I ragatti della vecchia

di

Anna Mauro



Personaggi

La vecchia
Circe - gatto
Sciuscià-gatta
Il tizio


SIPARIO
Una splendida giornata di sole. La vecchietta, sbadigliando, si aggira nella sua cucina.

Vecchia
Ah! Un altro giorno è arrivato. Buongiorno ragatti. Dove siete? Vi siete nascosti? (entrano i gatti) Ciao Circe, ciao Sciuscià! 
Circe
Miao.
Sciuscià
Miao.
Vecchia
Non capisco perché per salutarci dobbiamo avere una consonante diversa d’inizio. Ciao, miao. Dai, provate a dire ciao.
I ragatti
Miao
Vecchia
A me verrebbe anche più facile, ma non sono molto amata in questo condominio. Telefonerebbero al manicomio se mi sentissero miagolare. Facciamo un’altra cosa. Proviamo a fare precedere Ao da una vocale. Per esempio…Uao!
I ragatti in coro
Uao!
Vecchia
Bravissimi. E adesso il caffè per me, il patè per Circe e i bocconcini per Sciuscià. (monta una caffettiera e prepara il cibo per i gatti, versandolo nelle ciotole) Ahi, che mal di schiena! Ogni giorno un acciacco nuovo. Un giorno la sciatica, un giorno il colpo della strega… 
I ragatti
(ringraziano) Miao
Vecchia
Meno male che voi siete cresciutelli…Non ho più l’età per stare dietro ai cuccioli (siede, sorseggiando il caffè). Anche se, per la verità, vi vorrei meno indipendenti, più coccoloni. Ogni tanto scambiate questa casa per un albergo.
I ragatti
Miao.


Vecchia
Quando vi gira, uscite di casa e tornate per il pranzo. Bah! Tali e quali i figli umani.
I ragatti
Miao.
Vecchia
Che cosa sarà di voi, ragatti, quando io morirò? Potessi essere ricca…Vi lascerei un vitalizio e guai a chi oserebbe torcervi un capello, pardon, un ca-pelo!
I ragatti
Miao?
Vecchia
Non meravigliatevi, ragatti. Anche il cardinale Richelieu lasciò ai suoi quattordici gatti buona parte del suo patrimonio. Vado a rifare il letto. Aspettatemi. 
I ragatti
Miao!
Sciuscià
Questa marca di scatolette fa proprio schifo! Miao. Il cibo è immangiabile.
Circe
Non darti troppe arie, ragattetta mia! La fame è fame.
Sciuscià
Non credi di stare ingrassando un po’ troppo?
Circe
Mio?
Sciuscià
Sì, ricordati che sei il mio ragatto e non voglio che ti lasci andare in questo modo.
Vecchia
(La vecchia entra in cucina, reggendo delle lenzuola da lavare) Ma siete proprio dannosi, ragatti miei! Guardate un po’…il copriletto pieno di peli. Quante volte vi ho detto di utilizzare i vostri cuscini? Non mi ubbidite mai. Quando vi chiedo qualcosa, è come fosse aria fritta.
I ragatti
Miao.
Vecchia
E guardate la trama…quanti fili tirati.
I ragatti
Miao.
Vecchia
E’ inutile mortificarsi se poi la cosa la si rifà. Sciuscià! Non hai fame? 
Sciuscià!
Nao
Vecchia
Ho capito, non ti piace la marca delle scatolette. Non sarai mica di di sangue blu, ragatta mia? Una nobilgatta, magari. Sappiate allora che io sono una povera maestra in pensione. Devo pagare l’affitto, le bollette e quant’altro. Datevi una regolata in fatti di gusto perché posso permettermi soltanto i preparati in offerta speciale. 
Sciuscià!
Mao
Vecchia
(inizia l’addobbo dell’albero di Natale) Quest’albero, con i dolori che mi ritrovo in più quest’anno, lo devo addobbare a rate. Le palle oggi, i fili domani, le luci dopodomani. Circe! Non mangiare la pappa di Sciuscià. Sei incontenibile. Hai uno stomaco senza fondo.
Circe
Mio.
Vecchia
Sì, tu, proprio tu. Sarà perché hai sofferto la fame quand’eri piccolo… Quando ti ho tirato fuori da quel cassonetto…non vedevi l’ora di ciucciare qualcosa. Il mio pollice te lo stavi infilando in gola.
Circe
Meo
Vecchia
E tu, povera piccola…ti avevano rotto una zampa quei terribili ragazzacci.
Sciuscià!
(piagnucola) Meo, meo!
Vecchia
Su, non pensarci più. Ormai sei qui con me. Dovevano nascere nell’antico Egitto quei mascalzoni! Avrebbero avuto una punizione esemplare. Sapete che gli uomini che uccidevano i gatti venivano condannati a morte, perché il gatto era considerato un animale sacro?
I ragatti
Miao?
Vecchia
Sì, sì. In più, quando un gatto moriva, anche di morte naturale, riceveva tutti gli onori del caso. Veniva imbalsamato e nella sua tomba venivano poste delle mummie di topi per permettergli la caccia anche nell’aldilà.
I ragatti
(sognanti) Uao!!
Vecchia
Ma nel tredicesimo secolo…(con aria misteriosa) con lo sviluppo della superstizione…(con aspetto spaventoso) il gatto fu considerato un animale demoniaco…
I ragatti
Miao!
Vecchia
Fu considerato nemico della Chiesa!
I ragatti
Meo!
Vecchia
Fu perseguitato, sacrificato, impiccato o torturato proprio come un eretico. E spesso bruciato sul rogo insieme alle streghe.

I ragatti miagolano impauriti e cercano riparo, ma inutilmente.

Vecchia
E sapete quale fu la salvezza dei gatti?
I ragatti
(rianimati) Nao.
Vecchia
I topi!
I ragatti
(increduli) Mao!
Vecchia
Si propagarono in tutte le città in una misura tale da far riprendere in considerazione la necessità del gatto come animale domestico indispensabile.
I ragatti
Mio! 

(suonano alla porta, la vecchia va ad aprire. Entra un tizio dai modi sgarbati)

Tizio
Allora, come la mettiamo? 
Vecchia
Buongiorno.
Tizio
Questi luridi gattacci spelacchiati non devono permettersi di attraversare il reticolato del suo terrazzino per venire nel mio giardino.
Vecchia
Ma non fanno nulla di male. Si sdraiano al sole. Sa? Casa mia è così umida. Sa come sono i gatti…
Tizio
No, non so come sono e non lo voglio sapere. Io odio i gatti. Io detesto i gatti. Io li eliminerei dalla faccia della terra. Tutti!
I ragatti
(spaventati a morte) Meo.
Tizio
Signora, l’avverto. Non gli permetta più una cosa del genere o…o…o qui finisce male. Me ne vado!
Vecchia
Faccia quello che vuole. Maleducato e screanzato e...e…e villanzone. Ecco! (il tizio va via sbattendo la porta) Che tipaccio. Questo è uno che doveva nascere nell’Antico Egitto.

I ragatti
Miao.
Vecchia
Voi due non fate finta di niente... Vi cacciate sempre nei pasticci. Fatemi una promessa.
I ragatti
Miao.
Vecchia
Non andate più nel giardino accanto. Quello è un tipo pericoloso.
Quando avrete bisogno di un po’ di calore, accenderò il forno, va bene?
I ragatti
Mio mio miao.
Vecchia
Promesso? (i ragatti le porgono la zampa. La vecchia gliela stringe e li abbraccia). Cosa farei senza di voi…la solitudine mi ucciderebbe. Vi prego, fatemi stare tranquilla. (fra sè) Non posso rischiare di perdervi (siede in poltrona e scivola nel sonno. I ragatti si accucciano ai suoi piedi) (si sveglia) Oddio, che incubo! Ragatti, dove siete? Ragatti! (disperata) Ragatti!
I ragatti
Miao
Vecchia
Grazie a Dio siete qui. Ho fatto un sogno terribile (li abbraccia e li bacia) Ho sognato Sant’Antonio abate, il protettore degli animali, che mi diceva…”Bada al tuo vicino di casa. Ha intenzione di uccidere i ragatti”.
I ragatti
Meooooo!
Vecchia
E io non riuscivo a svegliarmi e avevo paura. E quando sono riuscita ad aprire gli occhi, voi non c’eravate più. (li abbraccia e piange) Non potrei vivere senza di voi…siete i miei unici affetti. Comunque…ho paura. Cercherò di riparare quel benedetto reticolato. Non l’ho mai fatto, ma statene certi. Ci riuscirò. Mi dispiace soltanto per voi. Come farete a prendere un po’ di sole?
I ragatti
Meo.
Vecchia
Potessimo abitare l’appartamento attiguo…
I ragatti
(sognanti) Miao!
Vecchia
Accendo il forno, così vi riscaldate. Vado in balcone.
Circe
Povera mamma. Quanto ci vuole bene.
Sciuscià
Dovremmo starle un po’ più vicini. E ubbidirle soprattutto.

Circe
E soprattutto non oltrepassare il reticolato. Quello non scherza.
Sciuscià
Questo qui dev’essere la reincarnazione di qualche pretonzolo che perseguitava i gatti.
Circe
Già.
Sciuscià
Ma poi io non sono affatto spelacchiata. Villanzone!

La vecchia rientra trafelata e regge un piatto fra le mani.

Vecchia
Oh, mio Dio! Guardate. (Mostra le polpette contenute nel piatto)
Circe
(sognante) Miao!
Vecchia
Che buone e buone, Circe. Sant’Antonio aveva ragione (le odora e passa il piatto ai ragatti). Hanno un odore nauseabondo. Per me sono avvelenate. Vigliacco essere, putrido e nauseabondo. Giuro che gliela faccio pagare. Volevi uccidere i miei ragatti? Adesso ti faccio vedere io. (Circe si avvicina alle polpette, la vecchia lo caccia) Devi stare alla larga, testa di ciuccio. A quest’ora potresti essere in preda a dolori lancinanti. Adesso fingo di mangiare le polpette…un finto morso qui (ne spezza una parte)…e un altro qui (ne spezza un’altra) (inizia a parlare ad alta voce per farsi sentire dal vicino). Ragatti, vi prego! Fatemi assaggiare una polpettina…sembrano così appetitose. Ragatti!
Tizio
(urlando dalla quinta) No, signora, non lo faccia. Le polpette no! Sono avvelenate.
Vecchia
Avvelenate? Brutto mascalzone, vigliacco, putrido animale immondo. Adesso chiamo la polizia.
Tizio
No, la polizia no, la prego. Farò tutto quello che mi chiederà. Non mi rovini, ho famiglia, io!
Vecchia
Anch’io! Questa è la mia famiglia, questi sono i miei affetti, i ragatti e lei voleva uccidere loro e me.
Tizio
No, non lei, soltanto loro.
Vecchia
Anche se non avessi mangiato le polpette sarei morta insieme a loro per il dispiacere. Non intendo discutere oltre. Chiamo la polizia.


Tizio
No, la prego, sono disposto a tutto per rimediare. Ora capisco la sua posizione. Sono pentito per quello che ho fatto.
Vecchia
Miao (si strusciano)
Tizio
Signora, la prego, non telefoni, farò tutto quello che vuole.
Vecchia
Tutto, proprio tutto?
Tizio
Sì, tutto quello che vuole.
Vecchia
Bene, metta per iscritto allora quello che le chiederò. 
Tizio
Sì, lo faccio, lo faccio subito.
Vecchia
(detta) I ragatti che abitano l’appartamento adiacente al mio, potranno visitare il mio giardino quando vorranno. Potranno stiracchiarsi al sole senza rischio alcuno per la loro incolumità e…e potranno fare anche i loro bisogni, se lo vorranno.
Tizio
No, questo no.
Vecchia
Le dirò che i miei ragatti sono molto puliti. Ricoprirebbero i loro bisogni con la terra e in più tutto questo servirà a concimare il terreno.
Tizio
No, la prego, non posso accettare.
Vecchia
Telefono alla polizia?
Tizio
No, no, lo scrivo, lo scrivo…
Vecchia
…e in più m’impegno ad eliminare quel maledetto reticolato che sa tanto di campo di concentramento per favorire l’accesso alla loro mamma adottiva quando sentirà il bisogno di un po’ di calore. Punto e basta. Dia qua la lettera. (afferra la lettera trionfante) Adesso può entrare (apre la porta, il tizio è cadaverico). Sono certa del suo pentimento.
I ragatti
(impauriti) Miao, miao, miao.
Tizio
I gatti no, la prego!
Vecchia
Ma cos’ha lei contro i gatti?
Tizio
(battendo i denti dal terrore) Ho paura!
Vecchia
Ma lei sa che Dio ha creato i gatti per dare all’uomo la possibilità di accarezzare la tigre? Su, coraggio, li accarezzi.
Tizio
Che pelo morbido! E’ la prima volta che tocco un gatto.
Circe
Miao
Tizio
Questa si struscia sulle mie scarpe. Com’è carina!
Vecchia
Si chiama Sciuscià per questo: è una lustrascarpe.
Sciuscià
(offesa) Miao.
Vecchia
Più precisamente una nobilgatta lustrascarpe. Devo dirle un’ultima cosa. Si ha paura di quel che non si conosce. Ma lei sa che una leggenda dice che Dio ha creato il gatto attraverso lo starnuto di un leone su richiesta di Noè per combattere i topi presenti sull’Arca? E che Roma deve ai gatti l’essersi salvata dalla peste trasmessa dai topi?
Tizio
I topi? Oddio, che schifo! Mi fanno schifo, mi fanno ribrezzo!
Vecchia
Bene, meglio i gatti che i topi, non crede?
Tizio
Sì, sì, sono bellissimi. Saranno i benvenuti nel mio giardino.
Vecchia
Le preparo un caffè. Il caffè per lei e per me, il patè per te…
Circe
Miao
Vecchia
…E i croccantini per te.
Sciuscià
Miao.
Tutti insieme
Uaoooo!




Sipario