RISERVA DI CACCIA

di

Roberto Russo




Personaggi:

Attilio Grande
Sorice
Lisa



I ATTO

(I Epilogo – II Epilogo)




I EPILOGO

(E’ la zona nord di Napoli, ma potrebbe anche trattarsi di un’altra, qualsiasi, città del Centro Sud.
E’ una zona di piccolo borghesi e di operai in pensione forzata, senza più fabbriche.
Una stanza tinello.
Una sorta di ingresso all’americana.
Per terra, sul tavolo circolare e su tre delle quattro sedie, per ogni dove….libri, carte, pagine disseminate.
Un telefono con il filo staccato.
Sulla quarta sedia c’è un uomo. E’ sulla trentina. Jeans, polo scura a mezze maniche, gambe divaricate, stravaccato. Un sorriso di sfida dipinto sul volto, osserva compiaciuto….
…Una donna sui 40 anni, in piedi, accanto a lui…
…sfatta, trascurata, ha i capelli, di un biondo scuro dozzinale, raccolti sulla nuca e si rigira fra le mani, con aria stolida, una pistola con silenziatore…
In ginocchio, davanti a lei, c’è un uomo sui 50 anni e più, rassegnato agli eventi e a capo chino. Camicia bianca, pantaloni scuri di poco prezzo, barba lunga.
La donna, lentamente, gli punta l’arma alla testa…..
Sospensione….)

BUIO




I ATTO

V.F.C. (Grande) Sono un uomo sgradevole.
Detesto il suono del mio stesso nome.
Mi confondo con gli altri. Mi difendo.
Aspetto sempre che qualcosa mi tenti sperando che sia assolutamente irresistibile….solo per negarmelo ed avere dei rimpianti.
Adoro i rimpianti.
Evito lo sguardo di quelli che incrocio solo per potermene, poi, pentire.
Ho paura.
La paura è un’ottima consigliera. Saluto soltanto lei ad ogni incrocio.
Per il resto….
Cammino diritto, guardo sempre a terra.
E’ il sistema migliore per non fare brutti incontri….

(Luce. Ambiente del I Epilogo. L’uomo sui 50 è solo. Si chiama Attilio Grande.
Si odono colpi alla porta. Scampanellate.
Grande è seduto al tavolo. Termina una conversazione al telefono.
I colpi alla porta proseguono…)

GRANDE “ I passi venivano da molto lontano…”
V.F.C. (Sorice, concitato) Signore! Signor Attilio Grande!

(Grande si alza. E’ lento e misurato. La sua flemma contrasta sia con la frequenza e la violenza dei colpi alla porta, sia con la pressante e forzata cortesia dell’ospite che è oltre l’uscio)

GRANDE “Dottor” Attilio Grande! Ma come mi conosce !?
V.F.C. C’è la targa. Mi potete aprire per favore? Ho gli elenchi telefonici nuovi.
GRANDE “ I passi venivano da molto lontano, proprio dall’inizio della scala..”
V.F.C. Come dite!? Mi aprite!?
GRANDE “…eppure egli ricordò poi benissimo e con chiarezza che fin dal primo momento…”
V.F.C. Per cortesia, Dottore!
GRANDE “…chissà perché, aveva sospettato che stessero dirigendosi lì, al quarto piano.”
V.F.C. Sentite, devo consegnarvi gli elenchi…è un attimo!
GRANDE Non voglio guai..
V.F.C. Di quali guai state parlando!?
GRANDE Le sirene. Le ho sentite pochi minuti fa. E’ successo qualcosa nel palazzo.
V.F.C. Io non ho sentito niente…cosa volete che è successo!?
GRANDE C’erano le sirene. E dove si sentono le sirene, ci stanno anche dei poliziotti.
V.F.C. Forse avete sentito un’ambulanza….!
GRANDE Ho visto una volante nel cortile e altre saranno davanti all’androne. I poliziotti non mi piacciono. Se te li ritrovi attorno, non sai se e come ne esci...
V.F.C. E chi ha parlato di polizia!? Io solamente gli elenchi vi devo dare…Aiutatemi! Se non li consegno tutti, perdo pure questo lavoro!
GRANDE E’ stupido fidarsi delle promesse. Li consegnerai tutti e, alla fine, se è nel tuo Karma, ti cacceranno.
V.F.C. Mettetevi nei miei panni…Volete portarvi questo scrupolo!? Che vi costa!?
GRANDE “ Una strana idea gli si andava formando nella mente, come un pulcino nell’uovo….E lui l’accarezzava con grande, grandissima curiosità!”…Nemmeno questo ti trattiene?
V.F.C. Ho capito! Mi porterete sulla coscienza!
GRANDE Ti apro, ti apro…

(Grande apre la porta e irrompe Sorice che, veloce, richiude e si appiattisce dietro l’uscio, in ascolto. Grande trasale spaventato. Sorice gli fa cenno di tacere. Estrae dalla tasca una pistola e gliela punta alla testa.)

SORICE Non fare casino e finisce tutto.

(Squilla il telefono…una, due, tre volte…Grande, paralizzato, guarda Sorice e non osa fare un solo movimento..)

SORICE Fai presto! E stai attento!

(Sorice continua a tenerlo sotto tiro. Grande risponde al telefono con voce tremante)

GRANDE Si, mamma…tutto bene….no, ora non posso…si, si…a dopo..

(Ancora stranito, Grande, resta con il ricevitore a mezz’aria. Sorice, farfugliando una bestemmia, glielo strappa di mano e segue il filo..)

SORICE Manco un cazzo di cordless tieni!?

(Riesce a trovare la spina e la stacca)

GRANDE Che vuoi da me!?
SORICE Più presto se ne vanno e meglio stiamo tutti..
GRANDE Ma “chi” se ne deve andare!?

(Si odono passi concitati all’esterno. Sono ancora lontani. Sorice fa cenno a Grande di tacere e lo tiene sotto tiro a distanza ravvicinata. I passi si fanno più prossimi. Si distinguono delle voci. Colpi su altre porte. Scampanellate vicine. Voci esterne)

VOCE 1 (femminile) Che succede!?
VOCE 2 (maschile) Polizia, signora, apra...
(Una porta si apre)
VOCE 1 Dite…
VOCE 2 Buonasera signora, tutto bene? E’ solo un controllo. E’ da molto tempo in casa?
VOCE 1 Si, ma non capisco…veramente sono rientrata da poco..
VOCE 2 Ha notato niente di strano? Per le scale ha visto qualcuno che non conosceva?
VOCE 1 Nel palazzo? No, niente…Ma perchè?
VOCE 2 Bussa a quell’altro..
(Scampanellata alla porta di Attilio Grande. Colpi. Sorice tira Grande verso di sé a farsene scudo)
VOCE 3 (maschile) Signore! (altri colpi) Apra…Polizia! (Scampanellata)
VOCE 2 Il suo vicino è in casa?
VOCE 1 Non lo so. Veramente…forse…è uscito..
VOCE 2 Chiuda pure. Per qualsiasi cosa, ci avverta…
(Una porta si chiude)
VOCE 2 Allora..?
VOCE 3 Non risponde nessuno.
(Altri colpi e scampanellata)
VOCE 2 Mezzo palazzo è vuoto. L’altra metà l’abbiamo controllata. Questo era l’ultimo. Voi siete sicuri che è entrato qua dentro?
VOCE 3 Sicuri sicuri, no…Comunque è nella zona. Io e il collega lo abbiamo visto scappare in questa direzione…
VOCE 2 Scendiamo e vediamo giù che si dice..

(I passi si allontanano fino a scomparire del tutto. Sorice spinge lontano da sé Grande)

GRANDE Perché ti cercano?
SORICE Ti ho detto che puoi parlare!? Non sono cazzi tuoi e, sentimi bene, quando sto bordello è finito e me ne sono andato, non ti venisse in mente di fare cose strane…denunce, telefonate…c’ho il tuo nome e c’ho pure l’indirizzo…e se qualcosa mi va storto, ti vengo a trovare…e poi vedi che “elenchi” ti porto…!

(Ora Sorice fa più attenzione all’ambiente nel quale è capitato. Nota le carte disseminate a terra, il disordine che regna in quella stanza)

SORICE E ti metti pure la targa fuori alla porta!? “Dottore”….io c’avrei vergogna se fossi in te…Qua fa veramente schifo!
(Scalcia dei libri che erano a terra)
GRANDE Non farlo!
(Sorice, con l’intento di provocarlo, raccoglie due o tre pagine, le appallottola e le lancia su Grande)
GRANDE Tu non ti rendi conto…!
SORICE C’hai il punto sensibile…! Questi pezzi di carta…

(Scalcia un altro libro. Grande, d’istinto, fa per lanciarsi così come farebbe un padre nel vedere un figlio che cade. Ma Sorice lo strattona per il colletto della camicia e lo tira a sé)

SORICE Te l’hanno detto com’è che nasce un grande amore? A prima vista! E’ successo così fra me e te. Mi sei stato subito sulle palle. E mi dispiace che il “servizio” che dovevo fare, è finito…perché te l’avrei “ schiattata ” volentieri una palla in fronte…
GRANDE Io sono niente, ma quello che stai prendendo a calci è Cultura! E’ Arte!
SORICE Allora quelle stronzate che dicevi mentre stavo fuori, non sono parole tue! “I passi che venivano”….“ il pulcino nell’uovo” le hai prese dai libri!? Si vede che non c’hai una mazza fare..!
GRANDE Tutto quello che vedi è come una pianta! Strapperesti una pianta!?
(Con aria distratta, Sorice, raccoglie un gruppetto di pagine in un angolo)
SORICE Io, veramente, una pianta non la strappo…la innaffio! E se quest’acqua “prende”, ti cresce pure la pianta dei libri…!
(Sempre tenendolo sotto tiro, si mette di spalle e si tira giù la cerniera dei pantaloni)
GRANDE Non riesci a capire!
SORICE (con rabbia) “Non riesco a capire”!? E chi sei tu!? Quello che capisce!?
GRANDE In queste pagine c’è una ricchezza!
SORICE Anche nelle mie palle!
GRANDE C’è un segreto!
SORICE E che sarà mai!? Un tesoro!?
GRANDE Una pagina! Una sola!
SORICE Che significa!?
GRANDE E’ un segreto che conosco soltanto io…Una pagina…che ha le risposte a tutte le domande e ci può rendere ricchi!
SORICE Sono quelle cazzate che dicono i professori a scuola. La cultura, i libri…A te, ste carte, t’hanno fatto venire il tumore al cervello! Comunque, mò ti lascio il “souvenir” e me ne vado…e ti è andata alla grande!

(Passi decisi avanzano. Lunga scampanellata e colpi alla porta. Sorice trasale, si abbottona la cerniera e tira di nuovo a sé Grande)

VOCE 1 (femminile) Grande! Apri! Ora basta!
SORICE E questa chi è!?
GRANDE Una povera stronza…una vicina…si chiama Lisa.
LISA La devi finire con questa storia! Te ne approfitti perché non c’hanno un padre! Lo so che stai là dietro…Apri!
(Altra lunga scampanellata. Colpi alla porta)
LISA E allora l’hai voluta tu! Mò vado subito dalla Polizia…stanno ancora qua sotto…e ti denuncio per ingiurie e per molestie!
GRANDE (d’istinto) Ma vai dove cazzo vuoi tu!!

(Sorice è preso in contropiede dall’improvvisa e rabbiosa reazione di Grande e non sa fare di meglio che minacciarlo, impotente, con una pistola che sa, in quel frangente, di non poter usare. Grande, stravolto dalla rabbia pare non rendersi conto della minaccia che lo sovrasta)

GRANDE Fai quello che vuoi! Hai capito!? E se ci vai, è meglio! Alla fine ti rinchiuderanno a te, e a quei due bastardi!
LISA Io lo sapevo che ci stavi! Adesso è meglio che apri e ce la vediamo io e te…se no vado a chiamarli!
SORICE (a Grande) Te la sei cercata. Adesso, apri…

BUIO

(Luce. Grande e Lisa sono seduti al tavolo. Sorice giocherella con la pistola. Si rivolge alla donna che è molto impaurita)

SORICE Ora non rompere i coglioni e spiegami la situazione.
LISA Io non c’entro. Sono capitata per sbaglio…
SORICE Ti ho detto: non rom-pe-re!
LISA Si, va bene! Erano appena arrivati…sono salita prima di loro con le buste della spesa…
SORICE L’hai già detto. E poi sai quanto me ne fotte che stavi con le buste della spesa!? Quante macchine hai visto…
LISA Una! C’era una volante ferma davanti al portone..Mentre salivo ho sentito che parlavano…c’era stato un agguato proprio qui vicino..
SORICE E questa storia pure la conosco bene…Tu una cosa mi devi dire e ancora non me l’hai detta….dopo che hanno parlato con te, se ne sono andati!?
LISA Io….
SORICE E rispunne!
LISA Non lo so! Il mio balcone affaccia sul cortile! Non vedo la strada!
GRANDE Un’altra si era fermata proprio nel cortile. Poi se ne è andata..
LISA Stava arrivando gente, questo si…
(Sorice si guarda attorno, riflette)
SORICE E certo…televisioni, giornali…Pattuglieranno tutta la zona. Fra posti di blocco e controlli, mi fanno perdere tutta la notte…
GRANDE Ti ha visto qualcuno quando sei salito?
SORICE Questa è la seconda volta che parli senza permesso…
GRANDE Se ti hanno visto, è meglio che te ne vai subito. Finisce che quello che ti ha notato, poi ci ripensa, e va a fare la soffiata.
SORICE Mi gioco quello che vuoi che pure qua si fanno tutti i cazzi loro. Da queste parti chi ha visto poco, ha già visto molto…ha già visto troppo…
LISA Nel palazzo siamo rimasti in pochi. Sono quasi tutti partiti.
(Silenzio. Sorice riflette giocherellando con l’arma)
SORICE Domani mattina, con il bordello, mi posso mischiare. Qua dietro c’è pure il mercato…pochi metri, e scompaio ma stanotte resto qua.
GRANDE Hai detto che te ne saresti andato! Avevi promesso!
SORICE Ma quando te l’ho fatta sta promessa!? Te lo sei sognato!
GRANDE Non puoi rimanere! Non devi!
SORICE E chi lo decide sto fatto!? Tu!?
GRANDE Chiama qualcuno dei tuoi e fatti venire a prendere…(si alza di scatto) Te ne devi andare! Hai capito!?
(Sorice, fulmineo, lo colpisce con un manrovescio che lo stende e gli è sopra)
SORICE Io non chiamo nessuno! A quest’ora staranno controllando tutti i cellulari della zona…Non sei d’accordo!? Te lo devo spiegare meglio!?
GRANDE E’ tutto facile quando si ha una pistola..

(Sorice senza ribattere lo alza di peso e consegna a Grande la propria pistola passandogliela per il calcio. Lisa sobbalza per la sorpresa. Tremando, Grande, impugna la pistola, la punta verso Sorice il quale, con gesto rabbioso, “incolla” la propria fronte alla canna del silenziatore)

SORICE E vai! Mò ce l’hai tu il “ferro”…Fammi un buco in testa! Fammi vedere quanto sei uomo!
GRANDE Fermo! Non ti avvicinare!
LISA Sparagli Grande!

(Grande è scosso da un tremore irrefrenabile. Punta la pistola per tre volte e per tre volte l’abbassa. Sorice si mette la canna in bocca, poi se la preme alla tempia. Grande, inebetito, abbassa, definitivamente, l’arma e pare in uno stato di confusione tale da iniziare a parlare come se si rivolgesse ad un immaginario interlocutore)

GRANDE A pagina 6…c’è la risposta…
“Sono proprio i piccoli particolari…di solito…a rovinare ogni cosa”
LISA Adesso! E’ il momento!
GRANDE “Dapprincipio Raskolnikov si era posto una domanda: perché quasi tutti i delitti vengono a galla e si scoprono così facilmente…”
(Sorice si riprende la pistola. Grande resta a guardare impietrito le proprie mani che tremano ancora. Lisa si nasconde il viso fra le mani)
GRANDE “…e perché quasi tutti i criminali lasciano dietro di sé tracce così visibili?”
SORICE E’ questione di palle, non di pistola.

(Lo spinge in malo modo sulla sedia. Lisa, al colmo della rabbia, tempesta Grande di pugni ai quali, l’uomo, non oppone alcuna difesa)

SORICE Secondo me sto verme impara i libri a memoria e poi li ripete a cazzo di cane.
LISA E’ uno stronzo!
(Grande sembra tornare, improvvisamente, in sé con inaspettata forza)
GRANDE “ Memorie dal sottosuolo”! Pagina 124!
“La vita vissuta è una fatica e siamo tutti d’accordo che è meglio com’è nei libri. Lasciateci soli, senza libri e ci perderemo. Non sapremo cosa amare e cosa odiare”
(Sorice accenna ad un applauso di dileggio)
SORICE Quelli come te c’hanno troppe cose in testa e, alla fine, si scordano che tengono pure il resto. Questa, pure se è femmina, tiene più palle di te.
LISA Se la pistola la davi a me, ora, non potevi raccontarlo.
SORICE T’ho guardato in faccia e l’ho capito. Che c’hai da dividere con sta merda?
LISA Da dividere, niente. Nessuno c’ha da dividere con me. Sono separata e c’ho due figli che ora stanno fuori città.
(a Grande) Tu, ai miei ragazzi, li devi lasciare stare! Non gli devi rivolgere nemmeno più la parola! Mi hai capito!? Perché, pure se campi dopo questa notte, a farti la pelle, ci penso io!
(a Sorice) Tu lo vedi!? Fa il “signore”…c’ha la puzza sotto al naso….si fa chiamare “Dottore”.
SORICE (rifacendogli il verso) “Dottor” Attilio Grande! E come ci teneva quando prima l’ho chiamato “Signore”!
(a Grande, indicando Sorice)
LISA Questo è meglio di te! Almeno non è un vigliacco. Tu, te la prendi con due ragazzini per vendicarti di me!
SORICE Che significa?
GRANDE Niente…è una pazza…
LISA Non gliela racconti la storia!? E quello ci vuole coraggio pure per essere un figlio di zoccola fino in fondo…e tu manco quello tieni! Te la ricordi l’Estate di due anni fa?
Mio marito c’aveva lasciato senza nemmeno un soldo. Sono andata a servizio per arrivare alla fine del mese e mi sono proposta pure qua. Mi avevano detto che era una persona perbene..uno che legge, un intellettuale…
La prima volta, è gentile.
La seconda è “troppo” gentile. Ho l’impressione che si struscia…ma mi hanno detto che è una brava persona! Sono io che mi fisso, non può essere!
E, invece, la terza volta mi sbatte per terra e me lo ritrovo addosso…
SORICE E ce l’ha fatta? Secondo me, no…
LISA Si prese un calcio nelle palle. E da allora gliela fa scontare ai miei figli…Hanno 13 e 11 anni. Quando li incontra per strada, oppure per le scale, li insulta. “Vostra madre è una serva…i figli della serva”…
SORICE E loro?
LISA Niente. Si spaventano. Sono ragazzi…
SORICE …e cresceranno, come sono cresciuto io, e gli taglieranno la gola..
GRANDE E tu le credi!? Non lo vedi che è una povera crista!? Una frustrata. Certe cose si sanno…Nel palazzo lo dicono tutti che sta fuori di testa…Dice che c’ha un marito..Non è vero. I due figli li ha avuti da uno che non si è mai visto. Fino a qualche tempo fa, stava con un altro che pure l’ha lasciata…L’hanno trattata come una pezza da piedi. Ce l’ha con il mondo intero e si vuole sfogare. L’hanno sconfitta. E’ una perdente.
SORICE E perché? Tu saresti il vincitore del campionato nazionale degli stronzi!? Comunque…sono cazzi vostri….ho fame.
(Lisa fa per alzarsi)
LISA Vado a vedere..
SORICE No. Ci va il “Professore”. Sei Professore? (Grande fa cenno di no). E come!? Ti atteggi tu…i libri, la cultura, i segreti…e manco una chiavica di “Professore” sei!? E poi, quale sarebbe questa pagina che c’ha un segreto? (Grande non risponde) Te lo potrei far sputare ma non me ne fotte proprio. Te lo puoi tenere il tuo “segreto”. In cucina ci vai tu.
(Grande si alza. Sorice reagisce rabbioso)
Che fai!?
GRANDE Mi hai detto…
SORICE Ti ho detto “alzati”!? No! Ti ho detto solo che devi andare tu in cucina! Per alzarti, si chiede il permesso! Che “signore” di questo cazzo sei!? Siediti!
(Grande si siede)
SORICE Ora, alzati. Portami quello che tieni.
(Grande esegue e Sorice lo aggredisce nuovamente)
Che fai!? Non la conosci l’educazione!? Si dice “Grazie”!
GRANDE ….Grazie…
SORICE Come hai detto!?
GRANDE …Grazie!
SORICE Come hai detto!!??
GRANDE Grazie!!
SORICE Non mi piace come l’hai detto. Inginocchiati!
(Completamente in balia dell’uomo, Grande, si inginocchia. Sorice gli fa sentire il contatto della canna del silenziatore sulla fronte)
SORICE Ripeti…
GRANDE ….Grazie!!!
SORICE “….Signore”!
GRANDE Grazie Signore!!
SORICE Non sono un “signore”! Ti sembro un “signore” io!?
GRANDE Non lo so!
SORICE E allora perché mi chiami “signore”!? Mi vuoi prendere per il culo!? O è solo perché hai paura!? E allora mi faccio chiamare come mi sfizia a me. Chiamami “Ingegnere”, hai capito!?
GRANDE Si! …“Ingegnere”!
SORICE No, mi piace di più…“Giudice”! Sono il tuo Giudice!
GRANDE Va bene! …“Giudice”!
SORICE Tu hai bisogno di una targa o di un titolo per sentirti uomo, io no. Adesso, girati…
(Grande è carponi, di spalle. Sorice gli si allontana di un passo e lo colpisce con un violento calcio nel sedere che lo manda bocconi)
SORICE Puoi andare…
(Grande si alza ed esce)
E devo stare tutta una notte vicino a una merda così…

(Lisa ha assistito a tutta la scena con il fiato sospeso tranne, poi, a nascondere una risata al momento del calcio di Sorice. Ora sembra imbarazzata ma anche raddolcita nei confronti di Sorice)

LISA Sei stato tu…? A fare quello che ho sentito….ad ammazzare quello.
(Sorice ostentatamente guarda altrove)
SORICE E che te ne viene se te lo dico…
LISA Niente…era per sapere…penso che ci stava un motivo..
SORICE E certo! Hai fatto la scoperta…mica sono pazzo!? Se Sorice fa una cosa, ci sta sempre un motivo.
LISA “Sorice”? E’ un soprannome?
SORICE Nome, soprannome…mi hanno sempre chiamato così.
LISA E….cosa provi….quando ammazzi….
(Sorice la fissa. Le gira intorno. Si ferma proprio dietro di lei)
SORICE Ah…ma allora ho capito chi sei…Sei quella che si arrapa se sta vicino al Criminale. Ma non lo dici a nessuno. Nemmeno a te stessa. Si, devi essere proprio così.
(Le sussurra all’orecchio)
Se parli di quelli come me, alzi la voce…fai vedere che sei scandalizzata! Ma, poi, ci pensi, e ci ripensi, e ci pensi un’altra volta…
(Lisa ha gli occhi chiusi come se fosse rapita da una sorta di malia. Istintivamente reclina il capo all’indietro appoggiandosi all’uomo che è dietro la sua sedia. Sorice, a questo contatto, si stacca)
Si vede che te l’hanno dato poco e male ma tieni coraggio e allora… te lo voglio raccontare…
(Le mostra la pistola sussurrando)
E’ questa l’Arte…il Pennello.
Il “lavoro” lo fai per soldi o per la Famiglia e questa, se c’hai fegato, e la sai usare, ti fa fare carriera.
LISA E come ti senti? Sei spaventato…pentito?
SORICE “Spaventato”!? E di che? Quello è morto. Come mi spaventa più!? E poi, l’importante, è non pensarci troppo. Quello di stasera era pure un infame, una carogna. Me lo ha chiesto la Famiglia.
E’ stato facile.
Aveva ordinato una pizza e aspettava vicino al marciapiede, seduto sulla Vespa.
C’era gente. Devi essere freddo quando c’è molta gente.
Camminavo in mezzo alla strada. Ero calmo, tranquillo. Il “ferro” mi gonfiava il pantalone…Ti piace sto fatto, è vero?
Sono arrivato dietro di lui.
Senza gridare.
Senza minacciare.
Non gli ho nemmeno appoggiato la canna alla testa.
Non ha sentito il freddo.
Un solo colpo.
E’ caduto già morto.
Poi, altri due in faccia. Pulito. Pure per queste cose ci vuole umanità.
LISA Perché lo dici proprio a me?
SORICE Me l’hai chiesto. Ti piace. E anche perché, secondo me, pure tu sei sporca dentro. Ma la colpa è di quelli che ti hanno pigliato a schiaffi. E non sono stati pochi. Veramente qualche schiaffo l’ho avuto anche io molti anni fa…ma me li sono tolti dalla faccia….E poi, che ti devo dire? Mi dai l’idea di mio padre…
LISA Perché? Com’era tuo padre?
SORICE Era uno stronzo. Tutti l’avevano “paliato” e lui, per dare ragione a tutti, si faceva di eroina. Con mia madre erano abusivi in una specie di cesso. Eravamo tre figli. Quando andava “a rota” di eroina, c’aveva le paranoie e non si poteva sentire. Non valeva un cazzo. Però me lo ricordo sempre a casa. Era “casalingo”…stava sempre agli arresti domiciliari. Allora, e ti parlo di parecchi anni fa, la gente veramente “malamente” era poca…erano disoccupati che andavano cercando la casa, un lavoro, il pane per la famiglia…un’altra storia. Noi stavamo in un palazzo vecchio e quelli che ci abitavano erano tutti “signori” come quella chiavica. E pure se mio padre era un tossico che manco stava in piedi, c’avevano paura e speravano che morisse presto o che le guardie ci sbattessero fuori. Ma nessuno parlava. Io, quella casa, ancora oggi, di notte, me la sogno umida! Una macchia sul soffitto che butta acqua. E mi sogno che viene il padrone di casa, io sono bambino, e ci guarda con schifo a tutti. A me, ai miei fratelli, a mia madre, mio padre…e pure a mia nonna che si mette a piangere, si inginocchia e gli bacia le mani…Ma lui non vuole sentire un cazzo! Vuole la casa! Ci dà tre giorni e poi via dai coglioni! Dalla macchia piove come in mezzo alla strada. La vecchia è bagnata…i capelli…i vestiti…e affonda nella terra e nel fango che mò seppellisce tutti…tutti….tranne che a me! Si! Perché più cade l’acqua, più cresce il fango, e più, io, cresco e divento forte! Non sono più un bambino. Divento un ragazzo e poi un uomo. Che non si inginocchia e che non bacia la mano a nessuno!
(Lisa è letteralmente rapita dall’impeto e dalla rabbia di Sorice)
LISA Sei…terribile!
SORICE E non hai paura?
LISA C’ho qualcosa da perdere, o da nascondere per avere paura di te!? Tu, insieme alla tua pistola, non mettete e non togliete.

(Sorice le punta la pistola alla testa. La donna resta a fissarlo negli occhi senza alcun timore. L’uomo le passa l’arma sul viso, sul collo, sul seno..)

SORICE Ora basterebbe poco…uno scatto di nervi, magari che mi fai incazzare…oppure solo per sfizio…per vedere come muori davanti a me. Tu l’hai capito. Siete pecore e io sono il lupo che va a caccia…
LISA Chi minaccia e, poi, mantiene, non fa danni. Mi fanno paura quelli che promettono, che ti usano, che ti fanno una bella faccia davanti e, poi, ce ne hanno altre due o tre nascoste dietro. Io e te, su una cosa ci troviamo: ci hanno fatto incazzare….

(I loro volti sono a pochi centimetri l’uno dall’altro. Lisa ha una mano sulla canna della pistola e la stringe come se fosse una prolunga del corpo di Sorice. Sospensione. Rientra Grande con un piatto di pane e formaggio)

SORICE E’ tornato il “Grand’uomo”…
(Nota che nel piatto c’è solo un pezzo di pane e un pezzo di formaggio)
C’hai solo questo!?
LISA Chi!? Lui!? Grande si è fatta la nominata di pidocchioso…
(Senza ribattere, Grande, poggia il piatto sul tavolo)
Lo conoscono tutti…è stato in fitto per vent’anni e per vent’anni ha mangiato solo pane con il lardo spalmato da sopra…così si è comprato la casa. E se ne vantava pure!
GRANDE Stronzate..
SORICE (a Lisa) E così mi hai rovinato il divertimento! Io lo volevo tenere per una settimana a pane e acqua per vedere se resisteva…
LISA Non ci usciva niente. E’ abituato.
SORICE Però con i libri non sei “tirato”…Quanti ne tieni?
GRANDE Molti…migliaia…
LISA E’ un anno che sta in pensione e sta sempre seppellito in mezzo alle carte e a questa puzza…Tranne quando si apposta dietro alla porta e poi esce sul pianerottolo per buttare merda su di me e sui ragazzi! Poi, però, capisci da come ti guarda, da come parla, che si sente superiore perché sa più cose…Secondo me vorrebbe essere come i personaggi dei romanzi…C’hai presente? L’eroe…il coraggioso…ma non ha capito che somiglia di più a quei vermi che escono fuori dalle pagine dei libri troppo vecchi e troppo chiusi..
SORICE E li hai letti tutti!? Fammi capire…Li compri, li leggi, poi strappi le pagine e le butti a terra!?
GRANDE Non sono io a strappare le pagine! Non lo farei mai! Sono loro, le pagine, a volere uscire! Un libro non è diverso da un uomo….vive! Solo le cose che veramente si “sentono” dentro, escono fuori da sole!
(Lisa ride e fa cenno a Sorice che Grande è fuori di testa)
Davvero! E’ come quando si urla! Anche i libri urlano la loro Verità!
SORICE Questo sta “fuori”. E’ la stronzata più stronza che ho sentito…
GRANDE Io raccolgo le pagine, le leggo, e le imparo…
SORICE Conosce a memoria tutti i libri!!??
LISA E ti sorprende? Te l’ho detto che è pazzo.
SORICE E a che ti serve…
GRANDE A Imparare! Le cose da fare, le idee, i sentimenti…la Vita!
SORICE E se aspetti che la vita esce dalle carte, hai voglia di aspettare…! La vita, si fa con queste! (gli mostra le mani)
GRANDE Anche scrivere libri si fa con “queste”…
LISA Sorice, ci perdi il tempo. Fa il filosofo. Ti sta facendo capire che si sente superiore pure a te.
SORICE (a Grande) E’ così!? Tu sei meglio di me!?
LISA E mica è fesso! Non lo dice perché ha paura. Questa gente campa solo di parole poi, quando incontra qualcuno che fa i fatti, la cosa cambia..
SORICE E quale libro ti piace di più...
GRANDE Tutti.
SORICE Dicevi che ce ne stava uno…che c’aveva una pagina…
GRANDE Un segreto! Una rivelazione!
SORICE E a chi riguarda..
GRANDE Noi…
SORICE (a Lisa) Quando sono entrato m’ha detto che c’era la pagina di un libro…Una specie di tesoro…E quale sarebbe sto libro dei miracoli…
GRANDE “Delitto e Castigo” di Dostojevskij.
SORICE E di che parla..
GRANDE Un uomo uccide un’usuraia e la sorella e, alla fine, viene scoperto…anzi, si fa scoprire lui stesso. L’uomo si chiama Raskolnikov.
SORICE E perché fa sta cazzata…
GRANDE Perché si pente.
SORICE E questo era il segreto! Il criminale si pente e si costituisce. E, secondo te, alla fine di questa notte, pure io farò la stessa cosa…Tu leggi troppi romanzi..
GRANDE Non è quello il segreto. Le cose che il libro ci insegna, sono altre…
LISA Lo senti!? E’ sicuro che noi non siamo in grado di capire.
SORICE E’ nu povero scemo…
LISA (a Grande) E non sei nessuno! Manco una famiglia ti sei saputo fare…
Sei stato bravo? No.
Cattivo? No.
Onesto? Disonesto? Nemmeno!
E niente ti sei saputo tenere. Né una donna. Né un amico.
SORICE E che mi fai sentire, “Grande”!? Non hai fatto successo? Com’è sto fatto?
GRANDE Non ho mai voluto. Non m’importa, ed è meglio così. Se fossi diventato qualcuno, sarei stato limitato. Bisogna essere vuoti…completamente vuoti…per farsi riempire dai libri!
SORICE Ma quasi quasi ti faccio un piacere se ti ammazzo…E poi quelli che c’hanno a che fare con le carte non mi sono mai piaciuti. Barano. Ti fanno fesso. E, semmai, sarai pure contento di come sei…
GRANDE Io non sono mai contento. Chi è felice, è ignorante. Non ho mai avuto obiettivi né progetti perché, chi ne ha, non ha spazio. E invece, ci vuole spazio! Fame di sapere! Fame di conoscere le storie e i pensieri degli altri!
LISA Perché di tuoi, non ce ne hai.
GRANDE Ma di che possiamo parlare io e te!? Non sei all’altezza…Io prenderò pure le idee e i pensieri degli altri, ma lo faccio gratis. Invece c’è gente senza dignità che si fa pagare per tutto!
LISA Che vuoi dire…!?
(Lisa lo fronteggia)
GRANDE La Signora Lisa, che vuole dare lezioni di vita, la conosciamo bene…
(Anche Grande si avvicina)
SORICE Basta con questi casini!
GRANDE Quello che è venuto dopo il padre dei due bastardi…il suo compagno…
(Lisa, furiosa, fa per scattare. Sorice la blocca)
SORICE Finitela!
LISA No. Fallo parlare…
GRANDE Il suo compagno era un fesso e stava pure bene a soldi..Lei si è fatta bene i calcoli, se lo è messo vicino per sistemarsi ma lui se ne è accorto…E’ vero, gliel’hai saputa dare solo che, poi, hai esagerato con le pretese anche perché, la casa nel palazzo, è sua…Deve essere veramente una persona di cuore se, nonostante tutto, ti dà ancora il permesso di stare qui ma quanto potrà durare? Volevi fare il “colpo” per te e per i tuoi figli. Ma quello si è mangiato la foglia. Era una richiesta un po’ grossa, non trovi? Grossa, pure per una puttana legalizzata…

(Lisa fa per avventarsi, Sorice si frappone)
LISA Hai detto che ci somigliamo perché a tutti e due ci hanno preso a schiaffi…fammene levare un paio dalla faccia anche a me!
(Fa per colpire Grande ma Sorice le blocca il braccio)
SORICE Che cazzo vi siete messi in testa!? Ora cambiamo la musica..
(a Lisa) Tu, siediti! (si siede anche Grande) E a te chi ti ha detto che ti devi sedere!?
(Grande biascica una scusa)
Ti volevi sedere per mangiare! E ora ti faccio mangiare io! A terra!
(Grande è attonito e non esegue. Sorice gli urla sulla faccia)
Faccia a terra!
(a Lisa) E pure tu! Se non mi stai a sentire, fai la stessa fine. Ve lo dovete schiaffare in testa: fino a domani mattina io sono il padrone, e voi siete i cani!
(Prende dal piatto un pezzo di formaggio e lo getta a terra)
Mangia!
(Grande piagnucola e non esegue)
E’ così che si butta il mangiare!? Non te l’hanno detto che ci stanno i poveri bambini dell’Africa che si puzzano di fame!?
(Lo prende per il collo e lo costringe ad abbassarsi fino a prendere il cibo con la bocca)
Sei un uomo di niente. Per salvarti questa vita di merda, ti fai fare il peggio. Fai schifo. Dove sta che sei “superiore”!? Che lezione mi vuoi dare!?
(Gli appoggia il silenziatore proprio alla base del collo. Lisa si alza e, con delicatezza, gli pone una mano sul braccio)
LISA Non così. Non merita di campare ma…conservamelo.

(I due si guardano intensamente per alcuni secondi. L’uomo ritrae l’arma. Grande, stravolto, si mette a sedere a terra. Con grande calma, Sorice, si siede proprio di fronte a lui)

SORICE La lezione te la faccio io…
Diciamo che stai per strada, è sera.
Ti trovi in una via più scura, più stretta.
Sei solo.
A trenta metri vedi due ombre. Sono due ragazzi. Te ne accorgi dai giubbotti di pelle.
Ti vengono incontro. Uno tiene la destra e l’altro la sinistra.
Ci dovrai passare in mezzo. E ora sono a venti metri…
Mentre cammini ti guardi intorno….Nessun portone, nessuno alle finestre…
A quindici metri ti ricordi che sai dire le preghiere. Meno male! A qualcosa ti serve ancora chella capa ‘e merda….
“Padre Nostro che sei nei Cieli…” Embè, è quello il punto: il Padre Nostro “sta nei Cieli” e quelli, invece, stanno a dieci metri da te….
Uno si mette la mano in tasca….Che dici? Sarà un coltello o una pistola?
Mancano cinque metri e fra poco ti potrai togliere la curiosità.
Solo adesso capisci che non te ne puoi fregare come hai fatto sempre quando sti fatti, succedevano agli altri…Mò non sei uno spettatore, sei il Protagonista.
Forse si vogliono solo fare il portafoglio e il cellulare….oppure stanno fatti a cocaina, o a chetamina, e vogliono qualcosa di più…
A tre metri senti il loro odore
A due, il fiato.
Ti fissano e ti sembrano cani impazziti.
Un metro…Quello che c’aveva la mano in tasca, la caccia fuori…Il cuore ti sbatte contro la lingua. C’ha una cosa…Si vede…La impugna …. È un lampo!
No, non t’ha sparato. Era un accendino. Si è acceso una sigaretta. Ti passano vicino e non ti cacano proprio. Hai fatto i vermi per niente.
…E sai chi ha vinto?
Ho vinto io che, in quel momento, stavo a casa mia ma stavo pure con te perché ti sei sentito i miei occhi addosso, e hai visto la mia faccia! E là, in quel vicolo, con la tua paura, sei diventato uno schiavo.
GRANDE E’ vero. E’ così. Ma la mia Cultura, l’Arte, non la potete né rubare, né violentare!
SORICE E che ci fai con la Cultura quando davanti c’hai a due che ti vogliono “fare”!? Ci leggi i romanzi!?
LISA E come si sente importante quando parla della “Sua Cultura”! E invece sei un vestito falso fatto pure male…Quelli come te…speculatori, sfruttatori della povera gente che fanno promesse che non mantengono…gente perbene che poi so’ cchiù fetiente d’ ‘e fetiente, dovrebbero scomparire tutti assieme…alla camera a gas! Ti fai le tue schifezze al chiuso, dentro a quattro mura..come quando ti “buttasti” con me e sapevi che ero sposata e te ne approfittavi perché c’avevo bisogno!
GRANDE Tu non sei sposata. Sei una mantenuta…
SORICE E tu ti atteggi a persona onesta..
GRANDE Sei ingiusto a prendere le sue parti…Perché ce l’hai con me!? Che ti ho fatto di male!?
SORICE Tu!? E che mi potresti fare “di male”!? Strisci davanti al più forte, e fai il “tosto” con i più deboli…
GRANDE Non è possibile che proprio tu mi fai lezioni di morale…Tu che stasera hai pure ucciso!
SORICE La differenza è che, io, mi prendo le responsabilità! Ma poi, fammi capire, chi ti ha dato tutta sta confidenza!? Chi ti ha detto che puoi darmi del tu!?
(Gli si avvicina con fare minaccioso)
Sei mio fratello…? Tenevo un altro “fratello” e nessuno mi aveva detto niente…?
GRANDE Io ti stavo solo dicendo…
SORICE …E allora, visto che sei di famiglia, hai pure qualcosa da dire su mia madre!?
GRANDE No, io intendevo…
SORICE Cosa intendevi!? Che tua madre è una troia!? Questo volevi dire!? E su questo c’hai ragione. Ma mò dimmi una cosa: sta casa è tua, è vero? E pensavi che se ti chiudevi qua dentro non ti succedeva niente per l’eternità !? Bussavano alla porta e ti nascondevi dietro a qualche scaffale…Era una bella penzata ma, poi, mi hai aperto e hai fatto l’errore…(Grande fa per ribattere) Zitto! Non ti voglio nemmeno sentire. Sei zero. E allora è meglio se mi faccio le domande da solo. Quelle che mi faresti tu se fossi a livello mio…
Come mi chiamo? Non sono cazzi tuoi. Mi faccio chiamare Sorice.
Cosa ho fatto prima di venire da te? Ho fatto una “consegna”. Ho ammazzato a uno.
Era il primo? No, e non sarà nemmeno l’ultimo.
Mi piace farlo? Certe volte, si. Ma, in generale, è indifferente. Lo faccio per un motivo. E tu? Che motivi tieni?
GRANDE “Motivi”!? In che senso?
SORICE Lo vedi che mi fai incazzare!? Non si risponde con una domanda ad un’altra domanda!
GRANDE Di quali “motivi” parli..!?
SORICE Ma allora tu insisti! Come ti devo dire che le domande le faccio io!?
(Con estrema decisione gli punta la pistola alla fronte e urla. Grande annaspa come chi sta per affogare)
Che motivi hai!
Rispondi!! Ora!!
Che motivi tieni!!

(Come qualcuno che sta per annegare e trova l’ultima briciola di energia per mettere la testa fuori dall’acqua e respirare, Grande, riesce con l’esile residuo fiato che ha in corpo, a urlare…)

GRANDE Nessuno! ….Signore!
SORICE Esatto! Non c’hai nessun motivo per campare. E tu, con tutti i tuoi libri, non valete un cazzo! Perché nemmeno le tue carte ti hanno dato un motivo per cacciare fuori le palle e uscire di casa. Perché tutto quello che vedi, qua, e pure fuori…è mio! E lo prendo a gente come te.
(Con una spinta fa cadere Grande e poi si rivolge a Lisa)
Tu ce li hai i motivi per campare e per odiare!?
LISA Si. Ce li ho.
SORICE E ce li hai i motivi per ammazzare !?
(Lisa non risponde, abbassa il capo)
Ti dò una bella occasione…
(Le consegna la sua pistola. La donna tituba, prende l’arma e se la rigira fra le mani)
E allora…? Non rispondi? E’ la situazione che cercavi! Poi, dopo, puoi sempre dire che sono stato io, non è un problema…ma ora voglio capire se sei come lui e fai solo chiacchiere. La gente “di conseguenza”, se dice una cosa, la fa. Hai detto che deve morire? “Conservamelo”…eccolo qua. Te l’ho conservato. E’ tuo.
(Lisa sembra più inebetita che impaurita dalla scelta che le prospetta Sorice)
Se no, se erano solo parole, vi potete dare la mano. Siete due schiavi, e non mi rompete più le palle.
(La donna, lentamente, muove un paio di passi verso Grande. Sorice le si avvicina e le sussurra all’orecchio)
E’ vero…tu ce li hai i motivi…Lo vedi? E’ lui….
E’ quello che ti sputtana davanti ai tuoi figli perché non sei stata con lui…
E’ il padre dei tuoi figli che se ne è andato e ti ha lasciato in miseria…
E’ il tuo compagno che poteva aiutarti a risolvere i tuoi problemi e non l’ha voluto fare…

(Sorice si siede come a godersi lo spettacolo. Grande è in ginocchio, come prima di un’esecuzione. La dona, d’impeto, punta la pistola ed esplode un colpo…Il rumore sordo, ovattato dal silenziatore. Grande non si muove. La donna ha fallito la mira.)

SORICE Non fa niente…Ritenta e sarai più fortunata…

(La donna punta nuovamente l’arma. Grande le dà le spalle. Appare, incredibilmente, immobile, senza reazioni come se fosse, ormai, preda di un’assoluta rassegnazione. Lisa ha un attimo di smarrimento. Si rivolge a Sorice.)
LISA Si è inceppata…
(Sorice sbuffa e le fa cenno di ridargli l’arma. La controlla e gliela riconsegna…)


EPILOGO II

(Lisa osserva, ancora stranita, l’arma che Sorice le ha appena consegnato.
Il giovane è stravaccato sulla sedia, le gambe divaricate, un sorriso di sfida dipinto sul volto. Osserva compiaciuto.
La donna si rigira l’arma fra le mani, poi la punta alla nuca dell’uomo….
Sospensione…
Grande si volta verso di lei e si guardano…
Lisa, improvvisamente, impugna la pistola per la canna e con il calcio colpisce selvaggiamente Sorice sul capo per due volte, tramortendolo.
Grande si alza.
Lisa colpisce Sorice, ormai svenuto, una terza volta.


FINE I ATTO


II ATTO
( III Epilogo)


(Una lunga vetrata smerigliata, a due battenti, funge da divisorio tra uno spazio angusto, poco illuminato e invaso da libri, fogli e pagine, e un altro che si intuisce più ampio e profondo.
Dalla vetrata filtrano giochi di luce creati da una luce bianca, molto intensa.
Sorice, ancora svenuto, è costretto su una sedia a rotelle.
Le braccia sono assicurate con del nastro adesivo ai braccioli della sedia.
Anche i piedi sono legati nello stesso modo.
Lisa, accanto a lui, versa da un flacone alcune gocce in un bicchiere di carta colmo per metà . La donna esegue l’operazione con cura contando le gocce versate.
Ripone il flacone in tasca e poi, con estrema decisione, rovescia il capo dell’uomo all’indietro e gli fa ingurgitare il liquido.
Sorice sobbalza, tossisce.
Lisa, prontamente, gli sigilla la bocca con una striscia di nastro adesivo.
Gli si rivolge con voce suadente…)

LISA Non opporti alla Buona Novella. Oggi è il tuo Compleanno!
Era tutto scritto a pagina 621…
“ Egli ignorava perfino che quella nuova vita non gli veniva data così, gratuitamente…che avrebbe dovuto pagarla, e a caro prezzo…”

(Accenna ad una carezza sul viso dell’uomo e spalanca i battenti del divisorio che scivolano lentamente sui cardini senza rumore.
La luce bianca, senza più alcun ostacolo, irrompe e si fa profonda, impietosa, evidenziando un solo grande emiciclo ai lati del quale appaiono due alte scaffalature di legno cariche di libri.
A sinistra, in fondo, una lavagna.
Il pavimento è invaso da pagine di libri.
In fondo, a stagliarsi sulla parete bianca e spoglia dell’emiciclo, c’è Grande in piedi presso un leggio sul quale è aperto, come un Testo Sacro durante una liturgia, un libro.
La scabra teoria della parete è interrotta da una sorta di filo di ragnatela che pende dal soffitto e che termina in un piccolo schermo di cellophane, una busta che custodisce un oggetto, una “reliquia”, summa ed icona dell’intero ambiente e dello stesso Rito che, con solennità, Grande e Lisa si apprestano ad iniziare.
Grande legge ad alta voce….)

GRANDE “ Sonja aprì il libro e cercò il brano. Le tremavano le mani…”
(Come un Messia che abbia, finalmente, deciso di svelarsi davanti ad un immaginario Sinedrio e reputa superfluo proseguire nella lettura, in quanto Egli Stesso incarna il Verbo, Grande, chiude il libro, se ne allontana dirigendosi verso Lisa e, contemporaneamente, cita a memoria proseguendo il passo)
GRANDE “….le mancava la voce. Due volte cominciò ma non riuscì a spiccicare la prima sillaba…”
( Attratta come dalle note di un magico pifferaio, anche Lisa muove alcuni passi verso di lui proseguendo nella citazione, laddove, Grande, l’aveva interrotta…)
LISA “…Ora, vi era un certo Lazzaro di Betania, infermo…
GRANDE … – pronunciò alla fine con una sforzo. Lesse così fino al XIX versetto -…
LISA …e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria per consolarle del dolore per il loro fratello…
GRANDE …Marta dunque, come udì che Gesù veniva, gli andò incontro. Maria, invece, rimase a sedere in casa. Allora Marta disse a Gesù…”
(Grande e Lisa sono ormai vicini, l’uno di fronte all’altra. Si prendono per mano)
LISA “ Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto…”
(Avanzano verso Sorice e girandogli intorno, gli “soffiano” le parole sul viso)
GRANDE “ – A questo punto Sonja si fermò di nuovo presentendo con vergogna che di nuovo le sarebbe tremata la voce -
LISA …Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concederà…
GRANDE …E Gesù le disse: Tuo fratello resusciterà!
LISA …Marta rispose: Io so che tornerà a vivere nella Resurrezione, nell’ultimo giorno.”
(Grande torna a passi lenti e solenni al leggio e giunto in prossimità di questo, si ferma e alza le braccia al cielo..)
GRANDE “ E Gesù le disse:
“Io sono la Resurrezione e la Vita! Chi crede in me, quand’anche fosse morto, ritornerà in vita”
E levati gli occhi al Cielo, disse:
“ Padre, Ti ringrazio per avermi ascoltato”
E dopo aver detto ciò, chiamò a gran voce:
“ Lazzaro, vieni fuori!”
LISA E il morto uscì fuori.”
(Così dicendo, la donna, spinge Sorice verso la parete destra in modo da potergli rendere possibile la visione completa di quanto gli sta accadendo intorno.
Gli strappa con gesto secco e deciso il nastro dalle labbra.
Sorice urla dal dolore)

SORICE Che mi avete dato!? Lo sapete che siete già morti, si!?
GRANDE Fa male, lo so…Non m’aspettavo certo che mi ringraziassi ma non giudicare prima di aver visto. Ti aiuteremo e, anzi, ti annuncio che, mentre eri inconsapevole, abbiamo già iniziato..
(Volge lo sguardo verso Lisa che annuisce)
Il nostro “trattamento” darà i frutti sperati. Ora dobbiamo solo aspettare…
SORICE Io non parlo con un cadavere. Mi fa impressione. Sei morto e nessuno te l’ha detto. Chi siete!? Due pazzi della Chiesa!? Quelli che fanno il digiuno!?
LISA E come ti è venuta un’idea così curiosa..
SORICE Tu, sei più morta di lui!
…Avete parlato di Gesù…la Madonna…siete una specie di setta?

(Grande e Lisa ridono con aria benevola di compatimento)

LISA Ma no, Sorice…di quale setta vai parlando…
GRANDE Quella che hai sentito è la Resurrezione di Lazzaro, Giovanni, XI capitolo, inserita da Dostojevskij in “Delitto e Castigo”!
SORICE Un’altra volta sto Dosto…comecazzosichiamalui…Comunque, chi siete, siete, state rovinati. Voi non sapete che faccio e quello che sono capace di farvi fare..
GRANDE Vedi? Sei ingiusto. Perché tutta questa rabbia? Certo, ammetto che il metodo è stato discutibile ma sei un uomo intelligente e, secondo me, sei anche “di cuore”…
LISA Certo! Era molto affezionato al padre!
SORICE Stronza…
GRANDE …e allora hai tutte le capacità per capire che ti abbiamo dedicato la Bellezza sublime…
LISA La Resurrezione di Lazzaro era per te!
SORICE E sai quanto me ne può fottere!?
GRANDE E come lui, oggi, sarai liberato per essere elevato ad una condizione migliore.
SORICE (con sarcasmo) Nonostante tutto mi fate pena…Voi non sapete proprio niente..
LISA Di te? Di ciò che sei!? Ti sbagli. Ti conosciamo…
SORICE E quando mi avresti visto!?
LISA Ieri sera. Per la prima volta. Il nostro primo incontro!
Ma ti aspettavamo da tanto….
Mentre sparavi ero sul marciapiede di fronte…
Ti avevo notato mentre ti avvicinavi…
E, quando ti ho visto camminare diritto, deciso, senza guardarti attorno, ho pensato che, per avere quel passo o eri un Angelo della Vita o della Morte.
Poi ti sei allontanato, la gente urlava e fuggiva, ed io ho continuato a seguirti con lo sguardo e in quel preciso istante ho desiderato profondamente che tu fossi Nostro!
GRANDE Saresti potuto sparire in una qualsiasi delle tue periferie, e ti avremmo perduto.
LISA Ed invece….il Miracolo! Forse il tuo complice ha temuto di essere intercettato e si è dileguato prima del previsto…oppure non immaginavi che le volanti arrivassero così presto…! Povero pulcino smarrito! Hai imboccato questa strada mentre la polizia ormai cercava un fantasma…
“ Dio, fa che scelga il nostro palazzo!”
GRANDE E tu ci hai scelto…
SORICE Sono un cuofano di stronzate! E’ stato un caso. Potevo bussare qui, ma anche da un’altra parte.
LISA E’ vero. Però è Agosto. C’è poca gente e per il calcolo delle probabilità…
SORICE Del casino che vi siete messi non avete proprio idea…!
LISA Ti sbagli. Di parole, di libri e, soprattutto, di idee, ne abbiamo tante! Grandi e belle ma, da qualche tempo, erano rimaste in soffitta! Tu le hai spolverate, messe a nuovo, e ora sono pronte a ritornare reali..

(Sorice resta per qualche istante a guardarli in silenzio, deglutisce a fatica e sembra avere qualche difficoltà ad esprimersi. Grande e Lisa si scambiano un lungo sguardo)

SORICE Avete finito? Ora…liberatemi..
GRANDE Ma certo che sarai liberato! Dopo…
SORICE Ora vorresti farmi credere che hai organizzato tutto!? Ma se quando sono entrato te la sei fatta sotto…
GRANDE La telefonata di Mamma!
“ Si, Mamma…tutto bene…no, ora non posso..si, si..a dopo…”
Era Lisa. Il nostro segnale. La conferma che eri nostro ospite.
Certo, all’inizio, ci siamo un po’ preoccupati…Se qualcuno ti avesse visto, avremmo rischiato di essere disturbati…Ma tu ci hai subito tranquillizzato!
SORICE Ok. Mò che avete fatto “il gioco”, mi potete slegare..
LISA Sarà fatto ma…dopo.
(Sorice, a tratti, sembra smarrire il filo del discorso e la concentrazione)

SORICE Ma di quale cazzo di “dopo” parli!? Ora! Ed è meglio per voi. Io l’ho capito che siete due pazzi….e non è colpa vostra…ma avete esagerato, coglioni, perché appena sono entrato nel palazzo ho avvertito i compagni miei che stavo qua…
GRANDE (atterrito) Che stai dicendo!?
SORICE Quello che hai sentito…“dottor” Grande. Sei carne morta…
GRANDE E verranno qui!? In casa mia!?
SORICE E che ne sapevo che venivo in casa tua, stronzo! Sanno la strada…il numero del palazzo…E’ un brutto affare perché se domani non mi vedono tornare, qua vengono…E sapete quanto ci mettono a trovarmi? Niente. L’hai detto pure tu..è Agosto..ci state voi e altre due o tre famiglie…Siete bruciati.
GRANDE Lisa!? L’hai sentito!?
LISA Dio mio! Ha telefonato e non me ne sono accorta!!
SORICE Pensavate di fare i furbi…E due nullità come voi, si facevano a Sorice!? Liberatemi…le mani…
GRANDE Subito, Lisa!! Fallo subito!!
SORICE Mò hai capito…
(La donna si inginocchia davanti a Sorice)
LISA Perdonami, ti scongiuro!!
SORICE …fai presto…
LISA Si! Ma, dimmi…promettimi…che non mi farai del male!!
SORICE Slegami…mi manca l’aria…
LISA (a Grande) Non mi vuole perdonare!! E tutta colpa tua!!
(a Sorice) E’ stato lui! Prenditela con lui!
GRANDE Non è vero! Tu l’hai colpito!
LISA Il progetto era suo!
SORICE …Basta…
LISA Ma giura che non mi ammazzerai! Io ho due figli!
SORICE E ci pensi solo ora che tieni due figli!?
LISA …e poi, non sto bene…
(a Grande, con rabbia) E diglielo che non sto bene! Non rispondi!?
(a Sorice) Io…lo sai…te l’ho detto…non sono stata fortunata…e poi c’abbiamo molte cose in comune…ci hanno fatto del male a tutti e due…ma io sono rimasta debole…mentre tu sei diventato forte…Molto più forte di me! Comprendimi! Ti prego!
SORICE Poi vediamo…
LISA Prometti che non mi farai del male…
SORICE Tu pensa a fare quello che devi fare..
LISA Giuralo!
SORICE (esasperato) Fa’ ampressa!

(Con la stessa frenesia con la quale ha cercato di perorare con Sorice la propria causa, Lisa, si sposta dietro alla sedia dell’uomo)

LISA Hai promesso…si…ti libero…non so cosa m’abbia preso!
SORICE Cosa pensavate di fare!? Mò ve lo faccio scontare io…
LISA Hai giurato! Ricordatelo!
SORICE …A quello, soprattutto, gli devo “dire” un paio di cose…
LISA Fai bene…è stata tutta colpa sua…
SORICE Hai finito!? E quanto ci vuole!!
(Lisa, armeggiando, fa capolino )
LISA Un attimo solo…ecco…quasi fatto…ma prima devo dirti una cosa…
SORICE E dilla sta maledetta cosa!!
LISA Non t’arrabbi? Sicuro?
SORICE No!!
LISA Non è una cosa brutta…anzi…Sai cosa penso di te?
(Si alza, ora lo sovrasta alle spalle)
Che sei come Pinocchio! Un Gran Bugiardone!!
(Ridendo gli stringe le guance con due pizzicotti. Anche Grande ride. Sorice, è confuso ed esterrefatto. Lisa, come una bambina, gli gira intorno cantilenando…)
Non hai chiamato nessuno…non hai chiamato nessuno…Non hai chiamato nessuno….
(Grande accompagna la cantilena infantile di Lisa battendo ritmicamente le mani)

SORICE Lascia che mi libero e ti faccio fare una brutta morte…
GRANDE Lo vedi che nemmeno ti ricordi!? Io ti ho chiesto di chiamare i tuoi compagni e tu hai risposto…
LISA (rifacendo il verso a Sorice) “ Io non chiamo nessuno! A quest’ora staranno controllando tutti i cellulari della zona!”
(Grande, molto divertito, l’applaude)
GRANDE Brava! Una memoria prodigiosa! E poi…la voce! Identica!

(Lisa, con un leggiadro inchino, ringrazia come se si trovasse davanti ad un pubblico)

SORICE Prima! Ho chiamato…prima di salire!
LISA Davvero!? Non mi dire! Ma se sono stata proprio io a seguirti…
SORICE Nell’androne del palazzo! …Appena sono entrato!
GRANDE Ma lì non c’è campo, lo sappiamo…
LISA A voler essere precisi: hai preso il cellulare, hai provato a telefonare ma…non hai parlato…
GRANDE E nemmeno per le scale c’è campo…
(In Sorice cresce un senso di malessere, di spaesamento e di agitazione)
SORICE Aspettate!….Mi ricordo!…Ho chiamato prima di entrare nell’androne…sicuro!

(Lisa sospira con aria di dolce sopportazione. Trae dalla tasca del suo vestito il cellulare di Sorice, lo accende, controlla…)

LISA Ma perché devi dire tutte queste bugie proprio non lo so…Lo sai che non ci fai una bella figura e che ti viene il naso lungo? Vediamo…ecco…ultima telefonata: Zero minuti, zero secondi…
Penultima telefonata: un’ora prima di farci visita…
(Spegne il cellulare. Lo rimette in tasca)
GRANDE Ahi ahi…Lisa, questo non è elegante…Già immagino che il nostro ospite si sia alquanto offeso per i colpi un po’ duri…ma ora gli controlli addirittura il cellulare…!
SORICE (sfinito) Io non ho capito che volete da me…e chi siete…
GRANDE Come!? Non te l’abbiamo detto!? Siamo due…come tanti…
LISA Ho studiato, mi sono impegnata, avevo tante speranze! La vita mi ha sconfitto, mi ha compresso fino a diventare…piatta. Ma io non ero così. Avevo tanti sogni! Pensavo di non avere più nessuna prospettiva…nessun ideale in cui credere…e poi ho incontrato Attilio…
GRANDE Siamo gentili, cortesi, un po’ timidi…Quando desideriamo qualcosa diciamo sempre: “per piacere” “si figuri”…Non siamo abituati a dire tutto ciò che pensiamo perché, alcune cose, potrebbero essere sconvenienti. Si dice che la verità sia una virtù ma, quando è “troppa” diventa cafona, arrogante….Noi preferiamo il silenzio, abbassare lo sguardo, ed andare via. Tu non ci vedi e non ci conosci perché, sulla vita di “fuori”, strisciamo. Ci nascondiamo e diamo spazio a te che stai sulla scena con la violenza e con l’ignoranza..
LISA A volte, è vero, ci umilii….altre volte ci minacci, o ci deridi..
GRANDE Ma, nonostante tutto questo, ti vogliamo bene! Sei come un figlio che fa cose discutibili e che va corretto…
LISA E noi sappiamo come…
GRANDE La Cultura ci salverà! I libri non saranno più, solo, pezzi di carta perché le pagine schizzeranno dalle rilegature e si sparpaglieranno per diventare pietre!

(Lo stato confusionale di Sorice pare accentuarsi. L’uomo inizia a fare dei grandi sforzi per essere presente a se stesso e per non accasciarsi sulla sedia. Anche le parole cominciano ad essere pronunciate con difficoltà)

SORICE Non ho capito una parola…ma ti voglio dire…se pensi di farmi paura…
(Sta per perdere i sensi. Lisa lo strattona vigorosamente)
GRANDE Sorice! Non è ancora il momento!
(L’uomo, a fatica, si scuote)
SORICE ….la vita mia…quella degli altri…la morte mia, la tua…non fanno né caldo….
GRANDE Lo so. Sei pronto a tutto. Ma non vogliamo farti paura. Il nostro scopo è che tu ti penta…
SORICE …E hai voglia di aspettare…

(Grande gli si avvicina, e si piega sulle ginocchia per poterlo guardare bene in viso. Sorice, a tratti, crolla il capo…)

GRANDE Sveglia! Abbiamo tutto il tempo…Ora faremo due chiacchiere. Lisa, a te…

(La donna sarà inespressiva, come un automa al quale sia stata programmata ogni parola)

LISA Tu sei mio fratello.
Quelli come te sono nostri fratelli.
Nessun odio ma solo amore.
E, con amore, ti diciamo che tu…popolino…plebe…
sei cialtrona e schiava delle più basse passioni.
Sei rumorosa ed arrogante
e ci fai vergogna quando esci dalla nostra terra.
(Sorice a tratti non segue, dondola il capo. Grande gli blocca la testa costringendolo a guardare la donna)
Non hai mai letto un libro
E, se l’hai fatto, non l’hai capito
perché le tue necessità sono solo corporee…
Disprezzi la Cultura e l’Arte perché ignori la Bellezza.
Per secoli, come un animale, sei stata selvaggia e, tutto sommato, innocente..
ma oggi ti spingi “oltre”…
invadi le strade…
fai affari…
spacci…
uccidi…
avveleni la terra…
Oggi sei Potere.
Oggi puoi…
Oggi devi
chiedere Perdono.
SORICE Hai finito? Mi state processando…Io parlo solo per me….voi solo se mi vedete, scappate….ed è questa l’unica sentenza…

(Lisa, come colta da un improvviso impeto di tenerezza, accarezza il volto dell’uomo che cerca di sottrarsi..)

LISA Tesoro mio, perché pensi di essere stato tu a cercare l’amore quando, da tempo, era proprio il nostro amore che ti cercava?
SORICE Ma chi ti ha mai…visto!?
LISA Non vedevi me. Vedevi quelli come me…
GRANDE …che si voltavano dall’altra parte e si facevano i fatti propri, che ti insultavano e ti maledivano ma solo col pensiero. Siamo quelli “eterni” che non potrai mai sconfiggere.
E, come dice Porfirij Petrovic a pagina 380, sei stato “Una farfalla intorno ad una candela”
LISA E sei qui, nella nostra riserva di caccia…
GRANDE “ Io lascio un tale completamente solo – riprese a dire Porfirij – Ma ogni ora, ogni minuto egli deve sapere, o per lo meno sospettare, che io so tutto, tutto per filo e per segno, che lo spio giorno e notte, che lo sorveglio incessantemente e deve trovarsi continuamente in uno stato di sospetto e di paura finchè, parola d’onore, alla fine perderà la testa e si presenterà lui stesso”
LISA “ Io – disse Raskolnikov - quella maledetta vecchia, l’usuraia, l’ucciderei e la deruberei e, te l’assicuro, senza il minimo rimorso. Non credi che un piccolo delitto sarebbe compensato, in questo modo, da migliaia di buone azioni?”

(Sorice è scosso da una risata nervosa)

SORICE E voi…avreste le palle…per farmi fuori!? Io non ci credo…

(Grande e Lisa, in una sorta di drammatizzazione, occupano la spazio centrale dell’emiciclo. Lisa, con tono sottilmente inquisitorio e mellifluo, prende a girare attorno a Grande che è perfettamente immobile. Sorice farfuglia qualcosa di incomprensibile)

LISA “ Nel suo articolo – rispose Porfirij – gli uomini si dividono in “ordinari” e “straordinari”. Quelli ordinari devono vivere nell’obbedienza e non hanno diritto di violare la legge..Quelli straordinari, invece, hanno diritto di compiere delitti di ogni specie e di violare in tutti i modi la legge, per il semplice fatto di essere…“straordinari”…”
GRANDE “ Io – prese a dire Raskolnikov in tono semplice e modesto – ho semplicemente formulato l’ipotesi che un uomo straordinario abbia il diritto di permettere alla propria coscienza di scavalcare certi ostacoli…I legislatori e i fondatori della società umana, a partire dai più antichi, sino ai vari Licurgo, Maometto, Napoleone…tutti, sino all’ultimo, sono stati dei delinquenti già per il semplice fatto che, ponendo una nuova legge, per ciò stesso, infrangevano la legge antica…Né si fermarono dinanzi al sangue. Vale anzi la pena di osservare che la maggior parte di questi benefattori furono dei terribili spargitori di sangue…”
(Grande scuote con violenza Sorice e gli urla in viso)
“ Insomma – continuò Raskolnikov – tutti gli uomini che sono capaci di dire qualcosa di nuovo devono, immancabilmente, per la loro stessa natura, essere dei criminali!”

(Sorice, pur se in maniera confusionaria e goffa cerca di liberarsi o, quanto meno, di reagire scuotendosi)

SORICE E tu saresti quello “straordinario”!? Fammi togliere da qua, e poi vediamo…E poi…prima parlavi della religione…di Gesù…
GRANDE Non io, Dostojevskij. Io parlavo di liberazione..
SORICE …e alla fine me faie concorrenza!?
LISA Ma no! C’è un grosso equivoco! Noi non faremmo mai le stesse cose che fai tu!
SORICE …e ricordatevi che il lupo sono io…vuie site piecure…
GRANDE “ Adesso so – riprese a dire Raskolnikov – che chi è più forte di mente e di spirito, domina il mondo! A chi osa molto, si dà sempre ragione. Chi è capace di sputare sulle cose grandi, diventa il loro legislatore e chi osa più di tutti, più di tutti ha ragione!”

(Per qualche istante Sorice pare non reagire più, come se avesse perso i sensi o fosse in deliquio. Lisa gli si accosta per controllare, l’uomo si scuote. La donna guarda Grande che fa cenno di no con il capo)

GRANDE Io ti capisco..Tutto ti pare incomprensibile…ma in realtà ogni cosa è precisa…matematica..
(Si dirige verso la lavagna e con un gesso inizia a scrivere un numero)
Lo Zero! Questo è l’esito a cui tendiamo. Il pareggio. Il risultato neutro che annulli gli elementi negativi…
(Sorice osserva con aria stolida. Lisa scuote il capo. Grande sospira come colui che si aspettava che l’impresa alla quale ha deciso di dedicarsi fosse ardua)
Roma non fu fatta in un giorno….Cara Lisa, dimostriamo…
(Di pari passo con la propria spiegazione, Grande, scriverà dei numeri sulla lavagna. Sorice ridacchia, si agita, crolla il capo, farfuglia..)

SORICE Due per uno…due…Per tre…Per…

(Grande fa un cenno a Lisa che con forza tiene il capo dell’uomo obbligandolo a guardare verso la lavagna)

GRANDE Sorice! Seguimi!
Se tu sei, costituzionalmente, un Meno Uno e, cioè, negativo, per la società…e se sei un altro Meno Uno poiché nocivo per te stesso…
Il risultato sarà Meno Due…
Il nostro problema è farti recuperare quel Meno Due, rendendolo Zero…
Ora, poniamo che tu abbia commesso un certo numero di crimini e delitti equivalenti ad un numero fisso che denomineremo…Meno Dieci….
Sommando il tutto, oggi, tu equivali a Meno Dodici…

(Si ferma con aria gravemente consapevole)

Noi sappiamo che dentro di te, da qualche parte, c’è una creatura pensante…una creatura di Dio..che freme per essere neutralizzata. Ma è necessario un evento che ti riscatti…un Grande Evento di Liberazione…
SORICE E…che significa…
LISA Vedi…se tu fossi stato fermato in un conflitto a fuoco, o per mano dei tuoi stessi compari, a neutralizzarti sarebbe stata solo una circostanza..
GRANDE Ci vuole molto di più…
SORICE (ride) Che imbecille! La possibilità l’hai avuta…Tenevi la pistola e non hai sparato…
GRANDE Anche quella era solo una circostanza e non sarebbe bastata. Noi avevamo bisogno di conoscerti meglio, di scendere nel tuo abisso e, poi, mentri eri sull’orlo del baratro di un altro delitto, salvarti e, attraverso l’Arte, liberarti da te stesso. Vogliamo solo il tuo Pentimento…
SORICE (c.s.) Se no, che fai? Poi mi spari?
GRANDE Ancora non comprendi…E’ tutto matematico! Se a fermarti fosse stata una circostanza qualsiasi, irrilevante…avresti guadagnato solo un Più Uno! Troppo poco! Saresti rimasto sempre un Meno 11!
Ma noi, uomini di Cultura, uomini Straordinari, fermandoti…già da soli…valiamo un Più Dieci!
Resta un Meno Due….che sarà azzerato dal tuo Pentimento e dalla tua Liberazione….
SORICE (ride, farfuglia) Io…meno due…e tu…un ventinove…Un ventinove pieno d’acqua….

(Come in una sorta di sarabanda, senza più alcun freno l’uomo, ripete una filastrocca senza senso ridendo e biascicando parole. Grande scambia uno sguardo d’intesa con Lisa e si allontana. Immediatamente la luce isola Sorice. Tutto il resto piomba nell’oscurità più completa)


SORICE Uno! L’Italia!
55! La ….moseca…
Aprite! Polizia! Pum Pum!
C’è qualcuno?
Uno! L’Italia!
Ho capito chi sei…..
…quella che si arrapa….
78! La…zoccola…
Tombola…ambo sulla ruota…..
17! Morto che…parla…
Patemo….piezz’ ‘e strunz…
DONNA (solo voce) Fa friddo, nennì…e comme fa friddo..

(Sorice tace, si fa attento e scorge davanti a sé, una sagoma scura inginocchiata. Il tono della donna è dolente ed affettuoso)

DONNA Chella macchia, ‘asott’ ‘o suppigno, spanneva acqua…
SORICE Comm’ è possibile…sì proprio tu!?
DONNA …se nfunnevano ‘e veste, ‘e capille…m’addenucchiavo pe’ mmiez’ ‘a lota…
SORICE Ma tu sì morta..’a tant’anne!
DONNA …nun vuleva sentì raggiona, nennì! Nunn’ ‘e vulette sentere…Vuleva ‘a casa!
SORICE Omm’ ‘e merda…!
DONNA …Ie nce vasavo ‘e mmane…chiagnevo! C’ato po’ ffà na povera vecchia!? Ma nun jastemmavo. ‘A Nonna toja nun cercava vennetta…
SORICE E ie, si!
DONNA …se sape, ‘a quanno munno è munno, c’ ‘o sazio nun crere a ‘o diuno…
SORICE Chest’era na vota…‘O ssaje comm’è fernuta ‘a storia…
DONNA Nennì, è nu zarro gruosso! Te sì sbagliato e manco ‘o ssaje…
SORICE Ie!? Ma che vaie dicenno!?
DONNA ‘A macchia votta sempe acqua e, pe’ via toja, ‘mmanco m’appacio..…‘E bbeco! ‘E tengo attuorno! Songh’ ‘e cape ‘e muorte c’accidiste tu!
SORICE ‘E muorte nun fanno paura..
DONNA …e lloro nun alluccheno, nun te jastemmano e pregano a Ddio ca te desse pace! Pecchè ll’he faje pena e sì cchiù muorto ‘e lloro! Pecchè nun te sì addunato ca, ‘a fora ‘a chella lota schifosa, nun sì maje asciuto…
SORICE Nunn’è ‘o vero!
DONNA Tu staie ccà! Sì sempe restato ccà! Cu pateto, cu ‘e frate toje, e cu mme…
SORICE Ie so’ addiventato ‘o meglio!
DONNA Sanghe e zuzzimma se song’ammescate e, mò, ‘e tenimmo ‘ncuorpo! Tutto c’ha abbelenato…pure ‘o passato! Nun te lusingà, nun sì ‘o meglio! Si’ surtanto malandrino, nfernuso e uccisore!

(Sorice crolla il capo)

Si fusse ‘o meglio, ‘o veramente, nun stisse sbarianno a parlà cu na morta…sì fusse ‘o meglio, mò, nun te pijasse scuorno e appucundria…Pure tu tiene ‘o sanghe fraceto e te sì abbelenato presente e futuro!
Pientete! Cerche scusa! Pientete pe’ chello ca faciste e chello ca penzaste! Ie te vaso ‘e mmane, no pe’ respietto, né pe’ devuzione, ma, comme tant’anne fa, facette a n’atu nfame tale e quale a te…Te vaso ‘e mmane, ca ce dettero ‘o bbeleno! Pientete!
SORICE (con un filo di voce) Pientete…

(L’uomo, al culmine del suo stato confusionale, perde transitoriamente i sensi. La luce si riaccende e scopre che la donna inginocchiata presso di lui altri non era se non Lisa che, ora, si rialza)

GRANDE La dose era giusta?
LISA Come al solito: trenta gocce di Tavor in mezzo whisky. Non ha mai fallito.
GRANDE Ti fa paura? Immagina se riuscisse a liberarsi…Tutto il nostro potere sta in quel nastro che lo tiene…
LISA …e nella velocità! Nella sorpresa! In ogni cosa che sappiamo e che lui ignora! E anche nel Tavor e nel whisky…No, non mi fa paura.
GRANDE Sveglialo. E’ pronto.

(Grande passa a Lisa un flacone e la donna ne fa annusare il contenuto a Sorice che, pur riprendendo lentamente i sensi, è ancora in un evidente stato confusionale)

SORICE Pientete….Io…dove…

(Si rende conto di essere ancora immobilizzato. Stavolta non c’è più traccia di alcuna sicurezza)

SORICE Sciugliteme! Che gghiate truvanno!?
LISA Il tuo Pentimento.
SORICE Bbuono! Sono pentito, sì cuntento!? Liberatemi!
GRANDE “ Dove ho mai letto – pensò Raskolnikov proseguendo il cammino – dove posso aver mai letto di quel condannato a morte che, un’ora prima dell’esecuzione, dice o pensa che, se potesse vivere in cima a uno scoglio, su una piattaforma così stretta da poterci tenere soltanto i due piedi, per tutta la vita, per mille anni, per l’eternità, ebbene, preferirebbe vivere così piuttosto che morire in quell’istante? Pur di vivere, vivere, vivere! Vivere in qualunque modo ma vivere! Che verità, Signore Iddio, che verità! L’uomo è un vigliacco!”
SORICE Cos’altro vuoi da me!? Ti ho detto che mi pento!
LISA “ Raskolnikov s’era rovinato per sempre, in una maniera così cieca, una maniera ottusa e stupida, per una strana, insensata, condanna della sorte e ora doveva rassegnarsi e sottomettersi all’assurdità di quella condanna, se voleva trovare un po’ di pace..”

(Grande e Lisa si avvicinano all’uomo che è sempre più spaesato e, sempre citando a memoria, gli girano attorno, gli sussurrano all’orecchio..)

SORICE Non capisco…non vi capisco…me ne voglio andare..
LISA “ L’esistenza pura e semplice non gli era bastata; aveva sempre voluto qualcosa di più…Ma egli non si era pentito del suo delitto…”
SORICE (con rabbia, urlando) Lo vuoi sentire!? Sì surdo!? Mi sono pentito!
GRANDE “ Andava meditando che il suo delitto, per lui, consisteva unicamente nel fatto di non aver saputo reggerne il peso e quindi di essersi costituito e di avere confessato..”
SORICE Io non so che cazzo succede…ma nun me piace stu fatto…

(Grande e Lisa si fermano a fissarlo, immobili. Il loro atteggiamento e lo stesso ambiente che lo circonda, del quale Sorice coglie ormai appieno lo spirito malato, induce l’uomo ad abbandonare ogni residua aggressività)

SORICE E parlate! Chi siete!?
(a Lisa) Tu sei veramente quello che hai detto!? O era un’altra presa per il culo!?
LISA E’ tutto vero. Ma oltre ad essere fratelli…
GRANDE …e come fratello, ti amiamo…
LISA Non abbiamo niente altro in comune…
GRANDE Un padre non può essere amico dei figli e un maestro resta sempre tale per l’allievo, e non si confonde con lui…
SORICE Era un agguato!? A chi appartenete!?
GRANDE E’ la seconda volta che ce lo chiedi. Perché pensi che dovremmo appartenere a qualcuno!?
LISA Noi agiamo solo per il Bene e per Insegnarti qualcosa…
GRANDE Ed il termine “agguato”, francamente, mi offende…Noi vogliamo solo liberarti…
SORICE E allora facciamo così: ci metto anche io una pietra sopra…Me ne vado subito, va bene? Ora…e non m’importa manco se mi pigliano…Mi scordo come vi chiamate e pure l’indirizzo…
GRANDE Dimmi, mia cara, pensi davvero, oltre ogni ragionevole dubbio, che Sorice, proprio come il buon Raskolnikov dell’Immortale Dostojevskij, sia pentito e prossimo alla Liberazione?
LISA Penso di si e poi…mi fa tanta tenerezza…
GRANDE Ahi ahi Lisa Lisa…i tuoi sentimenti, come ti ho insegnato, sono del tutto irrilevanti…La tenerezza è avversaria della consapevolezza. Sei ansiosa di giungere alla sua Liberazione, ammettilo…
LISA Si…ma credo che sia pronto…
SORICE E’ vero! Sono pronto!

(Grande non ribatte subito ma, meditabondo, misura a passi lenti lo spazio, si ferma e si rivolge a Sorice)

GRANDE Allora, fai molta attenzione e convincimi…
A pagina 620 c’è scritto…
“ Raskolnikov, sdraiato sul tavolaccio pensava: che importanza avevano ora tutte le pene passate? ….Sotto il suo guanciale c’era il Vangelo. Lo prese macchinalmente. Quel libro apparteneva a Sonya era lo stesso dal quale lei aveva letto i versetti sulla Resurrezione di Lazzaro..”
E, quindi, ti chiedo e rifletti bene sulla risposta che mi darai: Sorice, ti senti Risorto come Lazzaro?
SORICE Non capisco tutto quello che dici…’O vuò capì ca nun te capisco!?
GRANDE E’ generico, amico mio. Non ho ancora sentito una sola parola di pentimento e di compassione per l’uomo che hai ucciso ieri sera…
SORICE E pure se mi pento, secondo te, quello torna a campare!?
(con rabbia) Lasciami andare! Come te lo devo dire!? Non voglio morire come uno stronzo! Non adesso!

(Grande, rivolgendosi a Lisa, spalanca le braccia con l’aria di chi è costretto a prendere atto di una realtà oggettiva e non modificabile)

GRANDE Visto…? Non è consapevole…
LISA Ha paura…
GRANDE E sia, ma la sua espressione è, quanto meno, impropria!
“ Morire come uno stronzo..”
Una figura retorica alla quale ribatto con una domanda…
Che differenza c’è fra morire come uno stronzo e morire come una persona intelligente?
Come muore una persona intelligente?
In un conflitto a fuoco?
Per una rapina?
In un agguato fallito?
Mi dispiace…non è pronto…
SORICE E comme t’avesse risponnere!? Lo vuoi capire o no che sono pronto!? Te l’ha detto pure lei!
LISA Non mente. E’ spaventato, è vero, ma chi non lo sarebbe? Non ha le sue armi…non è fra i suoi compari…non si trova nelle sue strade che conosce bene e che gli fanno da coperta d’inverno e da ombrellone in Estate…Tu sai più di me e per quello che oggi sono, per le mie idee, e per questa nostra grande missione….devo tutto a te ma…è pronto per essere liberato, io lo sento…
GRANDE Ti vuoi convincere che sia pronto…
LISA Non lo nego…Liberare un essere dall’errore, dà sempre gioia ma, ora, è sincero…Lo capisco dal suo accento. E’ un uomo nuovo!
SORICE Stai a sentirla…dalle retta!
LISA “ Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto”
E il Signore è sempre stato fra noi e, fin dall’inizio, ha chiesto la sua Liberazione…Lo vedo nei suoi occhi, sul viso! Lo sento nelle sue stesse parole…
“ E Gesù le disse: tuo fratello resusciterà!”
E’ dolcissimo il Pentimento che gli si prepara…Basta un solo istante per avvertirlo e rimanere, subito dopo, senza fiato…
“Padre, ti ringrazio per avermi ascoltato! E dopo aver detto ciò, chiamò a gran voce: Lazzaro, vieni fuori!”
Ed uscendo dal sepolcro lo guideremo verso la Vita Nuova e verso la Redenzione…Oltre il sangue versato ed il dolore provocato…
Sarai libero da ogni peccato.

(Così dicendo trae dalla propria tasca il cellulare, la pistola, un portamonete e un portafogli, tutti di Sorice che nel vedere questa scena si rincuora. La donna pone questi oggetti per terra davanti a lui)

SORICE E meno male! Vi siete decisi!? Questa notte non me la scordo più…

(Lisa resta a fissarlo per qualche istante)

LISA Procediamo alla Liberazione…
GRANDE E sia così…ma, immagino, che tu abbia un paio di domande…qualche curiosità da soddisfare…Ti sei chiesto chi sia, davvero, il tuo ospite? Il mio nome è “ Attilio…Grande”. Sono gli scherzi che fanno i genitori: ti chiami “Grande” e per tutta la vita ti raccomandano di essere “Piccolo” e cieco. Più ti fai piccolo e più passi inosservato e meno dai fastidio. Più sei cieco e meno ti fai male e…meno dai fastidio…Uno come me nasce solo per dare fastidio al proprio stomaco…l’ulcera, le frustrazioni…E’ tutto vero: non mi sono sposato, non ho avuto figli, per trent’anni ho lavorato in un’assicurazione, ho risparmiato fino all’osso…Non si vive leggendo i libri ma, certe volte, si Vive come nei libri. Io l’ho fatto e lo metto in pratica. E allora, succede, che non sei più piccolo e ci vedi benissimo! Vedi, anche in lontananza, tutto ciò che gli altri nemmeno s’immaginano…
L’importante è non deviare, non inventare ma solo applicare…
Cosa possiamo aggiungere, io e te, a quello che hanno scritto Shakespeare, Manzoni o Kafka!? Niente! E’ tutto già perfetto nello stile e nel contenuto! E’ la Mappa da seguire! Il perché e il per come.
Se non puoi essere così grande, finisce che lecchi la grandezza degli altri e non è un male perché può succedere che un po’ te ne resti attaccata alla lingua. E questa sensazione ti basta per cercare di dare un senso a tutti i giorni, a tutte le notti e a tutta l’esistenza…Ma per trovarlo veramente quel significato, è necessaria una pagina…una sola pagina…
“ …che ha le risposte per tutte le domande…”
SORICE Nun ce ‘a faccio cchiù…fai presto…

(Grande si volta a guardare il filo attaccato al soffitto che termina in una busta di cellophane. Anche l’attenzione di Sorice è, a questo punto, attratta da quell’oggetto sospeso)

SORICE E’ quella?
GRANDE Vuoi sentirla?
LISA La deve sentire…
SORICE Eh si, a questo punto…anche per curiosità…è sempre di quello…?
GRANDE Dostojevskij…

(Stacca la busta dal filo. Ne estrae un foglio, consegna la busta a Lisa. Il ritrovato sollievo induce Sorice, considerate le circostanze, ad un’allegria scherzosa, anche eccessiva)

SORICE E che cos’è? Un quiz !? Voglio la busta numero 1!
GRANDE Infatti è una domanda alla quale, ormai, sei in grado di dare una risposta…
SORICE E si vince qualcosa? Ma non me la potete fare dopo che mi avete liberato?
LISA E’ solo un momento…
SORICE Ho capito…Ci tenete alla forma…e va bene…
GRANDE Pagina 123. Da “Memorie dal sottosuolo”…
(leggendo) “ E infatti ecco che ora mi faccio una domanda oziosa. Cos’è meglio…una felicità a buon mercato o sofferenze che innalzano?”
E allora, Sorice, cos’è preferibile? Una felicità inconsapevole, o una purificazione?
SORICE Bella sta cosa…poi me la voglio segnare…Però pure tu dici le cose sbagliate….mi hai detto che era una risposta e invece è un’altra domanda…
GRANDE E’ vero. Ha un punto interrogativo ma può suggerire tutte le risposte perché si adatta ad ogni domanda. Allora, amico mio, prova a fare una domanda…
SORICE Vulite pazzià ancora? E’ un gioco? Io non ci ho mai capito niente di queste cose…
LISA Quale domanda ti viene in mente? La prima…dilla…
SORICE Non lo so…forse…Perché stanotte, ad un certo punto, mi è sembrato di vedere mia nonna?
GRANDE Secondo te la ragione di questa tua visione, e della sua venuta, sta nella gioia o nella sofferenza?
SORICE Ma che ne saccio…ie sto male…
GRANDE Non è difficile, hai visto? Continua…Chiedi perché la tua vita è andata così…Te lo chiedi?

(Sorice fa stancamente di“si” con la testa)

GRANDE Ti ha guidato nel tuo cammino la felicità o il dolore?
SORICE E chi ‘a sape ‘a felicità! Chi l’ha maje vista.
’A peccerillo, forse, era nu pallone..jucanno scaveze.
Era ‘a vespa.! Ma chi ‘e teneva e sorde pe’ se l’accattà !? E fuie tanno c’abbiaie a penzà ca me putevo fottere chella ‘e ll’ate…
A felicità nunn’era nemmanco Natale. Troppo friddo..e po’ te pigliava ‘a freva guardanno ‘e vetrine: uocchie chine e mano vacante. “ Gesù nascette sulo pe’ ‘e ricche?”, chesto penzavo.
‘A felicità fuie quanno m’addunaie ca me veneva tuosto e putevo jì cu ‘e puttane. Ce jette. Ma chella “felicità” durava poco..
‘O ssaje? Forse ‘a felicità era proprio nu tuffo a mare quanno partevano gli aliscafe!
Era scassà ‘e ppalle a ‘e signore ca ce guardavano schifate!
E’ chesta ‘a felicità c’aggio cunusciuto….
….scassà ‘e ppalle!
GRANDE E perché non sei riuscito ad uscire dal dolore? Cosa te l’ha impedito? Cosa cercavi? Il piacere o il tormento?
SORICE Che strunzata…Il piacere……io quello voglio…
GRANDE E agli altri auguravi gioia o angoscia?
LISA E nei tuoi giorni, nelle tue notti, c’era la gioia o la pena?
GRANDE E quando uccidevi…c’era felicità o sofferenza?
SORICE Basta! Nun sto capenno niente! Non lo so quello che sentivo prima…non me lo ricordo…e forse anche adesso sto piglianno pe’ culo a voi e pure a me…magari domani mi sveglio e non è cambiato niente e terrò solo mal di testa e niente più…non lo so quello che penserò dopo stanotte…
GRANDE Cosa ci vuole per crescere? Il piacere o l’angoscia?
SORICE (con rabbia) Me staie ammurbanno! ‘O capisce!?
GRANDE E per tutto quello che hai fatto e che hai pensato di fare, cosa meriti? La gioia, o il tormento?

(Sorice non risponde. Lisa in tono suadente)

LISA Su, tesoro…rispondi…altrimenti non potremo liberarti.
Meriti la gioia o il tormento?
SORICE Che cazzo volete che rispondo!? Qual è la risposta giusta!?
GRANDE Non c’è una risposta “giusta”. C’è la tua risposta.
Cosa meriti?
Gioia, per il bene che hai fatto?
O il tormento per il dolore che hai provocato?
…Allora…!?

(Sorice si agita sulla sedia con rabbia crescente)

SORICE Vi pare che l’ho fatta “buona” a qualcuno!?
Cosa merito secondo voi!?
Volete che vi dico che merito il tormento!?
Siete contenti se lo dico!?
E allora…lo merito!
LISA Ed era questa la risposta più importante. L’hai trovata da solo e la sentenza è tua...
SORICE Mò, scioglietemi e me ne vado.
GRANDE E allora…Avevo ragione o no quando ti dicevo che questa pagina ti avrebbe reso ricco ?
(a Lisa) Ora è pronto.

(Grande e Lisa vanno l’uno incontro all’altra. Si prendono per mano, si distaccano. Sorice è ironico)

SORICE Fatevi sto balletto e po’ ognuno p’ ‘a strada soia…
GRANDE Apri la tua mente Sorice! Spalanca il tuo cuore davanti alle parole del Genio! Sono le parole di pagina 73. Le più importanti della tua vita…
LISA “ Senti – aveva aggiunto Raskolnikov infervorandosi sempre più – non credi che un piccolo delitto sarebbe compensato, in questo modo, da migliaia di buone azioni?
GRANDE Per una sola vita migliaia di vite salvate dal marciume e dalla rovina. Una sola morte e cento vite in cambio…”

(Lisa abbandona Grande e torna dietro la sedia di Sorice)

GRANDE Non sei il primo, e non sarai l’ultimo nella nostra riserva di caccia perché c’è molto ancora da spiegare, molto da insegnare…
SORICE (trasale) Ch’ he ditto!? L’avete fatto altre volte!?
GRANDE Nel grande libro che stanotte hai conosciuto c’era il senso stesso della tua vita che ti sfuggiva…
SORICE Rispondi! Non sono il primo!?
GRANDE “Delitto e Castigo”: la tua vita, la nostra, e il Finale…
SORICE Che significa!? Che staie dicenno!?
LISA “ Che cosa conta sulla bilancia collettiva questa vita stupida e malvagia?
GRANDE “ Non più della vita di un pidocchio…di uno scarafaggio” Stabilite queste premesse aveva deciso che il suo, non era un delitto…”
Pagina 468! Si esegua la Sentenza di Liberazione!

( Con mossa repentina ed imprevista, Lisa, cala la busta sulla testa di Sorice e gliela imprigiona. L’uomo, sorpreso, urla qualcosa, si dibatte disperatamente ma la donna, con forza impietosa gli stringe la busta attorno al collo tanto da impedirgli di respirare e, contemporaneamente, febbrile, come un automa impazzito, cita la stessa frase più volte)

LISA “Io ho semplicemente ucciso un pidocchio. Un pidocchio inutile, sudicio, dannoso.”

(Anche Grande, come in un contro canto, si interseca e si sovrappone alle parole di Lisa. Sorice si dibatte ma con sempre minore forza)

GRANDE “ …E infatti ecco che ora mi faccio una domanda…”
LISA “ …Io ho semplicemente ucciso un pidocchio…”
GRANDE “ …Cos’è meglio? Una felicità a buon mercato o sofferenze che innalzano?”
LISA “…un pidocchio inutile, sudicio, dannoso…”

(Sorice dopo l’ultimo disperato tentativo di sottrarsi, adesso, è immobile, rigido. La testa, reclinata, traspare attraverso il cellophane. Lisa dà un’ultima stretta poi, come se stesse dando vita ad una sorta di drammatizzazione, lascia andare di colpo la busta e, teatralmente, trasale. Smarrita, volge lo sguardo verso Grande e si precipita verso di lui piombando in ginocchio)

LISA “ Su, dimmi, che devo fare ora!? ” domandò Raskolnikov…

(Grande le pone una mano sul capo dolcemente le accarezza i capelli)

GRANDE “ Va subito fuori – esclamò lei balzando in piedi – in questo stesso istante, fermati al crocicchio, bacia prima la terra che hai insozzato e poi prosternati davanti a tutto il mondo, in tutte e quattro le direzioni e dì a tutti, a voce alta…
LISA “Ho ucciso!”
GRANDE …Allora Dio ti restituirà la vita!
(Si inginocchia di fronte a Lisa, le prende il capo fra le mani)
Ci andrai?

BUIO

FINE