ROTWEISS KABARETT
Una farsa per Seveso
1976-2006

di

Andrea Taddei

© 2007. Tutti i diritti sono riservati

 

PERSONAGGI:

HEDDA WALDVUGEL e HINGE VON ZWAIHL, ricche borghesi di Berna.
Parti per interpreti maschili. Ambedue in doppiopetto maschile e cravatta, con parrucca femminile.

MARIA, cameriera italiana di casa Waldvugel.
Parte per interprete femminile. Indossa un abito smesso della padrona, diverso di Quadro in Quadro. È molto dimessa e in soggezione; anche quando informa o rivendica, lo fa sottotono senza mai essere aggressiva, anzi, sembra scusarsi delle parole che dice.

LA CANTANTE, patriota svizzera.
Attrice cantante.

 

 

Con l’improvviso buio, una battuta di rullante. L’occhio di bue illumina a vuoto un angolo del palco. Nel silenzio entra timidamente nel cono di luce la Cantante. Comincia, piano, la musica.

LA CANTANTE: [recitato]
Achtung, Damen und Herren, Mesdames et Messieurs,
Attention, s’il vous plaît.
Mie signore e signori: benvenuti.
Wilkommen e Voilà! Questo è
l’istruttivo
l’interessante
il divertente
Rot Weiss Kabarett!
(Mostra una bandierina svizzera) Perché Rot e Weiss?, chiederete.
Rouge e Blanc: pourquoi?
Rosso e Bianco, rispondo, come la nostra bandiera.
La conoscete: un bianco innocente segno del più
che campeggia sul nostro rosso vivace vessillo.

[Canzone]
Olalà delai! Olalà delai! Olalà delai!

La mia Svizzera confina:
con la grande Germania a settentrione,
con Austria e Liechtenstein a oriente,
con la dolce Francia a occidente
e a sud, maledizione, con l’Italia, il meridione…

Olalà delai! Olalà delai! Olalà delai!

Quarantunmila duecentottantacinque
i chilometri quadrati;
sette virgola tre milioni
gli abitanti qui insediati
duecentotrentasette cadauno,
di spazio ne abbiam poco per ognuno.

La Svizzera è un paese
densamente popolato.

Olalà delai! Olalà delai! Olalà delai!

[Recitato sopra la musica]
Quello che vogliamo raccontare è come
l’operosa nostra gente
sia stata offesa e denigrata da chi, irriconoscente
Sciaiser, scortese,
tanto ha avuto dal nostro grande piccolo Paese.
E di come, in compenso,
tolleranza e buon senso,
infine, abbiano trionfato, al di là
di diffidenze e di malvagità.

Nella commedia,
i fatti, i luoghi
e le persone
sono soltanto
un’interpretazione
teatrale
però ispirata
a una delle tante storie vere…

[Canzone]
Cartina geografica alla mano,
le zone in cui si suddivide sono tre:
le Alpi, il Giura, e l’Altopiano.
Tra i monti più importanti c’è
Il Massiccio San Gottardo, il Gran Combino,
il Monte Rosa, Il Suretta e il Sassariente.
È pure nostra la vetta del Cervino:
Chi dice che è italiana mente!
Tra i fiumi abbiamo il Rodano e il Reno
L’Inn, lo Spol e il Mera, il Poschiavino.
Scende in Italia poi, ma nondimeno
è nostra, la sorgente del Ticino…

E quanti laghi! Il Lago di Ginevra, di Costanza,
Il Lago di Lugano, quello di Morat e, sissignore,
la parte più bella e più di rilevanza
del lago scivolato un po’ in Italia, quello Maggiore!

Olalà delai! Olalà delai! Olalà delai!

[Recitato sopra la musica]
Come immaginate il salotto di casa Waldvugel in Marktgasse a Berna?
Alle pareti di biscotto saranno appesi forse quadri che raffigurano paesaggi alpini…
Coi pini e le vette lassù…
Di certo ci saranno anche un grande orologio a cucù e teste dei cervi come trofei
e – sui bei mobili di cioccolata fondente – altri orologi, una grande scacchiera, scrigni (sicuramente), tabacchiere e collezioni di francobolli e coltellini di varie dimensioni.
Le poltrone non potranno che essere imbottite con banconote di tutto il mondo, mentre sul davanzale delle finestre incorniciate dalle tendine bianche non mancherà, orgoglio della signora Waldvugel, un trionfo di gerani rossi.
Vedete Maria, la cameriera: entra vestita con un allegro abito da ballo.
(Si presenta Maria) Il vassoio da colazione pieno
con i tipici prodotti: i celebri formaggi e il celeberrimo cioccolato;
il Kalbfilet, filetto di vitello;
il Rindfilet, filetto di manzo;
lo Schweinschnitzel, cotoletta di maiale;
il Lederpiessli, fegato alla griglia;
trota in bianco alla mugnaia o alle mandorle e pesce persico;
e la Raclette, fette di formaggio fuso accompagnate da patate e sottaceti.
Vino rosso, ottimi brasati, polente, risotti e dolci… porto il conto?
Olalà delai! Olalà delai! Olalà delai!
(Si presenta Hedda Waldvugel) Segue la signora Waldvugel in costume tradizionale svizzero.

Maria e Hedda Waldvugel prendono le loro posizioni sulla scena.

È una luminosa mattina d’inverno. Si sente l’acqua dalla fontana della piazza e il carillon delle campane da un vicino campanile.

Cambio di luce. Nel mentre, la Cantante si fa da parte.

 

Primo Quadro

HEDDA WALDVUGEL: (quasi cantilenando) Lasci, chiuderò io le finestre, più tardi, Maria,
a me piace il freddo.

Parte una musichetta, durante la quale sbriga la contabilità.

Questo freddo che soffia da Lauberhorn impolverato di neve.
Corrobora, l’aria pura, quando intorpidite le nari, frizzante,
la senti entrare nel petto ghiacciata;
e scalda il cuore il buon odore di Natale
che esce dai mille (conta i soldi sottovoce: “Duemila, tremila, quattromila…”)
comignoli sui bianchi tetti spioventi.
È questa aria pungente eppure dolce
che ci ha fatti, noi dell’altopiano:
siamo figli dei venti (conta i soldi sottovoce: “Trenta, quaranta, cinquanta…”)
che scendono dalle dritte
cime del massiccio innevato dell’Eiger e dell’odore
infantile di Vanillekipferl appena sfornati…

Tintinnio della cassa.

Oh, ascolti: i campanelli delle slitte!

[Scenetta]
La fontana con l’allegoria della moderazione
zampilla mentre i bravi cittadini operosi passano
in silenzio intenti alle loro faccende mattutine.
Ecco laggiù il signor Sambeth, il fornaio, che cammina distratto;
E lo saluto cordialmente! Olalà-i-ù!
Ecco il signor Jann appena uscito da una delle tantissime banche
con la sua valigetta piena di Talleri d’oro. Buon giorno signor presidente!
Poi il signor dottor Hoffman che si affaccia dalla storica sua farmacia
e sorride ai bambini che ha guarito dalla tosse cattiva.
Grazie tante, dottore!
Mi porti il latte, Maria.

Fine della musichetta.
Maria esce.

I borghesi di Berna sono davvero pacati e composti, benevoli signori;
e io sono fiera di essere una di loro: Schweizer Mittelland da generazioni!

Maria rientra con il latte.

Ah, il bianco latte delle nostre mucche!
Bollito al fuoco di un tronco di quercia!

È per lei una fortuna davvero, Maria, vivere in questa nostra bella città.
Mica a Napoli.
A Napoli sudano sempre e non si lavano mai, neanche a Natale.
(La guarda) Le sta bene il mio abito da ballo; decisamente lo preferisco al completino nero.
Quest’inverno metta quello, tanto io ne ho uno nuovo…
(Va verso uno scrigno) Mio figlio? Ha preso le vitamine?
MARIA: Sì. È tornato da Snowboard. Ora è a farsi il massaggio facciale, lo chiamo?
HEDDA WALDVUGEL: No, aspetti.
(Apre lo scrigno) Gli porti il lingotto settimanale. Gli basterà? Un lingotto può bastare.
(Dà il lingotto alla cameriera) Dopo torni. Mi deve cotonare, non sopporto i capelli così scesi.

Si sente il campanaccio della porta.

Suonano alla porta. Adesso vada ad aprire.
Come sempre sarà la signora von Zwaihl.

Maria esce.

Col marito in Italia per lavoro, è sempre qui…

Rientra Maria seguita dalla signora von Zwaihl.
Saluto rituale fra le due signore con passo di ballo alpino.

HINGE VON ZWAIHL: Hedda, cara! E cipicip cipiciap!
HEDDA WALDVUGEL: Cipiciap, Hinge! Ti aspettavo.
(Mostra il vassoio) Una fonduta?
HINGE VON ZWAIHL: Danke, ho già fatto colazione.
(Guarda Maria) Che carina la nostra Maria vestita da baiadera…
HEDDA WALDVUGEL: È un mio vecchio costume da agile ballerina di polka…
(A Maria) Vada pure in cucina; vada a sfornare meringhe…

Maria esce.

Ho dovuto metterle su un po’ di colore. Piccina! di suo è così triste…
HINGE VON ZWAIHL: Certo, la meridionale un po’ meno severa, s’intona di più al tuo gaio salotto!
HEDDA WALDVUGEL: Oh, ma è molto cambiata, da quando mio marito me l’ha regalata.
Ricordi? Me la portò su da Napoli quando comprammo la fabbrica in cui lavorava Gennaro,
il suo uomo.
HINGE VON ZWAIHL: E quel Gennaro dov’è?
HEDDA WALDVUGEL: Trasferito
nella nostra nuova fabbrica di profumi, sempre in Italia.
HINGE VON ZWAIHL: Oh, anche il mio Herwig è laggiù, adesso. La sua è una missione.
È d’esempio il sacrificio che compie ogni giorno che Dio manda in terra
in nome del progresso e del nostro benessere.
Quanta perseveranza nel perseguire gli obbiettivi di crescita, quanta abnegazione nello svolgere con superiore senso di responsabilità i suoi compiti di Direttore Tecnico Generale! Se non fosse mio marito direi che è grazie a lui che l’industria è così bene avviata e che il suo merito andrebbe riconosciuto nel prossimo Consiglio d’Amministrazione con un premio di rendimento adeguato che lo incoraggerebbe a proseguire con ancora più entusiasmo sulla strada virtuosa già intrapresa… Oh, Hedda, parlane a Gunter, ti prego.
HEDDA WALDVUGEL: Mio marito è un bravo presidente. Saprà da solo cosa fare.
HINGE VON ZWAIHL: Oh, Hedda! Un aumento anche simbolico di pochi Franchi… per la beneficenza… Sai quanto ho a cuore la causa degli Yorkshire abbandonati sui divani!
HEDDA WALDVUGEL: Ti prego Hinge, non guastare l’idillio di questa mattina con argomenti così tristi!
Gli Yorkshire abbandonati!
HINGE VON ZWAIL: … Sui divani.
HEDDA WALDVUGEL: Solo perché possiedi uno Yorkshire! È uno Yorkshire, vero?, il tuo Franz o come demonio si chiama…
HINGE VON ZWAIHL: Franz, caro! L’ho lasciato appunto a casa, abbandonato sul divano.
Fallo per lui, non è di buon umore…
Ahimè! Non sopporta la lontananza del suo bravo padroncino Herwig.
Non potevamo costruirlo qui a Berna, quello stabilimento?
HEDDA WALDVUGEL: (rimproverando bonariamente) Mia cara! Avresti voluto qualcosa di diverso da questo splendido panorama davanti alle finestre? Non farmici pensare!
Non è bello vedere il cielo e le montagne? Qui è tutto così perfetto così com’è!
Lascia quella fabbrica dov’è,
nel Sud non hanno il nostro concetto di paesaggio.
Nel Sud amano le fabbrichette! Ne disseminerebbero la campagna!
HINGE VON ZWAIHL: Oh, Hedda, non c’è cosa migliore che fare del bene ed essere ricompensati,
anche economicamente. Ti fa sentire profondamente in pace con te stessa!

Rientra Maria a ritirare il vassoio. Hedda la ferma con lo sguardo.

HEDDA WALDVUGEL: Vero, Maria, che a Gennaro piace lavorare laggiù in mezzo a tutta quell’architettura industriale?
MARIA: (con gli occhi bassi) Dice che puzza.
HEDDA WALDVUGEL: (pausa, meravigliata) Cosa?!
Com’è possibile che ci sia puzza dove si creano profumi di ogni sorta?
MARIA: Dice così.
HINGE VON ZWAIHL: (ride, affettata) Ah! Ah! Ah!
MARIA: (cerca di farsi coraggio) Dice che ha gli occhi rossi che bruciano, la sera…
HEDDA WALDVUGEL: Non sarà una scusa per andare in malattia? Voi italiani per non lavorare…
MARIA: Scusi signora ho il forno acceso e non vorrei… sa com’è! (Esce)
HEDDA WALDVUGEL: Prego, prego… Gli occhi rossi! L’hai sentita? Senti come mi risponde?
HINGE VON ZWAIHL: Sei anche troppo paziente, senti me…
HEDDA WALDVUGEL: Se non vogliamo incrinare l’equilibrio di questa splendida giornata
dobbiamo essere gentili e corretti:
ne va del nostro buon nome e di quello dell’azienda.
HINGE VON ZWAIHL: Sei squisita.
HEDDA WALDVUGEL: Lo so, e quindi
concederò un piccolo sfogo alla cameriera.
Maria!

Entra Maria.

Cosa sono queste storie di puzze e bruciori?
MARIA: Gennaro mi ha detto così. Dice anche che sono morte delle pecore che bevevano al torrente.
HEDDA WALDVUGEL: Oh!… Che torrente?
MARIA: Quello dove scarica la fabbrica.
HINGE VON ZWAIHL: Non sarà l’unica fabbrica che scarica in quel torrente, spero!

Pausa.

MARIA: Infatti. Posso andare?
HEDDA WALDVUGEL: Vada, vada, che si bruciano le meringhe…

Maria esce.

altro che gli occhi del tuo Gennaro!
HINGE VON ZWAIHL: Non hanno pecore sane, in Italia. Certo! Muoiono di stenti e danno la colpa a noi!
Quasi quasi disdico le ferie a Cannobbio per rappresaglia…
HEDDA WALDVUGEL: Oh, Hinge, pazienta! Non sono abituati al progresso, ma appena ne godranno i benefici, vedrai che non faranno più caso alle pecore morte.
Quando si saranno arricchiti con i nostri lauti stipendi, nessuno vorrà più fare il pastore.
Quanto può costar mai una pecora?
HINGE VON ZWAIHL: Morta, cadavere, la putrida carcassa, vuoi dire?
HEDDA WALDVUGEL: Viva, Hinge! Parliamo di pecore vive, per favore.
HINGE VON ZWAIHL: Non saprei, ma credo poco. Certo meno, molto meno del mio Franz.
HEDDA WALDVUGEL: E allora! Quante storie!
Scommetto che con un gregge non pago neanche la pedicure per un anno…
Maria!
MARIA: (rientrata) Signora…
HEDDA WALDVUGEL: Deve cotonarmi. Prenda la lacca.

Maria esce.

Mentre mi pettina sarà più facile farla confidare.
HINGE VON ZWAIHL: Sei scaltra!

Rientra Maria.

HEDDA WALDVUGEL: (a Maria, ma rivolta a Hinge) Anche la lacca la produciamo noi. O meglio, una delle nostre tante aziende…
HINGE VON ZWAIHL: (fa un cenno d’intesa a Hedda) Vero Maria?
MARIA: (decisa) Certamente.
HEDDA WALDVUGEL: Certamente cosa?
MARIA: (prudente) Certamente è fatta con sostanze prodotte dalle aziende che fanno capo a…
HINGE VON ZWAIHL: Sostanze? Che ne sa lei di sostanze!
MARIA: (timida) Be’… il cloruro e l’acido fenilacetico, l’alcool benzilico, la benzaldeide, il terpineolo…
HINGE VON ZWAIHL: (con le mani alle orecchie) Ferma! Ferma… Non ne capisco un accidente!
MARIA: (abbassa il tono e comincia a cotonare la signora Waldvugel) … cianuro di sodio, cloro, ossido etilene, l’acetato di benzile…
HEDDA WALDVUGEL: Ma senti senti…
Noi produrremmo questo “acetato di benzile”?!
MARIA: (come riportando) È cancerogeno. E la benzaldeide può causare effetti mutageni.
HINGE VON ZWAIHL: … Mutageni?
MARIA: Come effetti mutageni si intendono quegli effetti causati da agenti esterni che possono indurre diversi tipi di mutazioni, da mutazioni puntiformi ad aberrazioni cromosomiche.
HEDDA WALDVUGEL:  Mutazioni puntiformi… aberrazioni? O mio Dio!
MARIA: Queste sostanze possono indurre modificazioni del DNA causando mutazioni.
HINGE VON ZWAIHL: (a Hedda) Questa legge troppi brutti fumetti di fantascienza!
HEDDA WALDVUGEL: (a Maria) Vada avanti…
MARIA: (preparata) Un altro composto estremamente tossico usato come intermedio per la fabbricazione di coloranti, prodotti farmaceutici, solventi e materie plastiche è il fosgene.
HINGE VON ZWAIHL: Conosce anche questo fosgene…?!
MARIA: La caratteristica dell’azione tossica acuta del fosgene è data dal tempo di latenza che trascorre fra l’inalazione e la comparsa dei sintomi più gravi con l’immediata comparsa di dolore alla faringe, il bruciore al naso e alla congiuntiva e con la difficoltà di respirazione… (Dà uno spruzzo di lacca sulla testa della signora)
HEDDA WALDVUGEL: Ah! Mi avverta quando spruzza! (Recupera il fazzoletto e si copre naso e bocca)
MARIA: Scusi. Spruzzo. (Spruzza) Le conoscenze degli effetti nel campo della patologia umana del fosgene derivano dal suo impiego come gas di guerra nella Prima Guerra Mondiale.

La signora Waldvugel prende a tossire.

HINGE VON ZWAIHL: La Grande Guerra, addirittura! E poi?
MARIA: (adesso più sicura) Altro prodotto tossico della fabbrica è l’ICM 110-3-fenil-5-cloroantranile. Materie prime usate: nitrocloro benzolo, spruzzo (spruzza), fenilacetanitrile, alcool isobutilico, spruzzo (spruzza), soda caustica, acido solforico e azoto tecnico. Spruzzo (spruzza).
HEDDA WALDVUGEL: (si scopre la bocca) Il veleno non si chiama con quei nomi, il veleno si chiama “veleno”, e basta.

Pausa.

MARIA: (ripone il flacone, sistema qualche ciuffo alla signora con la coda del pettine poi prende la spazzola) Da poco la fabbrica ha iniziato, inoltre, la produzione di triclorofenolo, molto usato in Vietnam; e con lui, il tetracloro-dibenzo-p-diossina – TCDD o diossina – uno dei più potenti veleni conosciuti al mondo.
HEDDA WALDVUGEL: Può bastare. Tolga quelle mani dai miei capelli e se ne torni in cucina.

Maria esce.

Senti come parla?!
HINGE VON ZWAIHL: Diossina, dice!
Si è inventata tutto, questa figlia di pizzaiuolo!
È di Napoli, non dobbiamo dimenticarcelo…
HEDDA WALDVUGEL: Ma sì! Ha sciorinato qualche nome letto, chissà,
sulla scatola del veleno per topi…
HINGE VON ZWAIHL: Hai i topi?
HEDDA WALDVUGEL: Non abbiamo i topi, in Svizzera, cara.

Cambio di luce.

LA CANTANTE: [canzone]
La Repubblica Svizzera
è un’unione in confederazione
di ventisei piccole nazioni
note in tutto il mondo come Cantoni.

Ah! Canton San Gallo! Odela-idilai Oh Ohh!
Sciaffusa e Appenzello! Odela-idilai Oh Ohh!
Che bello lo Svitto e il Cantone dei Grigioni!
Odelai ode la de lai ode dilai Oh Ohh!
Buoni anche il Vallese, lo Zugo e il Nidvaldo,
Odela-idilai Oh Ohh!
L’Obvaldo, l’Uri e il Cantone del Ticino!

A livello federale, i poteri esercitati
dal Consiglio Nazionale dal Consiglio degli Stati.

Grandi città sono Zurigo, Ginevra, Lucerna.
Poi c’è Losanna, Lugano, Winterthur, Balerna.
Ma la capitale è Berna!

Le lingue ufficiali sono tre
(il Romancio non è
che parlato in qualche zona):
lo Svizzero-Tedesco in primo piano,
il Francese in percentuale buona.
Poi c’è, maledizione, l’Italiano.

[Recitato sopra la musica]
Avete mai sentito uno di noi lamentarsi per qualcosa? Noi siamo così:
è la nostra discrezione. Ma si capisce: il loro carattere debole e insicuro porta
infine, queste persone, all’infelicità.

[Canzone]
Ah! Canton San Gallo! Odela-idilai Oh Ohh!
Sciaffusa e Appenzello! Odela-idilai Oh Ohh!
Che bello lo Svitto e il Cantone dei Grigioni!
Odelai ode la de lai ode dilai Oh Ohh!
Buoni anche il Vallese, lo Zugo e il Nidvaldo,
Odela-idilai Oh Ohh!
L’Obvaldo, l’Uri e il Cantone del Ticino!

[Recitato sopra la musica]
Ricordate il salotto in Marktgasse a Berna?
Con le pareti di biscotto e i pini e le vette lassù…
L’orologio a cucù e le teste dei cervi?
E Maria, la cameriera dimessa?
Eccola là, vestita stavolta da viaggio
(si presenta Maria) con il vassoio della colazione pieno di prodotti tipici tra i quali i celebri formaggi e il celeberrimo cioccolato…
(Si presenta Hedda Waldvugel) E la signora Waldvugel col suo costume tradizionale.

Maria e Hedda Waldvugel prendono le loro posizioni sulla scena.

È una soleggiata mattina di primavera. Si sente l’acqua dalla fontana della piazza e il carillon delle campane da un vicino campanile.

Cambio di luce. Nel mentre, la Cantante si fa da parte.

 

Secondo Quadro

HEDDA WALDVUGEL: (conta i soldi sottovoce: “Duemila, tremila, quattromila…”) Apra le finestre, Maria. Senta che arietta fine!

Parte la musichetta, durante la quale sbriga la contabilità.

Vien giù dall’Oberland, stamani, e porta il sano
profumo delle grandi conifere alpine.
Che fragranza! Che balsamo!
È questa aria pura e frizzante la vera essenza
di cui siamo fatti noi dell’altopiano:
Siamo figli delle brezze che spirano dalle prealpi del Gürbetal
e delle limpide acque dell’Aare distillate
dalla pace degli eterni ghiacciai.

Tintinnio della cassa.

Senta i campanelli degli agnellini!

[Scenetta]
La fontana con l’allegoria della moderazione
zampilla mentre i bravi cittadini operosi passano
in silenzio intenti alle loro faccende mattutine.
Ecco laggiù il signor Sambeth, il fornaio, che cammina distratto;
e lo saluto cordialmente! Olalà-i-ù!
Ecco il signor Jann appena uscito da una delle tantissime banche
con la sua valigetta piena di Talleri d’oro. Buon giorno signor presidente!
Poi il signor dottor Hoffman che si affaccia dalla storica sua farmacia
e sorride ai bambini che ha guarito dalla tosse cattiva.
Grazie tante dottore!

Fine della musichetta.

Mi porti il latte, Maria.

Maria esce.

I borghesi di Berna sono davvero pacati e composti, benevoli signori;
e io sono fiera di essere una di loro: Schweizer Mittelland da generazioni!

Maria rientra con il latte.

Ah, il latte delle nostre mucche! Bianco e saporito, dagli alpeggi fioriti in cui pascolano serene e tranquille…
Si senta fortunata, Maria, di poter godere questa nostra bella città e non sia malinconica pensando a Napoli.
Laggiù malvagi borseggiatori sbucano dai mucchi di spazzatura abbandonata a ogni angolo.
Sa che quel mio sorpassato abito da viaggio le dona?
E mio figlio? Ha preso le vitamine?
MARIA: Sì. È tornato da Canyoning, ora è farsi i bagni di fieno, lo chiamo?
HEDDA WALDVUGEL: No, aspetti.
(Apre uno scrigno) Gli porti il lingottino settimanale. È in rosso ma si deve abituare al risparmio: un lingotto può bastare.
Dopo torni. Mi deve cotonare, non tollero i capelli così piatti.

Maria esce.

Che strano: Hinge non ha ancora suonato alla porta eppure sono le dieci precise…
Ah, no. Mancano ancora sette secondi… … … … quattro, cinque, sei…

Si sente il campanaccio della porta.

Eccola, è lei.

Entra Maria seguita da Hinge von Zwaihl.

HINGE VON ZWAIHL: Hedda, cara! Cipicip…
HEDDA WALDVUGEL: Cipiciap, Hinge, ti aspettavo!
(Mostra il vassoio) Una salsiccia?
HINGE VON ZWAIHL: Danke, ho già fatto colazione.
La nostra Maria è in partenza per il suo meridione?
HEDDA WALDVUGEL: Parte domani, nevvero?
Raggiunge Gennaro, poi con il suo caro
se ne vanno per Pasqua a San Giorgio a Cremano,
il pittoresco paesello natìo.
(A Maria) Ora esca.

Maria esce.

E Franz, il buffo cagnetto, dov’è?
HINGE VON ZWAIHL: Giovedì, il mio Herwig l’ha portato in Italia.
Per il fine settimana siamo a Gstaad dalla mamma.
Lei è allergica ai peli, si riempie di piaghe purulente.
Si gonfia il collo e comincia a colare dal naso…
HEDDA WALDVUGEL: Smettila, povera mamma!
HINGE VON ZWAIHL: … una bava molliccia…
HEDDA WALDVUGEL: Allora! Parlavamo di Franz!
Non potevate darlo a una pensione per Yorkshire?
HINGE VON ZWAIHL: Contavamo di farlo nel caso Herwig avesse avuto anche solo un piccolo riconoscimento dal Consiglio d’Amministrazione per la sua attività sempre volta al meglio per l’azienda con cui creare una fondazione benefica a favore degli Yorkshire di cinque anni e mezzo bisognosi di asilo. Ma purtroppo, non avendo l’appoggio che ti chiedo – grossen strunz! –, la Fondazione Franz von Zwaihl per il mantenimento, il veterinario, l’acconciatore, collari e guinzagli, eccetera, per gli Yorkshire di cinque anni e mezzo non esiste ancora, e così quel benedetto uomo di mio marito l’ha affidato al signor Rossi, il capo reparto.
Speriamo non mi prenda le pulci o le zecche, o qualche altro schifoso parassita
che non aspetta altro che un piccolo cagnolino lindo e profumato da infestare…
HEDDA WALDVUGEL: Basta, Hinge!
HINGE VON ZWAIHL: … con gli artigli pelosi…
HEDDA WALDVUGEL: Ehi! Vuoi rovinarmi la colazione?
Il capo reparto non avrà certo le pulci, credo, almeno.
HINGE VON ZWAIHL: L’ho pregato di non farlo mai uscire dal cancello dello stabilimento, per nessuna ragione.
Lo sai che mi manca, il mio Puffi-Puffi?
Oh, se la fabbrica fosse stata qui a Berna…
HEDDA WALDVUGEL: Ci risiamo! Ma cara, non è meglio dare lavoro e sviluppo ai paesi che ne hanno bisogno?
Loro ne hanno. È grazie a noi, che teniamo la cassa evitando gli sprechi (mantenendo la trasparenza delle nostre fonti, peraltro) che possono finalmente usare ogni rivolo, ogni torrente o fiume per facilitarsi il lavoro.
HINGE VON ZWAIHL: Sono in ambascia per Franz… non vorrei che bevesse quell’acqua.
HEDDA WALDVUGEL: Cos’ha quell’acqua che non va?
HINGE VON ZWAIHL: Chiediamo a Maria.
HEDDA WALDVUGEL: Cosa vuoi che ne sappia!
HINGE VON ZWAIHL: Mi sembrava informata…
HEDDA WALDVUGEL: Ma se è una selvaggia!
HINGE VON ZWAIHL: Maria!

Entra Maria.

Oh, eccola.
Dolce Maria: Parlava tempo fa di un nuovo profumo di nostra produzione…
Vorremmo saperne di più, sa, domani è il compleanno di mia cugina Hannegrete, quella che
si mangia la pellicina delle unghie fino a sanguinare, poi lecca il sangue…
HEDDA WALDVUGEL: Hinge, che schifo!
MARIA: Profumo?
HINGE VON ZWAIHL: Ma sì! Quello della prima guerra mondiale! Bum! Bum! Bum!
MARIA: Il fosgene?
HINGE VON ZWAIHL: Ecco, sì! (Pronunciando alla francese) “Fosgène”. Mi sembra quello.
HEDDA WALDVUGEL: E magari anche l’altro: … quel profumo vietnamita… “Tricòso”… “Triciclo”…
MARIA: Il triclorofenolo.
HEDDA WALDVUGEL: Oh, sì, quello! Scusi, ma sono nomi così brutti e complicati…
HINGE VON ZWAIHL: Le ha detto qualcosa il suo Gennaro in proposito?
HEDDA WALDVUGEL: A quanto va in profumeria, lo sa, per esempio?
MARIA: (fa due conti) Riducendo la presenza di solventi e in particolare del glicol etilenico, si riducono i costi per l’acquisto, per la manutenzione e per lo stoccaggio e pure il personale addetto e i tempi complessivi per la lavorazione…
HEDDA WALDVUGEL: Quindi costa pochissimo farlo… che ti dicevo?
MARIA: In più, diminuendo la presenza di solvente si aumenta lo spazio utile nel reattore, permettendo l’impiego di dosi maggiori di reagenti per ottenere più quantità di triclorofenolo a parità di volume di riempimento del reattore a ogni carica…
HEDDA WALDVUGEL: Un bel guadagno, accipicchia!
HINGE VON ZWAIHL: Dev’essere un’altra brillante idea di Herwig, lui sa come abbattere i costi!
MARIA: (mortificata) Purtroppo questo sistema origina un prodotto finale altamente impuro mantenendo altissimo il rischio di produzione di diossina durante il processo di lavorazione, a causa dell’elevata temperatura durante la reazione…
HEDDA WALDVUGEL: Eh, non esageri adesso!
HINGE VON ZWAIHL: Sarà mica nel sindacato, il suo Gennaro?
HEDDA WALDVUGEL: Parliamo pur sempre di profumeria, mica di arsenale chimico!
MARIA: C’è il sospetto, che il triclorofenolo non sia diretto alla produzione di esaclorofene ma sia parte di una o più linee di prodotti sporchi sintetizzati all’estero e destinati a paesi privi di normative e controlli adeguati o addirittura destinato proprio alla fornitura militare di aggressivi chimici.
HEDDA WALDVUGEL: Lei parla per sentito dire… Lei parla a vanvera di guerra, ma noi siamo in un paese neutrale, guarda un po’!
Vada subito a prendere un flacone di lacca!

Maria esce.

HINGE VON ZWAIHL: Ti fai cotonare? Diabolica! Vuoi saperne di più.
HEDDA WALDVUGEL: Devo indagare: quel Gennaro mi inquieta.
HINGE VON ZWAIHL: Chiedi del fiume! Non vorrei fosse già troppo tardi!
HEDDA WALDVUGEL: Lasciami fare.

Rientra Maria.

E lei sostiene che in quel flaconcino ci sarebbe tutta quella robaccia?
MARIA: Non l’ho mai detto.
HINGE VON ZWAIHL: Non l’ha mai detto, Hedda, in effetti.
HEDDA WALDVUGEL: E allora spruzzi!
Se questa lacca è inoffensiva, allora non vedo il problema… (Si copre la faccia e la cameriera spruzza)
HINGE VON ZWAIHL: Ma l’acqua, l’acqua del torrentello, per esempio… se un cagnolino qualsiasi bevesse quell’acqua?
MARIA: (cotonando la signora Waldvugel) Gli inquinamenti dovuti alle lavorazioni non sono solo limitati agli affluenti idrici, e quindi di natura primaria e immediata, ma si estendono e si moltiplicano con gli inconvenienti in bacini perdenti esterni allo stabilimento: sostanze solide, mucillaginose e liquide di natura diversa e imprecisata…
HINGE VON ZWAIHL: Imprecisata?
HEDDA WALDVUGEL: Certo, il profumo avanzato!
HINGE VON ZWAIHL: E Franz berrebbe “profumo avanzato”?
HEDDA WALDVUGEL: Avrebbe solo l’alito più sopportabile di quello che ha adesso.
(A parte) Insomma Hinge!
Non crederai a questa cìncala!
(A Maria) Vada avanti…
MARIA: … La combustione in campo aperto, primitiva e incontrollata di prodotti di varia natura, in aggiunta ai molteplici odori nauseabondi, insistenti e persistenti, che investono un raggio di alcune centinaia di metri, rappresenta un pericolo continuo e costante per le falde acquifere e per lo stesso fiume che scorre a poche decine di metri.
HEDDA WALDVUGEL: E che sarà! Lei descrive un girone dantesco!
HINGE VON ZWAIHL: Chi le ha detto le cose che dice?
MARIA: Suo marito fu denunciato alla magistratura per “avere con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso corroso e adulterato acque sotterranee destinate alla alimentazione prima che le stesse fossero attinte, rendendole pericolose per la salute pubblica, tramite lo scarico di fanghi in una pozza perdente”.
HEDDA WALDVUGEL: Sentila, parla come il pretore!
HINGE VON ZWAIHL: Falla tacere! Ti prego.
Io… Herwig von Zwaihl fu assolto per “insufficienza di prove” se proprio lo vuole sapere!
HEDDA WALDVUGEL: Può bastare, grazie. Va bene:
vuole rovinarmi la giornata con le sue immagini infernali!
Porti indietro tutto il kit!

Maria esce.

HINGE VON ZWAIHL: E tu dicevi che non ne sapeva niente! Perdinci!
Quella ne sa anche troppo!
HEDDA WALDVUGEL: Che c’entra! In queste cose gli Italiani sono inoffensivi…
È famoso il loro menefreghismo.
HINGE VON ZWAIHL: Non m’importa un mirtillo degli Italiani, penso al mio povero Franz!
HEDDA WALDVUGEL: Franz non corre alcun rischio, dovrebbe esserci una tal situazione…!
L’assoluta mancanza di cautele che la ditta ha il dovere di osservare in ossequio al bene pubblico e a un elementare buon senso.
Brutture del genere, accertabili e visibili agli occhi di tutti, non potrebbero essere tollerate,
né la ditta pretenderebbe che il tempo passi e la Natura provveda. Dico bene?
HINGE VON ZWAIHL: Oh, Hedda! Sei tutta prevenzione e profilassi!
Adesso capisco perché sei moglie del nostro presidente.
HEDDA WALDVUGEL: Figurati se non abbiamo i dispositivi di allarme e di blocco automatico!
Se non abbiamo un preciso piano di emergenza in caso di incidente
o la sorveglianza durante l’arresto settimanale dell’attività,
e soprattutto figurati se non possediamo un bel serbatoio di raccolta di possibili effluenti destinati a disperdersi altrimenti direttamente dal reattore nell’atmosfera!
HINGE VON ZWAIHL: Non ci manca niente, a noi, vero “Hedda”?
HEDDA WALDVUGEL: Certo, “Hinge”: così benestanti come stiamo!

Cambio di luce.

LA CANTANTE: La vegetazione, in Svizzera, è tipicamente alpina.

[Canzone]
L’altimetria seguendo:
nei piani, prateria;
salendo, latifoglie;
poi, boschi submontani;
più su si nota il pino,
il larice, l’abete;
i cespi degli ontani
e i pascoli su, in quota.

[Recitato sopra la musica]
Quando tutto funziona a perfezione che si dice?
“Un orologio svizzero”, si dice.
Siamo famosi per la nostra precisione scambiata talvolta per freddo calcolo, cinismo,
da chi invidia il meccanismo della nostra civiltà.

[Canzone]
Della fauna svizzera noi siamo i componenti:
lo scoiattolo, la lepre, la marmotta,
lo stambecco, il cervo, la lepre (l’ho già detta!)
E… il cinghiale, il lupo, la volpe, il daino!
Ma quanti animali!
il riccio, il picchio, la gazza,
il corvo, il martin pescatore, la salamandra,
il tritone, la trota, il cavedano e il luccio.
(Si presenta Maria) Ah, dimenticavo i vermi…
Eccola, impacciata nell’elegante vestito da metà pomeriggio!
con il solito vassoio con i tipici prodotti che sappiamo…
(Si presenta Hedda Waldvugel) E la saggia signora Waldvugel col suo costume tradizionale, come sempre.

Maria e Hedda Waldvugel prendono le loro posizioni sulla scena.

È una calda mattina d’estate in Marktgasse a Berna.
Attraverso le finestre incorniciate da tendine bianche col trionfo di gerani rossi,
si sente l’acqua dalla fontana della piazza e il carillon delle campane da un vicino campanile.

Cambio di luce. Nel mentre, la Cantante si fa da parte.

 

Terzo Quadro

HEDDA WALDVUGEL: (quasi cantilenando) Spalanchi le finestre, Maria! Non sente che aria?

Musichetta.

Arriva dal Lago di Thun dove beccheggiano le barche a vela
e i battelli con le comitive dei gitanti lasciano le loro scie nell’acqua d’intenso turchese.
Sulle sponde, nelle valli e sui solatii terrazzi naturali, i paesi sembrano dipinti.
Il tempo sembra scorrere più lentamente: “Nume nid g’schprängt” è come sempre il motto di Berna.
Noi dell’altopiano siamo fatti così: della leggera nebbiolina che si leva dall’acqua tranquilla di Brienz e conferisce al paesaggio delicati toni pastello.

Tintinnio della cassa.

Senta il saluto del trenino per Aareschlucht!

[Scenetta]
La fontana con l’allegoria della moderazione
zampilla mentre i bravi cittadini operosi passano
in silenzio intenti alle loro faccende mattutine.
Ecco laggiù il signor Sambeth, il fornaio, che cammina distratto;
e lo saluto cordialmente! Olalà-i-ù!
Ecco il signor Jann appena uscito da una delle tantissime banche
con la sua valigetta piena di Talleri d’oro. Buon giorno signor presidente!
Poi il signor dottor Hoffman che si affaccia dalla storica sua farmacia
e sorride ai bambini che ha guarito dalla tosse cattiva.
Grazie tante dottore!

Fine della musichetta.

Mi porti il latte, Maria.

Maria esce.

I borghesi di Berna sono davvero pacati e composti, benevoli signori;
e io sono fiera di essere una di loro: Schweizer Mittelland da generazioni!

Maria rientra con il latte.

Ah, il latte delle nostre mucche! Così freddo nutre e in più ci disseta.
Che fortunata, Maria, che può vivere in questa nostra bella città!
Lei pensa a Napoli.
Ma a Napoli c’è il colera d’estate
e la coda per prendere l’aliscafo per Ischia.
Le dà carattere quel mio completino da cocktail in disuso.
Mio figlio? Ha preso le vitamine?
MARIA: Sì. È tornato da Ice Climbing, ora si sta depilando, lo chiamo?
HEDDA WALDVUGEL: No, aspetti.
(Apre uno scrigno) Gli porti il lingotto settimanale. Un lingotto deve bastare.
Dopo torni. Mi deve cotonare, il caldo li abbatte.
Hinge suonerà alla porta a momenti…

Si sente il campanaccio.

È lei. Oramai la conosco.

Torna Maria seguita da Hinge von Zwaihl.

HINGE VON ZWAIHL: (preoccupata) Hedda, cara!
HEDDA WALDVUGEL: Cipicip cipiciap, Hinge, ti aspettavo!
HINGE VON ZWAIHL: (sommessa) Cipiciap… cipiciap…
HEDDA WALDVUGEL: Una fetta di lardo?
HINGE VON ZWAIHL: Danke, ho già fatto colazione.
HEDDA WALDVUGEL: Ma cos’hai stamattina? Hai una strana espressione…
HINGE VON ZWAIHL: Oh, Hedda cara, sono preoccupata per Franz…
è inavvicinabile aggressivo e nervoso.
Lascia il pelo dovunque e fa una cacchina verdognola…
HEDDA WALDVUGEL: No, Hinge!
HINGE VON ZWAIHL: … e gelatinosa…
HEDDA WALDVUGEL: Fermati!
(A Maria) E lei, che ci fa ancora qua?
Non deve far niente in cucina?
MARIA: Eviscerare le trote.
HEDDA WALDVUGEL: Orrore!
HINGE VON ZWAIHL: Le sbudella!
HEDDA WALDVUGEL: Quelle povere bestie!
Esca di qui!

Maria esce.

HINGE VON ZWAIHL: Sei arrabbiata con lei?
HEDDA WALDVUGEL: La detesto. Ieri mentre mi cotonava ha detto
che la nostra fabbrica, dove lavora Gennaro,
è nientemeno che eplosa. Esplosa! Capisci?
HINGE VON ZWAIHL: Ma che bugiarda!
Te l’ha detto per contrariarti!
Herwig mi ha parlato di un banale incidente
certamente dovuto a un operaio analfabeta e cialtrone.
HEDDA WALDVUGEL: Ordinaria amministrazione, quindi, e la strega che insiste…
Sì, lo fa per abbruttire la mia magnifica giornata!
Adesso vuol far venir su il marito, è in ansia!
HINGE VON ZWAIHL: Licenziamolo e basta! Così prova e impara! E portiamo la fabbrica a Berna!
HEDDA WALDVUGEL: Tesoro, quante volte l’ho detto? Lasciamo la fabbrica là dove si trova.
Se capitasse quassù, una qualche banale esplosione, spaventerebbe
i pettirossi di tutto il Cantone! Non pensi?
HINGE VON ZWAIHL: Oh, cara, sei così saggia e sensibile. Non mi resta che darti ragione.
HEDDA WALDVUGEL: E fai bene.
Ora chiamo Maria.
Maria!
Sentiamo che dice, quella saccente.

Entra Maria.

Maria… Quella storia di cui ieri mi disse…
MARIA: (timidamente) Il reattore che produce il triclorofenolo… è scoppiato.
HEDDA WALDVUGEL: Sentila!
HINGE VON ZWAIHL: E perché mai dovrebbe scoppiare un nostro reattore?
MARIA: (scusandosi) Non si sa bene perché. Ieri mattina alle sei è cessato il turno e come ogni sabato lo hanno lasciato raffreddare. La produzione sarebbe ripresa, se non fosse avvenuta questa reazione incontrollata all’interno, che ha fatto alzare la temperatura e la pressione, finché poco dopo mezzogiorno è avvenuto lo scoppio, lasciando fuoriuscire una nube di vapori che si è diretta verso sud-est, spinta dal vento. Non essendo in grado di valutare le sostanze trascinate da questi vapori e il loro esatto effetto, hanno provveduto a intervenire presso i vicini per impedire il consumo di eventuali prodotti d’orto.
HEDDA WALDVUGEL: Con quel che costa tutto quel triclocòso perso nel vento, pensano al radicchio?
HINGE VON ZWAIHL: Almeno hanno ripreso il lavoro?
MARIA: Il sindaco vuol chiudere la fabbrica a scopo cautelativo.
HEDDA WALDVUGEL: Ecco l’Italia! Basta non lavorare!
Si riporti in cucina, mi faccia il piacere!

Maria esce.

HINGE VON ZWAIHL: Hedda, hai sentito? Ci fanno chiudere, adesso!
Mai più vitamine, mai più profumi né lacca!
HEDDA WALDVUGEL: Lo dici a me che l’ho quasi finita, per giunta!
HINGE VON ZWAIHL: Dobbiamo fare qualcosa: non vorrei che quella spifferasse tutto ai giornali!
HEDDA WALDVUGEL: Non può: “Segreto industriale”.
HINGE VON ZWAIHL: Se solo facesse il nome della ditta… Se solo il nostro nome fosse associato al disastro!
HEDDA WALDVUGEL: Ma quale disastro?! Non c’è alcun disastro! Hinge sarà meglio ti calmi.
HINGE VON ZWAIHL: Se davvero si fossero sparse in giro tutte quelle sostanze…
HEDDA WALDVUGEL: Non lo saprebbero mai. Basterebbe tacere.
HINGE VON ZWAIHL: Oh, Hedda, ho paura! Ci fosse una possibilità di contaminazione…
HEDDA WALDVUGEL: Contaminazione! Modera i termini, Hinge!
HINGE VON ZWAIHL: Oh…! Che facciamo?
HEDDA WALDVUGEL: Basterà evacuare temporaneamente la zona evitando che i residenti portino con sé tutti gli oggetti personali, specialmente i vestiti, nessun prodotto vegetale dovrà venir consumato sia dagli uomini che dagli animali domestici; poi adottare un programma di controllo medico della popolazione…
Ed ecco fatto! È più facile farlo che star lì a ragionarci sopra.
HINGE VON ZWAIHL: Oh, Hedda! Sapevo che avresti trovato la soluzione! Diciamolo a Maria.
HEDDA WALDVUGEL: Sì, ma usiamo cautela. Quella è diffidente e astiosa…
Maria!
(Materna, appena la cameriera rientra) Cara, lei è preoccupata per Gennaro ma, mi permetta di rassicurarla.
Non è successo niente di grave. Ci siamo informate attraverso i nostri tecnici.
Vero Hinge?
HINGE VON ZWAIHL: Basterà delimitare la zona con paletti recanti la seguente semplice dicitura: “Attenzione. Zona infestata da sostanze tossiche. Divieto di toccare o ingerire prodotti ortofrutticoli, evitando contatti con vegetazione, terra ed erbe in genere”.
HEDDA WALDVUGEL: Poi, avvisare con un bel manifesto la popolazione di non toccare assolutamente né ortaggi, né terra, né erba, né animali della zona delimitata e di mantenere la più scrupolosa igiene delle mani e dei vestiti, usando banale sapone di Marsiglia come migliore detergente. Contenta?
MARIA: (pensierosa) Ci saranno da allontanare 736 persone: 204 famiglie; e la zona evacuata e recintata coprirà una superficie di 108 ettari, 6 chilometri di perimetro con una azienda agricola, 37 imprese artigiane, 10 esercizi commerciali e 3 industrie costrette a sospendere l’attività per un totale di 252 addetti; 158 gli operai esposti alla contaminazione.
HINGE VON ZWAIHL: Oh sant’Iddio! Adesso dà i numeri!
HEDDA WALDVUGEL: Come la fa complicata! Non è morto nessuno!
MARIA: Gli animali. La moria di animali è continua e comprende non solo gli animali domestici. Sono stati trovati morti nei campi anche fagiani, quaglie, lucherini, cardellini, rondini e passeri. 80.000 animali morti, abbattuti o usati per esperimenti.
HEDDA WALDVUGEL: Sentila, la saputella!
Le multinazionali obbediscono alla logica del profitto e il profitto non si realizza senza traumi.
HINGE VON ZWAIHL: Pretendere che una multinazionale si comporti come una società di mutuo soccorso mi sembra quantomeno ingenuo. La realtà è cinica. È anche un discorso crudele, se vuole, ma è vero.
HEDDA WALDVUGEL: Parlare come se dovessero essere le multinazionali a difendere gli interessi delle quaglie, equivale a raccontarsi delle favole. O fare della demagogia. O mia Maria.
Vada ora, da brava, si prepari per la cotonatura, piuttosto…

Maria esce.

Sa troppe cose. Dobbiamo cambiare strategia.
HINGE VON ZWAIHL: Ridendo e scherzando a Ginevra i nostri titoli hanno già perso più di 3000 Franchi svizzeri.
HEDDA WALDVUGEL: E non è finita. Ci sarà da sborsarne ancora, di soldi…
Penseremo a tutto noi, saremo lo sponsor dei macchinari e delle soluzioni.
Dobbiamo trasformare la nostra immagine da avvelenatrici a eroine della decontaminazione…
HINGE VON ZWAIHL: Oh sì! Trasformiamoci in eroine!

Rientra Maria.

HEDDA WALDVUGEL: Oh, brava, la nostra Maria!
HINGE VON ZWAIHL: (adulatrice) Come ti cotona lei…
HEDDA WALDVUGEL: La migliore!
MARIA: Merito della lacca, signora.
HINGE VON ZWAIHL: Anche modesta…
HEDDA WALDVUGEL: Ascolti bene, Maria. Sappiamo tutto. Ebbene sì: quella roba uscita dal reattore non è propriamente “aria fresca”…
HINGE VON ZWAIHL: Sappiamo benissimo che potrebbe creare piccoli fastidi a chiunque ne venisse a contatto.
Infatti ci siamo già premuniti di evacuare la zona… Non è vero Hedda?
HEDDA WALDVUGEL: … Abbiamo anche scoraggiato l’esposizione al sole.
HINGE VON ZWAIHL: … e vietato di consumare qualsiasi prodotto proveniente da là…
HEDDA WALDVUGEL: … Abbiamo persino consigliato di non fare figli per i prossimi sei mesi…!
HINGE VON ZWAIHL: Vede come siamo efficienti?
HEDDA WALDVUGEL: In più manderemo a spese nostre tutti i bambini in vacanza premio a Cannobbio!
HINGE VON ZWAIHL: A Cannobbio?! Ma Hedda…
HEDDA WALDVUGEL: A Cannobbio! A Cannobbio!
MARIA: (speranzosa) E Gennaro? Posso far salire Gennaro?
HEDDA WALDVUGEL: Dove, qui?
MARIA: Qui con me. C’è un lettino in mansarda…
HEDDA WALDVUGEL: Be’… vedremo… Adesso, così, alla sprovvista…
MARIA: Non possiamo lasciarlo laggiù.
HEDDA WALDVUGEL: Ho detto “vedremo”.
E basta così.
Torni a fare le stanze.

Maria esce.

HINGE VON ZWAIHL: A Cannobbio hai detto?! A Cannobbio?! Vuoi rovinarmi le ferie?
Non posso passare l’estate a schivare frotte di bambini velenosi!
HEDDA WALDVUGEL: E che dovrei dire io?
Quella vuol portarmi in casa un operaio rosso e radioattivo!
HINGE VON ZWAIHL: Ecco, alla fine, ci rimettiamo noi!
HEDDA WALDVUGEL: Hanno tolto le vitamine di bocca a mio figlio!
HINGE VON ZWAIHL: Cancellato le vacanze sul lago!
HEDDA WALDVUGEL: Esaurito la lacca!
HEDDA WALDVUGEL e HINGE VON ZWAIHL: Italiani di merda!

Cambio di luce.

LA CANTANTE: [canzone]
Il Franco svizzero
è una valuta forte.
Le nostre banche
in fondo
tengono in cassaforte
un terzo
dei capitali al mondo.

Possediamo
i grandi produttori di orologi.
Possediamo
il più importante gruppo alimentare al mondo.

E il novanta per cento
della produzione
chimica e farmaceutica
è destinato all’esportazione.

[Recitato sopra la musica]
Fango! Fango sulla nostra reputazione!
Far pagare alle nostre brave famiglie l’errore di aver dato fiducia
a un popolo sempre pronto a tradire.
Ma non si pensi che il nostro carattere mite denoti stupidità.
Risponderemo alle provocazioni con la correttezza e la comprensione
che hanno fatto della nostra nazione l’isola felice d’Europa.

Possediamo
i grandi produttori di orologi.
Possediamo
il più importante gruppo alimentare al mondo.

E il novanta per cento
della produzione
chimica e farmaceutica
è destinato all'esportazione.

Ecco il lupo travestito da agnello, Maria.
(Si presenta Maria) Che nemmeno merita di indossare i vestiti smessi della sua padrona…
(Si presenta Hedda Waldvugel) E la buona signora Waldvugel orgogliosa del costume che indossa.

Maria e Hedda Waldvugel prendono le loro posizioni sulla scena.

È un mite mattino d’autunno. Si sente l’acqua dalla fontana della piazza e il carillon delle campane da un vicino campanile.

Cambio di luce. Nel mentre, la Cantante si fa da parte.

 

Quarto Quadro

HEDDA WALDVUGEL: (non cantilena per niente) Lasci almeno uno spiraglio, almeno, Maria, non tenga chiuse le finestre!

Musichetta.

Stop. Faccio senza musica!

Si ferma la musichetta.

[Recitato, in fretta e in modo trascurato]
Arrivano i suoni e i profumi dalle pianure del Laupenamt,
dal tradizionale mercato annuale
ricco dei sapori e dei colori dell’autunno…
… E vabbè!
Siamo fatti di questo, noi dell’altopiano (oltre che di tutto il resto):
siamo figli di… figli di…
Ah, sì:
di questo odore d’uva e di frutta che arriva da Oberaargau
la seconda domenica d’ottobre. Ecco!
Come mai non sento lo scampanellare di un bel niente?!
La solita allegoria della fontana
zampilla con moderazione mentre operosi bravi cittadini passano…
Toh, il signor Sambeth! A ruota il signor Jann! E non poteva mancare il farmacista!
Olalà-i-ù a tutti e statemi bene!
Il latte, Maria, alla svelta!

Maria esce.

I borghesi di Berna sono sempre e sempre sono stati davvero pacati, composti, benevoli signori;
ma non bisogna abusarne, non bisogna…

Maria rientra con un boccale di latte.

Questo latte! Alla buonora!
Adesso non mi va più, visto?!
Dovrebbe ringraziare, Maria, che sta qui da noi, in questa bella città!
Se ne torni a Napoli, se vuole.
A Napoli non c’è che frutta marcia
e vino schifoso fatto con le polverine.
Quello è un mio vestito da gran soirée! Si ricordi che è solo prestato.
Mio figlio? Ha preso le vitamine?
MARIA: Non abbiamo più vitamine. C’è l’influenza e la ditta ha limitato l’offerta per aumentare il prezzo.
HEDDA WALDVUGEL: Ingegnoso.
(Apre uno scrigno) Dia questo a mio figlio. È il suo lingotto settimanale.
Dopo torni. Mi deve cotonare, non li amo affatto così sgonfi.

Maria esce.

Che fa Hinge, stamani…

Si sente scampanellare.

Ah… mi pareva…

Entra Hinge von Zwaihl seguita da Maria.

Cipi… cip…
HINGE VON ZWAIHL: (a Maria) Conosco la strada, esca dalla mia visuale!
HEDDA WALDVUGEL: Hinge, non mi hai detto cipiciap…
Cos’hai, sei alterata! Una fetta di groviera?
HINGE VON ZWAIHL: No, grazie…
Oh Hedda! Scusa…
Manda via questa zingara!
HEDDA WALDVUGEL: Se ne vada, lei, ha sentito la mia amica?

Maria esce.

Oh, tesoro… Sei sbiancata…
HINGE VON ZWAIHL: Hedda, cara… il mio Franz… il mio cucciolo!
Si è spento tutto rosso e spelacchiato
tra atroci sofferenze in una pozza di vomito grigio!
HEDDA WALDVUGEL: Ach!
Povero cagnolino!
HINGE VON ZWAIHL: Morto senza aver visto nascere la Fondazione Franz von Zwaihl per gli Yorkshire di Sei Anni
con Padroncina di nome Hinge!
Pensare che mio marito ha sacrificato il suo tempo e gli affetti più cari
senza nemmeno una cazzo di menzione al Raduno Annuale di Basilea
e senza mezzo Franco di aumento premio
per far lavorare quel Gennaro e tutti quelli come lui!
HEDDA WALDVUGEL: Calmati, cara…
HINGE VON ZWAIHL: Noi abbiamo portato lo sviluppo e il benessere e loro in cambio ci ammazzano i cani.
Con il veleno! Avremmo dovuto tenercela qui, quell’industria, e farli morire di fame, i terroni!
HEDDA WALDVUGEL: Sei stravolta, cara, non sai quel che dici… Devo ripeterlo ancora?
Meno male che non era qua, quella fabbrica, altrimenti altro che piccolo Franz!
Hai sentito che guaio? Per fortuna non è stato un terremoto, un’inondazione, né tantomeno una epidemia: cose gravissime, ma che si possono valutare a vista e subito.
Laggiù nessuno può valutare con certezza il danno.
HINGE VON ZWAIHL: Sono talmente arretrati…
HEDDA WALDVUGEL: Appunto. Dovranno fidarsi di noi.
Chiamo Maria. Tu non la innervosire.
Maria!
HINGE VON ZWAIHL: Dovrò controllarmi, d’istinto potrei metterle le mani alla gola!

Maria entra.

HEDDA WALDVUGEL: Notizie da giù?
MARIA: Gennaro dice che la zona è isolata. Il filo spinato, la presenza dei soldati e il silenzio dovuto soprattutto alla moria di animali creano una situazione irreale, quasi di guerra.
HINGE VON ZWAIHL: Quante storie! Un po’ di silenzio non ha mai fatto male a nessuno…
HEDDA WALDVUGEL: (a Hinge) Ssstt!
(A Maria) Ma è naturale! Questa situazione è solo provvisoria, cara.
Appena avremo pulito tornerà tutto bianco come prima; lo dica al suo Gennaro…
HINGE VON ZWAIHL: Suvvia, ancora un piccolo sacrificio! Ne faccio tanti, io!
HEDDA WALDVUGEL: Avete sempre fatto tutto per ottenere più salari, più automobili, più autostrade…
HINGE VON ZWAIHL: … Magari anche, nel migliore dei casi, per ottenere più ospedali e più scuole…
HEDDA WALDVUGEL: E quelli ci sono, no?
HINGE VON ZWAIHL: Ve li abbiamo fatti fare con i nostri soldi, in fondo…
MARIA: Ci sono più di duecento bambini colpiti da cloracne secondo i dati ufficiali delle prime visite in alcune scuole elementari.
HEDDA WALDVUGEL: Non parliamo di malattie, la prego.
Suo marito è un po’ allarmista… Venga, venga: mi cotoni…

Maria esce a prendere il kit. Squilla il cellulare di Hinge.

HINGE VON ZWAIHL: (Risponde a parte) Grazie, richiamo io dopo…
(A Hedda) L’hanno cremato!

Maria ritorna.

MARIA: Tremilasettecentocinquanta metri cubi di materiale organico contaminato e in putrefazione.
Un esercito di topi richiamato dai rifiuti e tanta paura, tanto disorientamento in una popolazione colpita da un male a cui finora nessuno ha potuto o voluto dare una dimensione.
HINGE VON ZWAIHL: Non guardi noi!
HEDDA WALDVUGEL: Lei è molto scossa, cara, si lascia sopraffare dall’emotività; mentre noi,
nonostante lei crei tutta questa inutile tensione, mantenendo i nervi saldi
abbiamo già la soluzione: olio d’oliva!
HINGE VON ZWAIHL: Olio d’oliva?
HEDDA WALDVUGEL: Il rimedio della nonna!
Per la decontaminazione del terreno inquinato useremo dell’olio d'oliva come solvente e come donatore d’idrogeno, per attuare la degradazione fotochimica della diossina.
HINGE VON ZWAIHL: Be’, che le sembra?
MARIA: (ci pensa. Poi) Assurdo
perché i raggi ultravioletti possono agire solo sugli strati più superficiali
e criminoso
perché in tutti i punti del terreno in cui arriva l’olio ma non nello stesso momento la luce solare, e cioè nei corrugamenti come nei solchi fra il granturco, l’olio penetra rapidamente nel terreno portando con sé verso gli strati profondi la diossina disciolta per intaccare infine la falda acquifera dove nessuno la troverebbe più.
HINGE VON ZWAIHL: Ah! Con lei non si può parlare!
MARIA: (spiegando con dolcezza) Per costruirvi l’immagine di industria del disinquinamento, nascondereste nella falda acquifera tanta diossina da avvelenare milioni di persone.
HEDDA WALDVUGEL: Alt! Si fermi. Basta così. Sono troppo turbata.
Ho l’impressione che Gennaro voglia metterla su contro di noi.
Può andare…

Maria esce.

Ho capito: quella vuole dei soldi!
HINGE VON ZWAIHL: Ma io non ne ho qui con me, dovrei fare un prelievo…
HEDDA WALDVUGEL: Ne serviranno un bel po’, Hinge…
HINGE VON ZWAIHL: Non vorrà dissanguarci…
HEDDA WALDVUGEL: Basterà promettere, per ora.
HINGE VON ZWAIHL: Ci odia. Vorrà vendicarsi della nostra ricchezza!
HEDDA WALDVUGEL: Se ne approfitterà, stanne certa!
HINGE VON ZWAIHL: Finiremo sul lastrico! Oppure in galera!
HEDDA WALDVUGEL: Non dire sciocchezze! Non ci faremo intimidire da un operaio e da una sguattera.
Maria!
Mostriamoci disponibili…

Maria entra.

Venga, cara.
C’è in noi effettiva la volontà di una stretta collaborazione con le autorità italiane ma ci è difficile riconoscere un interlocutore…
HINGE VON ZWAIHL: Perché è difficile trovare le autorità in Italia…
HEDDA WALDVUGEL: Avremmo dunque pensato di risolvere la questione tra noi e lei, senza mettere in mezzo Gennaro e non Gennaro…
Le bastano una trentina di miliardi?
MARIA: (sottotono) Gennaro dice che l’integrità dell’ambiente e la salute non sono merce in vendita che qualcuno può saccheggiare preventivandone la spesa come parte dei costi di produzione…
HEDDA WALDVUGEL: Facciamo cinquanta.
MARIA: È la logica delle multinazionali: disponendo di grossi capitali riescono a cancellare i loro atti e comportamenti delittuosi con il denaro.
HINGE VON ZWAIHL: Suo marito è un uomo cattivo, non stia a sentirlo, Maria!
HEDDA WALDVUGEL: Vada per cento! Cento miliardi e in più compreremo i terreni e le case inquinate!
MARIA: (candida, sorridendo) Sarebbe veramente triste vedere i terreni e le case diventare vostre:
l’inquinatore diventa proprietario di un pezzo di paese dopo aver provocato il disastro!
HEDDA WALDVUGEL: Esca da qui! Torni a stendere la biancheria, alla svelta!

Maria esce.

HINGE VON ZWAIHL: È un mostro! Ci vuol rovinare!
HEDDA WALDVUGEL: (si toglie la parrucca) Finalmente si presenta per quello che è: dietro la facciata umile e modesta si nasconde un’abile profittatrice, un’avida sanguisuga!
HINGE VON ZWAIHL: Fa la vittima! Non le basta avermi rovinato le vacanze e ucciso il cane… Dovrò vendere pure la casa di Saint Moritz!
HEDDA WALDVUGEL: Se s’impuntano possono metterci nei guai…
Li asseconderemo.
HINGE VON ZWAIHL: Sì, ma come? (Toglie la parrucca anche lei e si asciuga la testa)
HEDDA WALDVUGEL: Fino a quando non si saranno calmate le acque, daremo l’impressione di cedere a qualunque loro richiesta. Ma dobbiamo dividerli. È lui la mente di questo ricatto!
Maria!
Faremo leva sui loro bisogni.

Entra Maria.

Si accomodi.
(Maschile, freddo) Noi eravamo e siamo stati sempre pienamente disposti ad addivenire a delle intese. In proposito tutti i nostri interventi sono rimasti a tutt’oggi infruttuosi. Le ripetiamo ancora una volta la nostra precedente e attuale disponibilità a prendere con lei i contatti necessari (apre lo scrigno ed estrae un lingotto)
per una transazione… (Le porge il lingotto)
Prenda questo e se lo tenga. È suo.
Rappresenta un male minore da accettare nell’impossibilità o nell’estrema difficoltà di realizzare un vero, completo e autentico “risarcimento” da parte nostra…
HINGE VON ZWAIHL: (ormai in tono completamente maschile) Risarcimento che i principi giuridici in vigore nel vostro paese, l’abnorme lunghezza dei giudizi civili e penali, e via dicendo, non ci consentono di conseguire.
HEDDA WALDVUGEL: (duro) Si tratta di una scelta obbligata e come tale va presentata, al di fuori di aprioristici rigetti e di altrettanto aprioristiche, e immotivate, soddisfazioni.
HINGE VON ZWAIHL: Vedrà che tutto sarà anche meglio di prima.
HEDDA WALDVUGEL: Le consiglio di accettare, da noi non otterrà altro.
HINGE VON ZWAIHL: (cupo) Prenda quell’oro.
HEDDA WALDVUGEL: Ci lasci in pace: noi seppelliremo questo brutto ricordo e voi sarete ricchi…
HINGE VON ZWAIHL: (sprezzante) Lo porti a Gennaro, sarà felice: non dovrà più lavorare…
HEDDA WALDVUGEL: Potrete comperarvi l’auto e la tivvù…
HINGE VON ZWAIHL: … Una nuova casa con un grande giardino…
HEDDA WALDVUGEL: Sarete felici…
HINGE VON ZWAIHL: Ricchi e felici passeggerete nei viali del vostro parco…
MARIA: Volete dire che avrò anch’io il mio piccolo paradiso con gli alberi e il laghetto? Come voi?
HEDDA WALDVUGEL: (diabolico) Come noi. (Mette il lingotto in mano a Maria)

Musica.
Maria esce a testa bassa con il suo lingotto in mano.
Hedda ripone lo scrigno e va a sedersi calma sulla poltrona.
Hinge si rassetta e la segue.
Entra la Cantante nella luce del proscenio mentre in scena si fa buio.

LA CANTANTE: (riprende la prima canzone)
Olalà delai! Olalà delai! Olalà delai!

La mia Svizzera confina:
con la grande Germania a settentrione,
con Austria e Liechtenstein a oriente,
con la dolce Francia a occidente
e a sud, maledizione, con l’Italia, il meridione…

Olalà delai! Olalà delai! Olalà delai!

Quarantunmila duecentottantacinque
i chilometri quadrati;
sette virgola tre milioni
gli abitanti qui insediati
duecentotrentasette cadauno,
di spazio ne abbiam poco per ognuno.

La Svizzera è un paese
densamente popolato.

Olalà delai! Olalà delai! Olalà delai!

[Recitato sulla musica]
Voi, brutta gente, che cosa non fareste per i soldi!
Che squallore! Sempre soldi! Soldi!
Fareste le peggiori porcherie in nome del guadagno:
vergognatevi tutti, siete meschini!
Che credete?!
Meschini rimanete, anche se coperti d’oro…

Un ultimo stacco musicale
e
buio.

Sipario.