SOTTO SOTTO

di Marco Stefanini

 

 

personaggi

Alessio

Antonio

commissario Piccioni

direttore

donna Amelia

signora Mazzetti

signora Triburtini

 

 

 

 

INIZIO PRIMO TEMPO

 

PRIMA SCENA

 

Si apre il sipario e ci troviamo in un ufficio. E’ un ufficio importante. C’è un uomo impegnato a scrivere. E’ un uomo importante che occupa il suo ufficio importante. E’ il direttore di una banca. Si sente bussare alla porta del suo ufficio.

DIRETTORE Con aria seccata.

Chi è?

Da dietro alla porta.

ANTONIO Sono io, direttore.

DIRETTORE Piuttosto arrabbiato.

Io chi? Si qualifichi per Dio, si qualifichi.

ANTONIO Sono Antonio direttore, non mi riconosce più?

DIRETTORE Venga avanti Antonio.

Antonio entra.

Senta, sa quanti impiegati siete qua dentro? Se tutti mi rispondono "sono io" come faccio a sapere chi c’è dietro alla porta?

ANTONIO Mi dispiace direttore.

DIRETTORE Ma cosa me ne frega se le dispiace. Piuttosto si ricordi che sono il Signor direttore. E poi non le avevo detto che non volevo essere disturbato per nessun motivo?

ANTONIO Sì, lo so. Ero appunto venuto a chiederle se proprio non voleva essere disturbato per nessun motivo.

DIRETTORE Se le ho detto così...

ANTONIO Ma proprio per nessun motivo? Proprio nessuno?

DIRETTORE Proprio per nessuno, esatto. Adesso se ne vada e mi lasci lavorare.

ANTONIO Perché non sta lavorando in questo istante?

DIRETTORE Con lei che mi continua a tormentare come posso lavorare?

ANTONIO Allora signor direttore, dal momento che non sta lavorando posso chiederle una cosa?

DIRETTORE Alterandosi.

No! No! Non può! Se ne vada. Se ne vada!

ANTONIO Ma c’è una signora che vorrebbe parlare con lei.

DIRETTORE Si da il caso che in questo momento io non voglia parlare con lei va bene?

ANTONIO E’ sicuro?

DIRETTORE Signor Antonio, lei ha famiglia se non sbaglio vero?

ANTONIO Sì, signor direttore, ho una moglie e due splendide bambine.

Tira fuori dal portafoglio una fotografia e gliela mostra.

DIRETTORE Allora non mi costringa a licenziarla. Sparisca.

ANTONIO Guardi che lo sto facendo per lei.

DIRETTORE Cosa sta facendo per me?

ANTONIO Farle parlare con questa signora.

DIRETTORE Le ho già detto...

ANTONIO Interrompendolo.

Non parli signor direttore, non parli.

DIRETTORE Questo è troppo: lei è licenziato. Si tolga dai piedi. Fuori! Fuori!!!

ANTONIO Prima di dire delle parole delle quali si potrebbe pentire non parli.

DIRETTORE Ma cosa fa mi minaccia adesso?

ANTONIO No, signor direttore no. Che cosa ha capito? Guardi prima di parlare.

DIRETTORE Non voglio guardare proprio niente.

ANTONIO Gli dia solo un’occhiata, poi decide.

DIRETTORE E che cosa dovrei guardare?

ANTONIO La signora.

DIRETTORE La signora? Quale signora?

ANTONIO Quella che le vuole parlare. Io se fossi in lei gli darei uno sguardo prima di decidere se mandarla via.

DIRETTORE Ah sì?

ANTONIO Se non vuole la mando via allora.

Si incammina per uscire dall’ufficio.

DIRETTORE Fermandolo.

Va bene, già che mi ha interrotto diamole una occhiata.

I due in punta di piedi si avvicinano alla porta e sbirciano fuori.

ANTONIO Allora, direttore?

DIRETTORE Sempre guardando fuori.

Beh, non si può certo dire che non ci troviamo davanti a un bell’esemplare...

ANTONIO Interrompendo il direttore.

Certa gnocca eh direttore?

DIRETTORE Ma cosa dice Antonio? Le sembra il modo di esprimersi? Professionale.

Piuttosto la faccia entrare e torni al suo lavoro.

Antonio esce dall’ufficio e il direttore dice tra se e se.

Ragazzi che gnocca.

Si siede alla sua scrivania, si aggiusta la cravatta, si guarda i denti specchiandosi in un portacenere che ha sul suo tavolo, mette in un cassetto la foto della moglie, si sfila la fede e se la mette in tasca. Entra una signora, molto elegante, raffinata, dalla voce vellutata, lo sguardo intrigante.

SIGNORA MAZZETTI Buon giorno signor Direttore.

DIRETTORE Buon giorno signora.

Si stringono la mano presentandosi.

Piacere, Bartolini. Bartolini Giovanni.

SIGNORA MAZZETTI Io sono la dottoressa Mazzetti, sono della sovrintendenza ai beni culturali. Piacere.

DIRETTORE Ah, bene. Ma si accomodi, la prego.

Dopo che i due si sono seduti.

Mi dica signora, cosa posso fare per lei?

SIGNORA MAZZETTI Lei saprà che questo edificio è stato adibito a banca solo una decina d’anni fa.

DIRETTORE Certo, sono stato il primo direttore di questa sede. La inaugurammo esattamente il 25 gennaio 1986.

SIGNORA MAZZETTI Come saprà stiamo svolgendo delle ricerche a proposito degli edifici che si trovavano, in epoca antica, all’interno delle mura di cinta del castello.

DIRETTORE Sì, mi sembra di ricordare la vostra comunicazione di qualche mese fa, ma credevo che foste in cerca di sponsorizzazioni.

SIGNORA MAZZETTI No, non era quello il nostro scopo, certo che se lei volesse finanziare le nostre ricerche, il suo contributo sarebbe certamente molto gradito...

DIRETTORE No, no. Dicevo così... Che credevo che quello fosse un primo passo per la richiesta di danaro, non volevo dire altro. E allora, avete scoperto qualche cosa di importante?

SIGNORA MAZZETTI A dire il vero siamo qui proprio per chiedere l’autorizzazione a potere esaminare da vicino i vostri locali interrati, perché le carte che abbiamo trovato non sono esattamente concordi tra di loro.

DIRETTORE Per quello che ne so io qui sotto, prima della banca, c’era un deposito di frutta di un grossista.

SIGNORA MAZZETTI Esatto, ma quello è da considerare un insediamento moderno, anche se potrebbe esserci un nesso con l’antica attività per lo meno di una parte dei locali.

DIRETTORE Mi spieghi.

SIGNORA MAZZETTI Da questo momento la signora Mazzetti incomincia ad essere preda di una pulsione sessuale che, con il continuare della conversazione, aumenta diventando sempre più evidente.

La cosa certa era che questo edificio faceva parte in qualche modo del castello principale.

DIRETTORE Ma ci saranno cinquecento metri dal castello, come è possibile? C’era un edificio che collegava qui con là?

SIGNORA MAZZETTI Non proprio.

DIRETTORE Non proprio?

SIGNORA MAZZETTI C’era un tunnel.

DIRETTORE Un tunnel?

SIGNORA MAZZETTI Pare proprio di si. Un tunnel che collegava questo edificio con il castello.

DIRETTORE E come mai questo tunnel?

SIGNORA MAZZETTI Una prima ragione è sicuramente, diciamo, strategica.

DIRETTORE Strategica.

SIGNORA MAZZETTI Nell’antichità era in uso avere tunnel di fuga in caso di assedio al castello, per potere fuggire e poi attaccare magari alle spalle chi stava aggredendo.

DIRETTORE Si, mi sembra di capire. E la seconda ragione?

SIGNORA MAZZETTI La seconda ragione è che nell’antichità, non esistendo i frigoriferi, c’erano ambienti adatti a farne le veci.

DIRETTORE Questo qui.

SIGNORA MAZZETTI No, non tutto. Solo la parte sotterranea. E fin qui, come le dicevo prima potremmo trovare un nesso con l’attività di magazzino ortofrutta.

DIRETTORE Ma?

SIGNORA MAZZETTI Ma secondo i documenti ritrovati non riusciamo a definire dove è l’esatta ubicazione del cimitero.

DIRETTORE Cosa c’entra adesso il cimitero?

SIGNORA MAZZETTI Il fatto è che si dovrebbe trovare proprio qua sotto.

DIRETTORE Qua sotto? Che schifo.

SIGNORA MAZZETTI Non è detto. E’ per questo che vorremmo studiare da vicino la situazione.

DIRETTORE Mi ricorda un film. Ha presente Arsenico e vecchi merletti? C’era un tipo che viveva con le sue zie e con dodici cadaveri in cantina.

SIGNORA MAZZETTI Non erano tredici i cadaveri?

DIRETTORE Io credo che il primo non lo si debba contare.

SIGNORA MAZZETTI E’ vero. Ha ragione.

DIRETTORE Però, un tunnel per andare al cimitero che senso ha?

SIGNORA MAZZETTI Anche io sono del parere che non ci sia nessun cimitero qua sotto. Oltre al tunnel, quello che c’era qui non poteva essere messo sopra ad un cimitero a cuore allegro.

DIRETTORE C’è dell’altro?

SIGNORA MAZZETTI Beh, io credo che non ci sia bisogno di sapere. Non sente delle vibrazioni?

DIRETTORE Vibrazioni?

SIGNORA MAZZETTI Ma si, dell’energia. Animale.

DIRETTORE C’era uno zoo?

SIGNORA MAZZETTI Qui la pulsione sessuale si fa piuttosto evidente.

Ma no. E’ una pulsione animale...

DIRETTORE Senta signora... Posso darle del tu?

SIGNORA MAZZETTI Mi dia tutto quello che vuole.

DIRETTORE Questo non credo che sia possibile.

SIGNORA MAZZETTI Come?

DIRETTORE Dicevo, è possibile sapere che cosa c’era qui?

SIGNORA MAZZETTI C’era un luogo che, evidentemente doveva stare un po' defilato rispetto alla residenza vera e propria.

DIRETTORE E come mai?

SIGNORA MAZZETTI Perché era più conveniente.

DIRETTORE Cos’era un supermercato?

SIGNORA MAZZETTI Ma che supermercato, stiamo parlando di centinaia d’anni fa.

DIRETTORE Era una battuta.

Si guardano rimanendo fermi per un attimo.

La mia.

SIGNORA MAZZETTI Qui avvenivano incontri clandestini.

DIRETTORE D’affari?

SIGNORA MAZZETTI No.

DIRETTORE Politici?

SIGNORA MAZZETTI No. Incontri galeotti.

DIRETTORE Intimi?

SIGNORA MAZZETTI Molto intimi.

DIRETTORE Tra chi?

SIGNORA MAZZETTI Tra i signori del castello e delle giovani donne dei dintorni.

DIRETTORE Incredibile.

SIGNORA MAZZETTI Ma non è tutto.

DIRETTORE Manca la parte sui riti satanici.

SIGNORA MAZZETTI Anche le signore del castello organizzavano incontri con altri uomini.

DIRETTORE Mi dica una cosa: perché questi uomini e queste donne andavano con i reali?

SIGNORA MAZZETTI Ma per denaro. Ha mai sentito parlare del mestiere più vecchio del mondo?

DIRETTORE Vuole dire che questa era una casa di tolleranza?

SIGNORA MAZZETTI Credo proprio che possiamo definirla così.

DIRETTORE L’hanno sempre detto che questa banca è un casino.

SIGNORA MAZZETTI Allora signor direttore... posso chiamarti Giovanni?

DIRETTORE Certo.

SIGNORA MAZZETTI Me lo fai vedere?

DIRETTORE Come solo vedere?

SIGNORA MAZZETTI Così intanto posso cominciare a pensarci sopra, a fare un primo approfondimento.

DIRETTORE Guardare e non toccare eh?

SIGNORA MAZZETTI Lo so, lo so. Devo prima chiedere l’autorizzazione per toccare con mano, ma intanto posso farmi un idea se non ti dispiace.

DIRETTORE A chi devi chiedere l’autorizzazione?

SIGNORA MAZZETTI A chi si occupa dei beni immobiliari della vostra banca.

DIRETTORE A chi si occupa dei beni immobiliari della banca? Solo per guardare?

SIGNORA MAZZETTI A volte servono dei mesi prima di capirci qualche cosa.

DIRETTORE Addirittura?

SIGNORA MAZZETTI Cosa credi, sono cose delicate. Allora, quando credi che potrò vederlo?

DIRETTORE Per me anche subito.

SIGNORA MAZZETTI Non hai bisogno di chiedere una autorizzazione per gli estranei?

DIRETTORE E a chi dovrei chiederla?

SIGNORA MAZZETTI A chi si occupa della sorveglianza, voi fate entrare chiunque nel vostro interrato?

DIRETTORE Cosa c’entra l’interrato adesso?

SIGNORA MAZZETTI Perché non avete la cassaforte nella parte sotterranea?

DIRETTORE Ah, ma è l’interrato quello che vuoi vedere.

SIGNORA MAZZETTI Certo, cosa avevi capito?

DIRETTORE Perplesso.

Seguimi, che andiamo a vedere di chiedere l’autorizzazione.

Escono di scena)

SECONDA SCENA

Ci troviamo in un altro ufficio, di tutt’altro tipo rispetto a quello del direttore. C’è una donna seduta con i piedi sopra alla scrivania che sta telefonando.

DONNA AMELIA Pronto? Sono io. Donna Amelia della collegamenti in rete. Si è visto da quelle parti il mio figliolo? Sì? Sta venendo qui. Ah bene. Si? Si, mi dica. Non dica queste cose per telefono, se no non se ne fa più niente eh? Nel nostro ambiente la discrezione è fondamentale. Ha dato la busta al mio figliolo? Ha messo dentro tutto quello che le ho chiesto? Bene. Allora non si preoccupi, dorma sonni tranquilli. Pensiamo a tutto noi.

Entra il figlio con una busta in mano.

Adesso la devo proprio salutare. Stia tranquillo, si. Si. Si. No. Arriveder... si. Adesso la salu... si. Bene. Ha finito? No ma suonano alla porta. No, non la attendo in linea. Arrivederci.

ALESSIO Ma chi era? Sembra quello che mi ha dato la busta, attacca certe pezze...

DONNA AMELIA Prendendo la busta e incominciando a guardare le carte che ci sono dentro.

Era lui.

ALESSIO Come era lui, cosa voleva ancora?

DONNA AMELIA Le solite cose che vogliono tutti.

ALESSIO Non avrete mica parlato per telefono?

DONNA AMELIA Senti ma con chi credi di parlare? Facevo questo lavoro che tu mi stavi in pancia, cosa vuoi venirmi ad insegnare adesso? Dove sei stato?

ALESSIO Sono stato a prendere la busta.

DONNA AMELIA Fino a quest’ora?

ALESSIO Te l’ho detto che il tipo lì attacca delle pezze...

DONNA AMELIA Lui attacca delle pezze è vero, ma tu è più di mezz’ora che te ne sei andato da là. Allora?

ALESSIO Sono stato in chiesa.

Lo dice a bassa voce.

DONNA AMELIA Dov’è che sei stato?

ALESSIO In chiesa.

DONNA AMELIA Be? Che novità è questa qui adesso? Cosa sei andato a fare in chiesa?

ALESSIO Mamma, lo so che tu non sai neanche dov’è la chiesa, ma cosa ci si va a fare mi sembra che dovresti saperlo.

DONNA AMELIA Senti saputello, non ti ho mica fatto studiare per farmi trattare così sai?

ALESSIO Sono stato a confessarmi e a pregare.

DONNA AMELIA A confessarti? Cosa gli hai parlato del nostro lavoro?

ALESSIO No. Cioè. Non proprio. Non del tutto.

DONNA AMELIA Non proprio? Non del tutto? Gli hai raccontato tutto.

ALESSIO Tanto c’è il segreto del confessionale.

DONNA AMELIA Il segreto del confessionale. Vent’anni di onorata attività buttati alle ortiche.

ALESSIO Via mamma, proprio onorata...

DONNA AMELIA Sì, onorata. Quando si parla di lavoro non può essere che onorata. Il lavoro, ricordati, nobilita l’uomo.

ALESSIO Sì. Ma questo è un lavoro sporco, ed io non lo voglio più fare.

DONNA AMELIA Ma il futuro della azienda è nelle tue mani...

ALESSIO Mamma non insistere. Ho preso la mia decisione, ed è irrevocabile. Ti presento le mie dimissioni con effetto immediato.

DONNA AMELIA Ma perché sei così testone? Cosa farai adesso?

ALESSIO Mi sposo mamma, e lo sai benissimo.

DONNA AMELIA Sì, questo lo so, ma che lavoro farai?

ALESSIO Non lo so. Adesso mi guarderò intorno, poi deciderò.

DONNA AMELIA E tutto per sposarti con quella.

ALESSIO Non è vero. Lo sai che è un po' che ci penso.

DONNA AMELIA Sì, però adesso è saltata fuori questa bella novità.

ALESSIO Mamma l’amo.

DONNA AMELIA Non dirlo, non voglio neanche che lo dici.

ALESSIO E anche lei mi ama.

DONNA AMELIA E gli fanno schifo i regali che gli fai con i soldi del nostro lavoro?

ALESSIO Lei non ne sa niente e comunque non approverebbe.

DONNA AMELIA E quando appoggia il suo sedere sulla Porche?

ALESSIO Mamma non gliene frega niente della Porche.

DONNA AMELIA Sei sicuro? Chi te l’ha detto lei?

ALESSIO No però...

DONNA AMELIA Sai cosa c’è? C’è che ti ho tenuto sempre troppo nella bambagia, hai sempre avuto tutto e questo è il risultato.

ALESSIO Me li sono sempre guadagnati i soldi.

DONNA AMELIA E allora perché adesso non li vuoi più guadagnare?

ALESSIO Non è che non li voglio più guadagnare, ma voglio trovare un sistema più pulito.

DONNA AMELIA E al tuo amico prete glielo hai detto che ti vuoi sposare con una che hai conosciuto con il 144?

ALESSIO Mamma divaghi io me ne vado.

DONNA AMELIA Un momento, non crederai mica di piantarmi in asso così all’improvviso. Se non ti ricordi abbiamo un impegno con un cliente.

ALESSIO Spiacente ma non contare sul mio aiuto.

DONNA AMELIA E no. Devi darmi il preavviso, questo lavoro si ha da fare .

ALESSIO Questa storia del preavviso non l’avevo calcolata, però non me la sento.

DONNA AMELIA Per una volta, per l’ultima volta non muori mica.

ALESSIO Una volta in più che differenza vuoi che faccia, eh mamma?

DONNA AMELIA Appunto.

ALESSIO Mi sento che non dovrei farlo. Ho come un presentimento.

DONNA AMELIA Ma che presentimento, e poi quello di stanotte è un lavoro facile facile. Hai visto le cartine che ci hanno procurato? Basterà un piccolo candelotto, sarà questione di poco.

ALESSIO Non ti vengono dei rimorsi con tutto l’inquinamento che c’è?

DONNA AMELIA Guarda che non è mica colpa nostra. Insomma, non tutta.

ALESSIO Ai miei figli che mondo gli facciamo trovare?DONNA AMELIA Non ci vorrai mica fare dei figli con quella là?ALESSIO Mamma, divaghi. Me ne vado.DONNA AMELIA E per stanotte?ALESSIO Per stanotte ci troviamo sul posto alle due, come al solito. Ma ricordati bene, questa è l’ultima volta.

Esce.

Squilla il telefono e Donna Amelia risponde.DONNA AMELIA Pronto collegamenti in rete dica. Dovrebbe fare una rete? In che senso nei suoi uffici? Collegare in rete i sui computer? No guardi, non facciamo al caso vostro. Mi dispiace, arrivederci, buongiorno a lei.

Abbassa il ricevitore e si mette a pensare. Dopo un attimo si ricorda qualcosa, fa uno scatto, prende la borsa, si infila una giacca.

Le tre e mezza, mi stavo dimenticando l’appuntamento. Dovrei fare ancora in tempo.

TERZA SCENA

Siamo nell’ufficio del direttore. Seduto alla scrivania c’è Antonio, con un sigaro in bocca e i piedi appoggiati alla scrivania, con la sedia in bilico, che parla al telefono.

ANTONIO Si vendere. Vendere pure, vendi tutto. No quello comperalo. Compralo subito. Lo so che prima ti ho detto di vendere ma adesso ti dico di comprare. Entra il direttore e Antonio non lo vede.

Sei proprio una bestia, la capisci la differenza che c’è tra te e me? Perché io sono qui e tu sei li?

DIRETTORE Me lo spieghi anche a me Antonio.

Antonio perde l’equilibrio e cade tirandosi dietro la cornetta e il telefono. Si tira su immediatamente, mettendo a posto la sedia, il telefono e pulendo con una manica della giacca la scrivania nel punto dove aveva appoggiato i piedi, rimettendo il sigaro che aveva in bocca in una scatola che c’è sulla scrivania e incominciando a farfugliare qualche scusa.

ANTONIO Non è come potrebbe sembrare. Voglio dire, io ero entrato qui per avvisarla che c’è la signora dell’appuntamento e lei non c’era e così ho pensato che se il telefono avesse squillato per qualche cosa di importante avrei potuto rispondere e prendere una decisione al posto suo così.

Silenzio da parte del direttore.

Era mio cugino.

Ancora silenzio.

Mia moglie?

Nessuna risposta.

Guadagna l’uscita dell’ufficio.

Faccio entrare la signora dell’appuntamento, sì?

DIRETTORE Mette un po' in ordine sulla scrivania, poi apre la scatola dei sigari e ne estrae un paio per capire quello che ha tenuto in bocca Antonio. Dopodiché rinuncia li richiude tutti dentro la scatola e la getta nel cestino. Bussano alla porta.

Avanti.

DONNA AMELIA Entrando.

Buongiorno signor direttore.

DIRETTORE Buongiorno signora. Venga.

Si stringono la mano.

Si accomodi.

DONNA AMELIA Sedendosi.

Grazie dottore.

DIRETTORE Donna Amelia dico bene?

La signora annuisce.

Dunque, vedo qua che lei è titolare di una impresa.

DONNA AMELIA Esatto.

DIRETTORE E che vuole accedere ad un finanziamento per aprire un bar. Dico bene?

DONNA AMELIA Dice bene.

DIRETTORE Posso chiederle di cosa si occupa la sua impresa?

DONNA AMELIA Sì. Diciamo che è una impresa artigianale.

DIRETTORE La "collegamenti in rete" se non sbaglio.

DONNA AMELIA Collegamenti in rete. Sì.

DIRETTORE Qualcosa a che vedere con l’informatica?

DONNA AMELIA No.

DIRETTORE Con la telefonia.

DONNA AMELIA No.

DIRETTORE Con la pallavolo.

DONNA AMELIA No. Come le dicevo la nostra, perché c’è mio figlio con me, è una ditta artigiana che opera nel settore fogne.

DIRETTORE Fogne?

DONNA AMELIA Facciamo opere di artigianato sulle reti fognarie.

DIRETTORE Non sapevo che esistessero queste imprese. E lei ora vorrebbe aprire un bar.

DONNA AMELIA Per forza, il mio figliolo non intende continuare a lavorare con me, io da sola non ce la posso fare. Però, se gli prospetto l’apertura di un bar, seconde me rimane.

DIRETTORE Sì, credo di capire. La somma che richiede è di duecento milioni. Ha qualche bene che possa ipotecare, o qualche persona che potrebbe farle da garante con una firmetta? Non so, magari suo marito

DONNA AMELIA Il mi marito è morto di parto.

DIRETTORE Come morto di parto.

DONNA AMELIA Ha capito bene. Quando è nato il mio Alessio è sparito, volatilizzato, non ha più dato sue notizie. Io l’ho cresciuto sola il mio bel figliolo, non le dico quello che ho passato...

Ha un momento di commozione.

...e lei mi vuole negare il prestito.

DIRETTORE No, signora. Non è che glielo voglio negare, ma devo capire se c’è qualche possibilità che possa concederglielo. Senta facciamo così: le fisso un appuntamento fra qualche giorno, diciamo fra una settimana esatta alla stessa ora, così avrò il tempo di recarmi alla direzione centrale ad illustrare il suo caso e per vedere cosa possiamo fare.

DONNA AMELIA Grazie dottore, grazie. La ringrazio anche a nome del mio figliolo.

Si stringono la mano.

Lei non si immagina neanche come è importante per me.

DIRETTORE Va bene. Allora ci vediamo fra una settimana d’accordo? Arrivederla.

Donna Amelia esce dall’ufficio, il direttore guarda la pratica che ha sulla scrivania e sulla quale prendeva appunti, le straccia e la mette nel cestino.

 

QUARTA SCENA

 

Ci troviamo in un giardino all’imbrunire e vediamo seduto su una panchina sotto un lampioncino Alessio con un mazzo di fiori in mano. Quando arriva la signora Mazzetti il lampione si accende. Si sente un lento tango. Alessio si alza. I due si guardano rimanendo ognuno da una parte della panchina. Lentamente, intanto che continua il gioco di sguardi, Alessio estrae dalla tasca un cellulare e, dopo avere composto un numero, se lo porta all’orecchio. Dopo qualche secondo si sente squillare un altro cellulare e, molto lentamente la signora Mazzetti ne estrae uno dalla tasca e risponde.

SIGNORA MAZZETTI Pronto?

ALESSIO Pronto sono io.

SIGNORA MAZZETTI Io chi scusa?

ALESSIO Questo è troppo. Come io chi. Io Alessio.

SIGNORA MAZZETTI Ciao bruno aitante.

ALESSIO Senti questa storia deve andare avanti per molto?

SIGNORA MAZZETTI Io spero proprio di sì.

ALESSIO Ma non parlo della nostra storia, parlo delle telefonate preliminari.

SIGNORA MAZZETTI Bruno aitante lo sai che sono un’inguaribile romantica.

ALESSIO E smettila con questo bruno aitante.

SIGNORA MAZZETTI Ma perché è il primo nome con il quale ti ho conosciuto.

ALESSIO Va bene. E’ vero, ma adesso non ci telefoniamo più con l’144, mi sembra stupido continuare a usare i nomi in codice.

SIGNORA MAZZETTI Dai non essere grozzo. Chiamami anche tu con quel mio nome, fammi contenta.

ALESSIO Finiamola con questa telefonata adesso.

SIGNORA MAZZETTI No, prima chiamami come sai.

ALESSIO Ti chiamo come so ma poi mettiamo giù, d’accordo?

SIGNORA MAZZETTI Quello che tu vuoi bruno aitante.

ALESSIO Dagli. Micia fusante ci vediamo alla nostra panchina?

SIGNORA MAZZETTI Sì, ma dimmelo ancora.

ALESSIO Micia fusante, ti aspetto là.

SIGNORA MAZZETTI Sei grande! Dimmelo ancora.

ALESSIO Chiudendo il cellulare e parlandogli direttamente.

E no basta adesso parlarsi con sto coso.

SIGNORA MAZZETTI Deve essere caduta la linea.

Chiude anche lei il suo cellulare.

ALESSIO Avvicinandosi e porgendole i fiori, continuando il gioco di sguardi.

La dobbiamo finire di telefonarci.

SIGNORA MAZZETTI Ma bruno...

ALESSIO Interrompendola.

E mi chiamo Alessio. Alessio.

SIGNORA MAZZETTI Ma come sei nervoso. Giornata difficile?

ALESSIO Giornata difficile sì.

SIGNORA MAZZETTI Vuoi parlarne?

ALESSIO Sì. Cioè no.

SIGNORA MAZZETTI Perché no?

ALESSIO Perché sono cose che non ti riguardano.

SIGNORA MAZZETTI Come sarebbe che non mi riguardano?

ALESSIO Volevo dire che non ti interessano.

SIGNORA MAZZETTI Come fai a saperlo che non mi interessano?

ALESSIO Il mio non è mica un lavoro come il tuo. Il tuo sì che è un lavoro interessante.

SIGNORA MAZZETTI A proposito, hai sempre intenzione di cambiarlo?

ALESSIO Sì, sì. E’ assolutamente necessario.

SIGNORA MAZZETTI Sai già che cosa andrai a fare?

ALESSIO No. Ma voglio cambiare genere. Voglio che tu sia felice di diventare mia moglie, e voglio avere dei bambini contenti del loro padre.

SIGNORA MAZZETTI Per me puoi fare quello che vuoi, basta che non cambi.

ALESSIO Mi ameresti comunque?

SIGNORA MAZZETTI Certo che ti amerei comunque.

ALESSIO Anche se fossi un ladro?

SIGNORA MAZZETTI Anche se tu fossi un ladro, certo che hai una bella fantasia.

ALESSIO E se fossi un truffatore?

SIGNORA MAZZETTI Ma tu non sei un truffatore.

ALESSIO Come fai a dirlo scusa?

SIGNORA MAZZETTI Ma amore, si può sapere perché fai questi discorsi strani?

ALESSIO Rispondi alla mia domanda.

SIGNORA MAZZETTI Senti Alessio, ti lascerei solo se spacciassi della droga. Va bene così?

ALESSIO Se io fossi un rapitore quindi mi ameresti lo stesso e non mi lasceresti.

SIGNORA MAZZETTI Senti ma sei stato dal dentista?

ALESSIO Perché?

SIGNORA MAZZETTI Mi stai facendo le domande di un test che hai letto su un giornale?

ALESSIO Come?

SIGNORA MAZZETTI Sai com’è che si fa. Ci si siede nella sala d’attesa, dopo un po' si butta lo sguardo sui giornali che sono sparsi sul tavolino e si finisce per leggere uno di quei settimanali coi test.

ALESSIO Ma no, dicevo io, così.

SIGNORA MAZZETTI Ma povero il mio caro.

Lo abbraccia.

A tua madre hai parlato?

ALESSIO Sì, lei lo sa già che ho preso la mia decisione e che sto cercando un altro lavoro.

SIGNORA MAZZETTI E di me?

ALESSIO Di te?

SIGNORA MAZZETTI Sì, di me. Non gli hai parlato? Lo sai che non le vado proprio a genio.

ALESSIO Il fatto che tu non gli sia simpatica non ti deve preoccupare.

SIGNORA MAZZETTI No. Il punto è che mi odia.

ALESSIO Che parole grosse: ti odia.

SIGNORA MAZZETTI Parole grosse?

ALESSIO Dopo una pausa.

Sì. Va bene ti odia. Ma non è mai morto nessuno per essere odiato.

SIGNORA MAZZETTI Interessante punto di vista, senza dubbio.

ALESSIO Hitler. Prendi Hitler. Con tutti quelli che lo odiavano avrebbe tirato una crepa ben prima di quello che non ha fatto.

SIGNORA MAZZETTI Però quelli che odiava Hitler non è che avessero molto da stare allegri.

ALESSIO Carino. Grazie. E’ molto carino da parte tua paragonare mia madre a Hitler.

SIGNORA MAZZETTI Ma non ho paragonato tua madre a Hitler. Sicuramente lui era più buono.

ALESSIO D’accordo. D’accordo, le parlerò. E ti farò rimangiare tutto.

SIGNORA MAZZETTI Quando?

ALESSIO Quando cosa, hai già fame?

SIGNORA MAZZETTI Voglio sapere quando hai intenzione di parlarle.

ALESSIO Quando mi capita l’occasione...

SIGNORA MAZZETTI Ho capito, ci sposiamo nel duemila se va bene.

ALESSIO Non credo di potere aspettare così tanto.

SIGNORA MAZZETTI E allora parlale.

ALESSIO Va bene. Domani ti prometto che le parlo.

SIGNORA MAZZETTI Giuri?

ALESSIO Giuro.

Si abbracciano seduti sulla panchina e fanno come una piccola danza.

Questo vestito è nuovo?

SIGNORA MAZZETTI Sì. Ti piace?

ALESSIO Come mai un vestito nuovo?

SIGNORA MAZZETTI Oggi sono dovuta andare in banca.

ALESSIO C’è qualche problema? Hai bisogno di soldi?

SIGNORA MAZZETTI E chi me li presta tu che ormai sei senza un lavoro?

ALESSIO No, ti può fare un prestito mia madre al limite.

Si bloccano.

Scherzo.

SIGNORA MAZZETTI Era un appuntamento di lavoro.

ALESSIO Cosa c’entra il tuo lavoro con la banca.

SIGNORA MAZZETTI Mi interessa l’edificio nel quale si trova.

ALESSIO Come mai? Stai cercando degli scheletri?

SIGNORA MAZZETTI Anche.

ALESSIO Forse anche tu dovresti cambiare lavoro.

SIGNORA MAZZETTI Perché?

ALESSIO Per i nostri figli. Una mamma che cerca gli scheletri mi sembra un po' lugubre.

SIGNORA MAZZETTI Per lo meno tu dovresti essere contento.

ALESSIO Io?

SIGNORA MAZZETTI Il fatto che lavoro con degli scheletri dovrebbe renderti meno geloso.

ALESSIO E con la mano morta come la mettiamo?

SIGNORA MAZZETTI Che spiritoso.

ALESSIO Se è simpatico assomiglierà a me allora.

SIGNORA MAZZETTI Chi?

ALESSIO Nostro figlio.

SIGNORA MAZZETTI Ho detto spiritoso, non simpatico. E poi cosa vuoi dire che io sono antipatica?

ALESSIO Ma no, dicevo così per dire. Come lo chiamiamo?

SIGNORA MAZZETTI Cosa facciamo un maschio o una femmina?

ALESSIO Bo?

SIGNORA MAZZETTI Giada.

ALESSIO Allora è meglio se facciamo una femmina.

SIGNORA MAZZETTI Ho visto un abitino bellissimo venendo qui.

ALESSIO Per te?

SIGNORA MAZZETTI Ma no, per la bambina. Vieni, andiamo che te lo faccio vedere. E’ un amore.

ALESSIO Uscendo di scena.

Se è un maschio è un casino.

 

QUINTA SCENA

 

Si riapre il sipario e ci troviamo nell’ufficio della Collegamenti in rete. E’ notte. Entrano sporchi e in tuta da lavoro Alessio che ha un sacco in mano e sua madre Amelia.

ALESSIO Porca miseria mamma. Non doveva essere un piccolo candelotto?

DONNA AMELIA Sì.

ALESSIO Abbiamo fatto uno sbrago là sotto che sembrava di essere nelle grotte di Postumia.

DONNA AMELIA Esagerato.

ALESSIO Esagerato? Esagerato? Ma perché hai usato un candelotto così grosso?

DONNA AMELIA Era in svendita.

ALESSIO Eh?

DONNA AMELIA Era in svendita. Tipo roba di fine stagione, è stato un affare credimi.

ALESSIO E poi non siamo nemmeno riusciti a concludere il lavoro.

DONNA AMELIA E’ stata colpa tua.

ALESSIO E’ stata colpa mia? Ma quel muro cioccava vuoto, lo hai sentito anche tu no?

DONNA AMELIA Cioccava vuoto, ma la cartina parlava chiaro. Era quell’altro il muro da tirare giù. Con il cliente adesso cosa gli dico?

ALESSIO Fregatene del cliente mamma.

DONNA AMELIA E poi tutti quegli scheletri...

ALESSIO Forse abbiamo fatto saltare la cantina dei Brewster.

DONNA AMELIA La cantina di chi?

ALESSIO Dei Brewster.

DONNA AMELIA Cos’è che dici, la botta ti ha rintronato del tutto?

ALESSIO Ma noi sai quelli di quel film, Arsenico e vecchi merletti?

DONNA AMELIA Ancora il cinema? Con quello che hai combinato pensi al cinema?

ALESSIO Volevi dire con quello che abbiamo combinato?

DONNA AMELIA Ma non parlo del muro che hai tirato giù. Sai cosa me ne frega? Parlo di tutta quella roba che ti sei portato via. Anzi, ti dovresti vergognare. Non è così che ti ho educato. I soldi facili non esistono, bisogna lavorare e guadagnarseli.

ALESSIO Mamma, mi tratti come se fossi un ladro.

DONNA AMELIA Perché non lo sei? Vergogna.

ALESSIO Non sono un ladro.

DONNA AMELIA Con tutti i sacrifici che ho fatto tu mi ricompensi così.

ALESSIO Così come?

DONNA AMELIA Rubando tutta quella roba.

ALESSIO Mamma, io l’ho trovata.

DONNA AMELIA Ma se abbiamo tirato giù un muro.

ALESSIO E’ vero, ma noi non eravamo mica lì per questa roba. E’ stato un caso. La fortuna va presa al volo.

DONNA AMELIA La fortuna? La fortuna?

ALESSIO Poi non lo so se me la terrò. Intanto l’abbiamo qua, poi possiamo decidere con un po' più di calma come comportarci.

DONNA AMELIA Sentilo il puro. Quello che non voleva più fare un lavoro sporco... Questo è un lavoro sporco. I soldi rubati si spendono tutti in medicine.

ALESSIO E no mamma,

Toccandosi le palle.

non portare poi mica sfiga.

DONNA AMELIA Di che cosa hai paura, tanto hai detto che non sono mica soldi rubati: li hai trovati.

ALESSIO Giusto. E’ vero. La mia coscienza è perfettamente a posto. Io non sono un ladro, sono solo uno fortunato: non si può?

DONNA AMELIA Pensa che quelli potrebbero essere i risparmi della vita di un povero pensionato.

ALESSIO Dopo avere guardato dentro al sacco.

A vedere dai risparmi dovrebbe avere sui trecento anni il signore qui.

DONNA AMELIA Ma chissà di chi sono questi soldi.

ALESSIO Mamma, guarda che questi non sono soldi: questo assomiglia di più ad un tesoro.

DONNA AMELIA E tu non hai neanche un rimorso?

ALESSIO Ma che rimorso.

DONNA AMELIA Non eri tu quello che voleva avere un altro stile di vita? Quello che diceva che non voleva più fare un lavoro sporco? E a tua moglie cosa le racconti che hai trovato un tesoro? E ai tuoi figli riuscirai a dirgli che la bicicletta che stanno usando è stata comprata con dei soldi rubati?

ALESSIO Ti ho già detto che non lo so se li terrò questi soldi. Ma sono talmente tanti.

DONNA AMELIA Ma cerca di ragionare figliolo.

ALESSIO E’ proprio perché ragiono che non posso lasciarmeli scappare. Io con questi mi sistemo per due generazioni.

DONNA AMELIA E quello che avrà subito il furto? Alla sua di vita non ci pensi?

ALESSIO Facciamo così. Cerchiamo di capire chi ha subito il furto. Ci informiamo, leggiamo i giornali e quando veniamo a sapere chi fa la denuncia, decidiamo se restituirli o meno. Magari sono soldi che qualcuno ha sepolto anni e anni fa e non si ricorda nemmeno di averli. Magari nessuno li cerca più.

DONNA AMELIA Ma si, nessuno denuncia il furto.

ALESSIO Se dovesse succedere però...

DONNA AMELIA Sarebbero davvero semplicemente soldi trovati.

ALESSIO Appunto.

DONNA AMELIA Mi dai la tua parola che farai come mi hai detto?

ALESSIO Hai la mia parola.

DONNA AMELIA Se qualcuno ne farà denuncia tu...

ALESSIO Io li restituisco fino all’ultimo doblone.

DONNA AMELIA Sospirando.

E sia.

ALESSIO Adesso però diamoci una contata per vedere quanto siamo stati fortunati.

Sedendosi alla scrivania con le mani nel sacco.

DONNA AMELIA Non ti fare illusioni, li cercheranno.

Sedendosi anche lei alla scrivania e infilando le mani nel sacco.

ALESSIO Non mi illudo.

Cominciando a contare.

Uno, due tre...

Si sentono le voci bisbiglianti di Alessio e Donna Amelia che contano, calano lentamente le luci fino a buio.

FINE PRIMO TEMPO

 

INIZIO SECONDO TEMPO

SESTA SCENA

Si apre il sipario, ci troviamo nell’ufficio importante di un uomo importante. L’ufficio è vuoto e si respira un’aria molto serena. Sarà forse per la musichetta di sottofondo, molto tranquilla. Potremmo averla già sentita in un ascensore a New York, o in un piano bar. La tranquillità è spezzata da un urlo lacerante di donna, seguito dal tonfo di un corpo che cade a terra esanime. L’ufficio lo conosciamo già, è quello del direttore della banca il giorno dopo. Si apre la porta dell’ufficio ed entra Antonio che sta trascinando il corpo di una donna all’interno dell’ufficio. Una volta entrato mette la signora, che è svenuta, stesa sulla scrivania.

ANTONIO Porca miseria che botto.

Tentando di rianimarla.

Questa non rinviene più. Come faccio adesso. Devo anche dare l’allarme. Signora. Signora Triburtini mi sente? Forza signora su, sia brava, rinvenga almeno un po'. Che casino, adesso come faccio? Respirazione bocca a bocca. Sì. Ecco quello che ci vuole.

Incomincia goffamente un tentativo di respirazione bocca a bocca dando le spalle alla porta d’ingresso dalla quale arriva il direttore.

Forza signora.

Tenta ancora la respirazione.

Su signora non faccia fare tutto a me.

DIRETTORE Ma bravo Antonio. Complimenti. Bella scena. Chissà come sarebbe contenta se la vedesse sua moglie. Venga subito giù dalla mia scrivania e si vergogni.

ANTONIO Signor direttore, per fortuna che è arrivato. E’ la provvidenza che lo ha mandato. C’è una emergenza. La signora Triburtini non riprende più i sensi.

DIRETTORE Controllando la signora Triburtini.

Ma è svenuta. Antonio, ma che cosa le ha fatto?

ANTONIO Quello che ho potuto signor direttore.

DIRETTORE Devo dirle che ha un po' esagerato da quello che posso vedere.

ANTONIO Ma signor direttore non è come lei pensa.

DIRETTORE Ah no? Me lo dica lei allora com’è?

ANTONIO C’è stato un furto.

DIRETTORE Ah si? E dove?

ANTONIO Qui signor direttore.

DIRETTORE A dire il vero non mi sembra che ci sia niente di strano qua dentro.

Dopo un’occhiata alla signora.

A parte la signora Triburtini svenuta sulla mia scrivania naturalmente.

ANTONIO Qui nel senso in questa banca.

DIRETTORE Ho capito ha voglia di scherzare e la signora Triburtini si è prestata al gioco.

ANTONIO Nossignore.

DIRETTORE E allora cosa hanno portato via?

ANTONIO Hanno svuotato le cassette di sicurezza qua sotto.

DIRETTORE Ma via Antonio. Qui abbiamo i sistemi d’allarme più sofisticati, mi dispiace ma lo scherzo non funziona.

ANTONIO Ma direttore...

DIRETTORE Interrompendolo.

Via Antonio adesso basta, con me non attacca.

SIGNORA TRIBURTINI Rinvenendo.

Oddio, ma come mi sento strana. Ma cosa è successo?

DIRETTORE Signora non la facevo una così grande attrice.

SIGNORA TRIBURTINI Attrice?

ANTONIO No signora non si preoccupi. Il direttore ha voglia di scherzare.

DIRETTORE Io non ho nessuna voglia di scherzare. E lei signora scenda subito dalla mia scrivania.

ANTONIO Intanto che lei sistema la signora col suo permesso vado a telefonare alla polizia.

DIRETTORE Per il furto delle cassette di sicurezza immagino.

SIGNORA TRIBURTINI Oddio. La mia cassetta di sicurezza.

Sviene di nuovo.

DIRETTORE Rivolto ad Antonio.

E’ ancora molto lunga?

ANTONIO Signor direttore, con tutto il rispetto parlando mi vedo obbligato a mandarla a quel paese ed a pregarla di lasciarmi adempiere al mio dovere. Grazie.

Prende la cornetta del telefono in mano e incomincia a comporre il numero.

DIRETTORE Roba da matti.

SIGNORA TRIBURTINI Rinviene.

Signor direttore. La prego faccia qualcosa.

DIRETTORE Finalmente capisce che Antonio non sta scherzando.

Sì. Le porto un po' d’acqua.

ANTONIO Parlando al telefono.

Pronto polizia?

COMMISSARIO PICCIONI Entrando in ufficio.

Eccola la polizia, chi la desidera?

ANTONIO Che efficienza, complimenti. Non avevo ancora la linea e siete già qua.

SIGNORA TRIBURTINI La prego signora, dov’è la polizia vera?

COMMISSARIO PICCIONI Ma io sono la polizia vera.

DIRETTORE Abbiamo subito un furto signora.

COMMISSARIO PICCIONI Signorina se non le dispiace. E comunque per voi sono il commissario. Commissario Piccioni piacere.

Stringe la mano al direttore, alla signora Triburtini e ad Antonio.

Allora cosa è successo...

Per scherzare.

...hanno rapito il cane della signora?

ANTONIO No signora commissaria.

SIGNORA TRIBURTINI Come hanno rapito anche il mio Cesare?

ANTONIO No signora Triburtini, le hanno vuotato solo la cassetta di sicurezza.

SIGNORA TRIBURTINI Meno male.

COMMISSARIO PICCIONI E’ qui che c’è stato un furto questa notte?

DIRETTORE Siete già informati? Che efficienza. A che punto sono le ricerche? Li avete già stanati?

COMMISSARIO PICCIONI A dire il vero è tutta notte che giro per capire di quale banca era l’allarme che ha incominciato a suonare questa notte alle tre in centrale. Allora era il vostro?

DIRETTORE Ho paura proprio di sì.

COMMISSARIO PICCIONI Scusatemi un attimo.

Estrae una ricetrasmittente e parla con la centrale.

Qui commissario Piccioni, mi sentite dalla centrale? Qui commissario Piccioni mi sentite?

DALLA RADIO Ti sentiamo forte e chiaro. Passo.

COMMISSARIO PICCIONI Ho rintracciato la banca nella quale è stato effettuato il furto di questa notte. Passo.

DALLA RADIO Allora dite a quegli imbecilli di staccare l’allarme che qui dentro non se ne può più. Passo.

COMMISSARIO PICCIONI Sì. Attendete un attimo.

Rivolgendosi al direttore.

Le dispiace disinnescare l’allarme? Grazie.

Il direttore esce dall’ufficio e il commissario riprende a parlare alla radio.

Dovrei fare una comunicazione riservata, potresti dirmi la parola d’ordine? Passo.

DALLA RADIO La parola d’ordine è Tenente Colombo. Passo.

COMMISSARIO PICCIONI Tenente Colombo. Ricevuto chiaro e forte. Posso fare una domanda? Passo.

DALLA RADIO Siamo in ascolto. Passo.

COMMISSARIO PICCIONI Si può sapere chi è quello spiritoso che sceglie le parole d’ordine? Passo.

DALLA RADIO Perché? Passo.

COMMISSARIO PICCIONI Come faccio a mettermi in contatto dicendo Commissario Piccioni Tenente Colombo? Mi sembra di essere una deficiente. Passo.

DALLA RADIO Spiacenti informazione riservata. Passo e chiudo.

COMMISSARIO PICCIONI Come passo e chiudo. E i miei rinforzi?

DALLA RADIO Spiacenti, il personale è insufficiente. Passo e chiudo.

COMMISSARIO PICCIONI Tra sé e sé spegnendo la ricetrasmittente e rimettendosela alla cintura.

Il personale è insufficiente. Se non assumete per forza.

Rivolta ad Antonio.

Lei come si chiama?

ANTONIO Antonio commissaria.

COMMISSARIO PICCIONI Lavora qui dentro?

ANTONIO Sissignora commissaria.

COMMISSARIO PICCIONI Bene. La smetta di chiamarmi commissaria. Lei mi aiuterà nelle indagini.

SIGNORA TRIBURTINI Speriamo che se la cavi meglio che come infermiere.

COMMISSARIO PICCIONI Lei è infermiere? Come mai lavora in una banca?

ANTONIO Chi, io lavoro in banca?

COMMISSARIO PICCIONI Sì, me lo ha appena detto.

ANTONIO No. Volevo dire, chi io infermiere?

COMMISSARIO PICCIONI Me lo ha detto la signora.

SIGNORA TRIBURTINI No, meno male che non lo è. Prima quando ha tentato di svegliarmi mi ha rovinato tutto il trucco.

COMMISSARIO PICCIONI Perché signora, si era addormentata?

SIGNORA TRIBURTINI Ero svenuta.

COMMISSARIO PICCIONI Come mai?

ANTONIO Perché la signora è scesa dove...

SIGNORA TRIBURTINI Interrompendo Antonio.

No. In realtà è che soffro di cali di pressione.

ANTONIO No, quale calo di pressione. E’ svenuta perché ha visto...

SIGNORA TRIBURTINI Interrompendo di nuovo Antonio.

Scusi sa, ma vuole sapere meglio di me quello che mi è successo?

ANTONIO No. Non mi permetterei mai signora, però ho visto con i miei occhi che quando lei ha visto...

SIGNORA TRIBURTINI Per zittire Antonio.

Oddio la mia pressione.

Finge di svenire.

ANTONIO Prendendola al volo.

Ancora.

COMMISSARIO PICCIONI Le dia un bicchiere d’acqua.

ANTONIO Forse andrebbe meglio un cordiale.

COMMISSARIO PICCIONI Ma che cordiale. Mi dica piuttosto dov’è avvenuto il furto che faccio un sopralluogo.

DIRETTORE Rientrando.

Ha visto Antonio che disastro?

ANTONIO Quale disastro?

DIRETTORE Come quale disastro: il furto.

ANTONIO Furto? Quale furto?

DIRETTORE Ma il furto delle cassette...

Capisce che si sta vendicando di quando non gli credeva.

Ho capito. Le chiedo scusa se prima non le ho creduto.

ANTONIO Credo che lei si dovrebbe fidare di più di me.

DIRETTORE Si ha ragione: anzi da oggi in poi se lei ha qualche richiesta da fare non esiti a venire da me.

ANTONIO Una richiesta ce l’avrei.

DIRETTORE Mi dica.

ANTONIO Quando lei non è in ufficio posso venirci io?

DIRETTORE Ne parliamo un’altra volta eh?

COMMISSARIO PICCIONI Lei Antonio venga con me. Lei signor direttore pensi alla signora.

DIRETTORE Si commissario. Ha qualche altra istruzione da darmi? Non so di non fare uscire nessuno dall’edificio, o di non fare entrare nessuno, devo annullare tutti gli appuntamenti?

COMMISSARIO PICCIONI No. Si comporti nel modo più naturale possibile, anzi riceva tutti quelli che glielo chiederanno.

Dandogli una poderosa pacca sulla spalla.

Sa com’è, i ladri tornano sempre sul luogo del misfatto e noi zacchete, li becchiamo.

Escono dall’ufficio il commissario e Antonio.

 

Appena il commissario e Antonio escono la signora Triburtini, che era solo fintamente svenuta, scatta in piedi e va a chiudere la porta dell’ufficio. Il direttore incomincia a cercare fra le carte qualche cosa.

SIGNORA TRIBURTINI Direttore. Signor direttore caro. Abbiamo un problema mi sembra.

DIRETTORE Soprappensiero.

In tanti anni non mi era mai capitata una cosa del genere.

Rivolgendosi alla signora Triburtini.

Ma lei non era svenuta?

SIGNORA TRIBURTINI Sì, ma adesso sto bene. Direttore. Signor direttore caro. Abbiamo un problema.

DIRETTORE Tra sé e sé.

Le cassette di sicurezza e non hanno toccato niente altro.

SIGNORA TRIBURTINI Come?

DIRETTORE Dicevo che hanno fatto un lavoro da veri professionisti. Hanno vuotato le cassette di sicurezza e non hanno toccato niente altro per non fare scattare l’allarme.

SIGNORA TRIBURTINI Riusciremo a recuperare le nostre cose?

DIRETTORE E il bello è che nessuno, tranne i proprietari, conoscono il contenuto delle cassette.

SIGNORA TRIBURTINI E’ vero.

Prendendo coscienza della cosa. Durante questo colloquio il direttore continua la sua ricerca.

DIRETTORE Chissà dove diavolo è andata.

SIGNORA TRIBURTINI Si può sapere che cosa sta cercando?

DIRETTORE Come? Ah sì, sto cercando la lista dei clienti che avevano una cassetta di sicurezza per avvisarli del furto e per invitarli a venire qui a dichiarare il contenuto delle cassette.

SIGNORA TRIBURTINI E dovremo dirlo a chi?

DIRETTORE Alla polizia.

Trovando il foglio.

Ah eccolo. Beh se non altro la lista è breve. Contando che lei è già qui dovrò avvisare solo altre tre persone.

SIGNORA TRIBURTINI Senta signor direttore... Signor Bartolini. Posso chiamarti Giovanni?

DIRETTORE Certo signora.

SIGNORA TRIBURTINI Ecco Giovanni... La questione è un po' delicata. Voglio dire circa quella lista,voglio sperare nella massima discrezione che ha sempre contraddistinto la tua banca.

DIRETTORE Su questo può stare assolutamente tranquilla.

SIGNORA TRIBURTINI Anzi vorrei chiederti che tu... sì insomma depennassi il mio nome dalla lista.

DIRETTORE Ma così non potrà denunciare il contenuto della sua cassetta.

SIGNORA TRIBURTINI Non importa. Per me è più importante che non lo sappia nessuno di questa cassetta di sicurezza.

DIRETTORE Ma non si deve preoccupare di questo, la fuga di notizie è una eventualità remota.

SIGNORA TRIBURTINI Lo so ma preferirei non dovere sottopormi agli interrogatori, alle domande. In fondo non erano che pochi risparmi. Credimi non ne vale la pena.

DIRETTORE La correttezza però mi costringerebbe a non toglierla dalla lista.

SIGNORA TRIBURTINI Ma Giovanni. Giovanni. Io penso che potremo trovare un accordo.

Alludendo.

Credo che io e te si possa facilmente trovare un sistema perché io possa ripagare questo tuo favore. Non credi?

DIRETTORE Ma non è questo. In fondo non ha niente da temere, l’opinione pubblica, se è questo che la preoccupa, non verrà a sapere niente di ciò che lei aveva nella cassetta.

SIGNORA TRIBURTINI Ma è mio marito quello che mi preoccupa.

DIRETTORE Suo marito? Non si preoccupi, faremo in modo di dirglielo nel modo più delicato possibile.

SIGNORA TRIBURTINI Eh no Giovanni, allora non ci intendiamo. Mio marito non deve sapere niente di questa cassetta di sicurezza.

Facendosi provocante.

Credi di potermi aiutare?

DIRETTORE Abboccando.

Credo che si possa fare sì.

Ritornando alle sue funzioni.

Però adesso devo subito avvisare gli altri della lista.

Entrano il Commissario Piccioni e Antonio.

Antonio. Giusto lei. Vada a telefonare a questi signori

Gli porge la lista.

e gli comunichi quanto accaduto e li inviti a presentarsi al più presto per fare una lista di ciò che conservavano nella cassetta.

ANTONIO Buttando un occhio alla lista.

Ma qui ci manca il nome della signora.

DIRETTORE Finge un colpo di tosse.

Della signora mi occupo io. Grazie Antonio. Vada. Vada. Antonio esce dall’ufficio)

COMMISSARIO PICCIONI Allora signora, visto che lei è già qui possiamo fare la sua deposizione per fare denuncia.

SIGNORA TRIBURTINI Perché dovrei fare una denuncia?

COMMISSARIO PICCIONI Ma per il contenuto della sua cassetta di sicurezza.

SIGNORA TRIBURTINI Ma io non ho nessuna cassetta di sicurezza.

COMMISSARIO PICCIONI Ma Antonio mi ha detto...

DIRETTORE Antonio deve essersi confuso. La signora qui presente non dispone di nessuna cassetta.

Rientra Antonio.

ANTONIO Senta signora, già che è qua può dirmi dove posso trovare suo marito a quest’ora?

SIGNORA TRIBURTINI Signor Antonio, lei non ha nessun motivo di telefonare a mio marito, visto che io non ho nessuna cassetta di sicurezza qua dentro. Non è vero direttore?

DIRETTORE Esattamente.

ANTONIO Come esattamente?

DIRETTORE Antonio, senta me. Evidentemente lei ha preso un granchio.

COMMISSARIO PICCIONI Antonio, lo ha capito o no che lei si è sbagliato?

ANTONIO Lasciando perdere la questione della signora, io cercavo suo marito per avvisarlo della sua cassetta di sicurezza.

SIGNORA TRIBURTINI Direttore faccia qualcosa, il signor Antonio insiste.

DIRETTORE Antonio...

ANTONIO Interrompendolo.

Ma che insisto, io lo avviso per la cassetta sua di lui.

COMMISSARIO PICCIONI Mi faccia un po' vedere questa lista.

Prendendo la lista.

DIRETTORE Prendendo la lista dalle mani del commissario con fare imbarazzato.

Le troppe emozioni devono avere fatto un brutto scherzo ad Antonio. Qui non c’è nessun marito della signora.

ANTONIO Sì, e io sono Teddy Roosvelt.

SIGNORA TRIBURTINI Prendendo la lista dalle mani del direttore.

Volete dirmi che mio marito ha una cassetta di sicurezza?

DIRETTORE Strappandole di mano la lista.

Ma no signora, le ho già detto che Antonio è in errore.

COMMISSARIO PICCIONI Strappando la lista dalle mani del direttore.

Fermi tutti. Questa qua adesso la guardo io: voglio vederci chiaro.

DIRETTORE Signor commissario, la discrezione però e d’obbligo per noi.

SIGNORA TRIBURTINI Quel porco ha una cassetta di sicurezza ed io non ne so niente avete capito? Prima vuol fare la comunione dei beni e poi ha una cassetta di sicurezza ed io non ne so niente. Ma adesso lo aggiusto io.

Fa come per uscire dall’ufficio.

COMMISSARIO PICCIONI Ferma lì. Lei non va da nessuna parte. Da qui non esce nessuno fino a mio ordine.

ANTONIO Ma io dovrei andare a telefonare.

COMMISSARIO PICCIONI Lei può andare a telefonare. Vada pure.

ANTONIO Mi servirebbe la lista.

COMMISSARIO PICCIONI Come?

ANTONIO La lista. Dovrebbe essere così gentile da restituirmela.

COMMISSARIO PICCIONI Ah sì, tenga.

Porgendogli il foglio.

Dopo me ne faccia una fotocopia.

ANTONIO Signor direttore posso chiederle solo una precisazione a proposito di queste persone?

DIRETTORE Cosa c’è ancora?

ANTONIO Dunque il primo è quel signore che non si può dire e lasciamo perdere. Il secondo è stato cancellato e va bene, il terzo, il ...nistro, è all’estero e secondo me non torna e il quarto qui Don Lurio dove abita con le gemelle Kessler?

DIRETTORE Don Lurio?

Guarda la lista.

Ma è Don Lauro. Don Lauro della parrocchia di San Gerardo.

ANTONIO Guardando la lista.

Don Lauro. Direttore, lei ha sbagliato studi, avrebbe dovuto fare il medico.

Esce.

SIGNORA TRIBURTINI Brutta razza i medici, meglio perderli che trovarli.

Cerca nervosamente nella borsa il pacchetto delle sigarette, quando lo trova lo apre ed è vuoto. Lo accartoccia e lo butta via agitatamente.

Qualcuno di voi ha da fumare?

COMMISSARIO PICCIONI No. Non fumo mai in servizio.

DIRETTORE Potrei avere un sigaro, ma non credo...

SIGNORA TRIBURTINI Interrompendolo.

Un sigaro andrà benissimo. Grazie.

Il direttore, dopo una rapida occhiata al commissario, prende in mano il cestino delle carta e prende fuori la scatola dei sigari che il giorno prima aveva buttato via. La apre e porge un sigaro alla Signora Triburtini che se lo accende e tira una grande boccata di fumo.

SIGNORA TRIBURTINI Quando lo prendo gliela do io la cassetta di sicurezza.

Tira un’altra grossa boccata di fumo e si accorge che il commissario e il direttore la stanno guardando un po' increduli.

Beh, cosa c’è, non avete mai visto una signora fumare?

DIRETTORE No, no. Scusi.

COMMISSARIO PICCIONI Quindi lei non sapeva nulla della cassetta di sicurezza che suo marito aveva in questa banca?

SIGNORA TRIBURTINI Si gira verso il commissario e dopo un’occhiataccia gli risponde.

No.

COMMISSARIO PICCIONI Estraendo dalla tasca un block notes e scrivendoci sopra.

Interessante. E quindi non saprebbe dirmi il contenuto della cassetta?

SIGNORA TRIBURTINI Dopo uno sguardo al veleno.

No.

COMMISSARIO PICCIONI Continuando a scrivere.

Lo supponevo.

ANTONIO Rientrando.

Signor direttore, c’è una signora che vorrebbe parlarle. Cosa devo fare, la faccio passare?

DIRETTORE Chi è?

ANTONIO La signora Amelia Pieroni.

DIRETTORE No, non mi sembra il caso. Le dica che sono occupato.

COMMISSARIO PICCIONI Ma cosa dice direttore? Potrebbe essere il nostro uomo.

ANTONIO Ma è una donna.

COMMISSARIO PICCIONI Antonio, non faccia lo spiritoso. La faccia entrare.

Antonio esce.

Chi e?

DIRETTORE La signora? E’ Donna Amelia. E’ venuta da me ieri per chiedere un finanziamento, vorrebbe aprire un bar.

COMMISSARIO PICCIONI Scrivendo sul suo notes.

Uhm. Continui.

DIRETTORE Le avrei dato una risposta fra una settimana. Non capisco cosa ci faccia qui.

DONNA AMELIA Apre la porta ed entra. Ha una borsa della spesa di tela appesa al braccio.

Buon giorno direttore.

DIRETTORE Entri pure signora. Si stringono la mano.

Come sta?

DONNA AMELIA Bene. Grazie direttore.

Si accorge delle signora Triburtini e del commissario Piccioni.

Ah, ma vedo che è impegnato. Mi dispiace, non volevo disturbarla. Magari ripasso un’altra volta.

DIRETTORE Ma no, non si preoccupi. Vi presento. Donna Amelia questa è la signora Triburtini.

Donna Amelia le porge la mano e la signora Triburtini le fa solo un piccolo cenno col capo con un sorriso forzato.

Sì ecco, e questo è il commissario Piccioni.

Donna Amelia porge la mano e il commissario le fa un saluto militare.

COMMISSARIO PICCIONI Piacere signora.

DONNA AMELIA Commissario?

Dopo un attimo di smarrimento si riprende.

Il piacere è mio.

Cercando di andarsene il più velocemente possibile.

Bene direttore, allora la saluto e ci vediamo fra qualche giorno.

DIRETTORE Prima di andarsene non vuole dirmi perché è venuta fino qui?

DONNA AMELIA Non vorrà che le parli dei miei affari davanti a questi due signori?

SIGNORA TRIBURTINI Con tono sarcastico.

Affari?

DONNA AMELIA Signor direttore, la signora Tartufini qui è sempre così simpatica o oggi è in vena?

SIGNORA TRIBURTINI Donna Amelia ha detto vero?

DONNA AMELIA Sì.

Con fare rissoso.

C’è qualche problema?

SIGNORA TRIBURTINI Uno solo: lei.

COMMISSARIO PICCIONI Benissimo. Basta così. Donna Amelia posso farle un paio di domande?

DONNA AMELIA Veramente andrei un po' di fretta.

Fa per uscire.

Magari un’altra volta eh?

DIRETTORE Sarebbe bene che lei rispondesse ad alcune domande che il commissario le deve fare.

DONNA AMELIA E per quale motivo dovrebbe farmi delle domande?

COMMISSARIO PICCIONI Stiamo svolgendo delle indagini signora.

DONNA AMELIA E perché?

SIGNORA TRIBURTINI Senta commissario io posso andarmene?

DONNA AMELIA E io posso andarmene?

DIRETTORE Signore abbiate un po' di pazienza.

COMMISSARIO PICCIONI Di qua non si muove nessuno fino ad un mio contrordine. Tutti seduti adesso.

SIGNORA TRIBURTINI Ma io devo andare a cercare mio marito.

COMMISSARIO PICCIONI Lo cercherà più tardi.

DONNA AMELIA Io dovrei andare a mettere su il brodo.

COMMISSARIO PICCIONI Lo metterà su più tardi.

DONNA AMELIA Ma poi non fa in tempo ad essere pronto per l’ora di pranzo.

DIRETTORE E’ venuta qui per la ricetta?

COMMISSARIO PICCIONI Direttore la prego. Qui le domande le faccio io. E’ venuta qui per la ricetta?

Donna Amelia guarda il commissario stupita.

No, volevo dire... Dunque signora...

SIGNORA TRIBURTINI Dica.

COMMISSARIO PICCIONI Non lei, parlo con Donna Amelia.

SIGNORA TRIBURTINI E la chiama signora?

DONNA AMELIA Senta commissario perché non lascia che la signora Tartufini vada a cercare suo marito?

DIRETTORE Triburtini. Si chiama Triburtini la signora.

COMMISSARIO PICCIONI Allora Donna Amelia, incominci dicendo che lavoro fa.

DONNA AMELIA Nessuno.

DIRETTORE & COMMISSARIO PICCIONI Come nessuno?

DONNA AMELIA Sono disoccupata: non si può?

DIRETTORE La signora sta scherzando, in realtà ha una ditta la collegamenti in rete...

Viene interrotto da Donna Amelia che gli pesta un piede e gli infila in bocca un cornetto.

DONNA AMELIA Senta direttore come sono buoni questi cornetti.

Rivolgendosi al commissario e alla signora Triburtini.

Volete favorire anche voi?

 

COMMISSARIO PICCIONI Beh, un bel cornettino me lo mangerei volentieri, ho proprio un buchino nello stomaco.

Prende un cornetto e incomincia a mangiarlo.

SIGNORA TRIBURTINI Io non dovrei, sono a dieta a dire il vero. Però con tutte le emozioni di questa mattina non credo che una piccola pastina mi farà male.

Prende una pasta e la mangia.

DIRETTORE Che intanto ha finito la pasta che Donna Amelia gli aveva infilato in bocca.

Lo sa signora che sono proprio buone?

DONNA AMELIA Mangiando anche lei.

Non faccia complimenti direttore ne prenda pure un altra.

DIRETTORE Posso?

DONNA AMELIA Perbacco che può.

COMMISSARIO PICCIONI Ci vorrebbe un po' di latte però.

DONNA AMELIA Il latte non ce l’ho, quello lo compero al negozio qua dietro e ci devo ancora passare, però potrei avere della nutella.

Estrae un bicchiere di nutella e lo apre.

SIGNORA TRIBURTINI Tocciando la sua pasta nella nutella.

So che non dovrei chiederglielo, ma dove le ha comperate queste paste? Sono la fine del mondo.

DONNA AMELIA Vero che sono una cannonata?

COMMISSARIO PICCIONI Anche lui mangiandoci della nutella.

Sono veramente ottime.

DONNA AMELIA Il fornaio di via Fornace, è lui l’artista.

COMMISSARIO PICCIONI Leccandosi le dita.

Va bene, adesso veniamo a noi.

DONNA AMELIA Giusto, si può sapere perché sta facendo delle indagini?

SIGNORA TRIBURTINI Per la rapina di stanotte.

DONNA AMELIA Rapina?

DIRETTORE Sfortunatamente questa notte siamo stati vittime di una rapina.

DONNA AMELIA Questa notte?

SIGNORA TRIBURTINI Sfortunatamente, ha detto bene il direttore, sì.

DONNA AMELIA Balbettando un po'.

In che senso rapina?

COMMISSARIO PICCIONI Rapina, rapina.

DIRETTORE Ci hanno svuotato le cassette di sicurezza.

DONNA AMELIA No?

SIGNORA TRIBURTINI Si.

COMMISSARIO PICCIONI Insomma signora, lei ieri è stata qua. Non ha notato niente di strano?

DONNA AMELIA No.

COMMISSARIO PICCIONI Avvicinandosi con la faccia vicinissima a quella di Donna Amelia.

Ne è proprio sicura?

Donna Amelia annuisce silenziosamente.

Dov’era lei la notte scorsa alle tre?

DONNA AMELIA Potrebbe ripetere la domanda?

COMMISSARIO PICCIONI Le ho chiesto dove si trovava ieri notte alle tre.

DONNA AMELIA Un po' titubante.

Ero nel mio letto.

COMMISSARIO PICCIONI Con un tono piuttosto deciso.

Come?

DONNA AMELIA Ero nel mio letto, dormivo.

COMMISSARIO PICCIONI Mettendole un mano sulla spalla.

Nei film quando fanno così trovano subito il colpevole. Io mai una volta.

DIRETTORE Ma non avrà mica pensato che Donna Amelia avesse compiuto la rapina?

COMMISSARIO PICCIONI Per il momento non posso escludere nessuna ipotesi.

DIRETTORE Ma andiamo commissario.

COMMISSARIO PICCIONI Rivolto al direttore.

E lei dov’era questa notte alle tre?

DIRETTORE Guardi che non siamo in un film.

COMMISSARIO PICCIONI No eh?

Quasi piagnucolando.

Sempre parti teatrali, mai una volta un film.

Rivolto alla signora Triburtini.

E lei dov’era questa notte alle tre?

SIGNORA TRIBURTINI E basta commissario, cambi disco.

ANTONIO Entrando.

Direttore, c’è la signora Mazzetti.

DIRETTORE E chi è?

ANTONIO Secondo me è una pazza. Dice che ha già parlato con lei, che sta cercando degli scheletri.

COMMISSARIO PICCIONI Cosa c’entrano gli scheletri adesso?

SIGNORA TRIBURTINI Scheletri? Non facciamo scherzi tirando fuori degli scheletri che mi sento male al solo pensiero.

ANTONIO Si impressiona?

SIGNORA TRIBURTINI Sono rimasta traumatizzata da piccola.

DONNA AMELIA Giocando ha trovato uno scheletro in giardino?

SIGNORA TRIBURTINI No.

DIRETTORE E allora?

SIGNORA TRIBURTINI Sono rimasta traumatizzata una volta che ho mandato giù un ossobuco.

COMMISSARIO PICCIONI Appuntandoselo sul notes.

Interessante.

ANTONIO Allora, con la signora Mazzetti che faccio?

COMMISSARIO PICCIONI La faccia pure entrare.

ANTONIO Solo lei?

COMMISSARIO PICCIONI In che senso?

ANTONIO Nel senso che non faccio entrare il signore che c’è con lei.

COMMISSARIO PICCIONI C’è un signore con lei?

ANTONIO Sì.

SIGNORA TRIBURTINI Magari è quel maiale di mio marito che è venuto con la sua amante.

ANTONIO No, la conosco bene l’amante di s...

Si ferma perché si rende conto che sta facendo una gaffe.

DIRETTORE Li faccia entrare tutti e due grazie.

Antonio sta per uscire e il direttore lo ferma.

Antonio, scusi solo un momento, ha parlato con le persone derubate?

ANTONIO Sì, sono rimasto d’accordo che per il momento mi mandano un fax con la lista delle cose che tenevano nella cassetta, li sto aspettando. Dovrebbero arrivare da un momento all’altro.

COMMISSARIO PICCIONI Buon lavoro Antonio, adesso però faccia entrare i due signori.

Antonio esce.

SIGNORA TRIBURTINI E così quel maiale ha anche l’amante.

DIRETTORE Signora Triburtini, sono sicuro che Antonio si è confuso.

SIGNORA TRIBURTINI Cassetta di sicurezza, amante, cos’altro può succedermi?

COMMISSARIO PICCIONI Riguardando i suoi appunti e rivolgendosi al direttore.

Bene, bene bene. Secondo me ci siamo.

DIRETTORE Nel senso?

COMMISSARIO PICCIONI Secondo me questa donna potrebbe essere la colpevole.

DONNA AMELIA Dice?

COMMISSARIO PICCIONI Una mitomane che parla di scheletri, perché no? Come in quel film dove c’erano due vecchiette pazze che trafficavano con dei cadaveri.

DIRETTORE Ma è una signora dei beni culturali.

COMMISSARIO PICCIONI Ormai si dovrebbero attrezzare con un ufficio dei mali culturali, coi tempi che corrono.

Entrano la signora Mazzetti e Alessio.

DONNA AMELIA Oddio Alessio. Ma cosa ci fai qui?

ALESSIO Mamma. Ma cosa ci fai tu qui?

SIGNORA MAZZETTI Signora, che piacere vederla.

DIRETTORE Signora Mazzetti buongiorno. Vi conoscete?

SIGNORA TRIBURTINI Rivolgendosi ad Alessio.

Io e lei ci conosciamo?

COMMISSARIO PICCIONI Prendendo appunti sul notes.

Piano, piano. Un momento, se no non vi tengo dietro.

DIRETTORE Posso presentarvi il commissario Piccioni?

ALESSIO Ha un mancamento.

Commissario?

SIGNORA MAZZETTI Piacere.

Tentando di stringerle la mano.

COMMISSARIO PICCIONI Il commissario fa un saluto militare.

Il piacere è mio.

DONNA AMELIA Allora Alessio, si può sapere cosa diavolo ci fai qui?

DIRETTORE Voi vi conoscete?

DONNA AMELIA Signor direttore, questo è il mio figliolo.

ALESSIO Stringendogli la mano.

Piacere direttore.

Rivolto a sua madre.

Si può sapere cosa ci fai qui?

COMMISSARIO PICCIONI Un momento qui le domande le faccio io.

C’è un momento di silenzio.

Dunque come si chiama?

Tutti i presenti nella stanza dicono contemporaneamente il proprio nome.

COMMISSARIO PICCIONI Sì, buongiorno.

TUTTI ASSIEME Buongiorno.

Fanno tutti per uscire.

COMMISSARIO PICCIONI Fermi tutti. Dove credete di andare?

DONNA AMELIA Io a mettere su il brodo. E il mio figliolo viene con me.

ALESSIO Ma mamma...

DONNA AMELIA Ho detto che vieni con me.

ALESSIO Ma sono qui con Sonia.

SIGNORA MAZZETTI Signora, sono felice di incontrarla.

DONNA AMELIA Senti, scusami ma ora ho altro a cui pensare.

ALESSIO Io credo che dovresti essere più gentile con lei dal momento che la sposerò.

DIRETTORE Vi sposerete? Che bella notizia, congratulazioni.

DONNA AMELIA Piano con le congratulazioni, non si sono ancora sposati.

COMMISSARIO PICCIONI Non vorrei disturbarvi ma io ho una indagine da portare avanti. Permettete?

SIGNORA TRIBURTINI Avvicinandosi ad Alessio.

Non so ma hai qualche cosa di famigliare.

DONNA AMELIA Spostando Alessio.

Giù le mani da mio figlio.

COMMISSARIO PICCIONI Dunque, come voi tutti sapete questa notte c’è stato un furto in questa banca.

SIGNORA MAZZETTI In questa banca?

COMMISSARIO PICCIONI Più precisamente nei sotterranei.

SIGNORA MAZZETTI Direttore, non mi avrà toccato i muri qua sotto senza chiedere prima l’autorizzazione?

DIRETTORE Io non ho toccato proprio niente.

ALESSIO Realizzando.

Un furto nei sotterranei?

DONNA AMELIA Già, un furto nei sotterranei.

COMMISSARIO PICCIONI Questa notte, alle tre.

ALESSIO Guardando sua madre.

Questa notte alle tre?

DONNA AMELIA Già, questa notte alle tre.

COMMISSARIO PICCIONI Alla signora Mazzetti.

Cosa le interessa dei sotterranei a lei?

SIGNORA MAZZETTI Sono dei beni culturali, stavo studiando per capire cosa c’era qua sotto in epoca antica.

DIRETTORE Il cimitero.

COMMISSARIO PICCIONI Il cimitero?

DIRETTORE Si c’era il cimitero qua sotto.

SIGNORA MAZZETTI Come fa a dirlo scusi?

DIRETTORE Se va di sotto a guardare lo dice anche lei.

ALESSIO Ci sono degli scheletri dappertutto...

Si accorge che ha detto qualche cosa che non avrebbe dovuto.

DONNA AMELIA Che si rende conto della gaffe del figlio.

Beh... Basta parlare di scheletri, se no la signora Tartufini sta male.

COMMISSARIO PICCIONI Un momento.

Avvicinandosi ad Alessio.

Potrebbe ripetere?

ALESSIO Basta parlare di scheletri, se no la signora Tartufini sta male.

COMMISSARIO PICCIONI Triburtini, la signora si chiama Triburtini.

SIGNORA MAZZETTI Cosa ne sai tu di scheletri?

ALESSIO Io niente micia, sei tu l’esperta di casa.

SIGNORA TRIBURTINI Micia, anche quel maiale di Alessio mi chiamava così.

Rivolgendosi alla signora Mazzetti.

Non si fidi e, soprattutto, non faccia la comunione dei beni.

DIRETTORE Commissario potrei parlarle un attimo?

COMMISSARIO PICCIONI Certo.

Il direttore e il commissario si mettono in disparte, davanti alla porta dell’ufficio.

DIRETTORE Senta mi sa che questi qua non c’entrano niente.

COMMISSARIO PICCIONI Lo so perfettamente cosa crede? Sto solo cercando di capire se abbiano notato qualche cosa che ci possa aiutare nelle indagini.

DIRETTORE Secondo me qui non ci togliamo un ragno dal buco.

COMMISSARIO PICCIONI Ragno? Da quale buco quello che hanno fatto qua sotto stanotte?

Si apre improvvisamente di scatto la porta che colpisce il commissario. Entra Antonio con dei fogli in mano.

ANTONIO Entrando velocemente.

Direttore, direttore.

DIRETTORE Antonio, ci sono delle novità?

SIGNORA TRIBURTINI E’ arrivato quel maiale di Alessio?

DONNA AMELIA Senta lei: la smetta di offendere il mio figliolo.

SIGNORA TRIBURTINI Ma chi lo tocca il suo figliolo. Sto parlando di mio marito e per fortuna non sono sua nuora. Ci mancherebbe solo quest’altra tegola oggi.

DONNA AMELIA Cosa vuole dire signora?

SIGNORA TRIBURTINI Che mi fa pena la donna che le toccherà la sventura di sposare suo figlio.

SIGNORA MAZZETTI Guardi che il mio Alessio è uno a posto.

SIGNORA TRIBURTINI Non ho dei dubbi su di lui. Anche se francamente mi ricorda qualcuno che non mi piace. Mi dispiace che si troverà questa qui come suocera.

ALESSIO Eh no. Lei mia madre la deve lasciare stare.

ANTONIO Se non vi interessano le novità ve le racconto un’altra volta.

Tenta di uscire.

COMMISSARIO PICCIONI Che fino adesso si era massaggiato il braccio colpito dalla porta.

Fermo lì. Se ci sono delle novità è bene saperle subito: la velocità nelle indagini è fondamentale.

DIRETTORE Velocità? Velocità? Sono otto ore che abbiamo subito il furto e non c’è ancora nessuno che cerca i colpevoli.

COMMISSARIO PICCIONI Secondo lei io qui cosa sto facendo? E’ bene avere le idee chiare prima di muoversi e buttare via energie preziose.

DIRETTORE Lei crede che prima o poi le avrà le idee chiare?

ANTONIO Non ne abbiamo bisogno di avere le idee chiare.

DIRETTORE Antonio cosa si è messo in testa?

ANTONIO Toccandosi la testa.

Perché, cos’ho?

COMMISSARIO PICCIONI Guardandogli in testa.

Niente mi sembra.

DIRETTORE Voglio sapere perché dice che non abbiamo bisogno di avere le idee chiare.

ANTONIO Perché nessuno ha denunciato il furto.

SIGNORA TRIBURTINI Neanche mio marito?

DONNA AMELIA Nessuno denuncia il furto? Ma come è possibile?

SIGNORA MAZZETTI E coi beni culturali come la mettiamo? Questo è un edificio tutelato e qualcuno lo ha modificato.

DIRETTORE Chiamarla modifica mi sembra improprio.

ALESSIO Ma cara, cosa vuoi stare a fare confusione.

SIGNORA MAZZETTI Capisco che a te non te ne importi niente del mio lavoro, ma è molto più importante di quello che tu non creda.

DONNA AMELIA Al figlio.

Io ci penserei bene prima di mettermi in casa una donna così.

ALESSIO Ma cara... Pensaci bene, magari vai a mettere nei guai un poveretto che sono sicuro che non ha fatto apposta. Tanto ormai il danno è fatto, nessuno ti rimette in piedi il muro com’era prima.

DIRETTORE Ad Antonio.

Ma è proprio sicuro che nessuno, proprio nessuno intenda fare denuncia?

ANTONIO Sicurissimo.

COMMISSARIO PICCIONI Come mai?

ANTONIO Dunque: dei quattro iniziali siamo rimasti con tre nomi giusto?

SIGNORA TRIBURTINI Erano tre dall’inizio i nomi.

DIRETTORE Giusto, erano tre.

COMMISSARIO PICCIONI Scrivendo sul suo notes.

Tre nomi.

ANTONIO Uno...

Riferendosi al marito della signora.

...è quello che non possiamo nominare.

SIGNORA TRIBURTINI Chi mio marito? Lo nomini, lo nomini pure che sono curiosa.

ANTONIO Non posso farlo.

SIGNORA TRIBURTINI Strappando il foglio di mano ad Antonio ed iniziando a leggere.

Non intendo sporgere denuncia in quanto nessuno è a conoscenza di questa mia cassetta di sicurezza e del suo contenuto e una mia denuncia potrebbe minare quella discrezione per me fondamentale. Discrezione che non vale la pena, visto l’irrisorio valore contenuto nella medesima, mettere in pericolo. Alessio Bertoldo.

Smettendo di leggere.

Quando ti becco te la faccio vedere io la discrezione.

DONNA AMELIA Uhm, gli uomini.

Realizzando.

Alessio Bertoldo?

ALESSIO Contenuto irrisorio? Dice così?

Si scambia un’occhiata con la madre.

ANTONIO Quell’altro era il... nistro. Hanno inviato un fax dal consolato tunisino smentendo di avere mai avuto una cassetta di sicurezza presso la nostra banca, come in nessun’altra.

DIRETTORE E Don Lauro? Neanche lui intende denunciare il furto?

ANTONIO Pare di no. Dice che erano piccole offerte, di scarso valore.

ALESSIO Come di scarso valore?

ANTONIO Quindi, nessuna denuncia, nessuna indagine.

COMMISSARIO PICCIONI Lei in qualità di direttore non vuole denunciare il furto?

DIRETTORE No, visto che gli interessati non intendono riavere il loro denaro io preferisco che la cosa muoia qua. Sarebbe una brutta pubblicità per l’azienda. No, nessuna denuncia.

SIGNORA MAZZETTI E il mio muro?

ALESSIO Ma tesoro...

SIGNORA MAZZETTI Ma perché non vuoi che faccia denuncia?

ALESSIO Io non voglio che tu faccia la denuncia? Ho detto qualche cosa del genere?

DONNA AMELIA Senti cara, se davvero volete sposarvi credo che sarebbe bene evitare certe complicazioni come le denuncie, gli interrogatori e poi ti hanno fatto un favore in fondo, magari non ti avrebbero mai lasciato toccare quel muro e non avresti potuto scoprire niente.

SIGNORA TRIBURTINI Volete sposarvi? E tu vuoi sposare un uomo che si chiama Alessio?

DONNA AMELIA A questo proposito non è che avrebbe una foto di suo marito da farmi vedere?

SIGNORA TRIBURTINI Perché vuole vederla?

DONNA AMELIA Per curiosità.

ALESSIO Mamma.

COMMISSARIO PICCIONI Vediamolo, vediamolo questo signore. Sono curiosa.

ANTONIO Se di me non avete più bisogno io andrei a prendere le mie bambine a scuola.

DIRETTORE Vada pure Antonio e grazie di tutto.

COMMISSARIO PICCIONI Antonio, ma lei è il mio aiuto.

ANTONIO Ha bisogno di qualche altra cosa signora commissaria?

COMMISSARIO PICCIONI No, vada pure. E la smetta di chiamarmi commissaria.

ANTONIO Ok.

Avvicinandosi e stringendola con un braccio.

Alla prossima pupa.

Esce.

DONNA AMELIA Che sta guardando la foto del marito della signora Triburtini.

Proprio come pensavo.

SIGNORA TRIBURTINI Cioè?

SIGNORA MAZZETTI Guardando la foto.

Alessio hai visto come ti assomiglia?

ALESSIO E già.

Guardando anche lui la foto.

E si chiama anche con lo stesso nome.

COMMISSARIO PICCIONI Guardando la foto.

Sì, però ha un’età che potrebbe essere suo padre.

DONNA AMELIA Infatti.

SIGNORA TRIBURTINI Come infatti.

ALESSIO Mamma. Chi è quest’uomo?

COMMISSARIO PICCIONI Come chi è quest’uomo: è il marito della signora no?

SIGNORA TRIBURTINI Infatti.

DIRETTORE Cercando di sviare il discorso.

Bene, bene, bene, bene. Tutto è bene quel che finisce bene. Credo che i signori possano andare non è vero commissario?

DONNA AMELIA Rivolta al direttore.

E per il mio bar?

ALESSIO Quale tuo bar?

SIGNORA TRIBURTINI Rivolta a donna Amelia.

E per mio marito?

SIGNORA MAZZETTI Rivolta ad Alessio.

E per il nostro matrimonio?

COMMISSARIO PICCIONI Che ha ripreso a riprendere appunti.

Se non andate più lenti non riesco a prendere appunti.

DIRETTORE Per il suo finanziamento ci vorrebbe qualcuno che avesse qualche disponibilità finanziaria e firmasse come garante dell’operazione. Suo figlio per esempio, non dispone di qualche cosa?

DONNA AMELIA No, mio figlio non dispone...

ALESSIO Interrompendo la madre.

Vuoi aprire un bar mamma?

DONNA AMELIA Sì, ma volevo lavorarci con te.

ALESSIO Rivolto a sua madre.

Di questo ne parliamo dopo.

Al direttore.

Direttore, non c’è problema. Dispongo di qualche risparmio per potere firmare.

DONNA AMELIA Ma Alessio.

ALESSIO No mamma, lo sai che quell’affare è andato in porto e ti voglio aiutare.

DONNA AMELIA Ma non è questo.

SIGNORA TRIBURTINI E su mio marito come la mettiamo?

SIGNORA MAZZETTI Quale affare ti sarebbe andato in porto?

ALESSIO Poi ti racconto nei dettagli. Non te ne ho parlato prima perché non avevo ancora concluso. E lo sai che cosa significa questo? Che ci sposiamo al più presto. Sei contenta?

DIRETTORE Guardi signor Alessio.

Gli mostra un modulo che ha preso da un cassetto.

Mi mette una firma qui e sua madre potrà avere il finanziamento.

ALESSIO Benissimo.

Prende in mano una penna e quando sta per firmare la madre lo ferma.

DONNA AMELIA Alessio, non puoi farlo.

ALESSIO Ma si che posso, non hai sentito? Nessuno cerca niente?

DONNA AMELIA Ma non è per questo.

ALESSIO E allora perché?

DONNA AMELIA Perché, spero che tu non te la prenda troppo, non puoi firmare come parente stretto.

ALESSIO Come no, sono tuo figlio?

DONNA AMELIA Ecco, il fatto è... Non te l’ho mai detto... Ma non sei mio figlio.

 

ALESSIO Ma cosa vuoi dirmi?

SIGNORA MAZZETTI Non è tua mamma?

DONNA AMELIA Ti ho allevato come un figlio mio, ma non lo sei.

COMMISSARIO PICCIONI Bene, allora c’è ancora bisogno di me: bisogna assolutamente mettersi alla ricerca della sua vera famiglia.

SIGNORA TRIBURTINI Che ha ancora in mano la foto del marito, la guarda e si rivolge ad Alessio.

Sei figlio di mio marito.

COMMISSARIO PICCIONI Ma va?

Donna Amelia, che gli altri stanno guardando, annuisce.

SIGNORA TRIBURTINI Credo di non sentirmi troppo bene.

Sviene.

Il direttore, il commissario e la signora Mazzetti le prestano i primi soccorsi. Da una parte parlano Donna Amelia e Alessio.

ALESSIO Certo che l’hai fatta grossa.

DONNA AMELIA Chi io? Tu piuttosto: hai visto che casino che hai combinato stanotte?

ALESSIO Primo io non ci volevo venire. E poi non hai sentito, nessuno denuncia il furto, quindi il tesoro l’ho trovato e me lo tengo.

DONNA AMELIA Secondo te perché nessuno ha voluto denunciare il furto?

ALESSIO Come potevano giustificare di avere tanto denaro?

DONNA AMELIA E per il bar?

ALESSIO Tutto secondo le regole?

DONNA AMELIA Tutto secondo le regole.

ALESSIO Qua la mano socia.

Si stringono la mano e si chiude il sipario.

FINE