LE AVVENTURE DEL SABATO SERA

Monologo eroticomico per signora di

Aldo Cirri


SCENA

Nessun particolare allestimento scenico. Nota: le pause sono inserite nel testo là dove si prevede la risata del pubblico ma, ovviamente, sarà l’attore a decidere dove inserire gli accenti e le pause per dare maggior efficacia al testo.

SIPARIO

La ragazza potrà essere già in scena o entrare al momento a seconda delle esigenze dello spettacolo. Potrà indossare anche una minigonna per mimare, al momento di parlare della “mano sulla coscia”, i movimenti che racconta nel monologo.

(Rivolta alle donne del pubblico) Alzi la mano chi di voi non ha avuto il suo sabato sera con il cosiddetto “uomo giusto”? 
(Pausa, poi osserva quelle che hanno alzato la mano) Vi si è anchilosato il braccio o avete raggiunto la pace dei sensi? 
(Guarda una ragazza fra il pubblico e fa finta che sia brutta) Tu anche se non lo alzi... (le fa un gesto con indice e pollice aperti) Niente eh? E dai non fare quell’espressione triste, su con la vita, sorridi!... Ah, stai già ridendo? 
(Rivolta al tizio seduto accanto) Ce l’hai tu in gestione? Non te la prendere il peggio non muore mai, pensa a quello che passa le serate con Rosy Bindi! 
(Pausa poi di nuovo al pubblico) Ricordo un’amica mia... era talmente brutta che, ogni volta che si spogliava, il guardone della finestra di fronte si addormentava! (Pausa) La volta che provò ad iscriversi ad un club di cuori solitari, le risposero incazzati: “Non siamo solitari fino a questo punto!” 
(Rivolgendosi di nuovo alla ragazza) Siamo lì eh? Su su, coraggio, c’è sempre la chirurgia plastica… devi solo avere il coraggio di affrontare il preventivo! 
(Di nuovo a tutto il pubblico) Insomma, chi non ha avuto il proprio sabato sera di follie? La propria “febbre del sabato sera”? 
(Scimmiottando il dialogo tra due amiche) «Sai cara, ieri sera mi ha agganciato un tipo che… beh te lo puoi immaginare» (l’attrice si passa un dito sotto il naso e fa una smorfia come per dire: “immaginatevi la puzza sotto il naso”), e l’amica invidiosa: «Dai su raccontamelo!», e l’altra perfida perfida: «Mi ha invitato a cena, mi ha riportato a casa con la Maserati e poi mi ha invitato a bere un drink nel suo attico, non puoi capire che sciccheria.» Non dite mai una cosa del genere! Perché state tranquille che l’amica penserà: “Capirai: ti avrà fatto mangiare un pizza rancida, ti sarà venuto a prendere con un furgone e ti avrà offerto una spremuta di pompelmo dimenticata nel frigo da tre generazioni!” 
(Pausa) A proposito di auto, bisogna sempre prendere con il beneficio di inventario le affermazioni maschili: Se un uomo sostiene che, da bravo cavaliere apre sempre la porta dell’auto alla moglie... o è nuova l’auto o è nuova la moglie!
(Pausa) Inoltre se qualcuno vi dice «Ti passo a prendere tra le 8 e le 8.30!» non illudetevi, non ha la macchina lunga è solo ritardatario per natura.
(Pausa) I tipi che si possono incontrare in un’avventura da sabato sera, con svariate sfumature, sono sostanzialmente tre: il coatto, l’intellettuale e il dandy.
Il coatto, parola che in romano significa “trucido”,… (osserva le reazioni del pubblico, poi ironica) diciamo: “ragazzo alquanto bricconcello e mattacchione” si, insomma, quello che ti viene a prendere con una moto che fa passare un’Harley Davison, ma che al massimo è il motofurgone a cui ha tolto il cassone e con il quale la domenica vende panini e salsicce allo stadio. Indossa un regolamentare giubbotto di cuoio ancora fresco di concia, jeans, stivaloni, catene, borchie, punte disseminate dovunque… della serie: (scimmiottando la voce registrata negli ascensori dei grandi magazzini) “Terzo piano, reparto ferramenta e utensileria”, ed ha talmente tanti tatuaggi addosso, che sembra un piano regolatore edilizio! (Pausa) Porta capelli lunghi con sospetto agriturismo di pidocchi incorporato e, come optional, emana un leggero odore di spremuta di aglio con retrogusto di calzini di lana fermentati nelle Adidas per una settimana (pausa). Il coatto è quello che alle dieci vi trascina al concerto di Vasco Rossi. Alle due vi porta in birreria per mostrarvi agli amici, dove vi beccate una processione di pacche sulle spalle, qualche palpeggiamento di verifica del contenuto degli slip ed un campionario di rutti post-Peroni. Alle tre vi bacia con una lingua che sembra una smerigliatrice intinta in una spremuta di cozze. Alle quattro vi trovate a pensare che se magari si gira sul fianco sinistro, forse russerebbe di meno (pausa).
L’intellettuale è quello che, volendo fare lo strano a tutti i costi vi viene a prendere con l’autobus. Indossa un maglione di un giallo-itterizia smorto, porta i jeans con il cavallo bassissimo in cui potrebbe entrare una partita di pannoloni per incontinenti, occhiali a telescopio e, sotto braccio, (solenne) l’ultima preziosissima copia de “L’amante di Bertinotti” il best-seller di Mi-Fò Nagakata, massimo esponente della poesia nippo-vesuviana (pausa). L’intellettuale è quello che alle dieci vi porta ad un concerto di musica primitiva nuragica. Alle due ancora parla dell’influenza del sesso nei saggi scientifici della Montalcini. Alle tre vi bacia chiedendovi prima quale tipo di approccio labiale preferite. (Pausa) Alle quattro vi chiedete se russa più forte lui o il coatto.
Il dandy è quello che vi viene a prendere con una Porche vera, indossa tutti capi firmati con autenticata del notaio. Alle dieci vi porta ad un vero vip-party dove la tartina più scadente contiene a malapena tre aragoste e dove lo champagne è talmente costoso, che se ne cade una goccia sul pavimento, dal nulla compare un plotone di prefiche a piangerne la perdita. (Pausa) Il dandy è quello che alla una comincia a presentarti agli illustri ospiti ed alle personalità della serata e alle due, a forza di stringere mani, pensi già di rivenderti la destra come una reliquia. Alle tre il dandy vi bacia dopo avervi fatto visitare da un dentista. Alle quattro vi rivela che è bisex e che ha un appuntamento con l’esterno destro della Rugby Cantù, ma che tu puoi rimanere e goderti il resto della festa. Alle quattro cominciate a pensate ai vantaggi di dividere un marito con un esterno destro.
(Pausa) Comunque sia e qualunque tipo vi troverete a fronteggiare, ad un certo momento della serata l’obbiettivo dell’individuo in questione sarà sempre lo stesso: (solenne) la mano sulla coscia!
Ora, se passate il metro e ottanta, vuol dire che avete una coscia di oltre mezzo metro e se siete uscite con un tizio alto come una buca, fornito di un paio di manine tipo Titti il canarino, state tranquille: prima che arrivi al perizoma, fate a tempo a farvi una permanente!
(Pausa) Ma se siete alte meno di Magalli ed uscite con il pivot del Basket Cantù - cugino dell’esterno destro che esce col dandy - state certe che, come avrà piazzato la mano sulla coscia, con il pollice vi gratterà un orecchio e con il mignolo vi farà il solletico sotto i piedi.
(Pausa) Quindi, proporzioni prima di tutto!
(Pausa) La mano sulla coscia è un segnale che arriva sempre con alcune varianti: C’è la “mano ad artiglio”, della serie “Togliti ‘sto perizoma che ti faccio una radiografia”. (Pausa) C’è la “mano esploratrice” detta anche “mano alla Mesner”, quella che ti conta i solchi della cellulite e, su richiesta, applica anche una crema adatta. (Pausa) C’è la mano a “metal detector” che ti fa la scansione della zona creandoti un ingorgo di ormoni sulla tangenziale inguinale. 
Ma la peggio di tutte è la mano tipo “ET”! Quella con la lampadina sul dito! (Pausa) La mano tipo ET è peggio di una TAC! Se supera il confine delle autoreggenti, diventa un endoscopio! Una volta iniziata l’esplorazione speleologica, se fa tanto di accendere la luce, le cose sono due: o entra direttamente nell’iperspazio, o vuole telefonare a casa! (scimmiottando ET) “Telefono casa!”
A questo punto bisogna decidere: Lasciar proseguire l’esplorazione? O fermare l’avanzata? Se si decide di fermare l’avanzata, le strategie vanno dal semplice allontanamento della mano, alla forchettata sul palmo, se vi trovate al ristorante, fino ad arrivare all’ustione di terzo grado se il maneggiatore di turno è recidivo e se avete un accendino a portata di mano. 
(Pausa) Una volta mi è capitato un tizio… era talmente recidivo che ora gira con le stigmate! (Pausa) Tze!
Ma se il tizio ci piace e decidiamo di hem... stare a vedere come si mettono le cose… (fa un sospiro, poi si riprende e deglutisce)… allora la faccenda si complica. 
(Pausa) Entro i due successivi minuti dal primo bacio, con una specie di rantolo soffocato, sentirete mettere l’assedio al vostro collo e, nei successivi trenta secondi, con sole tre slinguazzate, sentirete asportare le cinque mani di fondo tinta applicate in due ore di duro lavoro. Quando poi una voce sepolcrale vi dirà: «Dove ti piace essere baciata?» se a quel punto avete già deciso di scaricarlo:... «In due posti... Parigi e Miami!»
(Pausa) Ma mettiamo che tutto sia andato per il verso giusto, che il tipo vi piaccia, che vi abbia portato in un ristorantino caratteristico, che abbia fatto il romantico per tutta la sera, che vi abbia portato in un piano bar fino a notte fonda, che abbia fatto il timidone accompagnandovi sulla porta di casa. Alt! Bloccatelo lì! Non vi azzardate a farlo salire! Potreste scoprire cose preoccupanti sulle sue tendenze erotiche come: (conta con le dita) l’uso dei primi quindici capitoli del Kamasutra comprese note a fondo pagina, illustrazioni e diagrammi, solo per i preliminari. Una collezione completa di fruste: da quella per scacciare le mosche alla famosa frusta indiana fatta con una proboscide di pachiderma. La Treccani in dodici volumi della cucina erotica... e se dichiarerà che le ostriche sono afrodisiache e che ne ha mangiate sei per l’occasione, state tranquille che solo una gli farà effetto!
(Pausa) Ma se alla fine vi chiederà qual è il vostro oggetto meccanico preferito per la stimolazione sessuale, la risposta è una sola: la Mercedes Benz 380L Cabriolet!


SIPARIO

FINE