IL TERREMOTO

 

commedia in due atti

di

Marcello Isidori

 

 

 

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PERSONAGGI

Commessa (Donna di trentacinque anni)

Autista (Uomo di circa quarant’anni)

Preside (Donna di circa quarant’anni)

Usciere (Uomo di trent’anni)

Impiegato (Uomo di quarantacinque anni)

Maria (Donna di venticinque anni)

Voce fuori scena

 

 LA SCENA

In una città di provincia di un paese industrializzato. Alcuni anni dopo il 2000.

Un tavolo lungo e stretto occupa quasi tutta la lunghezza del palcoscenico.

Su di esso un telefono. Intorno sei sedie.

 

 

 ATTO PRIMO

 

SCENA PRIMA

Il sipario si apre sulla scena buia. Dopo alcuni istanti sul fondale bianco del palcoscenico verrà proiettata una diapositiva con il primo piano di un uomo sui cinquant’anni dall’aspetto distinto.

Voce fuori campo - (Il tono è di chi legge ad un uditorio. Forte) "T 6.457". Nato il 13 marzo 1961. Sposato. Due figli. Separato nel 2002. Da allora vive solo. Laureato in Fisica con una tesi sui semiconduttori. Impiegato dal 1990 presso la Trellco Software International. Attualmente è coordinatore senior del settore grandi clienti. Reddito medio-alto. Conti presso la Banca Commerciale e il Credito Europeo. Carte : Pay, VCA e naturalmente Flashcard. Ristoranti medi, con prevalenza locali specializzati in pesce. Vacanze al mare d’estate e al lago in primavera. Frequenza regolare. Niente sci dopo il 1999, da quando si è fratturato un femore e ha perso un dente. Legge romanzi storici e biografie; solo in estate. Films comici alla televisione. Pochi talk-shows e qualche programma di attualità. Non legge quotidiani ma solo settimanali, per lo più di attualità. Voto politico moderato. (Pausa. Cambio di tono) Attenzione adesso : Negli ultimi sei mesi ha frequentato uno psicanalista. Due sedute a settimana. Ha affittato Video-cd di titoli come :"Il giustiziere", "Ora x", "La vendetta finale" e vecchi films quali :"Taxi driver", "Un borghese piccolo piccolo", "Delitto perfetto" e "Un giorno di ordinaria follia". Da due mesi acquista regolarmente la rivista "Armi". Ha effettuato oltre dieci telefonate nel giro di una settimana a Sidney, dove si ritiene abbia un lontano cugino. Si è informato presso le sue banche sulle condizioni per la chiusura dei conti e per il trasferimento dei fondi all’estero. Ha incaricato un’agenzia di vendere il suo appartamento. E’ in lista d’attesa su diversi voli per alcune città Europee ed Asiatiche. (Cambia la diapositiva. L’uomo di prima si vede ora a figura intera, ripreso con un potente teleobiettivo, in piedi, accanto ad un albero, mentre guarda qualcosa alla sua destra) Come sembrerebbero dimostrare questa e tante altre foto che abbiamo scattate, pare che stia seguendo i movimenti di qualcuno. Noi riteniamo che stia preparando una fuga dopo aver assassinato questa persona. La cosa più importante è che il T 6.457 seppure stia preparando un omicidio e la successiva fuga, non ha ancora scelto la compagnia aerea e non ha ancora acquistato un’arma.

(Buio)

 

SCENA SECONDA

Buio completo

 

(Si sente il trillo di un telefono. Per due volte)

 

Voce di donna - Pronto ?

Voce di uomo - Maria ?

Voce di donna - Chi parla ?

Voce di uomo - Maria, mi ascolti bene, non ho molto tempo ...

Voce di donna - Ma chi è lei ?

Voce di uomo - Ora non posso dirglielo. Lei è uno dei giurati, non è vero ? (nessuna risposta) Sarà una farsa. Vogliono mettere a tacere tutto. Ma io so come si sono svolti i fatti !

Voce di donna - Senta, io sto uscendo. Non ho tempo da perdere con lei. La saluto !

 

SCENA TERZA

Il tavolo è ingombro da alcuni sacchetti di rosticceria, piatti di carta, bottiglie di birra e bibite varie. Seduti quasi accanto, separati da una sedia, sono la commessa che sta terminando di mangiare una crocchetta e l’autista che tenta di leggere un libro.

 

Commessa - ... pago le tasse, lavoro tutto il giorno al supermercato, torno a casa alle otto non per riposarmi ma per badare ai figli e mi costringono a venire qua a perdere tempo !

Autista - (Sforzandosi di essere cortese) Eh, la capisco ...

Commessa - E poi la cena per tutti. Già, perché quello smidollato di mio marito non sa friggersi neanche un uovo ! Lui sta seduto in poltrona a leggere o a guardare la televisione, mi vede girare per casa come una trottola a fare mille cose e col cavolo che alza un dito per aiutarmi. Allora io gli dico :"Sono stanca di fare tutto da sola" e lui :"Vieni qui con me a riposarti !".

Autista - (Che non sta seguendo) Ha ragione lui, si dovrebbe riposare ...

Commessa - (A se’) Si, questo qui non ha capito un’acca di quello che sto dicendo. (Falsamente cortese) E lei è sposato ?

Autista - (Esita) No.

(Pausa)

Commessa - Certo, il lavoro è lavoro. E anche se è faticoso bisogna pur guadagnare ! La vita costa così tanto, oggi ! Ho una lista di cose che vorrei comperare che penso non finirò mai. Mio marito guadagna bene eppure se dovessimo soddisfare tutti i nostri desideri ... E lei che lavoro fa ?

Autista - Prego ?

Commessa - Come si guadagna da vivere ?

Autista - Ah beh, sono ... dipendente di una persona importante.

Commessa - E che vuol dire ?

Autista - Cosa ?

Commessa - (A se’) E’ un’aquila costui ! (Pausa) Comunque io e mio marito abbiamo deciso di cominciare a passare i fine settimana fuori città. Ma gli alberghi costano troppo, soprattutto per noi che siamo in quattro. Così l’altro giorno ci è arrivata per posta l’offerta di una multiproprietà. Pensavamo di informarci meglio perché la cosa ci interessava quando nei giorni successivi ci sono piovute addosso altre cinque o sei offerte simili ! Non le sembra incredibile ?

Autista - Sorprendente !

(Pausa)

Commessa - Cosa legge di bello ?

Autista - Oh, nulla d’importante (Chiude il libro e lo ripone in fretta in una borsa che tiene vicino ai piedi).

Commessa - Mi sa che ha fatto bene a portarsi da leggere. Chissà per quanto ne avremo qui !

Autista - E’ che sono abituato a riempire così i tempi morti ...

Commessa - Beato lei che ne ha !

(Entra la Preside. Si siede alla sedia più a sinistra scansa il piatto che le sta davanti e posa la borsa sul tavolo)

Preside - Non dovremo discutere con tutta questa immondizia sotto il naso, spero !

Commessa - Ci sarà un addetto per pulire.

Preside - Non so voi, ma non sopporto il disordine. (Estrae dalla borsa uno specchietto ed un rossetto per rifarsi le labbra) Mi auguro che la faccenda si risolva entro stasera perché ho molto da fare.

Autista - (Alla Preside) Sa dove sono le altre persone ?

Preside - Sono responsabile di centinaia di ragazzetti sul mio lavoro; spero di non esserlo anche qui di un pugno di adulti !

Autista - Siccome veniva da fuori ho pensato che li avesse visti.

Preside - Ho visto una nube di fumo che avvolgeva due persone vicino al finestrone qui accanto.

Commessa - Lei non è uscita per fumare ?

Preside - Io sono scesa al bar a prendermi un caffè e, seduta al tavolino, mi sono gustata una sigaretta. Non sono abituata a fumare in piedi vicino alle finestre come una liceale.

Commessa - Quando andavo a scuola andavamo a fumare in bagno. Si andava al bagno anche per chiacchierare o per evitare qualche interrogazione. Passavo più tempo al bagno che seduta al mio banco.

Autista - Io ho smesso da anni ...

Commessa - Di andare al bagno ?

Autista - No, di fumare ! M’ingialliva i denti.

Commessa - (Lo guarda attentamente in bocca) E’ sicuro di aver smesso ?

(Entrano Maria e l’usciere che ride fragorosamente)

Usciere - ... Non è bellissima ? Gli dà il ventaglione e gli dice, Hai capito come si fa ? (ride)

Maria - (Sorride Imbarazzata) Davvero divertente.

Preside - (Ai nuovi entrati) Dov’è il portavoce ?

Maria - Credo stia parlando con il giudice.

Commessa - (A Maria indicando la sedia vicina) Venga a sedersi qua, prego.

Maria - Grazie (si accomoda)

Usciere - (Sedendosi) Ma non avevano detto che ci sarebbe stato anche il dolce ?

Preside - Ringrazi il cielo di aver mangiato queste quattro porcherie !

Usciere - Perché avremmo dovuto fare la dieta secondo lei ?

Preside - Non vede come ci stanno trattando ? Come dei poveracci ! Ci costringono a stare qui a perdere tempo, ci offrono un pranzo acquistato in rosticceria, non ci passano neanche un caffè e lei vorrebbe pure il dolce ? E poi guardi: nessuno si è degnato di venire a pulire questo tavolo !

Usciere - Bhe qualche soldo ce lo danno però !

Preside - Ci potrei fare al massimo una cena con quello che ci danno.

Autista - Io è quello che guadagno ogni giorno, più o meno.

Usciere - Beato lei !

Commessa - Scusate, ma siamo sicuri che possono costringerci a stare qui come hanno detto ?

Maria - E’ la legge.

Preside - La legge ! La tirano in ballo solo quando fa comodo !

Commessa - Questa faccenda a me ha procurato un sacco di problemi.

Preside - Cosa vuole che importi loro della nostra vita, del nostro lavoro ! Il signore qui (Accenna all’autista) ha persino presentato un certificato medico; ci hanno riso sopra !

Autista - (Agli altri che lo guardano) Ho delle crisi di panico ...

Commessa - (Circospetta. Abbassando la voce) Io ho interessato della faccenda un amico di mio cognato che è avvocato, nemmeno lui è riuscito a far nulla !

Autista - (Sbalordito) Incredibile !

Maria - Tutti sono iscritti nelle liste. E se uno non ha gravi problemi purtroppo deve adempiere a questo dovere.

Preside - E’ una vergogna !

Usciere - Ma dai ... In fondo si tratta solo di qualche giorno ...

Maria - In effetti il dibattimento è stato molto breve.

Commessa - (Con aria annoiata) A me è sembrato lunghissimo.

Preside - Il caso è fin troppo semplice, mi sembra.

Maria - Così pare.

Autista - (Perplesso) Possiamo già parlare del caso ?

Usciere - Il giudice lo ha proibito fino a che non si entra in camera di consiglio.

Preside - E non siamo in camera di consiglio ?

Commessa - Bisogna aspettare il sesto carcerato !

Preside - Sarà lei una carcerata !

Usciere - Va bene, aspetteremo il consiglio. Quando il giudice ce lo dirà comincerò a parlare. In fondo siamo pagati per questo.

Commessa - (Ironica) Non vedo proprio l’ora di ascoltarla !

Preside - (All’usciere) Ma lei la chiama paga quello che ci danno ?

Commessa - Più che altro è un rimborso dei danni.

Usciere - Con il mio lavoro guadagno meno che qua.

Preside - (Sempre all’usciere) Che lavoro fa lei, suona la chitarra in metropolitana ?

Usciere - Faccio un lavoro molto più dignitoso del suo.

Preside - Ma senti ! Che ne sa lei del mio lavoro ?

Usciere - Certo che lo so, è commessa al supermercato !

Preside - (Si alza in piedi inviperita) Come si permette ! Le sembro una che lavora in un supermercato ?

Commessa - Perché cos’ha contro chi lavora al supermercato ?

Maria - (All’usciere) La signora è preside in una scuola ...

Usciere - (Disorientato) Ah, é lei la cassiera ... (Accenna alla commessa)

Preside - La prossima volta, prima di parlare, cerchi di essere sicuro di ciò che dice, per piacere !

Maria - Va bene signora, adesso si calmi però !

(Entra l’impiegato con un fascicolo di carte sotto il braccio)

Impiegato - Ci siete tutti ?

Commessa - No, manca ancora lei.

Impiegato - Il giudice ha detto che possiamo cominciare il consiglio. (appoggia le carte e si siede) Se voi siete pronti ...

Commessa - Da un’ora !

Autista - Cosa dobbiamo fare ?

Preside - (Scandalizzata) Ma lei da dove viene ?

Impiegato - Cerchiamo di procedere con ordine. (Apre il fascicolo e sfoglia alcune carte) Prima dobbiamo leggere bene gli atti del dibattimento ...

Preside - Secondo lei non sarebbe il caso di far pulire questo tavolo, prima ?

Impiegato - Ah certo ... Ma non è venuto nessuno a farlo ?

Preside - Cosa crede che se fosse venuto lo avremmo cacciato via ?

Impiegato - (All’autista) Può andare a chiedere che mandino qualcuno ?

Autista - Perché io ?

Impiegato - (Seccato) Avrei potuto chiederlo a chiunque di voi, se non vuole farlo lei andrà qualcun altro !

Preside - Perché non va lei ?

Impiegato - (Contrariato) Io ?

Usciere - (Si alza) Ho capito, ci penso io (esce).

Commessa - Non è giusto che sia andato lui !

Impiegato - Cerchiamo di collaborare, per favore; qui siamo tutti nella stessa barca. Se quell’imbecille non avesse pensato, una mattina, di alzarsi ed andare ad ammazzare un povero cristo che faceva il suo lavoro, noi non saremmo costretti a stare qui ...

Maria - (Troncando) Le sue affermazioni non sono per niente imparziali. Dobbiamo dedurre che lei sia a favore dell’accusa ?

Impiegato - (Disorientato) No signorina, io non volevo certo rivelarvi la mia dichiarazione di voto, so bene che prima dobbiamo analizzare insieme i fatti !

Maria - Mi era sembrato.

Commessa - (Osservando il fascicolo) Dobbiamo leggerci tutta quella roba ?

Preside - (All’impiegato) Potrebbe farci lei un riassunto.

Commessa - (A Maria, piano) Questa pensa di essere a scuola.

Impiegato - Il giudice è stato chiaro: dobbiamo leggere attentamente tutto, per farci un’idea chiara della faccenda.

Commessa - Ma sono le cose che sono state dette negli scorsi tre giorni !

Impiegato - Cara signora, ciascuno di noi può essersi distratto nel corso delle arringhe o degli interrogatori. A tutti noi può essere sfuggito un particolare, o una frase ...

Maria - Mi sembra giusto.

(Entra l’usciere)

Impiegato - (All’usciere) Tutto a posto ?

Usciere - Tutto a posto. (Si siede)

Preside - A me sembra che non sia cambiato nulla qua sopra.

Usciere - Manderanno qualcuno appena possibile.

Impiegato - Bene, allora possiamo cominciare ! (All’autista) Può chiudere la porta, per favore ?

Autista - Perché io ?

Impiegato - (Sforzandosi di mantenere la calma) Caro signore, perché ogni volta che le chiedo una cortesia lei si mette sulla difensiva ?

Autista – Quando c’è qualcosa di umile da fare lei si rivolge sempre a me, è dall’altro ieri che lo fa !

Impiegato - Le ho forse chiesto di sparecchiare la tavola ?

Autista - E’ probabile che abbia pensato di farlo.

Usciere - (Alzandosi per chiudere la porta) Ho capito (Esegue poi si risiede).

Impiegato - (Cambiando discorso) Bene signori, siamo in camera di consiglio. Siamo qui per emettere un verdetto sul processo cui abbiamo assistito. Nei due giorni ...

Commessa - Tre !

Impiegato - ... Si, ha ragione. Nei tre giorni passati non abbiamo avuto modo di conoscerci per cui siccome dovremo decidere insieme del futuro di un uomo penso che sia il caso di presentarci.

Preside - Non ne vedo la necessità.

Impiegato - Perché, scusi ?

Preside - I nostri nomi sono scritti negli atti del processo che ha lì, basta che se li legga.

Maria - Scusi signora ma non mi sembra una grossa fatica dire il proprio nome agli altri !

Impiegato - Presentiamoci almeno come membri di questa giuria !

Preside - Bene, allora io sono la giurata "D"

Commessa - Io sono la "C".

Autista - "A"

Usciere - "E"

Impiegato - Io sono il giurato "B" (Pausa. A Maria) E lei ?

Maria - Mi chiamo Maria.

Impiegato - Maria ?

Maria - I miei nonni erano Italiani.

(Buio)

 

SCENA QUARTA

In scena ci sono tutti i giurati ciascuno intento a leggere una parte del fascicolo

contenente gli atti del processo. Il tavolo è stato finalmente sgombrato e ripulito.

L’impiegato ha accanto a se’ un notes dove, ogni tanto, appunta qualcosa.

Dopo alcuni momenti di silenzio l’impiegato finisce di leggere il suo gruppo di fogli

e li ripone ordinatamente in una cartella al suo fianco. Poi guarda gli altri in silenzio.

 

Impiegato - Se c’è qualcosa di poco chiaro chiedete pure ...

Preside - Ma chi crede di essere ?

Commessa – (Mostrando i fogli) A me non sembra che nel processo siano state dette queste cose !

Impiegato - Come sarebbe a dire ?

Commessa - Prima di leggere questa cartaccia pensavo di aver capito tutto sulla faccenda, ma adesso ...

Usciere - Io ricordo che sono state dette alcune cose che qui non sono scritte.

Autista - E’ vero, anche io ... in effetti ...

Preside - (A parte) E questa sarebbe una giuria ?

Impiegato - Certo, cari signori. Non tutto ciò ch’è stato detto in aula è stato messo agli atti perché il giudice ha deciso così ...

Commessa - Ma non è giusto !

Maria - Sono state decisioni prese durante il dibattimento. Vi abbiamo assistito tutti.

Impiegato - Per la legge non tutto ciò che viene detto dagli avvocati o dai testimoni può essere legittimamente preso ad esame per le decisioni finali.

Usciere - Non capisco perché non è stato scritto qua sopra ciò che ha detto l’imputato alla fine del dibattito.

Impiegato - (Precisando) Dibattimento.

(La Preside si alza innervosita, si accende una sigaretta e comincia a muoversi per la stanza)

Commessa - (Divertita) Probabilmente non lo hanno scritto perché c’erano troppe parolacce in quel discorso.

Usciere - Già ma a me è sembrato molto interessante.

Impiegato - Non potevano metterlo agli atti. Quello era uno sfogo di un disperato messo alle corde.

Autista - Poveretto. A me ha fatto una pena ...

Impiegato - Per favore, non manifestiamo sentimenti ! Dobbiamo agire con razionalità

Maria - (Alla Preside) Signora, abbia pazienza, ma non credo che qui si possa fumare.

Preside - Credo che sia vietato anche perdere tempo in chiacchiere, visto che abbiamo da prendere una decisione in merito ad un omicidio ! (Con un gesto di sfida getta la sigaretta per terra e la spegne con un piede. Si risiede furibonda).

Usciere - Ma non sono chiacchiere, queste ! Lo avete sentito anche voi parlare di complotto, di processo farsa, del fatto che si vuole tenere la faccenda nascosta all’opinione pubblica ...

Preside - Farneticazioni !

(Le luci tremano e si sentono degli scricchiolii. Quindici secondi. Tutti, eccetto la Preside e l’Impiegato si guardano l’un l’altro disorientati)

Maria - Avete sentito anche voi ?

Autista - Cosa è stato ?

Usciere - Il terremoto.

Preside - Ma cosa dite ? Sarà stato un abbassamento di tensione !

Commessa - No, no. Io ho sentito il tavolo che tremava !

Autista - Oh Dio, potrebbe venirmi una delle mie crisi ...

Impiegato - Per favore, cerchiamo di rimanere concentrati sul nostro compito.

Maria – Io vorrei porre un problema.

Impiegato - Se tutti gli altri sono d’accordo possiamo parlarne.

Commessa - Si, meglio che rovinarmi gli occhi su questa cartaccia ...

Usciere - Io, comunque ho finito di leggere (porge i suoi fogli all’Impiegato)

Autista - Anche io (fa altrettanto)

Maria - Io non ho mai assistito ad un processo e pertanto ciò che mi è sembrato strano potrebbe essere anche normale ...

Impiegato - Dica, dica ...

Maria - Sapete, la linea di difesa mi è sembrata un po’ ... come dire ... vaga.

Impiegato - (Pensoso) Uhm ... In che senso ?

Maria - Insomma, io credo che se un uomo di cinquant’anni, un padre di famiglia, con un lavoro di rilievo e una vita impeccabile decide, un bel giorno, di far fuori una persona che pare neanche lo conoscesse i casi sono due : o è impazzito oppure ha qualche grave motivo per farlo !

Preside - L’avvocato è stato chiaro: l’imputato soffriva di manie depressive e persecutorie.

Impiegato - Signorina, non ha letto il referto della perizia psichiatrica ?

Maria - Non capisco perché una persona affetta da manie di persecuzione debba organizzare così meticolosamente l’omicidio di uno sconosciuto e la successiva fuga all’estero poche ore dopo.

Commessa - Ma scusi, cosa vuole spiegare le gesta di un matto ?

Usciere - Matto non è !

Impiegato - Siamo fuori strada, vedo: il nostro dovere è decidere secondo coscienza tra le proposte fatte dagli avvocati, basandoci unicamente sulle carte che avete letto. Non possiamo metterci a fare congetture !

Maria - L’unica differenza tra l’accusa e la difesa è il motivo dell’omicidio: Odio puro verso i propri simili nel primo caso e turbe psichiche nel secondo. A me non convince nessuna delle due tesi.

Preside - (All’impiegato) Dica qui, all’investigatrice privata (Accenna a Maria), che se non le sta bene può anche non votare ma che per favore ci lasci fare il consiglio !

Impiegato - Discutere sul caso fa parte del nostro dovere, signora. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo ...

Preside - Lei lo avrà, io ne ho già perso abbastanza. A me il caso appare chiarissimo : ci troviamo di fronte ad un maniaco omicida che va punito come si deve !

Usciere - Siamo già alle dichiarazioni di voto ?

Autista - No, per favore, io non ho per niente le idee chiare.

Commessa - Io voto per l’accusa !

Impiegato - Aspettate un attimo, con calma. Potremmo fare un giro di opinioni : ognuno di noi, a turno, esporrà i propri dubbi e i propri problemi. Ma per favore discutiamo solo sui fatti accertati e riportati agli atti. Allora, cominciamo da lei (All’autista).

Autista - Perché proprio da me ?

Impiegato - (Irritato) Va bene (Alla commessa) cominci lei, per favore.

Commessa - Che devo fare ?

Impiegato - Vuole dire alla giuria cosa ha dedotto dalla lettura degli atti ?

Commessa - L’ho già detto prima : che non sono per niente chiari !

Impiegato - (Spazientito) In quale passaggio, per esempio ?

Commessa - (Guarda le carte perplessa) Bhe ... ad esempio ... non saprei. Adesso non mi ricordo dove mi è sembrato poco chiaro. (Riguarda le carte. Poi confidenziale) Sentite, sono quasi le otto di sera e devo fare la cena a mio marito, non potrei andarmene ?

Usciere - Vorrei dire io una cosa : non ho capito bene perché è stato chiamato a deporre quel negoziante ... quello che affittava films.

Preside - Ma è chiaro, è servito a dare un quadro completo dell’imputato.

Impiegato - (Dopo aver scartabellato un po’) Ecco qua (leggendo dagli atti) "L’imputato aveva mai affittato quel genere di films ?" il commesso "Mi chiedeva sempre un consiglio su cosa affittare, ma non sul genere. Vedeva sempre films comici. Solo ultimamente chiedeva quel genere di film." Il p.m. "Vuole ripetere alla giuria di che genere di films si trattava ?" il commesso "Films violenti, di azione, con un denominatore comune : la strage o la vendetta." (Pausa. All’usciere) Mi sembra chiaro no ?

Usciere - Non tanto ... Anche a me piacciono i films di guerra ma non è detto che voglia combattere con qualcuno.

Preside - E la testimonianza della ex moglie ? Quella donna è stata fin troppo esplicita.

Maria - Quella donna ha soltanto detto che il marito era cambiato dopo la loro separazione e che aveva reagito male al divorzio.

Preside - Forse ha la memoria corta ! Ha detto anche che quell’uomo era caduto in depressione e che aveva cominciato a soffrire di paure ingiustificate, che si sentiva perseguitato da tutti, che si sentiva spiato ...

Impiegato - Tanto è vero che la signora gli consigliò di farsi curare da uno psicanalista.

Maria - Ma lui ci andò !

Impiegato - Certo, e la deposizione dello psicanalista è stata a dir poco raccapricciante.

Autista - A me ha fatto un po’ impressione quell’uomo !

Usciere - Anche a me ha fatto impressione sentire come ha violato la sua etica professionale raccontando a tutti del suo paziente.

Impiegato - Ha solo detto l’essenziale, non ha violato nessuna etica professionale. Era suo dovere dire che l’imputato aveva paura di poter commettere una violenza contro qualcuno perché aveva cominciato ad odiare il prossimo ... Si tratta quasi di una confessione !

Maria - (Pensosa) Com’è scattato in piedi l’imputato a quella deposizione !

Preside - Lo credo bene !

Usciere - Già ma gli ha urlato contro di essersi inventato tutto !

Impiegato - Per favore, atteniamoci agli atti !

Preside - Non dimenticate che l’accusa ha mostrato le copie di una rivista di armi comperate dall’imputato !

Usciere - Questo non prova nulla ...

Impiegato - (All’usciere) Insomma lei mi deve spiegare perché è così ostinato. Non le pare che il profilo dell’imputato che emerge dal dibattimento sia quello di un aspirante giustiziere ?

Maria - E’ proprio questo il punto che non capisco.

Impiegato - (Seccato) Quale punto ?

Maria - Perché si parla dell’imputato come di un giustiziere se poi si individua come movente dell’omicidio un generico odio verso il prossimo oppure turbe psichiche e depressione ? Un giustiziere potrà sicuramente essere considerato uno squilibrato ma il motivo per cui ammazza è proprio quello di fare giustizia ! Su che cosa voleva giustizia l’imputato ?

(Pausa)

Usciere - Perché in aula non c’era pubblico all’infuori dei colleghi dell’assassinato ? Perché non c’è uno straccio di giornalista ? Perché questo processo è stato trasferito nella nostra cittadina se il fatto si è svolto a centinaia di chilometri da qui ?

(Come prima per quindici secondi le luci tremano e si sentono degli scricchiolii. Silenzio)

Autista - (Tra se’) Oh Dio, un’altra scossa !

Usciere - (Nervoso) Temo che la nostra discussione stia uscendo un poco dal seminato ...

Preside - (All’impiegato) E allora si sbrighi a rimettere in riga gli anarchici !

Commessa - (Polemica) Scusate, vorrei chiamare casa per avvertire che non posso fare la cena, in modo che quel poveraccio di mio marito, che torna stanco morto dal lavoro, abbia il tempo di comprare qualcosa da mangiare per se’ e per quei poveri ragazzi dei nostri figli.

Autista - (Guardando l’orologio) Ho paura che a quest’ora troverà tutto chiuso.

Impiegato - (Troncando seccato) La prego signora, vada pure a telefonare !

Commessa - (Si alza e fa per uscire) Non starò via molto dato che mio marito certamente si arrabbierà moltissimo della situazione e attaccherà il telefono appena avrà sentito che non posso fare la cena a lui e ai suoi figli che poveretti attendono con ansia il ritorno a casa della loro madre e che ...

Impiegato - (Urlando) Vada !

(La commessa esce)

Autista - Scusate, ma fino a che ora pensate che staremo qui ?

Impiegato - (Perde la calma) Va bene, vogliamo togliere la seduta ? Si metta ai voti la proposta di aggiornarci a domani. Io mi astengo !

Preside - Domani ! Ma cosa dobbiamo discutere ancora ?

Maria - Forse siamo tutti un po’ stanchi ...

Preside - Certo che siamo stanchi, ed è per questo che dobbiamo darci un taglio a questa storia ! Propongo di votare un verdetto !

(La commessa si affaccia da fuori)

Commessa - (Circospetta) Scusate, mi sono appena ricordata che ieri sera ho messo a bagno i fagioli secchi per fare la zuppa di fagioli. Mio marito va matto per la zuppa di fagioli e non posso non fargliela !

Autista - Signora, lei come la fa ?

(La commessa entra e si avvicina all’autista)

Commessa - Con la cipolla e gli odori, la salsa di pomodoro e un po’ d’alloro ...

Impiegato - (Allibito) Ma state scherzando ?

Usciere - Certo, ha ragione ! Lo sanno tutti che la zuppa di fagioli va fatta senza cipolla ...

Autista - Io, in genere, ci metto un po’ di chili !

Preside - (Secca all’impiegato) Ma che razza di portavoce è lei ? Le sembra questo un contegno decoroso per una giuria ?

Impiegato - Sono scandalizzato anche io, signora ! Ma non le permetto di dubitare delle mie capacità di moderatore !

Usciere - (All’impiegato) Senta, in fondo la signora ha ragione. Anche il giudice quando siamo usciti dall’aula si è raccomandato di andarcene a casa per la cena !

Impiegato - Quella era una battuta ! Intendeva dire che avremmo dovuto sbrigarci ad emettere il verdetto !

Maria - E non le sembra uno strano comportamento da parte di un giudice ?

Impiegato - Signorina a me sembra che lei veda troppe cose strane !

Preside - Io vedo solo una gabbia di matti che lei non sa gestire !

Usciere - (Alla preside) Matta sarà lei !

Preside - Come si permette ?

Impiegato - (Supplicante) Per favore, calmatevi !

Commessa - (Con discrezione) Allora se permettete io scappo ... altrimenti i fagioli mi si inzuppano troppo (Prende le sue cose e fa per uscire).

Preside - Cosa vuole che ce ne freghi dei suoi fagioli !

Impiegato - (Alla Preside) Signora, si calmi ! (Alla commessa) E lei non si muova da lì, decido io quando sciogliere la seduta !

Usciere - Come sarebbe a dire decide lei ?

Commessa - (Alzando la voce. All’impiegato) Si vede che non sa cucinare. Lei è il classico tipo che non fa niente in casa ; io l’ho inquadrata bene, sa ?

Preside - In questo siamo d’accordo : Lei, signore, è proprio un incapace ! Il classico tipo che vuole comandare ma non ne ha le doti !

Impiegato - (Urlando) Basta, basta, silenzio ! (Trillo del telefono. Cerca di prendere fiato e risponde) Si ? ... Signor giudice, dica ... ha sentito degli strilli ? Si, siamo un po’ ... divisi sul verdetto ... Temo dovremo riprendere domani mattina ...

(Buio)

 

SCENA QUINTA

Buio completo

 

(Si sente il trillo di un telefono. Per due volte)

Voce di donna - (Assonnata) Pronto ?

Voce di uomo - Siete già al verdetto ?

Voce di donna - (C.s.) Come ... chi parla ?

Voce di uomo - Maria, non si ricorda di me ?

Voce di donna - Ancora lei ?

Voce di uomo - Si.

Voce di donna - Ma è mezzanotte passata ! Cosa vuole da me ?

Voce di uomo - Ascolti : io ero un collega della vittima. So perché quell’uomo lo ha ucciso.

Voce di donna - Perché dovrei starla ad ascoltare ?

Voce di uomo - Perché se non mi ascolta questo processo si chiuderà e non si scoprirà mai la verità !

Voce di donna - Chiami la polizia.

Voce di uomo - Ho paura.

Voce di donna - Di cosa ?

Voce di uomo - Senta, io non posso stare a parlare al telefono. Vediamoci.

Voce di donna - Ma perché vuole parlare proprio con me ?

Voce di uomo - Perché lei è una persona onesta, mentre gli altri membri della giuria sono ricattabili.

Voce di donna - Io ... non so. Lei capisce ... Come faccio a sapere che lei mi dice la verità ?

Voce di uomo - Se le interessa sapere quello che ho da dirle, non ha scelta : deve fidarsi.

Voce di donna - Non lo so, mi richiami.

Voce di uomo - Non capisce ? Se domani arriverete al verdetto sarà tutto inutile !

Voce di donna - Quando vorrebbe parlarmi ?

Voce di uomo - Il consiglio durerà per molti giorni ?

Voce di donna - Non posso parlare di questo.

Voce di uomo - Andiamo ... concluderete domani o no ?

Voce di donna - Credo di si.

Voce di uomo - Allora non abbiamo molto tempo, vero ?

Voce di donna - Vorrebbe vedermi adesso ?

Voce di uomo - Tra un ora va bene ?

Voce di donna - Ma lei è pazzo ! Ed io anche che sto al telefono con uno sconosciuto nel cuore della notte !

Voce di uomo - Tra un’ora davanti alla posta centrale, ora la devo salutare.

Voce di donna - Mi spiace, ma aspetterà invano. Io torno a dormire !

Voce di uomo - Non manchi !

Voce di donna - Addio.

 

SCENA SESTA

In scena c’è l’usciere che legge un giornale, davanti a se’, sul tavolo, ne ha altri che ha

già sfogliato. Dopo alcuni istanti entra l’autista che guarda la stanza preoccupato,

poi sembra rasserenarsi e si siede posando in terra una valigetta.

 

Autista - Credevo di aver fatto tardi.

Usciere - (Leggendo) Guardi qua : "Il governo soddisfatto : crescono P.I.L. e consumo delle famiglie". Ma come si fa ad essere soddisfatti per questo !

Autista - Cosa ?

Usciere - Se crescono P.I.L. e consumi !

Autista - Che significa ?

Usciere - Secondo lei perché si lavora sempre di più ?

Autista - (Perplesso) Non saprei ...

Usciere - Per guadagnare di più ! E perché bisogna guadagnare di più ?

(Silenzio)

Usciere - Per consumare di più ! E se si consuma di più le aziende possono vendere di più, e quindi possono produrre di più, quindi devono lavorare di più, per guadagnare di più, per consumare di più, per vendere di più, per produrre di più ...

Autista - Basta, si fermi !

Usciere - Io mi posso fermare, ma la nostra società non si ferma. Vede : Se si produce e si consuma di più il governo è soddisfatto, come se tutti stessero meglio !

Autista - Non credo di capire.

Usciere - E invece non stiamo meglio per niente ! Perché lavoriamo come matti solo per comprare tante cose inutili che servono solo, in definitiva, a farci lavorare di più ancora ! In una parola si può dire che io e lei andiamo a fare la spesa solo per lavorare di più, non le sembra assurdo ?

Autista - (Sempre più confuso) Faccio la spesa per lavorare ... Non è il contrario ?

Usciere - Ma lei non compra mai il necessario, compra sempre di più ! Perché tutti vogliono che lei consumi di più, per vendere di più. Così che si possa produrre di più e lavorare di più e guadagnare di più e consumare ...

Autista - Basta, la prego !

Usciere - Certo, certo ...

(Lunga pausa. L’usciere riprende la lettura e sfoglia le pagine del suo giornale. Cerca qualcosa)

Autista - Gli altri signori non si vedono ancora.

Usciere - (Continuando a leggere) E’ un mistero !

Autista - In che senso ?

Usciere - Nessuno si occupa di noi.

Autista - Come ?

Usciere - (Chiude il giornale e lo getta davanti a se’ con stizza) Neanche questo ch’è il giornale locale dice niente !

Autista - Ma forse gli altri signori sono solo un po’ in ritardo !

Usciere - Cosa diceva ?

Autista - (Perplesso) E’ successo qualcosa ai nostri ... colleghi ?

Usciere - No, non credo. Ma perché ?

Autista - (Rimane un po’ a guardarlo con aria interrogativa) Cosa diceva poco fa ?

Usciere - Ho letto tutti questi giornali, nessuno parla del processo.

Autista - (Piano) Meglio così.

Usciere - Non le sembra strano che i giornali non hanno parlato del fatto quando è successo e nemmeno adesso che si fa il processo ?

Autista - A me non interessa, tanto non li leggo mai i giornali. Mi rattristano tutti quei fattacci che succedono nel mondo.

Usciere - Io li compro perché seguo la politica.

Autista - Io di politica non ci capisco niente. E poi i politici sanno solo chiacchierare e non fanno mai nulla di concreto.

Usciere - E lei come fa a saperlo se non legge mai i giornali ?

Autista - (Preso alla sprovvista) Come faccio a saperlo ? Lei pensa che la vita sia più bella oggi di dieci o vent’anni fa ?

Usciere - E lei crede che se le cose vanno male è soltanto colpa dei politici ?

Autista - E poi anche la mia povera mamma lo diceva sempre che i politici sono una brutta razza.

Usciere - Si, anche mia madre lo dice spesso. (Pausa) Scommetto che sua madre diceva anche che quando era giovane c’erano più valori ...

Autista - La prego non mi faccia pensare a mia madre. Lei non può sapere quanto mi manca ancora oggi che sono più di dieci anni che non c’è più ...

Usciere - Bhe mi scusi, allora. (Prende un altro giornale e lo apre sul tavolo)

Autista - (Seguendo il suo pensiero) Certe volte, quando sono solo, mi sembra di sentirla parlare. Mi dice: " Stai attento, non fare imprudenze, non ti mettere nei guai" ... Proprio come quando era viva. (Commosso) Ma è meglio che non mi faccia parlare di lei.

Usciere - Certo, certo.

(Pausa)

Autista - Quando me ne andai di casa e venni in questa città, per lei fu un dramma. Era così in pena, poverina. Ogni volta che andavo a trovarla, mi fermavo sempre un paio di giorni, e la notte, non ci crederà, voleva che dormissi nel lettone con lei, come quando ero piccolo. Qualche volta, nel dormiveglia, mi accorgevo che (vistosamente commosso) mi teneva la mano stretta stretta. Ma è meglio cambiare discorso.

Usciere - Già, è molto meglio.

Autista - Che donna mia madre ! (Si asciuga gli occhi con un fazzoletto. Pausa) Lei è sposato ?

Usciere - (Continua a leggere) No, e lei ?

Autista - (Imbarazzato) No. Diciamo che non ho mai trovato la donna giusta per me.

Usciere - E come dovrebbe essere ?

Autista - Come dovrebbe ... Non so, dolce, comprensiva ...

Usciere - Ho avuto anche io, qualche anno fa, un’esperienza con un altro uomo. Ma non faceva per me.

Autista - (Offeso) Cosa vuole dire ?

Usciere - Guardi che sono un uomo moderno non mi meraviglio mica che lei ...

Autista - Ma di cosa si dovrebbe meravigliare ?

Usciere - Io al posto suo non mi vergognerei di ammettere che non mi piacciono le donne, perché ...

Autista - (Lo interrompe con violenza) Guardi che a me le donne piacciono e anche parecchio cosa crede ? Ho molte amiche donne e ho avuto tante amanti. Tra gli uomini nemmeno un amico ! Lei è solo un gran maleducato (Si alza e si mette a sedere su una sedia più lontana).

(Entrano l’Impiegato e la Preside)

Impiegato - Buongiorno. Già qui ?

Preside - Bene, così possiamo cominciare subito !

Usciere - (Guardando l’orologio) Non dovevamo cominciare alle nove ?

Impiegato - Il giudice mi ha fermato in corridoio per dirmi qualcosa. Comunque c’è sempre il quarto d’ora accademico ...

Usciere - Le altre due signore non si sono viste ?

Preside - Mi auguro che non dovremo aspettarle a lungo.

Impiegato - La notte vi ha portato consiglio ?

Usciere - Veramente ...

Autista - (Si avvicina all’Impiegato) Senta, non potrei rinunciare all’incarico ?

Impiegato - Quale incarico ?

Autista - Non vorrei far più parte di questa giuria.

Impiegato - Ma sta scherzando, e perché mai ?

Autista - Non mi sento molto bene.

Preside - Già ci ha provato con un certificato medico fasullo, lei. Faccia il suo dovere e si sacrifichi come tutti noi.

(Entra la commessa)

Commessa - Salve a tutti. Pensavo di essere in anticipo !

Preside - Alle nove e venti ?

Impiegato - Stavamo per cominciare. La prego di accomodarsi.

Commessa - (All’autista) Ah ma non mi ha vista ieri sera quando l’ho salutata ?

Autista - Prego ?

Commessa - Ma si, lei era nel corso che saliva su quel macchinone guidato da quel bel giovanotto negro !

Usciere - (Divertito all’autista) Probabilmente era il nipote, vero ?

Commessa - Negro ?

Autista - (Imbarazzato) Si sbaglia, signora. Avrà creduto di vedere me e invece era qualcun altro.

(Entra Maria. Con il volto teso e stanco)

Maria - Scusatemi signori, ho avuto dei contrattempi ! (Si siede)

Impiegato - Bene. Ora che siamo tutti vorrei dirvi che poco fa ho parlato con il giudice. Ha voluto sapere se eravamo a buon punto e sono stato costretto ad ammettere che nella nostra prima seduta abbiamo concluso poco o nulla. Non mi ha nascosto la sua delusione e mi ha fatto capire che sarebbe meglio per tutti concludere la faccenda entro oggi.

Usciere - Ma perché ?

Preside - Cosa vuole passare la sua vita qui dentro ?

Usciere - Perché tutti vogliono sbrigare la pratica di questo processo tanto in fretta ? A me sembrano delle pressioni sulla giuria quelle del suo giudice !

Impiegato - Questa è un’accusa gravissima. Farò finta di non aver sentito !

Usciere - (Mostrando i giornali) Faccia finta di non vedere che nessun giornale parla di questo processo !

Preside - E a chi vuole che interessi questo processo !

Commessa - Bhe, in questa cittadina non succede mai niente. In fondo un processo per omicidio è sempre qualcosa d’interessante !

Usciere - Neanche il giornale locale ne parla !

Preside - Però del morto di stanotte ne parla eccome ! I giornali si occupano di cose importanti, caro signore !

Commessa - Che morto ?

Impiegato - Hanno ucciso un uomo. Non era delle nostre parti.

Maria - (Colta di sorpresa) Dove ?

Impiegato - Davanti alla posta centrale. Tre colpi di pistola alla nuca.

Commessa - E chi è stato ?

Impiegato - E chi lo sa !

Preside - Speriamo non lo scoprano mai altrimenti ci toccherà fare da giurati anche in quest’altro processo !

(Maria si alza in piedi barcollando e fa per uscire)

Maria – Scusate, mi sento poco bene ...

Usciere - Signorina cos’ha ? (Si alza di scatto ma non fa in tempo a prendere Maria che crolla a terra svenuta)

Commessa - Oh Signore, che le è preso ?

Autista - Oh ! (Sviene sulla sedia).

Preside - Ma che sta succedendo qui ?

Impiegato - Presto, chiamate un medico, chiamate un medico !

(Mentre l’usciere corre fuori scena la Preside si accende una sigaretta esasperata. L’Impiegato cerca di sostenere l’autista e la Commessa Maria. Su questa azione per quindici secondi le luci tremano e si sentono degli scricchiolii. Poi buio)

 

SIPARIO

 

 

 

ATTO SECONDO

 

SCENA PRIMA

Buio

 

Voce di uomo - Colpevole.

Voce di donna - Colpevole !

Voce di uomo - Colpevole !

Voce di donna - Colpevole !

Voce di uomo - Colpevole.

Maria - No !

(Contemporaneamente a quest’ultima battuta Le luci si accendono. Intorno al tavolo tutti i giurati fissano Maria con i volti tesi)

Maria - Non abbiamo discusso a sufficienza !

Impiegato - (Seccato) Signorina, abbia pazienza ...

Maria - Dobbiamo decidere della vita di un uomo !

Autista - (Con voce tremante) La prego, voti anche lei.

Maria - Ma siete davvero convinti della vostra decisione ?

Preside - Quell’uomo starà meglio nella tomba che trent’anni in galera !

Impiegato - E comunque è un soggetto pericoloso per la società.

Maria - (All’usciere) Ma ... anche lei è d’accordo ?

Usciere - (Freddo) Si.

Maria - Ma cosa sta succedendo ?

(Silenzio. I giurati si guardano l’un l’altro imbarazzati mentre Maria attende una risposta)

Impiegato - Senta signorina, è il terzo giorno che siamo qui e non mi sembra il caso di rimandare oltre la votazione. Ci siamo chiariti i dubbi e ci siamo confrontati sugli atti. Non ci resta altro che prendere una decisione tra le due richieste : Quella della difesa o quella dell’accusa.

Maria - Ma io ... ve l’ho già detto : ho molti dubbi su come si sono realmente svolti i fatti.

Preside - Non siamo dei poliziotti !

Commessa - Non si può lasciare vivere un uomo simile !

Autista - Ma scusi, signorina, se è contraria voti pure per la difesa. Saremo cinque contro uno. Non decide la maggioranza ?

Impiegato - Non per la pena capitale, purtroppo.

Commessa - (Innervosita) Vuole dire che se la signorina Maria non si convincerà dovremo continuare a discutere ?

Preside - E’ assurdo !

Usciere - La nostra votazione servirà soltanto a decidere la sorte di quell’uomo. La verità non la sapremo mai.

Maria - Ma qual’è la verità ?

(Per dieci secondi le luci tremano e si sentono degli scricchiolii)

Preside - Non ho mai conosciuto della gente come voi ! Impiega un sacco di tempo per fare qualsiasi cosa !

Impiegato - Signorina, io capisco che alla sua età si cerca sempre una spiegazione per tutto, ma vorrei ricordarle che il suo dovere è soltanto di votare secondo coscienza, non quello di indagare sul caso !

Maria - Per questo voglio capire cosa è realmente successo. Non posso far morire un uomo che, per quanto colpevole, ha fatto quello che ha fatto per delle ragioni che possono essere condivisibili.

Preside - Ma sta scherzando ? Come si possono condividere le motivazioni di un assassino ?

Autista - Vi prego, sbrighiamoci a decidere !

Usciere - Lasci stare, signorina Maria, non insista. E’ tutto inutile.

Maria - Anche se rinunciassi a capire non potrei mai votare a favore dell’accusa. Non si può mandare alla forca un uomo se resta anche soltanto un minimo dubbio. Non capite ?

Impiegato - In altre circostanze lei avrebbe ragione ...

Commessa - Basta, basta discutere ! (A Maria, con rabbia) Cosa le importa di quell’uomo ? E’ solo un assassino. Ha ucciso un innocente !

Maria - Ne siete proprio sicuri ?

Preside - No che non ne siamo sicuri ! Ma vogliamo vivere il resto della nostra vita in santa pace !

Maria - Con un morto sulla coscienza ?

Commessa - Il morto sulla coscienza resterà a lei se non voterà come noi !

Usciere - (A Maria) Perché è così ostinata ?

(Tutti guardano Maria. Silenzio. Maria si alza e cammina lungo le pareti della stanza come un leone in gabbia)

Maria - Chi vuole che si voti per l’accusa ?

Autista - Noi tutti, non lo ha capito ?

Impiegato - Che cosa intende dire, signorina ?

(Pausa)

Maria - Voi avete subito delle pressioni, non è vero ?

Autista – (Forte) Oh Dio !

Impiegato - (All’autista) Non gridi !

Preside - Ma cosa sta dicendo ? (Si accende una sigaretta)

Maria - Dico che qualcuno vi ha ricattato per costringervi a condannare quell’uomo !

(Silenzio)

Preside - E se anche fosse ?

Maria - Bisognerebbe avvertire il giudice dell’impossibilità di un verdetto regolare. (All’impiegato) O sbaglio ?

Impiegato - Non sbaglia. Ma bisognerebbe che chi ha subito queste presunte pressioni si facesse avanti.

Autista - (A Maria) Ma lei non ha paura ?

Maria - Non sono stata minacciata da nessuno.

Impiegato - Bene, quindi lei non avrebbe niente da dire al giudice !

Maria - Io no, ma gli altri ?

Usciere - (Sguardo basso, sfogandosi) Maledetti ! Mi hanno raccontato cose che neanche io ricordavo !

Maria - Chi ?

Usciere - Non so chi sono ! Mi hanno mandato della posta sul computer. Hanno le prove che ho fatto copie non autorizzate di enciclopedie e libri prodotti dalla mia azienda. Io lavoro come usciere in una casa editrice. Qualche anno fa ho copiato alcuni CD contenenti enciclopedie e altri libri che mi interessavano. Li ho messi sul computer di casa. Ma è una cosa normale, lo fanno tutti i miei colleghi ! Poi, ho regalato alcune copie di quei CD a degli amici. Come hanno fatto a saperlo ?

Impiegato - E questa sarebbe una minaccia ?

Usciere - Se alla mia azienda lo sapessero potrebbero licenziarmi.

Commessa - Certo che lei sembrava una persona così onesta ...

Usciere - (Con rabbia) E invece di lei cosa sanno ?

Commessa - Che vuole insinuare ?

Impiegato - Non mi sembra proprio il caso di sbandierare ai quattro venti i propri fatti personali come ha fatto il signore !

Autista - Ma chi sono ? Come fanno a sapere tutto di noi ?

Preside - Ieri, al telefono, non si sono presentati.

Usciere - Ah, a lei l’hanno contattata per telefono ?

Commessa - Come, signora Preside, anche lei ha qualche cadavere nel comodino ?

Preside - (Seccata) Casomai si dice scheletro nell’armadio !

Impiegato - Tutti possono avere qualcosa da nascondere ma questo non significa ...

Commessa - (Fingendosi incredula, lo interrompe) Anche lei ?

Preside - Ma perché non dite a questa ignorante di smetterla di atteggiarsi a verginella ?

Commessa - Signora, ho due figli io ! Lei, piuttosto, che è così acida ...

Preside - (Strilla) Fatela tacere !

Impiegato - Come al solito sono costretto a prendere in mano la situazione !

Preside - Come al solito ? Non è mai stato capace di farlo !

Autista - Vi prego, non urlate. Ho mal di testa !

Commessa - A differenza di questo signore che ha rubato enciclopedie, della signora, che senz’altro qualcosa di losco ha fatto e del signor autista, che immaginiamo tutti su cosa possa essere chiacchierato, io non ho proprio nulla di cui vergognarmi e potrò votare secondo coscienza.

Autista - Cosa ha detto ?

Impiegato - (Ironico) A quanto pare gli unici a non essere stati contattati siamo io e lei, signorina Maria.

Maria - Se sono così senza scrupoli, per me avranno in serbo qualcosa di peggio.

Usciere - Perché ?

Maria - Bhe ... con il mio voto posso bloccare il verdetto, non è vero ?

Impiegato - E allora ?

Maria - Sono la più pericolosa.

Commessa - Anche io, non avendo subito alcun tipo di ricatto, posso votare liberamente. E liberamente voterò per l’accusa.

Preside - Non mi faccia ridere, per favore.

Commessa - Le si sfascerebbe tutto il lifting, vero ?

Preside - (Scatta in piedi. Con violenza) Brutta sguattera ignorante, come si permette !

Impiegato - (Si alza, cerca di fare da paciere) Per favore !

Maria - Si calmi signora, non gridi.

Usciere - (Alla commessa) E lei la smetta di provocare tutti !

Commessa - Io non provoco nessuno ! Sono soltanto la mela buona tra le mele marce !

(La Preside si accende una sigaretta, nervosa. Poi ha una crisi di pianto)

Autista - Ma cos’ha ?

Preside - L’unica cosa bella che ho avuto nella vita ! Infangata e usata come arma di ricatto ...

Impiegato - Si calmi. Una signora come lei non deve lasciarsi andare così ...

Preside - (Piange nervosamente) Non ce la faccio a sopportare tutto questo, non ce la faccio. Che colpa ne ho io se mi ero innamorata ? Perché l’amore tra un ragazzo e una donna matura deve essere visto male se lei è la sua insegnante ?

Commessa - (A parte) Oh Gesù, questa si scopava uno studentello !

Preside - Un amore così tenero, così puro ... mai amato nessuno e mai riamata. Poi, quel ragazzo meraviglioso, di vent’anni più giovane di me, mi ha fatto scoprire l’amore ... L’unica cosa bella in quarant’anni ... e adesso la usano per ricattarmi.

Maria - Ma perché, cosa c’è di male ?

Preside - (Smette di piangere. Atona) A scuola sapevano di noi. Mi costrinsero a lasciarlo. In cambio mi promisero di non dire nulla alla famiglia e mi fecero preside. Ma lui era disperato, non ce la faceva senza di me. (Pausa) Si sparò in bocca. (Silenzio. Maria le si avvicina e le posa una mano sulla spalla. Lei si scuote, guarda con odio tutti ; poi a Maria sibilando) Mi tolga le mani di dosso !

(Esce. Silenzio)

Maria - (All’impiegato) Ha sentito abbastanza per parlare con il giudice ?

(Pausa)

Impiegato - Forse è il caso di fare dieci minuti di pausa.

(Raccoglie le sue carte ed esce. Dopo alcuni istanti, lentamente, l’autista e l’usciere si alzano. Il primo esce di scena)

Commessa - (Piano a Maria e all’usciere) Capito il tipo ? Io ne conosco di gran signore come lei : saccenti, snob, considerano il resto dell’umanità meno che zero. Ma se ti azzardi a sollevare un po’ il coperchio esce un fetore !

Usciere - Chi è senza peccato ...

Commessa - Questa è la frase tipica di chi i peccati li commette spesso. La cita spesso la moglie di un capo reparto del mio supermercato. Ha già tre figli, è in attesa di un quarto, e tutti sanno che il marito è impotente ! Lavora dalla mattina alla sera e quando arriva a casa non riesce più a sollevare una piuma, tanto è stanco ... E se non riesce lui a sollevare una piuma, figuriamoci se si solleva qualcos’altro da solo ! Oltretutto il fisico della moglie non può certo rappresentare uno stimolo irresistibile per quel muscoletto inerme !

Maria - (Disgustata) Per favore !

Commessa - Comunque lui è una persona encomiabile, ha riconosciuto tutti e tre i figli del peccato senza batter ciglio convinto che nessuno sospetti nulla. E’ un padre amorevole, per quella mezz’ora in cui sta a casa sveglio, e il week-end porta tutta la famiglia in campagna. Il giardino della sua casetta confina con il recinto di una caserma. Così lui dorme e raccoglie le forze per la settimana successiva, i figli vanno a raccogliere fiori e la moglie raccoglie soldati. Ho l’impressione che questa quarta gravidanza non abbia fatto molto piacere al mio collega. Tanto che gli uomini del suo reparto hanno organizzato un giro di scommesse con tanto di schedine sul futuro riconoscimento del quarto figlio. Hanno provato a vendere una schedina anche a me per farmi scommettere sull’esito della storia. Io, chiaramente, ho rifiutato : sono una che sul lavoro si fa gli affari suoi ! (Pausa. Cambiando discorso) Come pensate che andrà a finire questa storia ?

Autista - Se mi farò un parere nei prossimi giorni verrò a comperarmi una schedina.

Commessa - Alludevo al processo.

Maria - Probabilmente lo annulleranno.

Commessa - Signorina, se lei continuerà ad impedire l’emissione di un verdetto di condanna con la sua ostinata opposizione finirà per metterci tutti nei guai !

Usciere - Come sarebbe a dire "metterci", lei cosa rischia ? Ha detto che nessuno l’ha minacciata !

Commessa - (Nervosa) Questa è gente decisa. Se non faremo il processo e non condanneremo quell’uomo si vendicheranno con tutti. Anche con me e lei ! E poi io non ho paura di mandare alla forca un assassino !

(Esce)

Usciere - (Segue i propri pensieri) So come hanno fatto ! Fanno viaggiare dei programmi via rete che leggono nei computer cosa vi è installato. Hanno letto i codici delle licenze e hanno scoperto che avevo copie di quei libri, e che le copie le avevano anche i miei amici. Ma come hanno fatto a sapere che gliele avevo date proprio io ?

Maria - (Circospetta) Senta, lei mi sembra l’unica persona con cui posso confidarmi.

Usciere - Ricattano anche lei ?

Maria - Peggio. Temo che potrebbero uccidermi da un momento all’altro.

Usciere - Non credo che sia plausibile.

Maria - Perché ? Non mi sembra si facciano molti scrupoli !

Usciere - A loro conviene che si mandi a morire l’imputato e che questa storia finisca senza clamore.

Maria - Hanno già ucciso qualcuno.

Usciere - Chi ?

Maria - Quell’uomo davanti alla posta, l’altra notte.

Usciere - (Ricordando) Quell’uomo ... Ma cosa c’entra con noi ?

Maria - Quell’uomo era un collega di lavoro della vittima. Sapeva perché questa storia scotta.

Usciere - E lei come lo sa ?

Maria - Ho parlato con quell’uomo prima che morisse.

Usciere - E cosa le ha detto ?

Maria - (Esita, è agitata) Ho paura, glielo confesso. Spero che annullino il processo.

Usciere - Perché non mi dice quello che sa ?

(Entra l’impiegato)

Impiegato - (Severo) Signori, di cosa stavate parlando ?

Usciere - Perché lo vuole sapere ?

Impiegato - Sapete bene che i giurati non possono parlare del caso, se non in camera di consiglio !

Usciere - E non siamo in camera di consiglio ?

Impiegato - Non se siete solo in due.

Maria - Comunque non stavamo parlando del caso. Sappiamo bene quali sono i nostri doveri. Ha parlato con il giudice ?

Impiegato - Non annullerà il processo.

Maria - Perché ?

Impiegato - Non ha prove che ci siano state delle pressioni.

Maria - Ma non basta la nostra denuncia ?

Impiegato - Penso che dovremmo essere tutti d’accordo ...

Maria - Ma chi lo ha detto ?

Impiegato - Senta, io non farei tanto rumore sulla faccenda.

Maria - E’ assurdo !

Usciere - Ma non è che anche il giudice ...

Impiegato - Non lo so. (Si siede) Bene, e allora se non parlavate del caso qual’era l’oggetto del vostro discorso ?

Usciere – (Improvvisando) La signorina mi stava parlando del suo lavoro.

Impiegato - (A Maria) Ah, cosa fa di bello ?

Maria - Cosa gliene importa ?

Impiegato - (Guarda delle carte) Era solo per parlare. Lei è una commessa di negozio. Ho le schede di tutti voi.

Usciere - E cosa dice di me ?

Impiegato - Quello che già sappiamo.

Usciere - E di lei, cosa dicono ?

Impiegato - Che ho quarant’anni, che sono impiegato alla Pay, e che ho buone conoscenze giuridiche grazie al mio precedente lavoro negli uffici del tribunale.

Maria - (Stupita) Impiegato alla Pay ?

Usciere - (Scherzando) Già è in concorrenza con la Flashcard, l’azienda dove lavorava la vittima !

Maria - In concorrenza ... ma con interessi comuni !

Impiegato - Esattamente, signorina.

Maria - Dunque, lei sa tutto !

Impiegato - Diciamo che so bene perché è meglio chiudere in fretta questo caso, prima che a qualche testa calda o a qualche giornalista in cerca di scoop, venga in mente di passare da questo tribunale per indagare.

Usciere - Ma ... di cosa state parlando ?

(Pausa. Maria guarda con intensità l’impiegato)

Impiegato - Del futuro stesso della nostra economia.

(Le luci si spengono lentamente mentre si sente il rumore di una scossa di terremoto più intensa delle altre).

 

SCENA SECONDA

Buio

 

Voce di uomo - Colpevole.

Voce di donna - Colpevole !

Voce di uomo - Colpevole !

Voce di donna - Colpevole !

Voce di uomo - Colpevole.

(luce)

Maria - (Dopo un silenzio, inespressiva) Colpevole.

Impiegato - Bene, il verdetto è raggiunto !

(La Preside e la commessa si alzano, l’autista prepara la sua borsa)

Preside – Finalmente !

Commessa - La fine di un incubo ...

Autista - (All’impiegato) Possiamo andare a casa ?

Impiegato - Calma, calma. No che non potete andare a casa.

Commessa - Come ?

Impiegato - Certo, dobbiamo avvisare il giudice che riaprirà l’udienza per la lettura del verdetto in aula.

Autista - Oggi ?

Preside - Meglio sbrigarsi. Avvisi il giudice !

(L’Impiegato compone un numero sul telefono)

Commessa - Dio, che croce che abbiamo addosso !

Impiegato - Non risponde, sarà andato a pranzare.

Usciere - Certo, mentre noi siamo chiusi qui dentro e non abbiamo messo ancora niente sotto i denti da stamattina alle nove !

Commessa - Ma lei ha sempre fame ?

Impiegato - Proviamo al suo numero privato (Compone un altro numero).

Usciere - (Si alza) Vado a chiedere perché non ci portano il pranzo (esce).

Preside - (A Maria) Sono contenta che finalmente è diventata ragionevole.

Maria - Mi lasci in pace !

Impiegato - Niente, ha spento il cellulare.

Commessa - Senta, andiamo a casa. Potremmo darci un appuntamento per il pomeriggio. Lei, intanto, potrebbe aspettare qui il giudice ...

Impiegato - Aspettiamo tutti, il giudice non tarderà.

Autista - Io mi sento soffocare in questa stanza senza finestre !

Maria - (Quasi tra se’) Quell’uomo morirà per colpa nostra.

Preside - Si tratta di un assassino.

Maria - Con lui condanneremo l’unica ribellione contro questo sistema assurdo!

Preside - Quale sistema assurdo ?

(Entra l’usciere)

Usciere - E’ strano, sembra che siano spariti tutti, le stanze del tribunale sono deserte!

Impiegato - Cosa ?

Autista - Saranno andati tutti a pranzo.

Preside - Ma che significa ?

Impiegato - (Pensoso) Quei rumori, quella confusione di poco fa ...

Preside - Che cos’era ?

Impiegato - Non lo so.

Commessa - A questo punto propongo di andarcene anche noi !

Impiegato - (All’autista) Perché non va a vedere fuori per strada che succede ?

Autista - Perché io ?

Usciere - Lasci perdere, vado io (esce).

Maria - (Ride isterica) Hanno fatto uscire tutti tranne noi, adesso faranno saltare in aria la palazzina !

Preside - E’ impazzita ?

Impiegato - (A Maria) Non esageri ...

Preside - Ma di che state parlando ?

Autista - (Si alza) Vado alla finestra del corridoio, devo respirare un po’ d’aria altrimenti avrò una crisi ! (esce in fretta)

Commessa - Quest’uomo è una miniera d’oro per gli psicanalisti !

Preside - (All’impiegato) Lei e la signorina ci state nascondendo qualcosa d’importante ?

Impiegato - No, signora.

Maria - Certo, siamo tutti nel loro mirino. Ci toglieranno di mezzo !

(Entra l’autista)

Autista - Mi sono affacciato alla finestra qua di fronte, per le strade non c’è nessuno !

Commessa - E’ chiaro : a quest’ora saranno tutti a pranzo con le loro famiglie !

(Entra l’usciere)

Usciere - L’ascensore è bloccata, la porta delle scale chiusa !

Preside - Ma che sta succedendo ?

(L’impiegato compone un numero)

Maria - Signora, il nostro uomo non ha ucciso perché era un pazzo, ma per vendetta.

Preside - E questo cosa c’entra ?

Maria - Era perseguitato dall’uomo che ha ucciso e da tanti altri come lui.

Impiegato - Non risponde nessuno.

Commessa - Chi sta chiamando ?

Impiegato - Mia sorella.

Commessa - (A parte) I miei stanno già a casa senza di me e questo qua chiama la sorella !

Autista - (Spaventato) Ma ... dobbiamo aver paura di qualcosa ?

Impiegato - No, non credo. Però è strano !

Usciere - Sembra quasi che la città sia stata fatta evacuare e che si siano dimenticati di noi.

Impiegato - Però hanno pensato bene di chiudere la porta delle scale ...

Usciere - E come mai l’ascensore è bloccato ?

Autista - Oh Dio, ma perché hanno fatto evacuare la città, perché ?

Usciere - E’ soltanto un’ipotesi.

Maria - Tutti siamo dei perseguitati da uomini come quello che è stato ucciso. E da uomini come il nostro portavoce !

Impiegato - La smetta !

Preside - Che cosa faceva quell’uomo ?

Autista - (All’impiegato) Telefoniamo alla polizia, ai pompieri ...

Impiegato - E va bene, proviamo con la polizia. (Compone il numero)

Maria - Quell’uomo era impiegato alla Flashcard così come il nostro portavoce è impiegato alla Pay.

Preside - Lo sapevo già, ho anche io quelle carte di credito.

Autista - Rispondono, rispondono ?

Impiegato - Nessuno !

Commessa - Mi lasci chiamare mio marito ! (Strappa di mano all’impiegato la cornetta e compone un numero, agitata).

Maria - Milioni di persone posseggono quelle carte e le usano continuamente per fare acquisti nei negozi e dal computer di casa. Nessuno ormai, usa più il denaro contante.

(La commessa prova a comporre diversi numeri, non ottenendo mai risposta. L’autista segue le sue azioni in preda al panico)

Impiegato - (Irritato) Perché sta raccontando queste cose alla signora ?

Preside - Non capisco dove vuole arrivare !

Usciere - (A Maria) Sta dicendo quello che ha saputo dall’uomo ch’è stato ucciso l’altra notte ?

Maria - Mi ha telefonato a casa per raccontarmi quello che sapeva, poi mi ha dato appuntamento davanti alla posta, la notte in cui è stato ucciso. Non volevo andare all’appuntamento ma la curiosità ha preso il sopravvento sulla prudenza. Mentre mi stava raccontando tutto, si accorse che qualcuno ci stava spiando. Sono subito scappata e ho saputo solo la mattina dopo che l’avevano ucciso.

Commessa - Nessuno risponde al telefono, com’è possibile !

Autista - Oh Dio, mi sento male !

Impiegato - Chi era quell’uomo ?

Maria - Un altro gestore di target. Proprio come lei.

Usciere - Gestore di target ?

Commessa - Smettetela di chiacchierare, ho fatto almeno sette telefonate e nessuno mi ha risposto. Ho chiamato persino al supermercato. Sembra che tutti si siano volatilizzati !

(L’autista fruga nella sua borsa, quindi estrae delle pasticche che ingoia con foga)

Impiegato - Sembra proprio che la città sia stata evacuata.

Commessa - Andiamo via anche noi, allora !

Usciere - E come ?

Commessa - Saltiamo dalle finestre !

Impiegato - Signora, siamo al terzo piano.

Usciere - Calmiamoci, qualcuno ci verrà pure a prendere !

Maria - Lo hanno fatto apposta, ci hanno lasciato qui.

Preside - Ma perché ?

Impiegato - (A Maria) La smetta con questa storia !

Maria - Lo sa bene che è la verità !

Usciere - Cosa vuole dire gestore di target ?

Maria - Lo chieda al nostro portavoce.

Commessa - Siete dei pazzi ! Vado a vedere se si può uscire da qui ! (All’autista) Lei, che per quanto incredibile sembra l’unico sano di mente, venga con me !

Autista - (Boccheggiando) Non posso, sono nel pieno di una delle mie crisi !

Commessa - Si strafotta ! (Esce)

Impiegato - Raccogliamo e gestiamo le informazioni sui titolari delle nostre carte. (A Maria, piano) Soddisfatta ?

Preside - A che scopo ?

Impiegato - Basta parlare, non è il momento !

Maria - Dica a questi signori come si guadagna da vivere, lo dica. Si vergogna del suo lavoro, forse ?

Impiegato - Per niente. I miei soldi me li sudo !

Maria - Illegalmente !

Impiegato - Non faccia la moralista ! Il mondo è questo, che le piaccia o no.

Preside - Ci vuole spiegare ?

Impiegato - (Seccato) Gli acquisti di beni e servizi fatti con la nostra carta ci consentono di costruire un profilo delle persone, che noi vendiamo alle aziende interessate.

Maria - Migliaia di persone fanno questo lavoro. Hanno un profilo esatto di ognuno di noi !

Preside - E questo cosa c’entra con il processo ?

Autista - Aiuto, sto male, per favore !

Usciere - Stia calmo, vedrà che verranno a prenderci.

Maria - L’uomo che è stato ucciso era impiegato alla Flashcard in qualità di gestore di target. Era lui che gestiva le informazioni sull’imputato. E l’imputato lo ha ucciso.

Usciere - (Riflette) Si voleva liberare da questo controllo !

Impiegato - Un pazzo. Non si uccide un’altra persona solo perché fa un dossier su di te.

Maria - L’uomo con cui ho parlato, aveva capito che l’omicida era uno dei loro target, in particolare uno su cui avevano raccolto delle interessanti informazioni nelle ultime settimane.

Preside - Quali informazioni ?

Maria - Alla Flashcard sapevano che l’imputato avrebbe commesso un omicidio e che sarebbe fuggito all’estero. Invece di avvisare la polizia vendettero l’informazione ad un’azienda che produceva armi e ad una compagnia aerea.

Preside - (Incredula) Cosa ?

Usciere - Evidentemente ignoravano l’identità della persona che il loro cliente avrebbe ucciso.

Maria - Era un uomo che soffriva di manie di persecuzione, che aveva deciso di ribellarsi contro la fonte di tutta quella pubblicità che ci arriva per posta o sul nostro computer, indovinando sempre tutti i nostri desideri e le nostre esigenze. Aveva capito perché le aziende sanno cosa vogliamo acquistare. E aveva deciso di uccidere la persona che lavorava sulla sua personalità svendendola come un target al miglior offerente. Desiderava uccidere e desiderava scappare. (Pausa) Gli arrivarono a casa le pubblicità di armi e di voli aerei a prezzo ridotto !

Preside - Incredibile !

Impiegato - Come volete che vadano avanti le aziende se non dispongono di informazioni sui consumatori ? Ormai la gente va sempre meno per negozi, le vetrine non le guarda più nessuno. Gli acquisti si fanno quasi tutti al computer, da casa propria. La pubblicità è generica, costa cara e la vede anche chi non ha bisogno di quel prodotto. Le aziende vincenti pubblicizzano i loro beni solo con chi sa che vorrebbe acquistarli !

Usciere - E’ un sistema diabolico !

Maria - E anche illegale.

Impiegato - Non diciamo assurdità, sono le leggi del mercato !

Maria - Tutti sospettano che le cose funzionano così ma non se ne deve parlare, vero ?

Usciere - E per difendere questo sistema la Flashcard e la Pay sono disposti a corrompere e a ricattare chi potrebbe parlare ?

Impiegato - Non solo loro. Ma tutte le aziende che vogliono restare competitive. La gente non capirebbe, si griderebbe allo scandalo. Proprio come state facendo voi adesso ! Rifletteteci : in fondo chi produce e vende beni e servizi non fa altro che informarsi su cosa vuole la gente e presentare i propri prodotti soltanto a chi ne ha bisogno. Cosa c’è di male ?

Maria - Anche se si tratta di vendere armi ad un aspirante omicida ?

Usciere - Il gesto di quel povero psicotico, e il nostro verdetto a questo processo avrebbero potuto provocare un terremoto in questo sistema !

Impiegato - Siete solo dei moralisti !

(Entra la commessa)

Commessa - Ancora qui a parlare ? Siete dei buoni a nulla ! Perché non venite là fuori e mi aiutate a sfondare la porta delle scale ?

Usciere - E’ una porta antincendio, di metallo !

Impiegato - Perché non prova a forzare la serratura come faceva qualche anno fa alle casse, quando si usava ancora il contante ?

Commessa - (Impallidisce) Cosa ... che diavolo sta dicendo ?

Impiegato - Lei dispone di una chiave universale che apre tutte le serrature. La comprò quando faceva ancora le pulizie al suo supermercato, pochi giorni prima che sparì quel denaro dalla cassa di una sua collega. Che se non sbaglio fu licenziata.

Commessa - Non so proprio di cosa stia parlando !

Impiegato - Certo che lo sa. Lei prese il posto di quella sua collega, alla cassa. La premiarono per aver scoperto la ladra, non è vero ?

Commessa - (Piange) Come fa a sapere queste cose ?

Impiegato - Lei è uno dei target che seguo. (Agli altri) Voi tutti siete target affidati alle mie cure. (A Maria) Tranne lei, purtroppo. La giuria era composta bene. Soltanto lei era l’elemento d’incertezza. (Pausa) Che carta usa ?

Maria - Non glielo dirò mai !

(I giurati rimangono immobili mentre le luci calano e si sente un boato assordante, lungo e crescente. Le sei figure, immobili, saranno illuminate da una luce blu. Poi, cessato il rumore, si sente una sigla di telegiornale)

Voce dello speaker - I danni dell’ultima terribile scossa di terremoto sono stati ingenti. Gli esperti parlano già della scossa più forte degli ultimi vent’anni. Fortunatamente sembra che non ci siano state vittime grazie alla tempestiva decisione del governo di far evacuare i centri abitati della zona interessata dalle piccole scosse dei giorni scorsi. Ecco che ci arriva un’agenzia dell’ultima ora : Pare che risultino disperse sei persone. Tre donne e tre uomini. I vigili del fuoco hanno avviato le ricerche. Vi terremo informati nelle prossime ore sui danni alle zone colpite e sulla ricerca di queste persone che tutti sperano di trovare vive. Infine un’ultima notizia : "QUESTA COMMEDIA E’ DEDICATA ALLA LEGGE 31.12.1996 N. 675 RELATIVA ALLA TUTELA DELLE PERSONE E DI ALTRI SOGGETTI RISPETTO AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI. NONOSTANTE QUESTA ED ALTRE LEGGI SIMILI, E’ MOLTO PROBABILE CHE, IN UN PROSSIMO FUTURO, I "GESTORI DI TARGET" SARANNO UNA REALTA’. O FORSE GIA’ LO SONO" Buonasera.

 

 

SIPARIO