RUBIK

commedia nera
di

MIRKO DI MARTINO


PERSONAGGI

GIOVANNI il proprietario dell’appartamento
LUCIA sua moglie
PAOLA sorella di Lucia
SECCO
BARBA


Lo spazio scenico è diviso in due parti, che corrispondono a due stanze dell'appartamento di una famiglia evidentemente ricca. 
A destra c'è il salottino, al piano terra dell'appartamento: al centro della scena ci sono un tavolino basso, un divano e, alla sua destra, un telefono poggiato su un mobiletto; sul fondo c'è il vano della porta che dà accesso al corridoio, mentre a destra c'è la porta che dà in cucina e accanto ad essa, a terra, un grosso vaso decorato. 
La stanza di sinistra è invece lo studio: sulla parete di fondo c'è una libreria che, dietro uno dei suoi sportelli, nasconde una cassaforte. Davanti alla libreria ci sono un paio di sedie. Sul fondo c'è la porta che dà sul corridoio, mentre a sinistra c'è quella del bagno.


ATTO I

Scena 1.
All'apertura del sipario la stanza di sinistra è al buio, mentre quella di destra è illuminata da una leggera luce che proviene dalle finestre della cucina, la cui porta è aperta. Sul tavolino c'è un telefonino. Per terra, a destra, c'è un elegante borsone di pelle chiara, aperto. Dopo qualche secondo si sente il rumore di una chiave che gira nella serratura e del portone che viene prima aperto e poi chiuso. Poco dopo Giovanni entra in scena e accende la luce. E' visibilmente stanco e giù di morale.

GIOVANNI (si guarda in giro, poi chiama) Lucia?... Lucia, ci sei? (va a vedere in cucina) Lucia?... (rientra e si affaccia sul corridoio, chiamando in giro. Intanto si toglie il cappotto e lo porta a destra dove c'è un appendiabiti, invisibile al pubblico) Lucia?... Lucia, ci sei?... (rientra. Guarda il borsone) la borsa è ancora qua, però... (va a telefonare. Attende in linea, ma non risponde nessuno) ... e dai!... rispondi! forza!... rispondi!... (riattacca con violenza) stronza! (Per un po' resta fermo a pensare, nervoso e indeciso. Poi tira fuori dalla tasca una rubrica, cerca un numero e telefona) Si, pronto?... buonasera. Sono Giovanni Pagliara. C'è l'avvocato Carmasciano, per favore?... ah, ho capito... E non sa dirmi a che ora potrei trovarlo?... no, no, è una cosa piuttosto delicata. Preferirei parlarci io di persona... va bene. Gli dica che ho chiamato, allora. Io riproverò comunque più tardi... grazie. Buonasera. (riattacca, poi richiama lo stesso numero di prima) E vediamo se adesso rispondi... (resta in attesa) andiamo, su!... rispondi... rispondi a questo cazzo di telefono... rispondi! (nessuna risposta. Riattacca con rabbia) vaffanculo!... (si siede. E' molto nervoso e preoccupato. Vede il telefonino, lo prende e lo osserva, stupito) e questo di chi è? 
2.
Suona il campanello della porta.
GIOVANNI Lucia! (lascia il telefonino, esce di corsa e va ad aprire).
PAOLA (f. s.) Allora ci sei! cominciavo a credere che eri uscito e avevi lasciato le luci accese. 
GIOVANNI (sgarbato) che vuoi?
PAOLA che bella accoglienza! non mi fai entrare?
Entra Paola. Indossa un giaccone e porta in spalla una borsetta. Giovanni la segue.
PAOLA beh, allora? come ti vanno le cose?
GIOVANNI dov'è Lucia? perchè non risponde al telefono?
PAOLA a quale delle due domande devo rispondere per prima?
GIOVANNI non fare la spiritosa, che non è proprio il momento. Dov'è Lucia?
PAOLA se non te lo ha detto lei non vedo perchè dovrei dirtelo io.
GIOVANNI mi ha detto che veniva a stare con te e tuo padre.
PAOLA se lo sai allora perchè me lo chiedi?
GIOVANNI è ancora lì da voi?
PAOLA certo che sta da noi. Dove vuoi che vada, in albergo? Ha casa sua, dorme lì.
GIOVANNI quella non è casa sua, è la casa di tuo padre, è il castello del vecchio…
PAOLA (offesa) non chiamarlo così!
GIOVANNI è questa, casa sua.
PAOLA si, ma finchè tu resterai qua lei resterà da noi. E non disprezzarlo tanto, il castello: non ci si sta così male.
GIOVANNI certo, se sei un pipistrello. 
PAOLA se non sbaglio non la pensavi così, un anno fa, quando dicesti a Lucia che era vostro diritto prendervi un intero piano per venirci ad abitare.
GIOVANNI era solo per togliere spazio al vecchio. 
PAOLA non chiamarlo vecchio!
GIOVANNI che se ne fa di tutte quelle stanze vuote, il "vecchio"? C’è talmente tanto spazio sprecato che sembra di essere in un museo.
PAOLA un vero amante dell’arte, eh? (posa la borsetta sul tavolino).
GIOVANNI insomma, perchè Lucia non risponde al telefono?
PAOLA (prende il telefonino) bello il tuo telefonino.
GIOVANNI non è mio.
PAOLA ah no? E di chi è?
GIOVANNI che ne so? sarà di Lucia. 
PAOLA però ci stavi giocando tu.
GIOVANNI figurati se con tutto quello che ho per la testa mi metto anche a giocare col telefonino.
PAOLA perché devi negarlo? Hai appena fatto il nuovo record. Guarda qua: 350! Lo sai che io sono proprio incapace di…
GIOVANNI (le strappa il telefonino di mano e lo butta sul tavolino) basta con questo coso!
PAOLA ehi! Che modi! 
GIOVANNI (con rabbia) perchè non risponde al telefono?
PAOLA chi?
GIOVANNI Lucia!
PAOLA che ne so! (si toglie il giaccone e va in corridoio ad appenderlo) l'hai chiamata?
GIOVANNI (la segue, senza uscire dalla stanza) certo che l'ho chiamata. Come potrei dire che non risponde al telefono se non l'avessi chiamata?
PAOLA quando l'hai chiamata?
GIOVANNI adesso. L'ho appena chiamata - due volte! - e non mi ha risposto. Perchè?
PAOLA (rientra) boh?... sarà in bagno.
GIOVANNI (irritato) senti, Paola, ti ho già detto che stasera proprio non apprezzo la tua ironia...
PAOLA non l'hai mai fatto.
GIOVANNI appunto. E non vedo perchè dovrei farlo adesso. Quindi non rompere e rispondimi.
PAOLA ma che ti devo dire? è chiaro perchè Lucia non risponde al telefono: non vuole parlarti.
GIOVANNI perchè no?
PAOLA non mi dirai che la cosa ti sorprende? E poi guarda che neanch'io ho voglia di perdere il mio tempo con te. Lucia mi ha detto che ha preparato un paio di borse con della roba sua, e io sono passata a prenderle.
GIOVANNI tu?... perché tu?
PAOLA (si è avvicinata alla borsa) Una deve essere questa... (ne tira fuori un flacone e legge l'etichetta) "latte detergente"... infatti. (lo mette a posto) ... e l'altra dovrebbe essere nello studio, quindi se permetti... (fa per avviarsi, ma Giovanni la trattiene).
GIOVANNI no, no, aspetta. Senti, io non pensavo certo che Lucia sarebbe tornata a dormire qui, stanotte, ma credevo che almeno sarebbe venuta lei a prendere la roba.
PAOLA invece ha mandato me (fa per avviarsi di nuovo, ma Giovanni la trattiene ancora).
GIOVANNI ma io la aspettavo. Io e lei dobbiamo parlare. Io...
PAOLA lei non ha niente da dirti.
GIOVANNI ma io si! Ho parecchie cose da dirle.
PAOLA tutte cose che lei non vuole ascoltare.
GIOVANNI deve ascoltarmi, invece! E' importante. Io devo spiegarle, devo chiarire...
PAOLA è già tutto chiarissimo, Giovanni.
GIOVANNI no, no! Io devo dirle che mi dispiace che sia andata così. Mi dispiace davvero. Io... io devo chiederle scusa per come mi sono comportato...
PAOLA avresti dovuto farlo prima. Ormai è tardi (cerca ancora di uscire, ma Giovanni glielo impedisce ancora una volta).
GIOVANNI non è tardi. Non è mai tardi per chiedere scusa. Io voglio dirle quanto... (squilla il telefono) eccola! questa è lei! (corre a rispondere) pronto?... (sorpreso) avvocato!... (con imbarazzo e eccessiva cortesia) Ma non doveva disturbarsi, l'avrei richiamata io...
PAOLA io vado nello studio.
GIOVANNI (a Paola) aspetta!... (al telefono) no, no, avvocato! non dicevo a lei… 
PAOLA che vuoi?
GIOVANNI (al telefono) scusi un secondo, un solo secondo... (a Paola) non andare via, che devo parlarti.
PAOLA ma si, si…
Paola esce e va nello studio. Buio nel salottino.

3.
Paola entra e accende la luce. A terra, a destra, c'è una borsa di pelle simile a quella che c'è nel salottino, ma di colore scuro, mentre a sinistra ce n'è una completamente diversa, di plastica nera. 
PAOLA (annusa l’aria) che puzza di fumo! (Squilla il suo telefonino) pronto?... ah, Lucia. Sei tu... si, sono proprio nello studio... no, non ti preoccupare: lui è nel salottino, al telefono... (Solleva la borsa di plastica per saggiarne il peso, poi la rimette giù) si, si è messo a dirmi un sacco di sciocchezze, le solite frasi fatte. Tu sei ancora al bar all'angolo?... bene, tra cinque minuti sarò lì da te... (Prende la borsa di pelle, ma è molto pesante) uff!.. (la rimette giù) senti, però qua le borse sono tre. Tu non mi avevi detto di averne preparate solo due?... appunto… vabbè, se non te lo ricordi lo chiedo a lui... (si avvia all'uscita) si, si. Cinque minuti e ho fatto. Ciao (riattacca, prende la borsa di plastica e esce, lasciando la luce accesa).
Buio nello studio.

4.
Luci nel salottino. Paola entra. Giovanni è in piedi accanto al telefono, immobile, con la cornetta ancora in mano. E' molto pallido.
PAOLA senti, Giovanni, di là c’è rimasta un’altra borsa. Sai dirmi se... (notando l'aspetto pallido di Giovanni) Giovanni, che c'è? Stai male?... Giovanni? 
GIOVANNI eh?
PAOLA qualcosa non va?
GIOVANNI no, no… (riattacca il telefono) è tutto a posto. 
PAOLA non mi sembra.
GIOVANNI è tutto a posto.
PAOLA chi era al telefono?
GIOVANNI (con molta rabbia) ti ho detto che è tutto a posto! (Paola lo guarda stupita, in silenzio. Poi Giovanni, pentito) scusa… è tutto a posto.
PAOLA (per niente convinta) se lo dici tu... (mette giù la valigia) senti, di là c’erano due valigie, e un’altra che è qua fanno tre, ma Lucia si ricorda di averne preparate solo due. Non è che una è tua, per caso?
GIOVANNI (distratto, non capisce) cosa?
PAOLA la valigia! E' tua una delle valigie?
GIOVANNI (ignorando la domanda) Senti, Paola, io devo assolutamente parlare con Lucia…
PAOLA ho capito. Faccio da sola (si avvicina alla borsa di pelle per controllarne il contenuto).
GIOVANNI io devo dirle quant’è importante per me. Senza di lei non dormo più, non mangio più, non esco più…
PAOLA e ci credo! non hai più una lira da spendere. Dove vuoi andare?
GIOVANNI perché dici così? Io ho bisogno di lei.
PAOLA forse volevi dire che hai bisogno dei suoi soldi (estrae dalla borsa un flacone).
GIOVANNI questo no! Non te lo permetto! questo è un insulto che non merito.
PAOLA che animo sensibile! (legge l’etichetta) latte detergente… questa è sicuramente di Lucia.
GIOVANNI io sto male davvero.
PAOLA (rimette a posto il flacone) è per questo che ti sei messo a fumare?
GIOVANNI lo sai che non ho mai fumato.
PAOLA nello studio c’è puzza di fumo (si avvicina alla borsa di platica).
GIOVANNI è impossibile.
PAOLA se ti dico che c’è!
GIOVANNI e se ti dico che non fumo!
PAOLA come se quello che dici valesse qualcosa! (si inginocchia, apre la borsa e inizia a controllarne il contenuto)
GIOVANNI io ho sempre detto la verità.
PAOLA (con un’incredulità beffarda) ah!... questa è bella!
GIOVANNI è così.
PAOLA (si alza in piedi) ma per chi mi hai presa? Per una stupida? Guarda che io so tutto di quello che hai combinato.
GIOVANNI tu non sai niente!
PAOLA io so fin troppe cose, invece.
GIOVANNI tutte false!
PAOLA e per fortuna le sa anche Lucia, adesso.
GIOVANNI sono solo cattiverie che vi siete inventati per farmi del male!
PAOLA ma va'!...
GIOVANNI tu e tuo padre!
PAOLA (con rabbia) lascia stare papà!
GIOVANNI volevate vendicarvi!
PAOLA (con un sorriso incredulo) per favore!...
GIOVANNI si! volevate vendicarvi perché non avete mai accettato il fatto che Lucia abbia voluto sposare me, uno che non aveva niente, uno che ha dovuto sempre sudare per avere quello che voleva.
PAOLA e l'hai avuto quello che volevi, e senza neanche sudare: sei riuscito a sposare Lucia, sei riuscito a entrare nella nostra famiglia, sei riuscito ad avere un ottimo lavoro. Dovresti ringraziarci invece di insultarci.
GIOVANNI un ottimo lavoro? quale ottimo lavoro? 
PAOLA dirigere un supermercato non è un ottimo lavoro?
GIOVANNI certo. Solo che io non ho mai diretto un bel niente: tutte le decisioni le ha prese sempre il nazista...
PAOLA (sempre più irritata) vuoi smetterla di insultare papà?
GIOVANNI ha deciso sempre tutto lui, da solo. Io non potevo scegliere nemmeno il colore delle buste della spesa.
PAOLA vuol dire che non si fidava di te.
GIOVANNI non si fida di nessuno!
PAOLA non è vero. Di me e mia sorella ha una fiducia cieca.
GIOVANNI certo che si fida di voi! Vi ha educate a sua immagine e somiglianza! 
PAOLA non sai nemmeno di che parli (si inginocchia di nuovo accanto alla borsa di plastica e ricomincia a guardarci dentro, anche se distratta dalla conversazione).
GIOVANNI è per questo che non mi sopporta, il vecchio: io sono troppo diverso da lui.
PAOLA in questo hai ragione, ma non nel senso che credi tu.
GIOVANNI che vuoi dire?
PAOLA arrivaci da solo.
GIOVANNI (irritato) vedi? È tuo padre che ti ha insegnato a dire così: “Arrivaci da solo”! Che vuol dire? Sempre questo mistero del cazzo!
PAOLA oh! ti calmi?
GIOVANNI no, non sto calmo! Non posso stare calmo se mi fai pensare al vecchio! La colpa è tutta sua! Se lui avesse…
PAOLA (si rialza, con rabbia) ti ho detto di lasciar stare papà!
GIOVANNI non lo lascio stare, perché è lui la causa di tutto, è lui che mi ha messo contro Lucia. Io non ho fatto niente di male. Io sono…
PAOLA no, guarda, la parte della vittima proprio non fa per te. La vittima qui è solo una: Lucia, che ti ha sposato. (si inginocchia di nuovo accanto alla borsa) In due anni non hai fatto altro che deluderla (guarda dentro la borsa e ne tira fuori due torce elettriche, che osserva perplessa).
GIOVANNI tu non sai niente. 
PAOLA so tutto, invece. E pensare che glielo avevamo detto che non eri il tipo adatto a lei (rimette a posto le torce). 
GIOVANNI ah! Lo ammetti, allora! Lo ammetti che è colpa vostra se mi ha lasciato!
PAOLA no, invece. La colpa è tua... (dalla borsa tira fuori del nastro adesivo) ma cos'è 'sta roba? pile, nastro adesivo... (a Giovanni) sicuro che non è tua questa borsa?
GIOVANNI che mi frega della borsa? rispondi a me! perchè la colpa sarebbe mia?
PAOLA (rimette la roba nella borsa e la richiude) sei tu quello che si è scopato le amichette, non ricordi?
GIOVANNI quali amichette? Che dici?
PAOLA (si rialza) senti, non ricominciare a negare tutto, adesso.
GIOVANNI è stata solo una scappatella.
PAOLA una?
GIOVANNI qualcuna.
PAOLA è stata molto più che qualcuna.
GIOVANNI che ne sai?
PAOLA ammettilo.
GIOVANNI che ne sai?
PAOLA quante ce ne sono state? Cinque, dieci, quindici? quante?
GIOVANNI vuoi che ti faccio la lista con nome, indirizzo e taglia di reggiseno?
PAOLA scommetto che ce l'hai davvero, questa lista.
GIOVANNI ma per favore!
PAOLA senti, tu dovresti solo ringraziare il cielo che Lucia non ha voluto dare a papà il dispiacere di sapere come ti sei comportato.
GIOVANNI non gli ha detto niente?
PAOLA non ancora, ma non è escluso che lo farà. E se non lo farà lei lo farò io. 
GIOVANNI grazie mille.
PAOLA non c'è di che. E adesso scusami ma me ne devo proprio andare, perciò... (fa per prendere la borsa di pelle scura, ma Giovanni la blocca).
GIOVANNI no, no, aspetta... Senti, è vero, ho avuto qualche avventura, ma ti assicuro che non c'è stato mai niente di importante... 
PAOLA non cominciare a dire queste sciocchezze, adesso...
GIOVANNI mai. Ho sempre amato solo lei. Con le altre...
PAOLA (anticipandolo) ... "è stato solo sesso". Ma per favore! Potresti almeno cercare di essere un po' più originale.
GIOVANNI ma è vero!
PAOLA beh, comunque il problema non è solo questo. E' più profondo: tu la ignoravi, la trattavi male...
GIOVANNI io?
PAOLA non facevi altro che lamentarti della tua vita, di papà, del matrimonio...
GIOVANNI ma quando?
PAOLA sempre! tutti i giorni. A tutte le ore.
GIOVANNI e allora?
PAOLA e dici pure "allora"?
GIOVANNI senti, è vero, ho sbagliato, ma vi siete mai chiesti perchè mi sono comportato in questo modo?
PAOLA perchè sei uno stronzo.
GIOVANNI (scoraggiato) vabbè, se la pensi così, allora… (come a dire: è inutile parlare).
PAOLA (definitiva) tu non l'hai mai fatta sentire veramente felice. E' questa la verità.
GIOVANNI (con un eccesso di contrizione) Paola, tu non sei solo sua sorella, sei anche la sua migliore amica, perciò, ti prego, quando torni a casa dille... dille che mi dispiace davvero per quello che ho fatto, mi dispiace tantissimo. Stanotte non sono neanche riuscito a chiudere occhio...
PAOLA c'era il rubinetto che perdeva?
GIOVANNI (con rabbia) fammi parlare!... dille che adesso io ho capito. Dagli errori si impara, no? E io ho imparato: sono pentito. Se solo...
PAOLA la parte del pentito conservala per la tua prossima moglie, se riuscirai a imbrogliare qualcun'altra. 
GIOVANNI perchè dovrei cercarmi un'altra moglie? Io ce l'ho già.
PAOLA ancora per poco.
GIOVANNI (impallidisce) che vuoi dire?
PAOLA (si affretta a troncare il discorso) beh, adesso ho fatto proprio tardi. Devo andarmene (prende la borsa scura, ma Giovanni la trattiene ancora).
GIOVANNI che vuol dire ancora per poco?
PAOLA mi dispiace, ma non posso proprio restare.
GIOVANNI e invece resti! (le strappa la borsa di mano e la getta a terra).
PAOLA perchè fai così?
GIOVANNI (le afferra un braccio) che vuol dire "ancora per poco"?... 
PAOLA lasciami!
GIOVANNI rispondi! (glielo torce). 
PAOLA ahi!... mi fai male!
GIOVANNI voglio sapere che significa quello che hai detto.
PAOLA mi fai male! lasciami!... 
GIOVANNI parla!... 
PAOLA (urlando per il dolore) mi fai male!
GIOVANNI parla!
PAOLA significa che Lucia vuole il divorzio!
GIOVANNI (lasciandola di colpo, per lo stupore) che cosa?
PAOLA (dolorante) mi hai fatto male!
GIOVANNI non può essere... 
PAOLA è così. 
GIOVANNI non può essere... Tu stai mentendo... lei mi ama...
PAOLA ti amava, ma tu hai rovinato tutto. Adesso vuole divorziare.
GIOVANNI non ci credo...
PAOLA è decisa. Ha già chiamato l'avvocato.
GIOVANNI (di nuovo con rabbia) è colpa vostra! Siete voi che me la state mettendo contro!
PAOLA (con sufficienza) si, va bene. Pensala come vuoi.
GIOVANNI lei è mia moglie. 
PAOLA perderesti tutto, eh?
GIOVANNI non mi lascerà mai. 
PAOLA non ti resterebbe una lira. 
GIOVANNI è mia moglie! 
PAOLA ma avete i beni separati!
GIOVANNI e allora?
PAOLA non c'è una sola cosa qui che sia tua. 
GIOVANNI Lucia non mi lascerà mai!
PAOLA vedremo.
Paola prende la borsa di pelle scura, ma Giovanni la afferra e cerca di strapparglielo di mano.
GIOVANNI dove vai? ferma! Non ho ancora finito! 
PAOLA (tira con forza la borsa a sè) ma io si! Non abbiamo più niente da dirci.
Si spengono tutte le luci.

5.
Al loro riaccendersi Paola e Giovanni non sono più in scena. Il salotto è di nuovo illuminato solo dalla luce che proviene dalle finestre della cucina. A destra, a terra, nella stessa posizione delle scene precedenti, c'è la borsa di pelle chiara e, accanto al tavolino, c'è quella di plastica nera. 
In scena ci sono Barba e Secco. Barba è seduto sul divano: sta giocando con lo stesso telefonino delle scene precedenti e ha i piedi sul tavolo. Secco è inginocchiato accanto alla borsa di pelle: con una mano la illumina usando una delle due torce che erano nella borsa di plastica, con l'altra ci fruga dentro e ne tira fuori il contenuto: trucchi, saponi, ecc.
SECCO (con in mano un flaconcino, ne legge l'etichetta) latte detergente... (perplesso) latte... (lo rimette dentro e ne tira fuori un altro) mousse vellutante... (c.s.) Crema per il corpo... latte, mousse, crema: sembra di stare in pasticceria. (rimette a posto anche questo e continua a frugare. Poi, a voce più alta) Ci sono le cose più strane qua dentro. La maggior parte non so nemmeno a che servono.
BARBA (lo guarda per un po') e smettila di frugare! che ti frega?
SECCO che ti frega a te se ci guardo?
BARBA lo so che stai cercando. Mi fai pena.
SECCO cioè?
BARBA sei così idiota da credere di trovare la cocaina lì dentro.
SECCO che cazzo dici?
BARBA sei solo un povero tossico.
SECCO (si alza in piedi di scatto, rabbioso, con ancora in mano un flacone. Usa la torcia elettrica per minacciare Barba, puntandogliela in faccia) non chiamarmi così!
BARBA non puntarmi la pila in faccia!
SECCO (sposta la torcia) non dire mai più che sono un tossico! capito? mai!
BARBA e allora smettila di fare il coglione e cerca di comportarti da professionista!
SECCO è quello che sto facendo.
BARBA lo vedo.
SECCO (pausa. Poi tra sé, ma ad alta voce) che cazzo!... non sono un tossico. Faccio qualche tiro ogni tanto, ma non sono un tossico. Io smetto quando voglio.
BARBA certo! e io cammino sull'acqua e ridò la vista ai ciechi.
SECCO vaffanculo!... (ritorna alla borsa, borbottando) vedi se io devo ascoltare queste stronzate... 
BARBA rimetti a posto quel coso che hai in mano, per favore? 
SECCO (guardando il flacone) questo?... subito! (getta con violenza il flacone nella borsa) ecco fatto. Contento? 
Barba disapprova scuotendo la testa, poi ritorna a dedicarsi al videogame. Secco resta in piedi, irrequieto. Spegne la torcia elettrica, ma continua a borbottare qualcosa, muovendosi in continuazione. L'attesa lo rende evidentemente nervoso. Barba continua ad ignorarlo, ma ogni tanto gli lancia qualche sguardo severo. Secco si ferma e guarda il suo orologio, illuminandolo.
SECCO che ora è?
BARBA (continuando a ignorarlo) hai appena guardato l'orologio.
SECCO si, ma tu che ora fai?
BARBA (c. s.) la stessa che fai tu.
SECCO cioè?
BARBA (infastidito) uff... (guarda l'orologio) le dieci e cinque.
SECCO è tardi... (si aspetta una risposta da Barba, che invece continua a ignorarlo. Fa qualche altro passo, poi guarda il suo orologio e si ferma di nuovo) io faccio le dieci e dieci. Forse dovevamo sicronizzarli.
BARBA cosa?
SECCO gli orologi. Dovevamo sincronizzarli.
BARBA perchè?
SECCO beh... non lo so... può sempre servire.
BARBA a cosa?
SECCO non lo so. Però può sempre servire. Non sei tu quello che dice che bisogna sempre organizzare tutto?
Barba risponde con una specie di grugnito, ignorando la domanda. Secco ricomincia a muoversi, sempre più nervoso.
BARBA (dopo un po', infastidito dal movimento di Secco) la finisci? 
SECCO eh? 
BARBA smettila di camminare avanti e indietro.
SECCO che ti frega?
BARBA non mi fai concentrare.
SECCO che cazzo devi concentrarti? E' solo un giochetto.
BARBA è difficile.
SECCO (tra sè) difficile! sta aprendo una cassaforte! (guarda Barba) ma tu guarda questo: si mette a giocare col telefonino. Neanche fossimo in gita.
BARBA serve a scaricare la tensione. Lo vedi come sono tranquillo? E vedi tu come sei nervoso?
SECCO e allora perchè la prossima volta non porti il monopoli? così ci facciamo una bella partita tutti insieme: io, tu e i padroni di casa. Va bene? (Barba lo ignora. Secco si siede. Dà un'altra occhiata all'orologio) E se non tornassero, stanotte?
BARBA perchè non dovrebbero tornare?
SECCO che ne so? a quest'ora dovevano già essere tornati.
BARBA non è detto.
SECCO e se non tornassero?
BARBA (indicando la porta a destra) senti, perchè non vai in cucina a farti una camomilla?
SECCO se non tornano?
BARBA meglio che te la fai doppia.
SECCO rispondi! 
BARBA (infastidito) vuoi stare calmo? 
SECCO e tu la vuoi finire di dirmi di stare calmo? Io sono calmo.
BARBA come no?
SECCO sono calmissimo.
BARBA si, si, sei calmissimo.
SECCO ecco! (dopo un po') perchè, ti sembro nervoso?
BARBA noooo...
SECCO stavo solo pensando a che facciamo se non tornano a casa.
BARBA torneranno.
SECCO come fai a dirlo?
BARBA perchè non dovrebbero tornare?
SECCO e se hanno avuto un problema all'ultimo momento?
BARBA che problema?
SECCO che ne so? Un problema!
BARBA ma che problema?
SECCO ma che ne so?... un parente si è sentito male. O la moglie è caduta dalle scale. O hanno avuto un incidente con la macchina. O hanno fatto...
BARBA (interrompendolo) e basta!... ci sarà una cosa che gli è andata bene?
SECCO sto solo considerando le varie possibilità.
BARBA allora smetti di considerare, per favore. 
SECCO perchè?
BARBA mi dà fastidio.
SECCO ti dà fastidio la verità?
BARBA ma quale verità? Hai detto solo un mucchio di cazzate. Non c'è nessun problema. Tra poco arriveranno.
SECCO si, ma quando? Io comincio veramente a rompermi le palle di stare ad aspettare. Quando arrivano, questi stronzi?
BARBA tra poco.
SECCO tra poco, sempre tra poco!... Ti giuro che se in casa non troviamo tutto quello che dobbiamo trovare...
BARBA (esulta) si!
SECCO che c’è?
BARBA ho messo il nuovo record.
SECCO il record!... qua siamo nella merda e lui pensa al… (Si sente il rumore di una macchina che si avvicina) Arriva qualcuno (corre in cucina seguito da Barba, che lascia il telefonino sul tavolino. La macchina si ferma e spegne il motore. Le battute seguenti verranno dette fuori scena) sono loro!
BARBA si... no! è solo lui...
SECCO e la moglie dov'è?
BARBA merda!... 
SECCO che c'è?
BARBA (rientra, seguito da Secco) non va bene. Deve esserci anche la moglie. 
SECCO e allora che facciamo?
BARBA fammi pensare. 
SECCO (un attimo dopo) che facciamo?
BARBA sto pensando!
SECCO e pensa più in fretta!
BARBA non dobbiamo farci vedere. Andiamo via! Presto! (fanno per correre via, ma Barba si blocca. A Secco) la borsa! (Secco prende la borsa di plastica e esce con Barba. Buio nel salottino). 

6.
Debole luce nello studio. A terra c'è la borsa di pelle scura, nella posizione in cui si trovava all'ingresso di Paola nella stanza nella scena 3. Barba entra, seguito da Secco. Restano per un po' sulla porta, a controllare quello che succede di sotto. Le battute di questa scena verranno ovviamente pronunciate a voce più bassa.
BARBA ecco, è entrato... E' solo.
SECCO che fregatura.
BARBA già (cerca di osservare quello che fa Giovanni di sotto).
SECCO che facciamo?
BARBA aspetta, fammi vedere che fa...
SECCO (dopo un po') allora?
BARBA (entra nella stanza, pensieroso) è un bel guaio.
SECCO (segue Barba. Posa a terra la borsa, nella posizione in cui l'ha trovata Paola al suo ingresso nella stanza) si, ma che facciamo? (Barba sta pensando) allora? che facciamo?... (Barba non risponde) mi vuoi dire che dobbiamo...?
BARBA vuoi stare zitto? che non riesco a pensare!
SECCO che cazzo hai da pensare tanto? Non sei mica in un telequiz. 
BARBA devo decidere che fare... (pausa. Si ricorda della rivista) cazzo!
SECCO che c'è?
BARBA il telefonino!
SECCO cosa?
BARBA l'ho lasciato di sotto!
SECCO (con indifferenza) ah, si. Sul tavolo.
BARBA (incredulo) perchè, te ne eri accorto?
SECCO tu no?
BARBA ma come... perchè non me lo hai detto?
SECCO che ne sapevo?
BARBA come "che ne sapevi"? Tu vedi che lo lascio sul tavolo e non mi dici niente?
SECCO ma si! che problema c'è? Andiamo di sotto e ce lo riprendiamo! (fa per avviarsi) forza, muoviamoci, che...
BARBA (con rabbia) aspetta!
SECCO che c'è?
BARBA non è ancora il momento. Dobbiamo aspettare che arrivi la moglie.
SECCO perchè?
BARBA perchè si. Perchè dobbiamo agire con metodo. 
SECCO ma chissà a che ora torna la moglie. 
BARBA non può tardare molto.
SECCO ma chissà pure se torna! Come fai a sapere che non ha avuto...
BARBA (lo interrompe) non ricominciare con la storia dei problemi! La moglie verrà. Dobbiamo solo aspettare un po'.
SECCO aspettare? ma perchè? basta solo che andiamo di sotto e... (Suona il campanello della porta) eccola! (corre nel corridoio).
PAOLA (f. s.) allora ci sei! cominciavo a credere che eri uscito e avevi lasciato le luci accese. 
GIOVANNI (sgarbato) che vuoi?
PAOLA che bella accoglienza! non mi fai entrare?
SECCO è lei! è la moglie!
BARBA e suona il campanello?
SECCO avrà dimenticato le chiavi. Forse è proprio per questo che ha fatto tardi.
BARBA sei riuscito a vederla in faccia? hai visto se è la moglie?
SECCO beh, no, ma è ovvio che è lei.
BARBA perchè?
SECCO e chi deve essere?
BARBA che ne so? un'amica.
SECCO un'amica?
BARBA si! un'amica. 
SECCO ma che amica? Dai, non perdiamo tempo. (tira fuori dalla borsa di plastica due passamontagna e ne passa uno a Barba) Muoviamoci. 
BARBA non lo so.
SECCO che c'è?
BARBA è strano.
SECCO (infila il proprio passamontagna) cosa?
BARBA che suoni il campanello.
SECCO senti, io non c'è una volta che esco di casa senza dimenticare le chiavi. Non le ho prese nemmeno adesso. E quando tornerò a casa dovrò entrare dalla finestra, perchè non c'è nessuno che mi aspetta, ma se c'era qualcuno suonavo il campanello, come questa qui. E' normale.
BARBA non lo so.
SECCO senti, cerca di convincerti alla svelta, perchè io dico che questo è il momento giusto.
BARBA (minaccioso) cos'è che dici, tu?
SECCO che mi sono rotto di aspettare. Andiamo.
BARBA (con decisione) fermo!... Mettiti seduto. 
SECCO perchè? adesso è proprio il momento di andare di sotto e... 
BARBA siediti! Andremo di sotto quando lo dico io. 
SECCO ma Barba, non puoi... 
BARBA (con autorità) mettiti seduto e aspetta!... (Secco si siede, molto controvoglia) Io cerco di capire che stanno facendo quei due. (Va nell'ingresso, ad ascoltare. Secco getta a terra la borsa e solleva sulla fronte il passamontagna) Sento delle voci. Stanno parlando.
SECCO (sarcastico) incredibile! un uomo e una donna che parlano!... che ci frega se parlano?
BARBA mi fai sentire che dicono?
SECCO (c. s.) ma certo! fai pure! Aspettiamo anche tutta la notte, tanto io non ho niente da fare a casa... (prende in tasca un pacchetto di sigarette e ne accende una. Poi dice tra i denti) ma tu guarda con chi mi sono messo (continua a fumare, nervoso).
BARBA (si è girato a guardarlo) che fai?
SECCO cosa?
BARBA fumi?
SECCO 'mbeh? non hai mai visto uno che fuma?
BARBA (va verso di lui) con il passamontagna alzato? 
SECCO non riesco a fumare con questo coso abbassato. Mi fa venire caldo.
BARBA non devi nemmeno fumare! Spegni quella sigaretta. 
SECCO un momento. Solo qualche tiro.
BARBA no! Spegnila adesso. 
SECCO un secondo. Ho bisogno di nicotina per lavorare bene.
BARBA spegnila.
SECCO si, si! Faccio solo qualche...
BARBA (brusco) spegni questa cazzo di sigaretta! (afferra la sigaretta e la spegne per terra) Non si fuma sul lavoro.
SECCO (dopo aver osservato allibito quello che Barba ha fatto, scatta in piedi contro di lui, rabbioso) Tu non puoi fare così! hai capito?
BARBA abbassa la voce!
SECCO non puoi fare così con me. Io ho mandato all'ospedale un sacco di gente per molto meno.
BARBA (deridendolo) oddio! Che paura!... Ma non dire cazzate!
SECCO io dico cazzate?
BARBA si, tu. 
SECCO io dico cazzate?
BARBA si! Tu! E adesso sta’ zitto, che devo sentire quello che...
Squilla il telefono.
SECCO il telefono... (corrono in corridoio, ad affacciarsi. Nel salottino Giovanni risponde al telefono) che succede?
BARBA shhh!...
SECCO chi è al telefono?
BARBA e come faccio a saperlo? (Breve pausa) cazzo! La donna sta venendo qui. Nel bagno, presto!
SECCO (non capisce) ma... ma che...
BARBA muoviti! (trascina Secco nel bagno, lasciando tutto in scena).

7.
Paola entra e accende la luce. Si ripete la scena 3. 
PAOLA (annusa l’aria) che puzza di fumo! (Squilla il suo telefonino) pronto?... ah, Lucia. Sei tu... si, sono proprio nello studio... no, non ti preoccupare: lui è nel salottino, al telefono... (Solleva la borsa di plastica per saggiarne il peso, poi la rimette giù) si, si è messo a dirmi un sacco di sciocchezze, le solite frasi fatte. Tu sei ancora al bar all'angolo?... bene, tra cinque minuti sarò lì da te... (Prende la borsa di pelle, ma è molto pesante) uff!.. (la rimette giù) senti, però qua le borse sono tre. Tu non mi avevi detto di averne preparate solo due?... appunto… vabbè, se non te lo ricordi lo chiedo a lui... (si avvia all'uscita) si, si. Cinque minuti e ho fatto. Ciao (riattacca, prende la borsa di plastica e esce, lasciando la luce accesa).

8.
Rientrano Barba e Secco. Barba va a controllare che Paola sia andata via, poi rientra, molto arrabbiato.
BARBA idiota! hai lasciato la borsa fuori.
SECCO e allora?
BARBA la borsa con tutta la roba!
SECCO e allora?
BARBA e ha sentito la puzza del fumo!
SECCO e allora?
BARBA e allora è un miracolo se non ci ha scoperto!
SECCO ma scusa, sbaglio o siamo qui per saltargli addosso e legarli?
BARBA bisogna aspettare il momento adatto.
SECCO ma quale momento? Stiamo solo perdendo tempo!
BARBA non capisci un cazzo! Dobbiamo prenderli di sorpresa, e se sono loro a scoprire noi come facciamo a prenderli di sorpresa?
SECCO e ora possiamo fargliela questa cazzo di sorpresa?
BARBA perchè invece non cominci a pensare a che cazzo stiamo facendo noi qua stanotte?
SECCO è da due settimane che ci penso, se lo vuoi sapere. Ma adesso con tutti i tuoi "non è il momento", "non ancora", "dobbiamo aspettare" mi hai fatto scendere le palle talmente in basso che ci sto pulendo il pavimento 
BARBA lo vedi che non sei pronto?
SECCO ma va'!
BARBA e non lo sarai mai con quella testa piena di merda che ti ritrovi.
SECCO sta' attento a come parli.
BARBA e tu sta attento a quello che fai: se io dico che dobbiamo aspettare allora vuol dire che dobbiamo aspettare. E aspettiamo!
Barba fa per avviarsi verso l'ingresso, ma Secco lo afferra per un braccio e lo trattiene.
SECCO invece senti me, adesso: è da quando siamo entrati che mi dici quello che dobbiamo fare. Ma chi sei tu per dirmelo? Eh? Non sei nessuno, tu. Sono io che ho organizzato il piano, quindi sono io che decido quello che bisogna fare.
BARBA (alle seguenti domande Barba conosce già la risposta. Le fa per ribadire un concetto) dimmi una cosa: quanti appartamenti hai svaligiato?
SECCO perchè?
BARBA quanti?
SECCO beh... sei o sette.
BARBA e quante volte sei finito in prigione?
SECCO che c’entra?
BARBA quante?
SECCO (dopo una pausa, riluttante) quattro.
BARBA cinque.
SECCO cinque.
BARBA cinque volte. Hai svaligiato sei appartamenti...
SECCO sette.
BARBA ... sette appartamenti, e ti sei fatto beccare cinque volte!
SECCO e allora? mi hanno preso per altri motivi.
BARBA cioè?
SECCO una volta per un documento falso, una volta per una rissa davanti a un bar, un'altra volta...
BARBA per uno scippo sul motorino.
SECCO tua nonna ho scippato sul motorino!
BARBA e un sequestro? lo hai mai fatto un sequestro?
SECCO (senza convinzione) si...
BARBA quando?
SECCO (in difficoltà) beh... una volta eravamo... in una casa che... d'accordo, non l'ho mai fatto, ma che c'entra? Non ci vuole niente a farne uno.
BARBA ma non lo hai mai fatto.
SECCO io il mio lavoro lo so fare!
BARBA e anch'io lo so fare. Io ne ho sedici di appartamenti. Sedici! E di lavoretti come quello di stasera ne ho già fatti due. Tutti e due perfetti. E allora tra noi sono io quello che sa come si fa, non tu, e quindi sono io quello che prende le decisioni.
SECCO ma il piano è mio! Sono io che ho organizzato il colpo, sono io che ho studiato la casa, e sono io che ho chiamato te, perciò sei tu che devi fare quello che dico io. 
BARBA non ci siamo.
SECCO e poi anche tu sei finito in prigione, se non sbaglio.
BARBA perchè ho lavorato con le persone sbagliate.
SECCO tre volte.
BARBA esatto. E' per questo che è meglio chiarire subito due cose. Uno: tu fai quello che dico io, perchè io so come si fa e tu no. Due: non pensare nemmeno a cercare di fregarmi, perché se anche ci riesci poi verrò a cercarti dovunque andrai. E ti troverò, credimi.
SECCO fregarti? ma per chi mi hai preso?
BARBA per quello che sei: un piccolo drogato...
SECCO (con molta rabbia) non chiamarmi così!
BARBA ... un drogato che ha fiutato l'odore dei soldi. Ma questo odore può darti alla testa, perchè non ci sei abituato. Quindi sta' attento.
SECCO sei tu quello che deve stare attento.
BARBA mi stai minacciando, per caso?
SECCO (sempre più nervoso) nessuno - dico nessuno! - può chiamarmi drogato: l’ultimo che ci ha provato sta sotto due metri di terra, a ingrassare i vermi al cimitero, perciò se solo tu provi a ripetere ancora una volta... 
Di scatto Barba afferra con le due mani a tenaglia la testa di Secco: con una mano gli tiene la nuca e con l'altra gli tappa la bocca.
BARBA (minaccioso, ma calmo) stammi bene a sentire: non cercare di fare il duro con me. So benissimo chi sei e quanto vali: niente. Tu da solo non saresti capace neanche di rubare la pensione a una vecchietta paralitica di ottant'anni che esce dalla posta con i soldi in mano e il braccio alzato, quindi non c’è bisogno che ti sforzi di passare per quello che non sei. L’idea è venuta a te, d’accordo. Sei tu che hai preparato tutto, d'accordo. Ma qui, adesso, sono io che comando, mettitelo in testa, perchè non voglio finire di nuovo in galera per colpa tua. Capito? E se non ti sta bene puoi anche andartene, che non ho bisogno di te, ma se resti farai solo quello che dico io. Chiaro?… (Secco non risponde, e Barba stringe con più forza) Chiaro? (questa volta Secco annuisce, e Barba lo lascia libero. Lo guarda per un po') E abbassa questo coso! (gli abbassa bruscamente il passamontagna). 
Silenzio. 
SECCO (si tocca la nuca, dolorante. Parla quasi per dovere, senza convinzione) per ora devo lasciare perdere, ma quando usciremo di qui dovremo chiarire molte cose.
BARBA (con aria di sufficienza) come vuoi. 
SECCO e adesso, grande capo, possiamo andare a prenderci questi gioielli di merda?
BARBA adesso si. (infila anche lui il passamontagna e se lo cala sul volto) Adesso è il momento.
SECCO e allora andiamo (fa per avviarsi, ma Barba lo ferma) Che c'è?
BARBA prima io.
Secco vorrebbe dire qualcosa, ma decide di lasciar pedere. Barba esce e Secco lo segue. Si abbassano le luci nello studio. 

9.
Si alzano quelle nel salottino. Si ripete la fine della scena 4: Giovanni e Lucia stanno discutendo animatamente.
GIOVANNI lei è mia moglie. 
PAOLA perderesti tutto, eh?
GIOVANNI non mi lascerà mai. 
PAOLA non ti resterebbe una lira. 
GIOVANNI è mia moglie! 
PAOLA ma avete i beni separati!
GIOVANNI e allora?
PAOLA non c'è una sola cosa qui che sia tua. 
GIOVANNI Lucia non mi lascerà mai!
PAOLA vedremo.
Paola prende la borsa di pelle scura, ma Giovanni la afferra e cerca di strapparglielo di mano.
GIOVANNI dove vai? ferma! Non ho ancora finito! 
PAOLA (tira con forza la borsa a sè) ma io si! Non abbiamo più niente da dirci.

10.
Barba e Secco entrano, pistole in pugno, e bloccano Paola.
BARBA si sbaglia, signora. Abbiamo ancora molto da dirci.
PAOLA (spaventata) oddio!
GIOVANNI che succede? chi siete?
BARBA state calmi e non vi succederà niente. Sedetevi.
GIOVANNI chi siete?
BARBA ho detto sedetevi! (Giovanni e Paola si siedono sul divano) Bene. (a Secco) legagli le mani.
SECCO (a Paola) dov'è la borsa?
PAOLA che borsa?
SECCO (ha visto la borsa di plastica e va a prenderla) questa borsa. E' roba nostra.
PAOLA (a Giovanni) lo dicevo io che non poteva essere vostra!
Secco tira fuori il nastro adesivo e lega i polsi di Giovanni. Poi passa a quelli di Paola.
BARBA (prende il telefonino) e anche questo (lo mette in tasca).
PAOLA che stupidi che siamo stati! dovevamo capirlo!
GIOVANNI chi vi manda? L'avvocato?
BARBA che avvocato?
GIOVANNI vi state sbagliando, ho appenna parlato con lui e gli ho detto...
BARBA non mi frega niente di quello che hai detto a questo avvocato.
GIOVANNI non è lui che vi manda?
BARBA non ci manda nessuno. 
SECCO lavoriamo da soli, noi.
GIOVANNI davvero?... ma... ma allora voi due siete… vi prego, non fateci del male.
BARBA non vogliamo far male a nessuno, basta solo che state buoni.
PAOLA (Secco le sta infilando un cappuccio che ha preso nella borsa) no! che fa?... mi lasci!
BARBA che cavolo stai facendo?
SECCO le metto il cappuccio. 
BARBA perchè?
SECCO poi lo metto anche a lui.
BARBA ma perchè?
SECCO così non possono vederci.
BARBA e che ci frega se ci vedono o no? abbiamo i passamontagna. 
SECCO si, ma se gli mettiamo il cappuccio possiamo toglierceli. Io non li sopporto i passamontagna.
BARBA siamo noi a dover tenere il cappuccio, loro devono vedere. Chi apre la cassaforte, se no?
SECCO ma io non li sopporto questi cosi.
BARBA non mi frega niente. Ti abitui. Toglile il cappuccio.
SECCO ma perchè? è anche più semplice se noi...
BARBA (ad alta voce) toglile quel cazzo di cappuccio!
SECCO (guarda Barba, incerto se obbedire. Poi cede) e va bene. (le toglie il cappuccio) Fatto. Contento?
BARBA (a Secco, con autorità) non prendere iniziative.
GIOVANNI come avete fatto a entrare?
SECCO non è stato difficile. 
BARBA siamo passati dal garage.
PAOLA (a Giovanni) perché l’allarme non ha suonato?
SECCO (intanto va a prendere la borsetta di Paola e inizia frugarle dentro) siamo professionisti, noi. Sappiamo come fare per non far suonare gli allarmi.
GIOVANNI non c'è nessun allarme in casa.
SECCO (con rabbia) e allora? anche se c'era non cambiava nulla. Non avrebbe suonato lo stesso, con noi.
BARBA gli antifurti dovrebbero progettarli i ladri, che sono gli unici che sanno come farli funzionare per davvero.
SECCO è una buona idea, sai? Potremmo mettere su un'azienda.
BARBA si, ma servono soldi.
SECCO ed è per questo che siamo qui: per i soldi.
PAOLA nella borsa ne ho pochi. 
SECCO nella borsa?... (offeso) Per chi mi hai preso? Ho la faccia dello scippatore, io?
BARBA non lo sa come ce l'hai la faccia.
SECCO eh?
BARBA hai il passamontagna. Non può sapere come hai la faccia.
SECCO e allora? (a Paola) io non sono un ragazzino che va in giro a rubare le autoradio. Non so che farmene della tua borsa!
BARBA e allora perchè ce l'hai in mano?
SECCO (getta via la borsa. Poi a Paola) Non me ne frega niente della tua borsa di merda. 
BARBA (a Paola) dovete scusarlo: è convinto che tutti i ricchi tirano cocaina, e la cerca dappertutto.
SECCO vaffanculo!
BARBA attento a quello che dici. 
SECCO e tu smettila con questa storia della cocaina! Abbiamo un lavoro da fare, no? e allora facciamolo e andiamocene.
BARBA si, ma sta' attento a quello che dici. (guarda minaccioso Secco, che distoglie lo sguardo. Barba, soddisfatto, si rivolge di nuovo a Giovanni e Paola) adesso torniamo a noi.
GIOVANNI che volete? Noi non abbiamo niente.
BARBA questo non è esatto. 
SECCO vogliamo quello che c'è nella cassaforte.
GIOVANNI (stupito) cassaforte?... (cerca di riprendersi e dissimulare) quale cassaforte?
SECCO ne avete più di una?
GIOVANNI non ne abbiamo nessuna.
BARBA no, no, no, no... Senti, amico, così non va. Ho detto che non vogliamo farvi del male, ma voi però dovete collaborare, altrimenti ci farete arrabbiare, e quando ci arrabbiamo diventiamo violenti.
SECCO molto violenti.
BARBA ora, io so benissimo che voi due avete una cassaforte... 
PAOLA come "noi due"?
SECCO con dei gioielli costosissimi. Il padre della signora, qui, (indicando Paola) è proprietario di cinque supermercati.
BARBA (a Giovanni) è ricca, tua moglie.
PAOLA no! un momento, vi state sbagliando...
GIOVANNI non abbiamo nessuna cassaforte.
BARBA ce l'avete, invece. Lo sappiamo.
SECCO io so anche molte altre cose di te, amico. So che di tuo non hai una lira, ma hai trovato l'America sposando tua moglie. E da allora non ti sei fatto mancare niente. Che bella vita che hai fatto finora, eh, amico? E sai una cosa? E' proprio la vita che ho sempre sognato di fare anch'io. E anche il mio collega. Chi non vorrebbe farla?... 
BARBA va bene, basta...
SECCO e allora io dico: che hai tu di diverso da noi due? Niente. Anzi, magari hai qualcosa in meno, con quella faccia da imbecille che ti ritrovi...
BARBA va bene, basta...
SECCO e allora perchè solo tu devi fare questa vita che...
BARBA basta! Sta’ zitto!
SECCO (con uno scatto d'ira) ti ho detto di non dirmi di stare zitto!
BARBA e io ti ho detto di non prendere iniziative!
SECCO ma non devi dirmi di stare zitto.
BARBA ok, non te lo dico più.
SECCO bene.
BARBA adesso però sta’ zitto!
SECCO (minacciandolo) senti, tu…
BARBA (ignorandolo) basta perdere tempo. (a Giovanni) Allora, dov’è la cassaforte? eh?... Dov'è? 
GIOVANNI non... non abbiamo nessuna cassaforte.
SECCO (si scaraventa addosso a Giovanni) che figlio di puttana!... vuoi fare il furbo, eh?...
PAOLA fermo! lascialo stare!
BARBA (trattiene Secco) basta!... fermo!... basta! 
SECCO (ancora addosso a Giovanni) io ti rompo tutte le ossa una per una! stronzo!
BARBA (lo spinge via) e basta! calmati!
SECCO (a Giovanni) tu farai una brutta fine! Farai una bruttissima fine!
BARBA e basta!... (a Giovanni) ha ragione, però. Vedi che succede se non collabori? Hai fatto arrabbiare il mio collega. Per tua fortuna io sono ancora calmo e lo trattengo, ma sento che sto cominciando ad arrabbiarmi anch'io, e questa è una brutta cosa. Molto brutta.
GIOVANNI m-ma… non abbiamo nessuna cassaforte… 
Secco fa per lanciarglisi di nuovo addosso, ma Barba lo ferma.
BARBA (con crescente rabbia) senti, tu non hai idea della gente con cui avete a che fare: a me non importa un cazzo di voi due. Per me se morite fra cent'anni nel vostro lettino o crepate stanotte con un buco in fronte è la stessa cosa, e un omicidio in più o in meno non mi cambierà niente, tanto ho una lista di crimini talmente lunga che nessuno noterebbe la differenza. Quello che mi interessa è soltanto quello che c'è dentro la cassaforte. (afferrando Giovanni) Perciò adesso tu mi dici dov'è, poi mi ci porti e mi dici anche la combinazione, lettera per lettera e numero per numero. Altrimenti con le mie stesse mani prendo la tua testa di cazzo, la spacco in due come una noce, ti strappo quel poco di cervello che hai e lo do al gatto quando torno a casa. E ti giuro che lo faccio davvero. Chiaro?... (Giovanni, terrorizzato, non risponde) chiaro?
GIOVANNI (con un filo di voce) s-si... 
BARBA come dici?
GIOVANNI si... è chiaro. 
BARBA bene. E allora fuori la combinazione.
GIOVANNI io... io non la conosco, mi creda. La cassaforte è di mia moglie, solo lei conosce la combinazione.
BARBA e allora ce lo dirà la moglietttina (prende Paola e la solleva).
PAOLA no, un momento! Io non c’entro! Io non…
BARBA muoviti!
GIOVANNI no, vi state sbagliando!...
PAOLA io non sono sua…
BARBA sta’ zitta!
GIOVANNI lei non sa niente, non è…
SECCO zitto! 
BARBA finitela!
PAOLA io non sono sua moglie!
Barba e Secco si guardano, perplessi.
BARBA (a Paola) che significa?
PAOLA è la verità. 
SECCO (pausa. Poi con violenza) senti, se continui a dire queste cazzate ti giuro che... (Suona il campanello. Un attimo di silenzio).
BARBA merda!
SECCO che facciamo?... vado a aprire?
BARBA e che gli dici? "Buonasera, si accomodi. Un attimo che finisco di rapinare la casa"?
SECCO allora non apriamo. Forse se ne vanno da soli (Campanello) Forse bisogna aspettare un po’ di più.
BARBA (a Giovanni) chi è? Aspettavate qualcuno?
GIOVANNI no.
BARBA e allora chi è?
GIOVANNI non ne ho idea.
Campanello, sempre più insistente.
BARBA merda! merda! merda!
SECCO che facciamo, Barba?
BARBA (ci pensa un attimo) e va bene! (a Paola, liberandole i polsi) tu, vai ad aprire e fai entrare senza dire niente. E attenta a non fare scherzi o faccio un buco nella testa di tuo marito.
PAOLA non è mio marito!
BARBA ma questa è una pistola, però! Muoviti!

11.
Secco e Barba si nascondono accanto al vano della porta. Barba tiene la pistola puntata addosso a Giovanni, che è accanto a lui. Paola va ad aprire. Il dialogo seguente avviene fuori scena.
LUCIA Paola! Ma che stai facendo? Avevi detto cinque minuti!
PAOLA si, hai ragione, ma... 
LUCIA Giovanni si è messo a fare storie, eh? lo sapevo. Per questo non volevo venire. 
PAOLA no, non è questo...
LUCIA lui dov'è adesso?
PAOLA è di là, ma...
LUCIA dai, vieni con me. Prendiamo la roba e andiamocene. 
PAOLA no, aspetta, non è come...
Lucia entra, seguita da Paola.
SECCO (le punta la pistola addosso) ferma lì!
LUCIA che?... che succede?
BARBA stai ferma e buona e non ti succederà niente.
LUCIA Giovanni!... ma che succede?
BARBA non gridare e mettiti seduta.
PAOLA fai come dicono. Non vogliono farci del male.
LUCIA che significa?
BARBA siediti! (Fa sedere Lucia. Poi a Secco) legale tutte e due.
Secco lega i polsi di Lucia con il nastro. Poi lega di nuovo anche Paola, con le mani dietro la schiena.
PAOLA sta' calma. Hanno detto che non ci faranno del male se facciamo quello che dicono.
LUCIA ma si può sapere che succede? chi siete voi?
BARBA non è importante. Quello che importa è chi sei tu. Chi sei? 
LUCIA io?...
BARBA tu. Si.
LUCIA io abito qui.
SECCO ah si? E perchè?
LUCIA come perchè?... perchè questa è casa mia.
BARBA come, scusa?
LUCIA (indicando Giovanni) sono sua moglie.
BARBA (stupito) sua moglie?
LUCIA (guardando Giovanni) ancora per poco.
SECCO tu sei davvero la moglie di questo qua?
LUCIA beh... si.
BARBA e questa chi è, allora?
LUCIA è mia sorella.
BARBA tua sorella?
SECCO ma... non può essere... 
BARBA (a Secco) pezzo di idiota! coglione! e così tu sei quello che sa come fare, eh? Che ha preparato tutto? Col cazzo! Sei stato settimane a studiare il piano e non sei stato neanche capace di riconoscere la moglie dalla sorella!
SECCO che ne potevo sapere chi è la moglie? Ho studiato la casa, io, mica la moglie. 
BARBA e certo! uno che studia la casa come fa nello stesso tempo a ricordare anche il volto di una donna? Neanche alla CIA lo sanno fare!
SECCO ma che ne sapevo?
BARBA la verità è che eri troppo fatto per riuscire a distinguere la faccia di una donna!
SECCO non chiamarmi drogato!
BARBA e che cosa sei, allora? Uno che non è in grado di... (cerca di calmarsi) va bene, va bene... senti, ormai è andata. La colpa è mia che... (come a dire: che mi sono messo con uno come te) lasciamo perdere.
SECCO ecco. Lasciamo perdere. Bravo.
BARBA (a Paola) Allora, se tu sei la moglie di questo qui, dov'è la cassaforte?
LUCIA come?
BARBA la cassaforte! dov'è? 
LUCIA ma... Giovanni, che?...
SECCO (la afferra e la scuote con violenza) la cassaforte! La cassaforte! quella dove tieni i gioielli!
LUCIA mi lasci!... mi fa male!... 
SECCO la cassaforte!
LUCIA è nello studio! In fondo al corridoio!
SECCO (la lascia) ah!... brava! (a Barba) Visto? Così si fa.
BARBA (afferra Lucia per un braccio) andiamo. Muoviti.
PAOLA che volete fare? Lasciatela, non le fate del male.
BARBA sta' zitta! (a Secco) Se parla ancora chiudile la bocca.
SECCO (solleva la pistola, con un ghigno) con piacere.
BARBA col nastro.
SECCO (deluso, abbassa la pistola) ah.
BARBA (prende la borsa di plastica. Poi a Lucia, spingendola) Forza, cammina.
SECCO e loro due? li lasciamo qui?
BARBA si. E Tu resti con loro.
SECCO cosa?... e perchè?
BARBA ci vuole uno che li sorvegli.
SECCO e perché non li sorvegli tu?
BARBA perché io vado a prendere i gioielli. 
SECCO e perchè vai tu a prendere i gioielli? ci posso andare io. Chi ha deciso che...
BARBA (lo interrompe, duro) senti, non dire più una parola, o sarò costretto a ricordarmi di tutte le cazzate che hai fatto stasera!
SECCO ma... (Barba gli fa cenno di tacere) e va bene, si. Vai.
BARBA così mi piaci. (a Lucia) Muoviti, tu! (trascina via Lucia e escono. Si abbassano le luci fino al buio).

FINE ATTO I













ATTO II 

1.
All'aprirsi del sipario è illuminato il salottino. L'azione ricomincia dalla fine del primo atto.
BARBA (prende la borsa di plastica. Poi a Lucia, spingendola) Forza, cammina.
SECCO e loro due? li lasciamo qui?
BARBA si. E Tu resti con loro.
SECCO cosa?... e perchè?
BARBA ci vuole uno che li sorvegli.
SECCO e perché non li sorvegli tu?
BARBA perché io vado a prendere i gioielli. 
SECCO e perchè vai tu a prendere i gioielli? ci posso andare io. Chi ha deciso che...
BARBA (lo interrompe, duro) senti, non dire più una parola, o sarò costretto a ricordarmi di tutte le cazzate che hai fatto stasera!
SECCO ma... (Barba gli fa cenno di tacere) e va bene, si. Vai.
BARBA così mi piaci. (a Lucia) Muoviti, tu! (trascina via Lucia. Escono).

2.
SECCO (resta in silenzio. E' chiaramente risentito per quello che è successo, ma non vuole farlo vedere. Si gira verso i prigionieri. Giovanni lo sta guardando) che cazzo hai da guardare, tu? (Giovanni abbassa in fretta lo sguardo. Secco resta qualche secondo fermo, in piedi, nervoso, a Borbottare qualcosa. Poi a Paola) non c'è una sedia, qua?
PAOLA in cucina.
SECCO (a Giovanni) tu, vanne a prendere una. Muoviti! (Giovanni va in cucina. Secco parla tra sè, ma ad alta voce, per far sentire anche a Giovanni e Paola) Guarda un po' che mi tocca fare! Stare qui a fare la guardia a due stronzi... che merda!... (Giovanni rientra con una sedia) portala qua. (Giovanni ubbidisce. Secco prende la sedia) Siediti. (Giovanni torna a sedersi sul divano. Secco si siede sulla sedia. Poi tra sè) che merda!... (a Giovanni e Paola) e non provate a fare i furbi, voi due, chiaro? O ve ne faccio pentire. (continua a borbottare. Prende in tasca un pacchetto di sigarette, lo apre e scopre che è vuoto) cazzo! le ho finite... pure questa ci voleva!... (ai due) avete da fumare?... eh?
GIOVANNI io... non fumo.
SECCO e ti pareva! Cos'è, hai paura di prenderti il cancro? di non arrivare alla pensione? fossi in te mi preoccuperei di arrivare a domani mattina... idiota!... (a Paola) e tu? fumi, tu? (Paola non risponde) oh! sto parlando con te! Fumi?
PAOLA (con riluttanza) ho un pacchetto nella tasca dei pantaloni.
SECCO ah! ecco! così va bene. (si alza, si avvicina a Paola, le si piega addosso e prende il pacchetto di sigarette dalla tasca. I movimenti sono lenti e a stretto contatto. Si rialza) hai un buon profumo. Mi piacciono le donne che hanno un buon profumo.
PAOLA (con sarcasmo) vuoi invitarmi a cena?
SECCO (irritato) non sfottere! Nessuno mi può sfottere!
GIOVANNI (impaurito) la scusi, non voleva offenderla.
SECCO ne sono sicuro. (dopo una breve pausa, a Paola) comunque dicevo sul serio riguardo al profumo. E' buono.
PAOLA (di malavoglia) grazie.
SECCO prego. (Legge l'etichetta del pacchetto di sigarette, deluso) Light. (a Paola) e tu vuoi farmi fumare questa merda?
PAOLA (di nuovo con sarcasmo) scusami tanto, ma non sapevo che saresti venuto a sequestrarci. La prossima volta avvisami prima, così ti farò trovare la marca che ti piace. Va bene?
GIOVANNI (rimproverandola) Paola!
SECCO (a Paola) hai la lingua troppo lunga, tu! Meglio che la tieni a freno.
GIOVANNI (a Secco) la prego, la scusi. E' sotto stress, non sa quello che dice.
SECCO (prende una sigaretta) Beh, per questa volta posso arrangiarmi. (a Paola) Non ti dispiace se ne prendo una, vero?
PAOLA fai pure. Tanto ho deciso di smettere.
SECCO allora mi prendo tutto il pacchetto (ride, si infila il pacchetto di sigarette in tasca, poi torna a sedersi. Si accende la sigaretta, continuando a guardare Paola con evidente interesse) Sai una cosa? Non sei niente male. (Lancia l'accendino sul tavolo) proprio niente male... Se imparassi a chiudere la bocca potremmo anche uscire insieme. Una bella donna che sta zitta: il mio tipo ideale (ride, poi continua a fumare). 
PAOLA adesso capisco la puzza.
SECCO che puzza? 
PAOLA la puzza di fumo che c'era nello studio. Eri tu.
SECCO ah, si. Ero io. Avevo fatto qualche tiro... (cerca di sistemare il passamontagna, che gli dà fastidio). Mi piace fumare... mi rilassa.
PAOLA non direi.
SECCO eh?... ah, no. E' che si muore di caldo a fumare con questo coso addosso.
PAOLA allora perchè non lo togli? hai paura che ti vediamo?
SECCO (scatta in piedi contro Paola, rabbioso) io non ho paura di niente! Capito? Di niente! non dirlo mai più o ti sparo in bocca senza pensarci un secondo!... a tutti e due sparo! 
GIOVANNI ehi! no! un momento! io non ho detto niente!
SECCO non mi frega un cazzo! Dovete stare zitti. Qui sono io l'unico che può parlare! chiaro?
GIOVANNI chiaro, chiarissimo. (poi a Paola) Paola! Per carità! Vuoi stare zitta? Ci farai ammazzare tutti.
PAOLA (a Giovanni) e sta' zitto tu, piuttosto! Tanto se ci vogliono sparare ci sparano lo stesso.
SECCO questo è vero.
PAOLA (a Secco) però io non sono un'invertebrata come questo qui (riferendosi a Giovanni). Puoi prenderti i soldi, ma non puoi impedirmi di parlare.
SECCO ah si? (prende il nastro adesivo) e adesso vediamo. (afferra le caviglie di Paola e le lega). 
PAOLA che fai? lasciami!
SECCO sta' ferma!
PAOLA lasciami stare!... lasciami!
SECCO (le chiude la bocca col nastro) e adesso? sei ancora dell'idea che non posso impedirti di parlare? (si allontana, poi ripete minaccioso a Paola) sono io che comando, qui. E voi dovete fare quello che dico io.
BARBA (f. s.) Secco!
SECCO (si affaccia sul corridoio e risponde, ad alta voce) che c'è?
BARBA (f. s.) porta qui il marito.
SECCO perchè?
BARBA (f. s.) portalo qua e basta!... E muoviti!...
SECCO (ritorna nella stanza) stronzo! (spegne la sigaretta. Poi a Paola) Le tue sigarette fanno davvero schifo. (prende Giovanni per un braccio e lo solleva) andiamo.
GIOVANNI (molto impaurito) dove mi porta? che volete farmi?
SECCO sta' zitto e cammina. (a Paola) e tu non andartene in giro, mi raccomando (ride. Poi esce con Giovanni. Buio nel salottino).

3.
Si alzano le luci nello studio. Lucia ha ancora i polsi legati ed è seduta sulla sedia di destra. Entra Secco, trascinando Giovanni.
SECCO allora? Che succede? Li hai presi i gioielli?
BARBA (prende Giovanni) lascialo a me.
SECCO wow! la cassaforte è aperta... (fa per avviarsi, ma Barba lo blocca).
BARBA torna di là, adesso.
SECCO quanto c'era dentro, eh?...
BARBA torna di là! 
SECCO si, un momento. Voglio solo...
BARBA (urla) torna di là!
Secco lo guarda, lo minaccia col dito, poi va via. Si abbassano le luci nello studio.
4.
Si alzano le luci nel salottino. Secco rientra, molto nervoso. Paola è sempre seduta e legata. 
SECCO che stronzo!... che stronzo! (Paola cerca di parlare) ... ma chi cazzo si crede di essere quello là? Eh? (Paola fa molto rumore per obbligare Secco a liberarla) che ti piglia? (Paola continua. Secco le si avvicina e le toglie il nastro dalla bocca) che hai da sbatterti tanto?
PAOLA (respira) ah... (parla a fatica) dov'è Giovanni? che gli avete fatto?
SECCO niente. Sta bene.
PAOLA e Lucia?
SECCO sta bene anche lei.
PAOLA ma che gli state facendo? Volete ucciderli? Che cosa....
SECCO (urla) stanno bene, ti ho detto! (Paola si zittisce) e che cazzo! (Silenzio. Secco va a sedersi. Parla tra sè, con molta rabbia) stronzo!... (prende un'altra sigaretta) chi cazzo si crede di essere?... (facendo il verso a Barba) "torna di là"... "sono io che decido"... "fai questo! fai quello!"... (intanto cerca l'accendino nelle tasche, senza trovarlo) dov'è l'accendino? (urla) Dove cazzo è il mio accendino? (si guarda intorno senza vederlo).
PAOLA è lì.
SECCO dove? dov'è?
PAOLA è lì, sul tavolo. Proprio davanti a te.
SECCO (lo vede) ah, si. (lo prende e accende la sigaretta. Si risiede e continua a parlare tra sè, ma ad alta voce) coglione!... Se non lo avessi chiamato io, lui qua non ci sarebbe mai venuto... buffone!...
PAOLA stai parlando del tuo amico?
SECCO quale amico?
PAOLA l'altro che sta con te. 
SECCO mio amico? quello?
PAOLA si. Non è tuo amico?
SECCO ma mi hai visto? E hai visto lui? Ti pare che io posso essere amico di uno come quello?
PAOLA non lo so. Non conosco nè te nè lui.
SECCO te lo dico io! Noi due non abbiamo proprio niente in comune. 
PAOLA ma se non è tuo amico, allora...
SECCO è solo uno che ho chiamato per aiutarmi a fare il colpo. 
PAOLA allora il capo sei tu.
SECCO (scatta in piedi) certo che sono io il capo!
PAOLA ok, ok...
SECCO (dopo un attimo di pausa, si risiede) Perchè, avevi qualche dubbio?
PAOLA no, no, nessun dubbio.
SECCO ecco.
PAOLA si vede che sei tu quello più in gamba.
SECCO (compiaciuto) si vede, eh?
PAOLA anche un cieco lo vedrebbe.
SECCO anche un cieco! Giusto!
PAOLA solo che...
SECCO cosa?
PAOLA no, niente.
SECCO che vuoi dire? 
PAOLA niente.
SECCO (si alza e le si avvicina, interessato) no, hai detto "solo che...". "Solo che..." cosa? 
PAOLA non sono affari miei. Meglio che sto zitta.
SECCO no, parla. Voglio sapere che vuoi dire.
PAOLA allora parlo, però ricordati che sei tu che me lo hai chiesto.
SECCO si, si! parla, forza!
PAOLA vedi, Secco... ti chiami così, vero?
SECCO (diffidente) perchè?
PAOLA è così che ti ha chiamato l'altro.
SECCO si, mi chiamo Secco, e allora?
PAOLA e lui?
SECCO che ti frega? non stiamo qui per fare le presentazioni.
PAOLA era solo per avere un nome con cui chiamarlo.
SECCO (ci pensa un attimo su) Barba.
PAOLA Barba?
SECCO si. Barba! Barba!
PAOLA va bene, ho capito. Vedi, Secco, mi chiedevo: se tu sei il capo, allora perchè permetti a Barba di comandare?
SECCO (con rabbia) che cazzo dici? lui non comanda niente! sono io quello che comanda, qui! il colpo è mio! Lui è solo uno che mi aiuta, chiaro?
PAOLA certo, certo. E' chiaro.
SECCO ecco!
PAOLA non c'erano dubbbi, su questo... 
SECCO appunto.
PAOLA solo che quello che volevo dire è che... beh, secondo me lui si prende troppe libertà con te.
SECCO cioè?
PAOLA ma scusa, hai visto come ti tratta? ti dice sempre di stare zitto, vuole decidere tutto lui, ti insulta, anche.
SECCO (cerca di restare nella parte del duro) nessuno si permette di insultarmi!
PAOLA e poi appena ti chiama tu corri, senza nemmeno sapere perchè ti ha chiamato.
SECCO lo so benissimo perchè. 
PAOLA ah si?
SECCO si!
PAOLA e allora dimmi perchè ti ha detto di portare Giovanni di là. (Secco non risponde) Non lo sai, eh?
SECCO certo che lo so.
PAOLA e allora perchè?
SECCO non sono cazzi tuoi!
PAOLA non lo sai! 
SECCO lo so! 
PAOLA non lo sai, perchè non sei tu che comandi!
SECCO (si sta di nuovo arrabbiando, infastidito dalla pressione a cui lo sta sottoponendo Paola) sono io che comando! Io!
PAOLA e se sei tu che comandi dovresti essere tu quello che apre la cassaforte, tu quello che prende i gioielli. Perchè invece stai qui con me?
SECCO ci siamo divisi i compiti.
PAOLA si, ma è lui che li ha divisi. E' lui che ti ha detto di stare qua.
SECCO non è vero!
PAOLA è vero. Te lo ha detto prima, davanti a me.
SECCO non è vero!
PAOLA è vero! 
SECCO (urla) non è vero! (agita la pistola sotto gli occhi di Paola) io ho la pistola, tu sei legata, quindi sono io quello che stabilisce cos'è vero e cosa no, chiaro? (Paola non dice niente) Chiaro?
PAOLA chiaro, si.
SECCO e allora, chi è che comanda tra me e lui?
PAOLA tu. Sei tu che comandi.
SECCO ecco. Esatto. (si allontana, in silenzio. Dopo un po', più calmo e con un certo sforzo) si... va bene... è lui che ha diviso i compiti. Ma che cambia? (Paola mostra di essere offesa e di non voler rispondere) oh!... che fai, l'offesa, adesso? Rispondi! Io sto qua e lui di là. E allora? che vuol dire?
PAOLA e allora perchè lo ha fatto, secondo te?
SECCO che vuol dire perchè lo ha fatto? 
PAOLA perchè ha voluto farti restare qua?
SECCO perchè?... per sorvegliare te e l'idiota.
PAOLA bastava andare tutti di là, per questo. Potevate tenerci tutti e tre sotto controllo e voi due restavate insieme. Non c'era motivo di dividersi.
SECCO beh, ma... (con evidente interesse) e allora perchè mi ha fatto restare qua, secondo te?
PAOLA ci può essere un solo motivo.
SECCO quale?
PAOLA ti vuole fregare.
SECCO (la guarda, incerto. Ormai è in preda al dubbio, ma cerca di scacciarlo con una risata che suona falsa) questa è bella!... Barba che vuole fregare me!... tu si che fai viaggiare la fantasia, eh?... (va a sedersi).
PAOLA e tu dovresti far viaggiare il cervello.
SECCO (senza molta convinzione) ehi! attenta a come parli!
PAOLA pensaci bene: lui è di là con i gioielli, e tu di qua. Non lo sai che succede in quella stanza: e se poi Barba ti dice che nella cassaforte c'era di meno e si tiene una bella parte solo per lui? 
SECCO non dire cazzate.
PAOLA e se invece si prende tutti i gioielli e scappa e a te ti lascia qua?
SECCO non lo farebbe mai.
PAOLA perchè no? che ne sai?
SECCO (la rabbia cresce di nuovo, questa volta dovuta al sentirsi con le spalle al muro) non lo farà!
PAOLA (lo incalza) come fai a saperlo?
SECCO è mio amico.
PAOLA hai detto che non siete amici.
SECCO non lo farà lo stesso.
PAOLA che ne sai?
SECCO (finisce di nuovo per urlare e puntare la pistola contro Paola) lo so e basta! E adesso sta' zitta o ti faccio un buco in testa! Chiaro?... (Si sente un colpo di pistola) che cazzo?... 
PAOLA hanno sparato!
SECCO porca puttana!... (esce di corsa. Buio nel salottino).

5.
Luci nello studio. Entra Secco, di corsa. Barba è in piedi, con la pistola stretta in mano. Giovanni è seduto a terra, accanto alla parete di sinistra. Lucia è invece per terra, distesa, immobile e priva di sensi.
SECCO che succede?
BARBA che ci fai qua?
SECCO che hai fatto?
BARBA che cazzo ci fai qua? 
SECCO (vede Lucia per terra) le hai sparato! 
BARBA torna di là!
SECCO (sconvolto) l’hai uccisa! Che cazzo hai fatto? L'hai uccisa?
BARBA torna di là o sparo a te! Drogato di merda!
SECCO non chiamarmi così!
BARBA (gli punta la pistola contro) torna di là!
SECCO (impaurito) tu sei pazzo! (indietreggia verso la porta) Tu sei completamente pazzo!... sei pazzo... (esce, atterrito. Buio nello studio).

6.
Luci in salotto. Secco rientra, in preda al panico. Paola è sempre allo stesso posto, nella stessa posizione.
SECCO è impazzito!... 
PAOLA che è successo?
SECCO ha dato di matto! Ha fuso il cervello!
PAOLA che è successo? Dimmi che è successo!
SECCO ha sparato alla donna!
PAOLA oh dio!..
SECCO (tra sè) e adesso?... 
PAOLA è morta?
SECCO (c. s.) che faccio, adesso?...
PAOLA Lucia è morta?
SECCO (c. s.) devo calmarmi! 
PAOLA rispondi!
SECCO (tra sè) devo calmarmi... ho bisogno di pensare... acqua! mi ci vuole dell'acqua (va in cucina. Paola lo segue con lo sguardo. Si abbassano le luci fino al buio. Dopo qualche secondo si sente il rumore di un vaso che si rompe con violenza).

7.
Si riaccendono le luci in salotto. Sono passati alcuni minuti. Paola adesso è seduta sulla sedia, legata alla spalliera da una striscia di nastro adesivo e con le mani dietro la schiena. Anche la bocca è chiusa con il nastro. Secco rientra nel salotto. E' stato evidentemente colpito con violenza alla testa. In una mano ha la pistola, con l'altra si toglie il passamontagna, lo getta via e si tocca la ferita dietro la nuca. E' molto dolorante.
SECCO ah... (guarda la sua mano) cristo!... (vede Paola) che cazzo è successo? (le si avvicina e le toglie il nastro dalla bocca).
PAOLA Secco! Avevi ragione: Barba è impazzito!
SECCO che è successo?
PAOLA te lo avevo detto che voleva fregarti! 
SECCO che stai dicendo?
PAOLA Barba! E' venuto, mi ha tappato la bocca prima che riuscissi a urlare e mi ha messo il nastro, poi ha preso il vaso che era lì e te lo ha rotto in testa. 
SECCO non può essere!
PAOLA è così, invece! Poi mi ha legata in questo modo per non farmi muovere e se ne è tornato nello studio.
SECCO vuole fregarmi?
PAOLA vuole tenersi tutto lui! 
SECCO non può essere!
PAOLA è così! è così! Vuole scappare da solo.
SECCO che figlio di puttana!
PAOLA ti ha imbrogliato!
SECCO (corre via) bastardo figlio di puttana! 
PAOLA (cerca di fermarlo) aspetta, Secco! Slegami!... 
Secco esce di corsa. Buio nel salottino.

8.
Si riaccendono le luci nel salottino. L'azione ricomincia dalla fine della scena 4 (tranne dove diversamente indicato, il riferimento si intenderà sempre a scene del secondo atto): Paola è seduta sul divano, con le mani legate dietro la schiena. Secco è in piedi, ha la pistola in mano e indossa il passamontagna.
PAOLA pensaci bene: lui è di là con i gioielli, e tu di qua. Non lo sai che succede in quella stanza: e se poi Barba ti dice che nella cassaforte c'era di meno e si tiene una bella parte solo per lui? 
SECCO non dire cazzate.
PAOLA e se invece si prende tutti i gioielli e scappa e a te ti lascia qua?
SECCO non lo farebbe mai.
PAOLA perchè no? che ne sai?
SECCO (la rabbia cresce di nuovo, questa volta dovuta al sentirsi con le spalle al muro) non lo farà!
PAOLA (lo incalza) come fai a saperlo?
SECCO è mio amico.
PAOLA hai detto che non siete amici.
SECCO non lo farà lo stesso.
PAOLA che ne sai?
SECCO (finisce di nuovo per urlare e puntare la pistola contro Paola) lo so e basta! E adesso sta' zitta o ti faccio un buco in testa! Chiaro?... 
Si sente un colpo di pistola.
SECCO che cazzo?... 
PAOLA hanno sparato!
SECCO porca puttana!... (esce di corsa. Buio nel salottino).

9.
PAOLA (fa scorrere le mani sotto il sedere fino a portarle davanti al corpo, non senza difficoltà. Poi morde il nastro che le lega i polsi, cercando di strapparlo) E dai!... su!... (dopo qualche sforzo riesce a romperlo e a liberare le mani) si! 

10.
Sta per liberare anche le caviglie, ma in quel momento rientra Secco, in preda al panico. Paola, non vista, riporta d'istinto le mani nella posizione precedente e finge di essere ancora legata. Si ripete la scena 6.
SECCO è impazzito!... 
PAOLA che è successo?
SECCO ha dato di matto! Ha fuso il cervello!
PAOLA che è successo? Dimmi che è successo!
SECCO ha sparato alla donna!
PAOLA oh dio!..
SECCO (tra sè) e adesso?... 
PAOLA è morta?
SECCO (c. s.) che faccio, adesso?...
PAOLA Lucia è morta?
SECCO (c. s.) devo calmarmi! 
PAOLA rispondi!
SECCO (tra sè) devo calmarmi... ho bisogno di pensare... acqua! mi ci vuole dell'acqua (Secco va in cucina). 

11.
PAOLA (lo segue con lo sguardo. Poi, senza far rumore, libera le caviglie, si alza, prende il vaso accanto alla porta e entra in cucina: si sente il rumore del vaso che viene rotto in testa a Secco, lo stesso rumore della scena 6. Paola torna nel salotto e corre ad affacciarsi nel corridoio per controllare che non arrivi Barba. Rientra e chiama il 113, cercando di avvicinarsi il più possibile al corridoio in modo da tenerlo sotto controllo.avanti!... rispondete!... (rispondono. Paola è molto agitata e confusa) pronto, polizia?... dovete aiutarci! presto! due uomini sono entrati in casa nostra e ci hanno sequestrati. Hanno anche sparato, non so che è successo, forse hanno sparato a mia cognata, non lo so. Io ero nel salone, però sono riuscita a colpirne uno con un vaso, gliel'ho rotto in testa, e adesso lui è svenuto, credo, però non so se... non mi dica di calmarmi! come faccio a calmarmi se ci sono due criminali in casa che ci sparano addosso?... che importa il mio nome? mandate subito qualcuno in via... 
BARBA (v.f.s.) Secco… Secco!...
PAOLA oddio!... 
BARBA (v.f.s.) Secco!...
Paola cerca di riagganciare, ma nella fretta non ci riesce e la cornetta cade a terra. Corre a sedersi di nuovo sul divano, fingendo di essere ancora legata.

12. 
Barba entra. 
BARBA Secco!... (Si guarda intorno, sospettoso. Poi a Paola) che succede, qua? dov'è Secco?
PAOLA Secco?
BARBA si. Dov'è?
PAOLA è... in cucina.
BARBA in cucina?
PAOLA aveva sete, e così...
BARBA (si avvia verso la cucina, sospettoso. Apre la porta e vede Secco per terra) Secco! (Paola intanto si alza e cerca di scappare via, ma Barba se ne accorge e riesce a bloccarla. Nell'afferrarla cadono tutti e due a terra) Dove vai?... ferma!
PAOLA (cerca di liberarsi, ma non ci riesce) lasciami!... lasciami!...
BARBA (Per tenerla ferma Barba la mette spalle a terra, le si siede sopra e le blocca le braccia per i polsi) E sta buona!... volevi fregarmi, eh?... puttana! 
PAOLA lasciami stare! (Barba prende il nastro e le lega le mani dietro la schiena, con violenza) ah!... tanto non serve che mi leghi. Anche Secco mi aveva legata, e hai visto che fine ha fatto?
BARBA Secco è un coglione.
PAOLA gli ho rotto un vaso in testa. Ha avuto quello che si meritava.
BARBA hai ragione, perchè un grandissimo imbecille, però io non sono come lui: a me nessuno è mai riuscito a fregarmi. (la tira su) E adesso vieni con me, che dobbiamo dare una bella dimostrazione ai padroni di casa (si avvia all'uscita trascinandola).
PAOLA invece se fossi in te io scapperei, finchè sono ancora in tempo.
BARBA ah si? e perchè?
PAOLA perchè ho chiamato la polizia.
BARBA (si blocca) che cosa?
PAOLA tra poco sarà qui.
BARBA (preoccupato) non è vero... stai bluffando.
PAOLA credi? E allora come è che la la cornetta del telefono è per terra?
BARBA (senza lasciare Paola, va a prendere la cornetta e ascolta, incerto) suona muto.
PAOLA ma io ho chiamato. Tra poco la polizia sarà qui e tu finirai in galera.
BARBA (posa la cornetta) non ti credo.
PAOLA ti daranno l'ergastolo.
BARBA sta' zitta.
PAOLA morirai in prigione!... 
BARBA sta' zitta!
PAOLA ... è quello che ti meriti!
BARBA sta' zitta! (la colpisce, facendola cadere a terra) puttana! (è nervoso, non sa che fare) merda! (si decide: prende il nastro adesivo, afferra Paola e la trascina sulla sedia).
PAOLA lasciami! mi fai male!
BARBA (le passa il nastro adesivo tutto intorno alle spalle, legandola alla spalliera) sta' zitta!
PAOLA (mentre Barba la lega) tanto orami siete fregati! Vi siete fatti fregare da una donna! 
BARBA vuoi stare zitta? (le lega le caviglie).
PAOLA finirete in prigione! La polizia sta arrivando!
BARBA mi spiace, ma non ti credo.
PAOLA meglio, così sarai ancora qui quando arriverà!
BARBA vuoi sapere una cosa? (le chiude la bocca col nastro) parli troppo!... E spero per te che non hai davvero chiamato la polizia, perchè se lo hai fatto ti giuro che prima di fare qualunque altra cosa torno qui e t'ammazzo (esce).

13.
Paola cerca di liberarsi, ma la legatura è resistente. Secco rientra nel salottino, come nella scena 7. E' molto dolorante alla testa. Si toglie il passamontagna, lo getta via e si tocca la ferita dietro la nuca. 
SECCO ah... (guarda la sua mano) cristo!... (vede Paola) che cazzo è successo? (le si avvicina e le toglie il nastro dalla bocca).
PAOLA Secco! Avevi ragione: Barba è impazzito!
SECCO che è successo?
PAOLA te lo avevo detto che voleva fregarti! 
SECCO che stai dicendo?
PAOLA Barba! E' venuto, mi ha tappato la bocca prima che riuscissi a urlare e mi ha messo il nastro, poi ha preso il vaso che era lì e te lo ha rotto in testa. 
SECCO non può essere!
PAOLA è così, invece! Poi mi ha legata in questo modo per non farmi muovere e se ne è tornato nello studio.
SECCO vuole fregarmi?
PAOLA vuole tenersi tutto lui! 
SECCO non può essere!
PAOLA è così! è così! Vuole scappare da solo.
SECCO che figlio di puttana!
PAOLA ti ha imbrogliato!
SECCO (corre via) bastardo figlio di puttana! 
PAOLA (cerca di fermarlo) aspetta, Secco! Slegami!... 
Secco esce di corsa.

14.
PAOLA Secco! Slegami!... Secco! (impreca perchè non è riuscita a farsi slegare. Poi si sforza di rompere il nastro che la lega alla sedia, ma è troppo resistente) non ce la faccio. Non ce la faccio... (si guarda intorno alla ricerca di qualcosa da usare per aiutarsi) mi serve qualcosa per... qualcosa che... (vede l'accendino sul tavolino) l'accendino! (con molta difficoltà lo raggiunge e, con la schiena a contatto del tavolino e guardando da sopra la spalla, cerca di afferrarlo) e dai!... su!... (Si sente uno sparo) Oddio!... che succede?... (urla) Giovanni!... Lucia!... Giovanni!... (non riceve risposta.Tra sè, molto impaurita) dio!... devo sbrigarmi... (Ricomincia a cercare di afferrare l'accendino) forza... dove sei?... dove sei?... (riesce a prenderlo) si! (cerca di accenderlo e bruciare in quel modo il nastro sui polsi) e adesso accenditi... dai... (riesce a accenderlo) ecco... (la fiamma le brucia i polsi) ah! (cerca di resistere al dolore. Il nastro cede) fatto! (con entusiasmo) si! (aiutandosi ancora con l'accendino, cerca di strappare anche il nastro che la tiene legata alla sedia. Si sente un altro colpo di pistola) Dio! un altro!... ma che succede? (urla) Giovanni! Lucia!... Secco!... rispondete!... (a voce normale, molto preoccupata) perchè non risponde nessuno?... (si libera del nastro che le legava le spalle, poi slega velocemente anche le caviglie). 

15.
PAOLA (si alza in piedi e fa per uscire, quando entra Giovanni, sconvolto.Giovanni! Dio ti ringrazio! (lo abbraccia) sei vivo!
GIOVANNI (senza calore) anche tu.
PAOLA e Lucia? (Giovanni la allontana da sè) che è successo a Lucia? (Giovanni va verso il telefono, senza rispondere) Rispondi! dimmi qualcosa!... Giovanni!
GIOVANNI (solleva la cornetta del telfono) devo chiamare la polizia. E un'ambulanza. 
PAOLA oddio! allora è vero! le ha sparato!... non può essere! (Esce di corsa e va nello studio. Si abbassano le luci nel salottino).

16. 
Si accendono le luci nello studio. Barba è a terra, morto, al centro della scena, spostato leggermente verso destra. In mano stringe ancora la sua pistola. Dietro di lui c'è Lucia, anche lei a terra, morta, ma più verso sinsitra. Paola entra e vede per primo il corpo di Barba.
PAOLA (atterrita) Gesù!... (poi vede il corpo di Lucia) Lucia! (corre verso di lei e le si china accanto. E' sconvolta) Dio! no! no!.. che t'hanno fatto? Lucia!... non può essere... (si piega su di lei, la tocca, la solleva, senza sapere che fare. Ha le lacrime agli occhi) non può essere... (si alza, sconvolta. Si guarda intorno) non può essere... (chiama Giovanni) Giovanni!... (si affaccia sul corridoio e chiama di nuovo, forte) Giovanni!... (una breve pausa, poi con più forza) Giovanni!...(rientra) Giovanni, dove sei?... Dio... Dio... Lucia... (si inginocchia di nuovo accanto a Lucia).

17.
Entra Giovanni.
GIOVANNI Paola...
PAOLA (scatta in piedi, in un accenno di crisi) Giovanni! bisogna chiamare un'ambulanza! presto! Forse possiamo ancora... (fa per avviarsi verso la porta, ma Giovanni la ferma). 
GIOVANNI è morta. 
PAOLA no, no! Forse si può ancora...
GIOVANNI (la scuote) è morta, Paola. E' morta! capisci? morta!... (Paola lo fissa, in silenzio. Poi distoglie lo sguardo: si è arresa all'evidenza) non c'è più niente da fare. (Paola va lentamente a sedersi per terra, accanto a Lucia) e comunque l'ho appena chiamata io, l'ambulanza. E anche la poilizia. Saranno qui tra poco.
LUCIA Secco me lo aveva detto che Barba le aveva sparato, ma io non gli avevo creduto. E invece è tutto vero. 
GIOVANNI Lucia non voleva dargli i gioielli, e lui (indica Barba) le ha sparato... 
LUCIA Barba...
GIOVANNI le ha sparato così (per dire: "come se niente fosse"). 
LUCIA (ripete il gesto) così...
GIOVANNI i gioielli... erano anche assicurati. L'assicurazione ci avrebbe ripagato, per il furto... così lui ha preso soldi e gioielli e ha messo tutto nella borsa, e stava per sparare anche a me, ma è venuto l'altro, che si è messo ad urlargli contro. Gli puntava la pistola addosso, e si insultavano. Non ho capito che è successo, so solo che a un certo punto quello che era con te...
LUCIA Secco.
GIOVANNI Secco, ha sparato a questo qui e lo ha ucciso. Poi ha preso la borsa con tutti i gioielli e i soldi ed è andato via.
PAOLA è... pazzesco... 
GIOVANNI e prima di scappare ha sparato anche a me.
LUCIA a te?
GIOVANNI si. L'ultimo colpo.
LUCIA (preoccupata) ma allora sei ferito! Bisogna subito...
GIOVANNI no, no, sto bene. Mi ha mancato. Il colpo è finito nella parete. (indica un buco nella parete) Lì, vedi?... sono stato fortunato, io... Lucia, invece... 
PAOLA Lucia... 
GIOVANNI non riesco a crederci... adesso che avevo capito quanto era importante per me, adesso che volevo ricominciare tutto da capo... adesso non c'è più... e non sono neanche riuscito a chiederle scusa, a dirle che mi dispiaceva che le cose erano andate male, tra noi. Volevo dirle che la amavo... che non volevo altro che stare con lei... perchè è andata così?... Io la amavo...
PAOLA è terribile...
GIOVANNI si, è terribile... terribile.
Si abbassano le luci fino al buio.

18.
Si riaccendono le luci nel salottino. L'azione ricomincia dalla scena 1. Paola e Giovanni sono sul divano, legati. Secco è in piedi, indossa il passamontagna e sta vicino a Barba e Lucia, anche lei legata.
BARBA (prende la borsa di plastica. Poi a Lucia, spingendola) Forza, cammina.
SECCO e loro due? li lasciamo qui?
BARBA si. E Tu resti con loro.
SECCO cosa?... e perchè?
BARBA ci vuole uno che li sorvegli.
SECCO e perché non li sorvegli tu?
BARBA perché io vado a prendere i gioielli. 
SECCO e perchè vai tu a prendere i gioielli? ci posso andare io. Chi ha deciso che...
BARBA (lo interrompe, duro) senti, non dire più una parola, o sarò costretto a ricordarmi di tutte le cazzate che hai fatto stasera!
SECCO ma... (Barba gli fa cenno di tacere) e va bene, si. Vai.
BARBA così mi piaci. (a Lucia) Muoviti, tu! (trascina via Lucia. Escono. Buio nel salottino).

19.
Si accendono le luci nello studio. Entra Barba, trascinando Lucia.
BARBA (mette giù la borsa) allora? dov'è la cassaforte?
LUCIA è... è qui (apre un'anta dell'armadio e appare la cassaforte).
BARBA si!... (si avvicina allo sportello e lo sfiora con la mano) eccoti qua, tesoro... sei bellissima... (a Lucia) aprila! (Lucia è impaurita, non si muove nè dice niente) Cos’è, sei sorda? Ti ho detto di aprirla. (Lucia ancora non si muove. Allora Barba urla) Apri questa cazzo di cassaforte! 
LUCIA (spaventata) si, si... (inizia ad aprire la cassaforte).
BARBA ecco, brava, così... su, bella, dai, apriti... forza... (Lucia apre la cassaforte) si!... (spinge via Lucia) levati!… forza, belli, venite da paparino vostro… (guarda nella cassaforte, ma non trova i gioielli) ma?... ma che?... (fruga all'interno e estrae delle buste di carta) cos'è questa roba? (le apre e ne tira fuori dei documenti. Gli dà un'occhiata) che roba è?
LUCIA sono documenti. Quello è il contratto che...
BARBA cazzate! (butta via tutto e ricomincia a frugare nella cassaforte) dove sono i gioielli? (Lucia si piega a raccogliere le carte buttate via. Barba tira fuori dalla cassaforte solo un pugno di contanti. A Lucia) Che significa?
LUCIA (non capisce, perchè non vede che la cassaforte è quasi vuota) cosa?
BARBA (molto arrabbiato) che cazzo significa? Vuoi fregarmi? Eh? Vuoi fregarmi?
LUCIA cosa? che c'è?
BARBA (afferra Lucia) dove sono i gioielli?
LUCIA sono tutti lì.
BARBA sono qua? Dove, qua? Dove sono? Sono gioielli, questi? (butta il denaro a terra. Strappa i documenti dalle mani di Lucia) E questi? Sono gioielli, questi?
LUCIA io... non capisco...
BARBA (le butta addosso i fogli) non capisci? Vuoi fare la furba?
LUCIA ma no! io...
BARBA dove sono i gioielli?
LUCIA (ha di nuovo raccolto i documenti) sono lì, nella cassaforte.
BARBA nella cassaforte? (trascina con violenza Lucia alla cassaforte) vedi dei gioielli qua? ci sono gioielli, per caso?
LUCIA non capisco... erano qui... sono sempre stati qui...
BARBA vuoi fregarmi?
LUCIA ma no! le assicuro che i gioielli erano qua dentro...
BARBA io non sopporto quelli che vogliono fregarmi! (minacciandola con la pistola) Lo sai che fine fanno quelli che vogliono fregarmi?
LUCIA ma è la verità.
BARBA la verità un cazzo! Tira fuori i gioielli! subito!
LUCIA sono sempre stati lì! non li ho toccati! 
BARBA non mi fare incazzare! 
LUCIA ma erano nella cassaforte! mi creda! sono sempre stati qua!
BARBA (si allontana da lei, sempre molto nervoso. Si controlla a fatica) perchè? perchè dovete fare così?... eh? perchè?...
LUCIA deve credermi... io... (guarda nella cassaforte, incredula) io non capisco, erano qui... (rimette i documenti nella cassaforte).
BARBA (cerca di calmarsi) va bene... calma... le cose sono due: o stai dicendo la verità, o sei talmente stupida da credere di potermi fregare. Quale delle due?
LUCIA ho detto la verità...
BARBA (la guarda) uhm... forse si: una pistola puntata addosso dovrebbe essere un motivo sufficiente per dirla, no? (Lucia annuisce) E poi non mi sembri stupida, perciò se tu non sai dove sono i gioielli, allora... allora li ha presi tuo marito.
LUCIA lui no. Non conosce la combinazione. 
BARBA (nuovamente fuori controllo) e allora dimmi dove cazzo sono finiti!
LUCIA (una piccola pausa. Poi, con molto timore) ecco... io credo...
BARBA cosa?
LUCIA credo che qualcuno... 
BARBA cosa? cosa?
LUCIA credo che qualcuno ci ha derubato prima di voi.
BARBA (incredulo) qualcuno vi ha derubato prima di noi?...
LUCIA è l'unica spiegazione.
BARBA mi stai prendendo per il culo?
LUCIA no, mi creda. Io non...
BARBA (con rabbia crescente) mi stai prendendo per il culo?
LUCIA mi creda, no...
BARBA tu mi stai prendendo per il culo! e a me non piace essere preso per il culo! Hai capito? Non mi piace! Non mi piace!... (cerca di calmarsi) siediti. (Lucia, impaurita, resta in piedi. Barba urla) siediti! (Lucia si siede sulla sedia di destra) non lo sopporto quando fate così... (chiama Secco) Secco!... Secco!... che cazzo fa, quest'altro? (si affaccia sulla porta in direzione del salotto, restando visibile al pubblico, e chiama) Secco!... 
SECCO (f.s.) che c'è?
BARBA porta qui il marito.
SECCO (f.s.) perchè?
BARBA portalo qui e basta!... E muoviti!... (ritorna dentro) la stronzata che qualcuno vi già derubati proprio non me la bevo!
LUCIA ma... ma io non...
BARBA tu stai richiando grosso. Stai rischiando veramente grosso. Adesso vedi se non saltano subito fuori i gioielli che casino che succede! (resta qualche secondo in silenzio a passeggiare per la stanza, molto nervoso. Lucia è terrorizzata).

20.
Entra Secco, trascinando per un braccio Giovanni, che ha le mani legate. Si ripete la scena 3. 
SECCO allora? Che succede? Li hai presi i gioielli?
BARBA (prende Giovanni) lascialo a me.
SECCO wow! la cassaforte è aperta... (fa per avviarsi, ma Barba lo blocca).
BARBA torna di là, adesso.
SECCO quanto c'era dentro, eh?...
BARBA torna di là! 
SECCO si, un momento. Voglio solo...
BARBA (urla) torna di là!
Secco lo guarda, lo minaccia col dito, poi va via. 

21.
BARBA (a Giovanni) siediti. (Giovanni, molto impaurito, non si muove) siediti! (lo spinge a sedersi) senti, amico: io sto perdendo davvero la pazienza. Tua moglie, qui, non vuole dirmi dove avete messo i gioielli. 
LUCIA ma io non lo so... 
BARBA sta' zitta!... (a Giovanni) vedi? continua a prendermi in giro. E a me non piace essere preso in giro. Perciò tu, che sembri un tipo ragionevole, adesso mi dici dove li avete messi... allora?
GIOVANNI io... non conosco la combinazione della cassaforte.
BARBA (trattenendo la rabbia) si, amico, questo lo so, me lo avete già detto tutti e due. L'ho capito, non sono stupido. Credi che io sia stupido?
GIOVANNI no.
BARBA e allora perchè continuate a ripetermi sempre le stesse cose come se fossi stupido?
GIOVANNI mi scusi.
BARBA ecco, bravo. E poi la cassaforte è già aperta, vedi? Quello che voglio sapere è: dove avete messo i gioelli, che non sono in quella cassaforte?
GIOVANNI io non... non lo so.
BARBA senti, io so che siete ricchi, e i ricchi devono avere un posto sicuro dove conservare la loro ricchezza. E' anche normale che voi non volete dirmi dov'è questo posto, perchè è proprio per tenere lontano quelli come me che ce l'avete, no? Solo che adesso questa regola non vale più, perchè io ti sto puntando una pistola alla testa. E che te ne farai dei tuoi soldi quando ti avrò sparato? Niente. Perciò credo che ti conviene dirmi dov'è questo posto sicuro, non credi?
GIOVANNI si, certo.
BARBA bravo. E dov'è, allora?
GIOVANNI è... quella cassaforte. E' lì che teniamo tutto.
BARBA (guarda la cassaforte, poi guarda Giovanni, incredulo. Infine esplode di rabbia) perchè dovete fare così? perchè?
GIOVANNI è la verità!
BARBA stronzate!
GIOVANNI è vero.
BARBA non è vero! (getta a terra Giovanni e lo prende a calci) sono stronzate! stronzate! State raccontando solo stronzate! 
LUCIA (cerca di trattenere Barba) si fermi, la prego! basta!... basta!
BARBA (si ferma) sono solo stronzate!
LUCIA (si piega su di lui per aiutarlo) Giovanni... Giovanni, stai bene? 
GIOVANNI (a terra, dolorante, in un filo di voce) si... credo...
LUCIA (a Barba, con rabbia) perchè lo ha fatto? che bisogno c'era?
BARBA io faccio quello che mi pare!
LUCIA lei è un animale!
BARBA e voi siete due stronzi! e finirete male! Avete un’altra cassaforte da qualche parte. Ditemi dov'è!
LUCIA (aiutando Giovanni a rialzarsi) non abbiamo nessun’altra cassaforte. Quella è l’unica. È l’unica!
BARBA e allora dove sono i gioielli? Eh? Dimmelo!… (prende Lucia e le punta la pistola alla tempia. Giovanni si getta a sedere, ancora molto dolorante) dimmelo! 
LUCIA non lo so!
BARBA dove sono?
LUCIA non lo so!
BARBA dove sono?
LUCIA (urla) non lo so! non lo so! non lo so!
BARBA (dopo averla osservata qualche secondo, la lascia) e va bene. Facciamo così: (va a prendere Giovanni e lo tira su. Poi a Lucia) o mi dici subito dove sono i gioielli o sparo a tuo marito. 
GIOVANNI no, un momento...
LUCIA non lo so, mi creda!
BARBA conterò fino a cinque, poi gli faccio saltare il cervello.
GIOVANNI no, la prego! Parliamone un momento...
BARBA (gli punta la pistola alla testa) uno...
LUCIA io non lo so, mi creda!
GIOVANNI aspetti, non lo faccia...
BARBA due...
LUCIA la scongiuro!... mi ascolti...
GIOVANNI la prego! aspetti! ...
BARBA tre...
LUCIA mi deve credere...
GIOVANNI non c'è nessun'altra cassaforte in casa...
BARBA quattro...
LUCIA la scongiuro, non lo faccia...
GIOVANNI (terrorizzato) aspetti!... la prego, aspetti!...
BARBA cinque!
GIOVANNI (urla, quasi in lacrime) li ho presi io, i gioielli! li ho presi io! E pure i soldi! Ho preso tutto io! Tutto!
Silenzio. Barba lo guarda un momento, poi abbassa la pistola.
BARBA (a Lucia) visto? lo avevo detto che li aveva presi lui... (a Giovanni) ci voleva tanto a dirlo?
LUCIA (guarda Giovanni, incredula) Giovanni... 
GIOVANNI (si risiede, stremato) li ho presi io.
LUCIA ma tu... tu non conosci la combinazione.
GIOVANNI (tiene gli occhi bassi per evitare di guadare Lucia) l'ho sempre conosciuta, la combinazione. Fin dal primo giorno. Ma ti ho sempre fatto credere di non conoscerla.
LUCIA ma... ma come... perchè?
GIOVANNI così ogni tanto potevo prendere un po' di soldi di nascosto. 
LUCIA cosa?
GIOVANNI dovevo fare degli investimenti, e quello che mi passava tuo padre per il lavoro era troppo poco.
BARBA che bel maritino! (a Lucia) I vostri problemi familiari li risolverete più tardi. (a Giovanni) Adesso posso finalmente sapere dove sono i gioielli? 
GIOVANNI non li ho più.
BARBA come, scusa?
GIOVANNI li ho usati per pagare i miei debiti.
BARBA che hai fatto?
LUCIA che debiti?
GIOVANNI grossi debiti. (a Barba) E' per questo che prima le ho chiesto se vi mandava Carmasciano. E' il tizio a cui devo i soldi. Uno che non fa sconti a nessuno.
BARBA ma che?... vuoi di nuovo fare il furbo? (gli punta la pistola alla testa) non ti è bastato prima? vuoi davvero che ti spari in mezzo agli occhi?
GIOVANNI no, la prego! è la verità! mi creda. (Si rivolge un po' a Barba e un po' a Lucia) Avevo un grosso affare per le mani, un grosso progetto nell'immobiliare, Lucia, e mi servivano soldi, molti, e subito, e me li sono fatti prestare dall'avvocato Carmasciano. Ma poi l'affare si è rivelato un'enorme fregatura e ho perso tutto. L'avvocato però pretendeva di essere pagato lo stesso, e quello o lo paghi o fai una brutta fine, e allora ho dovuto prendere tutti i gioielli e quasi tutti i contanti. E non sono neanche bastati.
BARBA è pazzesco! E' veramente pazzesco! 
LUCIA ma allora tu... tu mi hai derubata.
GIOVANNI andiamo! come posso derubarti? sei mia moglie!
LUCIA (con rabbia) ma i soldi erano miei! i gioielli erano miei! Tu non hai mai avuto niente! E non mi hai mai dato niente! E adesso devo scoprire anche questo. Anche questo! Hai veramente superato tutti i limiti!
GIOVANNI non esagerare, adesso... 
LUCIA Dio! Dio! prima ho dovuto scoprire le altre donne, e adesso questo! Non può essere vero! Tu non puoi essere mio marito! Io non posso aver sposato un bastardo come te! (aggredisce Giovanni) Bastardo! stronzo! 
GIOVANNI (cercando di proteggersi) che fai?... 
LUCIA figlio di puttana!
GIOVANNI ferma! lasciami!...
BARBA basta, adesso!... (cerca di separarli, ma non ci riesce) ho detto basta! basta! (colpisce alla testa Lucia, che cade a terra svenuta, nella posizione in cui l'ha trovata Secco al suo ingresso nella scena 5).
GIOVANNI Lucia!
BARBA (afferra Giovanni) a me non mi frega niente della vostra vita di merda! Io voglio solo sapere dove sono i gioielli! (urla) Tira fuori i gioielli!
GIOVANNI non li ho più, mi creda! non li ho più! 
BARBA stronzo! (spinge a terra Giovanni, verso la parete di sinistra, anche lui nella posizione in cui si trovava all'ingresso di Secco nella scena 5) lo sai quanto tempo, quante energie, quanti soldi che ho speso per preparare questo colpo? E Lo sai quant'è faticoso fare quello che sto facendo io adesso? E' tutto stress, questo. E lo stress fa male, e c'è bisogno di cure. E lo sai quanto costano le cure, oggi? Eh? E la vita che sto facendo? Lo sai quant'è costosa? Lo sai quanto devo pagare per avere documenti falsi, armi, amici? Lo sai quanto costa comprare gli amici?... Lo sai o no?... Non lo sai. Non sai niente. Voi due non sapete un cazzo, perchè siete ricchi. Potete avere tutto quello che volete e quando lo volete. E non vi frega di niente... vero che non ti frega niente? eh?... Vero?... E nemmeno a me frega più niente, a questo punto (punta la pistola addosso a Giovanni).
GIOVANNI (terrorizzato) no, aspetti! la prego! non spari! no!...
Barba spara alla parete, poco più in là di Giovanni, che si è rannicchiato su se stesso. Barba resta per un momento con la pistola puntata, poi la abbassa. Intanto Giovanni lentamente solleva la testa e si rende conto, con stupore, di essere ancora vivo.

22.
Entra Secco, di corsa. Si ripete la scena 5.
SECCO che succede?
BARBA che ci fai qua?
SECCO che hai fatto?
BARBA che cazzo ci fai qua? 
SECCO (vede Lucia per terra) le hai sparato! 
BARBA torna di là!
SECCO (sconvolto) l’hai uccisa! Che cazzo hai fatto? L'hai uccisa?
BARBA torna di là o sparo a te! Drogato di merda!
SECCO non chiamarmi così!
BARBA (gli punta la pistola contro) torna di là!
SECCO (impaurito) tu sei pazzo! (indietreggia verso la porta) Tu sei completamente pazzo!... Tu sei pazzo... (esce, atterrito).

23.
BARBA (si piega su Giovanni, lo afferra e lo tira su per il colletto) stammi a sentire: il colpo di prima è finito nel muro, ma il prossimo finirà nella tua testa se non tiri fuori i gioielli. Adesso!
GIOVANNI (ha difficoltà a parlare. La paura gli stringe la gola) io... io non... non mi uccida, la prego...
BARBA (lo scuote) i gioielli!
GIOVANNI li ho dati via! Non... Non li abbiamo più!... Deve credermi, la prego! Può... può anche spararmi, ma in casa non troverà altro…
BARBA (lo spinge via, a terra) basta! Mi sono stancato di perdere il mio tempo con un coglione come te (gli punta la pistola contro. Intanto Lucia rinviene).
GIOVANNI no, aspetti, non lo faccia…
BARBA lo hai detto tu che posso spararti.
GIOVANNI (si inginocchia e implora, terrorizzato, implora) non lo faccia, la prego. Non mi uccida... (piange) non mi uccida!... la prego... Non mi uccida... non mi uccida...
BARBA (guarda Giovanni con disgusto) che uomo sei? guarda come piangi: non hai un po' di dignità?... che schifo... 
GIOVANNI (c. s.) la prego...
BARBA meritersti di essere sparato già solo per questo... 
GIOVANNI (c. s.) la prego...
BARBA ... ma prima voglio darti una dimostrazione. A tutti e due. Avete bisogno di una dimostrazione che vi chiarisca le idee, e la vostra amichetta servirà allo scopo (esce nel corridoio).
LUCIA ma Paola non c'entra, non sa niente.
BARBA si, ma forse servirà a sciogliervi la lingua (chiama). Secco… Secco!... (nessuna risposta) che sta combinando quel coglione?.. Secco!... idiota! (a Giovanni e Lucia) non provate a fare scherzi, voi due. Io torno subito (esce e va in salotto).

24.
LUCIA (è ancora a terra, ma si è messa seduta. Poi, dopo qualche secondo di silenzio) ci uccideranno. Ci uccideranno tutti... non posso crederci... e tutto per colpa tua!... come hai potuto rubare i miei soldi? i miei gioielli? Come hai potuto rubare a me, a tua moglie? come hai potuto farmi questo?
GIOVANNI ne avevo bisogno.
LUCIA ne avevi bisogno?... potevi chiedermeli! Te li avrei dati io.
GIOVANNI non me li avresti mai dati. Avresti chiamato tuo padre per sapere da lui che dovevi fare, e lui ti avrebbe detto di non darmi niente.
LUCIA non è vero!...
GIOVANNI è così. Per tuo padre sono sempre stato un buonannulla. Ma se in questo affare non ci si fosse messa di mezzo la sfortuna gli avrei dimostrato io chi è il buonannulla. Ve l'avrei fatta vedere quello che valgo! E tutti i vostri soldi e la vostra arroganza ve li avrei sbattuti in faccia.
LUCIA arroganza? ma quale arroganza? dirti che non sei buono negli affari è arroganza?
GIOVANNI si! perchè siete voi che non mi avete mai dato un'occasione!
LUCIA l'hai appena avuta, l'occasione! Te la sei presa! E se ti è andata male non è certo per sfortuna. 
GIOVANNI ecco! vedi? tu non sei diversa da tuo padre. Per voi sono sempre stato un idiota. Non avete mai creduto un solo momento nelle mie capacità. E io mi sono stancato di sentirmi dire tutti i giorni quello che devo e non devo fare, quello che devo e non devo dire. Mi sono stancato! Basta!
LUCIA no, no! Basta lo dico io! Credi di essere tanto in gamba? E allora com'è che ci troviamo in questo casino? Com'è che anche l'affare di cui parli ti è andato male? Se avessi chiesto a me o a papà quello che dovevi fare a quest'ora non...
GIOVANNI (si alza in piedi, con una rabbia che somiglia tanto all'odio) non me ne frega un cazzo di quello che pensa tuo padre! E non me ne frega un cazzo neanche di quello che pensi tu! Sono finiti i tempi dell'umiliazione continua! Sono finiti i tempi in cui ero costretto a sentirmi trattare come un coglione da chiunque fosse un tuo parente solo per avere in cambio un posto di lavoro di merda! E finalmente te lo posso dire in faccia: per me potete crepare e andare all'inferno tu, tuo padre, tua sorella, la tua famiglia e tutti i tuoi antenati e discendenti! Perchè io non vi sopporto più! Non vi sopporto più!
LUCIA (con molta rabbia, ma anche con molto dolore per ciò che ha appena ascoltato) tu... tu sei un... un vigliacco! un idiota ingrato vigliacco bugiardo buonannulla!... 
GIOVANNI (le dà le spalle) si, si... 
LUCIA io ti giuro che se mai riusciremo a venire fuori da questa situazione te la farò pagare! Non solo chiederò il divorzio, e di tutto questo a te non resterà niente - neanche una lira! - ma ti denuncerò pure! Mi hai derubata, hai preso quello che era mio, e io ti manderò in prigione! Quello è il posto per te! Il carcere! Ed è lì che finirai! Quant'è vero che t'ho sposato!

25.
Barba entra di corsa, afferra Giovanni e gli punta la pistola contro.
BARBA mi dispiace, ma non c'è più tempo per la dimostrazione. Le circostanze sono cambiate.
LUCIA che ha fatto a Lucia?
BARBA la stessa fine che farete voi se non tirate fuori i gioielli nei prossimi dieci secondi.
LUCIA l'ha uccisa?
BARBA sta' zitta! (a Giovanni) te lo chiedo per l'ultima volta: dove sono i gioielli?
GIOVANNI non c'è nient'altro in casa! Lo vuole capire o no? (con una spavalderia inaspettata) E poi basta! Mi sono stancato di questa storia! Mi sono stancato di te che vuoi spararmi, di lei che vuole il carcere, di Carmasciano che vuole i suoi soldi! Basta! Mi vuoi sparare? E allora sparami e facciamola finita, così almeno mi lascerete in pace.
BARBA (stupito da questa reazione, resta un attimo incerto. Poi spinge via Giovanni con violenza e rabbia) stronzo! (prende la borsa e con molta fretta ci infila dentro i contanti rimasti nella cassaforte. Poi a Giovanni e Paola, mentre raccoglie il denaro) fino all'ultimo, vero? fino all'ultimo!... preferite morire piuttosto che perdere i vostri soldi di merda!... (raccoglie anche quelli per terra) beh, se è questo che volete, allora è questo che avrete (punta la pistola addosso a Giovanni, che si rannicchia su se stesso, in attesa del colpo).

26.
Entra Secco.
SECCO (con la pistola in pugno) Barba!
BARBA ah! ecco il coglione che ritorna! Ti sei svegliato?
SECCO (punta la pistola contro Barba) chi è che chiami coglione?
BARBA (si accorge della pistola) che fai con quella?
SECCO credevi di sapere tutto, di essere infallibile, ma una volta tanto hai fatto male i calcoli.
BARBA ma di che parli?
SECCO hai sbagliato: ho la testa più dura di quello che credi. Non basta un vaso per romperla. 
BARBA ma che?... (capisce l'equivoco) non hai capito un cazzo! Come al solito! Ti si è fuso il cervello a furia di bucarti!
SECCO non dire così!
BARBA sei così imbecille da farti fregare da una donna! 
SECCO sei tu l'imbeccille!
BARBA ti ha detto lei che sono stato io a romperti il vaso in testa? 
SECCO volevi fregarmi.
BARBA e tu le hai creduto?
SECCO volevi tenerti tutto.
BARBA e certo che le hai creduto, perchè non capisci niente! Perchè sei un tossico senza cervello!
SECCO ti ho detto di non dire quella parola!
BARBA se no che fai? mi spari?
SECCO non devi dire quella parola!
BARBA quale parola? (per insultarlo) Tossico?
SECCO sta' zitto!
BARBA se no che fai? mi spari?
SECCO sta' zitto!
BARBA drogato! 
SECCO sta' zitto!
BARBA tossico!
SECCO zitto!
BARBA drogato! Drogato! Tu sei un...
Secco spara a Barba, che cade nella posizione in cui lo ha trovato Paola al suo ingresso nella stanza nella scena 16. Giovanni e Lucia sono immobili, terrorizzati.
SECCO (trema per la tensione. Si avvicina a Barba e gli parla) nessuno può chiamarmi drogato. (si accorge di Lucia, stupito) Tu sei viva? Ma...? Beh, meglio per te. (E' molto agitato. Controlla la cassaforte. Poi a Giovanni, prendendo la borsa di plastica) Ha preso tutto? (Giovanni fa cenno di si con la testa) Bene. (punta la pistola addosso a Giovanni e Lucia) Io esco dal retro. Se non volete fare la sua fine (indicando Barba) non cercate di fare gli eroi (scappa via).

27.
Giovanni e Lucia restano soli e, per un po', in silenzio. Sono increduli e terrorizzati. Poi Giovanni si alza e si avvicina al corpo di Barba, piegandosi a osservarlo.
LUCIA (sempre a terra) è... morto?... (lui la ignora) credi che... credi che l'altro è andato via per davvero?... se è andato via, allora... è finita. E' davvero finita.... (si convince) e noi siamo salvi, se è così. Vero che siamo salvi?... Eh? Vero che siamo salvi?... (ride di felicità in maniera quasi isterica).
Le luci si abbassano fino al buio.

28.
Si alzano le luci nel salottino. L'azione ricomincia dalla fine della scena 2 del primo atto. Giovanni e Paola sono in piedi, nella stanza. A terra c'è la borsa di pelle chiara, aperta. Squilla il telefono.
GIOVANNI eccola! questa è lei! (corre a rispondere) pronto?... (sorpreso) avvocato!... (con imbarazzo e eccessiva cortesia) Ma non doveva disturbarsi, l'avrei richiamata io...
PAOLA io vado nello studio.
GIOVANNI (a Paola) aspetta!... (al telefono) no, no, avvocato! non dicevo a lei… 
PAOLA che vuoi?
GIOVANNI (al telefono) scusi un secondo, un solo secondo... (a Paola) non andare via, che devo parlarti.
PAOLA ma si, si…
Paola esce e va nell’altra stanza. 

29.
GIOVANNI pronto, avvocato? scusi, ma stavo parlando con mia cognata... (in difficoltà) si, l'ho chiamata perchè volevo dirle che, ecco, mi dispiace davvero, ma ancora non sono riuscito a mettere insieme tutta la somma... no, no, senta: non sto cercando di imbrogliarla. Non lo farei mai. Le sto solo chiedendo un altro po' di tempo... si, lo so che me ne ha già dato parecchio, però di me può fidarsi. E poi le ho già dato tutti i gioielli di mia moglie, che varranno almeno settanta milioni, e altri venti glieli ho dati in contanti... lo so che non bastano, è per questo che... ma se le dico che in cassaforte non c'è rimasto più nulla!... no, i soldi in banca sono tutti di mia moglie, io non posso prenderli... si, ma... lo so quello che mi succederà se non pago... si, troverò quei soldi, glielo assicuro. In qualunque modo... buonasera... (All'altro capo riattaccano. Giovanni abbassa la cornetta senza riagganciare. Resta in piedi accanto al telefono, immobile. E' molto pallido). 

30.
Entra Paola. Si ripete l'inizio della scena 4 del primo atto. 
PAOLA senti, Giovanni, di là ci sono due borse. Sai dirmi se... (notando l'aspetto pallido di Giovanni) Giovanni, che c'è? Stai male?... Giovanni? 
GIOVANNI eh?
PAOLA qualcosa non va?
GIOVANNI ah, no, no. Nessun problema... (riattacca il telefono) è tutto a posto.
Si spengono le luci nel salottino.

31.
Si accendo le luci nello studio. L'azione riprende da dove si era interrotta, dalla fine della scena 27. Lucia sta ridendo di felicità.
LUCIA è finita!... siamo salvi! salvi! (Intanto Giovanni si alza e prende da terra, con un fazzoletto, la pistola di Barba) Non ci posso credere! siamo vivi!... siamo vivi!... (a Giovanni, che le si è avvicinato) dai, aiutami a liberarmi le mani... che fai con quella pistola? Non serve più. Non c'è più pericolo... (Giovanni le punta la pistola contro) Che fai?... che vuoi fare?... 
GIOVANNI è finito il tempo delle umiliazioni.
LUCIA no, aspetta! aspetta, Giovanni! no!
Giovanni spara a Lucia, che cade a terra nella posizione in cui l'ha trovata Paola al suo ingresso nello studio nella scena 16. Per un po' Giovanni resta in piedi accanto a lei, in silenzio, rigido, come in trance. Poi rimette la pistola in mano a Barba e esce. Si spengono le luci.

32.
Luci nel salottino. Si ripete la scena 15. Entra Giovanni, sconvolto.
PAOLA Giovanni! dio ti ringrazio! (lo abbraccia) sei vivo!
GIOVANNI (senza calore) anche tu.
PAOLA e Lucia? (Giovanni la allontana da sè) che è successo a Lucia? (Giovanni va verso il telefono, senza rispondere) Rispondi! dimmi qualcosa!... Giovanni!
GIOVANNI (solleva la cornetta del telfono) devo chiamare la polizia. E un'ambulanza. 
PAOLA oddio! allora è vero! le ha sparato!... non può essere! (Esce di corsa e va nello studio).

33.
GIOVANNI (compone il numero) pronto, avvocato?... si, sono Giovanni Pagliara... scusi se la disturbo a quest'ora. Volevo solo dirle che ho trovato i soldi... si, tutti... no, no, mi creda, non voglio prendere tempo: questa volta i soldi ce li ho davvero. Glieli farò avere entro la fine della settimana... si, mia moglie. E' lei che mi ha aiutato. Mi ha lasciato tutto... è vero, mi vuole molto bene. Farebbe qualunque cosa per me... 
PAOLA (f. s.) Giovanni!.
GIOVANNI adesso devo andare, mi scusi... 
PAOLA (f. s., con più forza) Giovanni!.
GIOVANNI beh, glielo avevo detto che avrei trovato i soldi a qualunque costo, no? Ho mantenuto la promessa... buonasera a lei, avvocato. Arrivederci.
Giovanni riattacca e si avvia alla porta. Si abbassano le luci fino al buio.

SIPARIO