La rivincita dei tre moschettieri

Traduzione, riduzione e adattamento di

David Conati


Personaggi:

D’Artagnan
Bonacieux (Oste)
Costanza Bonacieux (sua moglie)
Ninette (loro nipote)
Porthos
Athos
Aramis
Il Cardinale Richelieu
Milady
Il capo delle guardie del Cardinale
Cinque Guardie
Il Re Luigi (detto Re solo)
La Regina


Su una musica iniziale entra in scena D’Artagnan a cavallo 

D’Artagnan: (cavalcando per la scena)
Su mio buon ronzino, ancora qualche piccolo sforzo e saremo a Parigi.
Già, Parigi (sospira). Lì finalmente ci presenteremo alla scuola dei 
“Cadetti di Guascogna”; ho qui una lettera di raccomandazione del mio 
vecchio padre per il capitano Treville che mi permetterà di entrare, un 
giorno non molto lontano, a far parte dei valorosi moschettieri del re.
Ci pensi? Io moschettiere, D’Artagnan moschettiere del re!
(si ferma improvvisamente ed indica) 
Una locanda! Che ne dici di una piccola sosta? Sarai stanco anche tu, è 
da stamani che cavalchiamo senza pause. Non ci farà male un po’ di 
riposo, potremo rifocillarci e riprendere la strada con più energia.

Entra nella locanda (pedana bassa) dove ci sono alcuni avventori (guardia 3 e 4), un oste che si aggira indaffarato con sua nipote che lo aiuta, Porthos seduto a un tavolo che sonnecchia. 

Ninette: (notando D’Artagnan) 
In cosa posso servirti, forestiero?

D’Artagnan: Da bere per me, e un sacco di Avena per il mio cavallo!
(indica fuori)

Oste: Ninette! Lascia fare a me; non devi dare troppa confidenza agli estranei.

Ninette: Zio, sono abbastanza grande per badare a me stessa!

Oste: Come vuoi tu (si allontana ma non troppo)

Ninette: (a D’Artagnan guardandolo con sospetto) Non per essere indiscreta, ma, hai 
di che pagare?

D’Artagnan: Certamente! 
(estrae un sacchetto di monetine e lo fa tintinnare davanti a Ninette)

Guardia 3: (notando il sacchetto, al suo compare) Hai visto?

Guardia 4: Lascia fare a me (si alza e va incontro a D’Artagnan)
Bello quel sacchetto, posso vederlo?

D’Artagnan lo mostra tenendolo in mano come nel gioco del fazzoletto, a questo punto la Guardia 3 velocemente glielo porta via e scappa assieme a Guardia 4.

D’Artagnan: Ehi, al ladro! (li insegue travolgendo Ninette che cade)

Ninette: Aiuto!

Oste: (vedendo Ninette a terra, va a soccorrerla) Ninette!
(la aiuta a rialzarsi e la fa sedere)

Nella foga dell’inseguimento però D’Artagnan urta contro Porthos che stava sonnecchiando sul tavolo facendolo cadere per terra.
Porthos: (tenendolo per mantello nel quale D’Artagnan è impigliato) 
Ehi tu! Si può sapere dove credi di andare?

D’Artagnan: (cercando disperatamente di liberarsi)
Lasciami, lasciami, ti dico!

Porthos: (mantenendo la presa) 
Perché tutta questa fretta? Mi hai fatto cadere, e quasi mi strappi il mantello. 
Come minimo mi dovresti delle scuse.

D’Artagnan: (ignorando Porthos che lo trattiene e cercando di seguire il ladro) 
I miei soldi! I miei soldi! Hai fatto scappare quei ladri!
(si libera con uno strattone e affronta Porthos)
Vecchio ubriacone! Guarda cosa hai fatto! Erano tutti i miei risparmi per 
arrivare a Parigi. Altro che scuse!
Ringrazia che sei ubriaco altrimenti te l’avrei fatta pagare!

Porthos: Oh oh oh! Che parolone! Il nostro giovane ha la lingua affilata.

D’Artagnan: Sei un povero ubriacone, altrimenti ti avrei fatto sentire qualcosa di più 
affilato della lingua. (mette la mano sulla spada)

Porthos: (cambiando tono e facendosi severo)
Senti un po’ giovanotto, mi stai stancando con le tue offese. Ho deciso che ti 
meriti una bella lezione. Oggi a mezzogiorno ti aspetto davanti alla fontana 
del convento dei Carmelitani. Cerca di essere puntuale perché altrimenti a 
mezzogiorno e dieci minuti verrò a cercarti e quando ti avrò trovato ti 
taglierò le orecchie! (Prende la sua roba, getta alcune monete sul tavolo ed 
esce)

Subito l’oste si affretta a prenderle.

D’Artagnan: Non ti preoccupare, non mancherei per tutto l’oro di Francia!

D’Artagnan si siede ad un tavolo e chiama

D’Artagnan: Oste!

Oste: Comandi signore.

D’Artagnan: Da bere per me e avena per il mio cavallo!

Oste: Se non sono indiscreto, con cosa pagherà le sue consumazioni?

D’artagnan: Al diavolo anche tu! 
(si alza e fa per uscire quando sulla porta si scontra con Athos che entra, D’Artagnan gli dà uno spintone che lo sposta di lato)

Athos: (sorpreso) 
Ehi, dico, quel giovane! Ma ti sembra la maniera di uscire da una locanda?

D’Artagnan: Non mi seccare anche tu! E levati dai piedi.

Athos: Senti ragazzo, la mamma non ti ha insegnato un po’ di buone 
maniere?

D’Artagnan: Certamente. Hai, per caso, bisogno di qualche lezione?

Athos: Ma chi ti credi di essere?

D’Artagnan: La cosa non ti riguarda. Togliti dai piedi e lasciami passare.

Athos: Come preferisci. 
(si fa di lato e lascia passare D’Artagnan che però inciampa nella gamba di Athos cadendo malamente, tutti i presenti ridono)

D’Artagnan: (rialzandosi)
E’ cosi dunque? Ti prendi gioco di me?
(fa per mettere mano alla spada)

Athos: (facendo segno di “no” col dito)
Questo non è il momento né il luogo adatto. Ti aspetto oggi alle tredici davanti 
alla fontana dei giardini di Luxembourg. Ora, sparisci!
L’Oste, Ninette e Aramis scivolano fuori scena e la luce si sposta sul centro dove si trova D’Artagnan solo.

D’Artagnan: Come inizio non c’è male. Sono quasi a Parigi e già ho collezionato due 
duelli per questo pomeriggio. Una carriera fulminea! 
(Rimonta a cavallo).
Tanto vale che mi diriga già al Convento dei Carmelitani, così potrò 
studiare il campo di battaglia dove avrò il piacere di vincere i miei primi 
duelli parigini.

Aramis attraversa la scena a cavallo, D’Artagnan trova per terra un fazzoletto e lo raccoglie.

Aramis: Buon uomo!

D’Artagnan: Dite a me?

Aramis: Si, a voi. Il fazzoletto che avete testé raccolto è mio!

D’Artagnan: Vostro? Io l’ho trovato e mio rimane.

Aramis: Sono forse vostre le iniziali ricamate sul pizzo, sempre che le sappiate 
leggere?

D’Artagnan: Vi prendete gioco di me, per caso?

Aramis: Ci sarebbe di che giocare?

D’Artagnan: (tra sé) Oggi non è la mia giornata.
Avete impegni per questo pomeriggio?

Aramis: Al presente non mi risulta.

D’Artagnan: Consideratevi sfidato a duello.

Aramis: Per così poco?

D’Artagnan: Alle due e mezza ai giardini di Luxembourg.

Aramis: Non mi piacciono le mezz’ore, facciamo alle due.

D’Artagnan: E sia!

Aramis esce

D’Artagnan: Proprio vero, non c’è due senza tre! Così non dovrei avere altre 
sorprese, per il momento.
Esce.

Sulla pedana più alta entrano in scena Milady e il Cardinale Richelieu.

Richelieu: (salendo i gradini seguito da Milady, sfregandosi le mani compiaciuto )
…Proprio così mia cara, voi dovrete far scomparire il diadema di brillanti 
che il re ha regalato alla regina per il suo onomastico e che lei dovrà 
indossare per il gran ballo di corte, che il re intende dare per il suo 
compleanno… come ogni anno… 

Milady: Non ne capisco la ragione.

Richelieu: (continuando a sfregarsi le mani) Quei gioielli mi serviranno per 
screditare la regina agli occhi del re. Li farò pervenire a lord Buckhingham 
come pegno d’amore insieme ad una falsa lettera. Quando il re scoprirà il 
tradimento monterà su tutte le furie, allontanerà la regina da corte ed io 
avrò campo libero per realizzare il mio progetto… Che mi pare perfetto…

Milady: Diabolico!

Richelieu: Esattamente. Con la regina fuori dai piedi finalmente avrò il re sotto 
controllo e potrò dettare legge come più mi pare e piace. Se fai come ti ho 
detto, riceverai in cambio una generosa ricompensa … Adesso, vai 
Richelieu ti dispensa…

Milady si china a baciare l’anello del Cardinale e poi escono di scena.

Da un’altra parte entra D’Artagnan

D’Artagnan: Questo è il posto, e ormai è l’ora. (brandisce la spada)
Facciamoci valere!

Porthos: (entra da destra) Bene, bene, non credevo che avresti avuto tanto coraggio. 

D’Artagnan: (meravigliato) Un moschettiere?

Porthos: Cos’è, hai paura adesso? Dove sono i tuoi padrini? I miei saranno qui a 
momenti.

D’Artagnan: Non ho bisogno di padrini, solo che non immaginavo che voi…

Athos: (entrando da sinistra) Puntuale come sempre! Ehi dico, Porthos, facciamo 
presto che tra un’ora ho un appuntamento… (Vede D’Artagnan)
E tu, cosa ci fai qui? 

D’Artagnan: Un altro moschettiere?! Ma… vi conoscete?

Porthos: (ignorando la domanda di D’Artagnan e rispondendo ad Athos)
Sbrighiamo quest’affaruccio e poi pensiamo al tuo.

D’Artagnan: Io per voi sarei un affaruccio? Vi faccio vedere io se sono un 
affaruccio!

(fa per affrontare Porthos quando dal centro arriva Aramis)

Aramis: Dico! Si comincia senza aspettarmi? (poi vede D’Artagnan)
Guarda, guarda chi si vede…

D’Artagnan: Pure lui !? Ho sfidato a duello tre moschettieri?

Athos e Porthos: (facendo un breve inchino) Signor Vescovo!

Aramis: Bene, bene. Allora, vogliamo sbrigarci?

D’Artagnan: Dato che siete qui tutti e tre senza aspettare l’una e le due potremmo 
sistemare le cose una volta per tutte!

Porthos: (ad Athos scherzando) Direi di lasciare la precedenza a Sua Eminenza.

Athos: (A Porthos) E’ perché hai paura? Lo affronto prima io!

Aramis: Signori, un po’ di ordine; lo tireremo a sorte.

D’Artagnan: A sorte? Per cosa mi avete preso, per una selvaggina forse, da tirare a 
sorte tra i cacciatori che si favoriscono a vicenda?
Io vi sfido tutti e tre insieme!

Porthos: Tutti e tre insieme?

Athos: Ne ha di fegato il ragazzino.

Porthos: Potrebbe fare il donatore. 

Aramis: Vogliamo cominciare che poi mi attende il Vespro?

I tre estraggono le spade e cominciano a studiarsi quando entrano le guardie del Cardinale su una marcetta canticchiando, quando vedono la scena del duello e si fermano.

Capo delle Guardie: Fermi tutti! Sapete bene che il Cardinale ha vietato tutti i duelli a 
causa della forte tensione che c’è tra il nostro paese e il Regno 
Unito? 

Guardia 3: Dovrete seguirci alla Bastiglia dove sarete giudicati per il 
vostro reato.

Guardia 2: arrendetevi senza fare storie.

Guardia 1: sarete giudicati meno severamente.

Aramis: Non credo che il re sarebbe molto contento se sapesse questo, voi che ne 
pensate? (rivolto agli altri moschettieri)

Capo delle Guardie: Arrestateli!

(le guardie 1 e 2 vanno incontro a Porthos)

Guardia 1: Fermo dove sei.

Guardia 2: e metti via la spada!

Porthos: Nemmeno per sogno!

(guardie 3 e 4 verso Athos)

Guardia 3: Arrenditi.

Guardia 4: Ti conviene farlo se ti preme la salute

Athos: Dovrete prima prenderci!


(Guardia 5 e il capo delle guardie verso Aramis)

Capo delle Guardie: Vieni con noi!

Guardia 5: Sei preso!

Aramis: Non credo proprio!

D’Artagnan: Vi posso aiutare?

I tre Moschettieri: No!

(le prossime battute duellando)

Aramis: La cosa non ti riguarda.

Athos: Togliti di torno.

Porthos: E ringrazia il cielo che ti è andata bene!

D’Artagnan: ( si fa di lato ma poi riconosce le guardie 3 e 4) Voi non siete quelli che 
mi hanno rubato i soldi?

(gli si lancia contro e iniziano a duellare compatti; D’Artagnan si riprende il sacchetto con le monete e poi spingono le guardie fuori scena dove ipoteticamente prosegue il duello).

Entra Milady che furtivamente si aggira per la scena e va a rovistare in un cassettone da dove estrae un porta gioie.

Milady: Eccolo qui! (apre il porta gioie e mostra il contenuto al pubblico)
Il diadema di brillanti della regina. Il Cardinale sarà molto 
contento del mio lavoro. (esce)

Entrano in scena sulla pedana alta il re e il Cardinale.

Re: (annoiato) Oh siete voi…

Richelieu: Mi sembra che non siate molto felice di vedermi…

Re: Speravo in una visita più stimolante.

Richelieu: Mio signore sono venuto per ricordarvi che tra pochi giorni è il 
compleanno della regina.

Re: E’ vero. Mi stavo annoiando così tanto che quasi mi era passato di mente.

Richelieu: (sfregandosi le mani) Sarebbe il caso di festeggiarlo come si conviene alla 
corte più importante d’Europa.

Re: E come?

Richelieu: Con una festa sfarzosa in cui la vostra regina apparirà in tutto il suo 
splendore, esibendo i più bei gioielli che le avete regalato.

Re: Che bello! Che bello! Si, si! Una festa. Finalmente un po’ di musica e di luci e di 
colori…

Entrano la regina che come vede il Cardinale ha un moto di disappunto.

Re: Mia cara. Eccovi qui finalmente. Con il Cardinale Richelieu stavamo proprio 
parlando di voi.

Regina: Con il Cardinale? E cosa mai potrà dire di me il Cardinale Richelieu?

Re: Mi ha appena suggerito di organizzare una festa per il vostro compleanno. 
Che ve ne pare? Non è una bella idea? Amoruccio mio?

Regina: Ve ne sono grata mio signore; (acida verso Richelieu) proprio un’idea da 
Cardinale. (tra se) Sono proprio curiosa di sapere che cosa sta tramando 
questo bel Ministro.

Re: (solenne) E’ mia volontà che indossiate il diadema che vi regalai al vostro 
onomastico. (cambiando tono) Mi farete, vero, quest’onore?

Regina: Certamente sire.

Richelieu: Chiedo il permesso di congedarmi dalle vostre altezze.

Re: Permesso accordato.

Il Cardinale esce. La regina va verso la cassapanca dove stava nascosto l’astuccio con i gioielli

Re: (continuando a parlare con la regina) Mi piacerebbe che lo esibiste sopra quel 
vestito color confetto che ho visto nel vostro guardaroba. 

Regina: (si accorge che l’astuccio è scomparso) Si, si, si… 

Re: (si avvicina e la Regina chiude rapidamente la cassapanca)
Non mi sembrate contenta, cosa avete che vi affligge?

Regina: Oggi… ho un terribile mal di testa. Per favore lasciatemi sola. 

Re: (dispiaciuto) Come volete. Vi aspetto più tardi per una merenda.

Regina: Non mancherò.

( si fanno un inchino a vicenda e il re esce)

Regina: Le belle idee del Cardinale! Non lo posso soffrire e lui lo sa benissimo. 
(torna a rovistare nella cassapanca) Questa è bella! I gioielli sono scomparsi. 
Sono sicura che poche ore fa c’erano! Dove posso averli lasciati?
Costanza? Costanza? (chiama a gran voce continuando a cercare)

Costanza: (entrando di corsa, si inchina) Mi avete chiamato?

Regina: Non trovo il diadema di brillanti che il re mi ha donato per il mio onomastico 
e che mi ha chiesto di indossare per il gran ballo del mio compleanno; ti 
ricordi dove posso averlo lasciato?

Costanza: Per quanto ne so si trova in quella cassapanca.

Regina: Non c’è.

Costanza: (avvicinandosi e guardando lei stessa) E’ impossibile!

Regina: Eppure non c’è.

Costanza: Vi dico che è impossibile. Sono sempre stati nascosti qui dentro.

Regina: Allora qualcuno lo ha preso.

Costanza: Non penserete che io…

Regina: Assolutamente! Di te ho la massima fiducia. Non vorrei che si trattasse di 
qualche complotto ai miei danni…

Costanza: Esiste qualcuno di tanto malvagio da volervi fare del male?

Regina: Più di quanto tu possa immaginare. Adesso il problema è ritrovare quei 
gioielli prima che arrivi il giorno del gran ballo.

Costanza: Come possiamo fare?

Regina: Io un sospetto l’avrei. Bisogna però essere molto cauti.

Costanza: Sapete chi può averlo rubato?

Regina: E’ solo un’idea…

Costanza: Confidatevi, non sono forse la vostra dama di compagnia?

Regina: Il Cardinale…

Costanza: Richelieu?

Regina: Proprio lui.

Costanza: Dite che sarebbe così meschino?

Regina: Non mi stupirei.

Costanza: Volete che indaghi?

Regina: E’ troppo pericoloso. Ci vuole una persona di fiducia, qualcuno che sappia 
mantenere il segreto con il sovrano.

Costanza: Perché non io? 

Regina: Perché è risaputo che tu sei la confidente della regina; e poi è un compito 
pericoloso. Ci devo pensare; per adesso lasciami sola. Ti farò chiamare 
quando sarà il momento opportuno.

(l’azione si sposta sull’altra pedana – locanda)



Entrano D’Artagnan e gli altri moschettieri

Porthos: Oste! Da bere per questo coraggioso guascone!

Athos: Paga il vescovo!

Aramis: Io?

Oste: Prego, da questa parte, accomodatevi. (Chiama) Ninette!

I moschettieri siedono.

Ninette: Eccomi zio! (entra portando un vassoio con dei bicchieri che dispone sul 
tavolo)

Aramis: Perché dovrei pagare io?

Porthos: Non vorrete fare l’avaro adesso?

Athos: Siate generoso con questo valoroso giovane.

Porthos: Ha dimostrato coraggio e grinta.

Athos: E’ giusto ammetterlo a brindare con noi.

Aramis: (all’Oste) Qualcosa di economico…

Oste: Vi servo…(esce)

Porthos: Il migliore!

Athos: Non badiamo a spese!

Aramis: Si ma, non sprechiamo…

Ninette: (mentre riordina la sala)Abbiamo solo del Borgogna d’annata, e quello vi 
possiamo dare. 

Aramis: Visto? Non sempre è necessario spendere fior di quattrini per offrir da bere.

Ninette: Gradite anche un po’ di zuppa?

Aramis: No. Non è il caso di appesantirci trppo.

Porthos: Tirchione!

Athos: (a D’Artagnan) Caro amico, parlateci di voi.

Porthos: Già. Come mai siete da queste parti?

D’Artagnan: Sono venuto a Parigi perché voglio diventare moschettiere, come voi.

Aramis: Non è certo un’impresa semplice entrare a far parte dei moschettieri; ci 
vogliono nobili origini…

Porthos: Bazzecole!

Athos: Ci vuole solo una spintarella…

D’Artagnan: Ho qui con me una lettera di raccomandazione di mio padre.

Porthos: Non basta!

Aramis: Disponi di sostanze?

D’Artagnan: Non capisco…

Porthos fa segno con le dita.

Athos: Lascia perdere. Il nostro vescovo pensa solo al “nobile” denaro.

Aramis: (serafico) Per acquistare meriti…

Porthos: (c.s.) Per acquisire terre!

Athos: Ti presenteremo noi alla scuola.

D’Artagnan: Fareste questo per me?

Athos: Certamente!

Porthos: E il nostro amico (indicando Aramis) ci metterà una buona parola.

Athos: E se occorre qualche “Luigi” (gli sottrae un sacchetto con delle monete).

Aramis: Piano, piano (si riprende le monete). In fondo che sappiamo di lui?

Porthos: Non fare il tirchio. 

Athos: Apri quel benedetto borsello.

Aramis: Amen…

Porthos e Athos: E così sia!

(arriva da bere)

Oste: I signori sono serviti!

Porthos: (prendendo il fiaschetto all’oste) Dai qua, faccio io.

D’Artagnan: Allora mi darete una mano?

Athos: Considerati già arruolato.

Porthos: Brindiamoci su!

Tutti: (alzano il calice e gridano) Evviva!

D’Artagnan: Dovrei solo risolvere un piccolo problema. Non ho un posto dove 
Dormire, e non so se ciò che ho con me può bastare.

Porthos: Oh, ma a questo si rimedia subito.

Athos: Oste!

Oste: Eccomi, che cosa c’è? Il vino non è buono forse?

Porthos: Niente affatto. Hai una stanza per questo nostro amico?

Oste: Ma, dovrei vedere…

Athos: Poche ciance, pagherà tutto il nostro Vescovo Aramis.

Aramis: Ehi, dico! Andiamoci piano.

D’Artagnan: No, fin dove posso coprirò io le spese.

Aramis: Questo si chiama parlare da moschettiere.

Oste: Se si accontenta, posso preparargli un letto dietro la cucina; è riscaldato e 
pulito. Dovrò trovare una sistemazione diversa per mia nipote…

Ninette: Non vi preoccupate zio. Per questa notte mi adatterò a dormire in soffitta.

D’Artagnan: Non vorrei creare troppo disturbo…

Ninette: nessun disturbo.

Oste: Solo un piccolo contributo per la locanda… (tende la mano)

Porthos: (gli dà una pacca sulle spalle e lo gira verso Aramis, sempre con la mano 
tesa) Trattalo bene. Non fare economia.

Aramis: Non esageriamo.

D’Artagnan: Amici, non so come ringraziarvi.

Athos: E’ lo spirito dei moschettieri: Uno per tutti…

Aramis e Porthos: (insieme a lui) Tutti per uno!

I moschettieri si alzano

Porthos: E’ ora di andare, le guardie del cardinale ci staranno ancora cercando.

Athos: Ci vedremo domani mattina.

Aramis: Buona notte…

D’Artagnan: (presentandosi con un inchino, restituisce il fazzoletto)D’Artagnan.

Aramis: (annuendo) D’Artagnan.

Escono e D’Artagnan va a coricarsi dietro la pedana.



L’Oste esce dalla locanda e due guardie subito lo arrestano.

Guardia 1: Fermo!

Guardia 2: Sei in arresto!

Oste: Perché? Non ho fatto nulla di male!

Guardia 1: Zitto! 

Guardia 2: Seguici senza fare storie o te ne pentirai!

Lo trascinano via. Ninette si accorge che hanno arrestato lo zio e segue le guardie.

Ninette: (gridando) Zio! Zio!

Guardia 3: e tu dove credi di andare?

Ninette: Dove lo state portando?

Guardia 4: La cosa non ti riguarda.

Ninette: lasciatelo andare! Non ha fatto niente!

Guardia 5: Zitta! Sei in arresto anche tu.

La portano via tenendola sotto tiro con le spade.

Arriva Costanza. Quasi subito rientrano le guardie del Cardinale che stanno facendo la ronda cantando la solita marcetta.

Capo delle Guardie: E così la bella moglie del nostro oste se ne va in giro sola la sera.

Guardia 1: Già. Chissà se suo marito è contento di questo.

Guardia 4: Quali segreti nascondi, che te ne vai in giro così furtiva?

Costanza: Non sono affari che vi riguardino. Se volete essere serviti in qualche cosa 
vi manderò subito mio marito.

Guardia 3: La signora fa l’offesa!

Guardia 5: Permalosa.

Capo delle Guardie: Forse al Cardinale farebbe piacere interrogarla.

Guardia 1: Alla Bastiglia c’è ancora molto spazio.

Guardia 2: E le signore hanno un trattamento di tutto riguardo.

Costanza: Lasciatemi! Lasciatemi in pace vi dico!

Al sentire le grida della donna D’Artagnan si desta.

Capo delle Guardie: Adesso tu ci seguirai e racconterai al Cardinale dove te ne 
andavi sola soletta per strada al buio.

Le guardie la circondano spada alla mano mentre Costanza cerca una via di fuga.

D’Artagnan sale sulla pedana con la spada alla mano.

D’Artagnan: Fermi!

Capo delle Guardie: E questo da dove salta fuori?

D’Artagnan: Lasciate quella donna!

Guardia 1: Chi sei tu per dare ordini a noi?

D’Artagnan: sono D’Artagnan, cadetto di Guascogna; (tra se) quasi.

Capo delle Guardie: Ora ti riconosco! Tu sei uno dei quattro che ci sono sfuggiti 
questo pomeriggio. (indicandolo) Prendetelo!

(le guardie sono visibilmente impacciate perché vogliono prendere D’Artagnan ma non vogliono lasciare Costanza)

Guardia 2: Capo; è un problema serio.

Guardia 4: non è possibile prendere entrambi.

Capo delle Guardie: Lasciate la donna! Impediti! A lei penseremo dopo.


Guardia 3: Per la cattura di questo ci meriteremo sicuramente una 
ricompensa.

Capo delle Guardie: Prendetelo!

D’Artagnan: No!

Costanza si rifugia dietro un tavolo.

Guardia 4: Ci penso io! (si fa sotto, duella e viene disarmato)

Guardia 3: Sei nostro! (si fa sotto, duella e viene disarmato)

Guardia 2: Non hai scampo! (stessa sorte degli altri due)

Guardia 1: Arrenditi! (idem)

D’Artagnan: (a Costanza) Presto, seguitemi! 
Prende Costanza per mano ed escono di scena.

Capo delle Guardie: Ti è andata bene; ma torneremo presto con i rinforzi!

Guardia 2: Capo; non arrestiamo nessuno?

Capo delle Guardie: No!

Guardia 1: E’ quello che si dice: “Chi troppo vuole nulla stringe?”

Capo delle Guardie: Taci impedito!

Escono di scena

D’Artagnan rientra seguito poi da Costanza

D’Artagnan: Potete uscire; se ne sono andati.

Costanza: Li avete messi in fuga?

D’Artagnan: Ci sareste riuscita anche voi.

Costanza: Perché quelle guardie vi cercavano?

D’Artagnan: Perché oggi con l’aiuto di altri tre moschettieri li abbiamo battuti alla 
fontana del Convento dei Carmelitani.

Costanza: Ma i duelli sono vietati.

D’Artagnan: Appunto per questo mi cercano; e stanno cercando anche gli altri.

Costanza: Se ho ben capito voi siete moschettiere?

D’Artagnan: Si. (tra se) Piccola bugia dettata dalla situazione imbarazzante.

Costanza: Prego?

D’Artagnan: Dicevo: (con enfasi) Si! Sono un “quasi moschettiere”.

Costanza: Come vi chiamate?

D’Artagnan; D’Artagnan, per servirla (lieve inchino) E voi bella damigella?

Costanza: Costanza. Sono… la moglie dell’oste e… (chiamamndo) Ninette?
E’ sparita anche mia nipote. Cosa sarà successo?

D’Artagnan: Non ne ho idea; io ho solo chiesto un alloggio per stanotte…

Costanza: Non rientrate in caserma?

D’Artagnan: (leggero imbarazzo, D’A. non sa cosa rispondere, poi dice) 
Domani! Oggi sono in missione segreta! 

Costanza: Per conto di chi?

D’Artagnan: (mentendo) Amici del re…

Costanza: Siete sincero?

D’Artagnan: Si.

Costanza: Non so se posso fidarmi di voi.

D’Artagnan: Dovete! Tra poco le Guardie del Cardinale torneranno con i rinforzi e 
voi credete che in un momento come questo non sarei sincero con voi?

Costanza: Sareste in grado, se vi affidassi un compito della massima segretezza, di 
portarlo a termine? Ne andrebbe dell’onore della Regina stessa.

D’Artagnan: (tra se) Questa le spara più grosse di me.
(a Costanza) Voi conoscete sua maestà la Regina?

Costanza: Sono la sua confidente e lei stessa mi ha incaricato di trovarle una persona 
di estrema fiducia per un incarico delicato.

D’Artagnan: (tra se) E io che mi credevo un gran bugiardo, qui ho trovato pane per i 
miei denti figuriamoci, la Regina! Starò al gioco per vedere dove vuole 
arrivare. (A Costanza) Di cosa si tratta?

Costanza: Ogni cosa a suo tempo. Non sono ancora sicura di potermi fidare…
Presentatevi domani a palazzo vestito da vecchia balia; io vi introdurrò 
dalla Regina e, se lo riterrà opportuno, ve ne parlerà lei stessa. Andate ora. 
Io cercherò mio marito e poi ci nasconderemo prima che tornino le guardie.

D’Artagnan: Siate prudente.

Costanza: Non ne dubitate; a domani.

D’Artagnan: Non mancherò.

D’Artagnan e Costanza escono a sinistra e dall’altra parte entrano il Cardinale Richelieu che salta lanciando un sasso per terra, seguito poi da Milady.


Richelieu: (sfregandosi le mani) …Avete portato a termine con successo il vostro 
incarico; brava. Lodo la vostra solerzia e saprò esservi riconoscente. 
Il mio disegno sta prendendo forma e come ho detto: presto sarò re… 
Un due tre!

Milady: Ho nascosto i brillanti in un luogo sicuro e presto partirò alla volta 
dell’Inghilterra per completare il vostro piano.

Richelieu: Io nel frattempo ho fatto arrestare l’Oste della locanda del gallo 
nero; si dice che sua moglie sia la confidente della regina. In tal 
modo voglio avere la possibilità di ricattarla se si mettesse a 
curiosare in giro… Sono o non sono un fachiro…

Milady: Cardinale?

Richelieu: Per la rima…

Milady: Cosa volete che faccia, adesso?

Richelieu: Voglio che partiate stanotte stessa alla volta di Calais, la 
sorpresa è la miglior arma di attacco. Quando sarete a destinazione 
fatemi avere vostre notizie. Già pregusto lo scandalo a corte.
Andate, avete la mia benedizione… tornate campione…

Milady: (Si inchina ed esce)

Il Cardinale recupera il sasso e poco dopo esce a sua volta.

Attraversano la scena le guardie che tengono prigioniero l’Oste e Ninette.
Costanza vede la scena di nascosto però non interviene.

Oste: State commettendo un errore, vi dico!

Guardia 5: Zitto!

Guardia 4: Cammina!

Oste: Almeno lasciate la ragazza, lei non ha colpe!

Guardia 3: Questo è da vedere…

Guardia 2: Siete tutti della stessa banda!

Oste: provate solo a torcerle un capello e ve la farò pagare.

Capo delle Guardie: Adesso basta! Sbrighiamoci con questi due.

Escono sulla marcetta…

La Regina compare sulla seconda pedana.

Costanza: (da fuori) Maestà? Potete ricevermi?

Regina: Sei tu Costanza? Entra pure, che notizie mi porti?

Costanza: Non buone, per la verità. Ho appena incontrato le guardie del Cardinale 
che portavano mio marito in prigione.

Regina: Perché mai lo hanno arrestato!?

Costanza: Temo che il Cardinale sappia che voi vi confidate con me e voglia usare il 
mio sposo per ricattarmi.

Regina: Lo farò liberare…

Costanza: Grazie vostra maestà.

Regina: Ci vorrà del tempo però, sicuramente il Cardinale negherà di averlo fatto, e 
poi troverà una scusa per giustificare la sua azione… forse non è 
così semplice come pensavo… e l’incarico che ti avevo affidato?

Costanza: Ho trovato l’uomo che fa per voi.

Regina: E’ fidato?


Costanza: Ieri sera è intervenuto per salvarmi da tre guardie del Cardinale che 
volevano arrestarmi all’interno della mia locanda.

Regina: E’ abile spadaccino?

Costanza: E’ un moschettiere, mia regina.

Regina: E il suo nome?

Costanza: D’Artagnan.

Regina: Conducetelo da me.

Costanza: L’ho fatto mascherare da vecchia balia per non destare sospetti.

Regina: Molto bene, nel caso che sua maestà il re passasse di qui non avrà nulla da 
dire.

Costanza: Lo vado a chiamare.

Costanza esce ed entra il re. Regina è alquanto seccata della visita.

Re: Mia cara, come sta la vostra regale testolina? Sono passato per invitarvi a fare 
una partitella a volano nei giardini di palazzo.

Regina: (fingendo un colpo di tosse) Credo di aver preso un colpo di freddo e non 
penso che uscire a giocare a volano mi farebbe bene.

Re: Allora vi aspetto nella sala da tè per una partita a canasta?

Regina: Mi bruciano un po’ gli occhi… Non sarei una compagnia divertente.

Re: Voi siete la mia regina, come potete pensare di non essere divertente.

Regina: Adulatore!

Re: Mi farete questo onore?

Entra Costanza, si inchina ai reali

Costanza: Chiedo il permesso di far entrare una vecchia balia che vorrebbe parlare 
con sua maestà la regina.

Re: Perché solo con la regina?

Costanza: Così mi ha chiesto…

Re: (seccato, lamentandosi) E il re? Perché nessuno chiede mai di parlare con il re? 
Starò qui anch’io. In fondo non c’è nulla che riguardi la regina che il re non 
debba sapere.

Regina: (ammiccando a Costanza) Ma certamente mio sire. Costanza non intendeva 
certo offendervi. Fate entrare questa vecchia che la riceveremo entrambi.

Costanza esce per rientrare subito in compagnia di D’Artagnan mascherato da vecchia balia. Mentre si svolge la scena Costanza resta in disparte.

D’Artagnan avanza verso i reali e si inchina. Il re è visibilmente annoiato, si guarda le unghie e ogni tanto sbadiglia.

Regina: Alzatevi pure. Ditemi cara donna, cosa vi porta a voler incontrare le nostre 
persone?

D’Artagnan: (parlando in falsetto) Ho sempre desiderato conoscere il mio sovrano e 
la sua signora consorte (profondo inchino)

Regina: Certo ma non sarà solo per vederci di persona che avete chiesto di 
incontrarci.

D’Artagnan: Ecco, la questione è abbastanza delicata, si tratta di questo: un mio caro 
nipote, che ha nome D’Artagnan, vorrebbe tanto poter entrare a far parte 
dei Cadetti di Guascogna per diventare in seguito moschettiere del re…

Regina: Voi vorreste che noi intercedessimo per lui presso il Capitano dei 
moschettieri perché lo ammetta nei Cadetti?

Re: Così questa donna è qui per una raccomandazione. Bene bene, ma che meriti ha 
questo “D’Artagnam”…

D’Artagnan: …D’Artagnan…

Re: …gnam.

D’Artagnan: …gnan!

Re: …gnam!

D’Artagnan: Come volete voi sire.

Regina: Dite, lo conoscete voi così bene da garantire per lui?

Re: Garantireste il suo onore con la vostra stessa vita?

D’Artagnan: Non garantirei, garantisco! E’ fiero, nobile, abile spadaccino e, molto 
alto; quasi più del re…

Re: Questa conversazione mi ha annoiato. Continuate pure con la Regina, ciò che 
deciderà lei è come se lo avessi deciso io. (alzandosi, piano alla regina) Vi 
aspetto in salotto per una partita a ramino?

Il re esce. La regina, Costanza e D’Artagnan si inchinano.

Regina: Bene! Adesso possiamo parlare più liberamente. Potete togliervi il 
cappuccio. 

D’Artagnan esegue.

Regina: Siete voi immagino questo D’Artagnan di cui mi avete riferito.

D’Artagnan: Esattamente, mia regina. (altri inchino)

Regina: Bene, bene. Veramente sareste in grado di mantenere un segreto a costo della 
vostra stessa vita?

D’Artagnan: Per voi lo farei senza indugio.

Regina: (a Costanza) A parole è bravo, non c’è che dire.

Costanza: Anche con la spada, mia regina, l’ho visto io stessa ieri sera mettere in fuga 
tre guardie del Cardinale.

Regina: Già. (a D’Artagnan) A quanto pare avete degli ammiratori.

D’Artagnan: Ne sono lusingato.


Regina: Alle corte! Non possiamo perdere troppo tempo in inutili convenevoli.
Vi ho fatto chiamare perché ho per voi un incarico della massima importanza. 
Potrebbe essere anche un incarico mortale, pericoloso. Ho dei nemici molto 
in alto che tramano contro il re…

Costanza: …Il Cardinale Richelieu…

Regina: (con tono di ammonizione) Costanza!

Costanza: Scusate, la foga!

Regina: Capisco che siate in debito con questo giovanotto ma non precipitiamo le 
Cose. Per il momento sono solo dei sospetti. Ho bisogno di prove.

D’Artagnan: E quale sarebbe il mio compito?

Regina: Dovreste recuperare un diadema di brillanti che mi è stato rubato.

D’Artagnan: E come…

Regina: (fermandolo) E’ scomparso da questa stanza alcuni giorni fa. Ho ragione di 
credere che lo abbia sottratto una persona di fiducia del Cardinale per creare 
uno scandalo a corte il giorno del ricevimento. Se il mio sesto senso non mi 
inganna però sono certa che presto il nostro avversario scoprirà il gioco e 
allora sapremo come intervenire.

D’Artagnan: Contate pure sulla mia incondizionata fiducia.

Regina: Andate ora. Il re potrebbe tornare da un momento all’altro. Si annoia, 
poverino, e ha bisogno della mia compagnia per i suoi svaghi. Capite non lo 
sopporta nessuno… Però è il re. Vi farò chiamare tramite Costanza.

D’Artagnan si rimette il cappuccio e prima di uscire assieme a Costanza si inchina. Escono. Rientra il re.

Re: Allora mia cara, avete finito con la balia?

Regina: Si mio sire. Ora sono tutta per voi.

Re: Oh, gioia! Non sono più solo.

Regina: Venite, facciamo un giro nei giardini di palazzo.

Re: Andiamo a dar da mangiare ai pesci rossi ed ai piccioni?

Regina: (rassegnata) Andiamo a dar da mangiare ai pesci…

Escono.
Costanza attraversa il centro scena seguita da un’ombra furtiva (Milady).
A un tratto si ferma e affronta la donna.

Costanza: Perché mi seguite?

Milady: Vi devo parlare.

Costanza: Se volete parlarmi non avete bisogno di nascondervi.

Milady: E’ una cosa piuttosto delicata.

Costanza: Vi riconosco, siete “l’amichetta” del Cardinale Richelieu…
Non abbiamo niente da dirci!

Fa per andarsene quando l’altra la blocca sbarrandole il passo.

Milady: Ascoltatemi!

Costanza: Fatemi passare!

Milady: Ne va della vita di vostro marito, e non solo…

Costanza: Cosa intendete dire?

Milady: Sono qui per proporvi uno scambio…

Costanza: Che scambio?

Milady: La vita di Bonacieux, e vostra nipote, in cambio di un favore…

Costanza: Ninette? Mio dio, sta bene?

Milady: Ancora per poco però. Dipende da voi.

Costanza: Posso immaginare che genere di favore venite a chiedermi.

Milady: E’ una cosa molto semplice in realtà. Si tratta solamente di portare una 
lettera in Inghilterra.

Costanza: Solamente! Perché non lo fate voi?

Milady: Niente domande! Ci sono delle vite in gioco.

Costanza: Un ricatto.

Milady: Preferirei definirlo uno scambio di favori.

Costanza: Come posso essere certa che Bonacieux è ancora vivo?

Milady: Avete la mia parola. E vi prometto che, non appena avrete portato a termine 
la vostra missione, sarà liberato. Ora statemi bene a sentire: nessuno dovrà 
sapere della vostra partenza, deve restare un segreto, trovatevi domani 
all’alba in questo punto e vi consegnerò sia la lettera sia del denaro con cui 
potrete sostenere le spese di viaggio. Mi raccomando, nessuno dovrà sapere 
di questo incontro. Ne va delle vite di vostro marito e di vostra nipote. A 
domani.
Milady esce 

Costanza: (sottovoce) Maledetta serpe!

Costanza si dirige alla locanda dove incontra tutti i moschettieri che si sono dati appuntamento.

Costanza: (entra trafelata, vedendo D’Artagnan gli va incontro)
Meno male che siete qui. Ho scoperto perché hanno arrestato Bonacieux e 
Ninette.

D’Artagnan: Perché?

Costanza: Perché lo vogliono usare come ostaggio per farmi portare una lettera in 
Inghilterra.

D’Artagnan: Che cosa c’entra questo con la collana della Regina?

Costanza: Non lo so. Vogliono che parta domani mattina all’alba… Amici, non so 
come fare…

Aramis: Suvvia signora, non abbiate timore. Ci siamo noi.

Athos: Sempre pronti ad aiutare una donzella in pericolo.

Porthos: Basta che respiri…

Athos e Aramis: (ammonendolo) Porthos!

Porthos: (cercando di giustificarsi) …Se fosse morta non respirerebbe e che senso 
avrebbe aiutare una donzella morta? Sarebbe assurdo non vi pare?

Athos: Diciamo che hai quasi ragione…

Aramis: Per salvarti la faccia…

Costanza: Allora?

Aramis: Ho un piano.

Porthos: Io una chitarra… Potremo fare un’orchestrina!

Aramis Athos D’Artagnan: Porthos!


Porthos: Va bene… Ho capito… Non è giornata. Meglio berci su!
(Chiamando a gran voce) Oste! Oste! Ninette! Ma non c’è nessuno qui?

Aramis Athos D’Artagnan e Costanza: Porthos!

Porthos li guarda, fa per parlare ma dalla loro espressione capisce che è meglio stare zitti. Quindi si mette a bere in silenzio, quasi imbronciato.

Aramis: (riprendendo) Come dicevo ho un piano (lancia un’occhiata a Porthos che 
stava per intervenire). (a Costanza) Domani mattina voi vi presenterete 
all’appuntamento, vi farete consegnare la lettera da portare in Inghilterra e 
partirete subito, per non insospettire Milady. 

Costanza: Ma la regina…

Aramis: Non ho finito. Poco dopo ci incontreremo per strada dove faremo uno 
scambio; sostituiremo la lettera che dovrete portare con un’altra…

D’Artagnan: Come farete?

Aramis: Uno di noi si introdurrà nella residenza del Cardinale e ruberà una busta 
uguale a quella che Milady vi consegnerà domani…

Costanza: Ma se ci saranno delle guardie…

Athos: Abbiamo un certo conticino ancora in sospeso…

Costanza: Ho paura per la sorte di Bonacieux. Non vorrei che gli capitasse qualcosa 
di grave.

Aramis: Mentre io sistemerò la lettera Athos e Porthos andranno alle prigioni a 
liberare vostro marito e vostra nipote.

D’Artagnan: E io?

Athos: Tu rimarrai fuori da questa faccenda; è una cosa troppo pericolosa per un 
civile.

Costanza: (sbalordita) Civile? Mi avevate detti di essere un moschettiere!

D’Artagnan: Quasi moschettiere…

Costanza: Siete un bugiardo! E io che vi ho fatto parlare con la regina!

D’Artagnan: Cercate di capirmi, come potevo sapere che dicevate sul serio quando 
parlavate di conoscere la regina. Credevo che vi prendeste gioco di me.

Costanza: E voi allora avete voluto fare altrettanto! Bel cavaliere! Mi congratulo con 
voi signori di una così sincera compagnia! Come posso fidami adesso?

Aramis: Suvvia. D’Artagnan ha agito a fin di bene e poi è un “quasi moschettiere”.

Costanza: Quasi moschettiere…

D’Artagnan: Ve l’ho detto fin dall’inizio e poi non vi ho forse difeso dalle Guardie 
del Cardinale?

Costanza: E’ vero… ma, mi avete mentito!

Athos: Adesso smettiamola con questi inutili battibecchi.

Porthos: Andremo io e lui alle segrete. Athos resterà con il vescovo.

Aramis: (a Porthos) Bentornato fra noi.

Athos: Allora siamo d’accordo: Aramis e io ruberemo la busta e voi libererete l’oste.

Porthos: Mi piace! Faremo così. (alza il calice per brindare) Uno per tutti!

Tutti: Tutti per uno! (escono)

Richelieu: (quasi simultaneamente entrando sulla pedana dall’altra parte del 
palcoscenico seguito da Milady; Poco dopo si intravede Athos che 
ascolta di nascosto il dialogo) 
Tutto per me!
Dite che la nostra staffetta ha accettato di buon grado la missione?
…senza discussione?

Milady: Di buon grado non direi, comunque ha accettato.

Richelieu: Bisognerà tenere gli occhi aperti; comunque non le daremo modo di 
allontanarsi troppo da Parigi. Appena sarà fuori dalle mura cittadine la farò 
arrestare. Quando si scoprirà che ha con se una lettera della regina che 
manda il suo diadema in pegno d’amore al lord inglese il gioco sarà fatto: 
Ho fatto fare una copia del sigillo reale, lo stesso che la regina appone alle 
sue lettere private. Scoperto il tradimento il re andrà su tutte le furie e la 
farà bandire da palazzo. Così mio sarà tutto il potere.
…e il contadin non dovrà mai sapere…

Milady: (distrattamente) Quanto è buono il formaggio con le pere!

Prende una busta e la consegna a Milady

Richelieu: In questa busta c’è la lettera e in questo scrigno il diadema. Fate che parta 
presto e che la arrestino subito.

Milady: Non abbiate dubbi…

Esce

Richelieu: E poi (sfregandosi le mani) la farò finita anche con quegli inutili 
moschettieri: “Uno per tutti”.
Tutto per me! (ridendo esce di scena) Tutto per me… 

Entra in scena Athos che prende una busta dallo scrittoio del Cardinale. Vi introduce una lettera e poi la chiude con il sigillo reale.

Athos: La trappola è pronta; non resta che farla scattare… (esce)

In centro scena arriva Costanza. Si guarda attorno innervosita cercando qualcosa o qualcuno. Finalmente vede i moschettieri nascosti e allora sembra rilassarsi.
Arriva Milady.
Anche quest’ultima si guarda attorno e avanza cautamente. Vede Costanza e le si avvicina.

Milady: Bene. Siete stata di parola. Ecco la busta che dovrete portare in Inghilterra.

Costanza: E mio marito, e Ninette?

Milady: Quando sarete di ritorno lo troverete all’osteria, come se non fosse successo 
nulla.

Costanza: E per il viaggio?

Milady: Ecco quanto vi occorre è in questo sacchetto di monete. Andate ora.

Costanza: Ho la vostra parola…

Milady: Andate!

Costanza si avvia mentre Milady la controlla, poi appena questa si allontana corre verso i moschettieri e consegna loro la lettera ricevendone in cambio una uguale. 

Entrano in scena Guardia 4, Guardia 3 e Guardia 5

Guardia 4: Questo turno non è ancora finito

Guardia 3: Sono stanco; speriamo che il cambio arrivi in fretta.

Guardia 4: Non vedo l’ora di sdraiarmi in un letto morbido.

Guardia 5: eccoli! Stanno arrivando.

Marcetta e arrivano le guardie.

Capo delle Guardie: Tutto bene?

Guardia 5: Bene, capo!

Guardia 3: Non è successo nulla.

Capo delle Guardie: Allora potete andare.

Marcetta i tre escono di scena

Coatanza fa per riprendere la strada però viene bloccata dalle guardie del cardinale che la arrestano.

Capo delle Guardie: Ferma voi! Non si può lasciare la città senza salvacondotto.

Guardia 2: Dove credete di andare?

Costanza: Lasciatemi andare! Non ho fatto nulla.

Guardia 1: E’ la donna della locanda.

Capo delle Guardie: Sapevo che ci saremmo rivisti e questa volta a quanto pare non 
c’è il vostro amico a difendervi. 

Guardia 2: E questo cos’è? (le prende di mano la lettera) Capo! Una lettera 
indirizzata a Lord Buckingham! 

Guardia 1: Qui c’è aria di congiura.

Capo delle Guardie: Seguiteci. Siete in arresto per sospetto tradimento.

Costanza: Tradimento? Ma… Voi vi sbagliate!

Le guardie arrestano Costanza e la portano fuori scena.

A palazzo intanto fervono i preparativi per la festa. In scena Re, Cardinale Richelieu e Milady e moschettieri travestiti. 

Richelieu: Allora sire, perché la Regina non si fa vedere?

Re: Non so. Sembrava felice di questa festa in suo onore.

Richelieu: Fatela chiamare.

Re: L’ho già mandata a chiamare un’ora fa. Si stava preparando, aveva detto che non 
ci avrebbe messo molto tempo.
Il Cardinale fa un cenno a Milady che avanza verso il re.

Milady: Mio signore se volete posso andare a sollecitarla.

Re: Si, Si! Fate come credete, purché si cominci… Io così mi annoio da morire!

Richelieu: Dovete ammettere maestà che questo atteggiamento è a dir poco, sospetto.

Re: Cosa intendete dire?

Richelieu: Via cercate di seguirmi…

Il re gli si mette dietro

Re: Purché andiate piano…

Richelieu: Cosa fate! “Cercate di seguirmi” è un modo di dire.

Re: Dite?

Richelieu: Intendevo dire che tutto ciò è molto strano, sembra quasi che la 
regina temporeggi in qualche modo per prendere tempo, come 
se avesse qualcosa da nascondere e temesse di essere scoperta.

Re: La regina?! Mio caro Richelieu non vi facevo così sospettoso.

Richelieu: Se la sovrana comparirà innanzi a noi in questo momento, ritirerò la mia 
insinuazione… 

Milady entra sola

Milady: La regina non è ancora pronta. Dice che ha la nausea.

Il Cardinale scambia una rapida occhiata con il re (come per dire “che vi dicevo io?)

Re: Molto bene. Andrò io stesso a chiamarla e se non scenderà dovrà fare i conti con 
me… Anche i baroni e i marchesi se occorre!

Il re fa per avviarsi quando entrano le guardie sulla marcetta con Costanza prigioniera.

Re: Dico! Come vi permettete di entrare così a corte?!

Capo delle Guardie: (Rivolgendosi a Richelieu ignorando il re) Abbiamo arrestato 
questa spia!

Costanza: Non sono una spia!

Guardia 5: Taci tu!

Richelieu: Una spia? Perché sostenete che questa donna sia una spia?

Capo delle Guardie: Perché l’abbiamo trovata in possesso di questa lettera indirizzata 
a un Lord inglese… 

Guardia 3: …e uno scrigno contenente questo diadema.

Richelieu: Fate vedere!(Prende lettera e diadema, strizza l’occhio a Milady 
e consegna tutto al re) Tenete maestà. Controllate voi stesso.

Re: Questo è il diadema che ho regalato alla regina per il suo onomastico! Che ci fa 
in mano di questa donna? (a Costanza) Lo avete rubato voi?

Costanza: Non ne sapevo nulla sire e, non sono ne una ladra ne una spia!

Re: Qualcuno mi vuole spiegare cosa sta succedendo?

Richelieu: E’ evidente che si tratta di un pegno d’amore della regina per un certo lord 
inglese. Leggendo la lettera forse capirete di più.

Re: Se ciò che mi dite è vero la regina passerà dei guai molto seri.
(A Milady) Andate nuovamente a chiamare la regina. Ditele che è un ordine e se 
non si presenterà subito manderò le guardie a prenderla.

Regina: (entrando) Non c’è bisogno che mandiate nessuno.

Re: Eccovi dunque! Ora risponderete pubblicamente delle accuse che vi hanno fatto.

Regina: Prima di accusare me, leggete quella lettera.

Re: Non ce n’è bisogno. Questi gioielli parlano chiaro.

Regina: Leggetela. Vi prego.

Re: (straccia la busta e legge): Caro Lord Buchingham; Caro! Sentite?

Regina: Leggete fino in fondo, poi commenterete.

Mentre il re legge, il Cradinale cambia lentamente espressione perché non si tratta della lettera che ha scritto lui, si accorge che è stata sostituita con un’altra.

Re: Caro Lord Buckingham, vi scrivo questa lettera per chiedere il vostro aiuto in un 
momento molto delicato per me. Perché non abbiate dubbi sull’origine di questa 
missiva ho disposto che vi sia consegnato lo stesso diadema di brillanti che mi fu 
regalato dal sovrano mio marito il giorno del mio onomastico. La corona di 
Francia è in pericolo perché lo stesso Cardinale Richelieu sta complottando ai 
danni di re Luigi. Un vostro intervento potrebbe risolvere la situazione senza 
eccessivi spargimenti di sangue. La regina … Cosa vuole dire tutto questo?

Richelieu: (tra se) Mi hanno trombato…

Regina: Vuole dire che l’unico vero traditore è il Cardinale Richelieu.

Richelieu: Come osate? Questa non è la vera lettera! (poi a Costanza) E Voi donna! 
Sapete qual è il trattamento per le spie? Guardie arrestate tutti! Anche il 
Re!

A questo punto entrano in azione i moschettieri Athos e Aramis

Aramis: Come sapete che non è la vera lettera?

Athos: Forse perché è diversa da quella che preparaste voi per far cadere la colpa 
sulla regina?

entrano in scena anche l’oste e Ninette con D’Artagnan e Porthos.

Costanza: Bonacieux! Ninette!

Oste: Costanza!

Ninette: Zia!

Si abbracciano

Re: Che ci fanno qui questi individui? Ma dove siamo a corte o al mercato?

Richelieu: (quasi isterico)Arrestateli tutti!

Guardia 1 e Guardia 5 tengono sotto tiro Costanza, l’oste e ninette;

Capo delle Guardie: Avanti miei prodi!

Guardia 3: Questa volta ci faremo valere!

Guardia 2: Abbiamo un conto ancora in sospeso!

Guardia 3 e 2 Affrontano Porthos e D’Artganan.

Guardia 4: Non ve la caverete stavolta!

Capo delle Guardie: Finirete alla Bastiglia!

Affrontano Athos e Aramis

Inizia un duello tra i moschettieri e le guardie del Cardinale che finisce con le guardie che vengono disarmate e il Cardinale costretto ad arrendersi. Milady viene bloccata da Costanza e poi consegnata ai moschettieri.

Re: Penso di aver diritto ad una spiegazione. Ora.

Costanza: Questo sire è il mio consorte che era stato arrestato ingiustamente dal 
Cardinale per ricattarmi e costringermi a portare la lettera in Inghilterra.

Regina: (Al re) E’ così. Non ho mai pensato di tradirvi.

Aramis: Anche questa volta la corona è salva!

Porthos: Direi che si può festeggiare.

D’Artagnan: Sire, prima di finire avrei una richiesta da fare.

Re: Ma noi due non ci siamo già visti? 

D’Artagnan: No!

Re: Qual è la vostra richiesta?

D’Artagnan: Vorrei diventare moschettiere!

Regina: (a Costanza) …Non lo era già?

Costanza: Un giorno vi racconterò tutto…

Re: E sia! Si dia inizio alle danze.

I moschettieri portano fuori i prigionieri e poi rientrano.
Ballo finale in cui la regina sfoggia il suo diadema e D’Artagnan viene nominato moschettiere del re.