SANTITÀ

di

LUIGI GOZZI


A Lisieux , nel convento, un’aula spoglia, nel centro un telo bianco rappresenta l’icona mancante.

SCENA N.1 
( Tutte le suore cantano “Panis Angelicus” ed entrando si alternano rapidamente in preghiera in palcoscenico. Alla fine della scena restano TER 1 e TER 2)

SCENA N.2
TER. 2 - Miserere!
Sempre il Signore ha avuto compassione di me, il Signore mi ha chiamato: bambina! 
Si dice: vocazione. Per me la chiamata di Gesù 
si chiama: vocazione precoce.
Allora: invocazione!
Invasione!Inondazione!Gloria! 
Punto esclamativo! Esagerazione
Gioia! Gioia! Gioia! Tre punti esclamativi.
Insieme, tutta la gioia insieme, oggi si gioia, oggi si ha gioia, insieme anche sofferenza, 
anche gioia-sofferenzaforse insieme 
tutte le gioie insieme tutte le sofferenze, insieme nel giorno più bello, 
più lungo, più corto, più atteso, 
più disperato, più desiderato...fin dal...
fin dal...dal giorno della prima comunione,
prima consacrazione, gioia e baci e ricordi di sofferenza e baci, in particolare il bacio di Gesù. Ricevuto!
(pausa. Esce TER 1)
Ricordati: i minimi particolari 
con la loro particolarità: ostia o particola
di Gesù esaltano
avvalorano avverano
la piccola Teresa particolare
la prossima Teresa del Bambin Gesù
svelano gli intimi particolari pensieri dell’anima
che non si pensano nemmeno si possono in parole.
C’è scritto, Apocalisse due diciassette, 
c’è scritto: il vincitore,
il quale tramite una pietra bianca, anzi insieme alla pietra bianca come l’ostia, riceverà 
oltre all’ostia un nome che nessuno conoscerà mai, 
potrà conoscere, se non colui che lo riceve:
Teresa del Bambin Gesù e del Volto Santo.

(Segnale di campana TER 2 esce)

SCENA N.3 
( TER 4 e TER 5 entrano con una bracciata di scarpe di vario genere che ammucchiano in un angolo ed escono. Rientra TER 2)

SCENA N. 4
TER 2 - Un vero bazar
una gran confusione di pietà e di curiosità:
una pesante croce nera, fiori variopinti, ritratti, statuette,disegni, scritti vari, 
come un racconto disordinato
che fa fatica a venir fuori
si incespica, io non so cosa dire,
bal-betta, si corregge, si sbaglia, mi arrabbio,
forse, forse è cominciato male, non sa
andare avanti, è come se...come se...
fosse nato male, come se fosse nato malato,
come una persona malata, che è stata malata 
e non lo vuol dire,“e dillo, no?” 
e lei zitta oppure parla che non si capisce
oppure mente, la bambina dice sempre bugie , 
“non dire bugie,non andare in collera”; 
la bambina si arrabbiava, eh sì, si arrabbiava, 
va su tutte le furie,,” se no, ti racconto
la storia della bambina e del serpente.”
“La storia della bambina e del serpente?”
“Cos’hai in bocca?” , “niente”,
“non è vero, non è vero che non hai niente”
“che cos’ho?”“hai le bugie, le menzogne; 
hai una cosa che viene fuori solo se dici la verità! allora viene fuori 
la bugia, il serpente!”
“un serpente?”“tutti i tuoi peccati. Se dici i tuoi peccati e smetti di dire le bugie, allora dalla bocca viene fuori il serpente e dopo viene fuori la verità”.
Subito era venuto fuori il serpente
e anche la verità e finita la malattia, 
più tardi la bambina,non sapendo cosa dire, 
diceva “meglio il tormento, meglio
la sofferenza”, si buttava per terra, scalciava,
bal-bettava, urlava “vo-voglio il - voglio il ma- la ma-, la ma- , la mamm-, voglio il martirio!”
il martirio! il martirio!
(si getta a terra smaniando, accorrono le altre suore che la sollevano e la portano fuori. Resta TER 1)
TER 1 - Finita la malattia, per un caso
per un miracolo, più tardi la bambina una domenica
guarda una fotografia del Crocefisso
e vede che dalle mani del Crocefisso
cadono giù del sangue, molto sangue, 
tutto del Crocefisso,
e con gran pena tutti si gettavano 
a terra ai piedi del Crocefisso
volendo raccogliere il sangue dei Crocefissi,
il quale grida senza farsi sentire “ ho sete!”,
e anche la bambina pensa che in quel momento 
ha sete e hanno sete tutte 
le anime, tutti i peccatori
e la bambina comincia a bruciare per la morte, per la sete dei peccatori, dei grandi peccatori, 
dei piccoli peccatori, di tutti i peccatori.
(al segnale di campana TER 1 si affretta ad uscire)

SCENA N.5
( entrano tutte le suore portano un cesto pieno di ritagli di stoffa; qui di seguito la maggior parte delle battute non sono distribuite)
- che belle cose!
- tanti colori: rosso azzurro
verde lilla viola grigio blu
- il mio colore preferito è...
- a me piace questo damascato
- damasco, faille, taffettà, velluto
- c’è niente per la cucina?
- per l’altare, vuoi dire
- per gli stracci
- volevo dire, non è che mi piaccia
ma lo prendo lo stesso
- per fare dei rattoppi
- sorella, se ti serve qualcosa
- prendi qualcosa anche tu
- chi vuole qualcosa?
TER 1- Io scelgo tutto
(si rovescia il cestone, confusione, anche strilli)
- tutto?
- come tutto?
- ma come?
- non c’è rimasto niente...
( escono tutte col cestone e le stoffe, tranne TER 1)
TER 1- Non c’è rimasto... niente.
Io volevo tutto. Io che volevo tutto.
Questo è l’inizio della mia vita : da bambina
una volta a Teresa fu portato 
dalle sorelle un cestone pieno...
E’ la continuazione della mia vita:
Teresa entra al Carmelo a quindic’anni; per lei
il Carmelo è tutto. Dopo otto anni
la malattia e la morte. Poi la santificazione. Tutto.
(resta in preghiera)

SCENA N.6
(entrano TER 4 e TER 5 , velate e alate; sono accompagnate da TER 3)
TER 1- ...i veli, i mantelli, le ali...
per chi, per chi sono venute queste carmelitane,
da dove queste carmelitane sono venute?
per me! per Teresa? per me?
TER 3- Sì, sono venute proprio per te!
(TER 4 solleva il velo)
TER 1- Oh, felicità...ma quello è il velo di...
quello è il volto di...
TER 3- della venerabile madre Anna di Lobera di Gesù
TER1- Non lo sapevo, non la ricordavo...
non ne sapevo niente.
TER 3- la fondatrice del Carmelo in Francia
TER 1- che impressione nel cuore. E’ bellissima.
E’ ineffabile, ne conserverò sempre il ricordo.
Madre Anna di Gesù, la venerabile, ti prego,
ditemi se il Signore verrà , quando verrà, subito, se
mi porterà via con sé presto vi supplico
TER 3 (dopo aver parlato all’orecchio di TER 4) - Ha detto
sì, presto. Ha detto che Gesù ha detto...
TER 1- Sì, ho capito. Venerabile Madre, vorrei anche sapere
se si sa che il buon Dio sia contento di me. Se
vuole qualche cosa di più, azioni, desideri...
TER 3 (c.s.) - No. Dice di no. Dice che 
il buon Dio è contento così . 
E’ contento così, non vuole altro.
TER 1- Altro? Non vuole altro?
TER 3- No, va bene così. Dice che è contento....
( TER 3, 4, 5 per andare)
TER 1 - E delle mie sorelle, per esempio, 
non dice niente delle mie sorelle?
E’ contento anche di loro? E quell’altra, 
chi è quell’altra carmelitana? che sia...
che sia...oh, la fondatrice,lei, la Teresa d’Avila, 
è venuta per vedere...Fermatevi! Fermatevi!
(le altre escono, TER 1 resta sola)
TER 1- Che strano! che strano consolante sogno!
E’ stato un sogno?, non so proprio, direi...
Io di solito sogno boschetti ameni, fiori variopinti
e profumati, ruscelletti, il mare ondoso; vedo anche
graziosi bambinotti, acchiappo farfalle colorate,
e ascolto sui rami uccellini canori.
Un sogno così, no, mai!
(esce)

SCENA N.7
(entra TER 2 si inginocchia; poi entra TER 1, anche lei si inginocchia)
TER 1- Colei (sottolineato tre volte)
colei che oggi lo riceve
oggi, il nome è Teresa del Bambin Gesù,
oggi, otto settembre milleottocentottantanove.
Colui che la chiama così è oggi
subito, subito oggi lunedì, istantaneamente
col nome di sposo, Gesù di Teresa il quale
reca, richiesto, recherà in dono molte grazie
come: che io non faccia e non voglia 
la più piccola colpa volontaria
che non cerchi che te, solo te,
che non le creature, che sono niente,
tu, Gesù, sei tutto. Prendimi tutta.

SCENA N. 8
(segnale di campana; entra TER 3)
TER 3- Che Teresa non abbia volontà, se non la tua, Gesù,
che nessuno si occupi di me, si accorga di me, 
che Teresa non sia considerata, 
ma calpestata, umiliata,
dimenticata, abbandonata, nascosta.
Mi sono nascosta, Gesù,
come tu ti sei nascosto, come tu
fai chiudendo gli occhi, per non abbagliare
hai velato il volto, per non abbacinare,
e perciò sei stato deriso, sei stato ignorato
sei stato battuto, sei stato 
disprezzato e dimenticato.
Ho chiuso gli occhi. Ho velato il volto. (esegue)
Anch’io mi sono dimenticata.

SCENA N.9
TER 2- Preghiere:
le carmelitane passano almeno sei ore 
al giorno in preghiera:
due ore di preghiere in solitudine,
quattro ore dedicate alla messa e all’ufficio.
Preghiere in comune: Ufficio ore sei, piccole ore,
ore sette, santa messa,
ufficio ore quattordici, vespri,
ufficio ore diciannove e trenta, compieta,
ufficio ore ventuno, mattutino e laudi;
Preghiere in silenzio: 
ore cinque, ore nove, ore diciassette, 
ore venti: il grande silenzio.
(pausa)
(entrano TER 4, 5, 6 , danza prevalentemente in ginocchio. Uscita di tutte tranne TER 1)

SCENA N.10
TER 1- Un vero bazar,
una gran confusione
una recita disorganizzata
di crocefissi, statue di santi, ritratti familiari,
non ricordo bene se ci sono anch’io, no, ci sono,
sono piena di rimorsi, scrupoli, non dico niente
allora con le sorelline o da sola facevo
del cimitero, ad esempio,
un cimiterino per i passerotti morti, i morticini,
il cimiterino lo facevo vedere al babbo, babbino,
alle sorelle, sorelline.
C’era silenzio: la mamma era morta
da tempo, il babbo piangeva ogni tanto,
la prima sorella entrava in convento.
Teresa trovò una fotografia 
di santa Giovanna d’Arco,
una fotografia grandissima, la santa non si vedeva,
non si sentiva quello che diceva,
aveva la corazza e l’elmo,
però sotto c’era una scritta 
"Viva Gesù! viva la Francia!”
C’era più silenzio: la mamma era morta,
il babbo non piangeva più, 
solo la domenica in chiesa,
una, due, tre sorelle sempre più spesso in convento. 
Per fortuna, per miracolo, 
ci fu un autentico miracolo, 
la notte di Natale anche Teresa promise
che sarebbe subito entrata in convento.
(esce TER 1)

SCENA N.11
( suona la campana; poi entra TER 2)
TER 2- Preghiere: sei ore di preghiere al giorno
Lavoro: cinque ore di lavoro;
Riposo: dalle ventitré 
alle ore quattro e quarantacinque;
Pasti: alle ore otto, 
alle ore dieci, alle ore diciotto.
Durante i pasti lettura ad alta voce 
della regola conventuale,
di vite di santi, dei vangeli.
Ore venti: il grande silenzio.
(pausa; entrano TER 4,5,6)
TER 2- Ore quindici: la campana suona 
per ricordare la morte di Gesù.
Ovunque si trovi la carmelitana 
si inginocchia, bacia la terra e prega.
(pausa; TER 4,5,6 eseguono la danza a terra; segnale della campana; tutte escono)

SCENA N.12
(le suore entrano tutte una dopo l’altra, sommariamente travestite come da testo)
TER 3 - Sono Giovanna d’Arco, guerriera 
e figlia della Chiesa,
ma non sono un’eretica. 
Anzi ho levato il mio stendardo
per il re cristianissimo, perciò sono innocente 
ma sono felice di morire per la mia patria. 
Inoltre Gesù ti prego:
non punire i miei nemici.
Santissima Trinità, debbo morire, abbi pietà di me.
San Michele, san Gabriele, tutti gli angeli,
voi pregate per me!
TER 5- Ora e sempre,
per le sante,
per le guerriere o martiri,
per le vergini o peccatrici,
ignoranti o dottori, qui e in cielo,
gli angeli pregano il Signore!
TER 2- Maestro, mi chiamo Maddalena;
Gesù sei il mio solo amore, 
mi getto qui ai tuoi piedi, starò sempre con te.
Su questa terra invece cercavo la felicità,
ho peccato moltissimo inseguendo l’amore:
solo tristezza, solo delusione 
riempirono il mio cuore.
Gesù, che vita immonda! 
ma per amore voglio il paradiso,
angeli tutti pregate per me!
TER 6- Ora e sempre
.......................
TER 4- Suore, pregate molto e bene
per voi stesse, per le anime di tutti
ve lo dice, ve lo ricorda 
la fondatrice nei suoi scritti
io, Teresa, d’Avila. 
Inoltre non dovete temere di soffrire,
l’angelo pregherà insieme a voi!
TER 5- Ora e sempre
.......................
TER 1- Ma non sentite nessun rumore?
C’è chi vi sta ascoltando, 
l’angelo, lui, sì, è vicino a voi
invisibile; ma c’è davvero, come ci sono io, Maria,
poi c’è Gesù, il cielo, tutti beati.
Sempre lo stesso angelo che visitò Maria,
la più piccola, l’ultima delle creature e le annunciò
che doveva diventare la felice, 
la famosa, l’eccezionale
Maria, madre di Dio.
(escono tutte)

SCENA N. 13
(entra TER 2)
TER 2- Un vero bazar era, era stato,
non c’era ormai quasi più niente, solo
qualche pezzo di statua, la gabbia vuota,
finestre sfondate....si direbbe, 
si cercherebbe qualcuno che lo rimpianga...
( entra improvvisamente una bambola meccanica vestita da suora, la segue TER 4, che poi solleva la bambola ed esce)

SCENA N.14
(entra TER 3)
TER 3- Era
un vero bazar
prima di diventare - divenne,
io mi ricordo così - minuscolo,
piccolissimo, non più di:ecco, così! 
(fa segno con la mano)
contiene: un regalino della mamma, di prima che...
ritratti molto molto piccoli 
dei tre-quattro angioletti,
che sono in cielo, fratellini morti appena nati;
piccoli, piccolissimi sacrifici, come: 
non guardare da quella parte, 
non fare domande inutili;
scrupoli grandi e piccoli, comunque ingombranti;
biglietti di preghiere e promesse;
sonni, sonnellini, dormiveglia;
petali di rosa, per quando passa Gesù;
il fiorellino bianco che il babbo mi diede quando
gli dissi che sarei entrata 
in convento a quindici anni;
l’ultima lacrima di madre Genoveffa, 
cioè un pezzetto di stoffa
con l’ultima lacrima di madre Genoveffa 
prima di morire;
granellini di sabbia, piumette, atomini:
la piccola via di Teresa che conduce a Gesù;
la data del venticinque marzo 
che è la data, pensateci bene,
in cui Gesù è stato incarnato 
il più piccolo possibile.
La minuscola stanza non esiste,
al Carmelo non si possiede niente.
La minuscola stanza esiste 
solo nella testa di Teresa.

SCENA N. 15
(entra TER 1)
TER 1- Un autentico deserto
il convento
il Carmelo
una distesa continua di ombre
. . . . . . . . . . . . . . 
Quando mi sento sola, ma proprio sola. . . .
o Gesù!
( portato da TER 4 entra il piccolo battello di Gesù: su un fianco il nome L’ABBANDONO, sulla vela la scritta: DORMO, MA IL MIO CUORE VEGLIA)

SCENA N.16
( segnale della campana; tutte le suore presenti si inginocchiano)

SCENA N.17
( TER 4,5,6 portano parecchie scarpe che gettano nel mucchio già esistente in un angolo; poi tutte escono)

SCENA N.18
(entrano tutte le sei suore e si dispongono sul fondo dietro lo schermo, così da essere viste in trasparenza)
TER 3- L’immagine, in bianco e nero, per quanto invecchiata
è sorprendentemente nitida.Tuttavia 
non possiamo che guardarla distrattamente: 
la parte nera è troppo ampia e invadente,
la parte chiara perciò troppo definita. 
Specialmente i volti sono come scolpiti; 
basta guardare la fronte e il mento 
per capire che le suore sono rimaste 
ferme e rigide a lungo,si sono stancate. 
Le bocche non sono che una riga nera,le occhiaie 
pesanti, scavate.Negli sguardi però, 
nel bagliore degli sguardi, c’è qualcosa 
di strano e di eccitante. Non è difficile capire
che questa della fotografia è forse la prima volta 
che possiamo scoprire quegli sguardi, 
spesso velati o semplicemente chini a terra; 
così che nemmeno gli stessi volti 
e gli stessi sguardi delle suore
si conoscono tra loro, e nemmeno conoscono se stessi;
perché al Carmelo non ci sono specchi.
Nella lunga attesa - le pose allora 
duravano moltissimo -l’oggetto nuovo e strano, 
la macchina fotografica e il buco nero 
dell’obiettivo diventavano l’occhio di dio,
che è capace di rendere durevole ed eterno l’attimo.
E l’immagine riprodotta chimicamente 
su una lastra, su un cartoncino,
è un oggetto per la morte, viatico per il cielo.
( TER 5 cade a terra; le successive battute sono da attribuire alle altre cinque suore)
- ma chi è stato?
- chi ha fatto la fotografia?
- l’hanno già fatta la fotografia?
- io non ho visto niente...
(nel frattempo TER 5 è stata raccolta e trasportata fuori dalle altre)

SCENA N.19
( scena vuota; segnale di campana insistito)

SCENA N. 20
(entrano TER 1, TER 2, TER 4)
TER 1- le ombre declinano
TER 4- Cantico dei cantici quattro sei.
(pausa)
TER 1- le ombre declinano
TER 4- la figura del mondo passa
TER 1- Paolo, Corinzi sette trentuno
TER 4- Cantico dei cantici quattro sei.
(pausa)
TER 1- Le tue braccia, Gesù, sono l’ascensore
che deve sollevarmi fino al cielo
TER 4(non risponde, si guarda i piedi)
TER1- Santa Teresa di Lisieux, 
scritti autobiografici due e settantuno.
(entrano TER 3 e TER 6)
TER 4- soltanto amarezze
TER 3 (non risponde)
TER 4- soltanto amarezze nelle amicizie
TER 3( si alza)
TER 4- soltanto amarezze nelle amicizie della terra
TER 3 (si risiede) - Imitazione di Cristo tre ventisei tre.
(pausa, TER 4 esce)
TER 3- fa
TER 6- st!
TER 3- fa tanto bene all’anima
TER 6- st!
TER 3- tanto bene all’anima
TER 6- st!
TER 3- fa tanto bene all’anima mantenere il silenzio

SCENA N. 21
(entra TER 5 con scarpe che getta nel mucchio; è seguita da TER 4 e da TER 2 anche loro con scarpe che gettano nel mucchio; escono TER 1, 3, 4, 5, 6)

SCENA N.22
( si affaccia TER 6 sommariamente mascherata da padre, fugge)
TER 2- Papà! papà! dov’è andato? 
(si affaccia fuori, poi torna)
uguale a papà! dove vai? dove sei andato?
come è curvo e vecchio. Lo sapevo, 
lo sapevo già allora che poi...
papà! papà! a sette anni lo sapevo già allora
che era una visione profetica, 
lo sapevo cosa mi aspettava.
( pausa)
E i boschetti e i ruscelletti? e i bambini felici?
(entrano TER 4 e TER 5 sommariamente e infantilmente travestite da diavoli)
TER 2- Che spavento! andate via, andate via,
brutti diavoli sfacciati, andate via. Non
ho paura di voi; è un pezzo che cercate
di farmi paura, da quando...
da quando avevo tre anni e voi
ballavate in cortile. Che cretini! 
E’ facile, sì, sì, è facile
cadere nelle insidie dei diavoli; loro fanno sembrare
tutto brutto e cattivo. Per fortuna c’è Gesù, e io
fin da allora chiamo sempre: Gesù! Gesù!
( TER 4 e TER 5 sono in fuga, anche TER 2 inseguendole esce) 

SCENA N.23
(entra TER 6 portando scarpe che getta sul solito mucchio, poi esce; è entrata TER 1 che si sdraia sulle scarpe)
TER 1- Vien freddo, fa freddo, un freddo austero, severo,
stringe le membra, il cuore, la vita.
Non ho mai chiesto al Signore di morir giovane,
posso chiederlo una volta a Gesù, mio sposo diletto
“voglio morir d’amore”, Gesù, io muoio d’amore.
Lascio parole scritte, e da scrivere alle sorelle,
congelate, ferme nella carta;
lascio anche, qua,
lascio cadere piccoli pezzi di me,
carne morta,
unghie, vestiti smessi, detriti,
“sorella, una reliquia!”
“anche a te? anche a te!”
Non ho più che la sofferenza. Anzi
non c’è più sofferenza. Nemmeno.
Avanti e ancora avanti. Nulla.

SCENA N. 24
(da fuori canto di “Panis Angelicus”, poi le suore entrano e TER 1 si alza e si unisce a loro)

SCENA N.25
TER 4 (respira)
TER 2- quelle parole
TER 4(c.s.)
TER 2- quelle parole
TER 4(c.s.)
TER 2 - quelle parole
(pausa)
TER 4- impercettibili
TER 2(respira)
TER 4- impercettibili
TER 2(c.s.)
TER 4- impercettibili
TER 2(c.s.)
( lungo silenzio; segnale di campana; escono tutte)

SCENA N.26
(entra TER 1)
TER 1 - Sorella carissima! e poi ancora sorella!
col permesso della madre lei vuole sapere 
i segreti che Gesù ha affidato alla sua bambina. 
La sua bambina li affida a lei, sorella, 
perché è stata lei , 
sorella-sorella che ha insegnato 
alla sua bambina- bambina a dire,a fare, 
a far-, a farfugliare, a balbettare, a bal-buziare, a bar-bugliare,qualche pa- , qualche parola
(pausa)
Lei, sorella, ha insegnato qualche parola ; ma
non è possibile alle pa-, parole umane ridire cose
non-umane che il cuore umano può-non può
umanamente non-dico-dire, no, nem-meno intuire.
Ecco-co il maestro che ti do- che non ti do,
Gesù dice, questo dice Gesù, lui ti insegnerà
tutto quello che devi che tu devi fare, 
tu devi leggere nei libri della vita dove c’è, 
o non c’è la scienza dell’amore.
(pausa)
bisogna leggere nei libri, dice Gesù, 
della vita dove c’è la scienza dell’amore 
Sì, sì, c’è la scienza dell’amore
che è la sola scienza dell’amore
che è la sola scienza, che è poi il solo amore
senza la scienza, solo l’amore 
senza l’abbandono o con l’abbandono
della scienza, solo l’abbandono, 
abbandono del bambino- bambino
che piccolissimo bambino, agnellino, 
granellino di polvere, atomino,
senza scienza senza paura si addormenta, dove?
per esempio nelle braccia del padre, suo padre,
che l’accarezza come un padre
o come una madre, nello stesso tempo padre-madre
accarezza il suo bambino;
così io, Gesù-Gesù, ti consolerò, 
ti porterò in collo,ti terrò sulle ginocchia. 
E gli altri? Anche gli altri. Tutti? Tutti.

SCENA N.27
(entra TER 3)
TER 3- O Gesù!
o Gesù-Gesù!
(pausa)
O Gesù!
la tempesta è finita, il cielo è calmo e sereno...
C’è un cè - c’è un ci - c’è un ciè...
lo so, lo sento, lo credo -
C’è un cielo e questo cielo che c’è
è cieno, cioè è un cielo pieno di anime
che mi anamo, cioè che mi amano
che mi guardano-amano come la loro bambina.
O amato! o Gesù!
o mio unico amore!
ti ricordo che oggi, oggi ti ricordo che oggi è
il primo, secondo, terzo, quarto, quinto e sesto
anniversario, sono unoduetreseicento anni
della nostra unione, ti ricordi tutti-tutti
i miei desideri, infiniti, le mie speranze
che sono infinite, che non sono finite, 
che si ripetono all’infinito.
Allora: essere la tua sposa - Gesù, Gesummio,
essere carmelitana, essere con te, 
essere con la madre delle anime;
non basta, non mi basta.
Gesù, io voglio essere anche,
io mi sento la vocazione
del guerriero, del prete, del dottore, dell’apostolo
del martire, e poi tutte le attività più eroiche.
Voglio essere: Giovanna d’Arco, 
un crociato in terrasanta,
uno zuavo pontificio, un missionario in Indocina
Voglio
morire sul campo di battaglia 
per la difesa della Chiesa.
Voglio il martirio.
(pausa)

SCENA N. 28
(entra TER 2)
TER 2- Gesù mi rispondi? Non mi rispondi?
Perché io, Gesù, non trovo la risposta! 
Gesù, mi aiuti?
(pausa)
Gesù, ho trovato la risposta! Finalmente 
(Paolo, Corinzi dodici e tredici)
avevo trovato la risposta: il riposo. 
La risposta e il riposo.
L’amore: che è la risposta e il riposo; 
si chiama, si dice carità che è come 
l’amore, che è tutto, ma tutto-tutto
tutti i tempi, tutti i luoghi, 
che non finiscono e questo
in una parola è l’eterno. Io sarò l’amore! 
Io sarò l’eterno amore!
(pausa)
Che mistero!
Io non sono l’amore!
Non sono niente, sono meno di niente.
Non sono l’aquila capace di alzarsi 
altissima nel cielo negli spazi infiniti 
fissando il sole divino! 
Non sono un’anima-aquila.
Sono così, come un uccellino da poco, 
con poche piume che saltella sui rami, 
guardando in su: gli piacerebbe!
Gesù, gli piacerebbe...e continua a guardare in su
anche quando piove, e lui si bagna, e fa freddo, 
e lui ha freddo e le nuvole coprono il cielo, 
ma lui è incapace e testardo e continua a pensare 
che dietro le nuvole c’è il solee guarda in su 
e anche si distrae, l’uccellino è debole
è imperfetto, becca di qua, becca di là, 
vede un fiore e sempre lui, debole, piccolo, imperfetto, stupido, racconta tutto a Gesù,
cioè al sole. Delle volte si addormenta e aspetta
che Gesù, che è il sole, lo svegli, lo chiami.

SCENA N.29
TER 1- Verbo divino,
Aquila adorata,
Gesù, io ti amo.
Chiamami, attirami!
(pausa)
Tu mi chiami
tu mi attiri
tu continui a nutrire di te, divino,
me che non sono niente. Lasciami dire, Gesù
lasciamelo dire che il tuo amore arriva alla follia
come il mio, del resto. Anzi proprio come il mio,
come la mia follia e nella mia follia
non so perché, ma io ti prego,
mio amato, mio adorato, ti supplico allora
di abbassare ancora il tuo sguardo divino
sempre più follemente divino
su un certo numero, su un grandissimo numero 
di piccole piccolissime
anime e di scegliere legioni e armate ed eserciti di piccole
piccolissime vittime degne del tuo amore.
Io, la più piccola, la piccolissima
suor Teresa del Bambin Gesù e del Volto santo
che sono e sarò religiosa carmelitana indegna
Teresina Teresita la bambina
l’agnellino l’uccellino il giocattolino di Gesù
la pallina di Gesù la beniamina la reginetta 
il granello di sabbia l’atomo,
niente.
(tutte e tre le suore sono inginocchiate a terra; segnale di campana, le tre suore si rialzano ed escono)

SCENA N.30
( entrano in frotta tutte le suore, TER 2 ha in mano una busta da elemosiniera, dove sono contenuti i biglietti che successivamente saranno estratti e letti)
TER 2- Sorelle, è Natale.
In nome di colui che adoriamo
io tendo la mano, mendico per il divino bambino
che non sa ancora parlare.
Gesù, l’inviato del cielo non ha trovato 
quaggiù che indifferenza,
ostilità, supponenza. E’ Natale, sorelle, 
le vostre carezze,lodi, tenerezze, premure 
siano per il Bambino!
Chi mendica, è dio! Offrite a Gesù il vostro amore;
scegliete quello che il Bimbo vuole da voi! 
Scegliete! Scegliete!
( TER 2 offre alle altre la busta e ciascuna suora sceglie un biglietto che legge)
TER 3- Una stella.
Piove, il cielo è scuro,
è triste Gesù di sicuro;
la stella gli fa venire il sorriso
che illumina il suo bel viso;
Gesù caccia dal cielo tutti i mali,
e tu vai su in cielo con le ali.
TER 4- Una rosa.
Tu, sorella, sei come un giglio
gradito a Maria e a suo figlio.
Il giglio è simbolo d’innocenza,
la rosa vivace significa penitenza;
a Gesù piace sempre tanto tanto
spruzzata di lacrime e di pianto.
TER 6- Un cuscino.
Si sveglia Gesù nella culla
non vede intorno a sé nulla.
Sorella, dona al divino bambino
per consolarlo un bianco cuscino.
Il tuo cuore! E Gesù sogna e riposa
col capo vicino a quello della sposa.
TER 1- Un’ostia.
Tutti i giorni il divino bambino
si tramuta in ostia, in vino.
Si trasformi ogni giorno il tuo cuore
custodendo il suo grande amore.
E’ Natale. Gesù appare
porta il tuo cuore sull’altare.
TER 5- Una carezza.
A te il bambino Gesù
non chiede niente di più,
solo una piccola carezza
segnale di tenerezza.
Diamogli tutto l’amore, 
doniamogli il nostro cuore.
(La distribuzione dei biglietti è finita)
TER 2- Gesù vi ringrazia
è contento dei vostri doni.
Li scriverà assieme ai vostri nomi
sul libro della vita: Teresa, Agnese, Maria...
Un giorno, nella nostra vera patria,
vedrete, vedremo Gesù e Maria. Così sia.
E’ Natale.
TER 4- E’ ancora Natale?
TER 2- Sì
TER 1- Ricominciamo?
TER 3- Sì. Ricominciamo.
TER 4- Sì, sì.
TER 6- Un’altra volta.
TER 2- Sorelle, è Natale.
In nome di colui che adoriamo 
io tendo la mano, mendico per il divino bambino
che non sa ancora parlare....
(segnale di campana; TER 2 si interrompe, tutte le suore escono)

SCENA N. 31
(segnale di campana su scena vuota)

SCENA N.32
( entrano tutte le suore e perlustrano; battute da attribuire)
- cos’è?
- cos’è successo?
- c’è buio
- c’è bagnato
- dappertutto, ha visto
- anche lei, madre
- ha sentito?
- ma non siamo in lavanderia
- cosa c’entra la lavanderia?
- siamo in chiesa?
- st! st!
(escono e subito rientrano, continuano a perlustrare)
- ha visto, madre?
- non si vede niente
- dappertutto
- in corridoio
- non si vede niente
- dappertutto
- in corridoio
- in cucina
- in parlatorio
- no, in parlatorio no
- andiamo a vedere
- chi ha perso tutto quel sangue?
- andiamo, andiamo
- chi ha sparso il sangue?
- st!
(escono tutte tranne TER 2)
TER 2- St!
ogni giorno, sempre
io sento la stessa voce
la voce che dice di Gesù
che implora “ho sete”, come alla samaritana,
“ho sete, dammi da bere!”. 
E io allora davo alla mia anima
a tutte le anime il sangue di Gesù da bere
e poi offrivo a Gesù le anime ristorate
dalla sua divina rugiada; e lui si disseta,
sì, certo, ma io più gli do da bere
più ho sete anch’io, però questa sete
ardente del suo amore è la bevanda più deliziosa.
Gesù, mio diletto! Ho sete! Anch’io ho sete!
(TER 2 esce)

SCENA N.33
( passaggio di due suore velate)

SCENA N.34
(entrano TER 2 e TER 3; perlustrano)
TER 3- le tracce sono piccolissime
TER 2- qualche indizio
TER 3- segnali dispersi
TER 2- sguardi indiscreti
TER 3- discorsi indiretti
TER 2- forse
TER 3- è sangue
TER 2- sì, direi di sì
TER 3- particolare
TER 2- in particolare...
TER 3- vedremo
(escono; entra TER 1)
TER 1- E’ come un murmure lontano
è come una bandiera che sventola
come un telegramma ancora in viaggio
è
un frullo d’ali
un ardore improvviso
una fioritura anticipata
un canto ripetuto
è il primo atteso richiamo dello sposo
è l’annuncio del suo arrivo
un fiotto che saliva
un fiotto di saliva, non era saliva, un caldo fiotto,
un fiotto bolliva, saliva quasi bollente, bollendo,
è un fiotto di sangue!
è, era sangue? sì, certo, era il mio sangue!
dalla bocca, fin sulle labbra
mentre pronuncio continuamente, 
io pronuncio continuamente il suo nome
mentre lo penso, lo penso senza dirlo il suo nome,
il nome del mio sposo, la bocca piena di sangue
non riesco a parlare, a pronunciare 
a causa del sangue, mio sangue, 
era nel buio io penso mescolato al suo sangue
come non potevo capire, 
non potevo vedere nell’oscurità
trascinando lo sposo, le tracce forse 
dello sposo tutt’attorno tutta la notte, 
tutte le tracce poi cancellate, tutto
lo sposo fino...finalmente all’alba
luminosa, rosso-rosea, fino al mattino
quando finalmente il sole, no, non era il sole
era, sì, era invece il volto santo dello sposo 
vidi illuminaretutt’attorno il luogo
dimenticato dell’esilio, la terra,
il mondo, tutte le creature derelitte.
(TER 1 esce)

SCENA N.35
( entrano TER 4,5, 2, 3, 6. Danza processionale; tutte escono)

SCENA N.36
(entrano TER 1, 2, 3, 4; perlustrano)
TER 2- non c’è niente
TER 4- non si trova niente
TER 2- niente tracce
TER 4- perse
TER 1- le abbiamo perse
TER 4- è stata solo 
TER 1- una visione?
TER 2- un’intuizione, come...
TER 4- come un desiderio
(escono TER 1, 2, 4)
TER 3- Sangue,
dappertutto, sempre
sangue dovunque
si vede sulle mani,
sui vestiti, sul costato,
sulle strade, nelle case,
sulla bocca, sugli occhi.
(pausa)
Il calice si riempie del sangue di Gesù;
io sono il calice, voglio essere il calice.
L’ostia dell’eucarestia contiene sangue di Gesù;
se si spezza esce sangue di Gesù;
non rido mai di questo pensiero infantile.
Ho il cuore vuoto e allora
prego Gesù che me lo riempia
del suo sangue. Gesù mi esaudisce.
(TER 3 esce)

SCENA N. 37
(entra TER 1)
TER 1- O sangue offerto
o sangue occulto
sangue oscuro
sangue occluso ombroso opaco ottenebrato
sangue ossessionato oltraggiato obliato...
dimenticato lacrimato...pianto
o sangue originale
oltre...

SCENA N. 38
(entrano tutte le altre suore)
TER 3- Teresa è scomparsa,
Teresa è fuggita;
Teresa ritorna
sotto forma, sotto la bella forma
di un raggio di sole in un’alba radiosa,
di un esempio mirabile in uno stupendo racconto,
di un gesto amoroso in un colloquio amichevole, 
di...
di una pioggia di rose - 
lo diceva sempre Teresa! 
noi non facciamo che ripeterlo:
quando vedrete, vedremo una pioggia di rose
anzi di petali di rose: quella è Teresa che ritorna!
TER 4- oppure...
TER 3- oppure quando, anche 
quando si ha una buona ispirazione
TER 4- meglio: l’ispirazione di un’opera buona
TER 3- quando si dà un buon suggerimento e consiglio
TER 4 - il miglior suggerimento e consiglio...
TER 3- quando qualcuno si sente meglio e poi guarisce,
risorge e poi guarisce; questo è...
TER 4- un miracolo. Un autentico miracolo!
TER 3- Certo è...
TER 4- E’ stata Teresa!
TER 3- E’ stata Teresa a far cadere dall’alto
TER 4- una gran nuvola di svolazzanti petali di rosa
(pausa)
TER 2- Piano, gradualmente, ogni giorno
salire, scomparire,
essere in cielo, essere beate, essere sante, 
essere come dio.
Forse. Come. Con dio, come dio.
Ancòra.
Essere sante, essere beate, essere in cielo,
scendere piano piano, gradualmente
comparire. No: comparire bisogna 
comparire improvvisamente.
Poi ogni giorno
salire, scomparire,
essere in cielo, essere beate, essere sante, 
essere come dio.
Forse. Come. Con dio, come dio.
Ancòra.
Essere sante, essere beate, essere in cielo,
scendere piano piano, gradualmente
comparire. No: comparire improvvisamente.
Poi ogni giorno salire, scomparire,
essere in cielo, essere beate, essere sante,
essere come dio.
Forse. Come. Con dio, come dio.
Ancòra.
(un segnale improvviso di campana interrompe; tutte escono)

SCENA N.39
(entrano tutte le suore che si dispongono dietro lo schermo così da essere viste in trasparenza)
TER 1- L’immagine, in bianco e nero, per quanto invecchiata
è sorprendentemente nitida. Tuttavia non possiamo 
che guardarla distrattamente: la parte nera 
è troppo ampia e invadente,e la parte chiara 
perciò troppo definita. Specialmente i volti 
sono come scolpiti, basta guardare 
la fronte e il mento per accorgersi che le suore 
sono rimaste ferme e rigide a lungo,
si sono stancate. Le bocche non sono 
che una riga nera,le occhiaie pesanti, scavate. 
Negli sguardi però, nel bagliore degli sguardi 
c’è qualcosa di strano e di eccitante. 
Non è difficile capire che questa 
della fotografia è forse la prima volta 
che possiamo scoprire quegli sguardi spesso velati 
o semplicemente chini a terra, così che nemmeno 
gli stessi volti e gli stessi sguardi delle suore
si conoscono tra loro e nemmeno conoscono se stessi,
perché al Carmelo non ci sono specchi.
Nella lunga attesa - le pose allora 
duravano moltissimo -l’oggetto nuovo e strano, 
la macchina fotografica e il buco nero 
dell’obiettivo diventavano l’occhio di dio,
che è capace di rendere durevole ed eterno l’attimo.
E l’immagine riprodotta chimicamente su una lastra, 
su un cartoncino, è un oggetto per la morte, 
viatico per il cielo.
(TER 4 cade a terra; viene portata fuori dalle altre suore, resta solo TER 1)
TER 1- In un paese nebbioso, compatto, chiuso,
cieco sordo incapace
non si vede niente, non si sente niente, 
sono io che parlo?
io l’oscura, la tenebrosa, la disabitata,
io che racconto, io ricordo che in quest’esilio
venne un re di un altro paese
dalla sua patria luminosa, ariosa, avventurosa,
e subito le tenebre si richiusero su di lui
e nessuno capì che quella era la luce.
Oh, Signore! ti chiedo perdono per tutti noi!
(pausa)
La storia che racconto assomiglia a una fiaba,
ma si è trasformata in preghiera. Avanti! avanti! 
Camminavo senza vedere,e cammina cammina 
dentro un tunnel oscuro che incessantemente 
attraversa tutto questo paese d’esilio
cieco sordo incapace incompleto inospitale...
(TER 1 esce)

SCENA N.40
(scena vuota; un suono di campana)

SCENA N.41
( entrano TER 1,2,4,5,6, si inginocchiano; poi entra TER 3, si inginocchia)
TER 3- Hai qualcosa da dire? Dillo.
Non dirlo. Lascialo scritto.
Non scrivere mai niente, come Gesù.
Se te ne vai in cielo, non lasciare
detto niente, non scrivere più.
(pausa; escono TER 1 e TER 4)
TER 3- L’ultima frase a chi era rivolta?
A me? hai lasciato niente per me?
La partenza, la tua partenza era già avvenuta,
non mi ricordo nemmeno quando è stata, 
qui non ho trovato niente...
( pausa; esce TER 5)
TER 3- Qual è l’ultima parola di dio?
C’è stata solo la prima? Quella la conosciamo tutti.
La seconda, la terza, la quarta, chi le conosce?
Quale sarà l’ultima parola di dio?
(escono TER 2 e TER 6; poi esce TER 3)

SCENA N.42
( TER 4 e TER 5 portano altre scarpe e le gettano nel mucchio; escono)

SCENA N.43
(entrano tutte le suore che si dispongono dietro lo schermo così da essere viste in trasparenza)
TER 2- La fotografia, sia pure invecchiata, è molto nitida. 
La parte nera è comunque troppo vasta e quella chiara
risulta sacrificata: i volti duri 
sono segnati dalla fatica della lunga posa, 
bocche ridotte e una riga, occhiaie sprofondate. 
Solo negli sguardi qualcosa di strano,di eccitante. 
E’ la prima volta che quegli sguardi 
sempre velati o almeno chini a terra 
si fanno conoscere, si scoprono tra loro,
si scoprono a se stessi; 
al Carmelo non ci sono specchi.
L’oggetto nuovo ed estraneo, la macchina 
per la fotografiadiventa nella lunga attesa 
l’occhio distante di dio,che rende eterno l’attimo. 
E l’immagine finale,la fotografia, 
viatico per la morte e per il cielo.
(le suore, tranne TER 2, escono in silenzio; TER 2 si distende sulle scarpe in proscenio)
TER 2- C’è un punto scuro nel giardino
vicino ai castagni, o ai faggi, 
o di fronte all’entrata - c’è?
Ce n’è uno, lo vedete, laggiù? Lo vedete?
Ecco, in quel punto, in quel punto, il più nero,
il più fondo, il più tenebroso, 
dove non si distingue niente
in quel punto nero, io sono là, 
in un buco come quello,
io sono là, il mio corpo, la mia anima.
(pausa)
tutto il mio corpo, tutta la mia anima, i miei gesti, 
i miei pensieri, la mia vita, tutta la mia morte.

SCENA N.44
(rientrano tutte le altre suore con candele accese; TER 2 si rialza e si accoda alla fila delle suore, tutte escono)

SCENA N. 45
( rientrano TER 1, 2, 3 , si inginocchiano)
TER 1- E’ giorno di permesso? Sì, è giorno di permesso
e siamo nella sala di ricreazione? 
Sì, nella sala di ricreazione
si incontrano tre suore a parlare 
di diversi argomenti,
così come viene: la festa della madre priora, 
la vocazione religiosa,la vita al Carmelo, 
Santa Teresa di Lisieux...
Le suore sono: suor Teresa del Bambin Gesù, 
madre Maria di san Luigi Gonzaga, madre priora, 
suor Maria Maddalena, conversa.
Allora, madre carissima , è contenta della festa?
TER 3- Certo, molto contenta. Le feste
al Carmelo, come tutto al Carmelo,
hanno un carattere speciale:
c’è stato, ancora in corso uno spettacolo
Il trionfo dell’umiltà, scritto da suo r Teresa,
recitato da suor Teresa nel ruolo di suor Teresa,
uno spettacolo sull’umiltà, la gioia
dell’umiltà, la gloria e la grandezza dell’umiltà.
TER 1- Anche lei, cara sorella, è d’accordo con la madre?
TER 2- Anch’io, certo: l’umiltà è la nostra principale risorsa.
Cos’ero io? una povera ragazza! Che fortuna
essere stata chiamata dal buon dio!
Cosa sono adesso, cosa sono? 
per ora e per sempre la sposa di Gesù.
TER 3- E santa Teresa? perché non diciamo niente di santa Teresa?
( silenzio; TER 1 si stacca dalle altre e avanza mentre entrano le altre tre suore; TER 1 si distende sul mucchio delle scarpe)
TER 1- Che freddo! Che gran freddo!
Tutto sta diventando freddo, 
sta ritornando freddo: gli oggetti intorno,
la mia cella, il pagliericcio, 
il libro delle preghiere,
il mio stesso corpo.
Il mio stesso corpo
diviso disarticolato dissipato disastrato discordato
disperso dalla sofferenza, dalla malattia
dalla debolezza, dai martiri, dalla devozione,
è ricomposto, immobilizzato dal freddo,
messaggero della povertà, agente della spoliazione.
Perdita di spessore, pietrificazione:
un solido schiacciato, regolare, 
stabile, orizzontale.
Resistente all’ombra.

F I N E

SANTITÀ di Luigi Gozzi è stato messo in scena
l'11 dicembre 1991 al Teatro delle Moline di Bologna 

attrici 
Marinella Manicardi
Francesca Ballico
Luisa Cottifogli

danzatrici
Belinda Diamanti
Patrizia Cuccagna
Monica Giannini

regia Luigi Gozzi
scenografia Davide Amadei

produzione
Teatro Nuova Edizione/Teatro delle Moline