Il  sextrasformer

Commedia in due atti di

Antonio  Sapienza


Trama:  Un uomo, improvvisamente entra in crisi sessualmente. Per chiedere consiglio si reca da un chiromante, il quale, durante la seduta, fa emergere un particolare interesse che uomo potrebbe avere per partner del suo stesso sesso -forse.   

Personaggi:

Giulio……………………………………………………….. il sextrasformer;
Carla………………………………………………………… la sua donna;
Arturo……………………………………………………….Il chiromante:
Dina………………………………………………………….sua assistente;
Giorgio………………………………………………………. Il test.

Sul palco ci sarà lo studio del chiromante: libreria, scrittoio, poltroncina e divano. Sulle parete ci sono affissi vari diplomi  e master che il chiromante ha ottenuto, oltre a delle immagini strane di segni astrali, zodiaci e varie.

All’apertura del sipario, con luci a sinistra, in scena c’è il chiromante che esamina dei fascicoli. Musica adatta. Dopo un minuto o due, entra in scena da sinistra la sua assistente.

Dina- E’ arrivato quel cliente, lo faccio entrare?-
Arturo- (correggendola pazientemente) Paziente, Dina, paziente. Si, fallo passare. (e, nell’attesa che entri il “paziente”, Arturo indossa un mantello con disegni di astri, pianeti, stelle e varie, poi si mette in posa seduto nella poltroncine,  e aspetta con un sorriso stereotipato l’arrivo del cliente)-
Dina- (bussa ed entra. Arturo si contraria, ma poi si rassegna e indica la poltrona) Il signor Giulio ( a Giulio, mettendosi da parte) S’accomodi, prego. (l’uomo entra e Dina se ne va, non prima d’aver fatto una boccaccia ad Arturo, che fa finta di nulla)-
Giulio- Buon giorno…-
Arturo- (alzandosi e andandogli incontro) Buongiorno a lei, s’accomodi. ( e indica il divano)-
Giulio - (guardandosi attorno e mostrandosi perplesso da tutte quelle figure) Ecco, forse ho sbagliato indirizzo…io cercavo lo studio del psicologo Mattei… -
Arturo- …che sarei io: Professor Arturo Mattei, chiropsicologo, cartomante, chiaroveggente e divinatorio per vocazione.-
Giulio- All’anima… Cioè… insomma… ecco…-
Arturo- Al suo servizio: mi dica tutto e io saprò indicare il sentiero della verità.-
Giulio- Ecco, io non ho bisogno né di sentiero né di verità, ma del suo consiglio.-
Arturo- A sua disposizione. I miei consigli li hanno ricevuti alti prelati, presidenti di corte d’appello e qualche principe di sangue reale.-
Giulio- (frastornato) Ecco… insomma…
Arturo- … cioè. Bene, l’ha già detto. Invece mi parli di lei e del suo problema. Perché ce l’ha un problema, vero?-
Giulio- Forse non è un problema (Arturo lo guarda interrogativamente)… ma un problemone.-   
Arturo- (rasserenandosi) Ah, così va meglio. (passa al tu) E dimmi, di cosa si tratta? Amore? Denaro?  Lavoro? Dimmi, dimmi pure, ma prima accomodati nel divano, disteso. (Giulio esegue) Ecco, va bene così. E adesso parlami di te.-
Giulio-  Professore, forse sono già morto.-
Arturo – (senza scomporsi ) E visto che sei morto, dimmi chi eri.-
Giulio - Chi ero? Ma cosa importa. Io, come uomo sono morto, lo sento. E morto giovane per giunta.-
Arturo- Spiegati. ( chiede pazientemente)-
Giulio- Mi spiego, mi spiego. La vedi questa faccia? essa è una faccia da morto.  Io vivo solo per vivere, per non fare di un altro uomo un assassino, per non sprecare sette palmi di terra grassa. Mi mescolo, per nascondermi, in mezzo ad altri milioni di morti vivi. Come te!-
Arturo- Come me? Bella questa. E perche` sarei anch'io un morto vivo? - (chiede interessato alquanto della pur strana, ma nuova e affascinante teoria)-
Giulio- Perche` ti ho sentito sai? ho ascoltato, non volendo naturalmente, quello che hai detto a quel minchione che mi ha preceduto. E sono in completo disaccordo sia con lui, che con te. Cioè sulla donna come essere sublime! Cioè discorsi da morti, trapassati, defunti! Ma perche`, secondo te la donna è sublime? E perche` solo lei? Ma allora si passerebbe dal sublime della femmina, ai vermi della mia morte! Giusto? Se è giusto continuo, altrimenti è meglio darsi una coltellata, spararsi, mazzolarsi, ruzzolarsi e amen.-
Arturo- (tranquillo)  E` tutto?-
Giulio-  No, non è tutto,  perdiana, aspetta, ti voglio raccontare il sogno che ho fatto stanotte: Ero in campagna, seduto su un tronco d'albero marcio, e mi specchiavo in una pozzanghera. E vidi la mia faccia che si aggrinziva, si spiegazzava, si torceva. Non sopportando di restare senza viso, decisi di farmi una maschera. La costruii di legno, bella, colorata,  come quelle che fanno a Balì, sai? Me la posi in faccia e mi avviai per un sentiero che, allargandosi, mi condusse in una grande città. E lì camminai a lungo, guardandomi attorno senza vedermi, gustando la mia assenza e la mia piena insignificanza. Ma la mia maschera  si ribellò a quell'anonimato e volle mettersi in mostra. Quindi civettò per la strada e attrasse l'attenzione di alcuni ragazzini, i quali presero a seguirmi e a canzonarmi. Io fuggii, ma essi mi rincorsero: Ero rincorso da duemila settecento quarantanove ragazzini-satiri. Forse volevano violentarmi? Poi mi raggiunsero e mi picchiarono dicendo, strascicando le parole: “Come si permette costui d'essere felice?” Ma è una maschera “, disse uno di loro. “Fa nulla” rispose un coro di voci bianche che divennero, man mano querule. E mi fu strappata la maschera e la folla, gridando la calpestò. Alcuni, con voce baritonale, rimettendomi la mia faccia vecchia da novantenne, dissero: “Ben gli sta”! E io vagabondai per il mondo così. Poi incontrai una giovane donna, la guardai, mi guardò, mi girai a guardarla e sbattei la faccia sul palo del semaforo. E la maschera si staccò dal mio viso. Corsi per raccattarla, ma fui investito da una grossa auto che sopraggiunse velocissima. Ci fu uno schianto e rimasi a terra esanime. La ragazza si avvicinò a me, mi guardò bene e disse: Peccato, un così bel ragazzo... Fine del sogno. Che ne pensi?-
Arturo - I sogni sono sogni. Sono strani, imprevedibili e contraddittori. Ma il tuo è chiaro, almeno per me. Vai a donne, finchè sei in tempo. Fai all'amore, perché è questo il tuo problema.-
Giulio- Ne sei certo? –
Arturo – Certissimo. Cercati qualche partner!-
Giulio- Ma io ho già una donna…-
Arturo-…che non ti serve…-
Giulio- …come sarebbe?-
Arturo- Perché tu hai bisogno d’altro. -
Giulio- Ma, il fatto d'essere morto?-
Arturo- Morto un papa se ne fa un altro. Eppoi, anche i morti scopano. Anzi, tu hai bisogno d’altro… o meglio dell’altro…-
Giulio – Dell’altro?-
Arturo – Dell’altro sesso - come il tuo. Tu, per me, per la mia scienza, e per la mia coscienza, sei il prototipo di quello che noi chiamiamo “ Un sextrasformer” …-
Giulio – E…sarebbe?
Arturo – (nervoso, poi riprendendosi declama) Sarebbe, sarebbe... uno che volge il disio e intenerisce il core…verso altre mete…-
Giulio- (tra se, guardando il pubblico interrogativamente) Costui è pazzo da legare. (poi a Arturo, come per assecondarlo) … e guadagna altri lidi, seppur vicini, ma lontanissimi dal core…-
Arturo – Ma che fai lo spiritoso? Guarda che la tua situazione è seria, molto seria…-
Giulio- Sto di nuovo morendo?-
Arturo – No, stai cambiando… ma non capisci ancora? –
Giulio- Cambiando cosa?-
Arturo-  Obiettivo! Genere! Gusto! Ancora non comprendi?-
Giulio- (allargando le braccia) No, non capisco, sono tondo, e allora mi spieghi tutto lei…maestro.-
Arturo – (rabbonito sentendosi chiamare maestro, poi pomposo) Certo, in sostanza sono un maestro del presente, dell’assente e dell’occulto…con un taglio al passato. Ma basta parlare della mia modestissima figura artistico-professionale-sociale. (tornando in se) Insomma, mio caro, tu ti stai rilevando al mondo come…insomma vai verso la gaiezza…capiscimi sei quasi gay. Prendine atto: (canticchiandolo) Sei gay, mio caro, rassegnati.-
Giulio- (perplesso) Io sarei gay?-
Arturo- No tu saresti: Sei gay!-
Giulio- Ma se fino a qualche settimana fa ho fatto l’amore con la mia donna?-
Arturo- Ciò non significa nulla. Insomma, dimmi la verità: Hai mai avuto delle esperienze omosessuali?-
Giulio. Mai!-
Arturo- Va bene. Ma fruga nella tua memoria: Hai avuto chissà, magari qualche contatto occasionale, con uno del tuo stesso sesso?-
Giulio- (facendosi serio e pensieroso) Ora che mi ci fai pensare, qualcosa in passato c’è stata. Ma era solamente qualche pulsione adolescenziale…-
Arturo- E nella maturità?-
Giulio- (reticente) Ecco…magari…-
Arturo- (spazientito)… cioè… e basta! Parla!-
Giulio- (sobbalzando) Certo, certo… ecco…una volta… Si, …ma prima,  cioè prima… forse, a pensarci bene, ci fu una prima volta…fu sull’autobus… ero seduto nel sedile vicino al finestrino e, per ingannare il tempo guardavo i passanti. Intanto il mezzo si affollò e mi si incollò al braccio una persona, un uomo. In un primo momento non ci badai, poi avvertii una pressione particolare al braccio e capii che era il membro di quell’uomo che premeva, eppoi pulsava, fino a palpitare. Allontanai il braccio di qualche centimetro, ma quell’uomo pressò nuovamente… ed io non seppi più muovermi …-
Arturo -…finchè il palpito, con grosse scosse non finì, quindi l’uomo, alla fermata successiva, precipitosamente scese dall’autobus.-
Giulio- Già, fuggì via.-
Arturo- - Quindi, d’allora in poi…
Giulio- No, macchè, mai!-
Arturo- Ma nel passato?-
Giulio- Veramente, ad essere sinceri, un’altra volta… mi è accaduto una faccenda simile. Ma è stata robetta, cose d’adolescenti.-
Arturo – Eccoci al dunque. Parlamene.-
Giulio - Ricordo che una volta, da ragazzino, dal barbiere – era un uomo alto e magro- e, quando mi tagliava i capelli, si strofinava  nelle mie braccia… e capii che egli godeva di questo strofinare, perché mi guardava con aria trasognata , con gli occhi semichiusi e la bocca semiaperta.-
Arturo - Sempre strofinandoti il cazzo nel braccio!-
Giulio - Beh, si!-
Arturo- E tu ci stavi. Perché? Cosa ti tratteneva da mollargli un cazzotto?-
Giulio - Niente. Lasciavo fare… e basta… sono timido.-
Arturo – Ma che timido, forse era proprio il principio della tua… metamorfosi.-
Giulio - Il principio?  La metamorfosi? Ma che cavolate dici? Se scopavo che era una meraviglia… fino a quando… fino a quando…-
Arturo - … fino a quando? –
Giulio- Fino a quando, una volta, mentre scopavo con Carla, non facendocela a… a venire…insomma…pensai a una persona, si chiama Giorgio, e mi venne un orgasmo da sogno.-
Arturo- Ma, dimmi la verità, perché sei venuto da me? Non è che mi dispiaccia, perché mollerai cento euro alla mia segretaria, ma per semplice curiosità… professionale.-
Giulio- Veramente me l’ha chiesto Carla, la mia donna, di parlare con qualcuno… cioè con un psicologo… o simile… Ma quanto sono scemo! ( si disse scuotendo la testa). Come un uomo colto, un professionista, uno spirito libero, mi sono ridotto a interpellare un …-
Arturo- ( con cipiglio) … un?-
Giulio- Insomma un… un… parapsicologo –va bene?- (Arturo fa cenno di si) Ecco.  E tutto per dare retta a Carla, che mi ha messo in croce per mesi. Ma vai da qualcuno, mi diceva spesso, vai da un psicologo, da un psichiatra, magari da un chiromante, ma fai qualcosa. E perche` dovevo fare qualcosa? Perche` i nostri rapporti erano, da mesi, assai tesi. Erano tesi, sostenevo io, contorti diceva lei. Contorti, tesi, erano eufemismi per dire impossibili. Erano soprattutto i rapporti sessuali che non andavano bene.-
Arturo-  E  com'erano questi rapporti?-
Giulio -  Da un po` di tempo, erano diventati praticamente impossibili. Hai presente l'inferno e il paradiso? l'estate e l'inverno? il nero e il bianco? la bonaccia e la tempesta?  Insomma così!  E perche` erano così? perche` credo che, come dici tu, stessi sbandando, assai assai. Stavo terribilmente sbandando, e Carla pensava, naturalmente, che ci fosse un'altra donna nella mia vita.-
Arturo -  Ma, ora sai che non era altro che il passaggio da una categoria all’altra.-
Giulio- Crede?-
Arturo –Credo! E credo anche, che la tua donna  se sia accorta che…(fa un gesto con la mano per dire: niente?).-
Giulio- …Niente  niente non proprio. Forse avrà pensato, piuttosto, a qualche blocco psicologico…-
Arturo - … o qualcosa di simile. Ho capito. Bene, vai tranquillo, a questo mondo c’è posto per tutte le categorie: etero, omo, bisex e anche trisex…-
Giulio- (sorpreso)… e chi sarebbero i trisex?-
Arturo- Quelli che fanno il balletto tra una categoria all’altra. Anzi, ti dirò di più: ce pure la categoria degli animalisti.-
Giulio- Animalisti ...nel senso… con le bestie?-
Arturo – Animali, prego. Si, qualcuno è venuto da me per questo motivo.-
Giulio- Pazzesco!-
Arturo- (pontificando) Non ti meravigliare. Le pulsioni sessuali, se non soddisfatte, possono giungere fino a quello. Basta! Non mi fare dire di più! Segreto professionale! Passa di là e onora la parcella. Addio.-
Giulio- Mi manda via così? Su due piedi?-
Arturo- E che volevi la carrozza del Senato?-
Giulio- Ma… insomma… io, così, resto più confuso che mai.-
Arturo – E’ la vita, giovane. E’ la vita.(leggera pausa, occhiata per accettarsi che Giulio non reagisca, poi chiama)  Dina!-
Dina- (entrando) Mi dica Maestro (con iromia).-
Arturo- (accogliendo il titolo come cosa dovuta) Accompagna il signore all’uscita, poi passa da me. (poi sottovoce) Fatti pagare, e quando sarà fuori, fai passare la signora che attende di là.-
Dina – OK capo. Subito. –

Esce per entrare quasi subito, Arturo, che sfaccendava con i soprammobili dello scrittoio,  la interroga con gli occhi, come dire Giulio è uscito? Dina afferma col capo, quindi assume l’aria professionale)

Dina - S’accomodi signora. -

Entra Carla.

Carla- Allora, come è andata?-
Arturo- Eh, cara signora, c’è un problema… un grosso problema.
Carla- Non mi faccia spaventare! Di cosa si tratta?-
Arturo- Si tratta (prende tempo) Si tratta di questo: Il suo uomo è un sextrasformer (vedendola perplessa) insomma è un gay in potenza.-
Carla- Cooosa? Ma che dice? Quello con me scopa da tre anni… no, si sta sbagliando.-
Arturo- Lo spero per lei, ma io, con la mia esperienza, sono sicuro al novantanove per cento che è gay!-
Carla – Madonna mia, ma cosa mi dice? E ora come faccio?-
Arturo- Semplice: se ne trovi un altro!-
Carla- Senta, a parte i sentimenti, quello lì mi ha messo incinta.-
Arturo – Questo si che è un problema. E di quanti mesi, se non sono indiscreto.-
Carla- Di tre mesi.-
Dina-  Poverina, che sfortuna…-
Carla- Professore, la sua aiutante deve presenziare per forza?-
Arturo- Tra me e lei non ci sono segreti; eppoi siamo anche soci. Tranquilla.
Carla – (tentennante) E sia. –
Arturo - Comunque, ancora Giulio non ha oltrepassato la linea rossa.-
Carla – Cioè non ha ancora fatto…quello che fanno di solito i gay?-
Arturo – pressappoco, ancora non ha varcato la soglia… anche se penso che prestissimo lo farà.-
Carla - Ma allora c’è ancora speranza? Si potrebbe fermare?-
Arturo – (con fare misterioso) E chi lo sa…-
Carla – Ma…lei… mi potrebbe aiutare… a sapere?-
Arturo- Forse potrei, ma le verrà a costare molto, molto di più delle cinquecento euro che mi ha versato per iniziare l’indagine.-
Carla – Professore, quanto?-
Arturo- Quanto non posso stabilirlo adesso perché devo coinvolgere altre persone che potrebbero permetterci di districare la… matassa.-
Carla – Non si potrebbe fare a meno di coinvolgere altre persone? Non mi pare prudente.-
Arturo – A questo ci penso io. Sono persone fidatissime.-
Carla- Mi rimetto al suo giudizio… e quanto mi costerebbero queste, diciamo, collaborazioni?-
Arturo- Cinquecento a testa, più il mio onorario.-
Carla – (tentennando) E’ salatino, professore.-
Arturo- Ma sono cose delicatissime, cara signora, e la riservatezza costa, e come costa. Bene mi dica una cosa: Il suo uomo ha citato un certo Giorgio, lei lo conosce?-
Carla –(sobbalzando)  Come? In che senso l’ha citato?-
Arturo- Nel senso che so solo io-per adesso. Allora chi è costui?-
Carla – Credo che sia il figlio del mio portiere. E’ un giovane palestrato, un gran rubacuori …-
Dina- Scusi, ma il suo condominio è quello di via Gioberti?-
Carla  Si, perché?-
Dina- Come perché? Perché Giorgio è il mio ragazzo!-
Arturo –Ma va’-
Carla- Che combinazione…(imbarazzata)-
Arturo - (pensoso) Forse è una casualità da volgere in nostro favore. Vede signora, Dina è un’esperta nel risolvere questioni di cuore. Certe volte ci mette tutta l’anima… e qualche volta il corpo, quindi mi viene un’idea… certo, si può fare.-
Carla – Fare cosa?-
Arturo- Fare un esperimento diretto ad accertare definitivamente il vero- diciamo-  il vero verso del suo uomo. Dina, credi che il tuo tesoruccio sia disposto a darci una mano e… qualcos’altro, in questa intrigata storia?-
Dina- Credo di si: certo dipenderà dalla pecunia ( e fece il cenno con le dita riferendosi al denaro).-
Arturo – Signora?-
Carla- (esitando) D’accordo, ho un figlio da tutelare, io.-
Arturo- Allora tutto stabilito: Cinquecento a testa e si parte.-
Carla – (poco convinta ) … e si parte…-
Arturo – Ah, ancora una cosetta, mi parli di lei.-
Carla – Di… di me? E perché?-
Arturo- Signora o lei si fida o non si fida. Scelga che ancora è in tempo.-
Carla – (martoriandosi le mani) Si… certo. Ecco: Sono insegnate, ho trent'anni, nubile, emancipata.-
Arturo- Sessualmente soddisfatta?-
Carla- Fino a qualche mese fa, si.-
Arturo - Ed ora?-
Carla - Ed ora.. ma lo sapete meglio di me com'è Giulio, no?-
Arturo- (passeggiando) E mi dica, nelle more- diciamo - ha mai fatto qualche…scappatella con qualche altro uomo?-
Carla- Professore, non credo che…-
Arturo – Signora, lei non deve credere a nulla, mi deve solo rispondere con sincerità. Allora?-
Carla – Beh, diciamo una volta sola.-
Arturo – E con chi?-
Carla- Beh, adesso sta esagerando, mi scusi, sa; ma sta ficcando il naso nelle mie faccende private.-
Arturo- Ma lo vuole veramente a questo Giulio?-
Carla - Lo vorrei...-
Arturo – E allora mi risponda.-
Carla- Con un giovane palestrato.-
Dina- Giorgio? Nooo. –
Carla- Giorgio, si!
Dina- Che grandissimo figlio di…(viene interrotta dal gesto di Arturo)…buona donna. Ma guarda un po’. E mi dica madama come l’ha circuito il palestrato?-
Carla- E’ stata una pazzia improvvisa.-
Dina- Cioè? –
Arturo- I particolari sono insignificanti. Dina, basta così.-  
Dina- Ma io voglio sapere… se è possibile.-
Arturo- Signora, è possibile?-
Carla- Beh, visto che ci siamo. Il suo palestrato, un giorno è salito su da me per portarmi una raccomandata, m’ha trovata un po’ in deshabillé…-
Dina- E, mannaggia a mè, s’è fattè il mio ragazzè!-
Arturo- Dina, non ti sapevo così gelosa.-
Dina- Macchè gelosa, sono solamente incazzata…me lo avesse magari detto…-
Arturo- Vabbè, non te l’ha detto. Il figlio potrebbe essere del palestrato, e quindi la situazione cambia un poco. Fine. Chiuso incidente. –
Carla – Ma che chiuso e chiuso. Quella…pazzia, fu un mese fa, io sono incinta di tre mesi, quindi…
Arturo- Ah, si? Allora punto e accapo. Quindi torniamo a noi. Dunque, siccome ho il quadro della situazione in mano, e immagino già tutto, e  comprendo anche che…( detto velocemente) bisogna attivarsi. Allora, signora, visto che lei ci tiene al suo uomo, tentiamo una, come dire? una cura drastica: Lei inviterà a casa sua, Giulio, Dina e Giorgio…-
Dina- Come, come?-
Arturo- Dina, stiamo solo lavorando. Calma. Dunque, signora, lei li inviterà , diciamo a cena, poi, con una scusa, chessoio… magari le arriva una telefonata- che farei io- ma lei dirà che si tratta di …-
Carla- Di mia madre, è credibile.-
Arturo – Perfetto.  Allora s’inventi una scusa per uscire…e li lascerà soli. A questo punto interverrebbe, con la sua grande arte, Dina che potrebbe organizzare un – diciamo- incontro a troi… -                       
Dina- …sempre per lavoro…-
Carla- Ma insomma, proprio a casa mia?-
Arturo- Certamente…certamente…l’esperimento è più credibile, no? e, quindi, se sono rose fioriranno -
Carla – E va bene…ma se queste rose non dovessero fiorire? O fiorire in senso contrario al nostro intento?-
Arturo – In quel caso, vuol dire che ci vorrà allora una lezioncina per codesta personcina.-
Carla- E quale sarebbe?-
Arturo- Questa. ( e si avvicina e parla a Carla nell’orecchio)-  
Carla – (scandalizzata)  Ma è brutale!-
Arturo - E la lezione che danno in carcere ai tipi come lui che non sottostanno alle regole. E` normale, non si preoccupi, nessun pericolo per la salute-
Carla- Sarei perplessa…-
Arturo- E allora vada , e si tenga la sua perplessità.-
Carla- Ma cercate di capirmi...-
Arturo - E appunto perchè la capisco che le consiglio le manieri forti... Naturalmente il piano B scatterebbe se il soggetto da trattare non gradisca e accetti … le, per così dire, buone maniere.-
Carla- Preferire che il piano B non scattasse; e che questo incontro a tre, dimostrasse che fosse lei ad essersi  sbagliato, nell’emettere il suo giudizio; e che Giulio, invece, si sia comportato come un maschio… con solo un po’ in crisi e basta.-
Arturo- Lo spero per lei, signora.-
Carla- Certamente…E per le persone giuste, per l’altra eventualità, ci pensate voi?-
Arturo- Niente affatto, ci penserà lei, anzi i suoi assegni. (e indicò Dina).-
Carla – Ah, sempre loro? (gesto affermativo di Arturo) Ho capito. Allora per quando?-
Arturo - Per quando deciderà lei. E, comunque, per sua grande tranquillità, le dico con assoluta lealtà, che si procederà, come le ho già detto, secondo il piano d’emergenza, ovvero piano B., solo ed esclusivamente dopo aver provato tutte…le variegate e azioni – comprese nell’arte amatoria, di cui i miei assistenti sono maestri-  intese a raggiungere agevolmente all’obiettivo previsto: Scopare! –
Carla – Con chi, di grazia?-
Arturo – Diciamo o con l’una o con…l’altro. Io penso con l’uno.-
Carla- (poco convinta, esitante) Io spero con l’altra. E va bene. Arrivederci allora. Ah, quanto?-
Arturo- Cinquecento, grazie.-
Carla- Per tutto?-
Arturo- Per il mio onorario, s'intende. Le altre cose non mi riguardano. Buongiorno. Dina? (come per dire: accompagnala e farti pagare la parcella.-

Dina- (con occhiata da complice) Ok. Signora, mi segua…-

Carla e Dina escono; mentre Arturo, contento, si strofina le mani.

Tela


Atto  II

Sulla scena è stato ricostruito il salotto dell’appartamento  di Carla.
In scena c’è Carla che passeggia nervosamente e Giulio, che sta languidamente seduto sul divano.

Carla-  Ti sei fatto pregare quasi come un santo, ed eccoti qua, finalmente.-
Giulio- Mamma chiama, picciotto và. Di che si tratta?-
Carla- Niente di particolare. Siccome ho invitato a cena una mia amica e il suo ragazzo, ho pensato di invitare anche te, per fare coppia.-
Giulio- Ma che brava, mi inviti come per fare il quattordicesimo a tavola, ma bene.-
Carla- Va bè, anche per quello, almeno, visto che non ci vediamo per qualcos’altro da almeno tre settimane. Allora ti sta bene? Posso?-
Giulio - Certo che puoi... scusa. Potrei sapere se conosco i tuoi ospiti?-
Carla- (con finto entusiasmo) Ma certamente. Sono Dina e il suo ragazzo Giorgio.-
Giulio- (sobbalzando) Dina chi? L’aiutante del chiromante e Giorgio il figlio del portiere?-
Carla- Si, stanno insieme da mesi.-
Giulio- Ah, si? (si fa attento) E. come mai questo invito?-
Carla- Beh, con Dina ci siamo conosciuti nello studio del chiromante, quando andai a chiedere informazioni per te, poi ci siamo riviste dal parrucchiere e tra un discorso e l’altro, abbiamo deciso di frequentarci. Ed ecco il mio invito a cena. Contento?-
Giulio- (pensieroso) Per me…-  
Carla- Certo, però mi potevi anche informare di com’è andata la visita dal chiromante.-
Giulio- Te l’accennai per telefono. Mi ha fatto una diagnosi pazzesca. Mi ha detto, tranquillamente, che sto diventando un sextrasformer, come dire: gay.-
Carla- E tu che ne pensi?-
Giulio- Penso che, forse, ha ragione.-
Carla- Ne parli con distacco, come se la cosa non ti riguardasse.-
Giulio- E che faccio? M’ammazzo? Si dice: morto un papa se ne fa un altro. E io morto il sesso femminile mi rivolgo al maschile…-
Carla- …singolare e plurale. Ma come sei diventato fatalista. Non ti fa senso andare con un uomo?-
Giulio- Senti, ancora non ci ho provato a lanciarmi…ma provvederò presto. Mi va a genio una certa persona… e credo che questa sera la incontrerò.-
Carla- Ti riferisci a Dina?-
Giulio- No, a Giorgio.-

Carla sta per ribadire, quando si ode il campanello e la donna va ad aprire.

Carla- Eccoli…lupus in fabula… (aprendo) Oh, carissimi, che piacere, venite, venite, entrate.-
Giorgio- (indossa jeans attillati, maglietta a maniche corte aderente) Buuuonaseeera.-
Dina- Buonasera.-
Carla- Conoscete Giulio?-
Dina- Ma certo, ciao Giulio, come va?-
Giulio – Ciao Dina.-
Giorgio- Piaceeere...(languido)-
Giulio- …tutto mio. (radioso) -
Carla- Bene, sedetevi, mettetevi comodi, fate conoscenza e intanto vi preparo un  aperitivo.-

I tre si seggono nel divano e faranno, a soggetto, tutti i movimenti per far si che Giorgio sieda vicino a Giulio. Essi faranno anche gesti appropriati e sguardi allusivi. Sempre con moderazione.

Carla- Ecco gli aperitivi, servitevi, io preparo la cena.-
Dina- Ti aiuto. ( si alza e segui Carla che esce, facendole un cenno d’intesa).

Giorgio e Giulio, sono rimasti seduti nel sofà e degustano l’aperitivo, non senza darsi significative occhiate.

Giulio- Dimmi un po’ Giorgio, ma dove ti alleni per farti questi muscoli?-
Giorgio- Alla palestra Albatros, della quale sono socio fondatore.-
Giulio- Beato te, che puoi coltivare il tuo fisico…statuario.-
Giorgio- Perché tu non puoi?-
Giulio- Sai, coi miei impegni di lavoro, tempo per occuparmi del mio fisico non ne trovo.-
Giorgio- Ci vuole buona volontà, costanza, impegno, e i risultati si vedranno.-
Giulio- Fammi sentire questi risultati? (gli palpa i muscoli del braccio)  Ma che belli, sono sodi, forti. Un vero capolavoro della natura.-
Giorgio- (stando al gioco che si proponeva di portare avanti) Trovi? E guarda che muscoli delle cosce. Tocca, tocca!-
Giulio- (incerto, poi timidamente tocca la coscia) Che duri?-
Giorgio- Ti piacciono le…cose dure?-
Giulio- Ancora non lo so, non ho provato.-
Giorgio- E vorresti provarlo?-
Giulio- Forse.-

Entrano le donne con dei vassoi colmi di cibo. S’accorgono del palpeggiamento e hanno reazioni differenti: Dina di soddisfazione, Carla di contrarietà.

Dina- Ecco la ceeena. (la sistema sul tavolino)-
Giorgio- Finalmente, ho una fame (avventandosi sul cibo).-
Carla- L’appetito non gli manca.-
Dina- Lui ha sempre appetito (allusiva).
Giulio- (contemplando Giorgio) Beato lui…-
Carla – Metto un po’ di musica.-

La cena continuerà per qualche minuto con movimenti degli attori a soggetto. Potrebbe esserci una musica adatta .

Carla – (guardando significativamente Dina)  Che si fa?-
Dina- (facendo segno d’aspettare, si rivolge a Giorgio) Che si fa?-
Giorgio- (facendo capire che ha compreso, alzandosi) Guarda Giulio, da quella finestra si vede la mia palestra, forse potrebbe interessarti.-
Giulio- (seguendo Giorgio) Vediamo?-
Dina- Carla, dovrebbe arrivarti la telefonata di Arturo.-
Carla- (guardando l’orologio, con indifferenza) Penso di si. Senti Dina, quando arriva la chiamata io farò finta d’uscire, e mi nasconderò in cucina. La stanza da letto è quella (indica la porta a sinistra), Se avrai bisogno di qualcosa chiamami sottovoce. Va bene?-
Dina- Tutto ok.-
Carla- Dina, mi raccomando, decisione sì, ma delicatezza…insomma: prudenza.-
Dina- Stai tranquilla, siamo professionisti seri. (suona il telefonino di Carla) Carla rispondi!-
Carla- (con rassegnazione) Pronto? (poi a voce alta, facendo cenno di complicità a Carla) Mamma, ciao. Dimmi. Ha sei senza le pillole per la pressione? Si, si, dammi cinque minuti e vado a prenderteli. Si, si, Ciao. (chiude la conversazione, poi a Giulio) Giulio, io devo andare in farmacia, mamma ha di nuovo scordato i medicinali. Tu sii gentile, fai compagnia ai miei ospiti, io faccio un salto in farmacia compro i medicinali e li porto a mamma. Voi amici, mettetevi comodi, fate come se foste a casa vostra. (prende le chiavi ) A tra poco. (esce)
Dina- Che brava padrona di casa…(intanto si avvicina a Giorgio e lo bacia. Giorgio ricambia appassionatamente. Giulio rimane interdetto. Dopo Dina si avvicina a Giulio e lo bacia. Giulio non reagisce e Giorgio lo sospinge ad abbracciare Dina. Gli attori, a soggetto dovranno fare i gesti appropriati per coinvolgere Giulio, poi Dina, aprendo la porta a sinistra) Guardate che bella camera da letto.-
Giorgio- (dopo la piccola ammucchiata e sbirciando la camera) E se andassimo di là? (indica la camera)-
Dina- Splendido. Che grande idea. Andiamo Giulio, ti voglio spolpare per benino.-
Giulio- (perplesso) Veramente…io…-
Giorgio- ( abbracciandolo dolcemente) Dai, andiamo di là, vedrai, ci divertiremo noi tre.-
Giulio – N…noi…tre?-
Dina- Esatto. Amore a troi!-
Giulio- Veramente io…non …saprei.-
Giorgio- (insieme a Dina, sospingendolo) Ma va, timidone (escono a sinistra).-

Si udranno gridolini e risate provenienti dalla camera da letto, intanto rientra Carla, che, in punta di piedi va ad origliare dietro la porta. L’attrice, a soggetto, secondo ciò che si sente, mimerà la situazione commentandola a gesti. Musica adatta. Dopo qualche minuto entra in scena Giorgio, è in boxer vecchio modello.

Giorgio- Carla mi serve un po’ di burro, presto!-
Carla- (perplessa) Burro?? Su…subito (va in cucina e porta un panetto di burro e lo porge a Giorgio) Eccolo, ma a che ti serve?-
Giorgio ( rientrando in fretta) Stretta è la porta, larga la via…-

Riprende la scena di prima, con Carla che origlia dietro la porta. Poco dopo entra in scena Dina.

Dina- Presto Carla, una candela!-
Carla- Non so se ce l’ho.-
Dina- Anche una stearica, ma presto!-
Carla- (esce e rientra con una grossa candela) Questa va bene?-
Dina- Perfetta! (esce di corsa).-

Scena come sopra. Rientra Dina tutta agitata.

Dina- Carla! Mi serve un bastone, quello che abbiamo con cordato per il piano B.-
Carla- Il manico di scopa?-
Dina- Benissimo, sbrigati, però.-
Carla –(va in  cucina e rientra con l’oggetto) Mi raccomando, però con delicatezza.-
Dina-Niente paura, siamo professionisti.-

Riprende la scena di prima. Questa volta si ode Giulio strillare. Carla è sorpresa, prima indietreggia, poi decisamente si lancia in avanti spalanca la porta della camera da letto, vede la scena e interviene.

Carla- Brutti bastardi, ma come lo state conciando? Togliete subito quel bastone! Dammi qui! Lasciatelo! Anzi, andate via di qua. Andate a farvi fottere. Fuori! Capito?-

Esce Giorgio, sempre in mutande vecchio tipo, timoroso, cammina rasente il muro, verso la porta. Poi entra Dina, discinta.

Dina- Ma che cazzo ti prende? Carla? Questo è il piano B!-
Carla- Te lo do in testa il tuo pano B. Vergogna, sadici criminali, lo stavate uccidendo! Fuori o chiamo i carabinieri!-
Dina- Ma Arturo… il piano B., e i quattrini…-
Carla- Ad Arturo e al suo piano B ci penseranno le guardie : In quanto ai soldi, sarete voi a darmeli, perché vi denunzio per violenza privata e carnale. Fuori!-
Dina- Ma siamo mezzi nudi.-
Carla (prendendogli i vestiti, intanto che i due escono dalla comune. E buttandoglieli addosso) Prendete i vostri stracci! E vestitevi fuori! (sbatte la porta, poi si avvicina a Giulio, che è entrato in mutande e canotta, mezzo malconcio) Giulio, caro, come stai?-
Giulio- (facendo il vezzeggiato e stringendosi le chiappe ) Mi hanno fatto male, tanto male.-
Carla- Vieni caro, siediti, ti faccio un massaggino?-
Giulio- (c.s.) Come vuoi, ma fai pianino. (si siede con difficoltà)-
Carla – (massaggiandolo tutto) Oh caro, caro, come ti hanno ridotto…ma ora ci sono io che mi prenderò cura del mio tesorino… Stai meglio caro?-
Giulio- Si, adesso sto meglio, ma non posso stare seduto bene… mi fa male la…parte.-
Carla- Vuoi che te la massaggio?-
Giulio- Se non mi fai male…-   
       
Con gesti adeguati, Carla consola Giulio e, intanto, saggia la sua reazione. Due minuti, musica adatta.

Carla- Sai Giulietto, ti devo dare una notizia.-
Giulio- (c,s,) Buona o cattiva.-
Carla. Buona. Stai per diventare padre.-
Giulio – Ah, si? (poi ci ripensa e balza in piedi) Padre???-
Carla- Siediti. (Giulio esegue) Sono incinta di tre mesi.-
Giulio – (c.s.) Tre mesi??? Com’è  possibile???-
Carla- Siediti. Si, è possibile.-
Giulio- (c.s.) Ma se…la cosa…la…-  (fa cenno come dire, ma la pillola?).-
Carla- Siediti. Qualche volta non funziona.-
Giulio – E ora che si fa?-     
Carla- Si aspetta.-
Giulio- Cosa?-
Carla- Che si compiano i mesi.-
Giulio- Nove?-
Carla- Così credo che sia.-
Giulio-  Ah, si? E cosa vorresti da me?-
Carla- Come cosa vorrei? Ti dò una notizia simile e tu mi rispondi cosi`? Ma che uomo sei?-
Giulio – Si, cioè no…insomma sono un uomo a metà, dovresti saperlo ormai. (con molta infelice ironia)-.
Carla- Ma è bastata quella metà virile, a combinare il fattaccio.-
Giulio - Questa si che è bella! (alzandosi e mettendosi a passeggiare nella stanza) Accidenti questa è davvero bella. Quando accetto finalmente la condizione di diverso, ecco che mi ritrovo padre. Che buffo!-
Carla - L'hai accettata definitivamente… quella condizione? ( quasi con noncuranza).-
Giulio- Ho accettato il principio, la metamorfosi, l’essere un sextrasformer. (come se annunziasse una vittoria)-
Carla - Il principio?  La metamorfosi? Sextrasformer? ma che cavolate dici? Cosa ti ha messo in testa quel balordo di Arturo? Con me scopavi che era una meraviglia… fino a quando… fino a quando…-
Giulio – Fino a quando non ti mettesti in testa la psicanalisi. Sai cosa ti dico? se non mi avessi convinto a farmi analizzare da questo e da quello, a consultare maghi e simili, se non fossi stato quasi costretto, forse non avrei mai trovato il coraggio di uscire allo scoperto. Certo, non credo che sarei riuscito, come dire? a rivelarmi al mondo. Ora frequenterò nuovi amici, tranquillamente, e senza nascondermi, sarò sereno, ormai.-
Carla- Senti, a me questa tiritera non interessa. ( nervosa).  Anzi, no! Voglio sapere se, prima di metterci insieme …e scopare…tu sei stato a farti sbattere da qualche maschiaccio!-
Giulio- Sei sempre più volgare! Comunque ti tolgo il dubbio: No!
Carla- Bene. E adesso voglio solo sapere come intendi regolarti di fronte a questo fatto imprevisto.-
Giulio- Hai finito con questo imperativo?  “ voglio sapere?” oppure no?
Carla- La finisco, la finisco. Ti prego…Dai rispondimi.-
Giulio- Fammici riflettere, dopo ti dirò.-
Carla- Quanto vuoi riflettere? Ti bastano sei mesi? Perche` fra sei mesi, volenti a nolenti, questo nascerà. (e si tocca significativamente il ventre)-.
Giulio- Ma... deve nascere per forza. ( con finta noncuranza.)-
Carla- (furibonda) Alla facciazza tua si! -
Giulio- Va bene, va bene, calmati... ho detto tanto per dire…se lo vuoi...-
Carla- Non è esatto. Insomma, io il bambino lo voglio; eppoi, sono già incinta di tre mesi, e anche ammesso che non lo volessi, sarebbe già troppo tardi per…per…Insomma Giulio! Cazzo!!!-
Giulio- Scusami, tanto per sapere, senza volerti accusare: ma perche` non ci hai pensato prima?-
Carla- Il ciclo. E’ stato il ciclo irregolare, che mi ha fregato. Quando mi sono accorta dei ritardi sono andata dal ginecologo, ma ormai era troppo tardi per qualsiasi altra eventualità. –
Giulio- Ed è frittata. (allusivo) Il ciclo irregolare o la pillola dimenticata...-
Carla- Ehi, cosa stai insinuando, cretino! Io ti ho voluto solo informare perche` mi è sembrato giusto farlo –infine sei il corresponsabile. E comunque, io sono disposta a continuare da sola, sai? Mica ho paura di ciò che dirà la gente. E, per i quattrini, sai che non mi mancano. Ho il mio lavoro.-
Giulio- Lo so, lo so, sei emancipata, ma per favore, lasciamici pensare almeno un po’. Mica è per male. E`... è che sono sorpreso, confuso. Non voglio certo abbandonarti... capiscimi. Ma quando ti arriva, tra capo e collo, la notizia che sarai padre... insomma non sono cose che capitano tutti i giorni, perbacco.-
Carla-  Ti capisco. Scusami, sono stata brusca.-
Giulio- Ma no, che dici...(con aria sognante) Un bambino, eh…un bambino… però… (esultante) che bello…già mi vedo con tra le braccia un pargoletto da cullare, da accudire, da vezzeggiare…Mi sembra un sogno dovermi occupare di un esserino piccolo piccolo, indifeso, fiducioso…( a Carla) Me lo permetterai vero?-
Carla- Certo che si, caro. Tu sarai un tenerissimo papà e io una mammina felice.-
Giulio- E potrò fargli anche il bagnetto?-
Carla- Certamente.-
Giulio- Potrò preparargli la pappina…imboccarlo…sbaciucchiarlo?-
Carla- Ovvio, sei suo padre, tranquillo è nella normalità.-
Giulio- La normalità… (resta pensieroso) e la rivelazione, e il sextrasformer?-
Carla- Al diavolo il sextraformer, quella è sicuramente un’invenzione di Arturo! In quanto alla rivelazione, è lui sì che si è rivelato, sì: ma un imbroglione!-
Giulio- (resta indeciso, va a destra, poi a sinistra, infine, preso dall’euforia saltellando) Sarò papà… sarò papà…mizzica che notizia!-
Carla – Che caro… (intenerendosi ) A proposito, ti fa ancora male? (alludendo al sedere dell’uomo)-
Giulio- Un pochino. Certo, ma se mi massaggiassi…la parte offesa…(vezzeggiato).-
Carla- Volentieri, amore. (L’attrice procederà coi massaggi, ma, pian pianino li farà sempre più audaci, poi si accorge che Giulio reagisce bene, e, soddisfatta ed esaltata, lo colma di carezze).-
Giulio- (seduto nel divano verso il pubblico, si agita sensibilmente, poi si guarda tra le gambe, alza la testa, guarda il pubblico sbalordito, poi stringe le gambe mettendosi le mani sulle parti intime, poi, ancora,  guardando il pubblico, sbalordito) Oh Dio…che mi succede?-
Carla- (che ha visto l’effetto delle sue carezze, lo fa alzare delicatamente e lo guida verso la camera da letto) Un miracolo!!! (rivolta al pubblico, poi a Giulio)Vieni con me amore.-
Giulio- (seguendola e dando timidamente le spalle al pubblico, e con le mani sempre sulle sue parti intime)  Dove mi porti? (detto infantilmente)-
Carla- (sulla soglia della camera) In Paradiso. ( e lo fa entrare, poi lo segue, ma sulla soglia si volta verso il pubblico, fa l’occhialino e un gesto con le dita della mano e, poi del braccio, come per dire: finalmente tutto a posto).

Tutta la scena di cui sopra, dovrà avvenire con una musica adatta, mentre il sipario lentamente si chiude.

Fine