SE IO HO PERSO… CHI HA VINTO?

di

Abner Rossi

“che cos’è un attore oggi?” (monologo n°1)
Ogni attore ha a disposizione del tempo …..per vendersi.
Se volete posso essere anarchica, ideologica, di destra se serve o di sinistra se il luogo lo comanda. Un ideale venduto a minuti ……….
Spesso questo è il nostro mestiere che varia continuamente a seconda del luogo……e del pubblico.
Un artista oggi può non essere bravo, ma ha l’obbligo di essere un grande osservatore…..grandi osservatori noi artisti di oggi…..
Non si studia uno spettacolo, no! non è poi così importante, ma il luogo dell’esibizione si!…..chi ci guarda ……..
se c’è la tv e …….quale!
Del resto siamo nati come buffoni di corte e la nostra corte oggi è immensa
……..piccoli e grandi re dalle poche idee e dalle immense unghie.
L’immensità della nostra corte…dove le parole puzzano di falso ed i vassalli si sprecano, è direttamente proporzionale alla nostra smania di venderci
ed ha per risultato una immane e gesuitica solitudine………
Accade così che è molto facile essere inutili….
Quasi impossibile essere scomodi!

Canzone: Animali da palcoscenico

“pensieri e riflessioni” (monologo n°2)
dove A sta per attrice e dove G. sta per Gaber

A- Ciao! chi sei? G- Io? Tu chi sei, che ci fai ancora qui a parlare di sogni?
A- Quali sogni? G- I tuoi, quella miscela di idee che ti prepari a dare al pubblico. A- Non sono sogni, sono i miei pensieri, le mie riflessioni, la mia esperienza, se vuoi la mia vita…insomma. G- Cioè, fammi capire: tu stai iniziando uno spettacolo partendo da quello che tu sei? A- Beh, si! Non va bene? G- Sei patetica, ma dove vivi? A- Guardi che io non sono qui per farmi offendere da lei! G- Non è per insistere, ma dovresti aggiornarti. Vita, esperienza, pensiero, addirittura riflessioni. Ti prego: esci, guardati intorno, attraversa la strada sulle strisce pedonali e, se sopravvivi, leggi un quotidiano, accendi la televisione…insomma informati, se ti informi ti accorgerai di non avere alcun motivo per voler continuare a cambiare il mondo. A- Ma io non lo voglio cambiare, non voglio cambiare nessuno, ma questo non significa che io mi imponga di essere stupida. G- Io, se tornassi indietro, un tentativo per essere stupido lo farei. Vuoi mettere: è così bello essere vacui! Vuoi un esempio: cosa c’è di più bello che sapere che il petrolio si sta esaurendo e fottersene comprando un SUV. Mi arrampico …piano piano per salire al posto di guida, calzo i Ray-Ban e via… verso il distributore. A- Dolce e Gabbana! G- Dolce e Gabbana? A- Si, i ray-ban erano trendy ai suoi tempi, oggi le firme sono Dolce e Gabbana, Lexus, Diesel, Safilo. G- Ai miei tempi….(lento) Ecco, si. Ai miei tempi si poteva cambiare il mondo! A- E infatti l’avete cambiato! Eccolo qui! Bravi! G- Beh qualcosa è andato storto! Però abbiamo fatto il possibile! A- Abbiamo? Chi? G- Tanti. A- infatti vi hanno addirittura dedicato delle Fondazioni, ma lei mi sta facendo perdere tempo. Sono qui per uno spettacolo, non per la rivoluzione. G- Zitta! Non pronunciare quella parola. Porta sfiga. Chi l’ha detta, ma anche chi l'ha pensata …..non esiste più .....ha perso. Questa è l’epoca del rinnovamento, del cambiamento, della trasformazione. Sono solo parole vuote ma basta dirle e ti votano! A- Ci risiamo, lei mette tutto in politica! Sa che comincio a credere di sapere chi lei sia? Io parlo di sentimenti, di femminilità, di perdono, d’amore, figli… G- poveretta! A- Come poveretta? Non sono le cose più importanti della vita? G- Volendo…magari….forse…mah….insomma…NO! (SECCO!)
Canzone: Di cosa parliamo quando parliamo d’amore

“certe notti” (monologo n°3)
Mi sono capitate notti in cui ho scommesso e vinto Notti nelle quali ho perso prima di scommettere E notti dove scommettere era inutile. Mi sono capitate notti per amare e notti per odiare, notti silenziose e liquide, notti ruvide, notti piene e notti vuote. Notti peggiori di qualsiasi brutto giorno e notti meravigliose, notti brevi quanto un applauso e notti lunghe come un falso arrivederci a volte non avevo le carte per il gioco del giorno successivo né la forza per una nuova storia. Mi è capitato di bluffare e mi è capitato di far finta di perdere anche con carte imbattibili. Di giorno…… Ho detto verità e menzogne e ho riso di cuore almeno quanto ho pianto. Non ho mai voltato le spalle ad un amico, né ho mai tradito un amore. Quando non potevo evitarlo sono stata stupida, ma non ho mai rinunciato a sbagliare per la paura di pagare un conto. ho capito tardi il significato di essere donna. ma oggi……. Oggi rifarei esattamente ciò che ho fatto e riattraverserei i miei errori uno per uno. Fermerei il tempo…….per un minuto di tenerezza. Per i tuoi occhi svegli che mi guardano assonnata.

E tu mi vieni a dire che una donna…


Una vita in self (monologo n°4)


Gentile signore, mi vuole stasera? ieri è passato e domani non c’è?
Si ricorda quel giorno di tanti anni fa, quell’oltre la porta del suo appartamento
…….felici sposini, di certo spaesati e un po’ timorosi?

Non si ricorda? Troppo tempo è passato? Eppure promise una volta per tutte…amore per sempre!
E adesso lei dice di esser deluso, che sono cambiata,
che quella donna di tanti anni fa, l’ha persa per sempre,
è stata distratta da cento altre cose diverse da te.

Bugiardo e imbroglione lo sei sempre stato, ma ora di più.
Ma non ti ricordi il tuo capoufficio
le sere da sola,
la tua segretaria
I baci mancati
la mamma che chiama,
il giornale da leggere
il ronfare di notte
la pressione alta
la televisione
poi questo poi quello

il sesso distratto, la mia delusione, la spesa alla coop,
le cene in silenzio, I figli e la scuola e il mutuo di casa,

E la tua carriera
la macchina nuova
lo sport in tv,
la pesca sportiva
il cicloamatore
le rate in scadenza
andare per monti
gli amici ogni tanto
e poi il pokerino,
l’amante nascosta
papà che sta male
il figlio che fuma,
la figlia imbecille che scappa di casa
la zia lontana,
di nuovo la mamma

il nuovo lavoro
le riunioni la sera
ancora l’amante
lo sguardo lontano
la televisione,
a cena alle otto e la colazione “ aspetta mia cara! ritorno domani”
ed il cellulare, fissato all’orecchio …..i tuoi messaggini.
Tutta la vita una somma di scuse.

Mio caro signore stasera è finita e la sua distrazione la tenga per sè.
Domani c’è il sole, ma solo per me.


sere bastarde (monologo n°5)

Non tutte le sere sono uguali.
Alcune trascorrono facilmente seguendo la storia che ho tracciato di giorno.
Altre fanno storia a sé ….e si scompongono in frammenti indipendenti dalla mia volontà e dalla mia esperienza.

Io le chiamo sere bastarde!

Quelle rare sere mi sommergono di colori che non fanno parte della mia tavolozza
e di voglie che non ho di solito

….e sono bastarde perché non saprei dire assolutamente niente della loro esistenza
né della loro provenienza.

Vengono da un mondo mio che io non conosco come tale.

Vengono da spazi inesplorati e da distanze inaudite.

Vengono da sensazioni che non ho provato e da vita che non ho vissuto.

Vengono da facce che non ho visto e da parole che non uso.

Quelle sere vengono da strade che non ho percorso,

da uomini che non ho avuto

e da canzoni che non ho scritto.

Di certo vengono da pensieri che non ho fatto.

Eppure …sono le sere più vere della mia vita.

E mi assomigliano come nessun’altra
e sono bastarde…come me!


Canzone: Un senso

“..da quando sei nella mia vita
tutto mi sembra meraviglioso!” (monologo n°6)

Mi dicesti proprio queste parole. Stavamo mangiando una pizza, semplicemente, lo facevamo almeno una volta la settimana. Sono rimasta a metà…sospesa. Mentre sollevavo gli occhi per guardarti provai due o tre sentimenti diversi:
il primo:e adesso cosa gli rispondo?
Il secondo: devo guardarlo negli occhi e i miei devono essere almeno pieni di gratitudine.
Il terzo:eppure questa frase l’ho già sentita…

Per fortuna i miei occhi – allenati alle trappole - diventarono umidi, come febbricitanti e tu, soddisfatto dell’effetto delle tue parole, girasti leggermente gli occhi verso la partita di calcio che la televisione della pizzeria stava trasmettendo. Mai stata, come quella volta, grata alla tv. La questione comunque era stata posta e, mentre tu fingevi di essere con me torcendo gli occhi alla partita, pensavo: che bella responsabilità! Gli servo per avere una vita meravigliosa. Carino però!
Si ma…io voglio stare nella mia vita. Stare con un uomo è come se due vite si dovessero incontrare con le loro particolarità, no? Lui pensa ad una fusione, io ad un incontro……ma poi, sono sicura di volerlo incontrare?

Ma tu guarda questo. Mi invita a cena (una pizza poi) e mi butta in faccia uno stramaledettissimo luogo comune….poi rimane con un sorrisetto ebete sulle labbra ed io non so nemmeno se sorride per me o per il vantaggio della sua squadra.

Lo so, non è affatto facile trovare un uomo…ma..forse è meglio lasciar perdere!
…perché io vorrei un uomo …

Canzone: Il bacio sulla bocca

“gli ultimi” (monologo n°7)


GLI ULTIMI

“beati gli ultimi perché di loro sarà il regno dei cieli (risatina stupida)…..

Gli ultimi sono quei miliardi di persone che riempiono il pianeta, ma che non hanno nessuna possibilità di determinarne il futuro. Milioni di anni fa erano una classe…….oggi spippolano sui telecomandi sperando che la loro avventura finisca prima possibile

Non che gli ultimi siano molto diversi dai primi ed infatti né condividono gli scopi, gli obbiettivi e gli hobbies. Se solo qualche decennio fa, gli ultimi, combattevano per la sopravvivenza oggi li vedi correre vestiti da ginnasti mentre portano a spasso la loro cellulitica disperazione. Gli ultimi, notevolmente più poveri di sempre e spogliati di qualsiasi autodeterminazione, sorridono se riescono a non pensare……felici di essere assolutamente, felicemente e volutamente schiavi. Gli ultimi, avendo cancellato l’intelligenza, non sanno di essere più numerosi oggi che in qualsiasi altra epoca. Qualcuno di loro aspira alla barchetta (e talvolta la possiede) dove trasportare, nelle poche ore libere, suocere siliconate, mogli imbarazzanti e figli così rimbecilliti dalla play station che non hanno mai alzato gli occhi per vedere un tramonto. Gli ultimi amano fornirsi spesso di gigantesche auto per compiere quei pochi chilometri che li separano da un letto nel quale gettarsi sfiniti. Auto che pagano con il secondo lavoro, fatto immancabilmente in nero. Gli ultimi hanno anche delle complici, omologate come mogli, anch’esse ultime e per giunta annoiate da una vita dedita ad un tale che pensavano uomo, marito, compagno e che invece è risultato un figlio in più e, per giunta, asessuato. Convinti che l’ ipocrisia sia la libertà e che piegarsi a novanta gradi sia la democrazia sono sicuri che questa sia da considerarsi la forma migliore in cui vivere.

Gli ultimi hanno soppresso il loro pensiero per prenderne uno qualsiasi in prestito dal primo eroe televisivo, strapagato ovviamente, da chi lo sta usando per i propri loschi scopi. Gli ultimi, ritenendosi ormai esseri superiori e affrancati da qualsiasi bisogno di critica individuale…..e troppo deboli per sopportare il peso di un cervello pensante, trattano il pianeta come bene da consumarsi ogni giorno. Poco importa se per questo hanno perso la capacità di essere individui, animali, specie!


canzone LA MINORANZA

“a teatro” (monologo n°8)

Cos’è il teatro… oggi?
Una volta….”cara ho preso due biglietti per…..
ed io onorata, felice…..gratificata…
magari cara, al ritorno beviamo qualcosa…….
un biscotto di mandorlee, due paroleeee….
e poi e poi……normale no?
Au-to-maticooo!

Ma certo caro. Grazie del pensiero
Avevo proprio voglia di passare
una bella sera con te!
Il teatro e l’amore!…..un po’ di sesso magari,
ma con galanteria, con eleganza…
volendosi bene.

Oggi no! Il teatro fa male all’amore.
Non si comprano i biglietti, ma i “ticket”
……e già questo: cara ho prenotato due ticket
via, impossibile dire altro……si crea il gelo!
Cosa mai può rispondere una donna se le dici: cara ho comprato due ticket…..
Dove caro…. su internet? Al box office?
Più niente! Magari al teatro poi ci vai
Ma non ti vuoi bene……ci vai, basta! consumi

……ammesso che tu superi il trauma
di un’indicibile e inconfessabile imbarazzo
dovuto alla tristezza del niente con cui combatti

…….e finalmente ci sei.
Ah il teatro è sempre qui, sempre uguale
Le sue luci…… sempre le stesse. Per fortuna!

Vedi cara….non siamo più abituati, dobbiamo fare uno sforzo
per uscire di casa……..ma poi!

LA RESA DEI CONTI!………che straordinario niente!

Il teatro è ormai in mano a ragionieri oscuri, peggio, a imbalsamatori esperti di sopravvivenza e auto riproduzione, a politici senza vergogna e ad accattoni miopi e nullatenenti tranne che di montagne di presunzione...e di esperienze mai fatte, non vissute, non viste.

Schiocchi personaggi riciclati da qualcosa di precedente e precedente e precedente e via così!

Aziende di perdite previste e di finanziamenti dispersi, di uffici stampa e di giornalisti assenzienti, di lobbies di imprenditori con la voglia di far cultura per disperazione e per impotenza o per favorire questo o quello.....sempre ammesso che coloro votino...

Gente che al teatro va con la fascia tricolore...e solo se c’è la TV

Canzone: Com’è profondo il mare

“futuro presente” (monologo n°9)

Sul ciglio del presente che si fa futuro, nasce la vita….e il tempo degli uomini.
Solo il caso determina la buona o la cattiva sorte. Semplicemente un segno positivo o negativo. Altro che destino!

Questa parola l’abbiamo inventata per giustificare la nostra presunta superiorità nei confronti di tutto il resto: piante, animali, cose apparentemente inanimate.

La presunzione è una parente stretta della vigliaccheria ed infatti il destino serve a darci coraggio, come se vivere non bastasse.

Si voglia o no tutto è relativo e quindi privo di solidità. Per questo l’umanità ha inventato gli Dei, per respingere l’idea e la paura del provvisorio.

Eppure, pur terrorizzati dal provvisorio, rapiniamo le ricchezze che la terra ci ha messo a disposizione
eppure facciamo guerre fratricide
eppure ci inventiamo pessimi regimi che chiamiamo di convivenza civile organizzata o ….democrazia.

Non trovate strano che esseri apparentemente intelligenti che si fregiano del diritto di chiamarsi uomini competano per vincere uno sull’altro?

Non vi sconvolge che per prevalere si uccidano o si rendano schiavi?

Non credo sia sufficiente auto nominarsi uomini senza aver fatto niente per esserlo.

Canzone: Girotondo

“la tragedia del Signor G.” (monologo n°10)

M. Buonasera Signor G. G. Conosce il mio nome? M. Certo, chi non la conosce! E poi io conosco chiunque. G. Lei chi è? M. Oh mi chiamano in tanti modi, ma per lei sono un’amica….che vuole tirarla fuori dai
guai
G. Guai? Io non ne ho mai avuti…si insomma qualcuno, ma pochi come tutti. M. Si, si lo so, ma guardi che il suo guaio è pensare. G. Ecco, questo è vero.
M. E adesso non è più tempo di pensare, infatti lei è solo, molto solo, il più solo e io son
venuta ad aiutarla. Se continuasse diventerebbe patetico, meglio chiuderla qui!
G. e il mio pubblico? Il mio prossimo spettacolo?
M. ohhhhh, il suo pubblico! Già il suo pubblico…quale? Quello che rideva delle sue
fatiche, che l’applaudiva, che, visto il suo dramma, si riprometteva di rifiutare lo
schifo giornaliero e, finito lo spettacolo, saliva in macchina e dimenticava?
E il suo prossimo spettacolo lo farà per me!
G. Ma serve uno che dica la verità! Che denunci, che inciti a partecipare.
M. Rivoluzione?
G. No, che c’entra la rivoluzione……. ma insomma, perlomeno un po’ di ribellione!
M. Quale verità? Partecipare a cosa? Denunciare chi?
G. Pessimista?
M. Beh si, pessimista….perché lei non lo è?
G. Io no! Lo so che il popolo….la sinistra……gli operai…..i giovani……i bambini….
M. La smetta, venga con me. La gente come lei ha chiuso e poi non c’è più tempo…
dove andremo starà in pace!
G. Eh no, mi scusi, ma io in pace mai….nemmeno lì dove andiamo…..e poi il suo capo
non mi piace! Troppo distratto! Vede signora…….se fossi Dio!
M. (ridendo) Se fosse Dio? Prosegua!
G. Se fossi dio (triste) . ..(poi con rabbia)…le farei vedere io di cosa sono capace quando creo! (dimesso) Che casino!
M. Lasci le cose come stanno….tanto ci pensano da soli a fottersi!

canzone I SOLI DI G. GABER

“se io ho perso… chi ha vinto?” (monologo n°11)

Ha vinto chi pensa che qualsiasi dramma privato debba obbligatoriamente diventare uno spettacolo pubblico.

Ha vinto chi usa la disperazione come qualsiasi altra merce. Ha vinto chi sceglie di rimanere in famiglia fino a quarant’anni perché, se è vero che suscita qualche problema di spazio, è certamente meno faticoso. Ha vinto chi preferisce uscire la mattina vestito come un pagliaccio a cavallo di una bicicletta da corsa e ….dimenticare che niente è bello e profumato come una donna. Ha vinto chi ha deciso di abolire gli specchi e procedere a una loro sostituzione di massa con schermi sempre più sofisticati dai quali altri pensano per te e provvedono a farti sapere chi sei, se sei nel giusto e cosa dovrai fare oggi, domani e dopo. Ha vinto chi farebbe tutto pur di vincere anche se gli dimostri che la vita non è una corsa impazzita verso un traguardo pieno di illusioni.
Ha vinto chi dà alla menzogna la dignità della verità di parte

Ha vinto chi non ha un’anima o è pronto a venderla a chiunque offra l’assenza di responsabilità

Ha vinto chi considera la libertà……..(rullo di tamburo) già, la libertà! Ormai questa parola è stata degradata ad allergia stagionale……starnutisci un po', ti curi ……poi passa! Ha vinto chi pensa che la democrazia......... (rullo di tamburo). La mattina la desideri, a pranzo la sopporti, nel pomeriggio la allontani, la sera ormai stufo di parole inutili come partecipazione, popolo, elezioni, economia, decisioni condivise, sacrifici, la vorresti esportare…Ci sarà pure un popolo così cretino da crederci ancora! Ha vinto chi è solo, ma è convinto che esserlo voglia dire essere migliore di chiunque gli stia vicino.

E’ vero, io ho perso…..non c’è dubbio! E la partita non verrà rigiocata. Non è la fine del mondo! Il guaio è che i vincitori non hanno nessuna idea circa la felicità…..né la mia, né la vostra, né la loro.

Canzone: La musica è finita

“vent’anni” (monologo n°12)

troppi per essere veri, ci sei? ci sei?

Attenta, piccolo passerotto, un attimo e…..
funi bianche avvolgeranno i tuoi pensieri..come gli anni
e sarai costretta a rallentare!

Rallenta ora e guardami.....vedi, ti prendo....mi prendo!
dovresti essere una nuvola....ma....io ti appesantisco dei
miei sogni irrisolti......e tu non sei un mio sogno!
Impediscimi di amarti
il mio amore potrebbe essere veleno....per te.

Segui il vento! lasciati avvolgere e baciare..

fatti bandiera, una bella bandiera al vento....libera.....a vent'anni si può!

Ah potessi insegnarti...ciò che non so, ciò che non voglio...
ciò che gli uomini non devono sapere....quello che
un dio distratto non ha detto a nessuno.....mai!

…..Fatti mare.....come tua madre quando ti ha voluta
non nuotare.....
lasciati avvolgere da tutta l'acqua insipida del mondo.....bevila e poi sputala lontano
ascolta i fantastici suoni di quel giorno di marzo
quando sei nata.......sei nata....capisci?

Canzone: Guardarti andare via