SCAMBIO DI PERSONA ALL'ITALIANA

di

Giuseppe Della Misericordia

 

Opera protetta dal Diritto d'Autore
Codice SIAE: 925232A
per contatti: gdellamisericordia@gmail.com
www.giuseppedellamisericordia.com


Personaggi:
Lucianna: impiegata
Dirigente: la dirigente di Lucianna
Stagista: la stagista dell'ufficio
Omar Allevi: ricercatore italiano
Omàr Allawi: ricercatore iracheno
Vincenzo Monfasca: imprenditore


PRIMO ATTO

La scena è un ufficio pubblico. Sui muri o sugli arredi ci sono appesi alcuni disegni orribili. Lucianna sta parlando al telefono cellulare mentre guarda distrattamente lo schermo del computer. E' seduta dietro una scrivania disordinatissima, sulla quale ci sono pile di faldoni e documenti, un telefono e un computer di un modello vecchissimo. In giro per l'ufficio ci sono due o tre sedie vuote.

LUCIANNA: (al telefono) Infatti, infatti... e questo è niente Simo! Poi mi ha detto: ti va se andiamo al ristorante? Sì, sai quello nuovo che hanno appena aperto in centro… no, quello davanti al negozio di scarpe! Appunto! Che poi hai visto quelle nuove rosse in saldo? Sì, appunto… me le ricordo! Davvero ce le hai ancora? Che anno era? Ahahah! Stavo dicendo Simo? Infatti… Quindi a fine cena sai lui cosa mi dice? Infatti… no, io una scaloppina… infatti, infatti... ma stavo dicendo Simo?
Entra la Dirigente.
LUCIANNA: (sottovoce al telefono) Ti chiamo tra un attimo!
Lucianna infila il cellulare in un astuccio che porta appeso al collo.
DIRIGENTE: E' pronto il fascicolo 121 barra 48?
LUCIANNA: Il fascicolo 121 barra 48? Ehm… sì! Cioè no! Cioè… quasi: sto finendo di compilare la certificazione europea in ottuplice copia.
DIRIGENTE: Va bene, ma non intendo chiederlo più per questo semestre!
La Dirigente esce.
Lucianna inizia a frugare disperata sulla scrivania.
LUCIANNA: 121 barra 48?! Dove cavolo l'ho messo? Qui non c'è… qui neanche…  e questo cos'è? Mah! Qui neanche...
Entra la Dirigente.
DIRIGENTE: Allora? E' pronto il fascicolo 121 barra 48?
LUCIANNA: No, io…
DIRIGENTE: Allora preparami entro un'ora un resoconto completo del mese scorso!
LUCIANNA: Resoconto di cosa?
DIRIGENTE: Tutto: traenze e sentenze, assenze e presenze, urgenze, vertenze, solvenze e insolvenze, inadempienze, congruenze, incongruenze e presidenze.
LUCIANNA: Ma oggi è venerdì...
DIRIGENTE: Giusto: allora le presidenze no.
La Dirigente esce.
LUCIANNA: Che giornata… che giornata! Me lo sentivo che dovevo rimanere in malattia! Stagistaaaa! Stagistaaa! Ma dove cavolo è andata quella adesso?!
Lucianna assesta due pugni al computer e si mette scrivere.
LUCIANNA: Che giornata! Allora... com'era? Preferenze, infiorescenze… no… utenze... no! Ah sì, era: assenze… presenze… Firenze! No… assenze, presenze…
Entra la stagista.
STAGISTA: Eccomi dottoressa!
LUCIANNA: Ma dove cavolo eri finita? E' un'ora che ti chiamo!
STAGISTA: Sono andata a fare benzina alla sua macchina dottoressa, mi ci ha mandata lei!
LUCIANNA: E dove sei andata a farla questa benzina, direttamente in Arabia Saudita?
STAGISTA: No, dottoressa, io…
LUCIANNA: Va bene, va bene: il resto?
STAGISTA: Quale resto, dottoressa?
LUCIANNA: Il resto dei soldi che ti ho dato per la benzina!
STAGISTA: Ma non me li ha ancora dati, dottoressa…
LUCIANNA: Lasciamo perdere, oggi mi manca solo di mettermi a discutere con una stagista! Piuttosto, portami entro mezz'ora il resoconto completo del mese scorso!
STAGISTA: Resoconto di cosa dottoressa?
LUCIANNA: Come di cosa? Va bene che sei una stagista, ma certe cose dovresti saperle!
STAGISTA: Mi spiace dottoressa… ma mi creda: ho tanta voglia di imparare e se lei mi dà l'opportunità...
LUCIANNA: Va bene, va bene: trovami tutte le… tutte le… tutte le… quelle cose lì: le “enze” del mese scorso.
STAGISTA: Cosa sono le “enze” dottoressa?
LUCIANNA: Ma sì… tipo le… le… dài fai uno sforzo! Le...
STAGISTA: Enze?
LUCIANNA: Sì!
STAGISTA: Ma Enza nome di persona?
LUCIANNA: No!
STAGISTA: Ah, tipo… le assenze?
LUCIANNA: Sì, e poi?
STAGISTA: Io... le presenze?
LUCIANNA: Sì! Farai carriera!
STAGISTA: A me basterebbe uno stipendio…
LUCIANNA: Cos'hai detto?
STAGISTA: Ho detto compendio, dottoressa, preparo subito un compendio di tutte le “enze” del mese scorso.
LUCIANNA: Brava!
La stagista esce indirizzando, non vista, gesti minacciosi o volgari a Lucianna.
Lucianna estrae il telefono e compone il numero. Mentre parla compila i moduli e guarda lo schermo del computer.
LUCIANNA: Eccoci! Stavo dicendo Simo? Ah sì, finita la cena, arriva il conto e lui mi dice… che tra l'altro quella che ci ha portato il conto aveva una minigonna... ma non è che se la poteva permettere! Com'era? Hai presente la Sara? Ecco, adesso immaginala con le cosce di Alessandra, il culo di Sabrina e i polpacci di Riccardo… no, intendevo Riccardo prima della dieta! Infatti, infatti… comunque, stavo dicendo Simo? Ah sì, cosa mi dice quando arriva il conto? “Dividiamo vero?” Capito?! “Dividiamo vero?” A me?! E questa sarebbe la prima uscita? Lo so! Mia nonna lo diceva sempre: gli uomini sono come i jeans: quelli che ti piacciono non ti stanno mai bene addosso...
Entra Allevi, con aria arrabbiata.
ALLEVI: Senta, io...
LUCIANNA: (ad Allevi) Sì, nell'ufficio in fondo al corridoio! (al telefono) Stavo dicendo Simo? Infatti! Io non ho battuto ciglio, sia chiaro! Vuoi dividere? Va bene! Ho pensato quasi quasi pago tutto io così vede… infatti… ma se pagavo la cena non pagavo la bolletta del gas… infatti… quindi abbiamo diviso… ma non è finita! Senti ora: usciamo dal ristorante e mi dice…
ALLEVI: Ma insomma mi faccia almeno spiegare!
LUCIANNA: (ad Allevi) Ma non vede che sono impegnata? Nell'ufficio in fondo al corridoio! Vada! Vada!
ALLEVI: Vado, vado! Complimenti per l'educazione!
Allevi esce arrabbiato.
LUCIANNA: Stavo dicendo Simo? Ah, sì, stavamo passeggiando in centro… e sai cosa mi dice? Eravamo all'altezza di quel negozio nuovo di borse, sai vicino all'estetista…  ecco… eravamo lì e lui mi dice… che poi dovevi vedere che borsetta avevano in vetrina! I manici dorati, il glitter blu sulla tasca… davvero? Non ci credo! E poi? Ahahah...
Squilla il telefono sulla scrivania.
LUCIANNA: Scusa è il telefono dell'ufficio… ma chi è che scoccia a quest'ora?!
Lucianna solleva e riaggancia subito il ricevitore.
LUCIANNA: Eccomi! Stavo dicendo Simo?
Allevi rientra più arrabbiato di prima.
ALLEVI:  Ma questa è la stanza numero cinque si o no?! Su questa lettera c'è scritto di venire qui! Qui fuori mi hanno detto di venire qui!
Lucianna con un gesto seccato indica ad Allevi di aspettare.
LUCIANNA: (al telefono) Scusa Simo, mi hanno distratta…. stavo dicendo… ah, sì, sai cosa mi ha detto? Mi fa... pronto? Simo? Simo? Adesso?! E va bene… ti racconto dopo, chiamami appena ti liberi!
Lucianna infila il cellulare nell'astuccio che tiene appeso al collo.
ALLEVI: Eccoci. Le spiego: avete fatto un errore che…
Lucianna lo ascolta distrattamente mentre scrive sul computer.
LUCIANNA: Mi sta accusando?
ALLEVI: Non lo so chi è stato e non mi interessa! Mi è arrivata questa lettera: l'indirizzo è giusto ma guardi il nome: io mi chiamo Omar Allevi, non Omar Allawi. Vede? Qui c'è la “a” e qui la “w”… Allevi-Allawi, Allawi-Allevi ha capito?
LUCIANNA: No.
ALLEVI: Allevi come il pianista, ha presente?
LUCIANNA: No.
ALLEVI: Legga: io ho richiesto il passaporto, ma qui si parla di una domanda di asilo politico…
LUCIANNA: Si spieghi meglio.
ALLEVI: Legga!
Lucianna legge distrattamente la lettera mentre guarda il computer. Allevi intanto tira fuori una boccetta dalla quale si lascia cadere alcune gocce sotto la lingua, poi respira profondamente per mantenere la calma.
LUCIANNA: Ma lei perché vuole rinunciare all'asilo politico?
ALLEVI: Asilo politico?! Ma io ho richiesto il passaporto: devo andare a New York!
LUCIANNA: Ah, allora ho capito l'equivoco!
ALLEVI: Meno male!
LUCIANNA: Se lei vuole andare a New York deve rivolgersi all'Ambasciata americana!
ALLEVI: Ambasciata americana? Un italiano che va in America richiede il passaporto in Italia, o sbaglio?
LUCIANNA: Adesso ci siamo.
ALLEVI: Finalmente!
LUCIANNA: Ma siccome lei è iracheno cambia tutto...
ALLEVI: Ma come iracheno?! Io sono italiano!
LUCIANNA: Su questa lettera c'è scritto il contrario!
ALLEVI: Appunto! Negli uffici pubblici è sempre la stessa storia!
LUCIANNA: Sempre la stessa storia, eh?
ALLEVI: Sì!
LUCIANNA: Aspetti.
Lucianna assesta un paio di pugni al computer e inizia a scrivere.
ALLEVI: Un pezzo d'antiquariato, eh?
LUCIANNA: Cosa?
ALLEVI: No, dicevo: il computer. Un pezzo d'antiquariato.
LUCIANNA: In che senso?
ALLEVI: Niente. Come non detto.
Passa qualche istante di silenzio.
ALLEVI: Trovato qualcosa?
LUCIANNA: Sempre i soliti video… vuole vedere un gattino che balla al ritmo di samba?
ALLEVI: Come un gattino che balla?! Ma non sta verificando la mia pratica?
LUCIANNA: Quale pratica?
ALLEVI: Il mio passaporto! Le ho spiegato che ho un problema!
LUCIANNA: Vuole che le racconti i miei, di problemi?
Entra Allawi, mostrando una lettera.
ALLAWI: Buongiorno, scusi se disturba…
LUCIANNA: (ad Allawi) Nell'ufficio in fondo al corridoio…
ALLAWI: Ma io…
LUCIANNA: (ad Allawi) In fondo al corridoio, vada!
ALLAWI: Va bene, grazie...
Allawi rimane qualche istante sulla porta perplesso poi esce.
LUCIANNA: (ad Allevi) Buongiorno!
ALLEVI: Come buongiorno! Le ho già detto che...
Squilla il telefono cellulare di Lucianna: risponde ignorando Allevi che durante la telefonata assume ancora le sue gocce.
LUCIANNA:  (al telefono) Simo! Stavo dicendo? Ah, sì, sì, giusto! Sai cosa mi ha detto? Mi ha guardata languidamente negli occhi e mi ha detto sottovoce: “vuoi venire su da me a bere qualcosa?” Sì, infatti… abita… ti ricordi dove abitava Marta? Che poi si è trasferita… infatti… che ora sta a Londra, ha un appartamento carinissimo che le ha trovato il cugino di Davide... no... prima che Ale andasse in Australia… sì, infatti, infatti… comunque, dài, per farla breve...
ALLEVI: Breve?!
LUCIANNA: Mi fa salire e appena siamo entrati lui… ti ricordi quel divano rosso in pelle a quattro posti che aveva Marta? Ecco, ora immaginalo verde, in finta pelle e a due posti… infatti... un altro?! E digli di aspettare! E va bene ci sentiamo dopo… ciao Simo.
Lucianna ripone il telefono nell'astuccio.
LUCIANNA: Un cliente! E' la seconda volta che mentre stiamo parlando lei riattacca per un cliente!
ALLEVI: Eh, la gente è strana…
LUCIANNA: Come si permette di parlare così delle mie amiche?
ALLEVI: No, ma io… siccome lei ha detto che…
LUCIANNA: Ma non lo vede che sono impegnata? Lei viene qui con quest'aria arrogante, mi accusa di fare errori, insulta il mio computer, insulta le mie amiche…
ALLEVI: Senta, potrebbe per favore guardare questi documenti!? Questa è la mia carta d'identità e io non…
Entra la Dirigente.
DIRIGENTE: E' pronto il verbale d'assemblea straordinaria numero di protocollo 0000002?
Lucianna le consegna una serie di fogli uno alla volta.
LUCIANNA: Pronto!
DIRIGENTE: Allegato A?
LUCIANNA: Pronto!
DIRIGENTE: Allegato B?
LUCIANNA: Pronto!
DIRIGENTE: Tabelle sinottiche?
LUCIANNA: Pronte!
DIRIGENTE: Marche da bollo?
LUCIANNA: Pronte!
La dirigente tira fuori dalla tasca un timbro e la scatoletta dell'inchiostro e timbra freneticamente e ritmicamente la serie di fogli. Alla fine si ricompone e rimette in tasca timbro e inchiostro.
DIRIGENTE: Bene! Trovami entro un'ora il nuovo indirizzo del vecchio assessore allo sport! E il vecchio indirizzo del nuovo assessore alla cultura! E l'indirizzo della seconda casa della sua prima moglie!
LUCIANNA: La moglie di chi?
DIRIGENTE: L'ex moglie dell'ex assessore naturalmente!
La Dirigente fa per uscire.
Allevi la blocca.
ALLEVI: Senta, io sono qui per un problema e lei non…
DIRIGENTE: Ha compilato il modulo R21 e allegato l'autocertificazione?
ALLEVI: Cosa? No! Io non...
DIRIGENTE: E allora come possiamo risolvere il suo problema?
ALLEVI: Se guarda un secondo questa lettera…
DIRIGENTE: Ma io sono una dirigente di terzo livello! Per parlare con me deve prendere un appuntamento!
ALLEVI: La prego: mi può dare un appuntamento per... adesso?
DIRIGENTE: Sta scherzando vero? Deve inoltrare la richiesta di appuntamento compilando il modello blu!
ALLEVI: E dove lo trovo questo modello blu?
DIRIGENTE: Chiamando il numero verde naturalmente!
La Dirigente esce.
ALLEVI: Dica la verità, questo non è un ufficio pubblico… cosa ne avete fatto dei dottori?
Lucianna si mette a scrivere ignorando Allevi che assume le sue gocce.
LUCIANNA: Il vecchio indirizzo della seconda moglie del nuovo assessore allo… no, il nuovo indirizzo della prima moglie del vecchio… no, l'ex indirizzo della nuova moglie…
ALLEVI: Senta, io…
LUCIANNA: La vecchia casa del nuovo marito… ecco, mi ha fatta confondere! E' contento?
ALLEVI: Ah, io l'ho fatta confondere?!
LUCIANNA: Stagistaaa! Stagistaaa! Dov'è andata?! Quando c'è da lavorare quella non si trova mai! D'altronde chi vuole lavorare si cerca un lavoro mica uno stage!
ALLEVI: Non credo sia proprio così...
Entra Allawi.
ALLAWI: Scusi disturbo. Dicono qui. Stanza cinque. Io appuntamento qui.
LUCIANNA: (ad Allawi) Buongiorno.
ALLEVI: Come buongiorno! Ma c'ero prima io! Risolviamo il mio problema e poi…
ALLAWI: Buongiorno. Arrivata questa lettera, dice venire qui… ma io non capisce… lei sicuramente capisce e può aiutare per favore me...
ALLEVI: Apposto, siamo.
LUCIANNA: Mi faccia vedere.
ALLAWI: Lei davvero molto gentile!
LUCIANNA: Beh, grazie…
ALLAWI: Ufficio bello, disegni belli…
Allawi indica i disegni appesi.
ALLEVI: Belli?!
LUCIANNA: Grazie! Li ho fatti io sa?
ALLAWI: Brava, molto brava…
LUCIANNA: Grazie…
ALLAWI: Interessante ricerca su forme e colori...
ALLEVI: E' arrivato Vittorio Sgarbi!
ALLAWI: Bello quello disegno… è tramonto?
LUCIANNA: No, quello è un riccio spiaccicato da un sidecar in tangenziale durante la Parigi-Dakar. Ma è solo un'opera di fantasia…
ALLAWI: Interessante…
ALLEVI: Per uno psichiatra sicuramente!
ALLAWI: E quello disegno cos'è?
ALLEVI: Sarà una rana spiaccicata da un trattore in campagna durante la raccolta delle olive taggiasche...
LUCIANNA: No, quello è un autoritratto! E comunque io scrivo anche poesie!
ALLAWI: Davvero? Vuole sentire!
ALLEVI: No, la poesia io la odio! Sentite, guardiamo i miei documenti e risolviamo l'errore, poi io me ne vado a casa e voi leggete tutte le poesie che volete!
Lucianna tira fuori una quaderno e sfoglia le pagine emozionata e indecisa su quale leggere, poi si alza in piedi sulla sedia.
LUCIANNA: Vi leggerò… questa!
ALLEVI: Appunto.
LUCIANNA: Anzi no! Leggo questa perché… anzi no, no, no: vi propongo questa... si intitola “similitudine”.
ALLAWI: Bene!
LUCIANNA: Dio che emozione! Allora leggo? Vado?
ALLEVI: Anche pregarla no, però!
ALLAWI: Legge! Legge!
LUCIANNA:
Similitudine
Gli uomini mi trattano male
come una circolare ministeriale.
ALLAWI: Bella. Profonda.
ALLAVI: Mi è venuto un magone...
LUCIANNA: Un'altra poesia?
ALLAWI: Sì!
ALLEVI: No, vi prego…
LUCIANNA: Questa è il mio ultimo lavoro: siete i primi a sentirla!
ALLAWI: Wow!
ALLEVI: Che culo!
LUCIANNA: E' senza titolo perché il titolo a volte non serve…
ALLEVI: Se non serve il titolo è perché non serve neanche il resto!
Lucianna sale in piedi sulla scrivania.
LUCIANNA:
Anche oggi mi spremono in ufficio.
Ma io sono una donna mica una dentifricio!
ALLAWI: Mi viene da piangere…
ALLEVI: A me da vomitare…
Entra la stagista.
STAGISTA: Ha trovato chi ascolta le sue scemenze!
LUCIANNA: Cos'hai detto?!
STAGISTA: Ho detto che ho trovato le “enze", dottoressa! Quasi tutte!
LUCIANNA: Bene!
ALLAWI: Cosa sono “enze”?
ALLEVI: E che ne so io… qui sono tutti matti...
LUCIANNA: Brava! Adesso ti voglio dare una grande occasione: cercami subito l'indirizzo del nuovo assessore al… alla... assessore a quella cosa che… insomma hai capito! E anche l'indirizzo del vecchio assessore a… alla... agli… e anche della moglie di… di...
STAGISTA: Sì…?
LUCIANNA: Senti, stagista, trovami tutti gli indirizzi di tutti gli assessori delle ultime tre giunte, e indirizzi di mogli, ex mogli e amanti. Case, seconde case e abusi edilizi!
STAGISTA: Vado dottoressa!
La stagista esce indirizzando i soliti gesti a Lucianna, che torna a sedersi dietro alla scrivania.
LUCIANNA: Siete ancora qui? Insomma, ditemi cosa volete: oggi è pure venerdì!
ALLEVI: Il mio passaporto!
ALLAWI: Mia lettera… non capisce problema...
Lucianna legge distrattamente la lettera di Allawi.
LUCIANNA: (ad Allawi) Cosa non capisce? Qui è tutto chiaro: può ricevere il suo passaporto signor Allevi.
ALLEVI: Come Allevi?!
Squilla il telefono cellulare di Lucianna che risponde subito.
LUCIANNA: (al telefono) Ohi Simo! No, figurati… stavo dicendo? Ah, quindi saliamo, te l'ho già detto che era al terzo piano non come Marta? Ok, sì, infatti... arrivati in casa… davvero? E com'era il colore? No, no, raccontami!
ALLEVI: Allevi? Anche lei si chiama Allevi? Che coincidenza...
ALLAWI: Allawi…
ALLEVI: Allawi? Lei si chiama Allawi?! Davvero?
ALLAWI: Non ho capito problema…
ALLEVI: E ha chiesto asilo politico?
ALLAWI: Sì, ma non ha capito...
ALLEVI: Ho capito io! Ho capito! E ho capito anche come risolvere tutto! Meno male che ci hanno dato appuntamento lo stesso giorno! Grazie! Grazie!
LUCIANNA: (al telefono) Un altro cliente? Ma la gente non ha proprio niente da fare? A dopo!
Lucianna riaggancia e infila il cellulare nella custodia appesa al collo.
Allawi indica la custodia.
ALLAWI: Bello questo… cosa è?
LUCIANNA: Ah, questo… un astuccio penico della Nuova Guinea…
ALLAWI: Cosa vuol dire astuccio penico?
LUCIANNA: Guardi che opera d'arte...
Lucianna gli passa l'astuccio.
ALLEVI: Gli uomini di alcune popolazioni vanno in giro nudi e si infilano questo sul…
Allawi lo restituisce schifato.
LUCIANNA: E' il ricordo di un viaggio… e di un amore...
ALLAWI: Molto interessante…
ALLEVI: Interessantissimo!
LUCIANNA: Grazie…
ALLEVI: (a Lucianna) Senta, per fortuna ho capito l'errore!
LUCIANNA: Errore?
ALLEVI: La svista, il refuso, il pasticcio... lo chiami come vuole!
LUCIANNA: Ma di cosa sta parlando?
ALLEVI: Come di cosa sto parlando? Ecco qui il signor Allawi!
LUCIANNA: Non la seguo…
ALLEVI: Allevi-Allawi! Io sono Allevi lui è Allawi! Ma avete scritto a lui Allevi e a me Allawi! Allawi-Allevi... no?
LUCIANNA: Ma che dice?!
ALLEVI: Signor Allawi dica qualcosa per favore…
ALLAWI: Io non capito… qui scritto passaporto… nome scritto… Allevi!
ALLEVI: Allevi appunto! Che sono io!
LUCIANNA: Un attimo.
Lucianna esce ignorandoli.
ALLEVI: Va a controllare? Boh… Ma possibile che quella lavora così?
ALLAWI: Bisogna essere gentili con persone…
ALLEVI: Con chi se lo merita, certo!
ALLAWI: Prima di giudicare io cerca di capire persona!
Allevi assume le sue gocce.
ALLAWI: Cosa è quello?
ALLEVI: Fiori di Bach… per stare calmo…
ALLAWI: Tipo camomilla?
ALLEVI: No: è caffeina!
ALLAWI: Tu prende caffeina per stare calmo?
ALLEVI: E' l'omeopatia… funziona così…
ALLAWI: E se tu ha mal di denti prende cioccolata?
ALLEVI: Ma no… è che… è un periodaccio… non dormo da settimane, mi brucia lo stomaco… i medici non sanno più che dirmi... e io non so più cosa fare… e sono un chimico! Pensi, un chimico che si cura con l'acqua fresca… a questo stadio di stress sono ridotto...
ALLAWI: Ma caffeina…
ALLEVI: Caffeina? Sa come lo hanno fatto questo? Hanno messo una parte di caffeina in 99 parti di acqua, hanno agitato, poi hanno buttato via tutto, tranne le gocce sul bicchiere. Poi hanno rimesso dentro una parte di caffè e 99 di acqua, hanno agitato e hanno buttato via. Poi, ancora, hanno rimesso dentro una parte di...
ALLAWI: Ho capito. Quante volte fatto questo?
ALLEVI: 200.
ALLAWI: 200 volte? Quindi omeopatia è come pisciare mentre fa doccia!
ALLEVI: Più o meno...
ALLAWI: Io non ha capito errore di lettera…
ALLEVI: Questi idioti hanno scambiato i nostri nomi, non so come sia possibile… Allevi con Allawi… ha capito? Hanno mandato a me la pratica per ricevere asilo politico e a lei la pratica per ricevere il passaporto!
ALLAWI: Scambiato nostri nomi? Dare a me passaporto e a lei asilo politico?
ALLEVI: Sì! Assurdo! Forse il correttore automatico... o un copia-incolla… certo, se quella lavora in questo modo…
ALLAWI: Strana cosa questa… strana situazione…
ALLEVI: E' paradossale: a me che voglio andare via dall'Italia mi vogliono far rimanere… e a lei che vuole stare qui la vogliono mandare in America!
ALLAWI: America?
ALLEVI: Posso vedere la sua lettera?
Allevi legge la lettera di Allawi.
ALLEVI: Ma lei si chiama come me? Omar?
ALLAWI: No: io chiamo Omàr! No Omar! E poi Omàr nome arabo, quindi lei chiama come me!
ALLEVI: Ma quindi lei è iracheno?
ALLAWI: Bagdad. Spero non problemi oggi… io brutta situazione…
ALLEVI: Non lo dica a me! Io devo andare a New York! E questa mi sputtana il passaporto...
ALLAWI: Cosa vuol dire sputtana?
ALLEVI: Vuol dire… rompere, sprecare, perdere… oppure parlare male di qualcuno... cose così...
ALLAWI: Ah!
ALLEVI: Lei parla italiano bene!
ALLAWI: Io lavora Università Bagdad… io faccio… ricercatore… lingua e letteratura italiana…
ALLEVI: Allora siamo colleghi! Anche io faccio il ricercatore universitario!
ALLAWI: Diamoci tu!
ALLEVI: Certo! Ma davvero a Bagdad si studia italiano?
ALLAWI: Io studia come antica letteratura araba è dentro Divina Commedia.
ALLEVI: Aspetta, stai dicendo che Dante ha copiato dagli arabi?
ALLAWI: Quasi. Tu non sapeva? Io sputtanato Dante?
ALLEVI: Ehm...
ALLAWI: A Bagdad Dipartimento Lingue: italiano, francese, spagnolo…
ALLEVI: Mi sembra incredibile…
ALLAWI: Ma tu non sa niente di Iraq?
ALLEVI: Boh, io so quello che ci fanno vedere alla televisione…
ALLAWI: E cosa fa vedere?
ALLEVI: Gente che spara per strada… e… gente che spara per strada…
ALLAWI: Niente altro?
ALLEVI: No, beh, anche gente ferita…
ALLAWI: Ah ecco. Lo so: anche io vede televisione italiana.
ALLEVI: Ma voi che fate in Iraq?
ALLAWI: Come che fa? Cose normali! Noi fa spesa, gioca a calcio, telefona ad amici... noi fa addirittura amore!
ALLEVI: Non ti seguo… la situazione quindi è tranquilla?
ALLAWI: Tu ha mai fatto amore mentre bombe cadono da cielo?
ALLEVI: No… io… una volta i vicini hanno bussato sul muro…
ALLAWI: Noi non sa neanche quanti milioni di mine antiuomo sottoterra. Tu dice situazione tranquilla?
ALLEVI: Milioni?!
ALLAWI: In Iraq più mine che gambe! Ma vita va avanti! A me piace poesia araba e poesia italiana e voglio studiare e insegnare.
ALLEVI: Io… io sinceramente credevo che voi leggeste solo il Corano!
ALLAWI: Tu suona solo mandolino?
ALLEVI: Ma cosa c'entra, io un mandolino non l'ho neanche mai visto…
ALLAWI: In Iraq inventato alfabeto!
ALLEVI: Davvero?
ALLAWI: In Iraq inventato prima legge: Codice Hammurabi.
ALLEVI: Hai capito...
ALLAWI: Università Bagdad seconda più grande di tutto mondo arabo! E tu perché va in America?
ALLEVI: Mi sono stufato: l'Università in Italia è un inferno! Qui non si può più stare…  non so da voi com'è la situazione in Università, ma qui...
ALLAWI: Da noi squadroni di morte entra in Università.
ALLEVI: Squadroni di morte?
ALLAWI: Rettore Università Bagdad: ucciso. Cento e cento di professori e studenti: uccisi. In strada, fuori da università… io preso e portato dentro cantina… picchiato me per sei giorni… vuoi sentire segno di bastone su testa?
ALLEVI: No, io…
ALLAWI: E vuoi vedere segni di corrente elettrica su testicoli?
ALLEVI: No! No! Ma davvero… io non so cosa dire… io… ma perché uccidono i professori?
ALLAWI: Uccidere intellettuali… distruggere cultura per... distruggere conoscenza. Per controllare società e controllare popolo… popolo meglio ignorante...
ALLEVI: Anche in Italia fanno così… ma senza uccidere. Questi fanno una riforma della scuola ogni anno, piazzano degli incapaci nei posti chiave, danno incarichi ad amici e parenti… e il gioco è fatto!
ALLAWI: Poi io scappato… tre giorni dentro cofano di camion… e arrivato Italia... non posso tornare Bagdad… loro vuole uccidere me!
ALLEVI: Mi spiace… vedrai che ora la risolviamo, non ti preoccupare…
ALLAWI: Quale tuo problema in Università Italia?
ALLEVI: Io… io…
Entra Lucianna con un bicchierino di carta in mano.
LUCIANNA: Volete un caffè?
ALLEVI: Come un caffè?! Ma dov'è andata, bere il caffè?! Ha risolto l'errore?
LUCIANNA: Niente caffè? Insisto.
ALLAWI: Io sì, grazie.
ALLEVI: E allora anche per me…
LUCIANNA: La macchinetta è al secondo piano.
Lucianna si siede alla scrivania.
ALLEVI: Allora niente caffè.
Lucianna sorseggia il suo caffè guardando lo schermo del computer e ignorando i due.
ALLEVI: Gattini?
LUCIANNA: Ma quali gattini! Ditemi.
ALLEVI: Ditemi? Ancora? E va bene: le diciamo! Allora… qui c'è stato uno scambio di nomi… Allevi con Allawi... e ora siamo in due a dirlo!
LUCIANNA: Ma veramente lo sta dicendo solo lei!
ALLEVI: Eh no! Ora abbiamo qui il signor Allawi che…
ALLAWI: Allevi.
ALLEVI: Come?
ALLAWI: Io sono Omar Allevi. Ho qui lettera.
ALLEVI: Ma cosa stai dicendo? Ma se prima hai pure detto Omàr?
ALLAWI: Tu Omàr! Su mia lettera scritto Omar Allevi.
LUCIANNA: Allora abbiamo risolto. Arrivederci.
ALLEVI: Risolto? No! Signora, faccia qualcosa per favore!
LUCIANNA: Dottoressa.
ALLEVI: Va bene. Dottoressa, ma lo sente?! La supplico...
LUCIANNA: Io ho da lavorare, lo vedete quante pratiche devo smaltire? Andate in fondo al corridoio, no?
ALLEVI: Ci sono stato in fondo al corridoio! Mi ci ha mandato prima! E in fondo al corridoio c'è il bagno!
ALLAWI: Questo vero!
Allevi batte i pugni e la lettera sulla scrivania.
ALLEVI: Su questa cazzo di lettera c'è scritto di venire qui!
LUCIANNA: Si calmi!
ALLAWI: Calma, per favore. Dottoressa tanto gentile… bello quello disegno cosa…?
ALLEVI: Ma lo sente?! Non parla neanche italiano! Non è italiano! Non lo capisce che non è italiano?
LUCIANNA: Mi vuole dire come fare il mio lavoro?
ALLEVI: Io parlo italiano, mi sente? Sto parlando italiano, no?
ALLAWI: Lui studia italiano a Università di Bagdad, per questo parla bene nostra lingua.
LUCIANNA: (ad Allevi) Senta, lei dove dorme?
ALLAWI: Lui dorme in casa accoglienza. Senza neanche wi fi, poverino!
ALLEVI: Ma che dici?! Io non mi arrabbio mai, ma tu non puoi...
LUCIANNA: Ecco, torni alla casa accoglienza, quando la sua pratica sarà evasa verrà richiamato. Ha portato almeno i documenti richiesti?
ALLEVI: Ma per cosa? Ma cosa sta dicendo? Senti Omàr, forse anche io al tuo posto farei così, ma non posso permetterlo, lo capisci?! Smettila!
ALLAWI: Dottoressa, posso sapere suo nome?
LUCIANNA: Lucianna.
ALLAWI: Bellissimo nome…
LUCIANNA: Grazie…
ALLEVI: Senta Luciana, io…
LUCIANNA: Lucianna! Due “n”!
ALLEVI: Ma che nome è?
ALLAWI: Io vede che davvero lei molto impegnata Lucianna… lavoro faticoso impiegato pubblico…
LUCIANNA: Finalmente qualcuno che mi capisce! Io la sera sono distrutta! Non è giusto!
ALLAWI: Tutto questo lavoro una sola persona… come possibile?
LUCIANNA: Esatto! E' proprio questo! Mi hanno dato solo una stagista!
ALLAWI: Poco, troppo poco.
ALLEVI: Sì che è poco: dovevano darle l'ergastolo, non una stagista! Smettetela con questa storia! E' ridicolo!
Entra Monfasca, mostrando una lettera.
MONFASCA: (deciso) Senta, io…
LUCIANNA: Ma non vede che sono impegnata? Vada nell'ufficio in fondo al corridoio…
MONFASCA: (minaccioso) In fondo al corridoio, eh? Va bene. Io ci vado! Va bene! Mi dite di andare? E io ci vado! Ma poi vediamo! Sono due ore che mi mandate a destra e a sinistra!
Monfasca esce.
ALLEVI: Tutto questo è assurdo!
Entra la Dirigente.
DIRIGENTE: E' già passata da questo ufficio la circolare 91bis?
LUCIANNA: No, io…
DIRIGENTE: No?! No?!
LUCIANNA: No...
DIRIGENTE: Allora verbalizziamolo!
La Dirigente estrae timbro e inchiostro e timbra alcuni fogli con il suo modo frenetico, poi si ricompone.
DIRIGENTE: Hai trovato gli indirizzi che ti ho chiesto?
LUCIANNA: Non mi fanno lavorare! Come faccio a trovare gli indirizzi?
ALLEVI: Ma veramente io...
DIRIGENTE: Guardate che chiamo la sicurezza!
ALLEVI: Mi ascolti, per favore! Io sono italiano e lui è iracheno e...
DIRIGENTE: Ah, ma allora dovete collegarvi al nostro sito e registrarvi: entro due settimane vi arriverà un codice di 12 cifre, le prime 6 sul cellulare e le altre 6 per posta raccomandata, poi con questo codice potete comodamente richiedere la password.
La Dirigente fa per uscire.
ALLEVI: La prego: questa qui sta dando un passaporto italiano a un iracheno!
DIRIGENTE: Queste cose non succedevano quando c'era “lui”…
ALLAWI: Lui? “Lui” chi?
ALLEVI: Non è possibile, non è possibile...
La Dirigente esce.
Allevi assume le sue gocce mentre Lucianna traffica qualche istante con il computer poi si rivolge ai due.
LUCIANNA: Buongiorno. Ditemi.
ALLEVI: Ancora!?
ALLAWI: Io portato documenti, dottoressa, se non disturba… uno minuto e va via… ma se disturba torna lunedì...
LUCIANNA: No! No! Cioè… ormai è qui… cosa deve fare?
ALLAWI: Passaporto.
ALLEVI: Non ci credo…
LUCIANNA: Ah, un viaggiatore.
ALLAWI: Io studia chimica. Va in America: Università italiana come inferno dantesco… quasi come ufficio pubblico… io capisce lei dottoressa Lucianna…
LUCIANNA: Eh sì, qui è un inferno! Parole sante!
Lucianna porge ad Allawi un foglio e una penna..
LUCIANNA: Se mi mette una firmettina qui...
Allawi sta per firmare, ma Allevi con una sberla lancia via la penna, poi inizia ad urlare.
ALLEVI: Basta! Basta! Adesso è davvero troppo! Cosa stai facendo? Ti rendi conto di quello che stai facendo?
ALLAWI: Tu impazzito?
LUCIANNA: Si calmi! La smetta! Attento ai miei disegni!
Allevi scaraventa oggetti e documenti giù dalla scrivania, lancia la sua sedia, ribalta l'arredamento, trova una scopa e la brandisce come arma, minacciando gli altri due.
ALLEVI: Zitta! Tu adesso stai zitta Luciana!
LUCIANNA: Lucianna!
ALLEWI: Calma, Omàr, calma…
ALLEVI: Omar! Io sono Omar Allevi! Smettila con questa pagliacciata!
Allevi assume le sue gocce, poi prima di rimetterla in tasca ci ripensa e si scola tutta la boccetta, poi la lancia via.
ALLAWI: Caffeina fa male…
ALLEVI: Caffeina? Questa è acqua! C'è più sostanza nel cervello di quella (indica Lucianna)! Dille la verità se no io… io… non lo so cosa faccio! Io...
Allevi respira profondamente, cammina avanti e indietro, non sa cosa fare.
ALLAWI (sottovoce a Lucianna): manteniamo calma, bisogna capire lui, poverino: scappa di disperazione...
LUCIANNA: Davvero?
ALLAWI: A Bagdad torturato… sei giorni…
LUCIANNA: Oh poverino…
ALLAWI: Visto segni di corrente su suoi testicoli!
LUCIANNA: Addirittura!
ALLEVI: Silenzio!
ALLAWI: Arrivato in cofano di camion… pisciato addosso per tre giorni e due notti…
LUCIANNA: Eh, ma che schifo…
ALLAWI: Sì, ma Iraq inventato alfabeto e codice di leggi Hammurabi.
ALLEVI: Silenzio! Omàr dì la verità ti prego! Ti prego!
Si sentono delle urla da fuori.
MONFASCA (da fuori): Certo, nessuno sa mai niente! Solo in Italia! Solo in Italia! Ma io mi sono rotto il cazzo!
Monfasca entra impugnando una pistola.
MONFASCA (a Lucianna): In fondo al corridoio eh! Al cesso mi hai mandato! Dovete smetterla di prendermi per il culo! Adesso tu mi ascolti! Hai capito? Mi ascolti! Se no ti sparo!
LUCIANNA: Ma è pazzo? Aiutooo!
MONFASCA: Zitta! Non gridare! Sì, sono pazzo! Pazzo! E mi avete fatto impazzire voi! Mi ha fatto impazzire questo Stato che si accanisce contro i cittadini! Mi ha fatto impazzire la vostra burocrazia inutile e ottusa come voi! Io vi…
ALLAWI: (ad Allevi) Vedi come? Lui sa fare paura, non tu...
Monfasca si rende conto che sta accadendo qualcosa di strano, si accorge che Allevi sta brandendo la scopa.
MONFASCA: (ad Allevi) Che cazzo fai tu? Metti via quella roba!
ALLEVI: Sto… stavo… il passaporto!
MONFASCA: Lavori qui?
ALLEVI: No, io…
MONFASCA (ad Allawi): E tu?
ALLAWI: No! Passaporto anche io!
ALLEVI: Ma che passaporto! Lui è un profugo iracheno!
ALLAWI: Lui è profugo!
MONFASCA: Basta! Non mi interessa!
ALLEVI: Senta, io me ne vado, davvero, non c'è problema… io non so niente, non c'entro niente...
MONFASCA: Di qui non esce nessuno! Non ci provare!
ALLEVI: Va bene, va bene!
MONFASCA: (a Lucianna) Mi è arrivata questa lettera!
LUCIANNA: La prego si calmi! Oggi è anche venerdì!
MONFASCA: Appunto! Per questo dobbiamo risolverla oggi! Leggi! Io sono Vincenzo Monfasca, qui c'è scritto Vincenzo Montasca.
ALLEVI: Ma allora è un vizio!
MONFASCA: Eh?
ALLEVI: Anche io sono qui per questo! Hanno scambiato il mio nome con il suo! Ho perso la testa e…
MONFASCA: Non me ne frega un cazzo! (a Lucianna) Come ti chiami tu?
LUCIANNA: Lucianna!
VTTORIO: Senti Luciana ora tu...
LUCIANNA: Lucianna! Due “n”!
MONFASCA: Due “n”?! Io la ammazzo! Faccio un macello! Leggi la lettera! Leggi qui! Cosa leggi?
LUCIANNA: Non spari la prego! C'è scritto: “le sarà accreditato il rimborso di euro ventimila…”
ALLAWI: Ventimila e tu non contento?
MONFASCA: Questi ventimila dateli a Montasca! Io sono Monfasca! Io ho diritto a centomila! E sono solo la metà dei soldi che la banca mi ha fottuto! Ma grazie, cari parlamentari, grazie! Noi vi eleggiamo per aiutare le banche, non noi! Certo! Ci state anche di notte, in parlamento, a votare come salvare le banche, ma le leggi per noi… quelle con calma!
ALLEVI: Ecco, appunto: calma, calma…
MONFASCA: No! Io non mi calmo! Sapete quanti mesi sono che aspetto questo rimborso? E non sapevo neanche se l'avrei avuto! Abbiamo dovuto fare un comitato di truffati, trovarci degli avvocati, capire le leggi che stavano facendo per fregarci di nuovo… sapete quante notti non ho dormito? Quante ore della mia vita ho perso per star dietro a questa cosa? E poi mi arriva questa… Montasca con la “t”: diritto di rimborso cento per cento: 20 mila euro! Hai capito adesso? Io ho diritto al cinquanta per cento!
LUCIANNA: Io…
ALLEVI: Ma perché a te il cinquanta e a l'altro il venti?
MONFASCA: Perché!? Perché hanno deciso così! Perché secondo i nostri parlamentari se io ho più soldi è perché sono più stronzo. Non è che magari sono più bravo, o forse lavoro di più degli altri… no! No! Più soldi mi sono sudato più me ne tolgono! Se la banca ti ha fregato poco ti ridanno tutto, ma se ti ha fregato tanto ti ridanno il meno possibile! Assurdo no? Ma è la legge! Ora tu risolvi l'errore! E in fretta! Perché oggi pomeriggio ci sarà un Montasca a cui è arrivato il mio rimborso, che incasserà i miei soldi. E poi dopo chi la risolve? Sempre voi? No! No! Sistemiamo tutto adesso! Altrimenti ti ammazzo e poi mi ammazzo! Perché non ce la faccio più! Faccio una strage!
LUCIANNA: Ma io non so cosa fare! Io sono solo un'impiegata… qui c'è scritto il mio nome solo perché la pratica è passata da questo ufficio, ma io non...
MONFASCA: Ma certo, tu non c'entri! Non c'entra mai nessuno! Nessuno sa mai niente! Va bene, tu sai non niente, ma qui c'è scritto anche il nome di un funzionario!
LUCIANNA: Chi è?
MONFASCA: Michele Lagi.
LUCIANNA: Laghi.
MONFASCA: Come?
LUCIANNA: Michele Laghi, non Lagi: c'è la “h”. Saprò come si scrive il cognome di mio cugino, no?
MONFASCA: Ma qui c'è scritto Lagi!
ALLEVI: Questi non sanno scrivere i loro nomi, figuriamoci i nostri…
MONFASCA: Chiamalo!
LUCIANNA: Di venerdì?
MONFASCA: Io ti ammazzo!
LUCIANNA: Va bene, va bene! La prego non mi faccia niente!
Lucianna compone il numero.
ALLEVI: Senti, metti via quella pistola, per favore… potrebbe succedere un incidente…
ALLAWI: Quella è pistola? Volete vedere foto di squadroni di morte a Bagdad? (estrae il cellulare)
MONFASCA: (ad Allawi) Ma tu di dove sei?
ALLAWI: Italiano!
ALLEVI: E' iracheno!
MONFASCA: Sì, va bene, italiano…
Lucianna riaggancia il telefono.
MONFASCA: Allora?
LUCIANNA: E' occupato…
MONFASCA: Aspettiamo.
ALLEVI: Magari poi col funzionario risolviamo anche il mio passaporto!
MONFASCA: Non ci provare! Questa non riesce a fare una cosa per volta, figuriamoci due!
ALLAWI: Io non ho capito storia di banca…
ALLEVI: Ci credo, è iracheno!
LUCIANNA: Ma lei è davvero iracheno signor Allevi?
ALLEVI: Lui è Allawi! Allevi sono io!
ALLAWI: Io disperato! Lucianna, per favore, lei così gentile… perdona, perdona…
ALLEVI: L'hai ammesso finalmente! La farsa è finita!
LUCIANNA: Poverino… ma in fondo lo avevo capito!
ALLEVI: Non capisco se voi due ci fate o ci siete!
MONFASCA: Ce le avete le banche in Iraq?
ALLAWI: Bagdad record mondiale di rapine in banca: entrano con kalashnikov e rubano soldi… oppure portano via direttore… tante volte fatto… e chiede milioni di dollari a banca… e banca dare soldi!
ALLEVI: Più me lo descrivi questo Iraq, più mi chiedo perché te ne voglia andare...
MONFASCA: Qui è diverso. Qui le banche se le mangiano dall'interno, e con le banche si mangiano anche i nostri soldi… quei ladri mi hanno convinto ad investire in titoli che sapevano sarebbero falliti!
ALLAWI: Non ha capito. Banca dice: compra questo che guadagni, poi tu compra e giorno dopo banca non ha soldi?
MONFASCA: Sì, più o meno…
ALLAWI: Quanto tu ha dato a banca?
MONFASCA: 200 mila euro.
ALAWI: Tu ha 200 mila euro e tu fida di banca? Loro ladri, ma tu davvero… come dice in italiano?
LUCIANNA: Si dice coglio...
MONFASCA: Va bene, abbiamo capito!
ALLAWI: Tu sputtanato soldi! Giusto sputtanato?
MONFASCA: Ma dove l'hai imparato l'italiano tu?
ALLEVI: Lo so io dove l'ha imparato! Ma non c'è qualcuno della banca che ne risponde?
MONFASCA: Qualcuno della banca? Puah! Lo volete sapete che fine ha fatto l'amministratore delegato della mia banca? Suicidato. Si è sparato in bocca, poi ha infilato la pistola nel cassetto del comodino, l'ha chiuso e si è disteso sul letto. Indagine chiusa. Suicidio. E il responsabile della comunicazione? Suicidato anche lui. Si è lanciato dal sesto piano. La telecamera dell'albergo dove si era nascosto lo ha filmato schiantarsi sulla strada… e due minuti dopo è atterrato il suo cellulare... misteri della forza di gravità… indagine chiusa. Suicidio.
ALLAWI: E' questa democrazia che esportate in Iraq?
MONFASCA: Gliela do io la democrazia a questi! Luciana muoviti, telefona a 'sto funzionario!
LUCIANNA: Lucianna! Io mi chiamo Lucianna!

FINE PRIMO ATTO


SECONDO ATTO

LUCIANNA: E' libero! (al telefono) Ehm… Giorgio, sono Lucianna! Eh sì… si… ieri sera? Malissimo!
ALLEVI: No, ancora!
MONFASCA: Basta!
LUCIANNA: (al telefono) Senti te lo racconto dopo… e la zia come sta? Lo sapevo! Quella donna ha una grinta…  
MONFASCA: Allora!
LUCIANNA: (al telefono) Senti cugino, ti devo chiedere una cosa… ma no: figurati! No: te l'ho promesso: non te lo chiedo più di uscire con la Simo! E' una cosa... ehm… di lavoro… sì, lo so che è venerdì, ma…  ah era meglio la Simo? Scusami tanto, davvero, ma cosa credi che non sia venerdì anche per me? E' causa di forza maggiore… grazie… allora, ti spiego: tutto è cominciato con un iracheno che…
MONFASCA: Ma che iracheno! Invece di Monfasca avete scritto Montasca!
LUCIANNA: (al telefono) Montasca!
MONFASCA: No! Non c'è la “t”!
LUCIANNA: (al telefono) Senza la “t”! Come? Non lo so, chiedo… (a Monfasca) Monasca è un cognome iracheno?
ALLAWI: No!
ALLEVI: In mano a lei potrebbe diventarlo...
MONFASCA: Monfasca Vincenzo!
LUCIANNA: (al telefono) Allora… Vincenzo… no, non Lorenzo! Con la “v”… “v” come… come… Las Vegas! Ma senza la “L” di Las… hai capito? Sì, solo la “V” di Las Vegas, hai scritto? Pratica numero…
MONFASCA: 1426!
LUCIANNA: (al telefono) 1426! Sì, non lo so, chiedo… (a Monfasca) come la scoperta dell'America?
ALLEVI: Sarebbe da filmare e mettere su youtube!
MONFASCA: Il mio conto è 1426! Capito?
LUCIANNA: (al telefono) Allora, ricominciamo: la scoperta dell'America credo che sia nell'anno…
MONFASCA: Basta!
LUCIANNA: (al telefono) Senti, mi distraggono! Allora, ho qui il signor… Colombo...
Monfasca le strappa il telefono.
MONFASCA: (al telefono) Ascoltami! Pratica 1426! Uno quattro due sei! Hai capito? No, aspettiamo qui! Sono uno che si è incazzato! Sì! Certo che aspetto! Va bene!
Monfasca riaggancia.
MONFASCA: Aspettiamo! Non me ne frega più niente! Aspettiamo.
ALLEVI: (a Monfasca) Tu che lavoro fa?
MONFASCA: Perché?
ALLEVI: No, io… io sono un chimico. Ricercatore universitario… a meno che non vinca il Premio Nobel dubito che avrò mai duecentomila euro da investire…
ALLAWI: Poverino!
ALLEVI: Prendi pure per il culo, eh?
ALLAWI: Scherzo! Scherzo!
ALLEVI:  Tu hai i tuoi problemi e io i miei: non è una gara. A me le banche non danno il mutuo perché ho sempre contratti a progetto! Per me è un problema, va bene? E grosso anche! Neanche il prestito per la macchina mi hanno concesso! Ho dovuto chiedere i soldi ai miei! A me le banche i soldi non li danno perché non ne ho, e a lui che li ha glieli fottono! Sapete quanto guadagna un ricercatore negli Stati Uniti? Sapete con che rispetto lo trattano, che apparecchiature gli mettono a disposizione? Qui in Italia ormai nessuno investe più sulla ricerca, nessuno ha più soldi, nel pubblico e nel privato… e dove andrà un paese che si accontenta di quello che ha? Che non vuole scoprire cose nuove, che non vuole studiare, migliorare?
MONFASCA: Accontentarsi? Io mi faccio un culo così! Lavoro 14 ore al giorno, non esistono feste né domeniche…
ALLEWI: Tu fa soldato in guerra?
MONFASCA: La guerra la faccio in Italia: io faccio l'imprenditore… la categoria su cui lo Stato si accanisce di più!
ALLEVI: Dopo i ricercatori!
LUCIANNA: Dopo gli statali!
ALLAWI: Dopo rifugiati politici!
STAGISTA (da fuori): Dopo gli stagisti!
MONFASCA: (ad Allevi) Tu sei un ricercatore e te ne vai! Bravo! E poi ti lamenti che qui non si fa ricerca! Bravo! Se se ne vanno i ricercatori chi la deve fare la ricerca? Questi qui? (indica Lucianna)
ALLEVI: Ma cosa posso fare? Che potere ho io? Io voglio solo fare il mio lavoro, farmi una famiglia… comprare una casa… se qui non me lo permettono me ne vado! Per voi imprenditori sarà diverso, io no lo so...
MONFASCA: Diverso?! Potrei andarmene anche io cosa credi? Mi apro un bar in America Latina e sono apposto… e poi, che facciamo? (indica Allawi) L'Italia la lasciamo a loro? Ormai qui è terra di nessuno, viene chi vuole… con la sua cultura, il suo cibo, la sua lingua… tra un po' l'italiano verrà dimenticato...
ALLAWI: Noi inventato alfabeto! Dì grazie a me se puoi usare parole per insultarmi!
MONFASCA: Mio nonno ha fondato l'azienda… che facciamo, distruggo un pezzo di storia della mia famiglia per questi quattro ladri? Lo sapete quante aziende al giorno chiudono in Italia? E poi uno non deve prendere la pistola!
ALLEVI: Che azienda hai?
MONFASCA: Pasta! Produciamo pasta italiana! E dopo cinquant'anni questi ce la stanno mettendo tutta per farci chiudere... possono chiedermi più tasse di quello che guadagno? Vi sembra normale?
ALLEVI: Beh almeno tu guadagni…
MONFASCA: Io dò lavoro a venti persone! Ma questo non conta, certo… questo non conta!
Squilla il telefono. Monfasca si precipita a rispondere.
MONFASCA: Pronto? Sì. No, dica a me! Lucianna è qui! Dica a me! Sì. E quindi?! Ma vattene a fan...
Monfasca riaggancia.
MONFASCA: Va bene, facciamo anche questo! Io faccio un casino! Un casino!
LUCIANNA: Cosa ha detto?
MONFASCA: Ha detto di chiamare il dirigente di secondo livello...
LUCIANNA: Il dirigente di secondo livello?! No! Non posso! No! Il dirigente di secondo livello no!
Lucianna sta per crollare emotivamente.
MONFASCA. Tu invece lo chiami eccome! Perché se non lo fai io ti…
Squilla il telefono cellulare di Lucianna. Dopo qualche istante Lucianna supplica Monfasca.
LUCIANNA: La prego, posso rispondere? E' una cosa importante...
MONFASCA: E rispondi!
ALLAWI: Tu buono, in fondo!
LUCIANNA: (al telefono) Simo! No, devo raccontartelo in fretta! Dove eravamo arrivate? Ah sì, a casa sua... praticamente neanche il tempo di entrare che lui… mi salta subito addosso… sì, sul tavolo della cucina!
MONFASCA: Ma che stai dicendo?!
LUCIANNA: (al telefono) Sì, ci sa fare, ma il punto è: cosa mi dice dopo?
MONFASCA: Smettila!
Monfasca cerca di prenderle il telefono.
LUCIANNA: (al telefono) “Non mi voglio impegnare”! Hai capito?! “Non mi voglio impegnare”!  A me!
ALLEVI: Strano...
LUCIANNA: (al telefono) Ma perché tutti io?! E perché me lo dicono sempre dopo e mai prima?! Ti ricordi in prima media… come si chiamava quello biondo di seconda F?
Monfasca le strappa il telefono e lo lancia per terra.
MONFASCA: Basta! Basta! Adesso telefoni a 'sto dirigente di secondo livello o ti ammazzo! Hai capito?! Hai capito?
Lucianna ha una crisi isterica. Scoppia a piangere.
LUCIANNA: No! Di venerdì non posso! Non posso! In questo ufficio arrivano solo problemi! Non è giusto! Non ce la faccio più! Ma non vi rendete conto che tutto questo è assurdo? Dovrebbero essere tre uffici diversi: l'asilo politico, il passaporto e il rimborso! No?! No?!
MONFASCA: Ma infatti, io…
LUCIANNA: Cos'è la mia scrivania, lo scarico del cesso di tutti gli altri uffici? Perché ve la prendete tutti con me? Venite qui solo per lamentarvi, per insultare, nessuno ha mai una parola gentile, nessuno mi chiede mai come sto...
ALLAWI: Non fa così Lucianna, io stato gentile…
LUCIANNA: Sei stato l'unico della mia carriera!
ALLEVI: Ci credo lui è un paraculo!
ALLAWI: No! Io solo rispetta persone...
LUCIANNA: Perché non trovo un uomo? Perché trovo sempre gli stessi stronzi che mi portano a letto e poi scappano? Cosa devo fare, cospargermi le cosce di colla a presa rapida?
ALLEVI: Che brutta immagine...
ALLAWI: Prima o poi tu trova…
LUCIANNA: (ad Allawi) Vuoi uscire con me?
ALLAWI: Se io non fidanzato, io subito!
LUCIANNA: (a Monfasca) E tu?
MONFASCA: Io sono sposato! Ho due figli!
ALLEVI: Io sto per partire… niente legami… una vita precaria...
LUCIANNA: Ma chi te lo ha chiesto?! Nessuno! Nessuno! Nessuno mi vuole! E allora io vi ammazzo tutti!
Lucianna inaspettatamente salta addosso a Monfasca. Dopo una breve lotta riesce a impossessarsi della pistola e tiene tutti sotto minaccia.
LUCIANNA: Io vi ammazzo! Vi ammazzo uno alla volta! Voi uomini siete tutti dei bastardi!
MONFASCA: Calma… no.. no…
ALLEVI: No! Abbassa quella pistola, no!
ALLAWI: (a Monfasca) In Iraq abbiamo proverbio: se porti in giro pistola meglio che sei tu a usare.
LUCIANNA: Sì, vi sparo! Così si spargerà la voce e i prossimi che verranno qui saranno più educati…
ALLEVI: Ma non c'è bisogno, lo diciamo noi in giro di essere educati…
MONFASCA: infatti…
ALLAWI: Sì!
LUCIANNA: E il prossimo con il quale uscirò non avrà il coraggio di dirmi: “dividiamo?” No, no di certo! “Dividiamo?” A me?! Vi divido io!
ALLAWI: Per favore: uccidere non è mai soluzione!
LUCIANNA: Forse hai ragione: se vi ammazzo non cambia niente, in fondo… voi che influenza avete sulla mia vita? Cosa c'entrate voi con la mia vita? Voi chi siete?
ALLEVI: Nessuno! Ci siamo conosciuti un'ora fa…
MONFASCA: Io sono arrivato per ultimo...
ALLAWI: Io neanche italiano…
LUCIANNA: Allora mi ammazzo io! Certo! Mi ammazzo! Ecco la soluzione!
Lucianna punta la pistola verso se stessa.
ALLAWI: No! No! Vita bella! Credimi me: sei giorni torturato! Vita bella! Devi difendere tua vita!
MONFASCA: Sei giorni?
ALLEVI: Sì, ma loro hanno inventato l'alfabeto…
LUCIANNA: Me ne frego di te! Io mi ammazzo! La faccio finita!
Entra la stagista.
STAGISTA: Magari!
LUCIANNA: Cosa hai detto?!
STAGISTA: Ho detto non si spari, dottoressa, non si spari! Ecco gli indirizzi!
LUCIANNA: Non è vero! Hai detto “magari”! Hai detto “magari”!
Lucianna punta la pistola verso la stagista.
STAGISTA: Ho detto non si spari, dottoressa!
LUCIANNA: Hai detto magari! Ti ho sentita! Lo fai sempre! Sempre! Credi che non me ne sia mai accorta?! Credi che sia così cretina?!
ALLEVI: Ah, ma allora ci fa! Ho capito!
STAGISTA: Non mi spari, dottoressa: non ho ancora ricevuto i buoni pasto del mese scorso! Ho due lauree, tre master e questo è il mio quarto stage: praticamente non ho ancora iniziato a vivere!
LUCIANNA: Spararti? A te?! Ma tu sei solo una stagista!
ALLEVI: Luciana fai un respiro profondo…
LUCIANNA: Lucianna!
ALLEVI: Sì, scusa, Lucianna! Lucianna!
LUCIANNA: In fondo è solo una stagista… non è lei il problema.
STAGISTA: Infatti!
MONFASCA: Dammi la pistola, dài...
LUCIANNA: Il problema è quell'altra! Ecco: ammazzo lei! Così impara! La odio! La odio!
ALLAWI: Chi odi?
LUCIANNA: Lei! La mia dirigente! La nazista! Quella mi fa impazzire!
MONFASCA: Calma...
LUCIANNA: Io non lo volevo neanche fare questo lavoro! Io lo odio questo lavoro! Lo sapete cosa è la mia vita? Tutte le mattine entro in questo ufficio alla stessa ora e esco alla stessa ora… per sempre… infelicità a tempo indeterminato… voi almeno cercate di migliorare le vostre vite: viaggi, fughe, scoperte, aziende, rischi, investimenti, pistole…. e io? Qui! Io che sono un'artista!
ALLAWI: Tu bravissima poetessa… (ad Allevi) vero?
ALLEVI: Ehm… sì, infatti!
ALLAWI: (a Monfasca) Ma tu non conosce… vero che tu vuoi sentire poesie di dottoressa Lucianna?
MONFASCA: Ehm…
ALLEVI: Sì, sì…
MONFASCA: Dove sono queste poesie?
LUCIANNA: Davvero volete sentirne altre?
TUTTI: Sì!
STAGISTA: Dottoressa, non c'è più nessuna ricerca da fare? La prego! Mi mandi da qualche parte!
LUCIANNA: Zitta e ascolta, stagista. Ehm…. allora… vi leggerò… ecco! Sì. Questa è dedicata a lei…lei.
MONFASCA: Abbiamo capito! Lei!
LUCIANNA: Vado?
ALLEVI: E vai!
LUCIANNA: E' senza titolo perché a volte…
ALLEVI: Non serve, sì. Lo sappiamo!
LUCIANNA:
la mia dirigente questa settimana
è stata una grandissima... impertinente
ALLAWI: Brava, profonda!
MONFASCA: Ehm… davvero… inaspettata...
ALLEVI: Che poetessa…
LUCIANNA: Un'altra?
Lucianna li minaccia con la pistola quasi senza accorgersene.
MONFASCA: Ehm… certo, praticamente oggi sono venuto apposta!
ALLAWI: Io venuto da Bagdad!
LUCIANNA: Questa si intitola “viaggio interiore”. Vi piace come titolo?
Tutti si guardano in silenzio.
LUCIANNA: Bene, dicevo… viaggio interiore:
mi porta per il mondo il mio computer
se avesse le ruote sarebbe uno scooter
ALLEVI: Non ci avevo mai pensato!
ALLAWI: Rima interessante… finito Dante Alighieri io studia tue poesie…
LUCIANNA: E ora concludo il mio reading con questa:
ALLEVI: Speriamo!
LUCIANNA:
Se si aspettano che lavoro male
io davvero poi lavoro male
e oggi mi fa male
anche la cervicale
MONFASCA: Brava!
Monfasca inizia ad applaudire seguito da tutti.
ALLAWI: Brava!
ALLEVI: Brava!
STAGISTA: Basta! Ehm.. Brava!
ALLAWI: Lucianna ragione: noi comporta come gli altri aspettano da noi… se tratta noi bene noi fa bene, se trattano noi male noi fa male…
LUCIANNA: E' così!
MONFASCA: Ehm… Lucianna, tra noi c'è stata qualche piccola incomprensione, lo so…
LUCIANNA: Qualche…
Monfasca riesce a prendere lentamente la pistola.
MONFASCA. Comunque io penso che tu sia davvero brava, ma è evidente che non ti mettono in condizione di lavorare bene…
LUCIANNA: E' evidente!
MONFASCA: Se solo fosse tutto diverso…
LUCIANNA: Tutto...
MONFASCA: Ti rifilano un computer vecchissimo…
LUCIANNA: Vecchissimo...
MONFASCA: Tutte queste pratiche…
LUCIANNA: Troppe...
MONFASCA: Solo una stagista...
LUCIANNA: Una..
MONFASCA: E poi ti riempiono l'ufficio con questi disegni di mer…
ALLAWI: Disegni di Lucianna bellissimi!
ALLEVI: Di mer… avigliosa fattura…
MONFASCA: Ah sono i suoi? Questo ufficio non valorizza i disegni, quello che dicevo!
STAGISTA: E poi sono io…
MONFASCA: Ci vorrebbero più finestre, altre luci… io metterei due faretti lì, uno specchio qui...
LUCIANNA: L'ho sempre detto! Ma nessuno qui capisce l'arte! In questo posto pensano solo a lavorare!
ALLEVI: Assurdo!
MONFASCA: Secondo me, Lucianna, se ti lasciano lavorare in pace, lasciandoti fare a tuo modo, in un minuto risolvi il mio problema e poi siamo tutti tranquilli…
STAGISTA: Questa non me la perdo!
LUCIANNA: Risolvere un problema?! Io!? Ma non so se…
MONFASCA: Sono sicuro che sei bravissima!
ALLAWI: Bravissima, sì!
ALLEVI: La più brava, davvero! Roba da impiegata dell'anno!
ALLAWI: Non esagera...
LUCIANNA: Ma… il dirigente di secondo livello… io non… di venerdì poi...
MONFASCA: Vedrai che sarai così brava da stupire tutti! Poi si spargerà la voce e la gente verrà qui educatamente e ti riempirà di complimenti!
LUCIANNA: Dici?
ALLEVI: Certo! E' così che funziona…
STAGISTA: Sicuro!
LUCIANNA: Io che risolvo un problema… ci scriverò una poesia…
ALLEVI: Anche un disegno mi raccomando!
Lucianna compone il numero.
LUCIANNA: (al telefono) Ciao sono Lucianna… sì bene, tu? Ah davvero? Non ci credo! Sì… sì… e poi? Cavolo! Questa sì che è una notizia! (a Monfasca) Tra sei mesi si sposa…
MONFASCA: Ma chi?
LUCIANNA: (al telefono) Ma certo! Non posso mancare! Io l'ho sempre detto! Le porta la colazione a letto, le regala i fiori, non dimentica un compleanno! Ma dove li vendono?
MONFASCA: Allora?!
ALLEVI: Non so se ne usciremo…
ALLAWI: Dottoressa Lucianna donna molto sola...  
LUCIANNA: (al telefono) Senti ne parliamo dopo… ehm… devo chiederti una cosa, ma… ehm... lui c'è? Sì, lo so che è venerdì, hai ragione… ma è una questione importante! Lo so, lo so… ah… (a Monfasca) è andato a bere il caffè…
MONFASCA: Da quanto?!
LUCIANNA: (al telefono) Da quanto? Ah, va bene… grazie ciao…
Lucianna riaggancia.
MONFASCA: Allora?
LUCIANNA: Allora niente, è andato a bere il caffè…
MONFASCA: Sì, ma da quanto?
LUCIANNA: Da 3 ore e mezza. Quando torna mi fa chiamare.
MONFASCA: Aspettiamo.
LUCIANNA: Stagista, 4 caffè.
STAGISTA: Certo, dottoressa.
MONFASCA: Io decaffeinato! E' meglio!
LUCIANNA: Allora 5 caffè, stagista!
ALLEVI: Come? Ma per chi sono i 4 caffè?
LUCIANNA: Per me. 5 con Montasca.
MONFASCA: Monfasca!
ALLEWI: Anche io beve!
ALLEVI: Anche io un caffè! Macchiato! Quindi sono 8 no?
LUCIANNA: Non siete al bar! Andatevelo a prendere! Lei è la mia stagista!
MONFASCA: Basta! Di qui non esce nessuno! Io l'ho detto che faccio un casino!
Monfasca cerca di chiudere la porta.
MONFASCA: Ma dov'è la chiave?
LUCIANNA: Non c'è! Dove crede di essere in un bagno?
Entra la Dirigente, che travolge Monfasca per passare.
DIRIGENTE: Dove sono i documenti che ti ho chiesto?
LUCIANNA: Io… non… io…
DIRIGENTE: Non hai svolto il tuo lavoro?
LUCIANNA: Io non ho potuto! Io… loro...
ALLAWI: Lucianna no colpa!
MONFASCA: Ma non vedi cosa sta succedendo? Mettiti lì contro il muro e stai zitta! Zitta o ti sparo!
LUCIANNA: (sottovoce a Monfasca) Sparale alle gambe, a finirla ci penso io!
DIRIGENTE: Ma lei ha compilato il modulo per introdurre qui le armi?
LUCIANNA: Mi hanno sequestrata!
DIRIGENTE: Per il protocollo sequestri bisogna attivare la procedura come da decreto ministeriale 12980. Dove sono i moduli? I moduli!
MONFASCA: Ma sei pazza?! Stai zitta!
ALLEVI: Se non lo vedessi con i miei occhi non ci crederei…
ALLAWI: Se in Iraq usa modulo per ogni rapimento foresta amazzonica distrutta in un mese.
Monfasca trascina lontano dalla scrivania la Dirigente.
MONFASCA: Basta! Tu mettiti lì!
DIRIGENTE: Perché? Cosa vuoi farmi? Vuoi abusare di me, vero? E' per questo che siete qui? E poi anche loro due, a turno, vero? E poi tutti insieme, vero? Per giorni e giorni, vero? Maledetti maniaci...
MONFASCA: Stai zitta! Devo solo aspettare una telefonata dal dirigente, poi ti lascio andare!
DIRIGENTE: Dirigente?! Quale dirigente?!
LUCIANNA: Ehm… il dirigente di secondo livello… ma io…
DIRIGENTE: Il dirigente di secondo livello?! Avete inoltrato la richiesta tramite posta certificata?
ALLEVI: Se non le spari tu lo faccio io!
LUCIANNA: Ehm… no, ma…
DIRIGENTE: Hai chiamato senza seguire la procedura?! E gli hai parlato?!
LUCIANNA: No, io…
ALLEVI: Casualmente era a bere il caffè…
DIRIGENTE: Ah. Beve il caffè, lui. E da quanto?
LUCIANNA: Tre ore e mezza…
DIRIGENTE: Ah. E perché lo hai chiamato?
LUCIANNA:  Ehm... per risolvere un problema di lavoro!
DIRIGENTE: Risolvere un problema di lavoro?! Ti hanno drogata?!
ALLEVI: No, lei è così di suo...
LUCIANNA: No! Io… io… io posso essere brava a fare il mio lavoro, ecco! Se qualcuno crede in me, io…
DIRIGENTE: Senza posta certificata? Non riesco a crederci, tutto questo è inaccettabile! Pistole, rapimenti, soluzioni… se non seguiamo le procedure dove andrà a finire questa povera Italia?
MONFASCA: Ma che stai dicendo? Mettiti lì e stai zitta!
DIRIGENTE: Eccola la mentalità degli italiani, bravo, davvero bravo: il problema me lo risolvo da solo, con la violenza o con le conoscenze! Le regole ci sono, ma se ognuno fa di testa sua dove andremo a finire! Sapete come si chiama questa? Questa  si chiama anarchia! Se tutti seguissero le regole l'Italia andrebbe una meraviglia! Ma no! No! Qui si fa la gara a chi è più furbo! A chi frega per primo, a chi aggira la legge! Eccola l'Italia che avete voluto! Lei che non vuole lavorare, lui che viene da fuori e vuole comandare, lei che con la scusa dello stage se ne va in giro dalla mattina alla sera, tu che mi minacci, e questo qui… vestito di merda! Ma quando c'era “lui” queste cose non succedevano!
MONFASCA: Ma che sta dicendo? Lui?!
DIRIGENTE: (ad Allawi) Tu vuoi integrarti e seguire le nostre regole?
ALLAWI: Se date asilo politico io segue anche regole di monopoli, va bene tutto!
Squilla il telefono.
MONFASCA: Basta! Zitti tutti!
LUCIANNA: (al telefono) Pronto? Ciao! Grazie, certo passamelo! (a Monfasca, solenne) Il dirigente di secondo livello è tornato dalla pausa caffè.
MONFASCA: Vogliamo fargli un applauso?
DIRIGENTE: Pausa caffè, puah!
LUCIANNA: (al telefono) Ciao zio sono Lucianna!
MONFASCA: Zio?!
ALLEVI: Ora capisco molte cose…
ALLAWI: Quello cugino, questo zio… ma così pochi abitanti Italia?
DIRETTRICE: Chiedigli dov'era a far la pausa caffè!
MONFASCA: E stai zitta!
LUCIANNA: (al telefono) Sì zio, sì, lo so che è venerdì… ma ho un problema da risolvere… no, non quello: stavolta il tuo amico ginecologo non può fare niente! Devo risolvere l'errore di una pratica che… no! Non mi sono drogata!
DIRIGENTE: Dov'era a far la pausa caffè?!
LUCIANNA: (al telefono) Va bene… grazie… sei lo zio migliore del mondo!
MONFASCA: Allora?
LUCIANNA: E' andato a verificare…
MONFASCA: Ma cosa? Non sa neanche di cosa stavi parlando!
LUCIANNA: Eh, ma non me l'ha chiesto!
MONFASCA: Va bene, manteniamo la calma.
DIRIGENTE: Pausa caffè… certo! Pausa caffè, lui!
MONFASCA: Io vorrei sapere dove è andato questo adesso…
LUCIANNA: (al telefono) Pronto? Ah, capisco… (a Monfasca) lo zio dice che se non sa che pratica è, come fa a trovarla?
MONFASCA: Voi siete pazzi! Pazzi! Numero di pratica 1426! 1426! Pazzi!
ALLAWI: Queste cose in Iraq non succede!
MONFASCA: E come fanno in Iraq?
ALLAWI: Spara e basta, non telefona.
LUCIANNA: (al telefono) Pratica 1426! Ah… ho capito… sì… sì... (a Monfasca) le pratiche di sua competenza arrivano fino al numero 1000, dal 2000 al 3000 bisogna rivolgersi al dirigente di primo livello.
MONFASCA: Ma quanti dirigenti ci sono in questo ufficio?
LUCIANNA: Tutti tranne me… vi sembra giusto?
ALLEVI: Che questi sono dirigenti? Noooo!
MONFASCA: Chiamiamo l'altro dirigente!
LUCIANNA: (al telefono) Senti zio, ma per parlare con il dirigente di primo livello… ah… (a Monfasca) riunione sindacale… (al telefono) va bene… certo, lo chiamo lunedì…
MONFASCA: Stiamo qui fino a lunedì! Non me ne frega un cazzo!
DIRIGENTE: Passami il dirigente di secondo livello! Passamelo!
LUCIANNA: (al telefono) Ciao zio, ti saluto perché…
DIRIGENTE: Ho detto passamelo! E' un ordine!
LUCIANNA: (alla Dirigente) Un ordine? Un ordine? Io mi licenzio! Cambio vita! Va bene? Ecco!
Lucianna tira fuori il suo cartellino e lo fa a pezzi.
LUCIANNA: Ecco la fine che merita il mio cartellino! Non timbrerò mai più! Nessuno mi darà mai più ordini! Non entrerò mai più in questo ufficio!
DIRIGENTE: Stai scherzando vero?
LUCIANNA: No!
DIRIGENTE: Ma non è questa la procedura per le dimissioni!
LUCIANNA: Io con la procedura mi ci pulisco… la scrivania!
DIRIGENTE: Passamelo!
LUCIANNA: No! (a Monfasca) Sparale! Sparale!
MONFASCA: (alla Dirigente) Ma ti sembra il momento?! Sei in ostaggio, qui non fa un cazzo nessuno, e stai a pensare a quello che fa la pausa caffè…
DIRIGENTE: Passamelo!
LUCIANNA: (al telefono): Sì, mi sono licenziata! Cambio vita!
La Dirigente prende il telefono con la forza.
DIRIGENTE: (al telefono) Adesso tu mi dici dov'eri! Sono io! Sì, io! Tre ore di pausa caffè, eh? Come no, pausa caffè! Tanto lo so! Eri con quella puttanella dell'Archivio di Stato, vero? Io lo so che la vedi ancora, va bene? Lo so! Cos'hai detto? A me?! Stavolta la pagate tutti e due!
ALLAWI: Dirigente secondo livello sputtanato!
La dirigente si lancia contro Monfasca per prendere la pistola e ne nasce una colluttazione generale.
DIRIGENTE: Molla la pistola! Io li ammazzo tutti e due! Li ammazzo!
ALLEVI: Ma quanto è forte questa?!
Infine la Dirigente esegue alcune tecniche di arti marziali stendendo i tre uomini e prende la pistola.
DIRIGENTE: Io quello lo ammazzo! Stavolta me le paga tutte! Tutte!
ALLAWI: Io scappato da guerra civile! Dove deve andare per stare in pace?
La dirigente non sa come tenere la pistola, terrorizza tutti.
MONFASCA: Piano, piano, calma…
ALLEVI: Oh, oh, giù quella pistola…
ALLAWI: Ma non si può uccidere così persona...
DIRIGENTE: Non dirmi cosa posso o non posso fare! Io sono una dirigente e tu sei uno straniero!
STAGISTA: Un attimo! Ci vuole il modulo per portare le armi in ufficio!
La Dirigente esita.
MONFASCA: E' vero! Questo è il momento di dare il buon esempio… dove andrà a finire l'Italia se ognuno si inventa le regole? Se non si seguono le procedure?
DIRIGENTE: Ma io… è vero: c'è la procedura per le armi… io non so… io…
LUCIANNA: Procedura… puah!
ALLEVI: Datele dei moduli qualunque!
ALLAWI: Io so che tu vuoi seguire regole, sono altri che ti impediscono, ma se lasciano fare te da sola…
STAGISTA: La procedura è fondamentale!
DIRIGENTE: In effetti… la procedura...
Tutti si fanno intorno alla Dirigente lentamente, porgendole dei moduli: sembra si stia calmando. Appena Monfasca sta per prendere la pistola lei scatta.
DIRIGENTE: Ma vaffanculo alla procedura! Io li ammazzo!
La Dirigente corre verso la porta e riesce a uscire.
LUCIANNA: Per me possono morire tutti!
Lucianna si mette a togliere i disegni dalle pareti e sgombrare la scrivania.
LUCIANNA: Neanche uno gliene lascio! Se le sbrighino senza i miei disegni le loro fottutissime pratiche! Cambio vita! Cambio vita!
ALLEVI: Quella li ammazza davvero! Chiamiamo la polizia?
MONFASCA: Non li ammazza. Almeno non con la mia pistola: è finta. E' un giocattolo di mio figlio.
ALLAWI: In Italia bambini gioca con armi finte? Questo è paradiso!
ALLEVI: Finta?! E perché non l'hai detto prima? Quando...?
MONFASCA: Eh già, così perdevo l'unica possibilità che avevo di farmi ascoltare!
ALLAWI: Dottoressa Lucianna, noi…
LUCIANNA: Non sento, è inutile che mi parlate: io non lavoro più qui.  Solo voi dovete migliorare la vostra vita? No, anche io. Vado a Londra: esporrò nelle migliori Gallerie d'Arte Contemporanea. Buona fortuna a tutti.
Lucianna raccoglie infine il telefono e rimette insieme i pezzi.
LUCIANNA: Simo! Simo mi senti?
Lucianna esce portando con sé le sue cose e parlando al cellulare.
ALLAWI: Buona fortuna Lucianna!
ALLEVI: E adesso?
MONFASCA: Che ne so io…
La stagista si siede alla scrivania e inizia a frugare tra i faldoni fino a trovare due fogli.
STAGISTA: Eccole qui! Allevi e Allawi…
ALLEVI: Come? Cosa hai detto?
STAGISTA: Eccole, le lettere corrette che quella scema avrebbe dovuto spedirvi una settimana fa… eccole, qui ci sono i nomi giusti! Mi ricordavo di questo errore… era stato sistemato… ma ormai le lettere sbagliate erano già state inviate...
ALLEVI: Ma quindi… tu sai perché siamo qui?
STAGISTA: Ma certo! Dall'ufficio affianco si sente tutto!
MONFASCA: Ma se avevi capito e sapevi cosa fare, perché non l'hai detto prima?
STAGISTA: A chi? A Lucianna? Alla Dirigente?
ALLEVI: Non fa niente! Grazie! Grazie!
STAGISTA: Ma davvero credevi di poter essere preso per un iracheno? E tu credevi di fingerti italiano? Secondo voi oltre a quella ci sarebbe cascato qualcun altro? Vi siete fatti contagiare dalla sua isteria!
ALLAWI: Io...
ALLEVI: Noi…
STAGISTA: Arrivederci. Voi due potete andare.
ALLEVI: Beh, grazie… non so cosa dire…
STAGISTA: Andate!
ALLEVI: Arrivederci…
ALLAWI: Grazie! E buona fortuna!
MONFASCA: Arrivederci!
Allevi e Allawi escono.
MONFASCA: E io?
STAGISTA: La tua situazione è più complicata…
MONFASCA: Come più complicata?!
STAGISTA: Quando ci sono di mezzo i soldi e le banche i passaggi diventano tanti…
MONFASCA: E quindi?
STAGISTA: Torna lunedì… hai visto che adesso non c'è nessuno… anche volendo non possiamo fare niente…
MONFASCA: Ma io…
STAGISTA: E poi ti è già andata bene così: hai fatto una cazzata enorme: sei entrato qui a minacciare e sequestrare e nessuno se n'è ancora accorto! Torna a casa, per oggi. Cosa vuoi fare, finire arrestato? Non hai abbastanza problemi?
MONFASCA: Io… ho dato fuori di matto… lo so...
STAGISTA: Torna a casa.
MONFASCA: Ma mi garantisci che lunedì…
STAGISTA: Io rappresento lo Stato: non posso garantire nulla. Ma farò del mio meglio…
MONFASCA: Beh, meno male che ti sei impietosita…
STAGISTA: Impietosita? Io faccio solo il mio lavoro. Bene e in silenzio. Come tanti altri. Arrivederci.
MONFASCA: Io… va bene, vado.
Monfasca esce.
La stagista mette ordine nella stanza, poi apre una borsa ed estrae alcune foto che appende dove prima c'erano i disegni. Poi cambia posizione alla scrivania, la allestisce con i suoi oggetti, si siede, solleva il telefono e compone il numero.
STAGISTA: Ciao sono la stagista, mi passi il dirigente di secondo livello per favore? Grazie.
La stagista aspetta qualche istante al telefono.
STAGISTA: Pronto? Sono io. E tu sei un bastardo! Lo sai benissimo perché! Adesso mi spieghi chi sarebbe questa puttanella dell'Archivio di Stato!


FINE