SOTTERRANEI

di

Renzo Remotti

PERSONAGGI

FEDERICO impiegato
MARCO impiegato
ROSELLA impiegata
FIDANZATO
FIDANZATA
POLIZIOTTI
GIOVANE
VECCHIO
GIUDICE
AVVOCATO
MENDICANTE
PAZZO
VOCI tre supremi padroni
VOCE padrone dei supremi padroni 
GIULLARE

La scena deve essere costruita nel seguente modo. Sul palco è sistemato l’ufficio. Su un palco rialzato diviso in due sono collocate due scene. Sul lato sinistro, rispetto allo spettatore, la via pubblica; sul lato destro, la sede del giudizio. Il palco nella parte della via pubblica è separato dall’ufficio grazie a un paravento a mo’ di tre finestre dal vetro smerigliato, paravento che si alza all’occorrenza; mentre la parte del giudizio vi è una tenda che si apre e chiude come un sipario. L’ufficio e la parte del giudizio sono collegate da un montacarichi. Al di sopra di questo piano dietro un sipario chiuso la stanza dei sommi padroni. Talvolta all’atto delle scene alcuni fari di luce bianca illuminano i personaggi, mentre le altre rimangono in penombra. La parte del giudizio, invece, apre il sipario solo al momento del giudizio stesso. 


SCENA PRIMA
Un laboratorio di lavoro collocato su un piano sotto il marciapiede di una via pubblica. In cima si possono vedere tre finestre con vetri smerigliati, attraverso cui si scorgono ombre di passanti. Tre esecutori sono collocati lungo uno stanzone unico e stanno lavorando in silenzio. Un ticchettio d’orologio scandisce il tempo, dapprima con tonalità elevata poi, appena i personaggi iniziano a parlare, si abbassa senza però cessare. La scena è in penombra.
FEDERICO Questa notte ho sognato l’assoluto.
MARCO (ridendo) L’assoluto? …Ma tu cosa ne sai dell’assoluto? 
FEDERICO Perché… non posso nemmeno sognarlo… l’assoluto? 
MARCO Oh…beh! Per me puoi fare tutto ciò che vuoi! …e dimmi com’è questo assoluto?
FEDERICO è bellissimo! Non è facile parlarne…cosa vuoi che ti dica? L’assoluto è l’assoluto e basta!
MARCO Mi sembrano dei veri vaneggiamenti! Non è che sia un po’ una questione…di vecchiaia?
ROSELLA 10950, 10951, 10952…
MARCO Cosa stai facendo?
ROSELLA (stralunata) 11010, 11011...
FEDERICO (piombando su Rosella) Ehi? Basta con questa lagna. Finiamola una volta per tutte!
(silenzio)
ROSELLA (automaticamente) 11050, 11051…
MARCO Sono le pecore…per farti addormentare?
ROSELLA E’ l’orologio! Non fatemi perdere il conto! Oddio, dov’ero arrivata? 11120…no…11121…o forse 11119!
MARCO Questa è completamente folle! 
FEDERICO Conta i ticchettii del pendolo!
ROSELLA 11134…11135…
FEDERICO ...e tu vorresti l’assoluto? 
MARCO Sai quanti battiti vi sono in un minuto? 60! Uno per ogni secondo...
FEDERICO Allora anche tu hai contato?
ROSELLA e tu? Vorrai mica far credere che non ci hai mai provato? 60 per 60 minuti uguale 3600…3600 per 10 ore... uguale 36.000! Fine giornata!
MARCO Stop! Di questo passo tu conterai anche quanti battiti mancano alla mia morte!
ROSELLA (riflessiva) Beh, pensando alla speranza di vita…
FEDERICO (si porta le mani alle orecchie) Accidenti! non fai altro che propinare questi discorsi privi di senso! La speranza di vita! Basta!
SCENA SECONDA
Attraverso i vetri si intravedono due sagome di persone. Paiono una coppia di innamorati. Si agitano come se stessero litigando. I tre uomini della stanza immobili assistono alla scena. Talvolta incuriositi si avvicinano alla finestra e allungano il collo per vedere meglio. Poi, senza mai guardarsi in faccia, tornano al lavoro. Tutti i personaggi della scena all’esterno si vedono come ombre attraverso i vetri dell’ufficio.
UOMO Bastarda! Come ti sei permessa di non dirmi della lettera!
DONNA (tra i singhiozzi) E’ solo uno scherzo! Avevo bisogno di evadere…
UOMO (un po’ platealmente) Uno scherzo…che bellezza! Ieri il mio capo mi ha fatto uno shampoo che non immagini nemmeno…e sai che faccio ora…mi infilo tra le coperte di Rita…eh, già per via dello stress!
(schiaffo)
DONNA Ancora con la storia di Rita? Allora non l’hai mai lasciata? Per te sono solo uno svago…
UOMO (goffo) Sì!
DONNA …e allora sappi che ti ho tradito almeno quattro volte!
UOMO Confessato! Mi compiaccio con me stesso! 
L’uomo afferra per le spalle la donna e la costringe a inginocchiarsi.
UOMO Ora chiedimi perdono!
SCENA TERZA
Si torna all’ufficio sotterraneo.
FEDERICO Un tempo mi sono innamorato…
ROSELLA 13063…13064…13065…
MARCO Oggi ho litigato con mia moglie…
FEDERICO Era una ragazza bellissima! I suoi capelli corvini mi accarezzavano le guance…
MARCO Non tollero il disordine…ogni oggetto deve essere collocato nel suo esatto posto…né più a sinistra, né più a destra!
Prende la sedia dove è seduto e la proietta per aria, mandandola a pezzi nell’angolo opposto della scena.
ROSELLA 13720…13721…13722
FEDERICO …i suoi baci…ah se ci penso!
MARCO In una famiglia ci DEVE essere un capo! In tutti i posti che si rispettano si trovano dei capi! Per quale ragione in famiglia l’hanno abolito?
FEDERICO Abbiamo fatto l’amore per giorni e notti intere…abbiamo sognato di fuggire ai tropici e crogiolarci al sole in una spiaggia deserta…soli e liberi…
ROSELLA 13830…13831…13841
MARCO Non vi sono più regole…tutto è un grande, incredibile baraccone da fiera!
FEDERICO Ora ha sposato il mio vicino di casa, ha otto figli e pesa centoventi chili! Perché mi ha lasciato? IO L’AVREI RESA FELICE!
MARCO (disperato) Non può andare avanti così! Le regole…le regole…siamo liberi!
ROSELLA 14400! PAUSA
Federico, Marco e Rosella interrompono tutti i discorsi. Federico e ROSELLA si siedono docili dietro a un tavolo e, dopo aver scartato un pacchetto che tenevano chiuso all’interno del medesimo cassetto, iniziano a mangiare meccanicamente come se seguissero un rituale. Marco, invece, sedutosi per terra, volge lo sguardo verso terra, in silenzio. 
MARCO (sottovoce) 15100, 15101, 15102…
SCENA QUARTA
L’uomo tradito è ammanettato e, senza opporre alcuna resistenza, sta ritto in mezzo a due poliziotti. A terra è distesa, appena percepibile, il corpo della donna.
UOMO (sollevato) Hai visto cosa accade ai traditori?
POLIZIOTTO Entra in macchina…avrai molto tempo per pensare a ciò che hai commesso…
FOLLA (esultante) Ha fatto giustizia…bene! Sei un eroe! ora tutti i giornali parleranno di te…
SCENA QUINTA
MARCO 15600. PAUSA TERMINATA!
Marco e Federico richiudono il pacchetto con il cibo e lo ripongono nel cassetto, girando infine la chiave. Si alzano e riprendono a lavorare dietro le macchine, collocandosi nella medesima posizione della prima scena. Si sentono tacchi di scarpe battere sopra il soffitto.
ROSELLA (tremando) Sono arrivati!
FEDERICO (agitato) Sei proprio sicura? Può essere che ti sia sbagliata…Loro non possono essere già arrivati!
MARCO 17155, 17156… (terrorizzato) Come sono arrivati? Non arrivano prima del 18000…
FEDERICO (sogghignando) Evidentemente ti sei sbagliato…hai saltato un po’ di ticchettii…
MARCO No! Sono sicuro! Oggi sono stato molto attento…io…io non posso aver commesso un errore tanto assurdo… (con panico) 17540…17541…17542…eppure sono sicuro! Vero Rosella? Prima della pausa eri arrivata a 14400, come ogni giorno!
ROSELLA Folli! Credete davvero che loro non sappiano tutto ciò che stiamo facendo! 
FEDERICO …hanno sparpagliato spie dappertutto! 
MARCO (sfiorandosi il naso con l’indice) Sssst! Non sapete di che cosa sono capaci! Dicono che hanno inventato uno strumento capace di analizzare i nostri pensieri…17743, 17744, 17745…
ROSELLA (voltatosi più volte dietro per guardare dietro le spalle) I pensieri? Cosa dici…come possono?
FEDERICO E’ vero…lo dicono tutti. Sono capaci di leggere i nostri pensieri! Lo so che sembra incredibile, ma è proprio come dicono.
VOCE (provenienti dall’esterno) Abbiamo sentito tutto! Brutti smidollati, non avete ancora imparato l’obbedienza. Noi possiamo tutto…se non rigate dritto noi vi isoleremo A VITA!
Federico e Rosella riprendono il lavoro senza fiatare. Marco sussurra numeri in successione. Si accende un faro su Federico, il quale si porta la mano sugli occhi per ripararsi dall’improvvisa illuminazione. 
VOCE Cosa hai detto? 
FEDERICO (balbetta) Niente! Non ho detto assolutamente niente! 
VOCE Non è vero! Tu ti sei ribellato! Abbiamo sentito!
FEDERICO (inginocchiatosi) Mi è proprio scappato! E’ stato un attimo di distrazione. Non volevo…in fondo l’ho tenuto dentro alla mia testa!
VOCE Autocontrollo! Non possono capitare certe cose. Voi siete stati prescelti per una missione importante! 
ROSELLA Forse non ne siamo degni…
VOCE (irritata) Vi abbiamo scelto noi e noi non possiamo sbagliare.
In un attimo si diffonde un fischio assordante e a intermittenza si accendono luci accecanti.
VOCE I Ricordate e non dimenticate
FEDELTA’
VOCE II EFFICIENZA
VOCE III EFFICACIA 
Tutto piomba nell’oscurità più completa. Si sente solo il ticchettio dell’orologio e il sibilo fioco della voce di Marco 18135, 18136, 18137. 
SCENA SESTA
La luce del sole proveniente dalle finestre permette di intravedere le ombre dei tre uomini intenti sul loro lavoro. Si alzano le finestre dell’ufficio e appare la via pubblica. Al lato della strada vi è un uomo elegante che offre una pozione ai passanti che si accalcano intorno a lui e tentano di passare prima. Al lato opposto due uomini, uno giovane e l’altro vecchio, stanno chiacchierando. 
GIOVANE Non ti sembra un po’ troppo? 
VECCHIO Quante cose ti devo ancora insegnare. 
GIOVANE Ho capito, ma la pozione della vecchiaia! Avrei creduto che nessuno abboccasse. 
VECCHIO (sogghignando) Abboccano…abboccano…e solo questione di psicologia! Associazioni mentali, mio caro! Tu crea l’illusione e la gente compra qualsiasi cosa!
Un passante beve avidamente la pozione e diventa all’improvviso un vecchio. Dopo qualche passo cade a terra, morto. La folla esulta, poi compie gli stessi gesti del morto e si ripete la scena più volte.
VECCHIO Capisci cosa volevo dire? Guarda e impara!
GIOVANE Non posso credere ai miei occhi!
Si chiude il sipario in cima e si accende una luce seppur tenue sulla scena in basso.
SCENA SETTIMA
Francesco e Rosella lavorano senza interruzioni. Marco conta. Rosella alza timidamente la testa e guarda il soffitto.
ROSELLA Forse per oggi ce la siamo cavata!
FEDERICO Sei matto? Hai visto che possono leggere i nostri pensieri? Ho soltanto pensato di mandarli al diavolo e loro hanno sentito…
MARCO (con maggiore attenzione) 19000…19001…19002
ROSELLA Eppure vi sarà un modo per sfuggire! Tutti hanno una possibilità…
FEDERICO (terrorizzato) Sei completamente impazzita! Non hai ancora capito che loro possono tutto…ecco! Penso che ti potrebbero incenerire qui, all’istante.
MARCO 19104…19110…accidenti…ancora un errore! Questa volta verrò licenziato senza possibilità di perdono…19107...19108...19109...
ROSELLA Perdono? Non sono mica Dio? 
FEDERICO (avventandosi su Rosella) Peggio! Loro hanno il potere…ci possono annientare da un momento all’altro…
MARCO 19150…19051…19052…
FEDERICO Basta con questa cantilena…io smetto immediatamente di lavorare…
ROSELLA Tu osi sfidare…loro?
FEDERICO Detto fatto!
Federico lascia cadere a terra gli attrezzi da lavoro e si allontana in un angolo. Marco e Rosella cercano di non guardarlo. Hanno paura.
VOCE Perché avete smesso di lavorare?
MARCO No, io sto lavorando!
ROSELLA Anch’io lavoro!
VOCE (con tono più elevato) Sento che la produzione è calata! Voi non lavorate!
FEDERICO Non è vero…sono io che non lavoro…ero stanco e mi devo riposare…
VOCE Non è ancora il momento di riposare! PROVVEDIMENTO DISCIPLINARE
Federico non risponde. Ha uno sguardo di sfida, anche se ha paura e si stringe contro il muro. Improvvisamente il pavimento sotto Federico inizia a salire a guisa di ascensore. Federico tenta di saltare prima che l’altezza glielo impedisca, ma una corrente elettrica intorno ai bordi dell’elevatore lo blocca. 
MARCO e ROSELLA 20123…20124…20125…
SCENA OTTAVA
Federico è seduto su una sedia sgangherata al centro della scena. Davanti a lui c’è un giudice con il viso coperto da una maschera bianca seduto dietro a una sfarzosa scrivania. A lato sorge una pila di libri vecchi e corrosi dal tempo, mentre immediatamente vicino al magistrato un computer nuovo di zecca rimane spento. 
GIUDICE Regolamento 34, articolo 45, comma 88, paragrafo dieci, lettera f… lo conosce, vero? 
FEDERICO (con finta aria di sfida) Bhe…non posso certo ricordare a memoria tutte quelle scemenze…
GIUDICE (alzandosi irato) Lei osa definire queste regole…scemenze? Secoli dico… secoli di elaborazione giuridica e lei mi definisce tutto ciò, scemenze! La sua posizione si sta aggravando, mio caro.
FEDERICO Il caro se lo tenga per un altro suo compare! Allora, cosa dice quell’articolo?
GIUDICE Ora lei non si deve preoccupare! Sono io l’accusa e sono io che stabilirò se e quando concludere questo interrogatorio.
FEDERICO Non ho studiato legge, ma credo di avere diritto a un avvocato…
Il giudice rimane immobile per qualche istante come se dovesse riflettere. Federico fa tamburellare le dita sopra le ginocchia. 
GIUDICE (meditabondo) in effetti…se dovessimo dare un’interpretazione analogica all’articolo…sì, anche in questi casi…con le dovute cautele, attese le esigenze e l’economicità del procedimento…forse lei potrebbe avere anche diritto a essere affiancato da una persona esperta…
FEDERICO oh, finalmente…vede che a volte anche noi abbiamo ragione…
GIUDICE Attenzione, però…ho solo detto che lei potrebbe avere diritto a essere AFFIANCATO…non assistito…c’è una bella differenza! 
FEDERICO Assistito o affiancato che sia…voglio il mio avvocato!
GIUDICE (porgendo la cornetta a Federico) Ecco il telefono…faccia ciò che ritiene utile alla sua difesa.
Federico prende la cornetta. Dopo qualche istante si accende una luce in un angolo buio della scena, dove appare un togato. Sotto il braccio ha diversi codici. Si guarda intorno altezzoso, poi a passi solenni si dirige verso il giudice. Federico, all’avvicinarsi del legale, si alza in piedi e gli porge la mano, ma questi non lo degna di uno sguardo. Il giudice e l’avvocato si danno la mano, come vecchi amici. Poi l’avvocato si siede davanti alla scrivania e i due uomini iniziano a bisbigliare qualcosa di incomprensibile. Federico rimanendo seduto al centro della scena, allunga il collo per ascoltare il discorso. Non riuscendovi, cercando di non fare rumore, si avvicina con la sedia a poco a poco. Infine inciampa e cade.
GIUDICE Ma guarda la sfrontatezza di questo individuo! 
AVVOCATO (incalzando) Noi stiamo discutendo del suo interesse… e lei ci viene a disturbare nel bel mezzo della difesa. Sarei quasi tentato di lasciarlo a se stesso…poi vedremo cosa potrà fare da solo! 
FEDERICO (dolorante si alza e sottovoce) …forse sarebbe meglio se non lo avessi chiamato!
AVVOCATO Mi sembra di aver sentito…
FEDERICO Nulla…nulla! E’ che sono finito sopra a un chiodo…fa male…vuole provare?
AVVOCATO Ah, credevo! Io sono un GRANDE avvocato…non mi muovo certo per questioncelle del genere! Se ho accettato è per il grande rapporto d’amicizia che mi lega all’illustrissimo signor giudice…per un banale provvedimento disciplinare! Chi l’avrebbe mai detto!
FEDERICO (sedendosi, rassegnato) Sia! Mi scuso per il disturbo! Anche se non sono stato io a volere tutto ciò!
GIUDICE …e ci mancherebbe! Sarebbe già dietro le sbarre! E ora silenzio!
I due uomini riprendono a parlare sottovoce. Sfogliano libri, paiono chiacchierare del più e del meno. Alla fine l’avvocato si alza, saluta il giudice e sta ritto in piedi al suo fianco. Il giudice scrive qualcosa, poi anche lui si alza in piedi e inizia a parlare in modo solenne.
GIUDICE Dopo lunga discussione abbiamo deciso di condannarla al minimo della pena…
AVVOCATO Sa…una semplice ammonizione orale! Avrebbe dovuto essere licenziato! 
FEDERICO (alzando la voce) Licenziato? E per quale ragione? 
GIUDICE Silenzio! Dunque la ammonisco ad essere più ubbidiente, più rispettoso dei regolamenti, più gentile con il pubblico…il cittadino…
FEDERICO Con il cittadino? Ma se non abbiamo mai visto pubblico!
GIUDICE Silenzio! Le potrei ancora commutare la pena!
AVVOCATO Questa è bella! Probabilmente non si rende conto della gravità della situazione!
GIUDICE Ho fretta! Non posso perdere altro tempo…
AVVOCATO Ha visto cosa ha fatto? Ha irritato l’illustrissimo signor giudice!
FEDERICO (con tono dimesso) Mi scuso!
GIUDICE Bene! Spero che abbia cambiato idea sul conto della realtà! Ora può andare…ma si ricordi che da ora in poi lei ha un precedente…la prossima volta non sarò più tanto clemente!
L’avvocato se ne va trionfante. Il giudice si siede e inizia a leggere il giornale. Dopo qualche istante, rivolgendosi a Federico.
GIUDICE Allora! Può andare! 
FEDERICO (imbarazzato) Ecco…io devo dirle una cosa…
GIUDICE Ora sono in pausa…non ho tempo!
FEDERICO Poche ore fa è stata uccisa una donna! Proprio nella via sopra il mio ufficio!
GIUDICE E con questo? Lei non si deve impicciare di certe faccende. Faccia il suo lavoro e basta! Comunque sono stato già avvertito…me ne occuperò al più presto! Buongiorno!
Federico si alza ed entra all’interno dell’ascensore. Questa si aziona da sola e lo riporta al suo ufficio.
SCENA NONA
ROSELLA (tremante) 22547, 22548, 22549…
MARCO Allora cosa ti hanno detto? Cosa ti hanno fatto? Perché ti hanno permesso di tornare?
FEDERICO (stupito) Perché mi hanno permesso di tornare? E cosa avrei commesso di tanto grave?
ROSELLA Ti sei ribellato! 
FEDERICO Ribellato? A cosa? Quando? 
MARCO Come non ti ricordi? 
FEDERICO Proprio non capisco!
ROSELLA (si mette a piangere in silenzio) 23000…23001… Ah, mi hai fatto perdere la concentrazione. Maledetto!
Federico rimane interdetto. Si guarda intorno, non capisce. Si avvicina a Rosella, ma lei fugge via in un angolo, rannicchiandosi impaurita.
FEDERICO Ma è uno scherzo? Siete tutti impazziti. Prima mi hanno accusato di non so quale ribellione, ora i miei colleghi scappano da me impauriti…non sono un mostro!
Rosella si porta le mani sul viso e piange in silenzio. Federico, esasperato, le si avvicina ancor di più, ma Marco riesce a fermarlo in tempo. 
FEDERICO (scrollandosi) Lasciami andare! Devo pur chiarire questa faccenda!
MARCO Te lo dirò io! Mentre eravamo in pausa hai guardato i piedi di Rosella!
FEDERICO I piedi di Rosella? Ma sai quanto me ne importa dei suoi piedi…
MARCO (zittendolo) Sta zitto! Potrebbero ripensarci! Se hanno chiuso un occhio è solo perché siamo sotto organico…ma in ogni momento ti possono licenziare! 
FEDERICO …licenziare…perché ho guardato i piedi di Rosella? Ma siamo matti?
MARCO Mi ricordo benissimo. Mentre hai preso il secondo panino…hai rivolto lo sguardo verso il lato dove era seduta Rosella. Poi ti sei soffermato sui suoi piedi…per più di due minuti! Capisci…due minuti!…120 battiti d’orologio… 
FEDERICO Per quanti sforzi faccia…proprio non riesco a ricordare! 
ROSELLA …eppure è vero! Tu mi hai guardato i piedi…
MARCO Non ho dubbi…per oltre due minuti!
FEDERICO (imbarazzato) …io non ho mai guardato i piedi di Rosella! Se così fosse, non mi sarebbe certo sfuggito un simile fatto! (perdendo la pazienza) Cavolo! Cosa mi state facendo dire? Ho guardato i piedi di Rosella per oltre due minuti? E cosa sarà mai? Lo ammetto. I piedi di Rosella mi piacciono…anzi mi piace proprio Rosella! Le ho sempre voluto bene…voglio portarmela a letto! E con questo? Non siamo nemmeno sposati! 
MARCO (tappandogli la bocca) Taci…deficiente! Non lo conosci il regolamento?
FEDERICO Ma che regolamento?
MARCO Oh, Santo cielo…lavori in questo ufficio da più di dieci anni e ancora non conosci il regolamento 34, articolo 45, comma 88, paragrafo dieci, lettera f…
FEDERICO (perplesso) Credo che l’abbia citato il giudice…
MARCO E’ evidente che l’abbia citato…è la regola di base…
FEDERICO e allora perché l’hanno cacciata nell’articolo 45?
MARCO Non fare sempre il polemico!
FEDERICO Beh…allora mi vuoi far capire l’arcano segreto? Dimmi di cosa sono stato accusato…
MARCO Tu hai COSCIENTEMENTE rivolto le attenzioni verso una dipendente. E’ previsto il licenziamento in tronco, sai?
FEDERICO (sgranando gli occhi) ma cosa mi stai dicendo? Non ho proprio rivolto nessuna attenzione nei confronti di Rosella…intendo dire nessuna attenzione disonesta…
MARCO (incalza) Ah…vedi che loro hanno ragione. Onesta o disonesta…tu qualche attenzione verso Rosella l’hai rivolta e ciò è PECCATO.
FEDERICO Cosa dovrei fare, ora! Cospargermi il capo di cenere… fustigarmi in pubblico (appoggiando le mani sulla cintura) Vuoi che usi questa come frusta? Siamo matti! Non posso nemmeno guardare una mia collega!
MARCO …non più di 10 battiti d’orologio, almeno secondo il regolamento. Talvolta…e per pura tolleranza…sono giunti ad accettare fino a 15 battiti…ma 120! E’ ASSOLUTAMENTE INCONCEPIBILE Che ti piaccia o no…questo è il regolamento e tu, come tutti noi, sei tenuto al suo esatto rispetto!
ROSELLA (asciugandosi le lacrime) Ora basta! Abbiamo perso troppo tempo…possono arrivare da un momento all’altro…allora sì che questo sarebbe un grande guaio…
Marco e Federico riprendono il lavoro. Rosella per qualche attimo rimane a guardare il soffitto, poi riprende a contare. Federico si alza in piedi di scatto e volge le spalle verso Rosella. 
FEDERICO …eh…le precauzioni non sono mai troppe!
Continuano il lavoro in silenzio per un minuto, frammenti di parole qua e là, penombra.
SCENA DECIMA
Si apre nuovamente il sipario al di sopra della scena. La via pubblica è deserta; solo un mendicante in un angolo sta dormendo in mezzo ai rifiuti. Si volta, sbadiglia, si alza. Diversi passanti lo oltrepassano, non si fermano, senza notarlo neppure. 
MENDICANTE Ho fame!
PASSANTE …allora va a lavorare…
MENDICANTE ho lavorato trent’anni…sono in pensione…un tempo ero io che comandavo…Ho fame!
PASSANTE (incredulo) …allora usa i soldi della pensione!
MENDICANTE Un tempo non ti saresti rivolto a me con questo tono. Allo scoccar delle mie dita, tutti si mettevano sull’attenti! Ero io che comandavo!
PASSANTE (scrollando il capo) Delira…
MENDICANTE Ho fame!
SCENA UNDICESIMA
Federico, Marco e Rosella continuano a lavorare in silenzio. Le spalle degli uni sono rivolte verso quelle degli altri. Gli occhi rivolti verso le pareti. Federico sospira.
FEDERICO 22365… 22366… 22368… errore… 22367… 22368… visto, non mi fregherete per un battito… 22370…
MARCO Tu farai una brutta fine, mio caro! Stai coltivando sentimenti ostili!
ROSELLA Un tempo feci una crociera...non ricordo dove (dopo un attimo di riflessione) forse non è mai accaduto... eppure ricordo che fu meraviglioso! 
MARCO Ancora questa lagna! Basta!
FEDERICO 22382...22383...22384…
ROSELLA (ispirata) E’ stato un viaggio bellissimo! Il mare era azzurro, limpido, profondo! 
MARCO …eh, ci mancava proprio una sognatrice! 
FEDERICO Ho bisogno di concentrazione! 22390…
ROSELLA Voi siete solo esecutori! Non potete capire! 
MARCO Tutte storie! Noi sì che lavoriamo per l’umanità. I sognatori a che servono? 
FEDERICO Vuoto… nulla… solitudine… 22499, 22470. PAUSA SECONDA
MARCO Anni di lavoro e ancora non hai imparato! La pausa seconda inizia al 24000 e termina al 25200!
ROSELLA Ma no! La pausa seconda inizia al 25200…
FEDERICO Ora sono io che conto e io DICO che ora inizia la pausa seconda.
MARCO Tu DICI! Ma che ti credi? Tu sei un nulla, mio caro. Tu devi ubbidire, tacere e, se te lo chiedono, tradire!
FEDERICO (Alzando la voce) Allora è vero! Sei tu la spia? 
ROSELLA (Tremando) Lo dicevano…c’è tra noi un infiltrato! E’ lui che controlla, valuta, danna…
MARCO Non vi fidate più di me? Io che vi ho salvato tante volte! Non ricordate quando i Supremi ci hanno accusato due anni fa? Chi scrisse la difesa? Avete scordato le notti in cui io vi ho consolato…
FEDERICO Piantala! Ormai ti abbiamo scoperto! 
ROSELLA (rannicchiandosi su di sé) E’ lui…è lui!
FEDERICO (sguaina un coltello) Questa è la fine che dovrebbero fare i vigliacchi come te!
Federico si avventa su Marco. Si crea una breve lotta. Marco cerca di parare i colpi, Federico sembra furente. Le luci si spengono e si accende un faro sui due uomini. Rosella appare solo come un ombra a lato della scena.
MARCO Tu sei impazzito! 
FEDERICO Noi ci fidavamo di te!
MARCO (cade a terra) Allora se vuoi uccidimi! 
ROSELLA Pazzi! Smettetela…
FEDERICO (mettendosi le mani tra i capelli) Dio mio, che ho fatto! Mio caro amico…non volevo! Perdono!
MARCO (fissa il coltello insanguinato) Il sangue ormai scorre. E’ la fine! Non sono una spia! Non capisco come abbiate potuto sospettare…
FEDERICO Perdono!
ROSELLA Perdono!
SCENA DODICESIMA
La tenda del palco del giudizio in alto si apre. Al centro della scena vi è il giudice, sempre con la maschera, e l’avvocato, avvolto nella toga purpurea. Sono seduti su due sedie semplici; intorno non si vede altro arredo.
GIUDICE Una sentenza difficile, indubbiamente!
AVVOCATO Era necessario!
GIUDICE Questo lo so…altrimenti non avrei seguito le indicazioni…
AVVOCATO L’opera deve andare…ogni ritardo potrebbe essere fatale…del resto la legge a che serve?
GIUDICE (sospira) vuoi che ti confessi un segreto? Non lo so! 
AVVOCATO Non stare lì a pensare troppo! Non sta a noi valutare…lo dovresti sapere dai tempi dell’università! Non ti hanno insegnato…la forma…
GIUDICE Già la forma!
AVVOCATO E’ qua il segreto di tutto! La forma plasma la sostanza e non viceversa. Tanti filosofi e non sono giunti a questa verità!
GIUDICE Quale?
AVVOCATO Se impari a dominare la forma puoi diventare il vero padrone. E’ tutto così semplice. Se ti fissi troppo sulla sostanza, quelli in basso vinceranno... ma in quanto alla forma... beh, noi siamo insuperabili! 
GIUDICE In tutto questo bel ragionare, mi pare mi sfugga qualcosa...
AVVOCATO (sbuffando) Stai invecchiando, mio dolce amico. Quando abbiamo accettato questo lavoro ci hanno dato obiettivi precisi. Disattenderli sarebbe un atto di infedeltà! In fondo ci hanno dato molto...ricorda...gratitudine, innanzitutto!
GIUDICE Eppure... quando mi sono laureato c’era qualcosa di diverso... 
AVVOCATO (sgranando gli occhi) Almeno cerca di non farti sentire. Sai cosa significherebbe? Degradazione immediata! Ritorneremmo laggiù! 
Si apre improvvisamente un palco sopra loro, mai visto prima d’ora. La scena è vuota. Attimo di silenzio, poi irrompono le voci, anche se la scena rimane deserta.
VOCE I Eccoci! 
VOCE III Siamo pronti!
VOCE II Sempre all’erta!
Rimbomba la voce del Supremo, proveniente da un altro luogo.
SUPREMO Mi auguro che tutto proceda per il meglio…
VOCE II certo!
VOCE I …è più di una certezza…
VOCE III l’opera sta per compiersi
SUPREMO Ne ero convinto! Voi sapete cosa fare al termine, vero?
VOCE I non era necessario rammentarcelo!
VOCE II Tu ci ha insegnato…
VOCE III …noi eseguiamo…
SUPREMO Bene! E’ proprio ciò che mi attendevo da voi. Ho ricevuto indicazioni precise!
VOCI (in coro) Obbediamo!
La tenda del palco superiore si chiude. 
SCENA TREDICESIMA
Marco è seduto su un tavolo con un braccio fasciato. Federico e Rosella sono accanto a lui in atteggiamento d’amicizia. Il ticchettio dell’orologio è cessato. Le finestre della stanza, prima illuminate, ora sono sigillate. I tre esecutori gli rivolgono per il momento le spalle.
FEDERICO Credevo proprio di averti ucciso!
MARCO …ho la pellaccia dura, sai!
ROSELLA Promettete che non accadrà mai più…
MARCO E’ vero…da quanti anni è che siamo seppelliti in questo posto?
FEDERICO (riflettendo)non ricordo! Forse… lasciami pensare. Mi ero appena laureato, stavo cercando lavoro e…
ROSELLA Sei piombato quaggiù!
MARCO Siamo relegati, miei cari! Ecco la verità.
FEDERICO Relegati?! …ma per quale colpa?
ROSELLA Colpa? Ti sei fritto il cervello? Tu parli di colpa? Noi semplicemente esistiamo…
MARCO …e forse questa è la colpa…
FEDERICO …e allora non dovremmo più respirare, non guardare, odorare... desiderare?
ROSELLA Allora perché rimaniamo qui?
MARCO …beh, perché non è ancora terminato il tempo…
ROSELLA …quale tempo? Ricordi forse quando è iniziato il tempo? Hai, anche solo accennato, un ricordo di un’interruzione?
FEDERICO Abbiamo sempre contato, lavorato…
MARCO …sono anni che non interrompiamo il nostro lavoro. Mangiamo…dormiamo…è vero…ma non abbiamo mai cessato di lavorare…
ROSELLA …voi avete capito a cosa stiamo lavorando?
FEDERICO Sono componenti elettronici…semplici componenti…che…
MARCO Ecco il punto! A cosa servono? Ne avremo fabbricati migliaia…forse milioni…eppure non ci hanno mai detto a che servono!
FEDERICO Che diamine! E’ chiaro a cosa possono servire…al progresso…è evidente, no? Oggi tutto funziona con l’elettronica! Gli elettrodomestici…la televisione…l’illuminazione...il mondo, insomma!
ROSELLA (sospirando)Sei tanto fortunato da conservare un ricordo del mondo? Quale mondo? Per noi è qui il mondo! Noi abbiamo sempre vissuto qua. 
FEDERICO Già è vero! Sapete che non ci avevo mai pensato! ...non ricordo nulla di ciò che chiamo mondo!
MARCO Sapevate che sono laureato in ingegneria? Qualcosa ne dovrei capire!
Marco salta giù dal tavolo e afferra da terra un piccolo aggeggio. Lo osserva attentamente.
FEDERICO (curioso) …e allora?
ROSELLA (idem) …cosa vedi?
MARCO (stupito) Non ci crederete, ma questa roba è superata da anni! Credo di aver visto un circuito del genere in un museo dell’università…
FEDERICO Come è possibile?
ROSELLA …allora l’efficienza, l’efficacia…il nostro lavoro? 
MARCO Questo non lo so! Io posso solo dirvi che questo circuito non serve proprio a nulla! E’ superato e non è più compatibile con la tecnologia…
ROSELLA (in trans) è stato tutto inutile! Un colossale inganno. Noi abbiamo lavorato per anni a un progetto superato! 
FEDERICO (rivolgendosi alla finestra) …e allora dobbiamo scappare (accortosi della chiusura della finestra) …guardate, le finestre sono sigillate!
ROSELLA (rannicchiata su se stessa) Ci vogliono annientare! Non abbiamo più scampo! 
MARCO (in ginocchio) Morire! Il nostro destino è segnato! Morire! 
FEDERICO Ma ci deve essere una scappatoia. Avanti! Abbattiamo le finestre!
I tre esecutori iniziano a sferzare colpi contro le pareti, le finestre. Tutto inutile. Infine cadono a terra stremati.
ROSSELLA Ci hanno rinchiuso!
MARCO Moriremo qui!
FEDERICO ssst Ascoltate. 
MARCO Cosa? Io non sento proprio nulla!
ROSSELLA (alzando il capo) …ma sì il silenzio…
FEDERICO …erano anni che non ascoltavamo il silenzio…
MARCO L’orologio ha cessato di battere…
ROSSELLA e se fossimo morti?
MARCO Morti?! Allora perché sento la ferita del braccio? Non siamo morti!
FEDERICO Ci hanno abbandonati!
MARCO (rizzatosi in piedi) Dobbiamo provarci!
Gli esecutori prendono il tavolo e con forza lo scagliano contro la parete di sinistra. Frastuono tremendo, il muro cade, s’intravede un passaggio.
FEDERICO Liberi!
ROSSELLA (facendo capolino nel passaggio) …io non vedo l’uscita!
MARCO (entrando) io ci provo!
Buio pesto. Rumori di passi frenetici e fruscii di vestiti. Sussurri sommessi. Le voci degli esecutori provengono da un luogo diverso, mentre la scena rimane deserta per un attimo. 
MARCO Non vedo l’uscita…
FEDERICO Sembra un tunnel segreto. Da qualche parte sfocerà…
ROSSELLA Ho bisogno d’aria. Mi sento soffocare! 
FEDERICO Forse siamo giunti alla fine. Inizio a intravedere un po’ di luce…
ROSSELLA Anch’io! Corriamo…
MARCO Luce! Luce! Luce!
I tre esecutori entrano dalla parete destra. Le finestre, sempre smerigliate, lasciano penetrare un po’ di luce e qualche ombra di passanti. L’orologio batte nuovamente. Federico, Marco, Rossella riprendono il posto di lavoro. Immobilità momentanea. Poi riprendono l’opera. 
FEDERICO 32841, 32842, 32843…
MARCO Eppure ci deve essere un modo…
ROSSELLA (risatina sommessa nervosa)
SCENA QUATTORDICESIMA 
La via pubblica si è trasformata in una piazza a forma di tribunale. Il Giudice, sempre mascherato, è seduto nella parte dell’accusa, due manichini vestiti da giudici gli stanno di fronte, l’uno a lato destro, l’altro a sinistra. L’avvocato, rappresentante la difesa, sta con il capo chino. Intorno un gruppo di persone con cartelli inneggianti GIUSTIZIA! PACE! LIBERTA’! mormorano piano. Al centro un folle inginocchiato davanti al patibolo. Ha mani e gambe legate. Si esprime con incertezza, spesso ridacchiando.
FOLLA Colpevole! Deve morire!
GIUDICE Ti accuso di omicidio! 
PAZZO Quando ero piccolo mi sono intrufolato nella cantina di papà. Oh, quante bottiglie aveva! Scaffali, scaffali e scaffali…tutti ricolmi di bottiglie! Erano così belle! Lucide! Non ho resistito e ne afferrai una. (piagnucola) Scusa papà, non volevo…non lo farò più! Era tanto buono…e il vino scorreva…imperniava la maglietta…il corpo! SANGUE!
GIUDICE il 4 aprire scorso il qui presente imputato era a casa della vittima. Stava guardando la televisione…
AVVOCATO (senza convinzione) …ma era un palazzo di venti piani e il mio cliente si trovava al primo; la vittima al quindicesimo… 
GIUDICE (avvolgendosi platealmente nella toga) l’omicida si introdusse con l’inganno nell’appartamento della vittima…
PAZZO Inganno…tradimento…vita!
GIUDICE La vittima non ebbe il tempo di difendersi! L’azione dell’omicida fu fulminea e spietata. Cinquanta colpi si abbatterono sul corpo ormai esanime…
FOLLA Colpevole! Colpevole! Colpevole! Lo abbiamo saputo dalla TV! Non teneteci all’oscuro. Noi abbiamo il diritto alla verità…
AVVOCATO (medesimo tono) In quel condominio abitano centinaia di persone…
GIUDICE Non vi è alcuna apparente ragione… (incalza) perciò non vi può essere dubbio che l’omicidio fu il frutto di una follia…e l’unico folle del condominio (indicando l’imputato) è LUI!
AVVOCATO …ma l’assassino potrebbe essere venuto dall’esterno…
GIUDICE Con tali chiare e inconfutabili prove chiedo il massimo della pena prevista: MORTE!
FOLLA (agitata) Basta con queste sciocchezze. E’ lui il colpevole, tutti lo sanno…tutti lo hanno capito…è tutto una falsa.
PAZZO Caterina quanto eri bella! Tu, la mia vera compagna di giochi, la mia confidente! Quanto ci siamo divertiti! Quante chiacchiere insieme! …e la tua bocca, morbida, sensuale te lo sfiorata lievemente (si accuccia di più) No! Papà! Non lo farò più! (si rotola per terra) Non sono più riuscito a innamorarmi! Non ho più amato. MOSTRO!
FOLLA Vedete? Quanto è pericoloso! Ci sta minacciando! Morte, morte…
PAZZO Tu, padre, mi dicevi “Qualcuno un giorno ti romperà le orecchie!” Perché mai? Le mie povere orecchie! Cosa avranno mai fatto di tanto male? Sono lì, mute…ascoltano solo…
GIUDICE MORTE! MORTE! Prima si esegue la sentenza, prima liberiamo il mondo da tale immondizia. Liberiamolo dalla sua sofferenza. E’ un gesto d’umanità!
PAZZO Umanità! Ecco la mia salvezza; ecco la mia dannazione!
FOLLA Rompiamo ogni indugio! Non c’è più nulla da cercare! 
GIUDICE Il dibattimento è chiuso…
AVVOCATO Nulla da opporre…
FOLLA (esultante) Bene! Anche per noi poverelli, a volte, c’è giustizia! 
Come mosso da una forza misteriosa il cappio del patibolo inizia a dondolare. L’imputato si avvicina, buio pesto. Grido di disperazione.
SCENA QUINDICESIMA
I tre esecutori appaiono terrorizzati. Continuano a lavorare, ma la paura rende i loro movimenti incerti e automatici.
MARCO Hai visto cosa accade ai ribelli?
ROSELLA Ci vogliono uccidere!
FEDERICO No! A loro non conviene. Noi siamo utili e dobbiamo portare a termine il lavoro.
MARCO Non ne sarei così sicuro. Noi possiamo essere sostituiti...
ROSELLA ...sì come pezzi di ricambio! 
SCENA SEDICESIMA
Stanza del giudizio. Il giudice, chino sulla scrivania, sta scrivendo qualcosa di proprio pugno. L’avvocato lo guarda con una certa compiacenza.
AVVOCATO Mi dispiace, ma proprio non posso condividere la tua decisione.
GIUDICE (cessando di scrivere) E’ la cosa migliore! Non capisco come non ci abbia pensato prima! 
AVVOCATO E’ una scemenza, credimi! Così agiscono i vigliacchi.
GIUDICE Solo perché ho deciso di andarmene? Per la prima volta ho emesso un giudizio... mio! 
AVVOCATO E come ti guadagnerai da vivere?
GIUDICE (ridendo) Qui sta il bello!Credimi, oggi ho condannato quel poverello alla forca... ma era innocente! Io lo sapevo, tu pure...ma non ha avuto alcuna importanza...perché era sostanza e non forma...
AVVOCATO Stai facendo un grave errore e te ne pentirai!
GIUDICE In tutti questi anni avevo dimenticato il diritto... credevo di applicarlo, ma in realtà avevo dimenticato tutto. Perciò ora ho tanti rimorsi...
AVVOCATO Non te la caverai...
GIUDICE Ho terminato la lettera... vedrai metteranno te al mio posto. Sei la persona giusta!
Il giudice si alza e si allontana dalla scena. La maschera rotola per terra. 
SCENA DICIASETTESIMA 
I tre esecutori sono immobili. Il ticchettio continua, ma si fa più fioco ad ogni rintocco.
MARCO Forse ho capito.
FEDERICO Noi non dobbiamo più lavorare.
ROSELLA E’ così semplice.
FEDERICO Abbiamo il diritto di sapere a cosa stiamo lavorando!
ROSELLA (grida) Non vogliamo più vivere seppelliti! 
MARCO Ci hanno tolto una parte della nostra vita…
FEDERICO Ora possiamo riappropriarcene!
Sirena assordante.
VOCE III Eseguite!
VOCE I Il tempo non torna indietro!
VOCE II Obbedite!
Marco si fa avanti
MARCO Vogliamo sapere chi siete.
VOCI (insieme) Voi volete sapere? Avete addirittura la sfrontatezza di volere sapere! Voi siete degli esecutori, non avete diritto di sapere...
FEDERICO Abbiamo sempre eseguito…
VOCI Voi avete il diritto a essere pagati e il dovere di seguire i nostri ordini! 
ROSELLA Lo sappiamo che stiamo costruendo circuiti elettrici vecchi!
VOCI (disturbate) Non era previsto tutto ciò!
FEDERICO La verità!
ROSELLA La verità!
MARCO La verità!
VOCI (più fioche) Dobbiamo interpellare il Supremo!
FEDERICO Non avete più tempo!
MARCO Ora siete voi nei guai!
ROSSELLA State morendo!
Il ticchettio dell’orologio cessa. Si sente una scossa di terremoto. Si solleva una fitta nube di fumo. Rosella, Marco, Federico si ritrovano in un prato illuminato da uno splendido sole estivo. 
FEDERICO (respirando profondamente) Mi sento rinascere! Quasi mi ero dimenticato di tutto ciò!
ROSSELLA …ma dove siamo finiti?
MARCO …cosa ti importa? Godi tutto questo splendore!
ROSSELLA …ma alla fine che cosa abbiamo fatto per tutti questi anni?
FEDERICO Ci pensi ancora?
I tre s’incamminano lungo un sentiero, scomparendo. Si apre il sipario della stanza del giudizio. E’ luminosa come non mai. Con una capriola balza al centro un giullare. Parla canticchiando. 
GIULLARE Ehi, ci sono anch’io! Guardate quanto è bello. Ballo, canto, rido quando ne ho voglia! Che fate con quei visi pensierosi? Tutto ciò che avete visto è solo una mia burla, un’illusione, la stessa di chi ci vuole per sé! Spezzate le catene della mente, aprite le porte del cuore, lasciate che i vostri pensieri si dispieghino per gli spazi dei vostri sogni. Sarete uomini liberi! 
Inchino con breve danza. 

SIPARIO