I Lieder di Schumann

di

GIANCARLO LOFFARELLI

 

Con questo testo Giancarlo Loffarelli ha ricevuto il premio quale "Miglior autore" alla "Terza Rassegna Nazionale di Drammaturgia emergente" organizzata dall'associazione culturale "Marte 2010" presso il Teatro Tordinona (Roma, 1-21 marzo 1999, giuria presieduta da Aldo Nicolaj), il Premio Fondi La Pastora di Teatro "Giovani protagonisti" (Terracina, agosto 1999) e una Menzione speciale a "Napoli drammaturgia in Festival" (Napoli, giugno 2001, giuria presieduta da Manlio Santanelli).

 

 

personaggi:

 

CARLA, 34 anni, medico

 

EDOARDO, 38 anni, musicista

 

OTTILIA, 26 anni, cantante lirica

 

IL PROFESSORE, 30 anni, insegnante

 

 

 

Scena in declivio verso la platea. In piano, soltanto il proscenio, dove sono posizionate quattro sedie, allineate fronte al pubblico. Il punto più alto del declivio è chiuso da una parete su cui sono dipinte, in stile barocco, figure composte in una scena che, solo lontanamente, deve richiamare una sorta di giudizio universale. Lo scenografo potrà ispirarsi nel suo lavoro alla chiusa delle Die Wahlverwandtschaften di Goethe: "figure d'angeli affini e serene guardano giù dalla volta".

Arredi ed oggetti dovranno rispondere al solo criterio della funzionalità, senza alcun intento naturalistico, ed essere introdotti in scena secondo il gusto di regista e scenografo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SCENA PRIMA

(Carla, Edoardo, Ottilia ed il professore)

 

All'alzarsi del sipario, i quattro personaggi sono seduti sulle sedie secondo il seguente ordine (da sinistra a destra): Carla, Edoardo, Ottilia ed il professore. Hanno tutti lo sguardo fisso sul pubblico e, dopo qualche istante, come rivolgendosi a qualcuno seduto leggermente al di sopra degli spettatori in platea, Edoardo comincia a parlare (lo stesso atteggiamento avranno anche gli altri quando sarà il loro turno):

 

EDOARDO Mi rendo conto, signore, che è difficile credere a questa storia... Del resto, forse questo, non so, ma non credo sia il luogo più adatto per... Insomma, personalmente ci tengo a precisare che io non intendo accusare nessuno e che, di conseguenza, mi assumo tutte le mie responsabilità per quanto è accaduto!

CARLA Per quanto mi riguarda, non mi resta che l'amarezza per aver capito le cose solo dopo che erano accadute. Non che pretendessi di prevedere tutto, ma avrei voluto almeno accompagnare con un minimo di coscienza quanto stava avvenendo. E mi dispiace poterlo fare soltanto adesso.

OTTILIA Preferirei mettere da parte questi discorsi... come dire?... astratti. Credo che ci si debba attenere ai fatti e nient'altro. Mi chiamo Ottilia Silvestri, ho ventisei anni e sono una cantante lirica; non credo di essere famosa ma le mie soddisfazioni professionali me le sono prese. Questo al mio fianco è l'uomo con il quale... diciamo ho condiviso una parte della mia vita... No, non siamo sposati... Dovevamo sposarci, il nostro matrimonio era... diciamo imminente prima che succedesse tutto quello che è successo.

IL PROFESSORE Non credo che servano presentazioni. Le nostre generalità sono perfettamente note qui. Io vorrei invece riprendere il discorso iniziale di Edoardo, laddove asseriva di assumersi tutte le sue responsabilità. Benissimo! Questo volevo confermare: la responsabilità di tutto quanto è accaduto non è che sua!

EDOARDO (Rivolto al professore.) Che vuoi dire con questo?

IL PROFESSORE (Ad Edoardo.) Niente di più di quanto abbia appena detto e che tu stesso avevi già ammesso. La colpa è tua e soltanto tua!

EDOARDO (Al pubblico.) E no! Detto in questi termini, non ci sto più!

IL PROFESSORE Perché, cosa cambia?

EDOARDO Cambia tutto! Ecco cosa cambia. Il mio era un atto di responsabilità dovuto...

IL PROFESSORE La tua solita ipocrisia!

EDOARDO Nessuna ipocrisia! Io mi sono assunto le mie responsabilità perché ognuno di voi si assumesse le proprie.

OTTILIA Io non ho alcuna responsabilità da assumermi!

IL PROFESSORE E neanche io!

EDOARDO (Pausa. Poi, a Carla.) E tu?

CARLA (Distratta.) Che?

EDOARDO Ma a che stai pensando?

CARLA Scusate, mi ero distratta!

IL PROFESSORE Ma pure tu, Carla! Distrarsi in questo momento!

CARLA Che dicevate?

EDOARDO Anche tu non hai da assumerti nessuna responsabilità?

CARLA Io?... Non lo so... Sì, posso assumermi... Ma non lo so... A che serve, poi?

OTTILIA E' quello che dico anch'io: a che serve?

CARLA Forse sarebbe bene cominciare a raccontare tutto, tutto dall'inizio, non credete?

EDOARDO Sì, forse è il caso...

OTTILIA E lasciare poi che i fatti spieghino tutto...

IL PROFESSORE E lascino capire di chi sono le responsabilità.

CARLA Ma non per questo!

IL PROFESSORE Cosa?

CARLA Non è che raccontare serve per capire di chi sono le responsabilità!

IL PROFESSORE E a che servirebbe allora?

CARLA (Decisa.) Servirebbe... (Improvvisamente insicura.) Non lo so.

OTTILIA Quante chiacchiere! Veniamo ai fatti!

CARLA (Al pubblico.) Comincerò io a raccontare. (Pausa.) Mi chiamo Carla Doni e sono un medico. Sono sposata con lui (Indica Edoardo.) da sei anni. Fino ad un anno fa sono stati anni tranquilli, sereni... felici: sì, felici!

EDOARDO E' vero. Anche se non era difficile intuire che qualcosa covava nell'ombra del nostro rapporto.

CARLA Qualcosa covava...?! Ma a che ti stai riferendo?

EDOARDO No, voglio dire che...

CARLA Avanti! Parla! Qui non puoi essere reticente.

EDOARDO Insomma, non mi dirai che tutto filava liscio!

CARLA Le solite cose che possono capitare tra moglie e marito, ma niente più di questo! E comunque: che qualcosa non andava bene dovrei essere io, eventualmente, a dirlo.

EDOARDO (Ironico.) Sì, sì...

CARLA Sinceramente non ti capisco!

EDOARDO Scusa Carla, tu vuoi farmi credere che tutto...

CARLA Ma certo! Io mi sento di poter affermare che il nostro era un matrimonio modello!

OTTILIA ED IL PROFESSORE (All'unisono, imitando Edoardo.) Sì, sì...

EDOARDO Come vi permettete voi?

OTTILIA Eh, ma l'hai detto anche tu prima che...

EDOARDO Io sono il marito, non immischiatevi nelle nostre faccende, che vi ci siete immischiati già troppo!

OTTILIA Ma sentilo un po'! Come se lui non c'entrasse per nulla!

IL PROFESSORE E anche Carla, in qualche modo lo ha ammesso.

CARLA Torniamo a noi. (Ad Edoardo.) A che ti riferivi?

EDOARDO Ma non so... Dico, per esempio: la nostra vita sessuale era normale?

CARLA Non era normale?

EDOARDO Ah, a te sembrava normale?

CARLA Normalissima.

EDOARDO E non ti risulta strano che i nostri rapporti fossero limitati...

CARLA ... a ben tre volte al mese!

EDOARDO A sole tre volte al mese!

CARLA Sole! Tre volte al mese dici "sole"?

EDOARDO Cosa dovrei dire?

CARLA (Agli altri due.) No, ma ditelo anche voi se è poco. (Silenzio imbarazzato ma esplicito degli altri due.) Perché voi...?

OTTILIA Non basterebbero due mani.

CARLA No?!

 

Ottilia allarga le palme delle due mani ad indicare "dieci", poi si volta verso il professore come per chiedere un sostegno. Il professore, gongolante, allarga a sua volta le mani per mostrare un "otto".

 

EDOARDO Eh la miseria!

CARLA Questione di punti di vista! E poi non ci credo mica a quello che raccontate, visto quello che è successo dopo!

EDOARDO Comunque, io mi facevo una ragione di questa tua reticenza pensando che tu avessi le... le tue cose. Solo che dopo qualche tempo cominciò a risultarmi strana la scadenza delle tue cose... Consultai pure un'enciclopedia medica... Cominciai a segnarmele sul calendario le... le tue... scadenze... E tu non ti accorgesti di niente?

CARLA Ma di cosa?

EDOARDO Tutti quei segni rossi sul calendario ogni ventotto giorni!

CARLA Io pensavo che fosse la scadenza dell'i.v.a.!

EDOARDO L'i.v.a.!? Ma l'i.v.a. non ha scadenze mensili!

CARLA Ma che ne so io di questioni fiscali! Avevo notato che combaciavano con le mie cose, ma pensavo che fosse stata un'idea di qualche ministro donna per non dimenticarsi le scadenze!

EDOARDO Sì, beata te!

CARLA E poi, se proprio vuoi saperlo, i mal di testa me li facevo venire perché a me, di intendere la vita sessuale come un lavoro d'ufficio, con il cartellino che si deve timbrare a scadenze ed orari fissi, più per dovere che per piacere, beh... a me questo non va!

EDOARDO Lavoro d'ufficio?! Ma quando mai!

CARLA Così era per te! Credi che non ci facevo caso? Prima delle dieci e mezza di sera: mai!

EDOARDO Ma c'era quasi sempre qualcosa in televisione!

CARLA Dopo la mezzanotte: mai!

EDOARDO Perché l'indomani al Conservatorio ci sarei andato con due occhi così!

CARLA Il venerdì e il sabato però si poteva arrivare anche alle due!

EDOARDO Perché non c'erano problemi per alzarsi tardi! Eri tu invece che ne avevi voglia nei momenti più impensati.

CARLA Il che non mi sembra poi tanto anormale.

EDOARDO (Al pubblico.) Per farla breve, le nostre giornate, gli ultimi tempi prima che accadessero i fatti che stiamo per raccontare, finivano tutte allo stesso modo...

 

 

SCENA SECONDA

(Edoardo e Carla)

 

Ottilia ed il professore scompaiono. Carla ed Edoardo vanno verso il fondo, dove si trova un letto matrimoniale. Sono tornati nel passato. Ne usciranno solo quando si rivolgeranno direttamente al pubblico. Edoardo si sta togliendo le scarpe e poi si infilerà sotto le coperte; Carla sosterà più a lungo, seduta sul letto a struccarsi, poi anche lei si infilerà sotto le coperte.

 

EDOARDO A che ora hai chiuso l'ambulatorio?

CARLA Alle otto.

EDOARDO Sai chi ho visto oggi?

CARLA E' venuta a visita quella tua vecchia compagna di scuola...

EDOARDO Alessandro. Quel tuo amico di Firenze.

CARLA ... Silvia, te la ricordi? Quella che s'era presa una cotta per te quando stavate al liceo...

EDOARDO Lo sai che sono stato sempre convinto che fosse innamorato di te?

CARLA Adesso ha due bambini. L'ho vista felice... così m'è sembrato.

EDOARDO Insegna all'Università di Siena. Una bella carriera senz'altro: sempre stato una grande mente...

CARLA Saranno passati vent'anni e mi sembra ieri!

EDOARDO Sembra il secolo scorso!

CARLA Cosa?

EDOARDO No, dico: sembra un secolo!

CARLA A me sembra ieri!

EDOARDO Lo sai che oggi ho firmato per quel concerto a Vienna?

CARLA Cosa? Davvero!? E me lo dici così?

EDOARDO E come te lo dovevo dire?

CARLA (Al pubblico.) Ecco quello che non ho mai sopportato di Edoardo: la sua freddezza. Mi chiedevo se fosse reale o solo una maschera. Avrei voluto dirgli che quella notizia era una cosa straordinaria, che finalmente trovava riscontro quell'idea che io avevo sempre avuto di lui, che era un genio e che non era stato ancora del tutto compreso, che finalmente tutti avrebbero avuto modo di capire che musicista fosse, che non stavo nei panni dalla gioia, che... Non sapevo nemmeno io quello che avrei voluto dirgli; lo avrei voluto coprire di baci, fare l'amore con lui tutta la notte e...

EDOARDO (Che non è uscito dal passato.) Allora, sei contenta?

CARLA (Tornando nel passato, ad Edoardo, fredda.) Son contenta per te, no?

EDOARDO Tutto qua?

CARLA Tutto qua. Che devo dirti ancora? Ma adesso mettiamoci a dormire che domani devi alzarti presto. (Guarda l'orologio.) Siamo già oltre il limite consentito! (Si corica.)

EDOARDO Quale limite? (Al pubblico.) Ecco quello che non riuscivo a capire di Carla. Questi suoi repentini cambiamenti d'umore. Poco fa mi sembrava contenta e poi, d'un tratto, aveva troncato la conversazione; s'era messa a dormire, come se della mia carriera non le importasse nulla. Nonostante tutto mi feci coraggio... (A Carla.) Hai proprio sonno?

CARLA Sì.

EDOARDO (Le si accosta per eccitarla.) Non è che prima di dormire...

CARLA (Sollevandosi sul letto.) Perché, che giorno è oggi?

EDOARDO Venerdì! Perché?

CARLA (Rimettendosi giù.) Ah!

EDOARDO E allora?

CARLA Dai Edoardo, non è il momento...

EDOARDO Vuoi dire che hai...

CARLA Proprio così!

EDOARDO Ma l'ultima volta non ti erano venute il 5 aprile?

CARLA (Al pubblico.) Riconosco che questa memoria così puntuale sul mio andamento ormonale avrebbe dovuto insospettirmi. Ma non ci feci caso.

EDOARDO Spengo la luce. (Per spegnere la luce deve sporgersi dal lato di Carla. Questo movimento ci fa scorgere che egli la copre quasi in un abbraccio e poi si fa buio. Nel buio totale si sentono solo le voci.) Fatti almeno stringere un poco...

CARLA Lo sai che oggi ho visitato una vecchia con un'ernia grossa come un cocomero?

EDOARDO Ma che c'entra...?

CARLA No, così, per dire: mai vista un'ernia così grossa e poi di una tale consistenza, così carnosa...

EDOARDO Carla, ti prego!

CARLA Un caso interessante, tu pensa che avevo appena iniziato a palparle...

EDOARDO Va be', buonanotte!

 

SCENA TERZA

(Ottilia ed il professore)

 

OTTILIA (Viene illuminata da un fascio di luce. Parla al pubblico.) La nostra storia è un po' diversa.

IL PROFESSORE (Ora è anche lui in luce.) Molto diversa.

OTTILIA (Al professore.) Non troppo diversa.

IL PROFESSORE Ci conoscemmo ad un ricevimento... ad una festa, data da un comune amico...

 

Ottilia si aggira come se stesse ad una festa: saluta ospiti immaginari e compie altri gesti consueti in queste circostanze. Il professore continua a parlare al pubblico.

 

IL PROFESSORE Bisogna premettere che io odio le feste. Quando ricevo un invito, tutte le mie energie per alcuni giorni sono dirette a trovare una buona scusa che mi permetta di evitare di andarci. Le scuse, come si sa, sono di due tipi: quelle a cui non ci si crede - e che dunque non ingannano nessuno - e quelle così convincenti per gli altri che alla fine convincono anche te stesso, per cui sei effettivamente convinto di quello che dici. Questo secondo tipo di scuse a me non riescono mai! (Ad Ottilia, nel passato, dopo essersi soffermato un po' a guardarla.) Scusa, è da un po' che ti osservavo. Volevo chiederti se volevi ballare.

OTTILIA Ma non c'è musica in questa festa: non sta ballando nessuno.

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Che figura che feci!

OTTILIA (Al pubblico.) Che stupida a freddarlo così: era stato così gentile. (Al professore.) Non è detto però che si debba per forza ballare!

IL PROFESSORE Anche perché io non so ballare.

OTTILIA Appunto, potremmo parlare.

IL PROFESSORE Certo. Di cosa?

OTTILIA (Al pubblico.) Qualcosa non mi quadrava. Ma non era stato lui ad attaccare discorso? Forse era un timido... (Al professore.) Non so. Di cosa ti occupi tu?

IL PROFESSORE Io insegno, insegno italiano in un liceo, ma nella vita avrei voluto fare altro...

OTTILIA Che cosa?

IL PROFESSORE Non lo so, altro: non quello che faccio.

OTTILIA Credo sia affascinante invece quello che fai: insegnare, trasmettere agli altri qualcosa, stare sempre a contatto con i giovani; ecco, questo credo che sia affascinante: le generazioni passano ma tu le conosci tutte, sempre informato su come sono i giovani in ogni epoca diversa.

IL PROFESSORE Ti interessa sapere che fanno i giovani?

OTTILIA No, dico per dire. Sarà per il fatto che il mio mestiere, io faccio la cantante, non mi permette di incontrare molto i giovani e così mi sembra di non essere molto utile, sai, non so se mi spiego, il pubblico, sì, certo, ti dà soddisfazione, ma non è come incontrare qualcuno a livello, come dire, intimo; il pubblico è sempre qualcosa di anonimo: tante teste nella semioscurità della sala, tu sai che è lì, ma non ha un volto, non conosci le storie di ognuno; non dico che per te possa essere così per qualsiasi alunno, ma credo... sì, lo so com'é: i ragazzi vengono a confidarsi, ti dicono quello che provano, se magari si sono innamorati di qualcuno, oppure i problemi che hanno con i genitori, fermami prima che esaurisca tutti i luoghi comuni...

IL PROFESSORE Come?... Oh, certo. Hai detto che fai la cantante, quindi anche tu sei a contatto con i giovani...

OTTILIA Opera lirica! Solo vecchi! Così si dice, almeno.

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Incredibile! Stavamo parlando di niente e già me ne ero innamorato. Se avesse proseguito coi suoi luoghi comuni le avrei chiesto di sposarmi prima che finisse la festa. Ero improvvisamente felice... (Ad Ottilia.) Lo sai che io mi innamoro facilmente delle mie alunne?

OTTILIA Ma non mi dire!

IL PROFESSORE Non nel senso che puoi immaginare; ma sai... mentre le interrogo... faccio la domanda e poi le guardo negli occhi, loro rispondono e io mi perdo a guardare la freschezza della pelle delle loro guance... anche quelle bruttine, sai, hanno sempre qualcosa di dolce, di delicato. Poi mi accorgo che mi ero perso perché loro smettono di rispondere alla domanda e si aspettano la successiva che io ancora sto a guardarle assorto e loro restano lì, con degli occhi da cerbiatto spaurito, in attesa di un'altra domanda... a volte mi viene da commuovermi fino alle lacrime...

OTTILIA (Al pubblico.) Un pedofilo! Giuro che al momento mi spaventai a sentirgli dire queste cose e l'unico pensiero fu quello. Ed ora invece, a distanza di tempo: com'è tutto diverso! Quelle parole mi sembrano così belle, così pure.

 

Si sente una musica.

 

IL PROFESSORE Hanno messo un disco.

OTTILIA Come?

IL PROFESSORE Balliamo?

OTTILIA Mi hai detto che non sai ballare.

IL PROFESSORE Mi dispiace. (La spinge a ballare. Il dialogo successivo si svolgerà mentre i due ballano.)

OTTILIA Non è vero che non sai ballare...

IL PROFESSORE Dici?

OTTILIA E' che non tieni il ritmo.

IL PROFESSORE Pensavo servisse per ballare.

OTTILIA Sarebbe meglio tenere il ritmo, ma non è indispensabile. (Al pubblico.) Che caspita di storia mi stavo inventando!

IL PROFESSORE Non mi hai detto che fai tu?

OTTILIA Stasera?

IL PROFESSORE No, nella vita, oltreché cantare...

OTTILIA Ah, pensavo volessi invitarmi...

IL PROFESSORE No, volevo sapere qualcos'altro... ma la domanda può essere intesa anche...

OTTILIA Oddio, mi sono invitata... (Si stacca.)

IL PROFESSORE No, io in fondo intendevo dire anche quello!

OTTILIA Che figura! Scusami, è la prima volta. Tu adesso penserai che io avevo intenzione...

IL PROFESSORE Ma non devi scusarti, mi fa piacere invitarti...

OTTILIA No, tu volevi soltanto sapere...

IL PROFESSORE Anche quello...

OTTILIA ... e io invece...

IL PROFESSORE Credimi...

OTTILIA No, no, basta, ormai non potrei accettare...

IL PROFESSORE Senti, ti invito... ti porto al cinema e lì mi parli della tua vita, a partire dall'infanzia.

OTTILIA Quando?

IL PROFESSORE Non lo so, fra il primo e il secondo tempo!

OTTILIA No, quando mi porti al cinema?

IL PROFESSORE Avevo capito quando mi dicevi... Subito, andiamo subito. Usciamo di qui ed andiamo!

OTTILIA Che strano tutto questo!

IL PROFESSORE Lo stavo pensando anch'io.

OTTILIA Sto bene in questo istante. Vorrei non finisse.

IL PROFESSORE Si può prolungare, (Al pubblico.) egli disse poggiando le labbra sulle sue! (Si baciano.)

 

 

 

 

SCENA QUARTA

(Carla, Edoardo, Ottilia ed il professore)

 

CARLA (Ricompare insieme con Edoardo. Parla al pubblico.) Sin qui le nostre storie parallele. Ma quanto doveva accadere riguarda tutti noi insieme. E l'occasione per incontrarci tutti e quattro - non potrò mai dimenticarlo - la offrii io. Ottilia era una mia paziente e col passare del tempo eravamo diventate amiche - cosa questa che non mi era mai capitata. Fui io quindi ad invitarla a casa per un dopo-cena.

OTTILIA (Al pubblico.) Io accettai. L'amicizia con Carla mi lusingava ed era anche l'occasione per farle conoscere il mio professore.

 

Sono tutti nel passato, nel salotto di Carla ed Edoardo.

 

CARLA Prego, accomodatevi. Posso presentarvi mio marito?

EDOARDO Piacere, Edoardo.

IL PROFESSORE Molto lieto.

OTTILIA Ottilia.

EDOARDO Ottilia. Che strano nome!

OTTILIA Mio padre era appassionato di Goethe e mi ha dato questo nome.

EDOARDO Affascinante, esotico... Ha il vantaggio indubbio che è un nome che non si può dimenticare.

CARLA Accomodatevi.

IL PROFESSORE Ottilia mi ha parlato molto di voi due, sapete. Una coppia straordinaria...

CARLA Esagera senz'altro.

OTTILIA E' lui che esagera. Ne avrò parlato qualche volta!

IL PROFESSORE Lei è musicista, dunque?

EDOARDO Sì. Diamoci del tu, però.

CARLA Senz'altro: dobbiamo diventare amici.

EDOARDO E tu, Olivia, sei nella lirica, mi sembra...

OTTILIA Ottilia!

EDOARDO Oh, scusa, Ottilia! (Al pubblico.) Incredibile! Già avevo dimenticato il suo nome! Visto quello che sarebbe successo è sorprendente, ma mi era risultata subito antipatica, con quel suo nome così pretenzioso e la sua risposta (La imita.): "Mio padre era un appassionato di Goethe!" "E chi se ne frega!" Avrei voluto risponderle.

OTTILIA (Al pubblico.) Mi accorsi immediatamente che non gli avevo fatto una buona impressione. Lui invece mi parve subito così affascinante... Bello no, ma pieno di un fascino così particolare... Sarà stato per via della professione comune...

CARLA (Nel passato.) Edoardo deve dare un concerto a Vienna, sapete? Sarà un evento sensazionale!

IL PROFESSORE Davvero? Interessante!

CARLA Sì. E' il primo pianista dopo dodici anni che si esibisce a Vienna in un'occasione così importante...

EDOARDO Ma lascia stare, cosa vuoi che... (Si alza e offre da bere.)

OTTILIA No, racconta, cosa stavi dicendo?

CARLA Il concerto verrà trasmesso in Eurovisione. Per lui è un'occasione eccezionale. Ma non gli avrebbero firmato il contratto se non lo avessero considerato uno dei più importanti esecutori di Schumann...

IL PROFESSORE Ah, Schumann, interessante! (Al pubblico.) Di tutto avevo voglia meno che di mettermi a discutere di musica! Ma il grande pianista non poteva esser ferito nel suo orgoglio venendo a sapere che un suo umile interlocutore non aveva voglia di parlare di Schumann! (Ad Edoardo.) Veramente un autore, come dire?... Un vero autore, non so se mi spiego.

EDOARDO Comprendo perfettamente quello che intendi!

CARLA (Al pubblico.) Mi sembrarono così belli, tutti e due, e così innamorati. Non avrei mai pensato che da quell'incontro sarebbe nato tutto il resto!

EDOARDO (Al pubblico.) Innamorati lo eravamo stati anche noi...

CARLA (Ad Edoardo, un po' risentita.) E lo eravamo ancora. In maniera diversa, ma lo eravamo ancora.

 

SCENA QUINTA

(Edoardo e Carla)

 

EDOARDO (A Carla. Ottilia ed il professore scompaiono.) Certo, non volevo dire... E' che ripensavo a quando ci conoscemmo...

CARLA (Ad Edoardo.) Il solo pensiero mi dà ancora i brividi... (Al pubblico.) A quel tempo frequentavamo il conservatorio - anch'io studiavo musica, prima di cambiare strada. Io avevo notato Edoardo già da qualche mese e quel giorno ci ritrovammo per caso al bar di fronte al conservatorio... Non proprio per caso, a dire il vero: io lo avevo notato che entrava lì e...

 

Mentre Carla stava parlando, Edoardo è entrato nel bar e si è fermato ad un tavolo a bere qualcosa.

 

CARLA (Entrando nel bar, ad Edoardo.) Ciao.

EDOARDO (Si alza, un po' impacciato.) Oh, ciao.

CARLA Che fai?

EDOARDO Niente, bevevo qualcosa. Sono in anticipo per la lezione. Posso offrirti...

CARLA (Al pubblico, molto animata.) Mi aveva notata! E certo! Quella sua prontezza nel volermi offrire qualcosa non poteva significare che questo. Così almeno pensai. Forse mentre uscivo da lezione. L'aula di violino, dove studiavo, era però in fondo al corridoio. Come aveva potuto notarmi? Forse mi aveva seguito! Ma certo! - pensai - Mi avrà notata mentre entravo nell'aula di violino e mi sarà venuto dietro, magari è entrato in ritardo alla sua lezione per venire dietro a me, che caro! E poi le lezioni di violino sono tutte contemporanee a quelle di pianoforte! Ha senz'altro mancato a qualche lezione per vedermi di nascosto, che caro! (Ad Edoardo.) Tu sei a pianoforte, vero?

EDOARDO Sì. E tu a clarinetto!

CARLA (Al pubblico.) Non m'aveva notato! (Ad Edoardo.) No, a violino. Ma penso che smetterò.

EDOARDO Perché?

CARLA (Si siedono.) I miei hanno altri progetti.

EDOARDO Che progetti?

CARLA Medicina.

EDOARDO Puoi sempre fare l'una e l'altra cosa!

CARLA E' quello che dico anch'io. Ma loro dicono di no: o medico o musicista!

EDOARDO E tu che vorresti fare?

CARLA La mamma! Ho sempre sognato di avere un marito, dei figli, una casa e dedicarmi soltanto a loro! (Al pubblico.) Dio come sapevo mentire bene! Non m'è più riuscito poi di essere così convincente. (Ad Edoardo.) Capisci quello che voglio dire? Stare a casa, aspettare che lui ritorni, preparargli una bella cena, poi mettersi a tavola e farsi raccontare com'è andato il concerto...

EDOARDO (Radioso.) Vorresti sposare un musicista, allora? (Al pubblico.) Ma come facevo ad essere così fesso! Già mi sentivo rimescolare tutto dentro solo perché mi stava sciorinando quella fagottata di luoghi comuni.

CARLA (Ad Edoardo.) Non eri fesso! Semplicemente ti stavi innamorando!

EDOARDO Ero fesso! E' quello che stavo dicendo!

CARLA (Dolcissima.) Ma perché vuoi sembrare così cinico?

EDOARDO (Non sa che rispondere e ritorna nel passato.) Hai delle mani bellissime.

CARLA (Prendendogli le mani.) Tu hai delle mani bellissime, da pianista.

EDOARDO (Al pubblico.) Mi resi subito conto di avergli mollato fra le mani due viscide anguille.

CARLA (Al pubblico.) Erano sudate, sì; ma anche quel sudore che prorompeva così copioso da tutti i pori mi parve tanto poetico. Come se il suo corpo, contro la sua volontà, avesse già voluto dirmi che provava qualcosa per me.

EDOARDO (Nel passato.) Sono contento di essere venuto in questo bar.

CARLA Perché?

EDOARDO Perché così ho avuto occasione di conoscerti.

CARLA Anche per me è stato un piacere.

EDOARDO Pensi che possiamo vederci ancora?

CARLA Devi andare già via?

EDOARDO No, chiedevo così, per sapere.

CARLA Se ti fa piacere...

EDOARDO E a te, farebbe piacere?

CARLA (Fa cenno di sì con la testa.)

EDOARDO Sai che pensavo?

CARLA Cosa?

EDOARDO Che mi dispiacerebbe se tu smettessi di suonare.

CARLA Perché?

EDOARDO Perché... Chissà... Avremmo anche potuto suonare insieme. Si crea un rapporto particolare fra due persone che suonano insieme, ci si comprende al volo; è come se fra i due ci fosse un canale di comunicazione invisibile agli altri che permette loro di dirsi cose senza parlare e che nessuno può sentire o capire.

CARLA E' bello quello che hai detto... E' vero.

 

Breve pausa di silenzio in cui si guardano un po' imbarazzati e poi, senza che si possa dire chi cominci, i due volti si avvicinano e si baciano. Poi:

 

EDOARDO (A Carla, uscendo dal passato.) Non avvenne proprio così.

CARLA Ma comunque avvenne fu una cosa bellissima, che forse non ricapita più nella vita.

 

 

SCENA SESTA

(Edoardo ed Ottilia)

 

Carla scompare. Rimasto solo, Edoardo si alza e si rivolge al pubblico.

 

EDOARDO Anni dopo, Carla divenne mia moglie. E anni dopo ancora, ci conoscemmo con Ottilia ed il professore. Ed in quella occasione, qualche minuto dopo che loro se ne erano andati da casa nostra, mi ritrovai a pensare ancora ad Ottilia. La freschezza di quella ragazza mi richiamava alla mente quel sentimento, unico, fino a quel momento, che avevo provato tanti anni prima, per Carla, quel giorno, seduti a quel bar. Come era possibile? Cambiavano le persone ed il sentimento era lo stesso? Allora non sono i sentimenti a mutare e le persone a restare, ma al contrario, le persone possono anche cambiare e fermi, immobili, come fissi nel tempo, esistono solo i sentimenti! La realtà altro non è che sentimenti che usano le persone per affermarsi!... Veramente non pensavo a queste cose, in quei momenti. I ragionamenti vengono solo dopo. In quei momenti pensavo soltanto a come fare per rivedere Ottilia.

OTTILIA (Comparendo, al pubblico.) Che strano! Anch'io, negli stessi istanti, pensavo quasi le medesime cose. Cos'era successo quella sera? In che momento preciso era scattato qualcosa fra di noi? Il sentimento era partito da me ed aveva provocato in lui una reazione, o viceversa? E attraverso cosa ci eravamo comunicati tutto questo? Davvero come i due musicisti che suonano insieme, esistono per tutti gli uomini strade invisibili per incontrarsi? Cos'era accaduto, dunque, quella sera?

EDOARDO Se nella vita ci fosse la moviola! Come sarebbe bello rivedere gli istanti vissuti, non dico per modificarli - sarebbe troppo! Ma almeno per capirli meglio.

 

 

SCENA SETTIMA

(Carla, Edoardo, Ottilia ed il professore)

 

Ricompaiono Carla ed il professore. Con Ottilia ed Edoardo, riprendono le stesse posizioni che avevano quando si incontrarono per la prima volta tutti e quattro.

 

CARLA Prego, accomodatevi. Posso presentarvi mio marito?

EDOARDO Piacere, Edoardo.

IL PROFESSORE Molto lieto.

OTTILIA Ottilia.

EDOARDO Ottilia. Che strano nome!

OTTILIA Mio padre era appassionato di Goethe e mi ha dato questo nome.

EDOARDO Affascinante, esotico... Ha il vantaggio indubbio che è un nome che non si può dimenticare. (Al pubblico.) Ecco: sin qui, ancora niente! Non sentivo assolutamente niente, un'estranea.

CARLA Accomodatevi.

IL PROFESSORE Ottilia mi ha parlato molto di voi due, sapete. Una coppia straordinaria...

CARLA Esagera senz'altro.

OTTILIA E' lui che esagera. Ne avrò parlato qualche volta!

IL PROFESSORE Lei è musicista, dunque?

EDOARDO Sì. Diamoci del tu, però.

CARLA Senz'altro: dobbiamo diventare amici.

EDOARDO E tu, Olivia, sei nella lirica, mi sembra...

OTTILIA Ottilia! (Ad Edoardo, uscendo dal passato.) Ecco, vedi: il fatto che non ti ricordassi del mio nome non mi dava il minimo fastidio; segno che ancora non provavo nulla per te. Ti trovavo sì, un uomo affascinante, ma come se ne possono trovare sui giornali, o alla tivù. Tutto qua.

EDOARDO (Tornando nel passato.) Oh, scusa, Ottilia!

CARLA Edoardo deve dare un concerto a Vienna, sapete? Sarà un evento sensazionale!

IL PROFESSORE Davvero? Interessante!

CARLA Sì. E' il primo pianista dopo dodici anni che si esibisce a Vienna in un'occasione così importante...

EDOARDO Ma lascia stare, cosa vuoi che...

OTTILIA No, racconta, cosa stavi dicendo? (Ad Edoardo, uscendo dal passato.) Eccolo il momento! Ma sì! Appena Carla disse quella frase, improvvisamente fu come se tu uscissi dalla folla anonima dei tanti Edoardi, più o meno affascinanti, per apparire ai miei occhi come qualcosa di particolare, forse di unico.

EDOARDO Non è che ti interessava il fatto che, essendo un musicista, potevo tornarti utile per il tuo lavoro?

OTTILIA Prima o poi questa storia doveva venir fuori! Lo so che avrai pensato pure questa cosa, ma che tu ci creda o no, quest'idea non mi sfiorò minimamente.

EDOARDO Forse solo inconsciamente!

OTTILIA Io so soltanto che da quel momento cominciai ad interessarmi a te... (Esegue quanto dice.) Ecco allora che ti guardai, mentre proseguiva la discussione, cominciai a scrutarti con uno sguardo particolare... Tu ti alzasti per porgermi un bicchiere di qualcosa, credo di aranciata... (Edoardo esegue.) No, di champagne! (Edoardo torna indietro e riempie il bicchiere di champagne.) Ora ricordo persino il sapore di quello champagne. Io ti guardai; non sentivo più cosa stessero dicendo gli altri; e per un istante i nostri occhi si incrociarono... (I due si guardano, come dilatando il tempo.) Fu un istante, ma per me bastò!

CARLA (Nel passato.) Il concerto verrà trasmesso in Eurovisione. Per lui è un'occasione eccezionale. Ma non gli avrebbero firmato il contratto se non lo avessero considerato uno dei più importanti esecutori di Schumann...

EDOARDO (Al pubblico.) E' vero. Quando tornai a sedere... (Esegue.) Quando tornai a sedere, anche se al momento non me ne resi conto, nulla era più come prima; come se quello sguardo di Ottilia avesse impresso nella mia mente qualcosa di indelebile...

IL PROFESSORE (Nel passato.) Ah, Schumann, interessante! Veramente un autore, come dire?... Un vero autore, non so se mi spiego.

EDOARDO Comprendo perfettamente quello che intendi!

 

Escono tutti dal passato.

 

EDOARDO Cinque giorni dopo ebbi il coraggio di chiamarti. Non mi sembrò vero che tu accettassi di vedermi. Mi sentivo di nuovo un ragazzo al suo primo appuntamento...

CARLA Ti illudesti che fosse amore, mentre era solo il desiderio di tornare nel passato, al tempo del nostro amore, visto che dopo il matrimonio avevi deciso di imbalsamare tutti i sentimenti!

EDOARDO Può darsi! Ma questo non fa che giustificare il mio comportamento: non cerchiamo tutti di fermare il tempo?

IL PROFESSORE Non essere ridicolo! Il tempo lo si può fermare soltanto con la morte!

OTTILIA Il nostro primo incontro su quel prato...!

IL PROFESSORE Quale prato?

OTTILIA Quel grande prato quando si esce dalla città per andare verso il mare... sulla destra... prima dell'imbocco delle autostrade!

IL PROFESSORE Quello vicino la grande fattoria...!

OTTILIA Quello!

IL PROFESSORE Lo stesso dove ti eri incontrata con me!

OTTILIA Era l'unico della zona!

IL PROFESSORE E che significa?

OTTILIA Non sapevamo dove andare...

IL PROFESSORE Non cercare scuse! Avresti potuto anche avere più delicatezza!

 

 

SCENA OTTAVA

(Edoardo ed Ottilia)

 

Carla ed il professore scompaiono. Ottilia ed Edoardo si abbracciano e rotolano sul prato fino a fermarsi in prossimità della ribalta. Sono tutti e due a terra.

 

EDOARDO (Indolenzito. Al pubblico.) Non capisco come facciano nei films a non ammaccarsi tutte le ossa!

OTTILIA (Al pubblico.) Ci eravamo fermati, casualmente, in prossimità di un escremento bovino.

EDOARDO Temetti per il mio alito: avevo mangiato la specialità di Carla: fagioli in padella con aglio tritato! (Cerca di annusarsi l'alito respirando sulla sua mano.)

OTTILIA Approfittando di un suo attimo di distrazione... (Esegue.) mi annusai le ascelle.

EDOARDO Ma tutto restava, comunque, così poetico!

OTTILIA (Torna nel passato.) Ho desiderato subito di sentirmi stretta fra le tue braccia!

EDOARDO Ed io di stringerti!

OTTILIA Cosa provi per me? Voglio che tu mi dica esattamente tutto quello che senti.

EDOARDO Non so come spiegartelo.

OTTILIA Provi quello che provo io?

EDOARDO Credo proprio di sì. E non pensavo più che fosse così bello.

OTTILIA Vorrei che questo istante durasse per sempre, si ripetesse tutte le volte che lo vogliamo.

EDOARDO Ma io vorrei che fosse tutto così com'è ora: questo sole, questa luce, questi odori... (Ha un momento di disgusto ma lo supera mascherandolo.)

OTTILIA Se non sarà sempre così, sarà ancora più bello!

EDOARDO Sei una donna straordinaria!

OTTILIA E tu l'uomo della mia vita!

EDOARDO (Al pubblico.) Il suo tono, così intenso, per un istante - ma fu proprio per un solo, velocissimo istante - mi sembrò falso. Voglio dire... ecco, quelle cose che in un momento ti si affollano nella mente che non hai il tempo di rendertene conto... Fu in questo momento che, vagamente, mi balenò l'idea che lei potesse essere interessata a me per la sua carriera... perché aveva visto in me un mezzo per emergere, approfittando della mia recente fama... Ma ancor più velocemente di come mi era venuto, questo pensiero sparì, non ricordo perché.

OTTILIA Non ricordi perché? (Tornando nel passato, per spiegarglielo, lo bacia intensamente. Poi:) Ti amo come non ho amato mai nessuno.

EDOARDO (Al pubblico.) Ora mi ricordo perché!

 

 

SCENA NONA

(Carla, Edoardo, Ottilia ed il professore)

 

Compaiono Carla ed il professore, in piedi vicino ai due che restano sdraiati.

 

IL PROFESSORE Quante banalità! Ma davvero vi diceste questo?

CARLA (Al pubblico.) Noi, all'epoca non sapevamo niente, ma a vederlo ora, così, come dall'alto: che cosa meschina fu tutto questo!

EDOARDO Parlate così solo per invidia!

OTTILIA E' normale che le parole dette in momenti così intimi, ascoltate pubblicamente, appaiano ridicole!

IL PROFESSORE A terra, come due vermi, siete il simbolo evidente della vostra condotta morale!

EDOARDO (Alzandosi.) Non farmi la morale tu, sai! Non farmi la morale proprio tu che c'hai provato con Carla!

IL PROFESSORE (Al pubblico.) E' vero. Io non potevo fare nessuna morale. (Ad Edoardo.) Ma è il concetto di "provarci" che non accetto! (Imitandolo.) "C'hai provato", "c'hai provato", che volgarità!

EDOARDO E che dovrei dire? "Ah, il signore s'è semplicemente innamorato di mia moglie, gli dispiace tanto ma non ne ha potuto fare a meno!"; "Ma prego, faccia pure, si accomodi, mia moglie è a sua disposizione!"...

CARLA Ma che state dicendo?! Io non vi capisco, sapete?

IL PROFESSORE Io so soltanto una cosa: che anch'io, quella sera in cui ci conoscemmo, a casa vostra, cominciai a provare qualcosa per te.

CARLA Quella sera!?

OTTILIA Anche tu quella stessa sera!?

EDOARDO Ci contagiammo a vicenda!

OTTILIA (A Carla.) Allora anche tu...

CARLA No! Evidentemente io ero immune dal contagio: non provai niente. E in seguito debbo dire che vi invidiai per questo. Notai che lui (Indica il professore.) mi guardava in uno strano modo, ma non ci feci caso...

 

Tornano alla sera del loro incontro a quattro riprendendo le medesime posizioni.

 

CARLA Prego, accomodatevi. Posso presentarvi mio marito?

EDOARDO Piacere, Edoardo.

IL PROFESSORE Molto lieto.

OTTILIA Ottilia.

EDOARDO Ottilia. Che strano nome!

OTTILIA Mio padre era appassionato di Goethe e mi ha dato questo nome.

EDOARDO Affascinante, esotico... Ha il vantaggio indubbio che è un nome che non si può dimenticare.

CARLA Accomodatevi.

IL PROFESSORE Ottilia mi ha parlato molto di voi due, sapete. Una coppia straordinaria... (Al pubblico.) Parlavo della coppia... non stavo pensando a Carla; non ancora, certo.

CARLA (Nel passato.) Esagera senz'altro.

OTTILIA E' lui che esagera. Ne avrò parlato qualche volta!

IL PROFESSORE Lei è musicista, dunque? (Al pubblico.) Qui mi rivolsi a lui, segno che ancora non provavo nulla...

EDOARDO (Al professore, fuori del passato.) Parlavi a me ma pensavi a mia moglie: vecchio trucco!

IL PROFESSORE Non è vero!

EDOARDO Sì. (Torna nel passato.) Sì. Diamoci del tu, però.

CARLA Senz'altro: dobbiamo diventare amici.

EDOARDO E tu, Olivia, sei nella lirica, mi sembra...

OTTILIA Ottilia!

EDOARDO Oh, scusa, Ottilia!

CARLA Edoardo deve dare un concerto a Vienna, sapete? Sarà un evento sensazionale!

IL PROFESSORE Davvero! Interessante! (Al pubblico.) Eccolo il momento! Questo interesse di lei nel lodare i successi del marito, questa cura, questa premura; improvvisamente vidi tutto ciò molto tenero, Carla mi apparve di una tenerezza insolita in una moglie... E' per questo che io avevo cercato di rinviare il matrimonio con Ottilia: perché avevo sempre associato il matrimonio a qualcosa di pesante, che avrebbe fagocitato la leggerezza stupenda che vedevo in Ottilia e nel nostro rapporto. Qui invece, all'interno di un rapporto ufficiale... notai Carla... la vidi innamorata del marito, teneramente innamorata del marito, e...

EDOARDO (Al professore, fuori del passato.) E volesti rovinare un matrimonio!

IL PROFESSORE E cominciai ad innamorarmene.

CARLA (Di nuovo nel passato.) Sì. E' il primo pianista dopo dodici anni che si esibisce a Vienna in un'occasione così importante...

EDOARDO Ma lascia stare, cosa vuoi che... (Al pubblico.) Questa mia insistenza a schermirmi si spiega dunque: inconsciamente avevo intuito tutto e non volevo che sembrasse troppo tenera per quello lì!

OTTILIA (Nel passato.) No, racconta, cosa stavi dicendo? (Al pubblico, mentre Edoardo versa da bere come aveva fatto precedentemente.) Io non avevo capito niente. Che imbecille! La spinsi a mostrarsi ancora più tenera! Ma sono proprio idiota!

CARLA (Nel passato.) Il concerto verrà trasmesso in Eurovisione. Per lui è un'occasione eccezionale. Ma non gli avrebbero firmato il contratto se non lo avessero considerato uno dei più importanti esecutori di Schumann...

IL PROFESSORE Ah, Schumann, interessante! Veramente un autore, come dire?... Un vero autore, non so se mi spiego.

EDOARDO Comprendo perfettamente quello che intendi!

CARLA (Al pubblico.) Ecco, durante tutto quel lungo discorso che Edoardo fece, cominciai vagamente a notare che lui mi guardava con insistenza, mi resi anche conto che non stava ascoltando la spiegazione di Edoardo...

 

Mentre Edoardo parla, il professore terrà costantemente lo sguardo su Carla e quando interverrà nel discorso di Edoardo lo farà in modo impacciato e sconclusionato.

 

EDOARDO Vedete, ciò che maggiormente mi affascina di Schumann è proprio questa straordinaria capacità di trasformare uno studio assiduo come il suo... Basterebbe considerare questa semplice cosa: questo è un musicista che subisce una paralisi alla mano destra per il gran studio svolto al pianoforte...

IL PROFESSORE Hai avuto una paralisi?

EDOARDO Chi?

IL PROFESSORE Tu, alla mano destra: ho sentito perfettamente...

EDOARDO No, no, dicevo Schumann...

IL PROFESSORE Ah Schumann! Mi sembrava che la mano la muovi bene! No, dicevi...

EDOARDO Dicevo che mi colpisce questa sua capacità di trasformare lo studio assiduo in musica assolutamente romantica, priva di qualsiasi ossequio ai canoni e ai formalismi di maniera. E' un'impressione che si tocca con mano soprattutto nei Lieder...

IL PROFESSORE Ah, leader dei romantici, magnifico!

EDOARDO Come?... Sì, romantico... i Lieder sono senz'altro una della maggiori produzioni romantiche...

IL PROFESSORE Appunto!

EDOARDO Quando suono Schumann, sento davvero in me come se il suo spirito fosse così presente da essere lui a suonare al mio posto. Carla mi ha sentito suonare Schumann e sa quello che voglio dire, e così spero di chiunque mi abbia sentito suonare Schumann...

IL PROFESSORE Hai sentito suonare Schumann? Interessante!

EDOARDO (Al pubblico.) Ma non capiva proprio niente!...

CARLA E tu capivi meno di lui, se non ti accorgevi che era completamente distratto da me per dire quegli sfondoni.

EDOARDO Io pensavo che fosse semplicemente ignorante!

IL PROFESSORE Moderiamo i termini per favore!

OTTILIA Come poteva commettere questi errori se era un insegnante?

EDOARDO Ma non lo sapevo cosa insegnasse...

OTTILIA E un insegnante non sa che Schumann è del secolo scorso?

EDOARDO La cultura è specializzata...

CARLA Queste sono cose che sanno tutti...

EDOARDO Non è vero...

OTTILIA E' così.

EDOARDO Uno si specializza nella disciplina in cui si laurea...

OTTILIA E allora?

EDOARDO Che ne sapevo in cosa si era laureato?

OTTILIA In Lettere!

EDOARDO Perciò! Chissà con quale tesi di laurea...

OTTILIA I Lieder di Schumann e la cultura romantica!

EDOARDO Ecco, lo vedi... Cosa?!... Tu ti eri laureato...? Eh ma allora fui proprio un cretino!

CARLA No. Tu non potevi saperlo. Ma il fatto è che tu già cominciavi ad interessarti così poco a me che non ti accorgesti di come lui mi guardava.

EDOARDO Ma parlavo di Schumann...

CARLA Appunto!... Non posso fartene una colpa, però. Certo, è così: di tutto questo non posso fartene una colpa perché anch'io mi accorsi tardi che tu ti eri innamorato di Ottilia... Fu a casa, il giorno che mi portasti, per la prima volta, da che ci conoscevamo, dei fiori per il mio compleanno...

 

 

SCENA DECIMA

(Edoardo e Carla)

 

Il professore, Edoardo ed Ottilia scompaiono.

 

CARLA Ero appena tornata dall'ambulatorio quando ti vidi entrare con un mazzo di fiori bellissimo...

 

Edoardo esegue.

 

CARLA Non credevo ai miei occhi: tu con un mazzo di fiori per me. Non era mai accaduto. Non mi avevi mai regalato dei fiori. Mai, nemmeno i primi tempi che uscivamo insieme. Dicevi che non ti piaceva regalare fiori, mentre a me piaceva così tanto riceverli... Edoardo che mi regala dei fiori: stavo per svenire! Ma come mai, mi chiedevo? "Come mai?", ti chiesi.

EDOARDO Oggi non è il 13 marzo? Per il tuo compleanno, cara!

CARLA Edoardo, io sono nata il 15 giugno!

EDOARDO Porca miseria!

CARLA (Al pubblico.) Non sapevo quale fosse in me il sentimento che provavo in quel momento: ero mortificata perché non si ricordava il giorno del mio compleanno e al tempo stesso commossa perché, sbagliando, aveva avuto quel pensiero così gentile come mai gli era capitato.

EDOARDO (Nel passato.) Fino al 15 giugno non c'è speranza che si mantengano, vero?

CARLA (Al pubblico.) Ebbe in me la meglio il primo sentimento! (Nel passato.) Sei uno sciagurato! Ma come ho fatto ad innamorarmi di te?

EDOARDO Scusami...

CARLA Non dire niente, sai?

EDOARDO Non so come abbia potuto...

CARLA Ma sono io la scema che si era illusa...

EDOARDO Non dire così!

CARLA Certo, sono io!

EDOARDO Calmati...

CARLA Non mi sembrava vero, non mi sembrava! Non credevo ai miei occhi quando ti ho visto entrare con quei fiori...

EDOARDO Ne stai facendo una questione...

CARLA E certo, ma come poteva avere il pensiero gentile...

EDOARDO Ma l'ho avuto, solo che...

CARLA Solo che ti sei sbagliato di tre mesi!

EDOARDO Ma è quasi uguale: 13, 15...

CARLA Stai zitto, sai!

EDOARDO Ascolta...

CARLA Non cercare scuse!

EDOARDO Calmati, Ottilia!

CARLA (Pausa.) Come hai detto?

EDOARDO Che ho detto?

CARLA Che cosa hai detto?

EDOARDO Calmati.

CARLA No, il nome: che nome hai detto?

EDOARDO Calmati, Carla, che dovevo dire?

CARLA Tu hai detto: calmati, Ottilia!

EDOARDO Come?... Ah, davvero? Può essere... Nella confusione...

CARLA Proprio così! Nella confusione t'è uscito sulle labbra il nome che avevi nel cuore! (Al pubblico.) Ammetto che la frase mi venne un po' retorica, ma il senso l'avevo capito. Tutto cominciava a farsi chiaro... Evidentemente si sentiva in colpa; inconsciamente aveva voluto mostrarmi un sentimento che non c'era e s'era convinto che fosse il mio compleanno... I fiori! Certo, proprio quell'eccesso di affetto si rivelava ora come la prova più schiacciante contro di lui!... Veniva finalmente alla luce la crisi del nostro rapporto!

EDOARDO (A Carla, uscendo dal passato.) Ma allora devi raccontare tutto!

CARLA Che cosa?

EDOARDO Non devi raccontare soltanto quello che ti fa comodo!

CARLA Cosa stai dicendo?

EDOARDO (Al pubblico.) Passarono alcune settimane ed io mi accorsi che il professore ci stava provando con mia moglie...

CARLA E tu facesti la cosa più sporca che potevi fare!

EDOARDO Perché sporca? Volevo che anche tu provassi quello che stavo provando io con Ottilia: quel sentimento dolcissimo e struggente che un giorno lontano avevo provato verso di te e che avevo quasi dimenticato, ricomparso improvvisamente nei riguardi di lei.

CARLA Tu cercasti semplicemente di giustificarti con te stesso del tradimento cercando di spingere anche me al tradimento! E insistesti perché li invitassimo a cena: che cosa ignobile!

EDOARDO Ma lo vedi come sai rigirarti le cose a tuo piacere?

CARLA Non dire scemenze! Fosti tu ad insistere per invitarli a cena.

EDOARDO (Nel passato.) A che ora hanno detto che arrivavano?

CARLA Alle otto.

EDOARDO Dovrebbero già essere qui, allora. Sai che m'è parso di notare qualcosa nel professore?

CARLA Che cosa?

EDOARDO Non so... non ne sono completamente sicuro ma... ho avuto l'impressione che tu non gli sia indifferente.

CARLA E allora?

EDOARDO Niente, dico così.

CARLA Vuoi dire che dovrei mostrarmi anch'io gentile con lui?

EDOARDO Che c'entra!

CARLA Ti dà fastidio che a me non interessino gli altri uomini?

EDOARDO Ma che ragionamenti mi vai facendo?! Stiamo parlando di una persona precisa e tu subito generalizzi!

CARLA Ammettilo: è così.

EDOARDO Io non debbo ammettere niente... (Si sente suonare.) Eccoli! (Va ad aprire.)

CARLA (Al pubblico.) In quel preciso momento, in quell'attimo di assoluta sospensione dell'esistenza, mentre lui andava ad aprire la porta, loro erano aldilà della porta in attesa che qualcuno aprisse, in quell'istante in cui tutto potrebbe accadere ed il futuro essere irreversibilmente modificato... In quel preciso momento, decisi di fare anch'io la cosa più sporca che mai avrei potuto immaginare di fare: cercare di innamorarmi del professore.

 

 

SCENA UNDICESIMA

(Carla, Edoardo, Ottilia ed il professore)

 

EDOARDO (Rientra precedendo Ottilia ed il professore.) Stavamo appunto dicendo con Carla che questi incontri, tutti e quattro, dovremmo averli più spesso.

OTTILIA (Al pubblico.) Se non ero riuscita a capire perché Edoardo aveva tanto insistito ché accettassi quell'invito, ancora meno capivo il senso di quella frase: voleva che del nostro amore si accorgesse sua moglie? Assurdo!

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Non mi sembrava vero! Proprio lui, mi offriva l'occasione di frequentare sua moglie!

EDOARDO Accomodatevi!

CARLA Ciao!

OTTILIA Ciao!

IL PROFESSORE Sono contento di rivederti.

CARLA Anch'io.

EDOARDO Credo che uno dei motivi per cui ci si sposi è il piacere di avere ospiti degli amici a casa.

CARLA Possiamo sederci subito a tavola: è tutto pronto.

EDOARDO Come ci disponiamo?

CARLA Ecco: Ottilia vicino ad Edoardo... qui, ed io qui.

 

Si dispongono attorno ad un tavolo rettangolare lasciando uno dei due lati lunghi, quello di fronte al pubblico, vuoto. Sull'altro lato lungo sono: Carla a sinistra ed Edoardo a destra. Il professore è vicino a Carla, sul lato corto ed Ottilia sull'altro lato corto, vicino ad Edoardo. I discorsi si mescolano ma, di fatto, Carla ed il professore parlano tra di loro e così pure Ottilia ed Edoardo.

 

CARLA Ho preparato in fretta...

IL PROFESSORE Sarà senz'altro squisito.

EDOARDO Spero ti piaccia questa cosa.

OTTILIA Senz'altro, credo di sì.

CARLA Se avessi avuto più tempo, potevo preparare qualche piatto più ricercato.

OTTILIA A me piace quasi tutto. Debbo stare un po' attenta, perché mangerei sempre.

EDOARDO Non mi sembra che tu abbia problemi di linea!

IL PROFESSORE Anche questi mi sembrano piatti elaborati.

CARLA Si può fare di meglio.

OTTILIA E' perché sto attenta.

IL PROFESSORE Ti piace cucinare?

CARLA Sì, molto, a te?

EDOARDO A te piace cucinare?

IL PROFESSORE Oh, io non so cucinare!

OTTILIA Oh, io non so cucinare!

EDOARDO Vedi, io sono convinto di una cosa: che non si sposa una donna solo perché sa cucinare, no?

OTTILIA Anche per questo.

CARLA Io credo che tu sia un bravo insegnante.

IL PROFESSORE E cosa te lo fa credere?

CARLA Non lo so, mi sembri molto sensibile.

EDOARDO Io sono molto sensibile e avverto subito se una donna ha delle qualità che vanno oltre quella di saper mandare avanti una casa.

IL PROFESSORE Ti sembra che io sia sensibile?

OTTILIA L'ho notato subito che tu sei un tipo sensibile. Musicista, del resto!

EDOARDO Non significa, sai!? Io ho molti colleghi bravissimi che non sono sensibili.

CARLA Sì, mi sei parso subito una persona di una sensibilità particolare.

IL PROFESSORE Che significa, poi, essere sensibili?

OTTILIA Deve essere un'esperienza entusiasmante comunicare agli altri attraverso la musica.

CARLA Deve essere un'esperienza unica trasmettere il sapere a dei giovani.

EDOARDO E' qualcosa che non si riesce a spiegare. Ma anche tu con il canto, del resto, fai la stessa cosa.

IL PROFESSORE E' qualcosa che tutti dovrebbero provare. Credo che tu saresti un'ottima insegnante.

OTTILIA Non oserei mai comparare il mio livello al tuo. Io non sono che una dilettante.

EDOARDO Sei troppo modesta..

CARLA Perché dici questo?

OTTILIA Cosa te lo fa pensare?

EDOARDO Non so...

IL PROFESSORE Son cose che si intuiscono.

CARLA Mi fa piacere che tu me lo dica.

OTTILIA Mi piacerebbe affermarmi con la musica, ma finora mi son mancate le occasioni. Sai com'è quest'ambiente, no? Tutti raccomandati!

IL PROFESSORE E' una cosa che ho pensato subito.

CARLA Sei molto carino.

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Mi sentivo lo stomaco in subbuglio! Lei, improvvisamente si interessava a me...

CARLA (Al pubblico.) Più parlavo e più mi odiavo! Mi sforzavo di fare gli occhi da pesce lesso, ed ero convinta che lo sforzo era talmente evidente da mostrasi subito falso.

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Mi guardava con certi occhi che mi facevano sciogliere dentro...

CARLA (Al pubblico.) Non se ne accorse: allora era proprio cotto come una pera!

OTTILIA (Al pubblico.) La sfrontatezza di Edoardo che si appartava così spudoratamente a parlare con me, di fronte alla moglie, mi stava portando al settimo cielo: interpretai tutto questo come un chiaro segno che voleva troncare con lei.

EDOARDO (Al pubblico.) Quel riferimento ai raccomandati nel nostro ambiente, mi fece di nuovo balenare, fugacemente, l'idea che potesse essere interessata a me per qualche scopo nascosto. Ma parlare con Ottilia, anche delle cose più comuni e banali mi riempiva di una gioia così grande... così grande... che me ne spaventai!

OTTILIA Te ne spaventasti?

EDOARDO Sì: me ne spaventai.

OTTILIA Ma perché?

EDOARDO In un istante mi fu tutto chiaro: noi non siamo fatti per amare troppo. Se si ama troppo, la gioia connessa con questo amore, presto si trasforma in dolore. E quanto più si ama, tanto più si soffre.

CARLA Questa l'hai letta sui cioccolatini!

EDOARDO E' così. Mi tornò in mente l'amore folle che provavo per te all'inizio del nostro rapporto: mai e poi mai avrei potuto pensare che si sarebbe affievolito. E invece così era stato. E che dolore provavo, quando ripensavo a quei tempi!... Con Ottilia sarebbe stata la stessa cosa.

CARLA Tu non ti sei mai reso conto di questo: che il nostro amore non si era affievolito, ma eri tu che, per non esporti al rischio del dolore - come dici adesso - ti eri autocastrato!

EDOARDO Non dire queste cose che mi fanno impressione!

CARLA E' così: questo era il tuo modo di interpretare il nostro rapporto.

OTTILIA E allora? Torniamo al nostro di rapporto.

EDOARDO Decisi di smettere!

IL PROFESSORE Ma che sono sigarette! Guarda, io vado contro il mio interesse perché non posso che esser contento se finì questa vostra storia; ma quello che hai detto mi sembra una stronzata (Al pubblico.) Chiedo scusa: una stupidaggine. (Ad Edoardo.) Non è che uno decide di smettere di amare una persona come si decide di smettere di fumare!

EDOARDO Per me fu così!

IL PROFESSORE Ma no!

EDOARDO Ti dico di sì, invece.

OTTILIA Andiamo con ordine, però. Certamente quella sera io non mi accorsi che tu avevi preso quella decisione.

EDOARDO Non ti accorgesti neppure che allargai la conversazione a loro due?

OTTILIA Sì, lo notai; ma non lo misi in relazione a noi...

 

Tornano nel passato.

 

EDOARDO Voi che ne pensate?

CARLA Cosa?

EDOARDO Non stavate seguendo il discorso?

CARLA No, stavamo dicendo...

EDOARDO Domandavo... Curioso, non ricordo di che stavamo parlando!

OTTILIA Mi stavi dicendo...

EDOARDO E voi di cosa parlavate?

CARLA Noi... Di che parlavamo?

IL PROFESSORE Del fatto che...

CARLA Lo prendete un caffè?

OTTILIA (Al pubblico.) Terrificante! Ci stavano scaricando e non ce ne accorgemmo! Io, almeno, non me ne accorsi.

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Io ero ancora intontito da quegli occhi che mi guardavano così intensamente che non mi resi conto di nulla.

OTTILIA E quando arrivammo a scoprire i nostri reciproci tradimenti...

IL PROFESSORE Non confondiamo: il mio non era stato un tradimento!

OTTILIA Il tuo era stato un tradimento platonico.

IL PROFESSORE Appunto!

OTTILIA Cioè peggio del mio!

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Non vorrei sofisticare ma questo ragionamento non mi quadra.

OTTILIA Insomma, stavo dicendo che il fatto più assurdo fu di aver scoperto i nostri reciproci tradimenti soltanto quando, per loro, già tutto era finito...

IL PROFESSORE Per me, mai cominciato! (Edoardo e Carla scompaiono.)

 

 

SCENA DODICESIMA

(Ottilia, il professore e la voce registrata di Edoardo)

 

Ottilia ed il professore sono nel passato. Casa di Ottilia.

 

OTTILIA Senti, è da parecchio che debbo dirti una cosa...

IL PROFESSORE Una cosa? Che cosa?

OTTILIA Mi rendo conto che ti farà soffrire e... credimi, farà soffrire anche me. Fa già soffrire anche me.

IL PROFESSORE Avanti!

OTTILIA Vuoi che te la dica così?

IL PROFESSORE Avanti!

OTTILIA Pensavo ci fosse bisogno di un po' di preparazione...

IL PROFESSORE Non farebbe che allungare il brodo ed aumentare la tensione... se fossi teso.

OTTILIA Vuoi dire che non sei neanche un po' agitato per quella che potrebbe essere la notizia che debbo darti?

IL PROFESSORE Ma tu devi dirmi qualcosa o devi misurare il mio livello di autocontrollo?

OTTILIA Edoardo ed io ci amiamo.

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Avrei dovuto fare i salti di gioia a questa notizia: mi risparmiava di dovermi scusare con lei per la storia che credevo stesse nascendo fra me e Carla, ora che mi sembrava di notare Carla disponibile verso di me. Mi faceva superare di botto tutti i sensi di colpa che avrei potuto farmi verso di lei... Invece quelle poche parole mi ferirono, mi sentii trattato come uno straccio vecchio, messo da parte, escluso a causa di un altro dalla vita di lei... E reagii! (Ad Ottilia.) Non ci credo!

OTTILIA Ti dico che è così.

IL PROFESSORE Ho troppa stima di te per crederti.

OTTILIA Questa poi! Hai troppa stima... Sinceramente non ti capisco... Che significa?

IL PROFESSORE Tu non saresti mai capace di farmi una cosa simile!

OTTILIA Ma chi te l'ha detto? Che ne sai tu?

IL PROFESSORE Noi stiamo per sposarci...

OTTILIA Lo so. Questo non può che rendere più drammatica la nostra situazione ma non può cancellare il mio amore per Edoardo.

IL PROFESSORE Non ci credo. Forse tu sarai pure innamorata di lui, ma lui non ti ama.

OTTILIA Ma che ne sai tu?

IL PROFESSORE Lo so, lo so!

OTTILIA Tu non sai proprio niente! Credi sempre di sapere tutto e invece non ti accorgi mai di niente! Tu dici questo solo perché non vuoi perdermi. E ti capisco, credimi che ti capisco... Ma non posso farci niente.

IL PROFESSORE Sono convintissimo di quello che ti ho detto.

OTTILIA E allora provamelo! Avanti: dammi una prova!

IL PROFESSORE Senti, sei tu che devi dimostrarmi che lui ti ama, non io il contrario.

OTTILIA Ah, sì? Vuoi una dimostrazione? Ti serve una prova? E allora avrai la tua prova.

 

Ottilia compone un numero al telefono attivando il "viva-voce". Dopo un po', amplificata, si sente la voce di Edoardo.

 

VOCE EDOARDO Pronto?

OTTILIA Ciao Edoardo, sono io.

VOCE EDOARDO Ah, ciao.

OTTILIA Ti disturbo?

VOCE EDOARDO Come?... No, non proprio... E' che stavo...

OTTILIA Lo sai che non posso stare troppo tempo senza sentirti...

VOCE EDOARDO Sì.

OTTILIA Volevo sentirmi dire che mi ami.

VOCE EDOARDO Come?

OTTILIA Mi ami?

VOCE EDOARDO Senti Ottilia...

OTTILIA Ho capito, hai gente vicino e non puoi parlare. Rispondimi solo con un sì o con un no.

VOCE EDOARDO Ma a cosa?

OTTILIA Alla domanda che ti ho fatto: se mi ami.

VOCE EDOARDO Ma dai...

OTTILIA Solo un sì o un no, ti prego.

VOCE EDOARDO Ottilia, non sono cose che si dicono per telefono...

OTTILIA Ma come non si dicono per telefono? E tutte le volte che ce lo siamo detti, anche per ore!

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Capii d'un tratto il senso delle ultime bollette telefoniche!

OTTILIA Ora ti sto solo chiedendo un sì... o un no.

VOCE EDOARDO Senti, noi... ecco... io volevo chiamarti... volevo chiamarti già da tempo io per dirti... per dirti che noi due dovremmo parlare...

OTTILIA E parliamo allora!

VOCE EDOARDO Ma non per telefono!

OTTILIA Edoardo, cos'è che devi dirmi? Qualcosa è cambiato fra di noi?

VOCE EDOARDO Ecco... non proprio cambiato... Insomma: sì! Qualcosa è cambiato, tutto è cambiato, da quando ho capito che... ho scoperto che mia moglie... nonostante il tuo professore ci stesse provando... lei invece mi ha sempre voluto bene... Ho visto che... poveretta, ci ha pure provato ad innamorarsi di lui, ma non può fare a meno di me!

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Mazzata tremenda! Cercavo la prova che Edoardo non amasse Ottilia e trovai la prova che Carla non amava me.

OTTILIA Ma... e me lo dici così?

VOCE EDOARDO Te l'ho detto che non sono cose che si possono dire per telefono, ma tu hai insistito! Io... io debbo ringraziarti in certo qual modo, Ottilia, perché tu... perché tu mi hai fatto riscoprire mia moglie.

OTTILIA (Aggancia, fra le lacrime.) Addio!

IL PROFESSORE Ma allora...

OTTILIA Non mi ama!

IL PROFESSORE ... non mi ama!

OTTILIA Non ama me! Che c'entri tu?

IL PROFESSORE A me non mi ama Carla!

OTTILIA E a me Edoardo!

IL PROFESSORE Appunto!

OTTILIA Che stupida!

IL PROFESSORE Che illuso!

OTTILIA Come una ragazzina...

IL PROFESSORE Come un fesso...

OTTILIA ... mi ero innamorata follemente.

IL PROFESSORE ... ci son cascato come un fesso.

OTTILIA Mai più! Mai più debbo innamorarmi... Ed ero così felice, fino a poco fa! (Piange.)

IL PROFESSORE Mi stava usando per far ingelosire il marito, è chiaro!

OTTILIA (Al professore.) Dunque tu ci stavi provando con Carla!

IL PROFESSORE (Come colto in fallo.) Sì. (Realizzando.) Come?! Ah, sei tu che mi fai la scena di gelosia, dopo che ti ho sentito al telefono... (Imitandola.) "Dimmi che mi ami!", "Rispondi sì o no!"

OTTILIA Sei un mostro!

IL PROFESSORE Sei... sei... sei un'adultera! (Al pubblico.) Quando mi altero uso un vocabolario ricercato ed arcaico... anche a sproposito: (Di nuovo ad Ottilia.) infingarda!

OTTILIA Ti odio!

IL PROFESSORE No, sono io che odio te!

 

Ottilia ed il professore scompaiono, mentre il loro alterco prosegue a soggetto, anch'esso scomparendo progressivamente. Ricompaiono Carla ed Edoardo.

 

 

 

 

 

 

SCENA TREDICESIMA

(Edoardo e Carla)

 

CARLA (Al pubblico.) Mentre loro due si scontravano violentemente, fra me ed Edoardo riprendeva ad allacciarsi qualcosa... E' un fatto questo che, a distanza di tempo e dopo quanto sarebbe successo, ancora ha, per me, dell'incredibile. Come se dei fluidi emanassero dalle persone e gli spostamenti verso l'uno o verso l'altro fossero condizionati da questi fluidi invisibili, senza che noi ce ne accorgiamo, convinti, al contrario, di essere noi a scegliere e a decidere...

 

Nel passato.

 

CARLA Ti noto diverso negli ultimi tempi.

EDOARDO In che senso?

CARLA Non so, un po' più attento a me.

EDOARDO Sei tu che non ti sei accorta prima di questo.

CARLA Non dire fesserie! Io non me ne sono accorta semplicemente perché tu non ti sei più interessato a me.

EDOARDO Non dico fesserie.

CARLA Tranne che nei primi tempi, quando eri affettuoso e me lo dimostravi continuamente, per anni sei stato... non dico freddo!... Come non tenuto a manifestarmi i tuoi sentimenti...

EDOARDO E' così: quando i sentimenti si conoscono non c'è bisogno di manifestarli continuamente.

CARLA (Affettuosa.) Non ci credi nemmeno tu a quello che stai dicendo.

EDOARDO Ti fai certe convinzioni!

CARLA E allora perché in questi ultimi giorni sei diverso?

EDOARDO Ma non sono diverso affatto!

CARLA Da quanto non vedi Ottilia?

EDOARDO Non lo so...

CARLA E da quanto non la senti?

EDOARDO Ma non lo so...

CARLA Ecco: in questo sei diverso.

EDOARDO Non capisco quello che...

CARLA Ma perché ti senti così in imbarazzo a farmi sentire che mi vuoi bene?

EDOARDO Che dici?

CARLA (Avvicinandosi a lui.) Sei ancora un ragazzino...!

EDOARDO E' che a te piace atteggiarti a mamma.

CARLA E non posso: non abbiamo figli.

EDOARDO Ma non posso recitare io la parte del...

CARLA (Lo abbraccia.) Non parliamo più... (Lo bacia. I due si lasciano finalmente andare ad un lungo bacio.)

 

 

 

 

 

SCENA QUATTORDICESIMA

(Ottilia ed il professore)

 

Carla ed Edoardo scompaiono ed appaiono Ottilia ed il professore.

 

OTTILIA (Al pubblico.) Forse quella teoria di Carla sui fluidi ha un qualche fondo di verità, perché, proprio nello stesso istante in cui loro due si riconciliavano, anche fra di noi scattava qualcosa. O forse siamo veramente noi che decidiamo di cambiare quando riusciamo a vedere le cose sotto una prospettiva diversa... (Nel passato.) Io volevo chiederti perdono...

IL PROFESSORE (Al pubblico.) Stavo per dirglielo io! Fui infastidito dal fatto che m'avesse anticipato. Volevo dirglielo da qualche giorno; da quando avevo capito che così non si poteva andare avanti. Scoprire che Carla non provava nulla per me mi aveva buttato a terra, ma era stato ancora peggio quando mi ero reso conto che questa storia mi stava cambiando troppo!

OTTILIA Che vuoi dire?

IL PROFESSORE Prima ancora della telefonata mi era capitato un fatto... Vedi, quel fatto mi era già accaduto, ma per interpretarlo così come l'avrei poi interpretato, dovette accadere un altro fatto alla luce del quale quel primo fatto... Credo di essermi legato il cervello!

OTTILIA Vai con ordine e cerca di spiegarti!

IL PROFESSORE Un giorno a scuola - la famosa telefonata ancora non c'era stata... Un giorno a scuola, stavo interrogando una ragazza, una delle ragazze più carine che ho in quella classe e... e mentre lei parlava, improvvisamente del suo volto non potevo fare a meno di notare... una bolla con il pus che stava per affiorare...

OTTILIA Che schifo!

IL PROFESSORE No, no, fammi finire...! Ti ripeto che quella ragazza era una delle più carine, eppure, di lei non notavo altro che difetti: la pelle unta... le orecchie troppo sporgenti... una peluria sopra il labbro... i denti in fuori...

OTTILIA Se questa era la più carina, figuriamoci le altre!

IL PROFESSORE No, è questo che sto cercando di dire: era davvero la più carina, era sempre stata la più carina... Ero io invece a vederla ora in modo diverso... (Come se avesse davanti la ragazza in questione, esprime ad alta voce i suoi pensieri, alternando i pensieri opposti, come se li formulasse in tempi diversi.) Che tenerezza questa bollicina, si vede proprio che è ancora una bambina!... Dio che schifo tutto questo pus, potrebbe esplodere da un momento all'altro!... Il lucore di questa pelle però le dà, al tempo stesso, un che di sensuale!... Speriamo che non si passi una mano sulla faccia ché poi mi unge tutto il registro!... No, l'aria sbarazzina gliela danno queste orecchie un po' sporgenti!... Se continuano a crescerle, questa finisce che deve girare la testa per passare attraverso le porte!... La sensualità la si vede anche da questa soffice peluria sul labbro!... Dovrò regalarle un rasoio per Natale, chissà se capisce!...

OTTILIA Insomma, che vuoi dire?

IL PROFESSORE Capisci, io avevo cambiato completamente tutto il mio modo di vedere...ma al momento non me ne accorsi. E' stato dopo quella telefonata, che mi tornò in mente questo fatto... E allora capii!

OTTILIA Che cosa capisti?

IL PROFESSORE Una cosa che ti fa cambiare in peggio il modo di vedere la vita non può essere giusta!

OTTILIA Che cosa bella che hai detto! Io però non mi accorsi di tutto questo, quel giorno.

IL PROFESSORE Dove eravamo rimasti?

OTTILIA Io ti chiesi perdono.

IL PROFESSORE (Nel passato.) No... sono io che ti chiedo perdono.

OTTILIA (Nel passato.) Non fare il fesso: tu non hai nulla da farti perdonare. Tu non hai fatto nulla per cui io debba perdonarti.

IL PROFESSORE Mi vuoi umiliare?

OTTILIA (Gli si avvicina.) Lo vedi che non so che farti del male?

IL PROFESSORE Ci capitano delle cose che... che quando ci siamo dentro non crediamo potremmo starne fuori e... e quando ne siamo fuori... non capiamo come abbiamo fatto ad entrarci dentro.

OTTILIA (Lo abbraccia.) E' così. (Lo bacia. Anche loro si abbandonano ad un lungo bacio.)

 

 

SCENA QUINDICESIMA

(Carla, Edoardo, Ottilia ed il professore)

 

Ricompaiono anche Carla ed Ottilia che si stanno ancora baciando. Dopo un po', contemporaneamente, smettono tutti e quattro di baciarsi e, come fossero nelle rispettive abitazioni:

 

CARLA Sai a chi pensavo in questo momento?

OTTILIA Lo sai che stavo pensando?

EDOARDO Ad Ottilia e al professore.

IL PROFESSORE Stavi pensando a Carla ed Edoardo.

CARLA Non mi sembra giusto che tutto finisca così con loro due.

OTTILIA Mi dispiace che non ci si possa chiarire.

EDOARDO Che vuoi dire?

IL PROFESSORE Vogliamo telefonare?

CARLA Invitiamoli a cena: sarà l'occasione per chiarirci.

OTTILIA E' una buona idea.

EDOARDO E' un ottima idea.

 

Contemporaneamente, Ottilia e Carla vanno ai rispettivi telefoni e compongono il numero.

 

CARLA E' occupato. (Aggancia e riprova.)

OTTILIA Occupato. (C.s.)

CARLA Ma con chi starà parlando? (C.s.)

OTTILIA Sempre al telefono! (C.s.)

CARLA Non vorrei che fosse un segno del destino. (C. s.)

OTTILIA Forse questo telefono occupato vuole dirci qualcosa. (Non riprova. Fa per allontanarsi ed il telefono squilla. Ottilia risponde.) Pronto.

CARLA Ciao, Ottilia.

 

Buio. Subito dopo, appena si riaccendono le luci, li troviamo nelle posizioni in cui li avevamo visti all'inizio, seduti ed illuminati da un fascio di luce. Parleranno guardando il pubblico.

 

CARLA Ridemmo della comune idea di ritrovarci a parlare, per chiarirci... per parlare, comunque...!

OTTILIA Decidemmo un localino dove poter star tranquilli, come due coppie di innamorati.

IL PROFESSORE A me non andava di guidare e allora chiedemmo se potevano passare a prenderci con la loro macchina.

EDOARDO Fui un po' titubante nell'accettare, perché i freni, un paio di giorni prima, mi avevano dato qualche problema. Era mia intenzione di farli controllare proprio l'indomani mattina - avevo appuntamento con il meccanico. Ma alla fine non mi sembrò una questione tale che poteva bloccarci: andammo con la mia macchina.

OTTILIA Parlavamo di tutto durante il viaggio, soprattutto io, che sedevo dietro; ed Edoardo, che guidava, si voltava spesso per rispondere alle mie osservazioni...

CARLA Io non sapevo dove poggiare la mia borsetta e alla fine mi decisi a poggiarla fra me ed il sedile di Edoardo...

EDOARDO Esattamente sul freno a mano!

 

Buio. Rumore assordante di una frenata e del successivo schianto. Pausa. Poi, di nuovo i quattro seduti ed illuminati come prima.

 

CARLA I primi soccorsi arrivarono dopo un'ora.

OTTILIA Troppo tardi, ormai...

IL PROFESSORE Si resero subito conto che non c'era più niente da fare, per nessuno di noi quattro, e non ci portarono nemmeno all'ospedale.

CARLA Chiamarono subito il prete!

OTTILIA Mi dispiacque tanto per quel vestitino che m'ero messa!

EDOARDO Me l'avevano tanto raccomandato quel localino per come cucinava il pesce e m'è rimasto qui!

IL PROFESSORE Il giorno dopo avevo fissato il compito in classe... Per i miei alunni il dolore per il mio trapasso fu senz'altro attenuato da questo fatto!

OTTILIA Morire non ha però soltanto aspetti negativi...

IL PROFESSORE Infatti! Non ho dovuto pagare le bollette telefoniche per le tue telefonate.

OTTILIA Non ci si deve più preoccupare di mettere l'acqua alle piante del giardino...

IL PROFESSORE Che altro dire?

OTTILIA Soltanto che qui finisce il racconto!

CARLA E quando finiscono i racconti, finisce tutto.

EDOARDO Questa è la nostra storia, Signore. Attendiamo un vostro giudizio.

 

SIPARIO

Giancarlo Loffarelli

via Variante, 26

04018 Sezze (LT)

0773888593

03395404835

lecolonne79@libero.it