Solfito di puttana!

di

Andrea Ozza

Genere: Dramedy, monologo
Numero di personaggi: Una donna sui 45 anni.
Sinossi: Nora pigia l'uva in un grande tino e, nel mentre, racconta al pubblico di essere una moglie ripetutamente tradita e disprezzata da Fernando, suo marito, antiecologista per eccellenza, che ha fatto fallire la fiorente azienda vinicola di famiglia. Sarà Nora a pagare debiti e malfatte del marito, consentendo così al figlio di ricominciare l'attività e produrre onestamente e senza avidità il buon vino di una volta. Ma che fine avrà fatto Fernando?
Rappresentato nella stagione 2012/2013.

Al centro del palco un grande recipiente che contiene uva fresca (può essere una botte, un tino, alto e capiente). Una donna, sui 45 anni, entra in scena, con addosso solo una sottoveste bianca, si toglie le scarpe ed affonda lentamente i suoi piedi nell’uva, iniziando a pigiarla. La donna prova gusto in quel calpestio, ci gioca, ci scherza e continua questo movimento per tutto il suo monologo.

Quanto è bello pigiare l’uva! (felice come una bimba) Mi sembra di tornare indietro di 40 anni! Quando mio padre mi metteva nelle tinozze e mi diceva “Vai Nora mia, pesta, pesta l’uva allu papà tou1” e io giù a darla più forte che potevo con i miei piedini piccoli piccoli… Mi lurdavo2 tutta, fino ai capelli, ma ero così felice di contribuire a fare qualcosa di buono… Pigiare l’uva! Ma perché non l’ho più fatto, dico io! È così… liberatorio, così sensuale… così… (la donna si scioglie i capelli) erotico! Mmmh… è meglio del sesso! (al pubblico) Del sesso fatto con mio marito, si intende… Come una cretina non ho mai voluto sperimentarne altro… a differenza di lui!

(serafica, al pubblico) Lo conoscete voi mio marito Fernando? Secondo me qualcuno, anzi… (insinua) qualcuna di voi lo conosce molto bene… Eh Fernandino mio, trent’anni di matrimonio e non mi hai mai ascoltata… ma che dico ascoltata, manco mi facevi aprire bocca! (risata isterica, si ricompone) Ma adesso Nora parla, caro mio, e come se parla! Ahia (qualcosa ha punto il piede di Nora: lo guarda, lo massaggia e poi ritorna a pigiare l’uva). Dicevamo? Ah sì, che Nora adesso parla: e che cosa dice? Tutta la verità, ovviamente (pausa). Ma da dove comincio? Io comincerei dalla fine… ma non dalla fine della storia… dalla fine della mia vita: il giorno del mio matrimonio! Il giorno in cui Nora Maffei si è unita in sposa a Fernando Mieli, ovvero il giorno in cui la rinomata azienda vinicola Maffei è finita nelle mani del Dottor. Mieli.
Mio padre era al settimo cielo: gli avevo portato in casa uno dei primi Dottori laureati in Agraria. “Fernando è in gamba, figlia mia, ci aiuterà a far crescere l’azienda”, “E poi Nora” – parole sante di mia madre – “Fernando ha le tre <S>: Salute, Soldi e… Sesso!”. Molto emancipata per quegli anni mia madre, glielo riconosco, ma quanto si sbagliava. Io non ho avuto proprio nessuna di quelle tre “S”!     

La “S” di salute era solo apparente, da quando l’ho sposato ha avuto sette interventi: (tutto d’un fiato) fistola, prostata, calcoli, ernia, di nuovo fistola, di nuovo calcoli e di nuovo ernia! L’ho dovuto assistere da crocerossina pulendogli il culo tante di quelle volte, sentendo i suoi lamenti estenuanti… gli uomini il dolore proprio non lo sanno affrontare: il mondo dovrebbe farli partorire figli, come ci è toccato fare a noi, solo così assaggerebbero il vero strazio del dolore! (nuovamente Nora avverte una puntura al piede) Aiah! (estrae e getta via un raspo d’uva). Comunque dicevo che lo curavo io, sola, a casa… che il marito la donna sposata lo vuole ovunque meno che in casa! E già, perché gli uomini sono pesanti come compagni del focolare: criticano tutto ciò che fai, ma si riguardano bene dal fare ciò che fai. Le poche volte che mi ribellavo alle sue raccapriccianti critiche su come cucinavo, su come cucivo, su come stiravo, la risposta che mi veniva data era sempre la stessa, da dottore laureato: - “Chi non sa fare, non sa comandare!”. E io, come una cretina, soccombevo…
Quello che le donne patiscono solo quando i loro mariti vanno in pensione, cioè “l’uomo in casa”, io ho iniziato a patirlo sin dagli inizi! La prima “S” di salute, quindi, si è fottuta subito, anche perché, non solo non l’aveva lui ma, a furia di accudirlo, l’ha tolta anche a me, la salute! (mentre continua a pigiare l’uva si china e ne prende qualche acino assaggiandolo) Buona… Sa un po’ di piedi a dir la verità… (depone l’uva e continua a vendemmiare).

La seconda “S”, quella del sesso, si è fottuta un po’ dopo, quando scoprì che mio marito il sesso lo faceva, sì, ma con le altre! Con me solo qualche volta, quando era malato appunto, e non poteva raggiungere le sue puttane. Le poche amiche rimaste da quando mi ero sposata non facevano altro che aggiornarmi sul “menù” del giorno: oggi l’ho visto con Carlotta, oggi con Agata, oggi “assaggia” Concetta. Ed io, quelle donne che lui si faceva, le conoscevo tutte e da ebete demente, quando le incontravo per strada, le salutavo come se niente fosse. Ormai avevo avuto già un figlio da Fernando, Nicola, e noi donne sapete come la pensiamo a riguardo: la felicità dei figli è prima cosa! Noi ci immoliamo per loro! Ancora una volta, quindi, soccombevo alle sue “S” mancate. Ma arriviamo al nocciolo, arriviamo alla terza “S”: i soldi!
 
Mio marito prese in mano l’azienda vinicola di famiglia nel pieno del suo splendore, con l’obbiettivo di lanciarla nel mercato internazionale che a quei tempi, come ora del resto, significava: riuscire a venderlo ai cinesi! Con l’aiuto di Amanda, una brava P.R. (che si scopava), Lynn, un’eccellente interprete per il cinese (che si scopava) e Giorgia, un’ammirevole stratega del marketing (che si scopava), riuscì per davvero a convincere i cinesi ad acquistare il nostro vino a peso d’oro e non solo loro: anche Giapponesi, Coreani, Norvegesi, in ultimo persino Americani. Sì lo so, in questo teatro, tutti vi starete chiedendo: - “Ma chi si è sposata questa qui? Un incrocio fra Brad Pitt e Bill Gates?”. Non esattamente: per quanto sesso potesse fare mio marito vi assicuro che non era poi così bello. (si interrompe, riflette)
A pensarci bene anche questa è un’ingiustizia: se la donna non è figa figa, non viene cagata di striscio, ma se l’uomo è così e così… noi donne ce lo prendiamo lo stesso! Ma guardate che siamo proprio cretine, eh? Va bhe…
Che dicevo? Ah sì, mio marito non era né figo né genio, infatti: Fernando, dopo aver promesso a destra e a manca il nostro vino in tutti i paesi del mondo, e dopo aver anche chiuso ingenti prevendite in Cina, convinse mio padre e mio fratello ad investire su molto più personale, nuovi attrezzi e soprattutto nuove tecniche per coltivare e vendemmiare. La parola magica che introdusse mio marito nell’azienda Maffei fu: “anidride solforosa”, “solfito” per gli amici. – “Il solfito è un composto organico presente in natura: tutto il vino contiene solfiti perché prodotti durante la fermentazione” - diceva mio marito, dottore in materia, per infinocchiarci la mascalzonata, affascinando con la sua cultura il mio povero babbo, ignorante come una capra ma saggio. – “Inoltre l’uomo sin dal 1700 usa aggiungere anidride solforosa artificialmente per conservare al meglio le qualità del vino: colore, odore e sapore così non temeranno più né le minacce del trasporto né quelle del tempo”. Questo era esatto, Fernando non ci aveva detto stronzate, aveva solo barato sulle quantità: “Propongo di incrementare l’uso del solfito distribuendolo in tre fasi fondamentali della produzione: adotteremo questa quantità per la fase della pigiatura, questa nel travaso del vino in botte per l’invecchiamento e quest’altra per la fase dell’imbottigliamento”. Nonostante qualche titubanza tutta la mia famiglia decise di dargli fiducia, tranne io ovviamente, vaccinata dal fatto che mi mancavano già ben due “S” da mio marito!
Dato che nessuno mi ascoltava mi sfogavo con il parroco: “Padre Marco, io mio marito non lo sopporto più, posso divorziare?” – “Certamente, figlia mia, se preferisci bruciare per l’eternità nelle fiamme dell’inferno, fai pure… E poi a tuo figlio non ci pensi? La famiglia è importante cara Nora, e tu la devi difendere, il divorzio è la via più facile e vigliacca per non affrontare i normali problemi fra coniugi”. Normali problemi? Tradita, umiliata e abbandonata rientra nella normalità? La fanno facile, ‘sti preti, si vede proprio che non sono mai stati sposati! (sarcastica) Un affare il matrimonio per noi donne! Ma mitragliateci nell’utero piuttosto! (pausa) Il bello è che continuavo a lasciarmi convincere!

(ancora un’altra puntura al piede) Ahhio! Ma chi ha pulito quest’uva? (Nora cerca e trova il raspo, lo getta via lontano, si massaggia il piede e mentre lo fa si accorge di avere le gambe sporche fino alle ginocchia) Oh mamma, quanto sono rosse, sembra quasi sangue! (ride in modo isterico). E dire che prima di mettermi a vendemmiare mi ero docciata e incremata… oddio, vuoi vedere che adesso il vino mi prende il sapore di Nivea! (ride ancora) Va beh, vorrà dire che questo qui lo berrò solo io, vino fatto e bevuto da Nora Mieli… anzi no, da Nora Maffei! Il mio cognome è Maffei! Fanno proprio bene quelle donne che non rinunciano al cognome da sposate… e fanno ancora meglio quando convincono i figli a prendere il cognome della madre! Devo proporlo a Nicola mio… (Nora smette di pigiare l’uva, è stanca e si asciuga il sudore dalla fronte) Mamma quanto stanca vendemmiare! Devo riprendere fiato… Ma che vi stavo dicendo? Ah sì, di mio marito Fernando e della sua rivoluzione con il solfito.
 
Quando io gli dicevo: -“Fernando io so che troppi solfiti sono nocivi alla salute, fanno venire il mal di testa” - lui mi ammoniva con la frase che già conoscete: - “Chi non sa fare non sa comandare” - e ci aggiungeva anche - “Ignorante, me lo fai venire tu il mal di testa, dove hai letto queste stronzate, sui rotocalchi dal parrucchiere?”. Fatto sta che il nostro vino all’inizio vendeva e ci faceva piano piano sperare di recuperare tutti i soldi investiti per la megaproduzione, fin quando… in America, secondo paese oltre la Cina in cui vendevamo la maggior parte della nostra produzione, uscì una legge imposta dalla <Food and Drug Administration> che ci impose di dichiarare la quantità di solfiti presenti nel nostro vino. Mio marito non si preoccupò minimamente: avvalendosi sempre dell’aiuto della P.R. Amanda (che si scopava), dell’interprete Lynn (che si scopava), della sua fedele biologa Olga (che si scopava) e il suo caro amico consulente Luca (che si scopav… ah no, scusate, mi sono incantata, con gli uomini mio marito non… si insomma avete capito, almeno credo!), falsificò analisi ed etichette, dichiarando ai consumatori un decimo del contenuto di anidride solforosa effettivo. Non solo: ebbe la sfacciataggine di scriverci sopra “Biologico”, già all’epoca era una parola figa, di tendenza, di cui nessuno conosceva il vero significato ma che incrementava ugualmente le vendite. Mentre i cinesi continuavano ad ingurgitare il nostro zolfo biologico mascherato di vino, - vinolfito lo chiamavo io! - in America… ci è scappato il morto!
Proprio così: un nostro acquirente aveva regalato a suo nipote una bottiglia del nostro vinolfito, fiducioso di quanto dichiarato da Olga sull’etichetta, su consiglio di Luca. Il nipote, dopo pochi sorsi “biologici”, ha avuto una crisi respiratoria e ci è rimasto secco perché allergico di suo all’aspirina, all’aglio e a non so cos’altro, in ogni caso ai solfiti. Dopo l’autopsia venne aperta un’inchiesta ed alla fine, ovviamente, la nostra azienda è stata incriminata per aver dichiarato il falso sull’etichetta. Contemporaneamente anche in Italia è entrata in vigore una legge che regolava l’uso di anidride solforosa nell’alimentazione, e gli impiegati della Asl sono venuti a farci visita. Sfortunatamente per mio marito erano tutti maschi e non ha potuto sfruttare il suo sex appeal… (ride in modo isterico ma trionfante). Qualcuno l’ha definita agropirateria… qualcun altro agromafia… Insomma… è nei guai. (Si rattrista, smette di vendemmiare e guarda il pubblico). Siamo nei guai…

L’azienda è andata in rovina, abbiamo chiuso, mio padre ha avuto un infarto, mio figlio non ha più i soldi per l’università e si riguarda da uscire di casa per la vergogna ed io… (Nora viene interrotta dal suono di volanti della polizia che si fermano proprio sotto casa) beh ho reagito. Sì, proprio così, ho reagito da mamma che rivendica il futuro del proprio figlio, ho reagito da moglie che rivendica la sua dignità, ho reagito da donna che rivendica il suo sesto senso uterino (Bussano violentemente alla porta). Non posso più riprendermi la mia vita, ma mio figlio potrà riprendere in mano la nostra attività, cominciando da zero, nella semplicità e correttezza di una volta, quando si aveva ancora amore per il vino e la sete di commercio non aveva intaccato il piacere di pigiare l’uva con i nostri piedi. (Continuano a bussare violentemente alla porta, Nora scende dal recipiente tutta sporca di succo d’uva). Ora scusatemi, sono desiderata dalle forze dell’ordine, devo andarmi a ripulire e ad aprire a quei bei maschioni in divisa! Mmm… quanto mi fanno sesso! (Nora sta per andarsene, poi ritorna vicino al recipiente, si avvicina ai bordi in basso e sussurra) Addio, solfito di puttana!
Nora esce di scena. Poco dopo la vasca si spacca (o si apre “a fiore” o ”ad ombrello” nel caso della botte) producendo un rumore assordante. Sommerso dall’ uva, intravediamo il corpo di Fernando privo di vita.   
FINE