Rami secchi

di

Marcello Isidori


Personaggi:
Alfredo
Rita
Maria


Scena buia. Luce su:

Alfredo
Sa quel… regista, cioè, quello che faceva i film con storie d’amore a Capri, o all’isola d’elba? Li vedevo sempre al cinema con mia moglie, si, eravamo fidanzati allora. Si, quel regista, come si chiamava… bè, non importa, comunque me lo ricordo che faceva tutti quei film d’amore che mia moglie si commuoveva sempre e allora io… lei mi capisce, ne approfittavo. Bè insomma loro erano le sorelle di quel regista. Ah no, che sorelle, cugine. Comunque quando me lo dissero, un po’ di tempo fa, mi ricordai subito di quel regista, come si chiamava… si me lo ricordavo perché avevo visto quasi tutti i suoi film. No, lui è morto tre o quattro anni fa mi sembra. Si, me lo disse proprio Maria. “Sa nostro fratello…” no, disse: “nostro cugino, il suo regista preferito, è morto”. Mi disse proprio così, e non sembrava che le importasse molto. A me invece era dispiaciuto. Però sui giornali non ne parlarono per niente. Eppure quando era giovane lo conoscevano tutti, era famoso. Perché non ne avete parlato? Il suo giornale – di che giornale mi ha detto che è lei? – Ah, ho capito. Il suo giornale ne parlò della morte di… ma come cavolo si chiamava?

Buio su Alfredo. Lentamente si illumina la scena:
Un grande letto matrimoniale. Vestiti, buste di plastica semivuote, scatolette, biancheria, oggetti da toletta sparsi ovunque per la stanza. La luce entra di taglio da sinistra, come se filtrasse da una serranda abbassata ma non chiusa. Nel letto è stesa supina Rita. Sarà immobile per tutta la durata dell’atto unico. Maria è seduta sul ciglio del letto.

Maria
Ecco, ora finalmente ti riposi, vedi? Sempre lì a lamentarti che fai tutto te, che non ti aiuto mai, che approfitto della mia malattia. Ora riposati per bene. Sarai contenta finalmente!

(Silenzio)

Bella tranquilla e rilassata. Vedi? Ti lascio in pace, io! Mica come te che quando mi riposavo mi facevi sempre sentire in colpa. Me lo facevi pesare!

Rita
E stai un po’ zitta!

Maria
No, cavolo! Lasciami parlare, adesso.

(Silenzio)

Rita
Bè?

Maria
Niente. Lasciamo perdere.

Rita
Cerca di essere pratica.

Maria
Pratica? Con le gambe che mi ritrovo?

Rita
E’ una questione di testa, mica di gambe!

Maria
Lo sai benissimo che c’ho le gambe che non mi reggono, che cavolo dici?

Rita
No, dicevo che è una questione di testa essere pratica.

Maria
Va bene, che dovrei fare secondo te?

Rita
Prima di tutto non pensare sempre alle tue gambe e ragiona.

Maria
Non è che penso sempre alle mie gambe, è che se devo camminare mi fanno male! Come faccio a non pensarci!

Rita
Potresti fare uno sforzino. No?

Maria
No!

Rita
E allora restiamo così per sempre.

Maria
Non dire così! Non dire così che mi mandi ai pazzi!

Rita
Va bene.

Maria
Va bene cosa?

Rita
Fai come ti pare.

Maria
Magari potessi fare come mi pare!

(Silenzio)

Rita
Hai dormito stanotte?

Maria
No che non ho dormito!

Rita
Russavi.

Maria
Non è vero.

Rita
Si che russavi.

Maria
Magari avrò chiuso occhio per cinque minuti, che ne so…

Rita
Hai russato per più di cinque minuti.

Maria
Come facevo a dormire con te così…

Rita
Bè certo.

Maria
Non dormivo mai prima, figurati adesso!

Rita
Avrai tempo anche tu per dormire.

Maria
Non dire così!

Rita
Scusa.

(Pausa. Maria prova ad alzarsi in piedi, con fatica)

Rita
Che fai?

Maria
Non lo vedi?

Rita
No che non lo vedo.

Maria
Sto provando a fare uno “sforzino”.

Rita
Brava.

Maria
E non mi dire brava! (Riesce a tirarsi su. Resta ferma in piedi, smarrita) E adesso?

Rita
Sei in piedi?

Maria
Ora che faccio?

Rita
Cammina, diamine!

Maria
Mi fanno male.

Rita
Prova.

Maria
(Dopo un tentativo) No. (si risiede)

(Pausa)

Rita
Allora?

Maria
Allora cosa?

Rita
Ti decidi?

Maria
Sono seduta.

Rita
Perché?

Maria
(In crescendo) Non ce la faccio a camminare, va bene? Mi fanno male le gambe, e non è che non sono pratica, non è una questione di testa. Mi fanno male queste maledette gambe, va bene? E poi, anche se mi sforzo di camminare dove vado? Me lo dici dove cavolo vado? Eh? (Silenzio. Urla) Rispondi!

Rita
Calmati.

Maria
(Urla) Rispondi!

Rita
Riposati un po’.

Maria
Sei tu che dici che mi devo muovere. E adesso perché mi dovrei riposare?

Rita
C’è tempo. Puoi muoverti più tardi.

Maria
Più tardi quando?

Rita
Quando avrai la necessità di andare in bagno, per esempio.

Maria
Oddio, come farò ad andare in bagno?

Rita
Ci penserai dopo.

Maria
Dopo quando?

Rita
Quando dovrai fare pipì.

Maria
Ora devo fare pipì, ora mi scappa! Come faccio ad andare in bagno?

(Silenzio)

Rita
Non hai il vaso?

Maria
Quale vaso?

Rita
Il vaso da notte.

Maria
Questa è proprio bella! Se sei proprio tu a non volermelo mai mettere vicino al letto!

Rita
Hai ragione.

Maria
Se non avessi avuto questa fissazione del vaso da notte avrei risolto il problema, e invece no, la signora non gradisce che io abbia il vasino sotto il letto.

Rita
Manda cattivo odore.

Maria
No che non manda cattivo odore, dato che non me lo hai mai fatto usare!

Rita
Se lo usassi manderebbe cattivo odore.

Maria
Oddioddioddio!

Rita
Che c’è?

Maria
Ecco, sarai contenta adesso!

Rita
Che c’è?

Maria
Me la sono fatta addosso.

Rita
Va bè, problema risolto.

Maria
Dioooo, guarda che schifo. E adesso come faccio?

Rita
Dai, che non è la prima volta…

Maria
(Piagnucola) Voglio lavarmi, sono tutta sporca e sudata…

Rita
Mi dispiace.

Maria
Ti dispiace?

Rita
Certo.

Maria
Dovresti aiutarmi ad andare in bagno invece!

Rita
Lo sai bene che non posso.

Maria
Lo hai sempre fatto!

(Pausa)

Rita
Lo sai che non posso farlo, adesso.

(Silenzio. Maria piagnucola piano dondolando la testa)

Buio. Luce su Alfredo

Alfredo
Bè era da un po’ che non vedevo Maria uscire. La sorella diceva che non stava molto bene. Ogni tanto passava un dottore a visitarla ma ormai erano mesi che non si vedeva più. Si, Rita usciva tutte le mattine, anzi, ultimamente un po’ meno. Andava a fare la spesa. Almeno questo era quello che diceva ma in realtà tornava a casa sempre con pochissime cose. Sa, una bustina vecchia, usava sempre quella per evitare di pagarla al supermercato, con mezzo litro di latte, qualche uovo, un po’ di formaggio, un paio di pomodori e di mele… che vuole che le dica, erano vecchie. Non le mele eh? Le sorelle! (ride) Certo, da vecchi si mangia poco ma loro, meno spendevano meglio stavano. (Pausa) Mannò, che povere! Avevano un sacco di soldi. Come che ne so! Lo dicevano tutti qui nel palazzo… (confidenziale) Quando sono arrivato qui, più di trent’anni fa, c’era ancora il vecchio padre con loro… era stato un dirigente di non so quale ministero… era suo l’appartamento. Trecento metri quadri più i due terrazzi… qui non ci abitano dei poveracci che crede! Ha lasciato tutto alle figlie, che hanno sempre lavorato, fino a dieci anni fa s’intende, e quindi c’avevano una bella pensione. E poi i soldi da parte del babbo, i gioielli della madre… e certo, che non me lo ricordo che ogni tanto le vedevo con qualche collana o bracciale quando ancora si vedevano in giro? Guardi, non si capisce proprio perché facevano la vita delle barbone. Mai una vacanza, una spesa in più, un cinemino, una pizza! Macchè, sempre a casa a marcire… Io andavo qualche volta alla posta a pagare le loro bollette, bè non ho mai visto consumi di elettricità così bassi, per non parlare del telefono! Tutto canone e niente telefonate! Eppure di soldi ne avevano porca miseria! Ma non quattro o cinque milioni eh? Soldi veri, centinaia! Guarda tu la vita che strana, potevano vivere da signore e invece… (Con un indice si picchietta la tempia) E che ci vuole fare, la vecchiaia è una brutta bestia… 

Buio su Alfredo. Luce sulla camera. Maria accovacciata a terra da le spalle al pubblico, armeggia con delle scatole e mangiucchia.

Rita
Cosa stai facendo?

Maria
Cerco qualcosa da mangiare.

Rita
E qui la cerchi?

Maria
Ci sono dei biscotti salati, e del tonno in scatola.

Rita
Perché non guardi nel frigorifero?

Maria
(Grida) Come faccio ad arrivare al frigorifero?

Rita
Piano piano…

Maria
E poi sarà vuoto!

Rita
Che ne sai?

Maria
E chi ce le ha messe le cose dentro?

Rita
Qualcosa ci sarà!

Maria
Tu hai fatto la spesa?

Rita
L’ho sempre fatta io la spesa!

(Pausa)

Maria
Quanto tempo è passato?

Rita
Tu me lo dovresti dire, io come faccio a saperlo?

Maria
E neanche io lo so. Saranno alcuni giorni! O forse poche ore. O magari un mese! Che ne so! (Pausa) Guarda qua, i datteri di natale…

Rita
Che ci fanno lì?

Maria
(Li mangia avidamente) Non lo so. Tu ne vuoi?

Rita
Non fare la scema.

(Maria mangia rumorosamente. Improvvisamente si ferma ad ascoltare)

Maria
Hai sentito?

Rita
Cosa?

Maria
Quel rumore.

Rita
No.

Maria
Dall’appartamento di sopra.

Rita
E allora?

Maria
Chi avrà fatto quel rumore?

Rita
Ma che c’è di strano?

Maria
Sono fuori!

Rita
Chi?

Maria
Quelli di sopra. Sono fuori, in vacanza!

Rita
Va bè saranno tornati.

Maria
No, stanno sempre fuori tutto agosto!

Rita
Allora saranno i ladri.

Maria
Oddio, i ladri…

Rita
Ma dai, ti sarai sbagliata!

Maria
No, ho sentito bene quel rumore, non sono ancora sorda io! Magari non mi funzionano le gambe, ho l’intestino pigro e soffro d’insonnia, ma ci sento ancora bene!

Rita
Magari il rumore veniva da sotto, o dalla strada…

Maria
No, veniva da sopra! E comunque nel palazzo non c’è nessuno, stanno tutti al mare o in montagna!

Rita
Tranne Alfredo.

Maria
Che vuoi dire?

Rita
Niente. Tranne Alfredo.

Maria
Che vuol dire?

Rita
Oooh come sei noiosa, non vuol dire niente. E’ solo che il portiere non va in vacanza, ecco!

Maria
Anche lui se ne va in vacanza.

Rita
Solo la settimana di ferragosto.

Maria
Eh, appunto. Mi sa che siamo proprio in quel periodo.

Rita
Come “Mi sa”? Che hai perso la cognizione del tempo?

Maria
No, no. Oggi siamo proprio al dodici… o forse il tredici.

Rita
Lascia perdere.

Maria
Ma non hai paura?

Rita
No. (pausa) Di cosa dovrei avere…

Maria
(Interrompendola bruscamente) Dei ladriiii!

Rita
Ma quali ladri?

Maria
Oddiooo… se vengono qui?

Rita
La porta è chiusa.

Maria
L’apriranno, come hanno fatto con la porta di questi sopra, e come fanno con tutte le altre porte degli appartamenti dove vanno a rubare! Oddioooo…

Rita
Ma la pianti?

Maria
(Piagnucola) I nostri gioielliii, i nostri risparmiii…

Rita
Sono nascosti bene, non li troveranno.

Maria
(C.s.) Appunto, magari per farseli dare mi minacceranno con la pistola o con il coltello. Oddiooo!

Rita
Non lo faranno, vedrai.

Maria
Perché?

Rita
Prima di tutto perché non ci sono ladri. E poi perché anche se entrassero qui…

(Silenzio)

Maria
(Forte) Cosa?

Rita
Quando vedrebbero me…

Maria
(Grida) Cosaaa?

Rita
(Dopo una pausa) Si spaventerebbero a morte.

(Buio. Luce su Alfredo)

Alfredo
Ha visto l’altro giorno sul primo canale… si quell’inchiesta… come la chiamate voi giornalisti? … Dossiè, ecco, c’era questo dossiè che fanno tutti i martedì, a me interessa sempre vederlo, tanto è dopo il film e mia moglie già dorme in poltrona. Bè questo dossiè parlava delle case … quelle dove vanno le persone anziane, no? Insomma faceva vedere che c’erano quelle tipo lager nazista, ma anche quelle buone, dove ci sono le infermiere che ti assistono sempre, si mangia bene, c’è un bel parco dove passeggiare, il tavolo da ping pong, i campi da bocce, la palestra… insomma se uno c’ha qualche soldo da parte se ne sta lì e invecchia bene. Vabbè, certo che è meglio invecchiare tra figli e nipoti ma quelle due signore non avevano nessuno! Insomma, dico io, ma perché se ne stavano qui a soffrire? Mica è successo una sola volta che una delle due si è sentita male e abbiamo dovuto chiamare un’ambulanza. E poi quella volta che Maria è scivolata dalle scale e Rita non c’era? E’ rimasta più di un’ora sola a lamentarsi con la caviglia storta. Poi l’ho sentita io e allora… Guardi, a me viene pure rabbia sa? Quelle vivevano male, insomma, mi dispiace dirglielo… stavano anche nella sporcizia. Ecco si, erano sporche, perché non ce la facevano a pulire quel popò di casa! E che diavolo, ma che gli costava chiamare una filippina per dare una lavata ogni tanto? Niente, non volevano spendere. Sa quante volte gli inquilini si sono lamentati con me perché sentivano cattivi odori? E che ci potevo fare io? Guardi, già che ci siamo gli dico pure questa cosa: lo sa che un annetto fa, o forse anche due, è andato da loro il funzionario della televisione per sigillare i canali Rai? Si, perché le due signorine non volevano neanche pagare il canone! Ma porca miseria, dico io, almeno la televisione potevano tenersela no? Niente. Neanche quella! Insomma, se tutti fossero come quelle signore nessuno lavorerebbe più! Voglio dire: mangiavano poco, non si compravano niente, non uscivano mai, niente televisione, cinema o teatro, ah, pensi che si tagliavano pure i capelli da sole! Senta a me, magari passo per cattivo ma io preferisco parlare chiaro: mi dice lei cosa se ne faceva il mondo di due persone così?

Buio su Alfredo. Luce sulla camera da letto. E’ notte. Maria si trascina sul pavimento esausta. Viene da sinistra e si avvicina al letto dove Rita è sempre stesa immobile. 

Maria
(Recupera il fiato) Vito… ecco come si chiamava!

Rita
Chi?

Maria
Vito. Ti ricordi quel giovanotto che mi faceva la corte a scuola?

Rita
Ne hai avuto più di uno di giovanotto che ti faceva la corte.

Maria
No, no. Gli altri non li guardavo neanche, ma lui…

Rita
Non ne hai mai parlato.

Maria
Sono passati tanti anni…

Rita
E perché ti sei ricordata di questo Vito?

Maria
Non lo so. Ero di là che bevevo l’ultimo sorso d’acqua rimasto nella bottiglia e mi sono ricordata di quella volta che …

Rita
Che?

Maria
Che dopo la scuola mi ha dato un bacio. Così, senza dire niente…

Rita
E tu?

Maria
Io niente. Sono rimasta impietrita. Poi lui mi ha chiesto se mi volevo fidanzare con lui.

Rita
Ah. E cosa hai risposto?

Maria
Niente. Sei arrivata tu.

Rita
Io?

Maria
Si. A dirmi che ci dovevamo sbrigare a tornare a casa perché era il compleanno di mamma.

Rita
Pensa un po’.

Maria
E siamo andate via. (Pausa) Non te l’ho mai raccontata questa cosa, vero?

Rita
Mai.

Maria
Perché mi sono sempre vergognata di quel bacio.

Rita
E poi come andò a finire?

Maria
Niente. Mi vergognavo ogni volta che incontravo Vito e facevo finta di non vederlo.

Rita
E lui non si è fatto più avanti?

Maria
Forse ci ha provato, si. Ma io ero ostinata.

(Silenzio)

Rita
E come mai ci pensavi adesso?

Maria
Non lo so. Magari ho pensato che se… tu non fossi arrivata a chiamarmi magari io con Vito mi ci fidanzavo davvero.

Rita
E allora?

Maria
Bè, che ne so… forse mi sarei sposata con lui, avrei avuto dei figli, dei nipoti… e la mia vita sarebbe stata diversa.

Rita
Insomma ti ho cambiato la vita quel giorno.

Maria
Tu che ne sapevi, mica lo hai fatto apposta a venire!

Rita
Eh, appunto.

(Silenzio)

Maria
(Annusa l’aria, sempre più intensamente, si tira su a sedere) 

Rita
Che fai?

Maria
Sento uno strano odore.

Rita
Quale odore?

Maria
C’era anche prima, ma adesso è più forte.

Rita
Apri la finestra.

Maria
(Seccata) Non ci arrivo!

Rita
Respiri da giorni sempre la stessa aria. Morirai soffocata!

Maria
In questa casa non abbiamo mai aperto le finestre.

Rita
Non dire stupidaggini.

Maria
Solo per pochi minuti.

Rita
E’ sufficiente.

Maria
Ma lo facevi tu, però. Io non ci arrivo ad aprire la finestra.

Rita
Non ci pensare, dormi un po’.

Maria
(Si trascina lentamente fino al letto e si stende) E tu?

Rita
Io cosa?

Maria
Anche tu hai qualche rimpianto?

Rita
Rimpianto?

Maria
Si.

Rita
Certo, forse li avevo, prima. Ma adesso che ce li ho a fare?

Maria
(Osserva inquieta la sorella, poi la scopre spaventata) Rita?

Rita
Che c’è?

Maria
(E’ inorridita) Cosa ti è successo?

Rita
Perché?

Maria
La tua faccia… le tue mani… oddio!

Rita
Calmati. E’ normale.

Maria
Ma come normale? Dio che schifo!

Rita
Solo ora te ne rendi conto?

Maria
Ma cos’è?

Rita
Succede a tutti così. Anche a te quando sarà!

Maria
Piantala!

Rita
Forse dovresti chiamare qualcuno.

Maria
No. Ti porteranno via!

Rita
Non hai scelta. Prima o poi…

Maria
(Grida) Piantala ho detto!

Rita
Vuoi morire di fame o di sete?

Maria
Non morirò!

Rita
Non ce la fai più, Maria. Chiama qualcuno.

Maria
Chi? Sono tutti a fare le vacanze!

Rita
Prova a gridare, ora c’è silenzio, qualcuno sentirà.

(La luce si abbassa lentamente. Al buio si sente un grido di aiuto prima flebile, poi più forte, infine disperato, ripetuto più volte, fino al silenzio. Luce su Alfredo)

Alfredo
Chissà, magari quella poveraccia avrà provato a gridare aiuto, ma chi la poteva sentire? Già, perché In quei giorni solo la famiglia all’ultimo piano era nel palazzo. Capirai, quattro piani più in alto, con questi soffitti di cinque metri! Sa, anche io nella settimana di ferragosto mi faccio qualche giorno di ferie. Poi sono rientrato, era… mi sembra… il venti di agosto. Già si sentiva un certo odore, ma pensavo fosse la solita puzza di sporco. Poi sa, mica uno pensa che… lei mi capisce, vero? Così siamo andati avanti per due o tre giorni finchè la puzza era veramente troppo forte. E poi non vedevo Rita uscire mai. Allora sono andato a bussare alla loro porta, ma niente, non si sentiva nessuno. Solo quella puzza terribile! Bè, insomma, alla fine abbiamo chiamato il 113, e il resto… lo sa già. (Entra nella camera da letto e si avvicina alle due sorelle, immobili, stese sul letto) Quando i pompieri sono entrati da quella finestra a momenti svenivano! La puzza era terribile. “Una mazzata” ho sentito dire da uno. Le hanno trovate così, morte nel letto, una vicina all’altra. Rita era morta da giorni, uno della polizia mi ha detto da almeno dieci giorni. Era ridotta una poltiglia. Maria invece era stata lì, a sopravvivere non si sa come accanto alla sorella. Magari, sa, visto che era anche un po’ partita di cervello, ci parlava anche con la sorella morta. Ci faceva i discorsi come se fosse ancora viva. Bè, comunque alla fine anche lei non ce l’ha fatta più. Il dottore che l’ha vista ha detto ch’è morta d’infarto. E lo credo, in quella situazione! Mah, che le devo dire… alla fine mi dispiace… Certo, voglio dire… finire così… senza nessuno che ti aiuta, soli come cani… (Pausa) No, mica mi deve ringraziare, mi ha fatto piacere parlare con lei. Scrive tutto sul suo giornale? Bravo, bravo. Ma alla gente che gliene frega di storie come questa? Ah, va bè, ma d’estate non avete tante notizie da scrivere e c’è posto anche per queste cose… E sì, non si offenda eh? Ma l’ho notato da tempo che queste faccende dei vecchietti morti in casa da soli… si, mi sa che sui giornali se ne parla solo d’estate. Eh? Ho ragione? (ridacchia malizioso) Vabbè, ho capito, mica sono scemo. Lei non può criticare la sua categoria! (Pausa. Alfredo diventa improvvisamente serio) Senta, prima che se ne vada… volevo dire… non scriva niente di quello che gli ho detto. No, no, preferisco così… Racconti solo quello che hanno detto i pompieri e la polizia. Va bene? Me lo promette? Grazie, grazie. Si, sono sicuro. Arrivederci.

(Alfredo resta solo nella camera da letto con le due sorelle morte. Le guarda con tristezza. Poi, con gesto pietoso, le ricopre entrambe con il lenzuolo. Buio)

Fine