: PRONTO, PRONTO... Con chi parlo?
Maria Luce: (al telefono) Io… Sono la moglie.

Jessica sta ferma con la cornetta all’orecchio. Con la mano libera si asciuga le lacrime. 

Voce: (ironica) La vedo: ferma, immobile sull’orlo del pianto con un piccolo fazzolettino in mano...
Jessica: Lo avevo immaginato…
Maria Luce: Ma lei sta a Torino? 
Jessica: Sì. 
Voce: Ora falla parlare. Vuoi proprio sapere come stanno le cose. 
Maria Luce: (al telefono) Scusi ma da quanto tempo…
Jessica: Sono tre anni.
Maria Luce: Tre anni?!
Jessica: Lui mi aveva detto che era divorziato. Siete divorziati?
Maria Luce: No.
Jessica: Separati?
Maria Luce: No. 
Jessica: Non siete separati?
Maria Luce: No.
Jessica: Almeno separati in casa! 
Maria Luce: (allontana la cornetta e ride) Hi, hi, hi, hi, hi!

Jessica allontana la cornetta e la guarda come se avesse sentito qualche strano rumore.
Voce la guarda con disapprovazione. Maria Luce fa uno sforzo su se stessa e smette di ridere.

Jessica: Pronto? Siete separati in casa?
Maria Luce: (al telefono) Ma che siamo matti?
Jessica: Mi aveva detto che era separato da sedici anni e che il divorzio sarebbe stato imminente, anzi che c’era stata la sentenza di divorzio qualche mese fa…
Voce: A bella, non sai neanche se il tuo amante ha una sentenza imminente di divorzio o se è proprio divorziato? Sei tutta scema! 
Maria Luce: (al telefono ) Davvero? 
Jessica: (calcando il tono) Sa, lui la chiamava “La signora delle Camelie”... 
Voce: Sta calcando il tono perché ti deve indispettire.
Jessica: Mi scusi sa, non voglio offenderla. 
Voce: Eh già: qui si tratta di un’amante premurosa. 
Jessica: Ha detto anche che lei lo aveva buttato fuori di casa con le valigie e che i figli non gli parlavano più.
Maria Luce: Io?! (sé) Chissà perché dovrei essere simile a Marguerite Gautier? O a Violetta? (fa le corna con la mano)
Voce: Che stai facendo?
Maria Luce: (sé) Faccio gli scongiuri perché morire di tisi, nel terzo millennio, insomma! No, proprio no!
Jessica: E che aveva messo un investigatore privato per pedinarlo.
Maria Luce: (al telefono) Un investigatore? Che lo pedinava? (si lascia cadere all’indietro sul letto perché sta ridendo)Ah, ah!

Buio sul letto e sul divano 

Maria Luce: ( si sente che ride ma non la si vede) Ah, ah, ah...

Luce sul divano, Jessica si è spogliata indossa biancheria intima di pizzo, entra Achille in boxer e le si siede accanto. Da dietro al divano Jessica tira fuori le lenzuola. 

Jessica: E tua moglie come era? 
Achille: Oh mia moglie: La Signora della Camelie! 

I due amanti rimangono fermi

Maria Luce: (appare sul proscenio di lato con il telefono in mano, rivolta verso il pubblico) Che né Achille né Jessica hanno letto, però il nome fa effetto perché sintetizza il concetto di donna mantenuta. 

Achille si alza agitato, percorre il proscenio in modo lievemente concitato fino ad arrivare al centro, si ferma, squadra il pubblico per un secondo, poi abbassa lo sguardo e continua con una nota di acredine repressa nel tono della voce.

Achille: Ha sfruttato la situazione e poi mi ha messo fuori di casa. (rimane fermo in posa)
Maria Luce: (al pubblico) È bravissimo, probabilmente lo candideranno agli oscar per migliore interpretazione come attore protagonista, o non protagonista, bisognerà vedere che ruolo gli do. 

Pausa

Jessica: Davvero? E come ha fatto?
Achille: Un giorno ho trovato la serratura della porta cambiata e le valigie sul pianerottolo (va al divano, si siede accanto a Jessica, le carezza la schiena). 
Jessica: Oh, mamma mia!
Maria Luce: (al pubblico) Ha gli occhi lucidi al ricordo di questa immensa mortificazione gratuita immaginaria: essere stato chiuso fuori da casa sua con solo i vestiti messi alla rinfusa in due valigie.
Achille: Sì, è stato terribile, quella notte non avevo neanche tanti contanti e a malapena ho trovato uno straccio d’albergo, alla stazione, in mezzo alle prostitute… (Achille sospira. Esce dal personaggio, pensa a voce alta rivolto verso il pubblico) Speriamo che non mi chieda che fine aveva fatto la mia carta di credito. (rientra nel personaggio e continua a carezzare Jessica)
Maria Luce: Poi… gran colpo di fortuna, un granello di polvere gli entra nell’occhio e lui non ha alcuna difficoltà a lacrimare. 

Achille si strofina gli occhi e piange sommessamente

Jessica: Oh! Poverino amore mio! (gli carezza i capelli)
Achille: E mi ha fatto pedinare da un investigatore privato, quella stronza!
Jessica: Mio Dio! E i tuoi figli?
Achille: I miei figli… (Pausa) La madre ha detto loro peste e corna di me e non vogliono più parlarmi. 
Jessica: Quanto mi dispiace! (Sospira)
Maria Luce: (al pubblico) Mossa da compassione, l’amante lo invita tra le sue gambe. (Jessica allarga le gambe) Achille dà un sospiro di sollievo. 
Achille: (esce dal personaggio) È stato facile, questa si beve tutto! (rientra nel personaggio e tocca il seno di Jessica)
Maria Luce: E gli viene una bella erezione.

Buio sulla scena degli amanti, riappare il letto.

Maria Luce: (sé divertita, ritorna sul letto) Che scena ben riuscita per una commedia alla Feydeau! Però... nella stesura finale dovrò cambiare la parte dell’erezione perché a teatro certe cose non si possono fare… E neanche al cinema a meno che non si voglia proporre un filmino a luci rosse.
Jessica: Pronto! Pronto! (quando dice Pronto, riappare il divano, Jessica è rivestita)
Maria Luce: (rimette la cornetta all’orecchio) Sì? 
Jessica: Non l’ha buttato fuori di casa?
Maria Luce: (al telefono) No, non l’ho buttato fuori di casa.
Jessica: Ma allora è tutto falso!
Voce: Alleluia, ha finalmente realizzato!
Jessica: E io, io ci sono stata insieme tre anni! Ho perso tre anni della mia vita!
Maria Luce: Scusi, ma quanti anni ha?
Jessica: Trentadue. Tre anni della mia vita! Avevo 29 anni e non volevo.
Maria Luce: E io ne ho cinquanta.
Jessica: Non volevo, non lo volevo… 
Voce: Perché c’è stata per così tanto tempo, allora? Falle delle domande.
Maria Luce: (al telefono) Dove vi siete conosciuti? 
Jessica: Presso l’ufficio X&G dove lui fa le consulenze, io sono una segretaria. E ho perso il lavoro… 
Voce: E chi se ne frega!
Maria Luce: (sé) Però, che dritto! 
Voce: Un’amante non nel posto di lavoro principale dove le chiacchiere si sarebbero subito propagate a raggio e forse sarebbero arrivate alle orecchie della moglie, ma in un posto tranquillo, con una piccola segretaria di 29 anni! 
Maria Luce: (sé) Sempre giovani se le cerca! 
Voce: Beh? Che c’è di nuovo? Il marito cinquantenne che se la fa con la segretaria o la subalterna più giovane e carina. La situazione è classica, da manuale!
Jessica: Io... Non lo volevo. Ho avuto un esaurimento nervoso… allora non era vero, niente era vero…. E io che gli mandavo la roba in tintoria!
Maria Luce: (al telefono) Ah! (sé ) Certo che è abile! A casa ha la moglie che gli lava le mutande e dall’altra parte dell’Italia l’amante che gli manda i vestiti in tintoria. 
Voce: Morale: lui va sempre in giro pulito senza sporcarsi le mani.
Jessica: (urla) LO CAPISCE CHE HO AVUTO UN ESAURIMENTO NERVOSO? 
Maria Luce: (gonfia le guance, al telefono) Mi dispiace. (sé) Che strazio queste donne che si fanno venire gli esaurimenti nervosi per gli uomini. 
Jessica: Ho pure tentato di SUICIDARMI! 
Voce: Però! 
Jessica: (arrabbiata) Lo capisce che ho provato a suicidarmi? 
Maria Luce: (al telefono) Sì, ho capito. 
Jessica: Ah! Io vengo giù e l’ammazzo!
Voce: Adesso stiamo agli omicidi!
Maria Luce: (al telefono) L’ammazza?
Jessica: Sì, l’ammazzo, l’ammazzo...
Maria Luce: (sé) Questo è più divertente. 
Jessica: Giuro, l’ammazzo! 
Voce: Brava! Ammazzalo! 
Maria Luce: (sé allontana la cornetta) Magari ci mettiamo d’accordo e l’ammazziamo insieme! 

Buio sul palcoscenico. 
Al centro della scena appare un attaccapanni con borsa e cappotto. Buio sul resto della scena. Appare Jessica. Maria Luce, sempre col telefono in mano, appare in piedi sul proscenio. Gli attori fanno ciò che Maria Luce sta descrivendo. Voce Interpreta Maria Luce. 

Maria Luce: L’amante ha preso il coltello più lungo e affilato che aveva a casa (Jessica mostra il coltello e lo mette in borsa) e lo mette in borsa. Con lo sguardo sbarrato si infila il cappotto ed esce dalla porta di casa. (Jessica entra nel buio, buio sull’attaccapanni, Jessica cammina lungo il proscenio e poi risparisce nel buio) Va alla stazione, come un automa, fa il biglietto per il primo pendolino per Palermo (la facciamo partire con il treno perché in aereo con un coltello non l’avrebbero mai fatta passare). Sale sul treno, (appare il sedile di un treno, Jessica si siede rumore di treno in movimento) prende posto, stringe la borsa tra le braccia, lo sguardo è fisso immobile, arriva a Palermo… (Jessica si alza entra nel buio. Buio sul sedile del treno. Entra Voce, indossa un completo conna e giacca. In mezzo al palcoscenico appare il portone di un palazzo e un cassonetto dell’immondizia illuminati da un lampione) La moglie è uscita di casa con il coltello del pane in borsa, quello con i denti. (Voce mostra il coltello e lo nasconde sotto ai vestiti) Moglie e amante si sono date appuntamento all’angolo della strada dove Achille ha l’ufficio. All’ora stabilita si incontrano. (le due donne si squadrano)
Voce: (a parte per non farsi sentire da Jessica) Che cozza!
Jessica: (a parte per non farsi sentire da Voce) Che vecchia! 
Maria Luce: (al pubblico) Lungi dall’esprimere i loro sentimenti reciproci, si salutano con un cenno del capo, quasi abbozzano un lieve sorriso. Di comune accordo, decidono di aspettare dietro al cassonetto della spazzatura poco lontano. Il tempo scorre lento (segni di impazienza da parte di Jessica e Voce) arriva la notte. Esce l’ultimo cliente (comparsa uomo esce dal portone e sparisce nel buio) esce la segretaria (comparsa donna esce dal portone e sparisce nel buio. Voce e Jessica si appostano ai lati del portone) E… (Appare Achille, ha la borsa con il portatile in mano, apre il portone, esce, la porta si chiude dietro di lui.) 
Jessica: (si fa avanti, brandisce il coltello e colpisce Achille al torace) Stronzo!
Achille: (lascia cadere il portatile si accascia contro il portone, non forte) Ahhhhhhhhhhhh!
Voce: (mentre lo colpisce) Fai schifo!

Achille cade. Le due donne si guardano, per un istante non sanno che fare. 

Jessica: È morto? 

Voce lo tocca con la punta della mano, poi lo tira per la giacca e il corpo senza vita scivola completamente a terra 

Jessica: È morto. 
Voce: Pace all’anima sua. 
Jessica: Buttiamolo nel cassonetto. 
Voce: Buona idea, togliamogli il portafogli, però, così sembrerà un’aggressione per rapina. 

Jessica prende il portafogli e se lo mette in tasca - a discrezione della regia, si potrebbe usare un pupazzo per il corpo di Achille, quando le due donne sollevano il pupazzo, Achille attore potrebbe alzarsi e sparire nel buio - Voce prende Achille sotto le ascelle, Jessica per le gambe, lo trascinano verso il cassonetto a fatica 

Voce: Quanto è pesante! Povere le mie ernie del disco!

Jessica e Voce sono arrivate al cassonetto. Non ce la fanno più e fanno cadere Achille per terra.

Jessica: Alziamolo da sotto le ascelle e buttiamo la testa dentro, poi facciamo scivolare il resto del corpo.

Voce e Jessica si passano le braccia di Achille intorno al collo. A fatica alzano ancora il corpo dell’uomo, la moglie apre lo sportello del cassonetto. 

Voce: Che puzza!

Appoggiano la parte superiore del torace dell’uomo al bordo del cassonetto aperto. Poi …. SLAM! Voce si è lasciata sfuggire il coperchio automatico e questo si è richiuso sul collo del fu marito. 

Jessica: Attenta! Così gli rompiamo l’osso del collo!
Voce: (a se stessa) L’osso del collo? E che importanza ha? Questa è proprio una cretina. Vai a capire che ci ha trovato Achille. 

Voce riapre il coperchio. Le due donne spingono Achille da sotto le gambe e il corpo viene inghiottito dal cassonetto. SLAM! Il coperchio si richiude di colpo.

Maria Luce: Addio Achille.

Voce e Jessica fanno cenni di saluto con le mani, si guardano appena, poi si girano e spariscono nel buio, Voce a destra, Jessica a sinistra ma prima di sparire raccoglie il portatile.
Buio sul palcoscenico

Maria Luce: (al pubblico) Fine del film. È divertente? 

Rientra Voce in pigiama, riappare il letto.

Voce: Sì.
Maria Luce: (sè, mentre ritorna sul letto) Non ne sono molto sicura, non so perché: forse manca qualche dettaglio più piccante, forse la conclusione è troppo rapida, mmmmmmmmmmm, ci devo pensare… Forse l’idea della moglie che ammazza il marito non mi piace... 
Jessica: (urla ancora nel buio) L’AMMAZZO! (appare il divano Jessica è seduta con il telefono)
Maria Luce: Uffa questa. (annoiata al telefono) L’ammazza? E chi glielo fa fare? 
Jessica: Mi ha rovinato la vita e io l’ammazzo. 
Maria Luce: Se l’ammazza poi in galera ci va lei. Perché dovrebbe fare una cosa così stupida?
Voce: Perché è stupida! Lasciala fare, per te va bene: lui al camposanto e lei in galera.
Jessica: L’AMMAZZO, L’AMMAZZO!
Maria Luce: (sé) Quanto strilla!
Voce: Du’ palle!
Maria Luce: (sé) Quattro palle! (al telefono) Ma no... Non le conviene, rifletta!
Jessica: Allora i fine settimana lui veniva giù dalla sua famiglia!
Maria Luce: Sì. 
Jessica: E lui che mi diceva che veniva giù per fare volontariato!
Maria Luce: Ah, ih, ih, ah, ih, ah , ih...

Jessica guarda il telefono sbigottita.

Voce: Allontana quella cornetta, ci stai ridendo dentro. Ti sgama quella, anche da Torino!
Maria Luce: (tappa la cornetta - sé) È troppo buffo! Achille che fa volontariato! Ah, ah, ah, ah! Ma che brava persona! Ma lo vedi? Ah, ah, ah, ah.... Troppo forte! Ah, ah, ah, ah!
Voce: Alzati! Non puoi fare così.
Maria Luce: (sé) Neanche l’unica volta che sono stata operata si è preso un giorno libero perché, insomma, aveva una caterva di clienti da vedere. (riporta il telefono all’orecchio).
Jessica: Allora non faceva volontariato, tornava dalla sua famiglia tutte le settimane!
Maria Luce: (al telefono) Sì.
Jessica: Io vengo giù e l’ammazzo!
Voce: Ancora! Qui c’è il rischio veramente che questa venga qui a fare scenate. 
Maria Luce: (al telefono) Non le conviene ammazzarlo, poi in galera ci va lei! 
Voce: Ma che stai facendo? Stai convincendo l’amante di tuo marito a non ammazzarlo perché non vada in galera? 
Jessica: Allora mi ammazzo io!
Maria Luce: (al telefono) Si ammazza lei?
Jessica: Mi ammazzo, mi ammazzo! Prima una madre alcolizzata adesso un fidanzato stronzo, io mi ammazzo!
Maria Luce: Ahaha, ihihih!

Jessica guarda il telefono incredula. Maria Luce si sbellica dalle risate, sta in ginocchio sul letto e si abbassa fino a toccare le lenzuola col viso per il ridere.

Voce: Piantala di ridere! Sei ridicola, dì qualcosa... 
Maria Luce: (si dà un contegno, al telefono) Non si ammazzi! È giovane, la vita va avanti, la vita ha tante risorse, è bella la vita e vedrà che…
Jessica: Ma dove è bella la vita?
Maria Luce: (al telefono) Ma sì che è bella. (sé) Mi sto convincendo da sola.
Voce: Ti sei messa a recitare pure tu. Sembri un prete, no una predicatrice...
Maria Luce: (sé) Carino questo ruolo, meglio di quello della moglie. Beh… Devo convincere l’amante di mio marito a non ammazzarsi, mica è una cosa da niente! (al telefono) Vedrà che incontrerà qualcuno di migliore, non ne vale la pena rovinarsi la vita per uomini così. 
Jessica: E lui diceva a tutti che era il mio fidanzato!
Maria Luce: Il che?
Jessica: Il mio fidanzato! Mi ha pure regalato un anello.
Maria Luce: Ah! (sé) Chissà quanto lo ha pagato? 
Jessica: Ed era geloso! 
Maria Luce: Davvero?
Jessica: Sì, mi ha fatto delle scenate di gelosia, lui non c’era mai ma io non potevo uscire con nessuno! Mi ammazzo! Ho deciso!
Maria Luce: ( tappa la cornetta - sé) Uffa!
Jessica: Ma che ci fa a Parigi? 
Maria Luce:( al telefono) Lavora lì quattro giorni alla settimana.
Jessica: Lavora?
Maria Luce: Perché scusi, lei che pensava facesse?
Jessica: La chemio terapia.
Maria Luce: (al telefono) La che?
Jessica: Sì, la chemio per il suo tumore. 
Maria Luce: (al telefono) Che?
Jessica: Il tumore alla prostata.
Maria Luce: (al telefono) Ma quando?
Jessica: Aveva pochi mesi da vivere e io… Non ho indagato più di tanto. 
Maria Luce: E lei ha creduto che per due anni facesse la chemio terapia?
Jessica: Non sono mai riuscita a sapere il suo indirizzo lì.
Maria Luce: Ma lo sa che cos’è la chemio terapia?
Jessica: Sì. Non voleva che lo andassi a trovare.
Maria Luce: Ah!
Jessica: Mi ha detto che ai suoi figli non importava niente di lui, solo suo figlio gli aveva scritto una lettera… Toccante… Si era messo a piangere… 
Maria Luce: Una lettera? Mio figlio?
Jessica: Sì… Era affranto perché il papà stava così male!
Maria Luce: Aahaha, hihihhi! (si sbellica dalle risate)

Jessica guarda il telefono sbigottita, buio su tutta la scena. Maria Luce col telefono in mano riappare sul proscenio, spiega al pubblico. Voce le sta accanto. 

Maria Luce: Dunque, Achille è stato trasferito a Parigi e si vuole sbarazzare di quest’amante. (Entra Achille in giacca e cravatta percorre il proscenio, sta riflettendo). La cosa più logica sarebbe di dire all’amante che non la ama più e che dunque vuol troncare il rapporto. 
Achille: (esce dal personaggio, al pubblico) Ma tenermi un’amante a Torino, da incontrare una volta ogni tanto, non è poi male. Chi me lo fa fare di affrontare Jessica? Si metterà sicuramente a piangere, a sbraitare, magari mi assale... (scuote la testa riflette ancora)
Maria Luce: Inventa una bella bugia, la più grossa bugia immaginabile, (il volto di Achille si illumina) una fandonia così paradossale che alle persone “normali” non può venire in mente di contestare e… Se ne va in bellezza. 

Achille ingobbisce le spalle, allenta il nodo della cravatta, si spettina i capelli, toglie la giacca e la sgualcisce e poi la rimette per darsi un’aria sciatta mentre Voce e Maria Luce scambiano le tre battute seguenti.

Voce: Amato e aspettato a Palermo, amato, aspettato e compianto a Torino, si costruisce una terza vita all’estero. Ma è un fenomeno questo Achille! 
Maria Luce: Ora deve convincere l’amante che ha poco da vivere. Andare a Parigi dove fanno delle cure speciali per i tumori è l’ultima speranza che ha. 
Voce: Un attimo… Se ha così poco da vivere, perché mai se la fa la chemio terapia? 
Achille: (esce dal personaggio, pensa a voce alta rivolto al pubblico) Già, questa domanda da parte di Jessica è un’eventualità ma... Sono fiducioso: Jessica questa domanda non me la farà. Sarà troppo impressionata dalla rivelazione della malattia, troppo addolorata. Bisogna tentare di tutto quando si ha un tumore avanzato alla prostata. 

Durante quest’ultima battuta appare il divano, Jessica sta aspettando Achille, guarda l’orologio, è scocciata e annoiata. Achille la raggiunge.

Achille: Ciao! (si siede sul divano, si avvicina un po’ all’amante)
Jessica: Ciao! Che c’è?
Achille: (voce contrita, affranta) Ti devo dire una cosa. 
Jessica: (allarmata) Che cos’hai? 

Achille le prende la mano, pausa, respira profondamente.

Achille: Mi hanno scoperto una brutta malattia. 

Pausa. Maria Luce e Voce ridono

Jessica: C...Come? Che malattia?
Achille: Ho un tumore alla prostata!
Jessica: Hai…
Achille: Sì.

Pausa

Jessica: E allora che farai? Ti opererai?
Achille: No, il tumore è troppo avanzato, me lo hanno sconsigliato. Ho pochi mesi da vivere.

Maria Luce e Voce ridono in disparte.

Jessica: Pochi me…
Achille: Sì, l’unica cosa che potrebbe aiutarmi è una speciale chemio terapia che fanno solo all’ospedale Pinco Palla di Parigi. 
Jessica: All’ospedale Pinco Palla a Pa…?
Achille: Sì, sono i migliori in Europa!
Jessica: (risoluta) Ci devi andare, devi guarire! (ha le lacrime agli occhi) 
Maria Luce: Achille non ce la fa ad accettare che ha poco da vivere. (Achille piange abbracciato a Jessica, piangono tutti e due) che purtroppo deve lasciare questo mondo. (Jessica lo accarezza, piangono insieme). Che scena toccante! Povero Achille! Povera Jessica! Tanto giovane e sfortunata ad avere un fidanzato che a cinquant’anni si ammala di una malattia così grave da morire!

Buio sul divano - Pausa

Jessica: ALLORA È STRONZO! È stronzissimo!

Appare il divano con solo Jessica. Riappare il letto, Maria Luce ritorna in camera sua in fretta e Voce la segue.

Maria Luce: (al telefono) Già! 
Jessica: Giuro, io vengo lì e l’ammazzo!
Voce: Ancora! Adesso basta però. 
Maria Luce: (al telefono) Senta faccia un po’ come le pare. Arrivederci. 

Attacca. Buio sul divano

Voce: Era ora! 
Maria Luce: (sé) Liberata, meno male! Una scema che non sa che ripetere che si ammazza.
Voce: Ora, che fai quando senti Achille? Una scenata? 
Maria Luce: (sé) Nooo. Faccio finta di niente, così sta tranquillo, e prendo tempo. Vado da un avvocato e mi informo sul da fare.

Il telefono squilla
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!

Maria Luce: (al telefono) Pronto!

Luce su Achille al telefono, sta seduto su di una sedia. Maria Luce si mette un dito sulla bocca.

Achille: Ciao! Che fai?
Maria Luce: Niente di che, stavo leggendo. 
Achille: Ah! Allora domani mi vieni a prendere all’aeroporto?
Maria Luce: Sì.
Achille: Ok, buona notte allora.
Maria Luce: Buona notte. 

Buio su Achille Il telefono squilla. 
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

Maria Luce: Pronto?

Luce sul divano con Jessica al telefono. Suoneria di cellulare in sottofondo vicino a Jessica.

Jessica: La riconosce la suoneria? È suo marito, mi sta chiamando sul cellulare!
Voce: Peccato! Ti saresti divertita un po’ alle sue spalle se avesse passato il fine settimana ignaro di tutto. 
Maria Luce: (sé) Che fregatura. E vabbeh, ma dall’avvocato ci vado comunque subito. 
Jessica: (risponde al cellulare) Caro Achille c’è tua moglie qui al telefono forse le vuoi parlare. 

Maria Luce abbassa il telefono. Buio sul divano

Voce: Perché hai abbassato?
Maria Luce: (sé) Non voglio far parte di questo teatrino. Tanto è una questione di minuti: come abbassa il telefono con quella chiama me.

Pausa: Maria Luce e Voce stanno in attesa. Il telefono squilla.
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

Maria Luce: (sé) Che avevo detto?

Luce su Achille al telefono, ha l’aria contrita, affranta.

Maria Luce: Pronto?
Achille: Ah! Senti, che dici? Che dici?
Maria Luce: Che devo dire? 
Achille: Lo so... 
Voce: Ammazza che tono contrito, che voce affannata, recita proprio bene. 
Achille: Ci sono ricascato! Non ce l’ho fatta, ci sono ricascato!
Voce: Prendilo per i fondelli: - Caro amore mio, non hai potuto resistere, eh… Beh, gli uomini sono così, non possono essere fedeli, è scritto nel loro codice genetico, hanno dei bisogni…. Fisici… E tu sei un uomo… 
Achille: Che dici, che dici? Non ce l’ho fatta! Non ce l’ho fatta! 
Maria Luce: (al telefono) Domani vieni e ne parliamo. Adesso vattene a letto. 
Achille: Non ce l’ho fatta, mi sento così male!
Voce: Meno male che si sente male! 
Maria Luce: (sè) Sarebbe ora. Spero che si senta malissimo. (al telefono) Smettiamola con le telefonate. Ciao.

Attacca il telefono. Buio su Achille.

Maria Luce: (sé) Ah! Che liberazione abbassare la cornetta!

Squillo del telefono 
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

Maria Luce: (annoiata) Pronto! Chi è?

Luci sul divano con Jessica al telefono

Jessica: Mi deve dare il numero di suo marito a Parigi e il suo indirizzo.
Maria Luce: Io non le do un bel niente!
Jessica: (con emozione) Allora io mi ammazzo e lei mi avrà sulla coscienza per il resto della sua vita!
Maria Luce: Arrivederci.

Maria Luce riattacca, buio sul divano
.
Voce: Brava, però ce la potevi mandare a quel paese, no? Sei sempre troppo educata.
Maria Luce: (sè) Si ammazza. Ma chi se ne frega! Però… Se si ammazzasse davvero? Bah, forse dovrei fare qualcosa... Forse dovrei chiamare il Pronto Intervento di Torino...
Voce: E che gli dici, scusa? Che l’amante di Torino del marito che sta a Parigi ha minacciato la moglie che sta a Palermo di suicidarsi?
Maria Luce: (sé) Beh, la verità.
Voce: Non regge dai. 
Maria Luce: (sé) Eppure è vero: (mentre parla Voce fa le mosse per indicare nell’aria l’ubicazione delle tre città, come un triangolo, ma si imbroglia) l’amante di Torino del marito che sta a Parigi ha minacciato la moglie che sta a Palermo di suicidarsi. E la moglie che sta a Palermo, mossa da compassione, con un bel po’ di sangue freddo, chiama da Palermo il Pronto Intervento di Torino per impedire all’amante di Torino del marito che sta a Parigi di togliersi la vita. 
Voce: Devi ammetterlo: Achille ha un talento particolare per fabbricare situazioni impossibili e farle sembrare del tutto normali! 
Maria Luce: (sé ma rivolta al pubblico) Forse… È uno scrittore da scoprire! 

Il telefono squilla. Maria Luce sospira. Luce su Achille nervoso quando Maria Luce risponde.
DRIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

Maria Luce: (sè) Il telefono smetterà di squillare questa notte? (al telefono) Pronto? 
Achille: (tono contrito affranto) Non riesco a dormire, non ce la faccio Mi dispiace, mi dispiace tanto! Non ce l’ho fatta, ci sono ricascato!
Voce: Quanto è ripetitivo! 
Maria Luce: (sé, ha allontanato la cornetta) Che strano però, non sento un bel niente! Perché non sento niente? Perché non sono affranta? Perché non piango e mi dispero come ho fatto le altre volte? (fredda al telefono) Non ne vale la pena di stare al telefono è tardi domani ne parliamo.
Achille: Ma tu, che pensi? Che vuoi fare?
Voce: Prima vai dall’avvocato e poi glielo dici. 
Maria Luce: (al telefono) Ho le idee troppo confuse adesso, non lo so. 
Achille: Ah!
Maria Luce: Basta ora. (attacca il telefono) 

Buio su Achille. Maria Luce sospira. Squilla il telefono
DRIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN! 

Maria Luce: (al telefono) Pronto?

Luce sul divano dove sta Jessica al telefono.

Jessica: (piagnucola) Io non volevo, io non lo volevo! Io... non ero mai stata con un uomo... E adesso come faccio?
Maria Luce: (allontana la cornetta del telefono - sé) Ma guarda questo stronzo! Non solo se le sceglie giovani, ma pure illibate! (rimette la cornetta all’orecchio)
Jessica: (piagnucola) Io non volevo uno così vecchio, non lo volevo, è lui che mi è venuto dietro. 
Voce: Cretina! Se non lo volevi perché ci sei andata a letto? Dai dillo che ti piaceva! Ammettilo.
Jessica: (Piange) Mi ammazzo, mi ammazzo, che farò? Io ci tenevo alla mia… (allontana la cornetta piange). 
Maria Luce: (le cascano le braccia con la cornetta in mano - sé) Verginità. 
Voce: Lascia perdere Maria Luce, abbassa e fregatene. 
Maria Luce: (ascolta al telefono - sé) Mi sa che sta piangendo per davvero. 
Voce: Sei arrabbiata! Non ti fare intenerire!
Maria Luce: (sé) Ecco io... Non ci posso pensare che sto parlando, da un capo all’altro dell’Italia, con una donna che si è data per la prima volta a mio marito credendo nell’amore profondo e invece ha scoperto di essersi data ad uno stronzo. “Il ragazzo se può lo fa. Di chi è la colpa?” dice la pazza Ofelia dopo essere stata la Valentina di Amleto. 
Jessica: (rimette la cornetta all’orecchio, urla) MI DIA IL TELEFONO DI ACHILLE A PARIGI! 
Voce: Non piange più, è infuriata adesso.
Maria Luce: (al telefono) No, non glielo do.
Jessica: Allora domani vengo giù e l’ammazzo. 
Maria Luce: Basta!

Maria Luce attacca il telefono. Buio sul divano

Voce: L’hai capito che devi sbatterle il telefono in faccia? 
Maria Luce: (sé) Forse dovrei proprio chiamare il Pronto Intervento a Torino: Ofelia si suicida… E… Io non voglio che muoia qualcuno… 
Voce: Ti sei rincretinita per caso? Svegliati!!!! Ofelia vive in una tragedia di Shakespeare, non nella realtà.

Squilla il telefono
DRIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

Voce: Non rispondere. 
Maria Luce: (sé) Così continua a suonare e risponde qualcuno dei miei figli. (al telefono) Pronto!

Appare il divano con Jessica al telefono

Jessica: La madre di suo marito ha per caso avuto un tumore all’utero di recente?
Maria Luce: Ah, ah, ah!
Voce: Cheeeeeeeeeee? 

Maria Luce allontana la cornetta dall’orecchio e si piega in due dalle risate. Jessica guarda il telefono sbigottita.

Jessica: Pronto!
Maria Luce: (sé) Che si è andato a inventare questo? Una famiglia “tumorata”. Non bastava che si fosse fatto venire il tumore alla prostata, lo ha fatto venire pure alla madre, e all’utero poi. Ahaha, ihihi, ahahah. Tale madre tale figlio: tumori agli organi genitali. 
Voce: Ma la prostata è un organo genitale?
Maria Luce: (sé) Boh… E che ne so... 
Voce: Poco male, sta nei paraggi.
Jessica: Pronto, pronto! 
Maria Luce: (sé) Fammi grattare! Fammi toccare ferro, qui, questo ce la tira a tutti quanti. (rimette la cornetta all’orecchio) No, mia suocera sta benissimo!
Jessica: Che stronzo, è proprio uno stronzo! Io mi ammazzo! Mi ammazzo, l’ammazzo!

Maria Luce attacca il telefono. Buio sul divano. 

Maria Luce: (sé) Speriamo che siano finite queste telefonate. 
Voce: Stacca la cornetta del telefono! 
Maria Luce: (sé – stacca il telefono) Ah! Che bello: non devo più rispondere a tutte quelle stupide chiamate. 

Suoneria di un cellulare
DLLLLLLLLLIIIIIIIN! DLLLLLLLLLLIIIIIIIIN!

Maria Luce: (sé) Nooo! La suoneria del cellulare adesso! Glielo avrà dato Achille il mio numero!
Voce: Ma se non aveva soldi? 
Maria Luce: (risponde al cellulare) Pronto!
Jessica: Ho perso tre anni della mia vita! Li ho persi e lui me li deve ridare! 
Maria Luce: Io ho perso 24 anni della mia vita. Che vogliamo fare qui?
Jessica: Ma lei è sposata!
Maria Luce: E allora?
Jessica: Almeno avrà dei vantaggi economici. 
Voce: Ah! Ecco la vera ragione della telefonata! Vuole dei soldi! 
Maria Luce: (allontana la cornetta e se la mette davanti come se fosse una persona - sé) Se ti do un bel po’ di euro ti stai buona? Non l’ammazzi più? Non ti ammazzi più? Aspetta e spera... (al telefono glaciale) Da me non avrà un centesimo. Non mi chiami più. (stacca il cellulare dall’orecchio e lo spegne - sè) Uffffffffffffffffff. Spento! Adesso me ne vado a letto. (Si infila sotto le lenzuola, Voce si corica vicino a lei. Pausa, poi...) Aahaha, ahaha. 
Voce: Sei strana. 
Maria Luce: (sè) Perché?
Voce: Una persona normale avrebbe fatto una scenata, si sarebbe sentita male...
Maria Luce: (ride - sè) Sono... ( si mette seduta, ironica) Sono sotto shock.
Voce: Sei sotto shock?
Maria Luce: (sé) Ah, ah, ah, ah… La situazione era troppo comica. Però... Fammi provare... Fammi pensare a ciò che mi può far piangere... (si mette in ginocchio sul letto, gesticola un po’) Mio marito mi ha preso in giro per tre anni, ha fatto l’amore con me e con altre donne, entrava e usciva da due letti, mi ha raccontato un mare di bugie, è uno squallido stronzo che inventa delle malattie a sua madre - dico sua madre! – (inavvertitamente fa cadere il telefono dal comodino e lo riattacca) pur di infinocchiare l’amante, mi ha usata per anni per tirar su i suoi figli e lavargli le mutande, mi ha fatto lasciare un lavoro, parla di me come la Signora delle Camelie, come se la stronza qui fossi io…. 
Voce: DEVI PIANGERE!

Pausa. 

Maria Luce: (sé) Ah, ah, ah! Mi vien da ridere! 
Voce: Non sei normale. 
Maria Luce: (sempre ridendo - sè) Ecco ho le lacrime agli occhi adesso… Sto piangendo, Sto piangendo ma… Ma… per il ridere! 
Voce: Che ore sono?
Maria Luce: (sé) L’una e 30. Comincio a essere stanca... Vado al letto... (si appresta ad andare a letto)... Domani è un altro giorno... (pausa, spegne la luce sul comodino - mentre parla si stende sul letto sotto alle lenzuola e Voce si siede sul letto e la guarda. Maria Luce parla assonnata) Cavolo queste telefonate erano meglio di uno spettacolo della Commedia dell’Arte! (sbadiglia) Se solamente il futuro potesse essere tutto così: sangue freddo e risate! (sempre più assonnata) Una separazione fatta nelle risate! 
Voce: Ma che fai ridi ancora? Oh, è solo un sorriso, ti stai addormentando...

Pausa - Squilla il telefono
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN!DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIN!

Voce: Hai riagganciato la cornetta del telefono senza accorgertene. 
Maria Luce: (sé, si sveglia) Uffa. ( accende la luce sul comodino, al telefono) Pronto!

Luce sul divano con la mamma di Jessica che sta al telefono. .

Mamma di Jessica: Sono la mamma di Jessica. 
Maria Luce: (al telefono) Ah! 
Voce: Adesso ti tocca conoscere tutta la famiglia!
Mamma di Jessica: Mia figlia è stata portata or ora in ospedale. Ha cercato di suicidarsi, mi ha chiamato e io sono accorsa.
Maria Luce: Ah!
Voce: Da quanto tempo hai abbassato la cornetta? Dieci minuti? Ammazza come sono rapidi lì: la figlia in dieci minuti si è suicidata però prima ha chiamato la madre che ha già chiamato il pronto intervento e quelli sono già arrivati e l’hanno portata in ospedale. Beh… 
Maria Luce: (sé) L’efficienza nordica non si discute!
Mamma di Jessica: L’ho trovata nella vasca da bagno con le vene aperte in un lago di sangue. 
Maria Luce: Mi dispiace. (allontana la cornetta e ride - sé) Certo che questa con le vene aperte in un lago di sangue ha avuto la presenza di spirito di dare il mio numero alla madre. 
Voce: Effettivamente l’efficienza nordica non si discute! 
Maria Luce: (al telefono) Signora che vuole da me?
Mamma di Jessica: Se avesse dato il numero di telefono di suo marito a Parigi, lei non si sarebbe suicidata.
Maria Luce: (al telefono) Ah! (fredda) Non sono responsabile delle azioni di mio marito e di sua figlia.
Mamma di Jessica: E dire che suo marito ha pure dormito a casa mia! 
Maria Luce: (al telefono) Davvero?
Mamma di Jessica: Era il suo fidanzato e noi l’abbiamo ospitato!
Maria Luce: (al telefno) L’abbiamo?
Mamma di Jessica: Sì, c’è anche mia madre con me. Quanto piaceva alla nonna!
Voce: Conquista le vecchiette! Ma guarda che carino!
Mamma di Jessica: Eravamo molto preoccupate per la sua malattia, la nonna era proprio affranta.
Maria Luce: Ah, ah, ah!

Mamma di Jessica allontana la cornetta come se avesse sentito dei rumori strani.

Maria Luce: (al telefono) Mio marito sta a Parigi da due anni, com’è che non è ancora morto?
Mamma di Jessica: Eh, noi gli credevamo!
Maria Luce: (al telefono) Uno che fa la chemio come minimo perde i capelli, non ha visto che mio marito i capelli ce li aveva tutti in testa?
Mamma di Jessica: Sì, effettivamente a me la cosa insospettiva. 
Maria Luce: (al telefono) Ah! 
Voce: Era insospettita la mamma!
Mamma di Jessica: Solo la nonna continuava a dire che “Poverino, così giovane con una malattia così grave!” Mia figlia era affranta! Ha pure cercato di togliersi la vita! Voglio dire.. prima di stasera... due volte...
Voce: Non c’è due senza tre. Però si è suicidata con prudenza... 
Maria Luce: (al telefono) Scusi ma non ha pensato che il tumore non esisteva proprio dopo quasi due anni?
Mamma di Jessica: Eh, io glielo dicevo a mia figlia: che fa a Parigi? Tutti i giorni si infilza le vene di chemio? Lei non voleva credermi, e ripeteva che no, lui stava male, che io non capivo. Ma suo marito ha dei seri problemi mentali?
Maria Luce: (al telefono) Lo dice lei.
Mamma di Jessica: Mi deve dare il telefono di Achille a Parigi! 
Maria Luce: (al telefono) Io non le do un bel niente!
Mamma di Jessica: Guardi che se non me lo dà noi facciamo qualcosa. 
Maria Luce: (al telefono) E faccia un po’.
Mamma di Jessica: Guardi che noi roviniamo suo marito. 
Voce: Siamo alla minacce, perché minacciano te? 
Maria Luce: (al telefono) Glielo dica a lui.
Mamma di Jessica: Impossibile! Non riusciamo a chiamarlo sul cellulare! 
Maria Luce: (al telefono) Io non ci posso fare niente. 
Mamma di Jessica: Guardi che noi suo marito lo roviniamo!
Maria Luce: (al telefono) Va bene.
Mamma di Jessica: Non è possibile che un professionista della sua levatura faccia una cosa del genere a una ragazza di trent’anni. 
Voce: Adesso è un professionista di grande levatura. Non ha più problemi mentali allora? 
Mamma di Jessica: Scriveremo ai giornali, ai giornali con tiratura nazionale!
Maria Luce: (si piega in due dalle risate - sè) Pffffffffff! Ah, ah, ah! 
Voce: Beh qui, mi vien da ridere pure a me!
Maria Luce: (al telefono) Va bene. 
Mamma di Jessica: Mi dia il telefono di suo marito o noi facciamo uno scandalo!

Voce e Maria Luce ridono 

Mamma di Jessica: Uno scandalo! Uno scandalo! Mia figlia deve avere un ricompensa… 
Maria Luce: (sé, calma) Ma che stupida! Quella che mi dice che essendo la moglie avrò dei vantaggi economici, e questa che vuole la ricompensa… 
Voce: Sei sempre la solita ingenua. 
Maria Luce: (al telefono) Adesso basta.

Maria Luce attacca il telefono, buio sul divano. 

Maria Luce: (sé) Stacco la cornetta del telefono fisso e spengo il cellulare (stacca la cornetta e spegne il cellulare) Ufffff! (pausa breve e poi ride)
Voce: E... Ricominci a ridere!
Maria Luce: (sé) Ah, ah! È stata una commedia amena, e io… Forse, invece di fare l’insegnante dovrei fare l’attrice. La saprei fare? 
Voce: Puoi fare tutto ciò che vuoi! 
Maria Luce: (sé) Finalmente! (si lascia cadere a sedere sul letto) Anche la mamma di Jessica ha fatto la sua parte, con .... (pausa) pfffffff... lo scandalo! (scuote la testa, sorride) Ma come le è saltato in mente? (sbadiglia, si strofina gli occhi) Mah! Che gente assurda c’è al mondo! (guarda l’orologio spegne la luce sul comodino) È proprio tardi: devo riposare. (sbadiglia ancora) Che sonno! (si mette sotto alle lenzuola) 

Pausa.

Voce: Dormi?
Maria Luce: Quasi.

Pausa

Voce: Sei diventata una cinica terribile.

Pausa

Maria Luce: (sé) Forse.

Pausa

Voce: Ma è brutto, non puoi essere cinica!
Maria Luce: (sé – si mette seduta) Che ci posso fare? 

Pausa

Voce: Ma proprio nessun piccolo, piccolissssimissss...(avvicina pollice e indice per indicare qualcosa di piccolo)... missssimo doloretto?

Pausa

Maria Luce: (sé – scuote la testa) Mi dispiace!
Voce: Neanche una minuscola stretta al cuore?

Maria Luce scuote la testa.
Pausa

Voce: Ricordi quando ti svegliava in piena notte per far l’amore in questo letto?

Pausa

Maria Luce: (sé) Sì. (pausa) Era... ( carezza il letto – pausa) 
Voce: Bello.
Maria Luce: (sé) Sì, molto bello. 
Voce: Solo un bel sogno.

Pausa

Maria Luce: No, (pausa) un grande amore... Per me. (si rimette giù)

Pausa

Voce: (vicino a Maria Luce) Ti ricordi quando i bambini traslocavano in questo letto alle cinque di mattina?

Pausa

Maria Luce: (sé) Sì. (pausa) Dormivamo così male, io mi arrabbiavo...
Voce: Ma Achille era contento.
Maria Luce: Sì, (si mette a sedere, sorride) diceva: - Lasciali stare, sono così carini!
Voce: E dormivamo gli uni sugli altri.
Maria Luce: ( pausa breve, sé) Sì. (pausa) Tanti anni fa... (carezza ancora il letto – pausa) Era una bella famiglia. 
Voce: Una chimera.

Pausa

Maria Luce: (sé) No, una grande sfida.
Voce: Un progetto rischioso.
Maria Luce: (sé) Oh, no! Un disegno ambizioso... 
Voce: Irrealizzato.

Pausa

Maria Luce: (sé) Adesso dovrei piangere. (pausa – scuote la testa) Niente: non una lacrima. (alza le spalle) Il fatto è che non provo neanche rabbia.
Voce: Strano.
Maria Luce: (alza le spalle - sé) Chi se ne importa! (si rimette giù) Non soffro, meno male! 
Voce: Non è possibile, qualcosa dovrai pur provare!
Maria Luce: ( pausa breve, sé, si rimette seduta) Mmmm... provo... sollievo.
Voce: Sollievo?
Maria Luce: (pausa breve – sé) Beh, adesso posso prendere una decisione, no?
Voce: E prima no?
Maria Luce: No. Vivevo in acque torbide, (riflette) sospettavo, non avevo certezze... 
Voce: Stavi male?
Maria Luce: (sé) Sì, Achille mi teneva la testa sott’acqua, stavo annegando. 
Voce: Senza difenderti?
Maria Luce: (sé) Non ci riuscivo. Mi dimenavo, annaspavo, non riuscivo neanche a toccarlo per allontanarlo da me, non avevo appigli dove aggrapparmi... 
Voce: Però volevi vivere!
Maria Luce: (sé) Sì... (sorride contenta) Ho risposto al telefono, ho parlato con Jessica, mi son divertita e son tornata a galla.
Voce: Finalmente! 
Maria Luce: (sé, fa un respiro profondo) Adesso respiro a pieni polmoni.
Voce: Sei libera.
Maria Luce: Sì, e ho voglia di ridere ancora... Ah, ah,ah,... Ridere e ridere... Chi è libero, non piange. RIDE!
Voce: Sì, ride.

Voce e Maria Luce si prendono per mano, si guardano, si sorridono, poi ridono distese e si mettono a ballare...

Buio su tutta la scena.