SUDORE
di
Laura Sicignano e Alessandra Vannucci
Tempo: oggi
Luogo: in una palestra con molti specchi
Personaggi:
Agnese, 25 anni, introversa, infantile, complessata.
Frequenta la palestra in modo discontinuo da un anno. Ma non si vede.
Eva, 40 anni, madre, possessiva, maniaca del controllo.
Frequenta la palestra da un mese (il primo nella sua vita). E si vede.
Amanda, 40 anni, neodivorziata, esaurita.
Ha ripreso a frequentare la palestra dopo il divorzio.
Alice, 25 anni, imbottita di psicofarmaci, difficile relazione con la realtà.
Cosa ci fa in palestra una così?
Bibi, 36 anni, furibonda.
Non ha mai smesso di frequentare la palestra. Non riesce a smettere.
Voce dell’istruttore. Suadente, virile, impersonale. Probabilmente è solo una
voce registrata. Lui è assente.
Le scene di lezione devono essere molto faticose. Le attrici devono uscirne a
pezzi, distrutte, cattive. Sudate fradice.
SCENA 1 (AGNESE PER STRADA VERSO LA PALESTRA)
NON COME LUI
AGNESE – Non lo capisce neanche il dottore che cos’ho. Che cos’ho? Sembro più
vecchia di lei, dice mia madre. Ho sempre sonno. Mi pesa. Mio fratello, no. Dice
mia madre che ero così anche da bambina. Una lumaca. Non come lui, lui no. Bello
come un angelo, dritto come un fuso, libero come una farfalla. Lei non me lo
perdona, mia madre. Ma cos’ho, io? Io cos’ho fatto? Io non ho fatto niente.
Correva velocissimo, lui.
SCENA 2 (EVA IN MACCHINA)
NON TI ARRABBIARE
EVA (al figlio) – Ma non è troppo pesante quella cartella, amore? Cosa te ne fai
di tutti quei libri? Basta: oggi chiamo il preside. No, no, no amore, non ti
arrabbiare. Va bene, non lo chiamo… Perché disfi la cartella? Non lo vuoi più il
Toblerone? Ti è sempre piaciuto il Toblerone. Vuoi che ti compri quello farcito?
Amore, non dire sempre “schifo”. Io? Poi mi dite che sono grassa. La mela
tienila. Va bene, la mangio io. Sì, amore, te l’ho messo io. È il panettone! Non
buttarmi sempre il panettone per terra, amore. Amore, guarda se arrivano le
macchine prima di aprire la portiera. I soldi ce li hai? Per la merendina!
SCENA 3 (AMANDA, EVA. NELLE LORO AUTO)
SCUSE
AMANDA – Cristo!
EVA – Ma cosa fa? Abbassi il finestrino. Mi sente?
AMANDA - Prima di aprire la portiera di guarda che non arrivino le macchine!!!
EVA – Ha buttato a terra mio figlio.
AMANDA – Si è rialzato subito.
EVA - Dovrebbe chiedermi scusa! Esca di lì e mi chieda scusa.
AMANDA - Io faccio come voglio.
EVA - Venga fuori!
AMANDA - Cosa urli! (esce dalla macchina) Togliti di lì. Devo andare in
palestra. (allontanandosi con la sua borsa da palestra)
EVA - Mi chieda scusa! Torni qua e mi chieda scusa! (prende Amanda per la borsa.
Casca tutto per terra) Oh, scusi…
AMANDA – Cristo!
EVA - Scusi, scusi.. L’aiuto?
AMANDA - Via le mani dalla mia roba!
SCENA 4 (AMANDA RACCOGLIE LA SUA ROBA SPARPAGLIATA A TERRA)
PAGATO
AMANDA – No. La fede non me la tolgo. Non è che mi vergogno. Lui dovrebbe
vergognarsi. Piantarmi così, da sola. Me la deve pagare. Infatti paga. E facevo
pure economie, io. Mi vestivo alla Standa. E’ solo merito mio se ha tutti quei
soldi. Quella là, la riveste da capo a piedi a Hong Kong. E a me, cosa mi resta?
Una divorziata non la vuole mica nessuno! Ma adesso gliela faccio pagare.
Parrucchiere tutti i giorni, corso di counselling, mi compro la jacuzzi, due
smart due tempestate di swarosky, mi compro la guepière di Madonna, week-end in
Australia e crociera su Marte. Adesso! 7000 euro al mese di alimenti. E’ il
minimo.
SCENA 5 (AGNESE, ALICE DAVANTI ALLA PORTA DELLA PALESTRA)
ENTRI?
Agnese indugia davanti alla porta della palestra e non vede Alice dietro di lei.
AGNESE – La lezione sta per iniziare. Mi sfilo i guanti. Entro. Non ancora. Che
stanchezza. Manca qualcosa. La tuta. La maglia, calzettoni, scarpe. Non so cosa
manca. Maglia, tuta, calzettoni, scarpe, eccole, la destra, la sinistra. Mi
pesa. Troppa roba addosso. Sembro una lumaca. Asciugamano? Ho preso quello
giusto? No! Non posso entrare. Torno a casa. Mia madre chiederà perché son
tornata. Sempre sonno. Sto nel mio guscio. Ecco. È troppo tardi. Ormai è già
iniziata la lezione. Non posso più entrare. Le altre son perfette.
ALICE – Allora? Entri?
Entrano in palestra.
SCENA 6 (BIBI GIA’ PRONTA, NELLO SPOGLIATOIO AL CELLULARE)
E’ UN ORDINE
BIBI – Non mi interessa se piove e c’è tuo figlio. Ti ho mandato tre messaggi.
Li hai visti o cosa? “Tesoro, dai la manina al papà” E’ venerdì e ti ho messo il
turno con me apposta. E che si bagni ‘sto bambino. Non sono isterica. “Tesoro
non piangere, il papà non è arrabbiato con te”. Non mi interessa che hai la
famiglia, tua moglie con le mestruazioni, i comodi tuoi, non staccare il
telefono! Ti spacco la faccia. Ti ho messo il turno con me e tu stasera ti
presenti in centrale. Ho una vita anche io, sono una persona anche io, capito,
una persona! Non mi puoi eliminare! Che cosa sono io per te? Un fazzoletto
sporco? Te lo spiego io cosa sono. Il tuo capo! Tu stasera ti presenti in
centrale e io ti spacco la faccia. È un ordine. Hai capito? Con un pugno.
Pronto? Pronto? Pronto!
SCENA 7 (ALICE, BIBI NELLO SPOGLIATOIO. LE ALTRE CAMBIANDOSI, ASSISTONO)
SIGARETTE
ALICE – Scusate, è questo lo spogliatoio delle donne? Posso appoggiare qui le
mie cose? (occupando lo spazio di BIBI) Rubano? Ho preso questa tuta. Tecnica,
no? Mi stringe un po’. La tua è comoda? Il bagno dov’è? Devo pisciare. Nooo. Ho
rovesciato tutte le sigarette nella borsa. Sei in forma, eh! Mi porto l’acqua di
là, che dici? Sarà una bella sudata. Mi è già venuto caldo. Ho delle Mentos,
vuoi?
BIBI - Mi lasci 40 centimetri?
ALICE – Oh, sono una persona, mica puzzo!
BIBI – Puzzi di sigaretta. Questa è una palestra.
SCENA 8 (ALICE IN UN SUO SPAZIO MENTALE)
DONNE AL VOLANTE
ALICE – Cosa prendo? Tavor. Mi carico, esplodo, resto un corpo cavo come una
bambolina matrioska. Effetti collaterali: vomito, collera, confusione,
comportamenti suicidi, perdita di senso della realtà. Ieri ho sfasciato l’auto
che mi aveva appena regalato mio padre. Noooo. Guido malissimo. Me ne faccio
dare un’altra.
SCENA 9 (TUTTE IN PALESTRA, IN TUTA, SI PREPARANO)
RISCALDAMENTO
ALICE – Come funziona qui? C’è l’istruttore? Com’è?
EVA – Un bambolotto!
AMANDA – Lucido. Compatto. Nuovo di zecca.
AGNESE – Bello come un angelo, dritto come un fuso.
BIBI – Pugno d’acciaio.
EVA – Chissà come se lo guarda la sua mamma..
AMANDA – I muscoli gli esplodono sotto la pelle di nylon.
ALICE – Sudo solo a pensarci. Cosa ci fa fare?
AGNESE – Si deve ripetere infinite volte lo stesso movimento.
AMANDA – Un massacro.
BIBI – Obbedire alle regole. Guai a chi apre bocca.
ALICE – Neanche per bere?
AMANDA – Si deve bruciare lo spessore della pelle.
EVA – Chi arriva tardi, punizione: trenta minuti di cyclette.
AGNESE – Esco di qui e non mi reggo in piedi. Giunture doloranti, muscoli duri.
Crampi dappertutto. Acido lattico.
BIBI - Chi si ferma, è eliminato.
EVA – Io fradicia di sudore, lui niente, neanche una goccia!
AMANDA - E sulle macchine? Mi crocefigge, Cristo!
BIBI – Una delizia.
SCENA 10 (TUTTE IMPEGNATE NELL’ESTENUANTE ALLENAMENTO, COMPETITIVE NEL MOSTRARSI
OBBEDIENTI ALLA VOCE DI LUI. MUSICA FRASTORNANTE, VOCE DELL’ISTRUTTORE AL
MASSIMO VOLUME)
LEZIONE N.1
ISTRUTTORE – Quarantacinque minuti di sudore per migliorare la tua vita. Regola
numero uno: nello specchio guarda solo te stessa. Regola numero due: quando non
ce la fai, dai di più. Regola numero tre: espia i tuoi peccati. Suda!
BIBI - Annullo ogni pensiero, controllo ogni muscolo.
AMANDA – Il mio corpo guizza, pompa, si contrae.
ISTRUTTORE – Liberati! Consuma: venticinque calorie.
EVA – Mi libero. Mi libero dal peso!
AGNESE – Sono stanca. Mi pesa.
ISTRUTTORE – Trenta calorie. Aumenta, scatta, vinci.
ALICE - Espurgo, sudo.
AGNESE (in difficoltà) – La tempia pulsa. Respiro bene? Attenzione. Sto
rallentando.
ISTRUTTORE – Quando non ce la fai, dai di più. Quaranta calorie. Spingi! Di più.
AMANDA – Miglioro, miglioro, miglioro.
BIBI – Supero! Supero il mondo.
ISTRUTTORE – Cinquanta. Nello specchio guarda solo te stessa.
AGNESE (sempre più in difficoltà) - Attenzione: scivolo! Ho stretto i lacci? Sì
sono stretti, molto stretti.
ISTRUTTORE – Sessanta, settanta. Pugno, pugno, calcio! Esprimi la potenza.
ALICE – Benessere, euforia!
ISTRUTTORE – Supera la soglia dello sforzo. Ottanta, dai, più forza.
AMANDA – Mi trasformo.
ALICE – Mi manca il fiato.
BIBI – Pugno, pugno, calcio.
AGNESE (non riesce ad eseguire l’esercizio) – Pugno, pugno, calcio?
ISTRUTTORE – Novanta, non ci siamo! Destra, sinistra, destra
AGNESE – La destra! Prima la destra, poi la sinistra. (non riesce)
ISTRUTTORE – Destra, sinistra, destra! Organizza il cervello.
AGNESE – Non ce la faccio. Cado. Tremo. Pugno, pugno, calcio. Giunture
doloranti. Respiro bene? Daccapo. Destra, sinistra. Sbaglio qualcosa. Non so
cosa sbaglio.
(si ferma).
ISTRUTTORE – Eliminata. Corsa. Carica, spingi!
AGNESE – Mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace. (Agnese si defila; le altre
proseguono)
SCENA 11 (EVA AL CELLULARE)
DIVERTITI
EVA – Pronto? Amore! Come, chi è? La tua mamma! Mi senti? Io ti sento! Amore?
Come non mi senti? Adesso mi senti? Dove sei? Non sento! Ah già, a scuola. Che
rumore strano. Hai fatto un po’ di merenda? No, amore, non è un interrogatorio.
Devi nutrirti. Va bene. Lo sai io cosa sto facendo? Sono in palestra. Sei
contento? La tua mamma fa ginnastica. Devo bruciare duecento calorie. Cosa dici,
ce la farò? Pronto? Come, hai finito il credito? Ti ho chiamato io. Va bene.
Vieni a pranzo? Ti faccio le melanzane. Non dire sempre “schifo”! Come vuoi, va
bene, amore, divertiti, ciao, ciao.
SCENA 12 (BIBI ALLO SPECCHIO)
BASTA
BIBI – Basta. Stasera apro la porta e gli dico: io pretendo rispetto. Con calma,
però. Io sono un capo, lo sai quanto ho sgobbato io per essere il capo? Lo sa.
Apro la porta e gli dico: io posso stare senza di te. Io sono stufa di passare
Natale, Pasqua, Capodanno, tutte le sere sola come un cane. Tranquilla, però.
Vedi, gli dico: io non ho bisogno di un uomo. Mi metto il vestito nuovo,
stasera, vado in centrale e gli dico (tranquilla): basta bugie! Rispettami
oppure io ti elimino! Io ho fatto un lavoro su me stessa, tutte le sere sola a
casa. Ho riflettuto, io. Ora sono calma. E allora lo colpirò con un pugno
micidiale, così. E poi tutto sarà finito, pulito, perfetto, nervi d’acciaio. E
lui cadrà a terra e mi guarderà e mi dirà: sei bella, sei forte e che lui non
può stare senza di me e che ha sbagliato tutto. Ma io no, non cederò più,
respirerò e lo abbatterò con un pungo, un solo pugno, il mio pugno, bello e
forte.
SCENA 13 (BIBI, ALICE, EVA, AMANDA MOLTO COMPETITIVE. AGNESE ASSISTE DEFILATA.
LA MUSICA E LA VOCE DELL’ISTRUTTORE SEMPRE AL MASSIMO VOLUME)
LEZIONE N. 2
ISTRUTTORE – Liberati, liberati. Pugno, pugno, calcio! Visiona la vittoria nel
tuo cervello.
BIBI – Vinco vinco vinco.
ALICE – Alla carica. Esplodo!
EVA - Espurgo, sudo.
ISTRUTTORE – Cinquanta calorie. Espia i tuoi peccati: suda!
BIBI – Io ce la faccio.
AMANDA – Sarò una statua dalla pelle levigata.
ISTRUTTORE – Brucia il superfluo, brucia, ancora. Siamo a cento,
centoventicinque.
ALICE – Brucio! Brucio!
EVA – Brucio la mela. Brucio la Fanta. Il panettone. Le melanzane. Doppia
porzione.
Eva mette in difficoltà Bibi, sottraendole spazio.
BIBI – Stai attenta! Questo è il mio spazio.
EVA – Scusa, scusa.
Bibi si inalbera, si ferma, si allontana.
ISTRUTTORE – Eliminata. Centotrenta, espurga, suda! Migliora la tua vita.
AMANDA (prendendo il posto di BIBI) – La mia vita! La mia vita!
ISTRUTTORE – Centocinquanta. Sempre avanti! Se non ce la fai, dai di più.
EVA – Ce la devo fare. Consumo!
ISTRUTTORE – Centosessanta calorie, vai.
ALICE – Gola secca come un barattolo di vernice. Ho esagerato. Acqua! (si ferma)
ISTRUTTORE – Elimina il debole che c’è in te. Chi arriva a duecento?
AMANDA – Io resisto.
EVA – Io resisto.
SCENA 14 (AMANDA, EVA)
PICCOLO ESERCIZIO DI COMPETIZIONE A DUE
AMANDA – Ho quarant’anni.
EVA – Ho quarant’anni.
AMANDA – Il tempo per me non passa.
EVA – C’è stato un tempo in cui ero giovane.
AMANDA – Non glielo permetto. Sono libera.
EVA – Ho una famiglia. Tre figli maschi.
AMANDA – Ho imparato ad amare me stessa sopra ogni cosa.
EVA – Uno più bello dell’altro…
AMANDA – Seno, occhi, zigomi, cosce, glutei.
EVA – Li ho fatti io nella mia pancia.
AMANDA – Una vita tutta nuova.
EVA – La mia vita è tutta per loro.
AMANDA – Ogni tanto, qualche ritocco et voilà, sarò felice.
EVA – Diventano uomini. Si sistemeranno. Et voilà, sarò felice.
SCENA 15 (ALICE SULLA CYCLETTE)
MI GUARDI, PAPA’?
ALICE - Età 26 anni. Peso 48 chili. Mi friggono le narici. Ammoniaca? Si, qui di
notte disinfettano. Ginocchia sbucciate, labbro spaccato, incisivo rotto. Da
piccola cadevo sempre dalla bicicletta. Odore buono di Citrosil. Così sono
capace. Senza le rotelle non ho mai imparato. Discesa libera! Non mi ha mai
insegnato. “Mi guardi, papà?” E chi mi ha insegnato? Ero piena di croste.
Copertoni bucati, manubri storti. “Papà, me ne compri un’altra? Senza rotelle!”
“No, che non sei capace” Che noia. Vado malissimo. Cosa prendo? Prozac. In
sovradosaggio provoca vomito, convulsioni e alterazioni del sistema nervoso:
confusione, eccitazione, attacchi di panico, allucinazioni, coma.
SCENA 16 (TUTTE FINO ALL’ULTIMO RESPIRO. SEMPRE MUSICA E VOCE DELL’ISTRUTTORE AL
MASSIMO VOLUME)
LEZIONE N. 3
ISTRUTTORE – Liberati, liberati. Visiona la vittoria nel tuo cervello. Tu sei il
numero uno. Il secondo non lo ricorderà mai nessuno!
BIBI – Io sono il numero uno.
AMANDA – Una statua dalla pelle levigata.
ISTRUTTORE – Brucia il superfluo. Regola numero 3.
ALICE – Brucio!
EVA – Brucio.
AGNESE - Non ce la faccio. Crampi dappertutto. (si ferma)
ISTRUTTORE – Eliminata. Espurga, suda, migliora la tua vita.
AMANDA – La mia vita! Resuscito!
BIBI – Sudo.
ISTRUTTORE – Di più. Regola numero due. Se non ce la fai dai di più.
EVA – Per me è troppo (si ferma)
ISTRUTTORE – Eliminata.
ALICE – Gola secca. Acqua, acqua! Mi spacco (si ferma)
ISTRUTTORE –Eliminata. Ultimi dieci pugni.
Ultimo estenuante combattimento a due
AMANDA – Devo resistere. (rallentando)
BIBI – Resisto.
ISTRUTTORE – Nove! Otto!: nello specchio esisti solo tu. Una sola è il numero
uno.
AMANDA – Non io. (si ferma)
BIBI – Io. Sono il numero uno.
ISTRUTTORE – Sei! Cinque! Espia i tuoi peccati! Suda!
BIBI – Io! Io! Io! Io! Io!
ISTRUTTORE – Tre! Due! Uno! Liberati! Liberati!
BIBI – Io sono il capo! Sono il capo! Sono il capo! Sono il capo!
SCENA 17 (AGNESE CHIUSA NEL CESSO)
DESTRA O SINISTRA?
AGNESE - Eliminata. Eliminata. Eliminata. Ora vado via. Acido lattico. Mi
cambio. La tuta. No, prima le scarpe. Il nodo è stretto. Non ci riesco. Ecco. Ma
dove vado? A casa non posso. Pianto tutto a metà, dice sempre mia madre. Non
posso giocare. Ci son troppe regole. Così non vado da nessuna parte. E dove
vado? Troppo difficile per una bambina. Fallo fare a tuo fratello. Rimango. Cosa
dico alle altre? Loro sono sempre perfette. Sono stanca. Vado a casa. Perché
sono qui? Attenzione, il pavimento è sporco. Non a piedi nudi. Perché ho tolto
le scarpe? Rimetto le scarpe. Destra, questa è la destra. No. Sinistra. Questa è
la destra. Quella la sinistra.
SCENA 18 (EVA)
SONO FELICE
EVA – Amore! … Amore? Non sento…Che brutta voce! Disturbo? Volevo solo parlare
un pochino con il mio ragazzo grande. Ma stai male? Amore? Non ti capisco…
piangi? Mi sembrava…Ma dove sei? Hai avuto un incidente? No, dicevo così, per la
voce. Hai mangiato? Amore, calmati! Ti volevo solo dire che ti voglio bene. Sono
felice! Tua madre ti ama tanto. Ho detto che ti amo. La mamma ti ama, hai
capito? Abbassa la musica, per favore. La mamma ti capisce se soffri. Non
soffri? Pronto? Va bene, va bene, ci credo che stai bene, se me lo dici. Cosa
hai mangiato? Non sento, sarà la galleria. Richiamo. Ho detto ti richiamo,
lascia il telefono acceso…
SCENA 19 (ALICE FUORI DAL CESSO, AGNESE CHIUSA DENTRO)
PARLARE CON QUALCUNO
ALICE – Acqua! Acqua! Qualcosa che mi sturi gli intestini come una garza
fradicia, mi stacchi le croste, mi scarichi le tossine… Niagara! Lavami le
viscere, svuotami di tutti gli organi interni! (bussa) Voglio pisciare!
AGNESE – Occupato.
ALICE – Voglio pisciare. Esci?
AGNESE – Non so dove andare.
ALICE – Stai male?
AGNESE - Non so.
ALICE – Bevi.
AGNESE - Non devo bere. E’ una regola.
ALICE – Perché non esci e prendi un po’ d’aria?
AGNESE – Non ci riesco.
ALICE – Vieni fuori! Mi scappa! (silenzio) Oh, sei viva?
AGNESE – Ho sonno, capisci?
ALICE – Ma cosa ci vieni a fare qui? (va via).
AGNESE – E’ il dottore che ha detto di venire qui. Faccio movimento, imparo le
regole, parlo con qualcuno. Non ci riesco. Mi elimina sempre. Non è colpa mia.
Sto nel mio guscio. Mi pesa. E mia madre dice di star dritta, così non vado
avanti, son più morta che viva. Sembro una lumaca. Io non sono morta! Dormirei
tutto il giorno, capisci? Però mi fa bene parlare con qualcuno.
Esce. Non c’è nessuno
SCENA 20 (EVA, AMANDA, BIBI SI RILASSANO)
BAGNO TURCO
EVA – Sudo. Soffoco. Mi sciolgo. Speriamo che serva. Ai miei figli farebbe
piacere…
AMANDA – Io sudo per piacere a me stessa.
EVA (a Bibi) – Eppure guarda, la pancia non va via.
AMANDA – Chirurgo!
EVA - Non capisco, rispetto tutte le regole.
BIBI – Esercizi, esercizi. Se non ce la fai, dai di più.
EVA (a BIBI) – Potrei fare pesi.
BIBI – I pesi non fanno dimagrire.
AMANDA – Dieta!
BIBI – Io ripeto da 40 settimane la serie 10/8/6/6 e guarda che addominali.
EVA – In quaranta settimane facevi un figlio!
BIBI – Non io. Figli, corpi intrusi!
AMANDA – Una schiavitù.
BIBI – E i pettorali? Si svuotano come sacchetti. Guarda: 90 centimetri.
Arriverò a 100 in sei settimane.
AMANDA – Io, in quattro ore.
EVA – E come?
AMANDA – Silicone!
BIBI – Non è un muscolo.
AMANDA – Il muscolo casca. Il silicone è eterno.
BIBI – Casca se non lo usi. Se lo alleni, si rigenera. È la regola della natura.
AMANDA – La natura è uno sfascio lento e noioso. Il bisturi è un miracolo. Che
soddisfazione! (a Eva) Pensa cosa sarebbe per te: toglierti quel cappotto di
carne... (ride)
BIBI – L’unica soddisfazione è la potenza del mio pugno che abbatte un uomo.
EVA – Però quella serie pugno, pugno, calcio per me è troppo. Mi si spezzano i
capillari intorno agli occhi. Mi sembra di partorire.
AMANDA – Troppo sono tre figli.
EVA – A quarant’anni, meglio troppo che niente.
AMANDA – Io sto bene da sola.
EVA – I figli allungano la vita, la riempiono.
AMANDA – Tu partorisci, ingrassi, muori e loro ti seppelliranno.
EVA – Chi non ha figli non può capire il godimento di partorire un corpo
perfetto. Ti senti dio.
BIBI – Io non ho figli e godo da Dio.
EVA – Ma cosa ti resta? 10.000 anni fa eravamo scimmioni. Di madre in madre,
diventiamo angeli. I neonati, poi, sono perfetti.
BIBI – Il mio corpo è una macchina quasi perfetta. Sudore, sudore, sudore.
AMANDA – Bisturi! Bisturi! Bisturi! Mi libero del corpo in cui sono nata e mi
faccio come voglio!
EVA – Restano le cicatrici.
AMANDA – Una mezzaluna sotto le aureole, un rigo sopra il pube, due morsi nelle
cosce, una corona nei capelli. Voglio essere tutte le donne. Voglio il cranio di
Nefertiti, faraona. Lo compro. Ora! Mi compro il petto di Pentesilea, regina
delle amazzoni. Compro le labbra di Lara Croft dei videogames. Adesso. Voglio la
coscia straripante della Gradisca, gran puttana! I capelli dei Dragon ball,
tutti! Mi compro il sorriso della Barbie e sono felice come lei.
SCENA 21 (ALICE SI ALLENA FORSENNATAMENTE DA SOLA)
COCKTAIL
ALICE - Cosa prendo? Mi sento un po’ giù, Prozac, lo danno anche ai bambini, e
via, tre serie di addominali. Acqua. Un litro di Vittel: reintegra i sali e
drena i tessuti. Un’altra pastiglietta (una o due, cosa cambia?) e 4 serie per
l’interno coscia. Ancora un sorso, mi è venuta una sete con tutta questa
ginnastica, oplà sono in formissima, pettorali, brucio, un po’ troppo su di giri
forse, prendo uno Xanax? gambe e glutei, 4 serie a terra e 4 in piedi, acqua,
bere fa benissimo, un altro Prozac, me lo merito. Acqua, dorsali, uno Xanax?
acqua, bicipiti, tricipiti, Roipnol, acqua, su e giù, che fatica, scoppio, un
Prozac con un sorso di Vittel. 120 torsioni per il giro vita, Xanax, ancora un
sorso? depura l’organismo, Valium, Tavor, rusch finale, corsa 5 minuti, un
ultimo Tavor al primo minuto, Vittel, Valium, salti, Roipnol, acqua, Prozac,
Prozac, Prozac.
SCENA 22 (EVA, AMANDA, BIBI, ALICE IN UN ALLENAMENTO SPECIALE. SOLO PER LE PIU’
FORTI. MUSICA E VOCE DELL’ISTRUTTORE AL MASSIMO VOLUME)
UNA STAR
ISTRUTTORE – Dovete scattare, via! Potenza! Siete bambole rotte. Senza muscoli e
senza cervello. Dovete sudare, sudare, sudare. Non imparate mai. Gambe tese,
te-se! Non sono tese! Non andate da nessuna parte. Piede orizzontale. Dovete
organizzare il cervello. Orizzontale. Non capite. Siete esseri inferiori.
Geneticamente subdotati Addominali contratti! Non quando ve lo dico io! Prima.
Dovete tremare, soffrire, spurgare, urlare dal dolore.. Più su, più su. Espiare,
sudare! Dovete sudare! Accelerare. E’ troppo tardi. Siete sorde, deboli,
impotenti, storte, flaccide, superflue, inutili, irreparabilmente difettose! Non
ce la fate. Vi elimino!
Tutte si confondono, sempre più disorientate dai comandi.
Eva scontra Amanda.
EVA – Oh, scusi
La musica si interrompe.
AMANDA – Cristo! Eh, no. Adesso, basta. Sei una prepotente. Me lo vuoi concedere
il mio spazio? Ho pagato. Ne ho diritto. Sono una persona anch’io, sai? Ce l’hai
con me. Sei una poveraccia, è tutta invidia la tua! Perché tu sei schiava dei
tuoi figli, io invece quando torno a casa la sera non ho nessuno, nessuno che mi
fa i capricci, faccio quello che voglio, io, accendo tutte le televisioni in
tutte le stanze, mi spoglio nuda e mi metto la guépière con gli swaroski e ballo
come Madonna e tu invece prepari minestre e minestre e minestre e hai tutti i
neonati attaccati al seno che ti diventa flaccido e crolli, altro che dieta! Hai
voglia a venire a palestra, cosa ci vieni a fare, tu? Per stare sempre attaccata
a quel telefono. “Pronto mi senti? Io ti sento? Tu mi senti? Io ti sento!” NON
TI VOLGIONO SENTIRE! E io, a chi telefono? A chi? A me nessuno mi telefona.
SCENA 23 (EVA)
NEONATI NELLA LAVATRICE
EVA - (mangiando il Toblerone) Pronto, amore? Vedrai, come diventerà bella la
mamma. Come quando ero ragazza. Era bella la tua mamma, sai? Che dici, amore?
Flaccida? No. Non sto mangiando niente. Te, vorrei mangiare, mangiarti di baci.
Come quando eri un bocconcino, piccolo piccolo, un fagottino di ciccia, con
quell’odore buono di latte, le guance come melette, ti prenderei a morsi, cuore
mio, la tua carnina morbida si scioglie in bocca, mangiarti tutto di baci,
rimetterti dentro la pancia, uh che buio, al calduccio, raggomitolato dentro di
me, grande e grosso come sei adesso, la mia pancia enorme ti abbraccia come un
cesto, ninna nanna, un cestello che ti culla, ninna nanna, qui dentro ondeggi,
ninna nanna, giri, giri, ninna nanna, giri, giri, giri nel cestello. Start.
Centrifuga. Buio.
SCENA 24 (ALICE PEDALANDO SULLA CYCLETTE)
SOGNO VERDE E BLU
ALICE – Stavolta ce la faccio. Piedi nelle cinghie. E vai! Solo pochi chilometri
di pianura. Dune sabbiose, colline. Ondeggio, accelero, divoro l’erba.
ISTRUTTORE – HAI SUPERATO IL PRIMO LIVELLO. UPGRADE.
ALICE - Ecco la mia montagna. Mi sale l’adrenalina. Do fuoco ai pedali. A noi
due, montagna. Stacco le mani dal manubrio ardente. Leggera.
ISTRUTTORE – ESPRIMI LA POTENZA.
ALICE – Il vento mi frigge le narici. Sudo, diluvio. Mi sollevo, cinquanta
metri, plano. Sono una torcia. Ti brucio, montagna!
ISTRUTTORE – LIVELLO DUE SUPERATO. ATTENZIONE.
ALICE – Eccolo. Mi segue. Non mi pigli, nemico! Sto sospesa, le cosce pompano
come pistoni, trenta, venti.
ISTRUTTORE – ATTENZIONE.
ALICE – Maledetto! Il suo alito di petrolio mi cola sul collo. Sudo freddo.
Ancora cinquanta metri, vedo la vetta. Spingo ancora. Il nemico mi lacera le
caviglie. Lasciami! Pedalo, fuggo. Sanguino.
ISTRUTTORE – NON BASTA. DAI DI PIÙ.
ALICE – Dieci metri, nove, otto, le sue tenaglie scattano a vuoto
ISTRUTTORE – (fino alla fine della scena) NON BASTA. DAI DI PIÙ. NON BASTA. DAI
DI PIÙ.
ALICE - Quattro metri, getto la zavorra, tre due uno, volo! Guarda, papà! Sono
libera! Volo senza scorie, senza tossine. Sono Icaro liquefatta al sole! Addio,
nemico! Ti vedo da quassù: piccolo come un giocattolo! Oplà, mi capovolgo e
guardo il mondo a testa in giù. Sono un aeroplano acrobatico. Pedalo nel cielo,
volteggio, svolazzo, piroetto, lascio scie verdi e blu, solo vento nelle narici.
Addio papà!
SCENA 25 (AGNESE E LUI)
SPECCHIO
AGNESE – Lui era bello come un angelo, lui era dritto come un fuso, lui era
libero come una farfalla. “Vorrei che tu morissi”. Cosa ho detto? Mi è scappato,
non so perché l’ho detto. Ero solo una bambina. Mi dispiace. Non è colpa mia. E’
colpa mia se andava così forte? Era tutto tagliato dalle lamiere. Pelle liscia,
muscoli trasparenti. Occhi aperti. Più niente sotto. E’ colpa mia? Lui andava
sempre forte. Tuo fratello, angelo, farfalla, dice mia madre. Io sono una
lumaca. Via questa pelle vecchia, che stanchezza, esco da questa vecchia pelle,
anche io sono una farfalla, io non sono, io sono una farfalla. Io sono una
farfalla, io non sono, io sono una farfalla. Io sono una farfalla, io non sono,
io sono una farfalla.
SCENA 26 (BIBI SI ALLENA DA SOLA E POI CADE)
LA MIA GARA
BIBI – Questa è la mia gara. Nessuno mi può eliminare.
Qui è il tempio dove si fabbrica la macchina perfetta,
il pugno micidiale che abbatte il nemico.
Agile piede, scatta come un pesce guizzante.
Gambe scolpite come serpi, roteate sui pedali.
Addome, drago d’acciaio, converti il respiro in fuoco.
Petto, bisonte ingabbiato, addenta il peso con le 24 costole.
Collo di giaguaro, governa il cinetico apparato.
Vai, corpo, come un guerriero spaziale lanciato a turbomotore.
Il respiro potente è un’aria di preludio.
Via, muscoli, cacciatori bellicosi, uno stringa la morsa, l’altro carichi il
peso.
Colpisci, colpisci, colpisci.
Io sono il pugno che decapita il nemico.
Cosa sono io?
Non staccare il telefono.
Un fazzoletto sporco?
Non pensare, colpisci, non pensare, colpisci, non pensare, colpisci.
Non staccare il telefono, io sono il capo.
Non staccare! Non staccare il telefono. Dove sei? Non staccare! Non staccare il
telefono. Dove sei?
(cade)
ISTRUTTORE – ELIMINATA.
SCENA 27 (EVA)
NON SENTO
EVA – Pronto? Mi senti? Io ti sento… Tu mi senti? Ma dove sei? Non ti sento più…
Dove sono io? Io non sono… Non ti sento bene: ti sento a intervalli… tu mi senti
bene? Forse qui non prende. Lì prende? Mi sposto, provo … No… non sento… non
sento più niente…
SCENA 28 (TUTTE MARCIANO VERSO COSA. MUSICA E VOCE DELL’ISTRUTTORE AL MASSIMO
VOLUME)
LIBERE
ISTRUTTORE – Liberati, liberati.
Migliora la tua vita.
Visiona la vittoria.
Espurga, suda.
Di più. Di più.
Liberati, liberati!
LIBERATI. LIBERATI. LIBERATI. LIBERATI. LIBERATI.
FINE