LA REGINA
dramma di
Giuliano Angeletti
Atto unico
personaggi:
DIDONE
ENEA
SELENE
ESIMA
MEDASIO
ALINA
BARCA
(alcune comparse)
(in scena per il fuoco votivo basta un rivolo di fumo)
1 SCENA
(DIDONE, SELENE, ESIMA)
(musica, rumore del mare)
DIDONE:
(stanza buia la regina Didone dorma nel suo talamo )
(ad un tratto grida)
Ahhhh!
(si sveglia)
Selene … Selene … Selene
(arriva Selene di corsa)
SELENE:
(preoccupata)
Mia regina: cos’hai …
DIDONE:
(piange e abbraccia la sorella, le due si abbracciano)
Selene sorella mia, ho di nuovo avuto quel sogno
(abbraccia di nuovo la sorella)
Ho sentito il rumore del mare … forte sempre più forte
Un grido lacerava la notte …
(piange)
Una voce che mi chiamava …
Ad io sono andata …
SELENE:
(premurosa)
La voce di Sicheo …
DIDONE:
(piange)
No una voce straniera … una voce forte …
la voce di un principe …
SELENE:
E questa voce …
DIDONE:
(si alza in piedi e rivolta verso il pubblico)
Mi chiamava … incessantemente … ed io mi sono alzata dal talamo che fu di Sicheo
(piange)
(Selene si alza ed abbraccia la sorella)
SELENE:
Era solo un sogno … Didone … era solo un sogno …
DIDONE:
(piange)
Io mi sono alzata e mi sono trovata con la veste macchiata di sangue
(piange)
(Selene abbraccia la sorella)
SELENE:
(rassicurante)
Non preoccuparti regina, cancella dal tuo cuore i tuoi timori, era solo
l’ingannevole voce della notte …
(breve pausa e a voce alta)
Voci a cui tu non devi prestare fede: il tuo compito è quello di pensare al tuo
popolo che da troppo tempo è senza un re
DIDONE:
Il mio popolo … il mio popolo … vive in pace e mi ama … ma può vivere anche
senza un re …
(Selene si stacca dalla sorella ed abbassa il capo in segno di sottomissione)
SELENE:
Si mia regina … il popolo vive in pace e ti adora …
DIDONE:
(abbraccia la sorella)
Non è il popolo … il mio problema … ma questo sogno … che non è un sogno ma un
segno …
SELENE:
Vuoi o mia regina … consultare un altro oracolo …
DIDONE:
Quando Sicheo era vivo …. Non avevo bisogno di chiedere consigli ai Numi ….
Sicheo era figlio di un dio … e quando Ade lo ha chiamato … il figlio di Anteo
protetto da Poseidone mi parlò in sogno e mi lasciò lui stesso in segno … le sue
navi guidate da Barca, lasciarono la Patria senza spargere sangue fenicio e come
guidate dalla sua ombra le vele accompagnate dalla brezza arrivarono in questa
baia … dove in pace fondammo questa città … una città senza nome che io volevo
chiamare Sichea … ma il segno e il fato … diedero segno avverso … e il re mio
signore … apparso scelse il nome
(musica)
Cartagine ….
(entra Esima)
ESIMA:
(preoccupata)
Ho sentito delle voci mia regina
DIDONE:
(piange)
Ho rivisto questa notte la mia sventura
ESIMA:
(si inginocchia davanti alla regina)
Mia regina bisogna impedire che il fato non si compia
SELENE:
(premurosa)
Nessun legno straniero dovrà attraccare in Cartagine
SELENE:
(con impeto)
Che l’esercito si armi e che la flotta diventi sempre più potente
DIDONE:
(con disappunto)
Noi vivendo in pace, abbiamo costruito questa città non poggiando le pietre
sull’odio, ma sulla prosperità ed il commercio …
SELENE:
(perplessa)
Ma mia regina … noi non possiamo essere un colosso con i piedi di argilla …
DIDONE:
Noi siamo fenici e i fenici poco propensi sono alla guerra
SELENE:
(sottomessa)
Mia regina … noi è vero siamo fenici … ma la nostra patria è lontana ….
ESIMA:
Lontani sono i nostri lidi , lontani sono i grandi alberi di cedri che con le
loro ombre proteggono il nostro popolo dal sole cocente
DIDONE:
vicini ci sono rimaste le tradizioni … i nostri dei … che ci contraddistinguono
dalle altre genti …
ESIMA:
Ma noi siamo esuli, e rimarremmo sempre fenici esuli , i cedri sono lontani …
SELENE:
Basterebbe un piccolo esercito anche male armato per sottometterci …
DIDONE:
(perplessa)
Adesso basta lasciate sola la vostra regina …
(Selene ed Esima escono di scena la regina si siede sul trono, un trono composto
da due seggi , uno sempre vuoto )
(entra un musicista che suona una lira)
SCENA 2
(DIDONE, MEDASIO)
DIDONE:
(seduta sul trono e rivolta al musicista che smette di suonare)
Grazie Medasio, il tuo canto, e la tua mano sembra guidata da Orfeo tanto le sue
note sono piacevoli
MEDASIO:
Mia regina le tue parole riempiono il mio cuore di gioia
DIDONE:
Medasio tu potevi non partire e rimanere a Tiro dove grandi onori ti erano
riservati ed il tuo canto poteva portare gioia al nuovo re e alla sua corte …
invece ….
MEDASIO:
Per fedeltà a Sicheo e a te mia regina … io ti ho seguito fino alle coste dell’
Africa … dove è nata questa città e questo luogo, più fiorente che la ricca
fenicia …
DIDONE:
(si alza dal trono e si avvicina a Medasio)
Medasio…
MEDASIO:
(ossequioso)
Si mia regina …
DIDONE:
Medasio i tuoi consigli sono veritieri e le tue parole sono più sagge degli
anziani della città ….
MEDASIO:
Sono lusingato mia regina
DIDONE:
Dimmi Medasio cosa pensa il popolo di me?
MEDASIO:
Il popolo è contento ed ammira la tua saggezza…
DIDONE:
Fido Medasio ti conosco, dimmi amico mio … dimmi cosa c’è che non và!
MEDASIO:
Il problema è il futuro incerto di questo regno… tu mia regina sei senza
discendenti, potresti combinare un matrimonio ed avere un erede, e consolidare
il regno …
e purtroppo
(breve pausa)
La principessa Selene è ancora troppo giovane …
DIDONE:
Medasio… Selene mi è fedele ma …
Tu capisci …
Ed il popolo capisce …
Io non posso tradire la memoria di Sicheo
MEDASIO:
Io capisco … ma …
DIDONE:
I sacerdoti …
MEDASIO:
(fa il gesto di non vedo, non parlo e non sento)
Loro … di loro … non ho sentito né visto niente …
DIDONE:
(perplessa)
Capisco…
MEDASIO:
(si inginocchia davanti alla sua regina)
Mia regina … chiedo il permesso di ritirarmi …
DIDONE:
Vai … Medasio … vai pure …
(Medasio esce di scena, Didone si siede sul trono, entra la sacerdotessa Alina)
SCENA 3
(DIDONE, ALINA)
(entra Alina lentamente il suo sguardo è assente )
DIDONE:
(apprensiva)
Sacerdotessa Alina quale responso hanno dato gli dei
ALINA:
(il suo sguardo è assente la voce cadenzata)
Purtroppo il responso non cambia mia regina …
DIDONE:
(con angoscia)
Una piccola flotta dipinta con colori achei … ma comandata da un principe non
greco … che a sua volta fonderà una nuova città e una nuova stirpe…
ALINA:
(continua)
Approderà nel nostro lido … gli uomini stremati chiederanno … acqua … cibo … e
il tempo per preparare le pentecoste per una nuova partenza …
(breve pausa)
Ma questo uomo di nobile stirpe … che con il suo amore ti farà dimenticare il re
Sicheo … ti condurrà lui stesso alla porta dell’Ade …
DIDONE:
(con un singulto)
No! Il mio re … ed il mio sposo è Sicheo … Nooo!
Mai nessun uomo né nessun dio prenderà il suo posto nel mio cuore …
ALINA:
Bisogna impedire ad ogni legno greco di attraccare nel nostro porto
(perentoria)
Avvisiamo gli armati! Mai nessun legno straniero approderà in Cartagine
DIDONE:
(scuote la testa)
Avvisate gli armati … ma solo io posso dare il consenso
ALINA:
Avvisa gli armati…
(fuori campo, voci incastonate più volte
… av-visa-gli-ar-ma-ti )
(La sacerdotessa Alina esce di scena)
SCENA 4
(DIDONE)
(La regina gira nervosa per la stanza)
… Noi umani siamo schiavi del fato … e viviamo le bizze degli dei … farò di
tutto … lotterò con tutte le mie forze per impedire che l’oracolo si avveri …
(breve pausa)
La mia vita nelle mani di uno straniero … no …
(breve pausa)
Un principe mi condurrà nel regno di Ade …
(breve pausa)
Ma … Non si può fuggire il fato … ma almeno ritardarlo
(breve pausa)
Anche perché! Il popolo ha ancora bisogno di me …
SCENA 4
(DIDONE, BARCA)
(Didone si siede sul trono entra il Generale Barca e si inginocchia baciando
l’anello alla regina)
DIDONE:
(lo risolleva)
Actiano … mio devoto alzati ti prego
BARCA:
(si alza)
Mia regina, per la devozione e l’amore che provo per te i miei ferri e i pali
dei miei uomini si bagneranno di sangue pur di impedire che la voce dell’oracolo
si avveri…
DIDONE:
grazie Actiano … ma in quanto all’amore … il re Sicheo possiede ancora la chiave
del mio cuore …
BARCA:
Il mio cuore è dentro il tuo cuore mia regina. Io dopo la morte del re, ti ho
seguito ma potevo rimanere a Tiro e con me ti hanno seguito i miei armenti …
mentre le mie navi e i miei armati hanno concesso a te e la tua gente per volere
degli dei, un viaggio tranquillo …
DIDONE:
(prende le mani a Barca)
Actiano il mio cuore per sempre ti sarà debitore
BARCA:
La mia vita e il mio cuore sono nelle tue mani …
(Barca esce di scena)
SCENA 5
(DIDONE, SELENE)
DIDONE:
(rimasta sola, è in preda all’angoscia)
Selene!
(non risponde)
Selene! Dove sei … Selene … Selene …
(arriva Selene di corsa)
SELENE:
Si mia regina … si …
DIDONE:
(con angoscia)
Sento che la vita … mi abbandona
SELENE:
(cercando di rincuorala)
Tu vivrai ancora molti anni …
DIDONE:
Veglia su di me … ho paura … paura …
SELENE:
Rimango io vicino a te …
DIDONE:
Abbracciami forte … dimmi qualcosa …
SELENE:
Nessun legno con insegne di guerra greche è attraccato oggi in porto : ma in
ogni caso Barca ti avrebbe avvisato …
DIDONE:
Sei la mia unica sorella e la sola parente rimasta in vita …
SELENE:
E tu sei la mia regina …
DIDONE:
Non sto bene … non sto bene …
SELENE:
Dimmi sorella, io ti sono vicino
DIDONE
Non dormo … sento sempre la voce di Sicheo …
SELENE:
Sicheo è morto e tu devi diventare padrona della tua vita
DIDONE:
(piange)
Io non ho più una vita …
SELENE:
(decisa)
Se credi nell’oracolo sei costretta a far uccidere senza pietà tutti i marinai e
tutti i mercanti che entrano in porto ma il tuo regno perderebbe la florida
ricchezza del commercio e tutto il popolo si ribellerebbe
DIDONE:
No! Questo no!
SELENE:
(decisa)
Oppure mostrati più forte dell’oracolo e ignora il suo responso
DIDONE:
No … non posso … non posso adesso vado a fare nuove offerte
(Didone esce di scena)
(musica)
SCENA 5
( BARCA, SELENE)
(Selene abbraccia Barca)
SELENE:
Il popolo fenicio non è contento dell’insicurezza della regina, vive male il suo
brutto momento,
Malgrado la città sia sempre più fiorente …
BARCA:
Il fenicio ha bisogno di sicurezza, non solo del dio denaro
SELENE:
Per grazia degli dei, una regina sola ed indifesa che fiducia può dare qui non
siamo a Tiro.
Mia sorella deve sposarsi e avere un erede da cui formare una nuova dinastia
BARCA:
Io ho seguito la regina quando potevo abbandonarla, oppure potevo con i miei
armati depredarla prendergli il regno e renderla schiava …
SELENE:
Potevi ma non l’hai fatto
BARCA:
Per me Didone è più di una regina … ma non posso … finché lei adorerà l’ombra di
Sicheo
SELENE:
Insisti , io ti aiuterò
BARCA:
Tu sei tanto giovane Selene … ma dentro di te scorre sangue reale …
SELENE:
Dentro di me scorre sangue fenicio
vero e potente sangue fenicio
BARCA:
alle nostre porte solo gente barbara e ostile, non siamo noi cammellieri che
vestiti come spettri cavalcano lenti le sabbie …
SELENE:
noi siamo differenti …
(escono di scena)
SCENA 6
( MEDASIO, ESIMA)
(Medasio suona, entra Esima)
ESIMA:
(agitata)
Medasio … Medasio sono state viste delle vele in orizzonte …
(Medasio smette di suonare e va incontro alla nutrice)
MEDASIO:
(preoccupato)
Un legno … solo un legno?
ESIMA:
No! Sono una decina di vele …
MEDASIO:
Ma … possono essere dei mercanti …
ESIMA:
No … hanno insegne di guerra …
MEDASIO:
Ma … la regina …
ESIMA:
Non sa niente … è ancora chiusa nelle sue stampe …
MEDASIO:
E gli armati del Generale Barca?
ESIMA:
Stanno salpando adesso … armati di tutto punto
MEDASIO:
Ma se sono gente pacifica …
ESIMA:
Bisogna impedire che si materializzi la profezia … altrimenti la regina morirà …
MEDASIO:
E se la voce degli dei non fosse veritiera …
ESIMA:
Devono morire … devono morire …
MEDASAIO:
Il generale Barca, non può uccidere gli stranieri che vengono in pace, solo la
regina può condannare a morte: il nobile Barca non si può prendere l’arbitrio
ALINA:
La sventura si è abbattuta in questo regno
(Alina e Medasio escono di scena)
SCENA 7
( DIDONE )
(La regina ignara del fatto, entra con una lampada votiva e la posa accanto
all’altare )
DIDONE:
Questa notte … ho visto gli occhi di fuoco del tenebroso uccello sacro volare e
posarsi sullo stipite della finesta della stanza reale …. Sembrava mi guardasse
… no in effetti mi fissava … ed io invece di avvicinarmi a lui e spaventarlo …
lo fissavo … si ero io che lo fissavo … io fissavo i suoi occhi tondi … orbitali
… due tondi … gialli … più gialli che la sabbia di questo deserto che ci
circonda … e che ci rende prigionieri … come è prigioniero il mio cuore stretto
nel ricordo di Sicheo … quell’ uccello incarnazione e voce del dio … rimase li
il tempo di due clessidre … infine … lanciò un grido … un grido che sembrava un
lamento umano … un triste presagio … un presagio di morte … la morte … la voce
dell’oracolo …
(continua a gettare incenso)
SCENA 8
( DIDONE - BARCA)
(La regina è seduta sul trono, entra il Generale Barca)
BARCA:
( si inginocchia e bacia la mano alla regina)
Mia regina …
DIDONE:
(apprensiva)
Dimmi nobile Barca… sono arrivate vele da guerra achee, ma non pilotate da achei
BARCA:
Mia regina … le voci hanno corso più delle mie gambe e dalla bramosia di vederti
e di avvertirti …
DIDONE:
le brutte notizie corrono molto più che quelle buone
la mia fine si avvicina … le parole dell’oracolo si fanno sempre più vere …
sempre più cupe … sempre più insistenti … adesso racconta …
BARCA:
Dei mercanti egizi che con le loro vele sono arrivate in porto portando un
carico di ceramiche e di sidro
Hanno detto ai gabellieri che un gruppo di legni circa una decina dipinti con
colori di guerra Achei sono comparse al loro orizzonte …
DIDONE:
Come procedevano?
BARCA:
Procedevano a cuneo … come se si preparassero per un’ arrembaggio imminente …
DIDONE:
E a bordo …
BARCA:
I gabellieri venuto sentori di questo pericolo … mi hanno subito avvertito … ed
io in persona … ho ascoltato la voce dei mercanti
DIDONE:
Cosa hanno detto?
BARCA:
Gli egizi … hanno comunicato con loro con gli specchi … ma non hanno avuto
nessuna risposta … loro hanno riprovato …
Ma niente …
DIDONE:
come navigavano …
BARCA:
malissimo … il loro modo di pilotare non era da marinai … solo uno dei loro
legni prendeva bene il mare
DIDONE:
Allora non hanno risposo ai segnali di pace egizi
BARCA:
Mi hanno riferito che sul loro albero sventolavano pelle di jena
DIDONE:
Gli egizi allora sono fuggiti … mantenendo i legni a distanza
BARCA:
Allora saputo ciò … ho fatto armare le nostre pontecoste e sono partito alla
caccia di questi stranieri …
DIDONE:
Racconta …
BARCA:
Quando i loro legni hanno visto i nostri puntare minacciosa la prora verso di
loro … non hanno opposto resistenza e con immenso stupore abbiamo visto un
equipaggio composto da
DIDONE:
Racconta … non fermarti …
BARCA:
Da donne e bambini… vecchi e pochissimi uomini e… tutti chiedevano … acqua e
pane … non me la sono sentito di ucciderli …
DIDONE:
Non dovevi ucciderli perché per uccidere devi avere l’assenso della tua regina.
BARCA:
Mosso da pietà, ho ritenuto opportuno di rifornire
di cibo e acqua quei poveri corpi stremati dalla fatica e arsi dal sole estivo.
DIDONE:
Da chi erano guidati!
BARCA:
Dal Principe Enea …
DIDONE:
(con stupore)
Dal Principe Enea … erano troiani dunque …
BARCA:
Si troiani scampati all’eccidio della loro città
DIDONE:
(tra se e se)
Non possono essere loro quelli dell’oracolo …
L’oracolo parlava di un principe straniero con lo sguardo fiero … dal cui seme
sarebbe nato una stirpe che avrebbe dominato il mondo …
No non può essere lui il principe straniero …
Generale!
BARCA:
Al tuo servizio … mia regina …
DIDONE:
Dove sono ora gli stranieri …
BARCA:
Le navi sono state confiscate … mentre loro sono tutti nelle prigioni reali in
attesa di giudizio …
DIDONE:
Fate in modo che a loro non manchi né cibo, né acqua, né vino, né indumenti
asciutti … dopo conduceteli a me …
BARCA:
Sarà fatto … mia regina …
SCENA 9
( DIDONE - SELENE)
(entra Selene di corsa e si inginocchia davanti alla regina che la fa alzare e
la stringe a se)
SELENE:
Didone ti prego, uccidili tutti …
DIDONE:
Prima devo vederli
SELENE:
Uccidili tutti . Non permettere che il fato si compia … uccidili … e fai
strappare il cuore al principe troiano
DIDONE:
(ridendo)
Non sono loro quelli dell’oracolo … questi sono un gruppo di sventurati …
SELENE:
(apprensiva)
Gli dei sono ingannevoli molte volte per i loro scopi si servono delle disgrazie
degli uomini …
Uccidili falli uccidere tutti …
DIDONE:
Prima voglio vederli … e parlare con loro …
SELENE:
Non riceverli e non guardare negli occhi il principe troiano: i suoi occhi, sono
gli occhi dell’oracolo …
E le sue parole sono parole di morte …
Falli uccidere tutti …. falli uccidere … tutti … tu e lavati le mani con il loro
sangue …
(esce piangendo di scena)
SCENA 10
( DIDONE - ESIMA)
(Didone fiduciosa gira per la stanza)
DIDONE:
(tra se e se)
Sono arrivati degli stranieri … non so, fino a ieri ne avevo timore … li volevo
uccidere … ora … invece non so … sento dentro di me una sensazione positiva …
improvvisamente è scomparsa la paure … ho voglia di vedere … questi troiani …
uomini disperati, stremati … donne vecchi e bambini, si tanti bambini, il dovere
dell’ospitalità … e poi io non ho avuto eredi dal re Sicheo …
(breve pausa – cambio di personalità)
Comunque … domani vedrò e prenderò la decisione che riterrò opportuna …
Potrei ucciderli tutti come consiglia mia sorella Selene …
Domani vedrò …
Ho tempo … tutta la notte per decidere …
Ho tempo …
(grida)
Esima ! Esima !
(entra Esima)
ALINA:
Mia regina …
DIDONE:
Domani e non stasera vedrò gli stranieri …
(titubante)
Dimmi … cosa ne pensi … devo accoglierli come dicono gli dei dell’ospitalità … o
devo … ucciderli secondo il volere dell’oracolo …
ALINA:
Io Didone aspetterei prima di prendere decisioni affrettate, in questo momento
sono chiusi , incarcerati e non possono nuocere . Barca li ha rifocillati , hai
bambini e alle madri è stato dato latte di capra
DIDONE:
C’è fierezza nei loro sguardi!
ALINA:
Io sono andata a vederli, ma nei loro occhi ho visto solo disperazione …
DIDONE:
Possono loro causare danno al mio popolo
ALINA:
non credo … non c’è cattiveria nei loro sguardi
DIDONE:
Ma l’oracolo
ALINA:
Quei poveracci non sono loro quelli dell’oracolo …
DIDONE:
Preparami le vesti migliori, voglio che la porpora sia scintillante… metterò gli
ori più belli … la regina deve essere regina sia quando incontra i re … sia
quando incontra dei poveri sventurati …
ALINA:
Una regina deve essere sempre regina …
(Alina esce di scena)
SCENA 11
( DIDONE )
(è notte la regina ha un triste … presagio)
DIDONE:
( notte … la regina ha un sogno premonitore)
(musica – voci )
(grida)
Noooo!
(fuori campo, voce di Selene)
Devi ucciderli tutti …
DIDONE:
Noooooooooooooooo!
(fuori scena, voce di Barca)
Mi fanno pena … non puoi ucciderli
DIDONE:
Nooo….
(fuori campo voce di Medasio)
L’oracolo … può non dire il vero …
DIDONE:
il vero … no ….
(fuori campo voce di Selene)
Lavati le mani … nel loro sangue …
DIDONE:
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
(Didone si sveglia … grida e piange )
Li ucciderò tutti …
(luci intermittenti sul trono … il resto è tutto in ombra)
SCENA 12
( DIDONE – BARCA – ENEA )
(alcune comparse )
BARCA:
Mia regina … ecco gli stranieri
(gli stranieri entrano vestiti con sacchi di iuta e si sdraiano sul
palcoscenico… la regina e Barca li guardano, il generale con compassione e la
regina con disprezzo)
DIDONE:
(rivolta a Braca)
Parlami di loro…
BARCA:
Questi sono gli stranieri che con navi con insegne da guerra achee si sono
avvicinate al porto di cartagine …
DIDONE:
Sono entrati armati … quindi recando offesa quindi siano condannati …
BARCA:
Al nostro cospetto hanno abbassato le armi in segno di resa, e l’equipaggio era
composto da donne vecchi e bambini in tenera età
DIDONE:
Le armi recano offesa … noi siamo in pace
BARCA:
Sono troiani reduci da una guerra che è durata dieci anni
DIDONE:
Noi non vogliamo guerre …
( passeggia attraverso i corpi supini)
BARCA:
Sono guidati dal principe Enea
DIDONE:
Chi di voi è il principe Enea … che venga al mio cospetto …
(il principe Enea si alza … lentamente si avvicina al trono e si inginocchia
davanti alla regina)
(passa Selene di corsa attraversa il palco si avvicina alla regina gridando )
SELENE:
Uccidilo … e uccidili tutti …
(Didone ignora)
DIDONE:
Alzati principe ti concedo di guardarmi negli occhi …
(gli occhi si incrociano e la regina ne è visibilmente turbata)
Cosa chiedi … principe straniero
ENEA:
(sempre in ginocchio)
Chiedo o sublime regina di avere il tempo di permettere alle navi di riprendere
il largo, per poi con il favore degli dei trovare una terra per poter vivere per
me e per la mia gente.
BARCA:
Il dovere dell’ospitalità non è diritto di asilo
DIDONE:
E gli achei … noi siamo in pace con loro …
BARCA:
A Corinto sanno già del loro arrivo … ma cosa importa ormai a loro di un branco
di disperati …
DIDONE:
Che siano trattati con tutti gli onori … ma che non si trattengono per più di
tre lune …
ho detto…
(la regina esce di scena…)
(breve pausa … musica )
(tutti escono di scena)
SCENA 13
(DIDONE – SELENE – ENEA – MEDASIO - BARCA )
(Medasio suona e canta … Entra in scena Didone riccamente vestita, Selene si
avvicina alla regina )
SELENE:
Non ti fidare regina … non ti fidare …
(la principessa esce di scena … torna e si siede accanto a Didone, Enea prende
posto ai lati, il generale Barca siede accanto ad Enea)
(Medasio canta Orfeo ed Euridice, ma Enea è distratto)
DIDONE:
Principe Enea … non mi sembra che tu abbia voglia di ascoltare il canto di
Medasio
BARCA:
Sicuramente la tua storia è più interessante della voce dei cantori
DIDONE:
Raccontaci principe della tua città … della tua sposa e del tuo popolo
BARCA:
raccontaci dell’inganno acheo
SELENE:
Racconta e poi vai via principe, riprendi il mare prima di tre lune
(breve silenzio)
ENEA:
La triste storia della mia città e del mio popolo comincia nel momento della sua
più grande gioia …
(breve pausa)
Gli achei avevano lasciato con le loro navi le coste troiane e la gente
finalmente dopo dieci anni di guerra e distruzione poteva festeggiare … la gente
ballava per le strade … io stesso avevo abbandonato le armi per rimanere solo
con Creusa ed Ascanio …
(breve pausa)
La felicità troiana arrivava fino agli dei … ma …
(breve pausa … Enea fragile piange)
DIDONE:
Principe … se non te la senti di continuare … smetti …
ENEA:
(si asciuga le lacrime)
Gli achei abbandonando le coste avevano lasciato sulla spiaggia un gigantesco
cavallo di legno ….
Costruito con il legno di navi demolite
Il cavallo era talmente grosso che era più alto e più largo che le porte della
città
Venne interpellato il re … i sacerdoti … gli indovini …
Alcuni vollero portarlo dentro le mura ma la principessa Cassandra si oppose a
tutto … voleva lei stessa bruciarlo …
Il re non sapeva che decisione prendere …
Alcuni troiani trovarono un greco legato stremato nelle vicinanze del cavallo …
I guerrieri volevano ucciderlo invece lo portarono al cospetto del re Priamo …
Il greco si disperò al cospetto del re, disse di non essere un disertore … ma un
uomo che non voleva più la guerra
Le domande si fecero incessanti, ma il greco non si scompose … sembrava
preparato … troppo preparato
Io stesso quando nella cella per ordine del re andai a liberarlo ho commesso
l’errore di cadere nella sua trappola
DIDONE:
gli dei tessono trame ingannevoli per giocare con la vita dei poveri mortali
ENEA:
Io non dovevo cadere nella trappola, dovevo capire che i suoi occhi non avevano
lo sguardo della disperazione ma la cupidigia e la voglia di chi si mette in
un’avventura
pericolosa ma con buone speranze di riuscita …
BARCA:
Avete peccato di ingenuità … a me non sarebbe successo
ENEA:
Dopo anni di guerra il gusto della pace non rimane assopito
(breve pausa)
L’ acheo … muoia senza poter raggiungere l’Ade …
BARCA:
Il suo nome
ENEA:
Il suo nome era Silone
BARCA:
Silone lo conosco è un cugino di Ulisse ma scudiero di re Palamete … noi avevamo
ottimi rapporti commerciali con il re acheo morto nella pianura di Troia
ENEA:
Palamete venne lapidato per ordine di Ulisse, lo accusarono di avere rapporti
con noi …
BARCA:
Come morì il mio amico Palamete
ENEA:
Trovarono nella sua tenda una cassa d’oro … ed era oro troiano … perché Palamete
non era un re guerriero ma piuttosto un avido mercante … faceva mercato con noi
e nello stesso tempo ci combatteva … ma infine venne scoperto e Ulisse lo
condannò a morte e ne confiscò le ricchezze che furono divise tra i re Achei …
DIDONE:
E Silone
ENEA:
Silone ha ingannato il re …. il popolo troiano … ed io stesso
rimasi acceccato dalle sue parole …Ci fece credere che Ulisse lo avesse
abbandonato legato vicino al cavallo per condannarlo a morte per la sua fedeltà
a re Palamete … invece …
(scoppia in pianto)
DIDONE:
Palamete era un re che odiava la guerra
ENEA:
Silone venne di nuovo portato al cospetto di Priamo che ha voluto graziarlo per
imbonirsi il volere degli dei …
Fu per primo il greco a parlare del cavallo che era rimasto abbandonato in
spiaggia …
BARCA:
E cosa disse?
ENEA:
Quello era un dono da fare agli dei per propiziarsi un agevole ritorno a casa …
quando i giovani si presentarono al re e gli chiesero di portare il cavallo
dentro le mura … il sovrano era perplesso
… la principessa Cassandra … si oppose ferocemente …
I giovani insistettero …
La principessa Cassandra lanciò funeste profezie … ma nessuno l’ascoltò …
neppure suo padre le diede ascolto
BARCA:
Nessuno ascoltò la voce profetica della principessa Cassandra
DIDONE:
Gli ingannevoli dei avevano tessuto la loro tetra tela
(fuori campo il coro ripete)
Gli ingannevoli dei avevano tessuto la loro tetra tela
ENEA:
Il cavallo venne portato dentro le mura, e durante la notte mentre Troia dopo le
libagioni dormiva …
i greci guidati da Ulisse scesero dal cavallo ed aprirono le porte della città …
spalancando le porte agli achei che nel frattempo erano tornati con le loro navi
…
e fu una carneficina ed io …
DIDONE:
Continua!
ENEA:
Io vidi Cassandra presa e violentata dagli Achei … ma non potei fare nulla … io
con altri troiani vestiti con elmi greci combattevamo … combattevamo … cercavamo
la morte in battaglia …
Ma quando …
DIDONE:
Quando?
ENEA:
Quando ho visto dei puerperi prigionieri … legati come animali … uccisi le
guardie achee e li liberai … ed in quel momento capii che gli dei volessero che
io cercassi una via di scampo per questi giovani per poter dalla catastrofe
gettare le sementi per costituire un nuovo e potente popolo
DIDONE:
Creusa…
ENEA:
Ci Creusa non seppi più niente … e … neppure delle principesse troiane
(pianto)
(la regina compassionevole si alza dal trono e si avvicina al principe
accarezzandolo)
DIDONE:
Continua principe …
ENEA:
Arrivammo alle navi …. Erano sguarnite … nessun acheo era rimasto di guardia …
tutti si erano precipitati dentro la città attratti dalla cupidigia del bottino
… in spiaggia cercammo le vele migliori, una decina … ed incendiammo per quanto
possibile le altre …
prendemmo il largo …
navigammo con il nostro equipaggio di vecchi e bambini … ci fermammo in un’isola
per rifornirci d’acqua, trovammo altri troiani scampati … si imbarcarono … e
siamo approdati qua … ramenghi e senza una patria a chiedere a te regina un
pezzo di pane e solo il tempo necessario di riparare le navi per riprendere il
viaggio
DIDONE:
Parli come se tu avessi una meta principe
ENEA:
Secondo il volere degli dei la nuova patria del popolo troiano è l’ansa di un
grande fiume circondato da una verdeggiante pianura dominata da sette colli
BARCA:
Gli dei e il dolore possono averti offuscato la mente
ENEA:
Noi siamo polvere nelle mani degli dei
(musica con la cetra)
DIDONE:
Fate che il principe sia trattato con tutti gli onori e che lui e i suoi
dignitari prendano per il breve periodo che si trattengono nel mio regno dimora
nella reggia
SELENE:
Ma che tutti siano rispettosi verso le leggi di Cartagine
(la regina si alza e tutti i dignitari la seguono)
(Enea e i suoi escono di scena, Enea rientra furtivo)
SCENA 14
(DIDONE – ENEA )
(Didone porta vino sull’altare di Sicheo)
DIDONE:
(rivolta verso l’altare … si inginocchia )
Sicheo mio re … il mio cuore e tutta la mia vita è nelle tue mani … Amore mio
prendi questa offerta … questo è vino del migliore … era quello che ti piaceva
tanto … ed io te lo offro … come a te offro tutta me stessa
(Enea compare in penombra dietro di lei…. Didone si alza)
Principe Enea …. Come ti permetti e come osi entrare in questo luogo senza
permesso …
ENEA:
Mia regina sono uscito dalle mie stanze, ho sentito la tua voce e gli dei mi
hanno condotto in questo sacro luogo
DIDONE:
prima di tutto quelle non sono le tue stanze ma un alloggio che la mia
compassionevole benevolenza ti ha concesso …
stanze che io posso toglierti quando voglio
ENEA:
Si mia regina, ed io come un umile schiavo mi rimetto ad ogni tua volontà, basta
un gesto ed io domani con il mio popolo riprendo il mare…
DIDONE:
Tu riprenderai il mare quando sarà pronta una nuova e resistente nave che ho
dato l’ordine alle maestranze di prepararti
(Enea si inginocchia davanti alla regina, lei lo fa alzare subito)
ENEA:
Ti ringrazio mia regina, adesso chiedo il permesso di andare … nessun uomo può
profanare il rito delle offerte per il re Sicheo
(Enea fa per uscire)
DIDONE:
Fermati non ti ho detto di andare
(Enea si ferma)
DIDONE:
Il tuo sangue è reale … puoi restare
(Enea si avvicina a Didone e le accarezza i capelli)
ENEA:
Da quanto tempo mani non toccavano capelli
(Didone cerca di allontanarsi)
DIDONE:
Come ti permetti io sono una regina
ENEA:
(Enea bacia sulla bocca Didone)
DIDONE:
Noo! Sicheo …
ENEA:
(la stringe a se, la regina ha un singulto, il principe la bacia e lei cede, non
vista Selene )
(Selene esce di scena i due subito dopo escono abbracciati)
(luci spente)
SCENA 15
(DIDONE – ENEA )
(Didone ed Enea simulano avvolti in un lenzuolo l’atto sessuale poi si siedono
su letto tutti e due avvolti da due lenzuola)
DIDONE:
Ti amo Enea, tu mio principe sei stato portato dal mare ed io adoro ogni onda
ogni marea, non smetterò fino che avrò vita di fare sacrifici a Poseidone il dio
che ci ha fatto incontrare
ENEA:
Lontana mi sembra la guerra da quando la tua bocca si è incontrata con la mia
DIDONE:
Anche Sicheo a cui ho donato quanto avevo di più caro … la mia vita e tutto il
mio amore … ora sembra non sia mai esistito
ENEA:
Forse è stato lui dal profondo dell’Ade a permettere questo incontro e fare in
modo che le frecce acuminate di Eros colpiscano i nostri cuori
DIDONE:
Prima di te … il dio dell’amore ha lanciato su di me solo dardi con punta di
piombo.
ENEA:
Era il tuo cuore da sempre fedele al grande re fenicio che innalzando una
barriera invalicabile non permetteva alle frecce di colpirti
DIDONE:
Eros … Eros il tuo calore mi sta facendo dimenticare tutto l’amore per il mio re
…
ENEA:
Sono stati gli dei che ci hanno fatto incontrare
DIDONE:
Nulla si può contro il volere divino
(abbracciati escono di scena)
SCENA 16
(SELENE – ALINA )
(la sacerdotessa Alina preoccupata entra in scena e chiama Selene)
ALINA:
Principessa Selene …
SELENE:
(arriva di corsa)
ALINA:
Principessa Selene, hai visto la regina, è completamente cambiata
SELENE:
Ha la mente offuscata
ALINA:
Ha lasciato morire il fuoco all’altare del re Sicheo e gli dei sono adirati
SELENE:
Ha dato l’ordine di ritardare la costruzione della nuova pentecoste per Enea …
ALINA:
I Fenici e i troiani si fonderanno in un unico popolo
SELENE:
Un popolo che avrà un re troiano
ALINA:
Gli Dei non possono permetterlo
SELENE:
(Selene cambia tono di voce, diventa autoritaria)
Sacerdotessa, non osare mettere in dubbio le decisioni e l’autorità di mia
sorella la regina di Cartagine
ALINA:
(scusandosi)
No mia principessa … no … ma io parlo per volere degli dei
SELENE:
Sacerdotessa Alina, adesso vai … ritirati nelle tue stanze …
(Alina esce di scena)
SCENA 17
(SELENE – BARCA )
(Selene è seduta ai piedi del trono entra Barca)
BARCA:
Principessa, la situazione è grave, il popolo non si fida più della regina …
SELENE:
Mia sorella, sta vivendo un momento particolare …
BARCA:
La regina si sta vestendo come una troiana, ragiona come una troiana, sta
diventando una troiana
(breve pausa)
Ama un principe troiano
SELENE:
Non la stare a condannare generale Barca, lei è regina … figlia di un dio,ma è
anche donna
BARCA:
Anche tu Principessa sei figlia di un dio … ma tu ami il tuo popolo
SELENE:
(alterata)
Anche lei ama il suo popolo
BARCA:
(alterato)
Ha lasciato morire il sacro fuoco in onore del re Sicheo
SELENE:
La regina non ha fatto proprio nulla … il sacro fuoco si è spento da se …
BARCA:
E questo è un triste presagio
SELENE:
E i troiani … come vivono i troiani
BARCA:
I troiani non si sono per niente integrati, vivono per conto loro e adorano i
loro dei
SELENE:
Mai e poi mai noi diventeremo troiani
BARCA:
Bisogna convincere la regina
SELENE:
La regina capirà, cerca di dire al popolo di avere pazienza
e per quanto riguarda il sacro fuoco all’altare di Sicheo è stato riacceso e
splende più di prima
BARCA:
Tutta colpa di Enea, mi viene voglia di ucciderlo quel troiano e completare così
ciò che non hanno fatto gli achei
SELENE:
(abbracciando Barca)
Non lo fare generale … gli ospiti sono sacri … gli dei non lo permetterebbero
mai …
BARCA:
Io amo il mio popolo
SELENE:
Generale non sporcarti le mani con sangue indegno e pensa al tuo futuro che gli
dei prospettano radioso.
SCENA 18
(DIDONE – ENEA )
(abbracciati)
DIDONE:
Sei il mio unico e grandissimo amore Enea
ENEA:
Non esiste più nulla solo tu esisti amore mio
DIDONE:
Ti amo cosi tanto che anche l’ingannevole oracolo pare dimenticato …
ENEA:
Gli oracoli molte volte non portano la voce degli dei
(tocca la pancia alla sua regina)
DIDONE:
Mio principe quello che ho io in grembo è il frutto del nostro amore, il futuro
re di Cartagine
(Enea non risponde, rimane perplesso)
DIDONE:
Che cos’hai amore, cosa sono questi silenzi … non sei forse contento del mio
amore …
ENEA:
Si mia regina … il sangue troiano con il sangue fenicio si fonderanno e
diventeranno una unica e grande stirpe …
DIDONE:
Domani amore darò l’ordine di interrompere i lavori per la costruzione della
nave … questa ormai è la tua patria Enea … e tu diventerai re …
( Enea rimane in silenzio )
DIDONE:
Amore non mi sembri felice
ENEA:
Si sono felice regina … ma solo il tempo può cancellare il passato
DIDONE:
Solo il mio amore può cancellare il tuo dolore
(abbracciati escono di scena)
SCENA 19
(MEDASIO – ESIMA)
(entrano in scena agitati )
MEDASIO:
La regina è cambiata, non esce più dalle sue stanze
ESIMA:
Il popolo rumoreggia, pare voglia sposare il troiano
MEDASIO:
Si dice addirittura che aspetti un bambino da lui
ESIMA:
Il popolo non vuole adorare dei troiani
MEDASIO:
Noi non siamo troiani
ESIMA:
I troiani non comanderanno Cartagine
MEDASIO:
Tutto il popolo piange affinché la regina si redima
SCENA 20
(SELENE – MEDASIO - ESIMA )
MEDASIO:
ecco la principessa Selene
(entra in scena Selene)
Principessa Selene, bisogna trovare una soluzione
ESIMA:
La regina non è più la regina di prima
SELENE:
Cosa dici … la regina sta passando un triste momento forse mal consigliata da un
dio … ma non preoccupatevi Didone tornerà la grande e temuta regina di Cartagine
MEDASIO:
Il principe Enea è la rovina del nostro popolo
SELENE:
Il principe Enea e un altro … non cambia
ESIMA:
Quale sventura si sta abbattendo sul nostro popolo
MEDASIO:
Cantare io voglio solo le lodi della mia regina, non eroiche gesta di principi
stranieri …
SELENE:
Parlerò alla regina … parlerò alla regina … rassicurate il popolo
SCENA 21
( SELENE – DIDONE)
(Didone vede entrare la sorella e si avvicina a lei abbracciandola)
DIDONE:
Selene … Selene, mi manchi talmente tanto che sento la voglia di parlare e
confidare tutto a te … mia unica sorella e consanguinea che è rimasta in vita
SELENE:
Io Didone sarò sempre al tuo fianco nel bene e nel male
DIDONE:
Selene capisci il mio cuore non è più arido come il deserto, ma è invece un
prato colmo di variopinte corolle e palpita come una fanciulla scossa dal
sorriso di un dio, grande è la forza dell’amore
SELENE:
Il principe Enea ha sconvolto la tua vita
DIDONE:
Sorella … il principe Enea è stato mandato da un dio per tornare a vivere e
farmi di nuovo godere di gioie che ormai pensavo fossero dimenticate
SELENE:
Allora tra voi due
DIDONE:
lo amo … lo amo perché … è diventato ormai parte della mia vita ….
SELENE:
Sono felice per te …
DIDONE:
Il popolo deve sapere deve sapere che la regina finalmente ama
SELENE:
Si … il popolo saprà …
DIDONE:
Tutta Cartagine deve sapere che io sposerò Enea e che lui diventerà re
SELENE:
Il popolo saprà tutto …
DIDONE:
Tutti … Cartaginesi e troiani devono sapere che d’ora in poi saranno un unico
popolo
SELENE:
Cara mi rendi felice
DIDONE:
Voglio che si dia inizio ai preparativi per le nozze … e voglio che siano
sontuose … voglio che tutto il popolo festeggi per una luna …
SELENE:
Sarà fatto mia regina
DIDONE:
Voglio che gli dei troiani vengano adorati a Cartagine
SELENE:
Si mia regina
DIDONE:
Voglio che il figlio di Enea che ho in grembo sia degno erede di Enea e del
regno di Cartagine
SELENE:
Tu hai un figlio da Enea
DIDONE:
Questa sorpresa era l’ultima, per te … sei felice Selene finalmente Cartagine
avrà un erede
SELENE:
(abbraccia la sorella)
Sono felicissima Didone sia per te che hai finalmente trovato l’amore che per la
nascita di un erede che rafforzerà la nostra stirpe
(la regina esce di scena)
SCENA 22
( SELENE – ENEA)
(Enea vede Selene)
ENEA:
Principessa Selene …
SELENE:
Umilmente mi inchino al principe Enea… futuro re di Cartagine
ENEA:
Cartagine è una bella e fiorente città, fiorente per tutte le merci che smistate
in questo porto prendono il largo per i mercati africani, la Grecia, l’Egitto, i
principi etiopi, l’Ausonia e la Mesopotania. Potente perché il porto di questa
città è inespugnabile … i suoi armati dettano legge per mare … le pentecoste
solcano le onde protette dal re delle onde che comanda i marosi e da Eolo re dei
venti che pilota con brezza favorevole le vele dei navigli …
Chi regnerà in questa città sarà un uomo benvoluto e baciato dalla fortuna … non
un uomo vinto con l’inganno ed inviso dagli dei …
SELENE:
Non capisco … principe dove tu voglia arrivare …
ENEA:
Io amo Didone, lei è la mia vita, tutto il mio cuore pende dalle sue labbra,
solo la sua bocca e il calore che sprigiona il suo corpo mi ha fatto dimenticare
l’amore che provavo per Creusa … solo abbracciando lei … ho capito che gli
orrori della guerra erano svaniti …
ma il mio popolo … non riesce a fondersi con il tuo Selene perché troppo diversi
sono al cospetto degli dei…
SELENE:
Io non riesco a capire …
ENEA:
Il mio popolo mi chiede di partire perché questa non è la terra dell’oracolo
SELENE:
E tu lasceresti il certo per l’incerto, un regno fiorente, un’armata di mare e
un temuto esercito di terra … per seguire un sogno forse non veritiero.
ENEA:
A malincuore devo seguire il volere della mia gente
SELENE:
Il volere della tua gente ! Ma al popolo basta avere del buon vino e la pancia
piena di lenticchie … mi fai ridere principe …
e così tu …
ENEA:
Si … rinuncio al regno e parto ….
SELENE:
Ma la nave non è ancora pronta
ENEA:
Durante il mio periodo nella reggia, accecato d’amore per Didone … non mi sono
accorto del mio popolo, da prima felice … poi a poco a poco sempre più schivo
riservato … gli uomini che seguivano con frenesia la costruzione della nave ….
Rimasero frustrati quando i lavori vennero interrotti … si interrotti e poi
ripresi e poi di nuovo interrotti, vollero riprendere i lavori loro, ma gli
venne impedito, con il legname allora ripararono il fasciame delle navi con cui
giungemmo.
E le donne …
SELENE:
E le donne!
ENEA:
Le donne troiane rimangono troiane … continuano le loro tradizioni … cucinano
cibi troiani … e ai figli nati danno nomi troiani …
io non posso rimanere prigioniero di una promessa d’amore
il mio popolo è un pegno d’amore … ben più importante … delle voglie di una
regina
SELENE:
Mia sorella né soffrirà …
ENEA:
Amo Didone … ma amo di più la mia gente
SELENE:
E il figlio che ha in grembo …
ENEA:
Quello è stato il volere degli dei …
SELENE:
La regina sa della tua decisione
ENEA:
No!
SELENE:
Vai a comunicarglielo
ENEA:
Pensavo di delegare te principessa
SELENE:
Tu sei cagione di danno per la regina
vai … e parla con Didone se sei un uomo degno
ENEA:
Vado anche se sono consapevole di causare dolore
SELENE:
Quando riprenderesti il mare …
ENEA:
Appena i venti lo consentono … subito dopo il sacrificio
SELENE:
Domani i venti sono buoni …
ENEA:
Principessa capisci il movimento dei venti come un navigato pilota e conosci i
segni dei lumi …
Leggo nei tuoi occhi … un grande futuro Selene
SELENE:
Il mio futuro è incerto e non sarà radioso come il tuo
anche questo hanno scritto i voli delle cicogne in cielo.
ENEA:
Come il mio … ma scherzi principessa … io domani partirò … ma non per volere
mio, io sarei rimasto a godere dell’amore di Didone e vivere degli ozi che il
mio rango compete … ma ho una responsabilità verso la mia gente … e se non
partissi, loro partirebbero senza di me
SELENE:
Ma a mia sorella non pensi?
( Enea abbassa la testa)
SELENE:
Vai da lei e prega gli dei di non causarle troppo dolore
(Selene ed Enea escono di scena ognuno opposto all’altro)
SCENA 23
( DIDONE – ENEA)
(Didone gira per la scena)
DIDONE:
Il principe che sta nascendo dentro di me diventerà un grande re e con lui
nascerà una nuova stirpe
(vede arrivare Enea)
Amore … finalmente ti aspettavo
(lo abbraccia ma lui rimane freddo)
Che cos’hai Enea … forse qualche mio suddito ti ha mancato di rispetto
ENEA:
No mia regina!
DIDONE:
(cerca di baciarlo ma lui evita il contatto)
Mio principe … e mio unico grande amore perché eviti la mia bocca mai sazia dei
tuoi baci, perché sembra che rifiuti il mio cuore …
ENEA:
(la prende e la bacia)
Questo bacio mia regina potrebbe essere il mio ultimo bacio
DIDONE:
Il mio ultimo bacio … non capisco … non capisco …
amore ..
ENEA:
Purtroppo il fato mi sta allontanando da te
DIDONE:
(disperata)
No! Stai scherzando … cosa dici …
ENEA:
Devi capire regina
DIDONE:
(disperata)
Forse il tuo cuore è caduto prigioniero ed è incatenato dal malefico amore di
qualche cortigiana
ENEA:
Non pensare a queste cose, come osi mettere in dubbio il mio amore
DIDONE:
Non parlare di amore … tu che io ti ho raccolto naufrago stremato ed ho sfamato
tu e tutta la tua gente quando era mio potere uccidervi tutti
ENEA:
Era in tuo potere farlo
DIDONE:
Ma non l’ho fatto … anzi ti ho accolto con tutti gli onori e dato albergo nella
mia reggia
ENEA:
Ed io e gli dei dell’ospitalità te ne rendano merito
DIDONE:
Dei o non dei … adesso tu mi vuoi lasciare … magari per una mia ancella o peggio
per una donna del popolo … solo perché più giovane e quindi più in grazia di me
ENEA:
Non capisci mia regina
DIDONE:
Dimmi chi è questa donna … non lo dirai mai perché sei un lurido verme Enea …
comunque io ho deciso di fare imprigionare tutte le donne più belle di Cartagine
dimmi chi è questa brutta iena … dimmi chi è … e cerca di avere amore e rispetto
per chi ti ama … e pietà per questo tuo figlio che porto in grembo …
ENEA:
Io sono sicuro che il figlio che nascerà crescerà e vivrà … sotto la protezione
degli dei
DIDONE:
Come osi parlare così … di tuo figlio … e della tua donna che regina si sta
spogliando della sua autorità per pregarti di rimanere con lei e di rinnegare la
tua nuova concubina
ENEA:
Non c’è nessuna concubina
DIDONE:
Allora cosa parli … cosa auspici … quale è la mia macchia … perché tu voglia con
tanta brama allontanarti da me
ENEA:
La cagione di tutto ciò … è il mio popolo …
DIDONE:
Il tuo popolo … quella manciata di vinti …
cosa vogliono quei pezzenti …
ENEA:
Miseno … ha avuto … e continua ad avere ogni notte
DIDONE:
Cosa vede in sogno Miseno
ENEA:
Miseno consigliato dal dio del mare tutte le notti sente una voce che gli indica
la rotta da seguire … e tutte le notti vede la grande ansa del fiume che ci
aspetta … e … la natura rigogliosa dove ormeggiate le nostre navi … saranno
bruciate
DIDONE:
Miseno non è un veggente, e la sua mente è ancora offuscata dai fiori di loto …
farò uccidere Miseno
ENEA:
Tutto il popolo lo segue … e nessuno della mia gente vuole vivere nel tuo regno
o regina
DIDONE:
La colpa è loro …i troiani non legano …se ne stanno appartati, non vogliono
parlare fenicio se continuano così non saranno mai fenici … ma rimarranno dei
frigi … invece tu sei differente … tu vesti fenicio tu parli fenicio tu
diventerai il re di un potente stato fenicio
ENEA:
Io sono troiano
DIDONE:
Loro sono dei vinti … tu non sembri neppure il loro capo
ENEA:
Loro partirebbero senza di me …
DIDONE:
Lasciali partire, tu rimani con me e la dinastia la porto in grembo
ENEA:
No … mia regina io devo partire con loro … io nei confronti del tuo popolo sarei
sempre uno straniero
DIDONE:
Uno straniero che diventerà re
ENEA:
Non voglio diventare un re fenicio … ma un re troiano
io parto con loro …
DIDONE:
Prendi tempo amore … i venti sono propizi è vero ma durano per tutta la luna
prendi tempo e fai meditare Miseno
ENEA:
Posso solo prendermi pochi giorni di tempo …
DIDONE:
Ascoltami Enea … e dei ascoltate la supplica di una regina innamorata … prenditi
tesoro mio il tempo che credi, io malgrado tu mi ferisca non impedirò alle navi
di salpare.
ENEA:
Mi prenderò il tempo che ritengo necessario
mia regina chiedo il permesso di ritirarmi e di unirmi per consultare il mio
popolo
DIDONE:
Vai amore … ma ricorda il regno e tuo figlio che porto in grembo …
(Enea si ritira ed esce di scena)
SCENA 24
( DIDONE - SELENE)
(Didone gira per la scena, nervosa)
DIDONE:
Perché … perché … cosa mi sta succedendo, non è possibile … io lo amo ma lui non
capisce … io non riesco a pensare ad altro …
Io … (scoppia a piangere)
Mio figlio … Enea … nostro figlio …
Crescerà da re … si dentro di me un re …
Un re …
(voci incastonate fuori campo)
Un re … un re … nel tuo grembo un … re …. re … re …
DIDONE:
si dentro di me un re …
(singulto)
Ma senza un padre … (grida) Senza un padre …
(entra di corsa Selene)
(Didone vede Selene e le due si abbracciano)
SELENE:
Regina … sorella mia … cos’hai non piangere ... ci sono io con te … non piangere
…
(Didone piange abbracciata a Selene)
DIDONE:
Non nascondermi niente, dimmi la verità…
SELENE:
Sai sorella che io non ti nascondo niente
DIDONE:
Lo so … lo so ed è per questo che ti voglio vicino …
SELENE:
Abbracciami Didone
DIDONE:
E’ vero sorella che sono una donna troppo debole per essere regina
SELENE:
Una donna che ama non è una donna debole
DIDONE:
Ma io adesso rimango sola …
SELENE:
Io rimango vicino a te
DIDONE:
(piange)
Io ho tradito la memoria di Sicheo
SELENE:
Sicheo da laggiù … nel regno dell’Ade capirà
DIDONE:
No non capirà … ho in grembo un figlio di un altro
SELENE:
Sicheo capirà perché ti ha amato … Sorella
DIDONE:
Ma ho fatto spegnere anche il fuoco votivo
SELENE:
Tu sei regina …
DIDONE:
Il mio popolo … il mio popolo …
SELENE:
Il popolo capirà …
DIDONE:
No non capirà … il figlio che ho in grembo … è il figlio di uno straniero …
SELENE:
Il popolo ha bisogno di tempo
DIDONE:
Il popolo ha bisogno di una regina
SELENE:
Devo parlarti regina
DIDONE:
(affranta)
Dimmi … non nascondermi niente
Enea è partito …. Le sue navi hanno preso il largo
(abbraccia la sorella)
Io sono sola … gli dei si sono accaniti su di me … ma dimmi cosa posso fare,
posso prendere una veloce pontecoste e raggiungere le navi troiane e chiedere
asilo dopo tutto io li ho accolti come fossero inviati dagli dei quando potevo
farli uccidere dagli armati di Barca … invece … e poi mi ritrovo con un suo
figlio in grembo … io sono sicuro che mi accetterà …
SELENE:
Non ti accetterà … sai che non ti accetterà perché il suo popolo ti odia …
DIDONE:
Anche il mio popolo mi odia … Sicheo mi odierà anche lui … tutti odiano la
regina … ma forse io non sono neppure più regina
SELENE:
Tu sei la mia regina
DIDONE:
Io sono la regina e il mio re è Sicheo
SELENE:
Sicheo è morto e tu sei la regina di Cartagine
DIDONE:
Una regina deve raggiungere il suo re …
SELENE:
Una regina deve amare la sua gente
DIDONE:
Ma la gente ama te … tu sarai un’ottima regina … io voglio raggiungere il mio re
SELENE:
No io ti rimarrò vicino …
(Selene lascia un pugnale in scena)
DIDONE: (euforica)
Dammi una mano per preparare di nuovo il fuoco votivo al mio Sicheo …
(Selene aiuta la regina a ravvivare il fuoco votivo)
Adesso Selene lasciami sola …
(le due si abbracciano e Selene esce di scena)
SCENA 25
( DIDONE )
(E’ notte, la regina ravviva il fuoco al braciere votivo, poi con calma riempie
le ciotole con vino e latte e amorevolmente le mette ai piedi dell’altare )
(musica)
(Didone si inginocchia vicino all’altare, piange: il pianto viene amplificato,
guarda le offerte votive … le vede contaminate, contaminate come la sua mente,
assaggia il vino)
Anche il vino è diventato acido…
(assaggia il latte)
Il latte è contaminato … si affretta la mia fine
(Si sente musica e voce di “con gli occhi di un altro”)
(fuori scena con parole incastonate …. Mo –ri-re am-maz- zata …)
E il figlio che ho in grembo … il figlio di Enea … sarò madre … la dinastia …
(fuori scena con parole incastonate …. Non sa -rai né ma-dre né re-gi-na …)
(musica e parole di mater da il film “La terza madre” di Dario Argento)
Selene … Selene
(fuori scena con parole incastonate …. Non un tro-ia-no go-ver-ne-rà –
car-ta-gi-ne –non – sa –rai -né ma-dre né re-gi-na …)
(musica e parole di mater da il film “La terza madre” di Dario Argento)
Più volte (nè-ma-dre-né-re-gi-na)
(Didone lancia un urlo misto a pianto)
(fuori campo voce di Selene )
Cartagine non ha bisogno di un principe troiano
Amm- azzati – amm –zzati
DIDONE:
(grida)
Un principe troiano
(fuori scena con parole incastonate …. Prin-cipe- troi-ano)
E mio suo figlio che ho in grembo
(musica e parole di mater da il film “La terza madre” di Dario Argento)
(breve pausa)
(grida)
Numi io voglio una fuga lontana dalla luce
(fuori scena con parole incastonate …. Fu-ga-lon-ta-no-dalla-luce)
Dei protettori di Cartagine, se esiste un Nume che vendica l’amore tradito …
accogli questa supplica … supplica di una regina …
(breve pausa … grida)
Furie vendicatrici fate che l’uomo che ho amato ed ora odio non raggiunga la
terra in cui credeva … fate che Enea trovi nemici senza pietà che distruggano e
disperdano la sua gente … fa che un umile guerriero gli mozzi la testa e la
esponga per giorni davanti al mare e dopo la doni ad Agamennone
voglio che ad Enea gli sia strappato e mangiato il cuore, fa o Nume che le sue
carni siano mangiate dai porci … e che suo figlio Ascanio muoia schiavo tra
mille tormenti soffocato dal suo sangue …
(musica … ) (voce di Selene … voci icastonate )
(Amm- azzati – amm –zzati )
(Didone prende il coltello e si uccide)
(musica e le parole di mater da il film “La terza madre” di Dario Argento)
(voce fuori campo)
Tre volte la Regina levò il capo e per tre volte pianse e ricadde fuggendo la
luce
Morì così Didone prima del tempo fissato, la sua giovane vita fuggì lontano
dalla luce senza aspettare che Proserpina strappasse il capello che scioglie
l’anima dal corpo ….
La dea vide tutto e ne ebbe pietà
ed ecco con le sue ali dorate scendere l’umida iride e recidere il capello dal
corpo ancora caldo che subito si spense e la vita svanì nel vento.
(musica e parole di mater da il film “La terza madre” di Dario Argento)
(Buio)
(luce)
( luce intermittente sul trono dove siede Selene vestita da regina)
SIPARIO