BUNZA REBUNZA...

due atti di

Stefano De Bortoli

(Pseudonimo di Leonardo Franchini)

 

Scena: L'interno, piuttosto spoglio, di una grande capanna fatta di vari materiali, che raccoglie la piccola tribù che fa capo alla famiglia Retzel, di Ausugum. Tra i materiali, almeno un paio di grandi crateri - pentole che servono sia per la preparazione di semplici cibi (focolare in luogo ben visibile) che per le esperienze divinatorie di Mirn, il fattucchiere della comunità, assistito dalla moglie Helk.

 

All'aprire del sipario Brun, la capofamiglia facente funzioni, sta salutando sulla porta un invisibile marito che sta partendo per una missione di un paio di giorni. Dietro di lei c'è il lanzknecht Karst, che assiste ai saluti. Seduto per terra, appoggiato alla parete, in atteggiamento fra l'assonnato ed il riflessivo, Mirn. Birk sta rimestando un beverone nella pentola sul fuoco.

 

Brun Supra tucto redite de torno più che se posse presto. Che tenemo sanza de voi paura e stemo privi de la justa defensione... e del consilio...

 

Karst (dietro di lei, con una rozza lancia in mano) Noi stemo per la defensione.

 

Brun Te debe serar bocha, joveno por de consilio!

 

Karst Ma...

 

Brun Ito elo è. Ito. Ora et nunc su le me pore fortie grava el gravame de sua delegada.

 

Birk (mescolando, nervosa e maligna) Come delegada dela giesia e del episcopo...

 

Brun Che au sentida, au sentida. Et alora se ordina che no se facie maldicentia, seu io ordene che tucti facieno el debér suo con recta volontade.

 

Karst Io vae subito al fonte per uno momento al lo guardare e torne per la refetione. (esce, deciso e marziale)

 

Brun Bona sie.

 

Birk Io de la refetione facie el cuocio al fogo.

 

Brun Bona sie.

 

Mirn Io spete cum patientia la refetione et reflecte.

 

Brun E tucti facieno el debér suo et queli che torneno de fòra sarano en ordene.

 

Mriz (entra da sinistra con un grande masso fra le braccia. Birk lo occhieggia con appena un accenno di pudore mentre lui non le bada nemmeno, impegnato com'è a raggiungere l'altra uscita. Ha un atteggiamento come se facesse una processione da solo)

 

Brun Che tue habe absoluto el debèr tuo?

 

Mriz (assentisce gravemente mentre continua a camminare)

 

Birk Eli mae non parle nec facie suono cum bocha inantie del fugir del sole. Che est suo impegno et promesa.

 

Brun Esto sabeo e sabemo. Et est compensatione per tanti che parleno sanza misura e cessatione.

 

Birk (stringe le spalle, offesa)

 

Mirn Eo confirmo et facio mea esta reflectione.

 

Helk (entrando ha sentito le ultime due battute) Che facie? Che facie, ah? Che reflectione posse et debe facere uno homo che sustiene la familia solum cum dormitione et pauco, confirmo pauco, labore?

 

Mirn (esasperato ma remissivo) Eo solum generaliter...

 

Birk (seguendo il filo dei suoi pensieri) Eli dicet che facie nova magione, et nova civitate, et nova regula...

 

Brun Est solum somnio. Per pauco dòrmere, cum ochio verto eli somniare. Come se facere en esto mundo che un servo se facere nova magione, nova civitate, et anco nova regula! Come se pote!

 

Birk Eli dice...

 

Brun La regula se tene come se teneba per secula seculorum, et est sola bona, come erat bona per secula seculorum, e bona est per fili er per fili de fili, per secula seculorum...

 

Mikla (entra quasi correndo dalla sinistra) Ausilio et salvamento! Ausilio et salvamento!

 

Brun Che viene? Che viene de tanto strepito et agitatione?

 

Mikla Eli se tene de me facere sua victima ante la promissione nuptiale! Eli se tene come inimico et fero homo stranio!

 

Birk Eli che è? Eli che è?

 

Gund (arriva irritato, ma cerca di spargere olio sulla tempesta) Eli... eli, come inimico et fero homo... Ma te viene dicere exageratione et falsitate... Solum tangere et cum dulcitia, solum basio parvo et cum decentia...

 

Birk Tangere! Ahh! Basio!!! Ahhh!

 

Mikla Tangere meo corpore e basiare sanza ritentione...

 

Brun Desordene! Desordene! Cadauno facie el debèr suo e non sie desordene, comando!

 

Birk Gund! Tè meo filio et sperantia et defensa! Tè meo scuto! Tè debe remembrare tuo impegno et promissione!

 

Gund Bona sie! Bona sie! Quantum strepito et perturbatione per uno parvo basio...

 

Mirn Reflectere se debet.

 

Helk Reflectere et dòrmere. Plus dòrmere che reflectere.

 

Mirn Femena, eo te comando...

 

Helk (sarcastica) Comande, eli comande! Eli se desmete sua dormitione et comande!

 

Mirn (scuote la testa, rassegnato)

 

Brun Ordene, ordene et quietudo. Che est hora dela refetione et dela pax entra tuta la civitate! Che est pronta la refetione? (a Helk)

 

Birk (mescolando furiosa) Solum pauco, solum pauco! Gund, te viene meco, che debe te parlare.

 

Gund Mater, no è tempo...

 

Birk Viene meco, te dicie (agita minacciosa il mestolo)

 

Gund Viene, eo viene.

 

Birk Eo dicie che debe te remembrare de tua promissione et jurejurando!

 

Gund Mater, lo che se potest io facie, ma sae come se est dificultoso et perilioso en esto tempo de pauca relatione.

 

Birk Eo totum daba per tua vita, per tua felicitade, per tua cresentia en la serenitade et sanza turbamento...

 

Gund Mater, milia et milia repetevi esto dicimento.

 

Birk Te debe remembrare!

 

Gund Altro no se dae. Altro no se dae, mater, sanza remissione.

 

Mirn Teneo fame.

 

Brun Che est pronta la refetione?

 

Birk Che est, che est.

 

Brun Homeni et femene tucti dela civitate de Retzel. Homeni et femene tuti de la civitate de Retzel! Al propinquo de la refetione!

 

(arriva di corsa Karst, seguito quasi subito da Vonk, anche lui trafelato, come se non avesse atteso altro. Più lentamente arriva Mriz, che mantiene un suo dignitoso distacco. Tutti si dispongono in cerchio. Gund cerca di andare a sedersi per terra vicino a Mikla, che però ogni volta si alza e cambia posto. Finché Birk acchiappa Gund e lo costringe a sedersi in un posto che lei può controllare. Nel frattempo arriva Gret. Ha una specie di zappa sulla spalla, si capisce che per lei il lavoro riguarda la coltivazione dell'orto)

 

Brun (dolce) Che tue habe absoluto el debèr tuo?

 

Gret Sì, mater. Cum recta et bona volontade.

 

Brun Bona sie. Side et restora cum la refetione.

 

Gret Sì, mater. (guarda furtivamente, ma non troppo, verso Gund, e mentre si accuccia per terra cerca di attirarne l'attenzione mostrandogli le gambe con una certa generosità. Ma lui è ancora lì che sbavazza per la Mikla, e Gret, sconfortata, acchiappa la sua scodella lasciandola cadere a terra. La afferra subito, ma a Brun le manovre non sono sfuggite, e nemmeno a Birk. Ambedue sospirano vistosamente.)

 

Birk Si caduno est parato et prompto...

 

Brun Dae la refetione. Eo el comando.

 

(La sbobba viene distribuita in rusticissime e slabbrate scodelle. Tutti cominciano a sorbire rumorosamente e con strepito, usando approssimativi cucchiai di coccio, ma molto più succhiando direttamente. Karst e Vonk finiscono per primi e allungano la scodella a Brun per averne ancora. Lei fa cenno di aspettare che abbiano finito tutti, per vedere come dividere quello che è rimasto. Anche Mirn allunga la sua ciotola.)

 

Helk Dormere et manducare. Et pauco laborare.

 

Mirn (fra il minaccioso e l'implorante) Femena, io dicie...

 

Brun Ordene et quietudo. Eo comando et dae lo che è restado.

 

Helk Ile comande...

 

Birk Ile comande...

 

Brun (sullo stesso tono delle due) Au sentida... (nel frattempo passa le scodelle dei tre affamati a Birk, perché versi di nuovo. Fa un gesto con la testa verso Mriz, che rifiuta dignitosamente. Ma Birk afferra anche la sua ciotola, versa un po' di cibo, e va a portarlo a Mriz. Lui la guarda e poi rifiuta, serio. Lei, indispettita, torna da Gund che sta facendo gli occhi dolci a Mikla - non ricambiato che da smorfie - e gli ingiunge:)

 

Birk Manduca, que bene te facere.

 

Gund Eo bono son et satisfacto.

 

Birk Manduca, te dicie!

 

Gund Fame de novo me venet. (con espressione rassegnata riprende a succhiare la sbobba)

 

(Quando tutti hanno finito Brun si guarda attorno, con un po' di malinconia. Guarda verso una direzione dove dovrebbe esserci una finestra)

 

Brun El sòle hòra se fuget et l'imperio del cielum consigna ad luna. Come domino Retzel me consignava. Oh, domino Retzel, che fuget et come sole se ascondet supra montagne, dove es? Dove es? Dove est, Mirn, tu dicere el posse?

 

Mirn (che stava pacificamente appisolandosi con le spalle alla parete, si muove di colpo e starnutisce. E' chiaro che ha avuto una reazione allergica) Eo no se desturba, che reflecte...

 

Helk Che facie dormitione...

 

Brun (senza badare alle interruzioni) Che posse dicere dove est domino Retzel?

 

Mirn (starnutisce ancora) Se debet facere consultatione de le bone herbe...

Brun Che se dèbe, se facie.

 

(ormai rassegnato, Mirn, si alza faticosamente, starnutendo ogni tanto, e va a cercare il pentolone delle sue magie; poiché non lo trova, afferra quello della cena ed ingiunge a gesti a sua moglie Helk di andarlo a lavare, ed a prendere dell'acqua. Brun guarda la scena con attenzione, mentre Mriz si apparta verso il luogo dove dovrebbe esserci la finestra, e Birk cerca di tenere d'occhio contemporaneamente lui, Mirn, Gund e Mikla. Questi ultimi si scambiano messaggi contrastanti, mentre Gret fa di tutto per attirare l'attenzione di Gund. Finalmente torna Helk con il contenitore e l'acqua. Mirn continua a starnutire ad intervalli regolari)

 

Helk Che se facie... se se debe...

 

Mirn (fruga nel proprio angolo e ne toglie dei rozzi sacchetti, mentre la moglie lo osserva con espressione molto critica; apre ogni sacchetto, guarda dentro, soprattutto annusa con varie smorfie, tra lo schifato e il dubitoso, e starnutendo regolarmente. Nel frattempo borbotta un gramelot incomprensibile, che potrebbe essere anche espressione di una formula misteriosa, ma è invece lamentela perché lo fanno lavorare.)

Bunza rebunza labore che se cunza, oscurat strie, da jetare vie, bunza malerta, bocha semper verta...

(finalmente trova odori che lo soddisfano, e si dirige al fuoco, seguito da Helk con il pentolone. Si rivolge a lei)

Mete aqua, femena.

 

Helk (Lei cerca un altro coccio dove c'è dell'acqua e si dispone sopra il pentolone, in attesa; conosce il cerimoniale che sta per svolgersi)

 

Mirn Seeeee - baste! (accompagna con la voce il versamento, come se il quantitativo fosse critico per la riuscita dell'incantesimo - e sul "baste!" Helk deve fermarsi di colpo. Lui osserva il fondo del pentolone, accigliato, e poi butta giù un pizzico di erbe, mormorando cose incomprensibili. Smorfia di delusione. Starnuto)

 

Helk (espressione come "io lo dicevo..." - poi si rimette in posa)

 

Mirn Seeeee - baste! (come prima - di nuovo espressione delusa; avvicina ancora di più il naso e si ritira su di scatto, con una smorfia disgustata per il puzzo)

 

Helk (come prima)

 

Mirn Seeeee - baste! (come prima - però stavolta, quando getta la polvere di un terzo sacchetto, dal pentolone esce del fumo - lui è sorpreso, ma finalmente anche soddisfatto)

 

Tutti (debitamente colpiti dalla ammirevole magia) Ohhhh...

 

Brun Oh domino Retzel, che parle? Che dicie?

 

Mirn Patientia, patientia. Che se facie prodigio et reflectione...

 

Birk Et fumo per tota casupula.

 

Helk (dà a Birk una occhiata acida) Et serare bocha...

 

Mirn (getta un altro po' di polvere, nuovo fumo. Lui annusa a colpettini, come se dovesse capire qualcosa; tutti lo guardano rapiti, Brun più in tensione degli altri) Bunza, rebunza, labore che se cunza...

 

Helk Esto el dicìa ante que ora, esto lo sentimo...

 

Mirn (esasperato) Femena...

 

Brun Dove est domino Retzel? Dove est?

 

Mirn (allarga le braccia in segno di impotenza) Pauco tempore se fugìa post che domino Retzel se parte; io reflecte et dicie che est uno milio...

 

Brun Come potest se dare? Solum uno milio...

 

Mirn Io dicie duo milia, si domino Retzel camina come vulpe sveltamente.

 

Brun Solum due milia?

 

Mirn Forse potest se dare uno pauco più...

 

Brun Solum uno pauco...

 

Helk Femena mai satisfacta!

 

Brun Et che pro facie alora fumo e bone herbe?

 

Mirn Ah... ah... (annusa ancora una volta profondamente il fumo che esce dalla pentola e strizza gli occhi contento; si gira attorno a cercare finché trova uno straccio abbastanza grande e, con movimenti piuttosto ieratici, si china sul pentolone e si copre la testa e le spalle - e il pentolone - con il medesimo; sotto lo si sente respirare a fondo; dopo qualche istante Brun, indispettita, afferra lo straccio e lo solleva; lui la guarda di sotto in su, allegro, e prosegue:) Bone herbe... bone pro pecto, bone pro naso, bone pro rechie...

 

Brun (indispettita) Che baste! Che baste! Dòrmere se dèbe! Dòrmere! Est bona hora!

 

(Al suo ordine tutti si dispongono al riposo notturno, raggiungendo i propri posti, abituali. Cambiano le luci perché, lentamente, il giorno cede il passo alla notte. Vonk e Karst fanno un buffo cerimoniale - una parodia dei più celebri cambi della guardia che si conoscano - per avviarsi al loro turno di vigilanza. Mirn si accoccola nel suo solito cantuccio e dopo due secondi russa rumorosamente. Altrettanto fa Karst, al quale è toccato il seondo turno. Helk, mimando fastidio e disperazione si mette vicina a Mirn, e dopo un istante russa anche lei. Via via il concerto si arricchisce, ultima ad addormentarsi rumorosamente è Brun, che prima controlla che tutti dormano. Tranne naturalmente Mriz, che sta seduto ad ammirare la sua amica luna, e sembra disinteressato a tutto quello che accade. Dopo poco, quando tutto sembra quieto - relativamente, si capisce - Gund alza la testa e si guarda attorno; quindi si solleva dal suo posto e va verso Mikla. Anche Gret segue la manovra. Appena Gund cerca di sfiorare Mikla questa salta su come una vipera urlacchiando)

 

Mikla Ausilio! Ausilio et salvamento. Li latroni!

 

Gund Eo sono, eo... (cerca di zittirla Gund) Eo te portaba signo de mia devotione...

 

Mikla (sempre troppo forte) Che signo, eh? che signo? Eh, che duro signo!

 

Gund No, no, solum pro parvo basio et dulcitia de tuo accepto.

 

Mikla Vae, vae, che no est tempo!

 

Birk (si è alzata, destata dal casino, un po' come tutti, e si è avvicinata ai due con le mani sui fianchi, come una furia; capita la situazione, prende per un orecchio il povero Gund e lo trascina vicino a sé) Et dòrmere, esto fiato!

 

Gund Eh, ahi, aho, male me facere, aho, aho, solum pro parvo momento de dulcitia, maxima dolentia, ahi, ahi me pauvero!

 

Brun Et dòrmere se pote?

 

Birk Se pote.

 

Brun Bona. Quietudo.

 

(tutto riprende come prima; salvo che, durante la scena seguente, mentre Mriz parla e comincia il temporale - e scende la luce - Gret propone a Mikla di scambiarsi il posto di riposo; Mikla accetta, ed apparentemente nessuno nota nulla)

 

Mriz (si lascia andare ad un sospiro, finalmente, e si avvicina all'origine della luce blu lunare che illumina fiocamente la scena, ma in maniera buona lui)

Domina luna, domina de la nocte

que vene quando surge a me parlare

que sola sape el dolo del meo core

e 'l desiro che brusa nel meo pecto

 

Domina luna, domina del cielo

asculte la mea voce et li suspiri

e 'l somnio che ogni nocte se repete

de te vedere en nova libertade.

 

Deseo de fare nova civitate

de habere nova et granda la mea casa

et ibi che se pote generare

nova gente, che serva no sie mai.

 

Alta turre et muri grosse de una parte

e tota vert al cielo et a la valle

l'altra parte che sie la tua magione

che ti vene ogni nocte a visitare.

 

Domina luna, asculte la mea voce,

et fae me libero de mea vita per semper

et libero io sie da promissione

de bocha avrire solum en tuo aspecto...

 

Birk (si era lentamente avvicinata) Come parle dulze et bono...

 

Mriz (spaventato) Eh?

 

(proprio in quell'istante scoppia un tuono e cambiano violentemente le luci per i lampi di un temporale; Birk torna di corsa al suo posto, tutti dànno segni di spavento, compreso Mriz, che però si limita a ritirarsi un po' indietro dall'apertura dalla quale gli viene la luce; ben presto si sente anche un rovescio di pioggia, e si vede, nel buio, appena rischiarato da lampi improvvisi, un tramestio; poi è buio, qualche tuono che si allontana, e rumore di pioggia. Musica. Buio.)

 

(dopo qualche momento di silenzio, comincia una nuova musica, quella del mattina che arriva; da est si vede che comincia a baluginare sulla piccola comunità la luce rosata dell'alba; tutti sembrano addormentati e tranquilli, ma dopo qualche istante si vede Gund che alza la testa e sorride tutto soddisfatto: è infatti vicino, vicinissimo, alla Mikla, che continua a riposare; Gund si alza, si stira voluttuosamente ma in silenzio, e poi ritorno con l'aria di Casanova che esce da villa Morosini, al suo posto, vicino alla madre Birk; si stende di nuovo, ma con le mani dietro alla testa, come se adesso, davvero, fosse in pace con il mondo e soddisfatto di se stesso; si capisce che non aspetta altro che si svegli qualcuno per fargli sapere delle sue bravure; siccome gli altri sembrano inclini a continuare le dormizioni, lui fa una serie di rumori atti a richiamarne l'attenzione; infatti la madre regisce)

 

Birk (al figlio) Che, non dorme?

 

Gund Non vide che domino sole se rede su la terra?

 

Birk (perplessa) Ile est domina aurora, sua serva, che para el cammino. Non est tempo et hora de lui salutare.

 

Gund Domino sole luce et nel meo pecto.

 

Birk Ti somnio habeba che te facie laeto?

 

Gund Eo leto habeba plus dulce che somnio.

 

Birk Che dicie filio meo sanza prudentia?

 

Gund Hora no est tempo de contar secreto.

 

(la conversazione sta svegliando anche gli altri membri della capanna, che cominciano ad ascoltare con varia attenzione; quando Gund è convinto di avere abbastanza pubblico, si produce)

 

Birk Ti secreto te tiene contra mater?

 

Gund No contra mater, ma pro de mea letitia.

 

Birk Ti filio meo, ti carne de mea carne...

 

Gund Mater, cessa de fare tua lamentatione. Esta fiata se daba, per el filio tuo, la letitia de nocturna nuptia. Domina luna solum nos vedeba, et daba a nos sua luce et suo contento.

 

Birk (incredula) Juvena Mikla te daba suo contento?

 

Gund Luna, io dicie...

Birk Luna est en cielo, et en la terra staba solum la Mikla che...

 

Gund Dicieba bona sie, bona che bona, et me daba dulce responsa, et dulce me tangeba a la facie cum mano dulce, et diceba che eo solum pro ile se somniava...

 

Birk Mikla? Ti filio meo somniaba...

 

Gund No, eo te dicie che totum era dulce...

 

Birk Et tua sancta promissione? Et tuo jurejurando?

 

Gund Non est momento, mater, non est tempo...

 

Brun Che se dae, de tota agitatione en tempo de anco se dormere?

 

Birk Esto se dicie che filia tua Mikla...

 

Gund Est satisfacta de nuptia et de lo sponso!

 

Brun Mikla? Che dicie? Est somnio tuo de nocte?

 

Gund Esto no se dae somnio, ma solum realitate! Fortia de mea dulcitia! Victoria de constantia!

 

Brun Mikla, che dicie? Mikla? Mikla tu me intende?

 

(nessuna risposta)

 

Gund Ele anco se dorme ne la satisfactione. Ele et hora se somnia la dulcitia...

 

Brun Mikla, te dicie!

 

(dopo qualche istante dal giaciglio di Mikla si vede un movimento; e, sorpresa, è la testa di Gret che si alza, trasognata e sorridente, a guardare la madre, Gund e gli altri)

 

Brun Gret, che tu facie?! Che tu dicie, filia mea?

 

Gret Eo...

 

Brun Et Mikla, anco se dorme? Ove se dorme? Mikla! Mikla!

 

(le sue grida ormai fanno saltare tutti in piedi; quasi tutti perché, come si scopre molto presto, Karst e Vonk, dopo aver ovviamente reagito, cercano di non farsi notare, fingendo di dormire profondamente; ma Brun è implacabile)

Brun (girando per il luogo, ha scoperto i due, e li scuote senza pietà) Karst, ove est Mikla? Che dicie, eh?

 

Karst (finge di svegliarsi in quel momento, come se fosse molto stanco) Ohhh, ahhh, ehhh?

 

Vonk (continua a russare, manifestamente fingendo)

 

Brun Ove est Mikla?!

 

Karst Ohh, ehh, eo dicie... eo reflecte...

 

Helk (dà di gomito a Mirn) Tua est schola!

 

Karst Eo dicie... ele est ita pro suo labore...

 

Brun (incombente) Ove est suo labore, si ele se dèbe toto facere en sua magione? Che dicie, eh?

 

Karst Juste, dicie. Forse se daba che una urgentia de corpore la clamava?

 

Brun Urgentia de corpore! Che dicie! Tu dèbe la civitate defendere! Tu et lo tuo comite! (dà un calcio a Vonk, che stavolta deve proprio saltare su) Dormitione! Ove defendeba, se dormiba?!

 

Vonk Ehhh! Ohi! Eh... eo terminaba el meo debère, et juste dormiba...

 

Birk (maligna) Et quando terminaba, eh? Juste quando pluvia se cadeba come flumine et tempestate...

 

Vonk Eo juste no recordo, pote se dare, pote se dare...

 

Brun Ahh!

 

Birk (incalza) Et en esto tempo, anco lo defensore Karst, terminaba suo labore?

 

Brun Ahhhh!

 

Karst Quando se dae che la tempora est tanto de romore et de pluvia et de tempestate, no se dae inimico che vene, et lo romore tanto est che come milia et milia inimico che fuge...

 

Brun Ahhhhhhhhhhhhh! Tu fuge! Tu et lo tuo comite! Defensore de gallinaria! Timide et cum paura pro pauco de pluvia et de tempestate! Defensore de cunicoli! Cunicolo est tu anco! Oh, domine Retzel ove es, ah? Ove es ti, defensore vero de la tua civitate! In miseranda condicione ti ne lassava! Oh, domine Retzel! Ove es ti? Ove est mea parva Mikla?...

 

Mirn (impietosito dai lamenti della povera donna) Eo domande a le bone herbe, a le bone herbe...

 

Helk Che fae, che fae, che tene anco fredore al pecto?

 

Gund Che pote se dare che ele iba a tore de la bona acqua fresca al fonte?

 

Brun Ahh, ti! Ti che facieba cum mea parva Gret, ah? Ti che debèba respectare sua juventute et sua pueritia!

 

Gund Ele monstraba jubilo et satifactione... Ele no se daba de se defendere...

 

Birk Filio, meo filio, poro de consilio... Ti no reflecteva che tua perditione est de no respectare jurejurando et promissione...

 

Gund Mater! El meo sangue se tempestava en lo pecto!

 

Brun Post che mea Mikla sea redita a la magione, èsto sangue se darà de vedere. Eo facie lo jurejurando! Ma hora est tempo de corere come vulpe per retrovare Mikla, che da inimico est rapìda!

 

Mirn Eo vae a reflectere! A reflectere! (parte, seguito da Helk, poco convinta, che gli brontola qualcosa)

 

Karst (marziale) Eo vae supra montagne, flumina et maroche! Eo vae per lo cielo! Eo cure ne lo fogo!

 

Mriz (si alza dalla sua posizione, dalla quale aveva assistito senza troppa partecipazione al dramma, e, nel silenzio generale, si avvicina a Karst e mima -- con grande chiarezza - la sua convinzione che Karst sia un po' tocco; poi se ne va via con l'aria di chi ha troppo da fare per perdere tempo in queste stupidaggini)

 

Birk Eli no parle! Ma de tucto se facie intendere!

 

Vonk Eo... eo... eo... anco!

 

(i due cominciano di nuovo una manfrina di manovre tipo cambio della guardia, finché Brun, esasperata, non fa un urlaccio e quelli allora scappano da due parti opposte)

 

Brun (a Gund) Ti... ti... bruso de fogo, pecto de sangue... ti.... (le parole si confondono per la rabbia)

Gund Eo... eo cure come vulpe a la trovare! (e invece scappa come una lepre)

 

Birk (a Brun, cercando di calmarla) Est el meo filio, el meo filio de mea carne, et ti sae come est uno filio dulcitia et dolentia, sperantia et contritione... Ti sae che est bono et sanza de malitia...

 

Brun (questa non la sopporta) Sanza de malitia?!

 

Birk (prudentemente) Et eo vae a cercare... (esce)

 

Brun (sconsolata, sospirando) Et tucto esto se dae quando domino Retzel no est ne la magione per me confortare con el consilio et con la fortitudo... Et le mie pore fortie no se dan che sie bastanti per tucto esto desordene et dolore...

 

Gret Mater... (si avvicina dolcemente e le circonda le spalle con un braccio)

 

Brun Filia, mea filia...

 

Gret Mater... me crede, eli non est culpando... ea se mutaba com Mikla de jacilio... et tucto esto desordene est mea culpa...

 

Brun (che la capisce) Filia... e tucto esto se daba per...

 

Gret Per el bono del meo core malado, malado de infectione de...

 

Brun De...

 

Gret Malado de infectione sanza che se posse lo curare... lo pejore de tucti mali et lo plus dulce...

 

Brun Et est male che a tucti li joveni convene...

 

Gret Et est male che no se pote contestare...

 

Brun Male de core, filia mea, de core

 

Gret Male de amore...

 

(musica; vanno prima a sedersi da qualche parte; poi si alzano e partono anche loro, a cercare)

 

Mriz (a scena vuota, arriva da una parte portando in braccio un sasso più grosso di quello che aveva prima; si ferma più o meno verso il centro, e guarda sconsolato verso il sole, poi riprende a camminare verso la sua nuova magione)

Birk (arriva un secondo dopo che è uscito Mriz e si capisce che lo sta inseguendo; si guarda attorno smarrita, e mentre esita se rincorrerlo anche nella nuova direzione, arriva Helk, con espressione furba; allora Birk si blocca e comincia a cercare qua e là, intenta) Ile non est qui... Ile non est qui... Ile non est qui... (la situazione è chiaramente assurda, perché Birk cerca in posti inverosimili, come dentro una pentola, e sotto un piccolo sacchetto di canapa. Helk la guarda sorniona)

 

Helk Che cerche, ah? Che cerche?

 

Birk (un po' titubante) Eo Mikla cerche...

 

Helk (trionfante) Ah, Mikla cerche? Bono. (Le rifà il verso e la prende in giro, cercando in posti ancora più assurdi, come sotto una foglia o dentro una ciotola) Ile no est qui, no se dae, che sie qui, io crede... ile non est anco qui... ohi, come se dae...

 

Birk (indispettita) Sere bocha! Eo cerche là! (esce da dove era entrata, ed Helk la segue con un sorriso soddisfatto)

 

Mriz (sempre solenne e monumentale, traversa di nuovo la scena, all'incontrario)

 

Mirn (dopo aver guardato dentro e visto che tutto è vuoto, soddisfatto, va verso il suo cantuccio e si dispone ad un pisolino ristoratore)

 

Karst e Vonk (arrivano di corsa insieme, come se stessero inseguendo qualcuno, facendo fare un balzo di spavento al povero Mirn, che li guarda esterrefatto; i due non lo degnano di attenzione ed escono di nuovo precipitosamente)

 

Mirn (sospira, e cerca di riprendere il filo del suo riposo)

 

Mriz (arriva nuovamente; stavolta è un po' meno monumentale, perché è sotto il peso di una stele gigantesca - tipo quella che porta sempre in giro Obelix - ed ha quindi i passi pesanti. Arriva fino a metà scena, poi guarda di nuovo verso il sole, fa per aprire bocca e infine scuote la testa; prosegue per la solita uscita)

 

Mirn (di nuovo il salto; sta a guardare con occhi sbarrati la cerimonia, disapprovando quello che vede; ma solo dopo che l'altro se n'è uscito commenta il tutto con le dita che picchiettano sulla fronte; poi cerca ancora, sbuffando, di rimettersi tranquillo)

 

Gund (arriva dondolandosi come John Travolta)

 

Mirn (allarga le braccia, sconsolato)

Gund Eo no sae... eo crede che...

 

Gret (gli viene dietro a due passi di distanza) Te no crede che est signo de suo contento de cielo che mande tempora et tempestate per te lassare al propinquo meo venire?

 

Gund Eo no sae... eo crede che...

 

Gret Et staba jubilo en lo tuo dicere et letitia ne lo me tangere et ne lo sentire me te tangere, et staba satisfactione...

 

Gund Esto no nego, eo dicie solum che...

 

Gret Est malo contra lo cielo, forte malo contra lo cielo no vèdere sua signa et no capire suo comandamento...

 

Gund (un po' preoccupato) Est malo contra cielo?

 

Gret Lo est. Et eo tene dolentia et tristitia si te cielo facie culpa pro no capire suo comandamento.

 

Gund Ti tene dolentia?

 

Gret Eo tene.

 

Gund Ti tene tristitia?

 

Gret Eo tene.

 

Gund Ah. Ah. Ah. Reflectere se debe.

 

Mirn (mima di nuovo tormento e disgusto per questo imitatore di bassa lega che osa adoperare le sue formule)

 

(finalmente sembra tornata la pace; però Mirn smania, perché ormai ha perso la concentrazione; inoltre, lontane, si sentono delle voci concitate e il suono di un flauto di Pan; lui scuote violentemente la testa, come per scacciare fastidiosi importuni)

 

 

Brun (arriva un po' affannata, un po' sconsolata, e guarda verso il sole come se fosse un mezzo per comunicare)

 

Mirn (stavolta, come la vede, salta proprio in piedi, ma cercando di non far rumore; comincia a brontolare, ma solo muovendo la bocca, e, per darsi un contegno - giusto in caso - traffica con i suoi sacchetti di erbe)

 

Brun Domino sole, che dea a me la fortia,

che se deve sufrire en tucto el core.

Lo domino meo Retzel se partiva,

et eo me resto nel perturbamento.

Una filia mea amata se fugiva,

aut est da malo homo rapita,

aut inimico se vincia de la sua prima joventute.

Una filia se tene el core aflicto,

per dulcitia d'amore mal resposto,

et eo non tene fortia de le dire

che debe tucto obliare.

Eo anco ne la prima joventute,

me daba fogo lo viso del meo Retzel.

Et come lo teneba et desiaba,

et come eo voleba che altra no teneba...

Come mea filia amata,

come che core no se pote comandare,

et no se debe...

Et hora, sola me sola en solitudo,

debe sufrire sanza el susteno

del meo domino Retzel,

che anco no se torne,

sanza lo suo consilio,

et lo sulievo de lo suo bon parlare.

Domino sole, porte lo suspiro,

domino sole, porte lo lamento,

che eli sente el meo dir dentro lo core,

e torna a la magione et a la sposa...

(sospira, commossa dalla sua stessa preghiera; vorrebbe proseguire, ma....)

 

Helk (arriva per sentire le ultime frasi di Brun e vede anche il marito - fra loro si svolge un dialogo a gesti - lui mostra che sta cercando diligentemente le erbe adatte, e lei gli dice che non ci crede e che è proprio uno scansafatiche) Brun mea, domina et amica...

 

Brun Che est? Che dicie?

 

Helk Eo son. Eo et el meo homo. Se se pote stare a tuo vantagio, per l'auxilio noi stemo...

 

Mirn Eo vide che est bone herbe...

 

Helk (mima al marito:"Ancora? Ma va' a farti friggere!" - mentre a Brun:) Te se vide en lo tuo turbamento. Et che domino Retzel no est propinquo per te sustenere...

 

Brun Est veritate, et me se dae sufrire. Le filie che se ama et che se perde...

 

Helk Ile turne più che se posse presto... Ile turne, me crede...

 

Mirn (rassegnato) Eo crede anco che turne.

 

Brun (tristemente ironica) Per le herbe?

 

Mirn No, per lo amore de la mater, e per el fogo de la sua casupula, che no se pode et no se debe obliare.

 

Helk (per una volta tanto, ammirata del marito) Bono parle!

 

Mirn (minimizza, come per dire:" E questo non è niente...")

 

Brun (un po' confortata) Ti crede che se posse dare, che ile torne, che no habe malo, che non fue inimico che la...

 

Vonk (irrompe come sparato, e poi si ricompone; cerca di assumere un atteggiamento marziale, facendo due o tre cerimonie, come immagina che facciano i guerrieri veri; si capisce che sta cercando di creare un po' di suspense è che è molto soddisfatto di quello che sta per accadere)

 

Mirn (travolto da tanta sorpresa) Bunza rebunza!

 

Helk Bunza!

 

Brun Che est?

 

Karst (si sforza di fare una specie di marcia trionfale con rumori della bocca, e spinge in avanti un giovane, quindi annuncia:) Lo inimico est vinto!

 

Mirkel (è il giovane; è vestito come gli altri, ma con qualcosa di diverso; si capisce che viene da un'alktra comunità; ha soprattutto un flauto di Pan appeso al petto con una cordicella; sulla faccia ha un segno violaceo di una bastonata; ma con tutto questo non nasconde il suo disprezzo verso Karst, nemico che lo ha vinto, certo, ma non piegato; e quando questi parla, gli gira le spalle, sbuffando)

 

Karst (goffamente cercando di sembrare un brutale guerriero) A la tera, a la tera devante a la domina de Retzel!

 

Mirkel (gli fa un gesto come dire:"Ma va a quel paese, pagliaccio")

 

Brun (ai due prodi) Boni sé, et bravi defensori. Làsse che l'inimico anco me parle. Che est? Unde ti vene? Che ti facie?

Mirkel Eo neante faciè. Eo sonè en mea plena libertè.

 

Helk (subito incuriosita dalla strana pronuncia del bel giovanotto, dà di gomito a Brun) Che dicie, eh? Come eli parle straniamente? Ti le pote comprendere?

 

Brun (navigata esperta di relazioni internazionali) Se pote, se se vole. (Al giovane) Tu mea filia la Mikla se portaba en fero et stranio logo?

 

Mirkel Eo no sè che est ta filia, eo no sè de loghè

 

Karst Est falsitate! Eli se staba nel propinquo del fonte!

 

Brun Et che faceba?

 

Vonk Neante. Sonaba.

 

Brun (perplessa) Che dicie? Solum sonaba?

 

Karst (fulmina il suo socio d'armi con una occhiata) Ah! Che solum! Che sonaba! Sonaba! Sonaba fero signo de arma!

 

Mirkel (guarda l'altro come dire: "Ma sei scemo?") Eo sonè dulze et bonè. Eo no sè de arme.

 

Karst (sempre più infuriato) Ah! Eh! No sè! Eh! Eli facie: fi-fi-fi (qui l'attore deve creare ad orecchio una interpretazione guerresca di un fischiettare melodico; è un classico esempio di mistificata testimonianza) Come lo falco en cielo: fi-fi-fi! Eli facie: fi-fi - fi-fi: come la vulpe en terra. Eli facie anco: fi-fi-fi-fi-fi-fi-fi-fi-fi-fi-fi... come... come... come... lo luporseone!

 

Helk (davvero perplessa) Che est luporseone?

 

Brun (anche lei - sgomitando l'altra per far capire chi è che deve condurre l'interrogatorio) Che est luporseone?

 

Karst (guarda il compare in cerca di sostegno) Lo... lo... luporseone... est fera granda et mala, granda et mala, granda (ad ogni ripetizione aumenta le dimensioni che sidegna nell'aria con le braccia) et mala, signo de dura arma et de cruda malitia.

 

Vonk (conferma con grandi cenni della testa, e facendo gli stessi movimenti del compare, magari un po' in dissonanza)

 

Mirkel (guarda con ironia e superiorità i due difensori e poi quasi sghignazza:) Luporseonè... (come dire: "Sei proprio uno scemo contafrottole")

Karst (cerca altre testimonianze più convincenti) Anco lo domino Retzel lo vedeba.

 

Brun (sorpresa) Esto jovene?

 

Karst No, no, eo dicie... lo luporseone... (ma non è tanto convinto nemmeno lui)

 

Brun (a Mirkel) Ti che sonaba? Et pro de chi te sonaba?

 

Mirkel Eo solum pro de mè eo sonè, pro de core et de dulcitia, e de l'amòr...

 

Mirn (capisce che è meglio non stare nei dintorni) Eo vae a cerca de bone herbe (parte, e nessuno gli bada)

 

Brun e Helk (insieme) De l'amòr?

 

Helk e Brun (insieme, guardandosi preoccupate) Che sie l'amòr culpa de tucto el male?

 

Mirkel No è, l'amòr jamè no è culpa de mal, solum de bèn el pote se portare. El amòr se nodrè de tucta dulcitia et de jubilo et no sè che fare mal, e no potè.

 

Brun (a Helk) Eli no parle malo.

 

Helk (cerca di essere più furba) Eo no sa... che pode falsitate dicere.

 

Brun Eo no crede. Uno... uno bel jovine... Solum sonaba...

 

Karst (si vede sfuggire la preda) Falsitate, solum falsitate! Eo lo confirmo! Eli at lo fonte se staba cum suspecto! Cum malitia! Al fonte, acua de nostra vita! Eli sonaba signo de morte!

 

Brun Oh, domino Retzel! Come se pote discovrire veritate?

 

Karst (deciso) Con lo martirio de lo inimico!

 

Helk (sovrapponendosi) Con le herbe de la veritate!

 

Vonk (vota anche lui) Martirio!

 

Helk (cerca con gli occhi il marito, ma quello se l'è già battuta) Io vae lo trovare! (parte)

 

Brun Martirio? Et che se facie?

 

Karst Strazio de sua carne et de caveli!

Mirkel Ahi!

 

Vonk Lo fogo ne la rechia!

 

Mirkel Ahi!Ahi!

 

Karst Taliare ne le mani et ne li piedi!

 

Mirkel Ahi!Ahi!Ahi!

 

Vonk (approfitta per una petizione privata) Manducare la nostra refetione!

 

Mirkel Eh?

 

Brun (rabbrividisce) Poro jovine... eo no se che comandare. Lo se liga con corda! Et se dèbe ire a lo fonte a vèdere el facto. Reflectere, reflectere se debe.

 

Karst (rassegnato, fa un legaccio molto lasco ed approssimativo a Mirkel, che infatti si accuccia tranquillamente e non troppo impressionato)

 

Brun Se vae, li defensori! (escono, in fila indiana)

 

Mirkel (si guarda attorno e decide che per adesso non vale la pena di fare niente; così prende il suo flauto di Pan e comincia a trarne qualche nota)

 

Mriz (entra con un altro sasso in mano e si dirige incuriosito verso il prigioniero)

 

Mirkel (guarda, stavolta spaventato davvero, l'imponente Bauerknecht; ma siccome l'altro non parla e non mostra segni di voler compiere atti violenti, si rimette a soffiare nel suo strumento)

 

Mriz (riprende la sua processione; però, arrivato vicino all'uscita, si gira verso il giovane, che non lo vede, e fa segno che secondo lui è un po' matto)

 

 

 

FINE DEL PRIMO ATTO

 

 

 

 

 

SECONDO ATTO

 

(All'apertura del sipario Mirkel, più che preoccupato, sembra annoiato e un po' triste. Si guarda attorno e quello che vede non gli sembra molto soddisfacente. Lui è un tipo al quale piace socializzare, quindi la solitudine, protratta per troppo tempo, non lo rallegra. Quindi, riprende in mano il suo flauto e ricomincia a suonare. I legami, in realtà, non gli impediscono un bel niente.)

 

Mriz (torna indietro da dove era uscito, come colpito da un'idea: c'è qualcun altro privo della libertà - che probabilmente può comprendere le aspirazioni di un servo che agogna cambiare situazione. Il problema è come comunicare. Si avvicina a Mirkel)

 

Mirkel (dapprima è sulla difensiva; poi si accorge che è il tizio di prima e gli indirizza una smorfia, tipo "E allora, cosa vuoi, piffero?")

 

Mriz (mima, per la verità un po' secondo i canoni della tragedia greca, il fatto che anche lui si considera un prigioniero, un sofferente della libertà; però, nell'enfasi, indicando se stesso si tocca lo stomaco più volte)

 

Mirkel (smette di suonare e guarda Mriz con svagata attenzione; aggrotta gli occhi e l'altro si sente in dovere di ripetere; così alla fine Mirkel sembra aver capito) Ah, ti habé mal a le stoméch... Est mal bèn diffondé, se mal manduché...

 

Mriz (Fa cenno di no con la testa; si indica la bocca e la lingua con le mani e continua a negare, per lasciar capire che lui non può parlare, per voto - e questo lo indica con le mani giunte)

 

Mirkel Ah, ti volé rejetté la refetiòn... Eo no sè se est bonè... No, no est bonè, et ti volé fer...

 

Mriz (Fa cenno che è meglio lasciar perdere l'argomento della libertà; meglio parlare del suo progetto, della nuova civitate, del palazzo con le torri a difesa, ma aperto alla luna... Per indicare lo sviluppo del progetto, muove con decisione indici e pollici contrapposti, e alza torri con le mani a tubo)

 

Mirkel (imperterrito, ma interessato, continua nel proprio equivoco) Ti pensè che tantum faciè? Eo credè che tantum no manduchè...

 

Mriz (rifiuta violentemente l'interpretazione dell'altro e ripete i suoi gesti, con ancora maggior enfasi)

 

Mirkel (finalmente preso dal dubbio) Ah, ti no volè parlè de stomèch... Ti avè altra dolentia...

 

Mriz ("Il mio progetto e tutto in testa" comunica Mriz, paziente "e si sviluppa sasso dopo sasso")

 

Mirkel Ah, ile est dolentia de capè... Eo sé, eo sé... Quando bibé... No est verité che vinum dè verité: vinum dé dolentia de capé (non gli pare vero di fare sfoggio della sua sapienza scientifica)

 

Mriz ("No, no" mima esasperato Mriz "Sto facendo una civitate con grandi sassi robusti, e appena sarà pronta, di corsa via, verso la libertà!" Solo che il nobile pensiero si conclude con Mriz che, dopo aver mostrato ancora una volta l'imponenza delle torri, si batte una mano sulla chiappa per dare il senso della immediata fuga)

 

Mirkel (prima strabilia; poi si copre gli occhi pudicamente) Eo no volè sapè de esto facto. Esto no se faciè ne la mea civitatè. Eo no volè sapè, no volè!

 

Mriz (cerca di distogliere l'altro dall'equivoco per qualche secondo; ma infine si arrende; questi prigionieri stranieri sono troppo stupidi per apprezzare la libertà; al massimo strimpellano un pifferotto e sembrano soddisfatti; buon pro gli faccia; Mriz se ne esce da dove era venuto, a riprendere le sue faccende)

 

Mirkel (che aveva tenuto gli occhi coperti con le mani, sbircia ogni tanto per vedere se quello se n'è andato; e quando è sicuro che è uscito, ripete - in riassunto - le ultime strambe dichiarazioni del suo interlocutore; commenta con una faccia disgustata, e fa un gesto con la mano come dire "lasciamo stare, queste sono scemenze da teste malate")

 

Mirn (torna circospetto, con la consueta intenzione di pisolare serenamente; è convinto che nel frattempo tutti siano fuori a godersi lo spettacolo del martirio de lo inimico; come vede che Mirkel è ancora al suo posto, si dispera) Bunza! Ma ti no habe volia de te redere a la tua casupola, ah? Ti no pense a la mater, al fogo de la tua... (è un po' confuso e si interrompe)

 

Mirkel (molto dignitoso) Eo no pensè che la matèr se foghè!

 

Mirn No, eo diceba... Bunza! Rebunza! Ti è cum corda legàdo, e no te pode mòvere. Eo facie hora... (si avvicina come per slegarlo dall'albero)

 

Mirkel Te fermè! (sempre molto dignitoso, si alza e mostra che le corde sono molto lente e messe a casaccio, e può liberarsi quando vuole; ma la sua dignità gli impedisce di ricorrere a simili mezzucci; quindi si risiede al suo posto e si rimette le corde, come se fossero la cintura di sicurezza di una utilitaria)

 

Mirn (si gratta la testa, perplesso; questo tizio va oltre le sue capacità di capire) Ma te no habe volia de te stare libero en la natura, de te dare a lo labore piscatorio, a lo labore venatorio, a la colitione de flori...

 

Mirkel (anche lui vuole capire) Ma ti volè che eo se fugiè? Et le motivè?

 

Mirn Eo... eo... Le motivè! Le motivè! Eo reflectere dèbe!

 

Mirkel (virtuoso) Te reflectè! Eo no disturbé!

 

Mirn (gesto stizzito della mano: "Tu non capisci un cavolo!" "Ah, come è dura la vita quando un pover'uomo vuole riflettere in pace!") No se dae, no se dae... (si gira sconsolato verso l'uscita) Eo vae a cerca de bone herbe...

 

(Mirn è appena uscito e Mriz ha tratto sì e no un fischio dal suo strumento che, dalla apertura opposta a quelle dove è sortito Mirn, si affaccia Mikla, un po' scarruffata)

 

Mikla Eli sona... eli sona dulce et bono...

 

Mirkel (non la vede, è dietro di lui) Che parlè? Che diciè?

 

Mikla (mano sulla propria bocca, come per fermare la sorpresa; poi, a voce più bassa) Che parle stranio... et bono, parle... eo entende...

 

Mirkel (non sente.. beh, siamo in una commedia, no?... e comincia a suonare davvero, una melodia dolce e incantatrice)

 

Mikla (felpatissima, si avvicina all'albero al quale è "legato" Mirkel, ma si tiene ben nascosta dietro, e parla sempre sottovoce) Eli sona come se canta lo luscignòlo...

 

Mirkel (smette e sospira; sospira in modo perfetto, come sanno fare gli innamorati sofferenti d'amore - quindi parla: ma che stia recitando, il briccone?) Eo sonè dulce et bonè, per l'amour che plu non vedé...

 

Mikla (tira su le rechie... questo lo ha capito benissimo e comincia a parlare: vuoi vedere che ci casca, la peperona?) Eli sona de l'amor, che no vede... Jovine, che est lo tuo amore?

 

Mirkel Eo entendè dulce et gratioso sonè de vox... domina mea juvena, ile se faciè se vedè...

 

Mikla No se dae... no se dae che una juvena honesta se facie vèdere da uno homo estranio... Ma... jovine... che dicie de lo amore, che ile est?

 

Mirkel (nuovo sospiro miratissimo, roba da Rodolfo Valentino in pieno fulgore) Ile che est mè amour, est clara come domina lunè...

 

Mikla Clara come domina luna (ci casca, ci casca)... Che tu la vedeba solum de nocte?

 

Mirkel Solum de noctè et solum de jorno, et solum sempèr en meo somniò. Eo sempèr la vedè...

 

Mikla Semper? Et come se dae?

 

Mirkel Sempèr, cum lo ochio de lo mè corè!

 

Mikla (ci crede, è fritta, si ripete golosamente le parole di lui) "cum lo ochio de lo mè corè"... Come se parle bono et dulce, come se est de gratia, esto jovine... Et, dicie, per ile sonaba?

 

Mirkel Solum per ile, jorno et noctè, solum per ile al planè et al fluminè...

 

Mikla Al fluminè?

 

Mirkel Et al fontè de la aqua...

 

Mikla (tremolando come gelatina) Ti la vedeba al fonte de la aqua?

 

Mirkel (non è ancora il momento di compromettersi) Eo la vedè semper, al fontè, al fluminè...

 

Mikla (un po' spazientita per come vanno lente le cose) "cum lo ochio de lo mè corè"... Ma dicie, ti la vedeba con lo ochio supra naso et fra le rechie?

 

Mirkel (si concede) Se daè...

 

Mikla (giubilosa, la tordellona) Se daè! Et dicie, come ile est...

 

Mirkel (un po' monotono) Clara come...

 

Mikla (impaziente, lo interrompe) No, io dicie, con lo ochio...

 

Mirkel (stavolta interrompe lui) Fra le rechiè?

 

Mikla Esto, eo dicie!

 

Mirkel Si ile etè arbore, etè juvene et clare betuliè...

 

Mikla Ah, betuliè... ah... et si ile era fera aut oselo de bosco?

 

Mirkel Si eté fera, eté fulva et agilè come vulpe, et dulce et suavè come columbé, et laeta come lodolé, et...

 

Mikla Baste, che baste. Et si ile era... vestimento?

 

Mirkel Si etè vestimento, eté ligère come plumè, plena de colores come planè en flores, et caldé come foghè che ardè ne la casupula...

 

Mikla (trionfante) Est de me, est de me... Eli me vedeba al fonte de la aqua, eli de nocte me sonaba lo dulce sono de lo luscignòlo (chiaro, era facilissimo riconoscersi nella descrizione; ma ora non vuole svendersi, e fa la superiore) Esto jovene... che eo varde, eli est ligado con la corda, eli est firmo e no se pote de me vèdere...

 

Mirkel (mentre lei, sempre da dietro, lo guarda attentamente, si produce nel famoso numero incrociato di Sansone-Houdinì: cioè finge di liberarsi dalle funi con sforzi terribili e movimenti anguilleschi e magici; naturalmente ci riesce e sta per alzarsi)

 

Mikla (che sarà bombolona, ma non è mica scema, fa un urletto tra l'ammirazione e lo spavento quando lo vede alzarsi - e scappa, ma così lentamente e così poco lontano che anche una tartaruga zoppa metterebbe la freccia per sorpassarla)

 

Mirkel (finalmente la vede in tutto il suo splendore; ma, diciamo la verità, qualcosa aveva già intuito; però non rinuncia alla sua scena madre) Bunza! La jovena de lo fontè de la aqua!

 

Mikla (sospettosa) Bunza?

 

Mirkel (corregge la gaffe) Bunzè! La jovena de lo fontè...

 

Mikla (rassicurata, scappa per ben altri due passi, con nuovo urletto)

 

Mirkel (allunga la mano come per trattenerla - vedi i film con Valentino - ma non ci arriva; allora, mielos-cioccolattico, prende il suo flauto e comincia a suonare; la melodia si spande, e diventa quasi piena orchestra)

 

(i due compiono una specie di balletto, con lei che finge di fuggire e di essere allo stesso tempo risucchiata vicino a Mirkel dalla diabolica musica del flauto, e lui che veleggia dolcemente verso di lei, seguendola; avvicinandosi sempre di più, ma restando comunque un po' distanti, escono dalla scena mentre la musica diventa piuttosto forte)

(appena usciti i due, mentre ancora dura per qualche secondo la musica, entrano Brun. Gret ed Helk; le ultime due cercano di consolare la prima che sembra disperata)

 

 

Brun Che est esto romore che me facie dolentia ne le rechie...

 

Gret Mater, ile se torna a la magione, ile presto se torne, ti vedèba...

 

Brun Eo li signi vedeba de la mea Mikla, et de lo suo caminare at lo fonte et ne lo bosco, et lo suo cercare, et lo suo stare in tristitia...

 

Helk (un po' incredula) Come se dae che ne li signi de lo pede per tera se vede lo signo de la tristitia, mea domina et amicha...

 

Brun Eo vede.

 

Helk Si ne manco lo meo domino Mirn, che est de sientia et de sapientia et lège le bone herbe no vede de li signi de pede...

 

Gret Mater, te consola, te crede de vèdere.

 

Brun Eo vede, te dicie. Eo sae et conose lo pede de la mea Mikla, filia mea, come de la mea Gret, filia mea. Et eo sae che se ile se bate lo pede per tera come per novo fonte facere, est signo de tristitia. Eo sae.

 

Gret Ma ile est viva et bono stae, ile no est victima de malo inimico, ile se vae per lo bosco a la cerca de sua laetitia che se perdeba.

 

Helk Eh?

 

Brun Bono dicie, Gret, filia mea. Ile sua laetitia se perdeba, per lo che lo domino Retzel le daba come sponso...

 

Gret Jovene Gund...

 

Brun Jovene Gund... Che est savio pensamento de lo meo domino Retzel, che eli se pensaba a lo majore bono da la filia sua, et mea, la Mikla. Et eli no se pensaba de male facere, et de tristitia generare.

 

Gret Eo anco...

 

Brun Eo sè, eo sè. Eli, lo domino Retzel, se pensaba et daba lo comandamento, che hora mutare no se pote.

 

Gret Mater!

 

Helk Mea domina et amicha, mea Brun, reflectere te debe! No se dae et no se pote che no se muta uno comandamento che genera tristitia ne le filie dilecte!

 

Brun Tucto est per lo majore bono, te dicie! Si domino Retzel esto comandaba, eli bono conoseba et tucto reflecteba.

 

Gret Mater... mater... est che ti lo pense vere che eo no pote plus lo meo amore absolvere per lo jovene Gund, et vere che la Mikla se debe ile absolvere che ile non tene amore per esto jovene, mater, ti debe esto conosere...

 

Brun Eo lo sé! Lo sé... Et esto me dae tristitia et turbamento che eo no pote mutare lo comandamento de lo domino Retzel, et lo meo domino no est ne la sua civitate per tucto observare et reflectere et dare lo suo bono consilio et comandamento.

 

Helk Brun, me asculte et sente, et reflecte. Lo amore no est cura de homo, che solum sae de labore venatorio et de la defensione, et de se sèrvere de la fortia, et neante se sae de la dulcitia de l'amore. Lo homo solum est bono per lo suo momento de l'amore et no sae che est cura de tucta vita, de tucto jorno. Eli solum de nocte est per lo amore parato come se solum domina luna ile eli comande. Che de amore est cura de femena, et solum femena debe de amore dicere comandamento.

 

Brun Helk, che dicie!

 

Gret Mater, ile bono dicie. Ile se daba bone herbe de lo sponso suo et reflecteba, et bono diceba. Ile bono dicie, mater, reflecte...

 

Brun Ma semper eli me amaba lo domino Retzel et con lo respecto et la dulcitia...

 

Helk Eo esto no dicie. Eli est homo che se pote de dare justo pretio a la dulcitia et a la confidentia de sua sponsa. Eli est homo che no tene femena come serva et hornamento de sua civitate. Esto no dicie. Ma est homo: et homo no se pote de dare comandamento savio et bono consilio ne lo amore, che est cura de femene. Baste. Plus eo no dicie.

 

Gret Te vedeba, mater, se anco Birk, amicha tua et sorore, et mater de lo jovene Gund, se deseàba de absolvere lo suo amore con lo baunecht Mriz, che est servo et esto no se dae. Ma ile esto no pense, et deseàba et desèa de absolvere lo suo amore, che no tene ligame et comandamento...

 

Brun (esitante) Eo lo sé.... eo no lo sé... eo no lo sé che facere...

 

Karst (e Vonk - arrivano come al solito a valanga)

 

Brun Che est? Che est de novo?

 

Karst Eli sonaba! Eli sona!

 

Brun Chi sona?

 

Karst Lo inimico fèro!

 

(tutti si girano di istinto a guardare l'albero, dove le corde sono miseramente afflosciate e non c'è nessun prigioniero; grida di sgomento e ruggiti dei guerrieri)

 

Brun (più calma degli altri) Eli no est ligado.

 

Helk Eli se fugiba!

 

Karst Con malitia et magicatione!

 

Helk (incredula e gelosa) Magicatione?

 

Gret (speranzosa) Malitia?

 

Karst Eli de stricte corde se fugiba!

 

Brun (va all'albero, raccoglie la corda, e ne scioglie con la punta delle dita uno o due nodi laschi che sono rimasti; poi guarda con un po' di sconforto i suoi fieri defensori) Stricte corde? Malitia et magicatione? Ahi, mea paupera civitate!

 

Karst (sempre molto marziale e deciso) Eo lo cerche et lo le dae lo martirio! (parte di corsa)

 

Vonk Eo... eo... eo... (non sa cosa dire, torna indietro di due passi, prende l'abbrivio - vol dir la rincorsa, dài, no stente a roterne 'l zervel anca su ste monade - e parte gridando) Eooooooooooooo.......

 

Gret Mater, eo vae al meo debèr. Et presto torne.

 

Brun Bona sie.

 

Helk Et eo cerche lo meo sponso. Che se dae che sie de auxilio con sua reflectione.

 

Brun Bona sie.

 

(le due escono; quasi si incrociano con Birk, che sta rientrando assieme a Gund)

 

Birk Brun, sorore et amicha...

 

Brun Birk mea sorore...

 

Birk Eo sae che tu est savia et de bono core.

 

Brun Eo de que se pote, tucto facie pro lo bono de la civitate de Retzel.

 

Birk Et juste facie. Solum pro tuo consilio eo ad te veniba, con lo meo filio...

 

Brun (sospira) Lo filio...

 

Birk Tu sae quantum est uno filio de amore et de aflictione et de pensamento. Uno filio no se dae que sae a la mater dare ne manco l'umbra de lo que habèa.

 

Gund Eh, mater...

 

Birk Tace! Et no se dae che tiene promissione et jurejurando.

 

Gund Eh, mater...

 

Birk Tace!

 

Brun (interrompe con una certa energia) Eo semper te intendo che parle de esta promissione... Et de lo jure, però no sae...

 

Birk (contemporaneamente a Gund, arrossendo pudicamente) Est secreto...

 

Gund (esasperato) Est tempo de lo dicere: mater mea me daba costrictione...

 

Birk (melodrammatica) Tace! Gund!

 

Gund (deciso) Eo lo dicie a la sorore et amicha, a la domina de la civitate, que debe tucto conoscere! Mater mea me daba costrictione...

 

Birk (se proprio deve essere...) Tace! Eo lo dicie! Esto meo filio se daba de sua fide jurejurando de no committere sponsali et de no lassare la sua mater sine defensione, ante que la mater habe una nova defensione!

 

Gund (alla napoletana) Mater, tu a la defensione no pense, tu...

 

Birk Filio! Eo tucto pro te lassaba! Eo tucta mea vita solum pro te daba. Post che lo tuo pater per la defensione de la civitate se iba ne la strania et remota regio...

 

Brun (che sa come stanno le cose veramente) Birk, sorore, meliore consilio est de non remembrare li facti...

 

Birk (ormai lanciata) Et eo tucto lo tempo solum ne lo filio poneba la mea sperantia.

 

Gund Mater! Maaaterrr!

 

Birk Ma eli non solum se arde per lo suo sponsale, ma anco se vole facere contra el consilio et lo comandamento de domino Retzel!

 

Brun (sospira) Eo lo sae.

 

Birk Lo sae!!??

 

Gund Vide, mater! Ile lo sae.

 

Birk E que dicie?

 

Brun Eo... eo... eo no sae que dicere. Eo reflecte et dicie che lo core no se pote... no se debe dare comandamento. Lo core sae que se debe facere.

 

Gund Tu sente, mater? Sente lo consilio de la savia et plena de experientia domina Brun? De la domina de lo domino Retzel? De la domina de la civitate?

 

Brun Eh, eh, no se dae necessitate de tucto esto complimento...

 

Gund Debito respecto est, no complimento...

 

Birk Tu dicie... tu dicie che lo core no se pote comandare?

 

Brun Eo reflecte.

 

Birk Et que lo core sae que se debe facere?

 

Gund Ile esto, dicie, juste dicie, mater...

 

Birk Ah... Ah! Ah!

 

Brun Que est, sorore mea et amicha, Birk, lo fogo che se vede a la tua facie?

 

Gund Mater, tu no pense lo che eo pense che tu pense...?

 

Birk (non gli bada; ha gli ormoni surriscaldati; parla ancora a Brun) Tu dicie che anco se lo domino Retzel...

 

Brun Esto... esto me dae dolentia. Esto no sae...

 

Birk (nervosa e delusa) Come, no sae...

 

Brun Ma la mea amicha Helk me daba promissione de pònere domanda a lo suo sponso, homo de sientia et de sapientia, et que si de le bone herbe se dae responso che bono sie...

 

Birk (tesissima) Che bono sie...

 

Brun Eo dicie che juste est, e che anco lo domino Retzel esto consilio teneba et tenerà...

 

Birk (da una all'altra delle seguenti frasi, aumenta l'allegria, alla fine canta) Si le bone herbe.... si le bone herbe... che bono sie... che bono sie... teneba et tenerà... teneba et tenerà... teneba et tenerà!!! (più o meno come Pavarotti in "Vincerò!" - parte come una furia, sa lei per dove)

 

Gund (esita per qualche istante, non sapendo se proseguire le sue dimostrazioni di riconoscenza a Brun oppure inseguire la madre, evidentemente fuori di bareta, ma alla fine l'amor filiale prevale) Mater... mater... que te reflecte... (ai bai - lei è lontana e non sente più nulla, non gli resta che rincorrerla)

 

Brun (guarda, guarda, anche allora...) Vide come se dae che le tempora se mutano, et le persone no se tèneno come primamente... Una femena de la bona reflectione no se daba a curere come vulpe a pro de uno homo, una volta... Et uno homo non se cambiava de promisa et de sponsa come palia a lo jacilio. Ah, se fugìa lo bono tempo de una volta, lo tempo de lo respecto, de la justitia, de la pax... Et le tempora se mutaba, se fugìa lo domino sole de una volta... (eh, già, sarà colpa del buco dell'ozono...) Me convene de me dare pauca de reflectione ne la silva... (esce)

 

Mriz (arriva, tallonato da Birk - ed ha una espressione molto allarmata, muove le mani a mulinello <questa la doverìa vegnìr fàzile>, come per difendersi da una minaccia troppo grave; ma c'è l'handicap del "silentium")

 

Birk (continua evidentemente un discorso già iniziato altrove) Et eo dicie: domina Brun, si tu dicie che lo core no se deve dare comandamento, juste dicie. Et ile: juste et savia se, sorore Birk, et amicha. Che ile de multo respecto et de tucta consideratione me tene mea sorore et amicha Brun. Et anco ile dicie...

 

Mriz (mima: '' Ho un mal di testa del cavolo, con tutte queste chiacchiere; vuoi per favore lasciarmi un po' di respiro?'')

 

Birk (imperterrita) Et ile anco dicie: lo core sae que se debe facere. Lo core, tu le sente? Lo core, semper sae... et semper parle et dicie, lo core, que se debe facere. Est che lo tuo core parle? Sì, eo responde.

 

Mriz (''ma cosa ti salta in mente? Il mio cuore ha altro da fare!'')

 

Birk Eo sente che lo tuo core parle...

 

Mriz (''Cooosaa?)

 

Birk ... parle, come tu parle a la domina luna, et eo sente che dulcitia tu hae con domina luna et eo pense che solum homo che bono est et savio se parla con luna...

 

Mriz (''Beh...'')

 

Birk ...per lo che domina luna est come femena fidele ed casta, que semper asculta lo suo homo et lo intende, et sae at le somnia sua auxilio donare...

 

Mriz (''Ma schèrzet? Dalbòn?'')

 

Birk ...et eo... et eo dicie a la domina luna de me ascultare et de la reflectione mea donare at lo homo che la posse intendere, at lo homo che se no parle, multo asculte...

 

Mriz ('' beh, questo è vero, non lo posso negare...'')

 

Birk ... et multo reflecte et somnia, come se debe uno homo libero et que no est de natura servo, et que virtute vole et libertate et conosentia... (Ma sì, adesso cita Dante, che non era neanche nei progetti e sarebbe arrivato almeno settecento anni dopo... ma andiamo... siamo seri...)

 

Mriz (''cribbio, ma sentila questa come parla bene, e poi non è neanche brutta, volendo, e dice quello che penso io della libertà, del progresso, di Marx... ah no, quello è un'altra commedia'')

 

Birk Et amore, per lo che est amore che move tucte le nature che se dàno ne le vali et ne li flumina et ne le maroche... (qui siamo sparati nel canto finale del Paradiso, sembrerebbe esagerato anche all'Obiurgatore)

 

Mriz (''Ragazza mia, adesso sei troppo difficile, non riesco a seguirti; valli, flumina et maroche sono un po' troppo per una mattina sola...'')

 

Birk Et tantum de amore tucte le civitate pode nodrire. Et no se dae che amore no sie dato de torno... Eo dicie... eo domande... tu, lo tuo core, te parle de lo amore che tu debe dare a lo che te ame?

Mriz (''ohi, ohi, questa è una domanda trabocchetto di sicuro! E ADESSO COME ME LA CAVO? Beh, sai, è difficile dire, oggi come oggi, che razza di discorsi fa un cuore, sono talmente confusi... Ci vuole tempo per rifletterci, che ne so, qualche settimana, qualche anno...'')

 

Birk Tu te tacie. Eo intendo. Sì, eo intendo lo tuo core. Chi se tacie, sì dicie. Esto lo intendo firmamente.

 

Mriz (''Ma no, cribbio! No, no! Ma è soltanto quel maledetto voto! Chi tace non dice niente, altroché! Io, io...'')

 

Birk Et eo intendo che tu tene ne lo core anco la tua nova civitate, la civitate de domina luna, ove se stae juste con tucti e no se stano servi e tucti stano liberi...

 

Mriz (''Sì, è vero... però sono ancora molto indietro con i lavori, ho poco tempo libero, questi orari massacranti di servizio non mi danno tregua, devo farla su un sasso alla volta, se soltanto avessi un po' d'aiuto...'')

 

Birk Et eo intendo auxilio te donare, senza neante te demandare...

 

Mriz (''Oh, bella, ma guarda questa come parla bene... Beh, tutto sommato...'')

 

Gund (arriva a valanga e col fiatone) Oh, mater, en tucto lo universo te cercaba. Eo dicie...

 

Birk (seccatissima) Tu tacie!

 

Mriz (''Ehi, ragazzi, arrivano i nostri proprio mentre il fortino stava per cadere! Parla, parla ragazzo, che ti ascoltiamo con piacere'')

 

Birk Tu tacie et reflecte. Reflecte. Una femena et uno homo. Uno homo et una femena. Est tucto l'universo. Et niuno debe entrare ne lo universo propinquo. Tu cerche lo tuo, et eo vae a facere la nova civitate con esto digno et savio homo, et eo neante eli demanderò.

 

Mriz (''Ah, ecco, di nuovo. Non chiede niente, meno male... Però... per la nuove civitate... bisogna pure che ci siano delle persone...'')

 

Gund (finalmente comincia a capire; non avrà un grande cervello, ma coi sentimenti se la cava) Eo... eo intendo...

 

Birk (batte il ferro finché è caldo) Et tu vae a parlare a la femena che lo tuo core te dicie et facie cum ile la tua nova civitate. Ne lo pauco de tempo vene ne la casupula Mirn, lo nostro savio homo de sientia ed de sapientia. Et eli dirà que est justo et que non est. Bono sie que tu et la femena tua sie per sentire la sententia et lo consilio de le bone herbe.

 

Gund (giustamente abbacchiato e convinto) Eo vae... (esce)

 

Mriz (''Beh, mi sembra che ci siamo detti tutto, no? Allora me ne vado anch'io, con tutto il daffare che ho.'')

 

Birk Et eo vae teco, meo domino Mriz, domino de la nova civitate, savio defensore de lo novo universo...

 

Mriz (''Cribbio! Sono tutte quelle cose lì? E se n'è accorta? Beh, allora è meglio che non la lasci scappare. Fino ad oggi nessuno mi aveva detto cose del genere. Forse dovrei rompere il voto e dirglielo. Dopotutto...'')

 

Birk Tu no debe avrire bocha et me dicere lo che lo tuo core dicie. Eo lo vede ne li ochi. Et eo lo confirmo.

 

Mriz ('' Ehi, ma questa è una maga... Una fata... Va bene, andiamo, andiamo...'' - le offre il braccio, galante)

 

Birk (dà una strizzatina ai muscoli, con aria golosa e intenditrice; quindi, con una smorfia soddisfatta, si avvia verso l'uscita) Et post che redemo, serà el savio Mriz a dicere lo bono de la nostra vita... (escono)

 

Karst e Vonk (rudi, come sempre, tornano dall'altra parte, strascinando per un braccio il povero Mirkel, che però non sembra più di tanto preoccupato)

 

Mirkel (piuttosto, sta cercando, malgrado gli strattoni, di trarre dei suoni dal suo flauto di Pan, con risultati miserevoli, bisogna dire; però la situazione lo giustifica; intanto, lancia sguardi dolci e carezzevoli a Mikla, che sbraita e cerca di liberare l'amato bene dalle grinfie dei due lanzichenecchi)

 

Mikla (furiosa) Lo lasse, eo dicie. Lo lasse. Eli no est inimico et solum sonaba per la mea delitia. Lo lasse, bestie!

 

Karst Defensori semo, no bestie! Defensori de la civitate da lo fero inimico.

 

Vonk (molto meno convinto) Defensori...

 

Mikla Bestie de pauco consilio! Latroni de cunicoli! Picadori de galinaria!

 

Mirkel Come parlé dulcié et boné...

 

Mikla (suo malgrado, è colpita dall'idea che l'amato sia un po' tocco) Esti picadori de galinaria... che dicie?

Mirkel Eo sonè per la tua gratia et elegantia...

 

Mikla Ah, bono! Lo lasse, cavrone!

 

Karst Eo eli dae lo martirio! Lo fogo ne li piedi!

 

Vonk (dubitoso) Ne li piedi? No ne le rechie?

 

Karst (all'ingrosso) Ne li piedi et ne le rechie!

 

Mikla (perplessa) Ne le rechie? Et per lo che se dae lo martirio ne le rechie?

 

Karst (esasperato) Eli ne dae lo martirio ne le rechie con esto istrumento de malhora. Hore et hore debemo lo sentire.

 

Mikla Ma est dulcitia.

 

Mirkel Et gratia.

 

Karst Est fogo ne le rechie! Eo lo... (minacciosissimo)

 

Mirn (arriva all'improvviso, in tutta la sua magnificenza, e grida) Seee.... baste!

 

Karst e Vonk (spaventati, cadono a terra sui glutei, lasciando il fine musicista, che si avvicina alla sua bella; lui non ha sentito nulla; forse è per questo che sopporta i propri suoni)

 

Mikla Mirn! Bono sie! Te debe me dare auxilio!

 

Mirn (ieratico - ha in mano qualche piccolo sacchetto) Silentium! Eo facie lo che se debe! (cammina verso il suo centro di interesse con passo di grande importanza)

 

Helk (dietro di lui, arriva carica come un mulo - ha due grandi pentole, legna, attrezzature varie che le ingombrano i movimenti; tuttavia segue il suo uomo con tutto il sussiego che riesce ad esprimere)

 

Karst e Vonk (si rialzano mogi mogi, e si mettono in un angolo)

 

Brun (arriva e vede cosa sta succedendo; si illumina, come se si togliesse un peso dalla coscienza) Tucto est en ordene?

 

Mirn Tucto.

 

Helk Eo confirme. Tucto.

 

Mirn No se dae necessitate, femena, de tua confirmatione.

 

Helk Eo...

 

Mirn (finalmente ha in pugno la situazione) Silentium!

 

Brun (alzando la voce) Homeni et femene tucti dela civitate de Retzel. Homeni et femene tuti de la civitate de Retzel! Al propinquo de la casupula!

 

Mirkel Eo vaè.

 

Mikla (sorpresa) Che dicie!

 

Brun (decisa) Ti resté! Oh, ti rèste. Eo lo ordene.

 

Mirkel (di fronte al cortese invito, fa un mezzo inchino, e fa per riprendere i suoi esercizi melodici)

 

Brun Et tacié. Eh, tacie.

 

Karst e Vonk (unanimi reazioni di sollievo e di plauso nei confronti di Brun)

 

Brun (come prima) Homeni et femene tucti de la civitate de Retzel! Homeni et...

 

Gret e Gund (arrivano a valanga, seguiti dopo un secondo da un pacioso Mriz, tenuto praticamente al guinzaglio dalla sorniona Birk)

 

Gund Homeni et... Tucti stemo ne la casupula?

 

Birk Tucti.

 

Brun Che se facie lo che se debe.

 

Mirn (da professionista esperto, aspetta e fa certe cabale per far salire la tensione; finalmente ordina a sua moglie di mettergli davanti una delle pentole; apre con cura uno dei suoi sacchetti, fa due giri attorno alla pentola; poi si avvicina ai vari membri della comunità - che reagiscono a soggetto - facendo una specie di incensamento con sacchetti diversi; quindi torna alla sua postazione; guarda nell'altra pentola e sembra pensoso; quindi dà ordine alla moglie, senza parlare, di cambiare recipiente.)

 

Helk (per una volta, obbedisce senza discutere; è sorpresa anche lei dalla aria di autorità che ha preso suo marito)

 

Mirn (agita le braccia come uno sparviero le ali) Bunza rebunza... fadiga che se cunza...

Helk (non resiste - ma ha la voce sottile) Esta la dicia ante...

 

Mirn (minaccioso) Bunza! Bunza rebunza... fadiga che se cunza... salta caoréte... se ciape que le spéte... (consegna cerimoniosamente un sacchetto alla moglie, e le fa segno di versare - tutto come nella precedente occasione)

 

Brun (non resiste) Che dicie le bone herbe?

 

Mirn (fa segno che non bisogna disturbare il manovratore) Seee... baste! (ancora un giretto di propaganda fra i membri della civitate - finalmente tira fuori il suo colpo segreto, la polvere che fa i botti - ad ogni scoppio i due guerrieri faranno un salto)

 

Helk (afferra il sacchetto e guarda, spasmodicamente tesa, il marita in attesa di ordini)

 

Mirn (aggiunge un effetto nuovo: per dare l'ordine, non parla più; alza l'indica e poi, di scatto, fà pollice verso)

 

Helk (di scatto, versa un po di polvere: scoppio)

 

Mirn (misterioso) Eo... eo... eo... Etcì! (starnutisce, ma fa segno che non è quello l'effetto giusto, e riprende subito) Eo... eo vede...

 

Tutti Sììììì?

 

Mirn Eo vede... la Mikla!

 

Mikla (urletto di gioia e di attesa - è stata estratta per prima; trascina, letteralmente, anche Mirkel davanti al giudice-mago) Sìììì...

 

Mirn Eo vede... eo vede sangue.

 

Mikla (delusa) e Brun (preoccupata) Sangue???

 

Mirn Silentium! Eo vede... sangue novo et bono per la civitate de domino Retzel. Et esto est bono et bono sie.

 

Brun Eo dicie: bono sie.

 

Mirn Silentium! (di nuovo la scena del dito - altro botto) Eo vede...

 

Tutti Sìììì?

 

Mirn Eo vede... la Gret.

 

Gret Uauuu! (sì, è proprio il grido di guerra; si trascina dietro un Gund abbastanza collaborativo, che però dà un ultimo sguardo fugace alla Mikla)

 

Brun (tenerissima) Filia mea...

 

Mikla ( si tira in disparte,e comincia a parlare fittamente con Mirkel, il quale fa segno di sì, mentre cerca, furtivamente, di dare qualche colpo di piffero)

 

Mirn Eo vede... core verto!

 

Gret Verto?

 

Mirn Eo vede core verto et amoroso. Et est bono per la civitate de domino Retzel et...

 

Brun (lo anticipa) Et bono sie!

 

Mirn (severo, la guarda un istante in silenzio, poi conclude) Et bono sie.

 

Gret Core verto, dicie... solum uno?

 

Mirn (finge di guardare nel suo pentolone) Est uno core che se dae quando homo et femina se stano de bona letitia ne lo suo jacilio et ne la sua casupula. Uno se dae et uno reste.

 

Brun Bono dicie.

 

Mirn (altro segno) Eo vede...

 

Tutti (mentre la coppia appena unita si allontana parlottando) Sìììì?

 

Mirn Eo vede... Birk!

 

Brun (sorpresa, tipo: ma varda, 'l t'à vista anca ti!) Birk?

 

Mirn Birk!

 

Birk (cerca di trascinare anche Mriz, che però resiste, in un ultimo tentativo di sottrarsi al destino; così lei si avvicina mestamente da sola a Mirn)

 

Mirn Eo vede... Birk... et nova et savia civitate!

 

Mriz Cape et piove! (finalmente ha parlato, sorprendendo tutti; ma quello che è più sorprendente è che si avvicina a Birk con una certa energia e le prende la mano; lei sorride, soddisfatta; lui guarda Mirn attentissimo)

 

Mirn Eo vede, Birk, et nova civitate et ochio claro et bocha verta...

 

Mriz (fa segno di no, che è stato un errore casuale che non si ripeterà, che tutto ritorna normale, che...)

 

Mirn (interrompe il gesticolare del bauerknecht - lui sa come fare le cose per bene: ha reflectuto molto) ... et ochio claro et bocha verta de tanti fili et filie che dicie el bono de suo pater et de sua mater. Et esto est bono et...

 

Tutti (più o meno come si grida, "viva i sposi") Et bono sie!!!

 

Birk (finge di arrossire, come tutte le donne, e china il capino; Mriz, finalmente, le fà un gesto di tenerezza; applausi di tutti che sembrano ormai aver concluso la cerimonia)

 

Mirn (imperterrito fa di nuovo il segno a sua moglie, che lo guarda sorpresa; ma, lui ripete, deciso)

 

Helk (esegue: botti ripetuti che sorprendono tutti)

 

Mirn Eo vede...

 

Tutti Cheee?

 

Mirn Eo vede... Helk!

 

Helk Me? Te me vede? (confusa ed incerta)

 

Mirn (senza cambiare tono) Eo vede... Helk.

 

Brun (prende Helk per un braccio e la accompagna davanti al marito, che la domina dall'alto) Sì, che vede?

 

Mirn Eo vede... Helk, et ventricolo marzo, et vita sanza dulcitia et pauca reflectione et obedientia. Et...

 

Tutti NO EST BONO! (ridono, hanno capito e stanno al gioco)

 

Helk (confusa, smarrita, sta quasi per piangere)

 

Mirn (la prende per un braccio e la avvicina a sè e le parla con voce più dolce) Et se pote melio vivere si pauco de aspero et multo de dulce se dae ne la refetione de cada jorno. Esto reflecteba et ordenaba.

 

Tutti ET BONO SIE!

 

Brun (sospirando soddisfatta) Et bono sie.

 

Mirkel (comincia a suonare - registrato - ed il suono è molto bello)

 

Karst (reagiscono subito, afferrando le ciotole e battendovi ritmicamente) Re-fe-tio-ne! Re-fe-tio-ne!

 

Brun (ai due) Che baste! Che baste!

 

I due (smettono, ma il suono ritmico continua; viene da fuori)

 

Brun (intuisce, amorosissima) El meo domino Retzel! Eli se rede! Eli se rede! (corre verso l'entrata, felice, mentre tutti gli altri sembrano occupati a farsi reciprocamente festa - dalla porta comincia a parlare ad una persona che non si vede) Domino Retzel, quanto de tuo consilio et sustegno eo sentiba el manco. Domino Retzel, eo debe te dicere quantum de novo et de savio se facìa ne la tua civitate. Et eo reflecte et dicie che lo tuo consilio era nel meo propinquo, per lo che lo domino mai no lassa la sua civitate priva de consilio et de sustegno. Eo te dicie de le tue filie care, et mie filie care... (le parole vanno smorzandosi mentre cresce la musica diventando anche un po' ritmata, sull'abbrivio dato dal campanaccio che ha annunciato il ritorno di Retzel)

SIPARIO