Trincea di Signore
Cronache da un assedio

di

Silvia Calamai



Personaggi:

Ortensia 70 anni circa, indossa un abito colorato, porta gli occhiali, ai piedi un paio di pantofole colorate
Gervasia 70 anni circa, indossa un abito scuro, ai piedi un paio di pantofole nere



In un tempo in cui non c’erano i telefoni cellulari.

L’azione si svolge in una cucina piena di mobili; all’interno della stanza le due donne devono muoversi a fatica. Una radio è sul tavolo. Un vecchio telefono è sopra la credenza. A un lato, una finestra. Un orologio alla parete, fermo.

È una partitura composta di dialoghi serrati e di lunghi silenzi.


I. Eri la migliore del quartiere

Gervasia da sola, tenta di mettere in ordine la stanza. Ortensia è comunque presente in scena, nascosta tra i mobili.
Radio - Code in uscita dalla barriera nord code a tratti... 
GERVASIA - (Ripete le parole della radio, che prende in mano, muovendosi con difficoltà tra i mobili della cucina.) Code a tratti dalla barriera nord code in uscita. 
Radio - Incidenti provocano rallentamenti, sulla tangenziale nord code in uscita. Code a tratti in direzione del centro città... 
GERVASIA - Code a tratti in direzione del centro città. Sulla tangenziale nord code in uscita, incidenti provocano rallentamenti. 
Radio - Il traffico è ripreso in direzione ovest...
GERVASIA - In direzione ovest il traffico è ripreso in direzione ovest.
Radio - Riduzione di carreggiata dopo il chilometro sei, vento forte, difficoltà di circolazione a causa del manto stradale... 
GERVASIA - Vento forte, difficoltà di circolazione a causa del manto stradale, riduzione di carreggiata dopo il chilometro sei. (Spunta Ortensia. Le due donne si scrutano.) Sempre in direzione del centro città.
ORTENSIA - Che cosa?
GERVASIA - Le code. Sempre in direzione del centro città.
ORTENSIA - Dove stava la Teresa. Piazza Dante, all’angolo con via del Sole. Al numero due, casa a un piano. A proposito: si sono sposati.
GERVASIA - Chi?
ORTENSIA - Si sono sposati. C’era da aspettarselo.
GERVASIA - Chi?
ORTENSIA - L’avevo detto, io. La Teresa e Aldo, ieri sera, alle otto e mezzo. 
(Silenzio.)
ORTENSIA - Che serata, ieri sera alle otto e mezzo! (Con aria sognante.) La Teresa e Aldo...
GERVASIA - Ah! La Teresa e Aldo. Già... E ti hanno invitato?
ORTENSIA - Dove?
GERVASIA - Al matrimonio!
ORTENSIA - Scema. È ficcttionn!
GERVASIA - Qualcuna sarà rimasta senza...
ORTENSIA - Senza cosa?
GERVASIA - Senza Aldo. Se l’ha preso la Teresa...
ORTENSIA - La Teresa è una volitiva. Due settimane fa aveva preso Marco, sono stati un po’ insieme poi lei l’ha piantato. Perché lunedì lei ha conosciuto Umberto, un nobile decaduto...
GERVASIA - Il sangue blu...
ORTENSIA - Sono stati insieme due settimane precise: da mercoledì 15 a mercoledì 22, due settimane precise, la Teresa e Umberto, io le date me le ricordo bene, non le dimentico io le date. Poi lei voleva un figlio e Umberto non poteva. E poi c’era la ex di Umberto, una principessa, alta capelli biondi occhi azzurri piedi piccoli... mandava alla Teresa lettere anonime, la minacciava, questo è successo... quand’è successo? Giovedì, venerdì o sabato? No, sabato non vanno in onda, allora venerdì... o giovedì... ma giovedì c’è stato il furto alla famiglia Borzacchin... Sì: era venerdì. Venerdì la ex di Umberto, una principessa, piedi piccoli occhi azzurri capelli biondi, ha mandato una lettera anonima alla Teresa, e allora la Teresa ha deciso di vivere un po’ da sola. È vissuta sola da lunedì sera a martedì sera, poi c’era Aldo, un avvocato, benestante magro pelle liscia poca barba profumato, con la macchinona, e lei mercoledì è andata a vivere da lui. Nella casa di Aldo.
GERVASIA - Ci sono infiltrazioni d’acqua.
ORTENSIA - È impossibile. Nella casa di Aldo non ci sono infiltrazioni d’acqua. È una villa, proprio a picco sul mare... un panorama, Gervasia, un panorama...
GERVASIA - Qui dico!
ORTENSIA - Qui dove?
GERVASIA - Nell’angolo.
ORTENSIA - Non le vedo.
GERVASIA - Ci sono ti dico.
ORTENSIA - Una fissazione...
GERVASIA - Sento umidità. Si sente nell’aria. Ce l’ho nelle ossa. L’acqua sta salendo.
ORTENSIA - Ti sbagli. Non ho sentito le sirene. Sei sempre la solita.
GERVASIA - Come sono, scusa?
ORTENSIA - Come sei?
GERVASIA - Hai detto: Sei sempre la solita. Voglio sapere come sono.
ORTENSIA - Sei così...
GERVASIA - Come: così?
(Silenzio. Si scrutano.)
GERVASIA - Hai detto: Sei sempre la solita. Voglio sapere come sono.
ORTENSIA - La solita sei. Hai sempre paura prima.
GERVASIA - La paura dopo serve a poco.
ORTENSIA - Sì però...
GERVASIA - Però cosa?
ORTENSIA - Con la paura addosso si vive male.
GERVASIA - Non è il mio caso: io vivo benissimo!
ORTENSIA - È come quando pensavi di essere incinta.
GERVASIA - (Irrigidita.) Non ero io. 
(Silenzio.) 
ORTENSIA - Sì, è come quando pensavi di essere incinta.
GERVASIA - Non ero io. 
ORTENSIA - Sì, mi ricordo bene. Eri proprio tu. Mi avevi fatto correre per tutto il giorno alla ricerca di quel porco, mi facevano male le scarpe e tu dicevi Corri corri Ortensia, Ora l’ammazzo, Se lo prendo l’ammazzo, Corri corri Ortensia, e io ti dicevo Non ce la faccio a correre, Gervasia non ce la faccio più, torniamo a casa Gervasia sono stanca, mi sanguinano i piedi e tu mi dicevi Hai i tacchi troppo alti, sei una vanesia! Perché non porti le scarpe basse? E correvi e io non ti stavo dietro. Perché ti sei messa i tacchi alti oggi, mi dicevi. Io ero salita da te per chiederti il rossetto, avevo finito il rossetto, e tu mi fai girare tutto il giorno per strada, con i tacchi! 
GERVASIA - Non ero io. (Silenzio.) Non ero io. 
ORTENSIA - Sì, me lo ricordo bene. Eri proprio tu.
GERVASIA - Tu guardi troppe telenovelle, Ortensia.
ORTENSIA - Sì, me lo ricordo bene. Eri proprio tu. Mi dicevi Cosa li porti a fare quei tacchi alti? Io ti dicevo che li portavo per fare la giratina in centro, per questo ero salita a chiederti il rossetto, e tu urlavi Hai i tacchi troppo alti, sei una vanesia! Perché non porti le scarpe basse? E correvi, e io non ce la facevo a starti dietro... ma il bambino, poi, dove l’hai messo?
GERVASIA - Tu guardi troppe telenovelle. Ti confondi con qualcun’altra. Con la Sandra la Teresa la Fernanda. Non ero io.
ORTENSIA - Dicevi Corri corri Ortensia, Ora l’ammazzo, Se lo prendo l’ammazzo, Corri corri Ortensia, e io ti dicevo Non ce la faccio a correre, Gervasia non ce la faccio più torniamo a casa Gervasia sono stanca, mi sanguinano i piedi e tu mi dicevi Hai i tacchi troppo alti, sei una vanesia! Perché non porti le scarpe basse? Da quel giorno porto solo ciabatte. (Mostra le pantofole colorate ai piedi.)
GERVASIA - Ti confondi con qualcun’altra. Tu guardi troppe telenovelle. Non ero io. 
ORTENSIA - Forse allora ero io... Mi confondo con me... È passato troppo tempo. Sono rimasta incinta così tante volte!
(Silenzio.)
ORTENSIA - Ho sete.
GERVASIA - È l’ultima bottiglia.
ORTENSIA - Arriverà qualcuno prima o poi...
GERVASIA - Nessuno verrà a prenderci, Ortensia.
ORTENSIA - Ma sanno che siamo qui...
GERVASIA - Nessuno si è preoccupato per noi.
ORTENSIA - Ci hanno telefonato...
GERVASIA - Quando il telefono funzionava, Ortensia.
ORTENSIA - Perché ora non funziona più?
GERVASIA - Alza la cornetta.
ORTENSIA - (Sorride.) Non funziona. (Beve.) Tu non hai sete?
GERVASIA - No.
ORTENSIA - Tu non bevi mai.
GERVASIA - (Si sporge.) Tutta questa acqua. Non berrò più.
ORTENSIA - Allora morirai.
GERVASIA - Ti piacerebbe?
ORTENSIA - Senza bere si muore. Senza mangiare si può stare ma senza bere... (Gervasia va a bere un bicchiere d’acqua.) Ecco… Ti piace? (Gervasia smette di bere.)
GERVASIA - Ci saranno le malattie...
ORTENSIA - Quali malattie?
GERVASIA - Le condizioni igieniche peggioreranno. Verranno fuori infezioni, epidemie...
ORTENSIA - Tornerà anche la peste?
GERVASIA - La peste, il colera.
ORTENSIA - Tornerà anche il tifo?
GERVASIA - La peste, il colera, il tifo. (Si riprende.) Ma in casa mia le infezioni non entrano. Non ci sono mai entrate. Per chi tiene tutto pulito. Per chi è abituato a tenere tutto pulito.
ORTENSIA - (Con ammirazione.) Eri la migliore del quartiere.
GERVASIA - Perché dici: Eri? Non sono mica morta!
ORTENSIA - (La guarda.) È vero, sei sempre viva. Sei la migliore del quartiere.
GERVASIA - Ti piacerebbe che fossi morta?
ORTENSIA - Ma cosa vai a pensare?
GERVASIA - Allora perché hai detto: Eri la migliore del quartiere, se non sono ancora morta?
ORTENSIA - No, tu no ma le altre forse sì. Per questo ho detto: Eri. E poi lo sai: sono un po’ ignorante io, non ho studiato! Eri la migliore, sei la migliore, sarai la migliore. Passato presente e futuro. Va bene così?
GERVASIA - Fosse morta la Miranda. 
ORTENSIA - Chi? Quella della televisione?
GERVASIA - Fosse morta la Miranda. Affogata, portata via dalla furia delle acque. Che sollievo. 
ORTENSIA - Ma chi? La Miranda dei quiz?
GERVASIA - Quella che mi scuoteva la tovaglia sulla terrazza, quella che mi spazzava sulla testa, quella che mi sbatteva forte la porta quando salivo le scale...
ORTENSIA - Ah! Quella Miranda. Quella che riceveva in casa…
GERVASIA - Cosa succedeva in casa sua io non lo so, non m’interessa, non lo voglio sapere.
ORTENSIA - Ma se ti pagava l’affitto. Doppio, mi dicevi. Perché tanto una come lei in casa non ci stava mai da sola.
GERVASIA - Mai avuto affitti da riscuotere. (Con enfasi.) Sono nullatenente io, pensionata al minimo. (Ortensia osserva maliziosa la casa. A voce bassissima.) A parte questo palazzo. Ma non conta: è prima casa. 
(Silenzio.)
ORTENSIA - Magari la Miranda è stata travolta dalla piena...
GERVASIA - Quelle come lei nemmeno la piena: nemmeno la piena!
ORTENSIA - Le vie del Signore sono infinite, non si sa mai... Magari c’è già stato il funerale...
GERVASIA - Zitta. È l’ora del giornale radio.
ORTENSIA - Questa radio! Ma le pile non finiscono mai?
GERVASIA - (Apre una credenza, piena di pile, sorride.) Ho la scorta.
ORTENSIA - Hai fatto la scorta per l’alluvione?
GERVASIA - Per alluvione, per il terremoto, per i tifoni, per la carestia... 
(Buio.)



II. Sono nella media

GERVASIA - In casa mia le infezioni non entrano. Non ci sono mai entrate. Per chi tiene tutto pulito. Per chi è abituato a tenere tutto pulito.
ORTENSIA - (Con ammirazione.) Eri la migliore del quartiere.
GERVASIA - Perché dici Eri? Non sono mica morta.
ORTENSIA - (La guarda.) È vero, sei sempre viva. Sei la migliore del quartiere.
GERVASIA - Ti piacerebbe che fossi morta?
ORTENSIA - Ma cosa vai a pensare?
GERVASIA - Allora perché hai detto Eri la migliore del quartiere, se non sono ancora morta?
ORTENSIA - No, tu no ma le concorrenti forse sì. Per questo ho detto Eri, e poi lo sai: sono un po’ ignorante, io! Non ho mica studiato!
GERVASIA - Già, sei un po’ ignorante...
ORTENSIA - Sono nella media.
GERVASIA - Un po’ più giù.
ORTENSIA - Nemmeno la Teresa ha studiato. Però stava per diventare contessa!
GERVASIA - Sì perché ora è il turno dell’avvocato, vero?
ORTENSIA - Sì, ora c’è Aldo. Come fai a saperlo? La guardi anche tu la sera alle otto e mezzo?
GERVASIA - Me l’hai detto prima. La Teresa e Aldo, il matrimonio, la principessa, il conte, la famiglia Borzacchin, i capelli biondi, la pelle liscia, i piedi piccoli...
ORTENSIA - Interessa anche a te, vedo...
GERVASIA - (Guardando l’orologio alla parete.) È l’ora del giornale radio. 
ORTENSIA - Avevi detto che l’orologio alla parete non funzionava più...
GERVASIA - Questa è l’ora del giornale radio, sono sicura.
ORTENSIA - Ma l’orologio alla parete è sempre fermo…
GERVASIA - Vuoi scommettere?
ORTENSIA - Con te mai. (Guarda l’orologio.) Questa è proprio l’ora del giornale radio!
GERVASIA - (Raggiante accende la radio e la tiene vicino all’orecchio.) Fallisce il vertice sul clima... Al congresso straordinario i resti del partito si stringono attorno all’ex cantante... Morti sospette... l’associazione che si batte per il riconoscimento dei diritti... sarebbe pronta a riprendere i negoziati. (Spegne la radio.) Ortensia, lo sai vero cosa vuol dire ‘negoziati’?
ORTENSIA - Certo! Per chi m’hai preso? 
(Silenzio. Gervasia aspetta la risposta di Ortensia.) 
ORTENSIA - Chi ha un negozio fa tanti negoziati.
GERVASIA - Come sei sapiente Ortensia! (Accende la radio.)
ORTENSIA - Sono nella media.
GERVASIA - (Con disprezzo.) La procura ha deciso di reagire alle accuse rivolte dalla famiglia e da quanti hanno criticato la sentenza del processo d’appello... Era diventato celebre per una relazione avuta con una donna che era giudice popolare... (Spegne la radio.) Ortensia, sai cos’è il giud (Si interrompe, accende di nuovo la radio.)
ORTENSIA - Che hai detto?
GERVASIA - Nulla. Stai zitta, devo sentire le notizie. Un vasto rastrellamento... una affermazione netta stando alle proiezioni statistiche relative al mercato... L’indice ha mostrato il 5% di perdite, ma i mercati hanno tenuto... Morti sospette nella capitale: almeno cinquanta decessi. Sta indagando la magistratura, le forze dell’ordine sono impegnate... 
ORTENSIA - Mercoledì sera morì anche la mamma della Teresa... una morte strana, piena di mistero, un intrigo... L’eredità, il primo marito, i figli, il secondo marito, i figli del secondo marito, l’amante del primo marito, la prima moglie del secondo marito... ma quante cose deve fare la polizia? Come fa a star dietro a tutte? 
GERVASIA - Gli abitanti della capitale sono sotto shock... L’inchiesta - ha precisato il magistrato che conduce le indagini - l’inchiesta sarà lunga e difficile...
ORTENSIA - In una settimana al massimo troveranno il colpevole. Per me è stato il terzo marito. La gelosia: cosa non si fa per la gelosia! Ieri un uomo è entrato nel negozio della figlia della cugina della Teresa: spara alla moglie che sta alla cassa e la uccide. Poi gli prendono la pistola, lui tira fuori un coltello e va a colpire una che sistema la borsa della spesa e poi lui si taglia la gola. Questo è successo venerdì. Prima del matrimonio della Teresa. Una si sposa con un uomo, sembra un buon partito, l’ha cercato per mari e per monti, pensa che sia quello giusto - come si dice? - l’altra metà, fa un po’ di conti, decide di sposarlo, pensa di aver fatto tutto quello che doveva fare nella vita, tira un sospiro di sollievo, sollievo per aver finalmente trovato un marito, e poi lui un giorno entra nel negozio ti si avvicina e ti ammazza.
GERVASIA - Parte attiva nei fatti descritti è stata svolta dall’associazione che si batte per i diritti dell’uomo... quando i diritti sono calpestati.
ORTENSIA - Oh, anche la Maria tutte le sere va giù al centro d’ascolto e fa la distribuzione dei vestiti, dei buoni pasto, dei biglietti dell’autobus, paga le bollette, regala le coperte, le lenzuola. I barboni li accompagna dal dentista, in farmacia, dal prete... La Maria fa tanto volontariato, tutti i giorni! E tu Gervasia lo fai il volontariato?
GERVASIA - (Appoggia con cura la radio sul tavolo. La spegne. Tono solenne.) Dono il sangue.
ORTENSIA - Ma se sei anemica!
GERVASIA - Chi l’ha detto?
ORTENSIA - Lo sanno tutti.
GERVASIA - Io non sono anemica.
ORTENSIA - Sarà... ma sei d’un pallido!
GERVASIA - Ci credo. Sono tre giorni che siamo qui, murate.
ORTENSIA - No, non sono tre giorni... sono venuta qui è poco...
GERVASIA - Sono passati tre giorni. Il sole non è ancora spuntato.
ORTENSIA - Quale sole?
GERVASIA - Il sole! Quanti ce ne sono?
ORTENSIA - Io posso essere il sole per qualcuno... dipende da quello che vuoi dire Gervasia... la Teresa per Aldo è un sole, e Aldo per la Teresa: è un sole... Se ora viene qui un poliziotto, se dalla finestra entra, per dire, un pompiere, così, per salvare noi due… (Si scalda.) Se ora entra, per dire, un pompiere e dà uno sguardo veloce alla stanza, vede i mobili, l’orologio, guarda te, la radio, la credenza... e poi vede me, i nostri occhi si incrociano, ci guardiamo per alcuni istanti che sembrano un’eternità, io arrossisco un po’, abbasso lo sguardo, timorosa, poi ci guardiamo ancora, in silenzio, lui sulla sua scala da pompiere, con un piede sul davanzale e quell’altro in equilibrio sul piolo, io qui seduta al tavolo di cucina, immobile, senza difese, ci guardiamo per alcuni istanti che sembrano un’eternità, in silenzio, già innamorati, già coinvolti, già riscaldati, arroventati da una fiamma che brucia nei nostri cuori, e ci illumina e ci dà vita e ci riempie, ecco: in questo caso io per lui sono il sole. Per lui è spuntato il sole, che sarei io. Tu per quel porco eri un sole... Gervasia, stai attenta a come parli!
GERVASIA - Quale porco!? Quando dico sole dico quello che sta in cielo! Ce n’è uno solo, e avanza.
(Buio.)



III. Per cosa ero venuta?

ORTENSIA - Magari è stata travolta dalla piena...
GERVASIA - Chi?
ORTENSIA - La Miranda.
GERVASIA - Quelle come lei nemmeno la piena: nemmeno la piena!
ORTENSIA - Tutte le volpi però finiscono in pellicceria.
GERVASIA - Come?
ORTENSIA - Il lupo perde il pelo. (Silenzio.) Il buon giorno si vede dal mattino. (Silenzio.) In bocca chiusa non c’entran mosche. (Silenzio.) Mentre l’erba nasce muore il cavallo. (Silenzio.) La verità è madre dell’odio. (Silenzio.) Non c’è viaggio senza polvere, né guerra senza lacrime. (Silenzio.) Dove manca natura, arte procura. (Silenzio.) Chi ha paura non vada alla guerra. (Silenzio.) Nella guerra d’amor, vince chi fugge. (Silenzio.) Testa grossa non fa buon cervello.
GERVASIA - Ti piacciono i proverbi?
ORTENSIA - Me li diceva la nonna. Sessant’anni fa, anno più anno meno. Ho una memoria... Ne conosco più di cento. Li vuoi sentire? (Silenzio. Si toglie gli occhiali, che sistema con cura sul tavolo. Si aggiusta i capelli, si schiarisce la voce.) Parere e non essere è come filare e non tessere. Grande amicizia genera grande odio. Chi vuol fare vada e chi non vuol fare mandi. Le parole sono femmine e i fatti sono maschi. Il tramontano porta bel tempo e lo scirocco pioggia. Fai quel che devi, succeda quel che può. La notte è madre di consigli. La morte picchia anche alla porta dei re. Piccola fiamma non fa gran lume. Bisogna guardare a quello che si fa, non a quello che si dice. Chi è bello, è bello e grazioso; chi è brutto, è brutto e dispettoso. Di promesse non godere, di minacce non temere. Alla prova si scortica l’asino. A tutti i poeti manca un verso.
GERVASIA - (Infastidita.) Zitta. È l’ora del giornale radio.
ORTENSIA - Un’altra volta?
GERVASIA - È l’ora del giornale radio.
ORTENSIA - Ma le pile non finiscono mai?
GERVASIA - (Apre una madia, piena di pile, sorride.) Ho la scorta.
ORTENSIA - Hai fatto la scorta per l’alluvione?
GERVASIA - Per l’alluvione, per il terremoto, per i tifoni, per la carestia. 
(La radio non funziona bene, il segnale è disturbato; Gervasia ruota le manopole del volume e delle stazioni, alla fine spazientita spegne l’apparecchio. Le due donne si guardano interrogative.)
GERVASIA - Eri venuta su per cinque minuti, e sono tre giorni.
ORTENSIA - Per cosa ero venuta?
GERVASIA - Per il latte. Avevi finito il latte.
ORTENSIA - Già. Ci siamo messe a chiacchierare.
GERVASIA - Eh sì.
ORTENSIA - Avevo finito il latte, sono venuta da te.
GERVASIA - Già.
ORTENSIA - Mi hai detto: Entra un momento Ortensia, che fai lì sulla porta? E io sono entrata.
GERVASIA - Già.
ORTENSIA - E ci siamo messe a chiacchierare.
GERVASIA - E sei rimasta qui tre giorni.
ORTENSIA - Sei sicura che sono tre giorni? Ci sembra tanto perché non siamo mai uscite. Siamo sempre state qui. Io e te... Magari sono soltanto tre ore.
GERVASIA - (Raggiante.) No! Alla radio hanno detto che è il 27 oggi, era il 24 sera quando sei venuta. Dicevano che era il 24. Stavo sentendo la radio quando hai bussato alla porta. 
ORTENSIA - La radio? Strano! Non la senti mai la radio!
GERVASIA - (Ignorandola.) Era san Gervasio. Oggi è san Filippino.
ORTENSIA - Non li so i santi... non ho portato con me il calendario. 
GERVASIA - Ci credo! Eri venuta per il latte.
ORTENSIA - Non hai un calendario?
GERVASIA - Ho la radio.
ORTENSIA - Non è la stessa cosa.
GERVASIA - La radio è più di un calendario. (Accarezza l’apparecchio.) Ti dice del mondo, delle persone, del tempo. Ecco, sentiamo il tempo. (Avvicina la radio all’orecchio e ripete a Ortensia le parole dello speaker.) Tempo previsto fino alle ventiquattro di oggi. Nuvolosità stratiforme. Foschie dense e locali banchi di nebbia. Temperature in aumento specie nei valori minimi. Moto ondoso in aumento. Coperto su tutte le regioni settentrionali. Tendenza alla variabilità specie sulle zone interne. Venti moderati di libeccio. (Visibilmente soddisfatta.) Hai capito?
ORTENSIA - Pioverà ancora?
GERVASIA - Io ti ho detto il tempo in generale, non il tempo sulla tua testa.
ORTENSIA - Sì, ma pioverà ancora? 
GERVASIA - Che ne so io!
ORTENSIA - Ma la radio che ha detto?
GERVASIA - Che ha detto, che ha detto! Ha detto tante cose, dice tante cose la radio... mi hai fatto perdere il filo!
ORTENSIA - Non hai un calendario, con le lune, i santi, le temperature?
GERVASIA - Ho la radio.
ORTENSIA - Non è la stessa cosa.
GERVASIA - La radio è più di un calendario. (L’accarezza.)
ORTENSIA - Sì ma non è la stessa cosa: non ti ha detto se pioverà ancora. (Vedendo il volto contrariato di Gervasia, con enfasi.) Oh... la radio è molto più di un calendario... la radio è anche un calendario. (L’accarezza. Silenzio.) E così le temperature sono in aumento, vero?
GERVASIA - Sì, specie nei valori minimi.
ORTENSIA - E le regioni settentrionali...
GERVASIA - Coperto. Tutto coperto.
ORTENSIA - C’è anche la nebbia, mi pare.
GERVASIA - Foschie dense e locali banchi di nebbia.
ORTENSIA - Ah...
GERVASIA - (Si affaccia alla finestra.) Finché si riesce a vedere la cupola.
ORTENSIA - La vedi?
GERVASIA - Sì, è laggiù.
ORTENSIA - È la cupola, vero? Siamo sicuri?
GERVASIA - La cupola, certo. Quante cupole ci sono? 
(Silenzio.)
ORTENSIA - (Con imbarazzo.) Chi l’ha costruita? Tu lo sai?
GERVASIA - Sì certo che lo so. 
(Silenzio.)
ORTENSIA - È vecchia?
GERVASIA - Che vuoi... gli anni passano anche per lei.
ORTENSIA - Ma quando l’hanno costruita?
GERVASIA - Nei tempi antichi!
ORTENSIA - Ah!
(Silenzio.)
ORTENSIA - Che c’è?
GERVASIA - Mi pare che sia un po’ più lontana...
ORTENSIA - Cosa?
GERVASIA - La cupola, più lontana.
ORTENSIA - Come più lontana?
GERVASIA - È più piccola di ieri.
ORTENSIA - Non dire sciocchezze! Che fantasia! (Si affaccia anche lei.) Non ci vedo. Gli occhiali. (Si volta a cercare gli occhiali, ancora sulla tavola.)
GERVASIA - (Butta in terra gli occhiali, che si rompono.) Oh, scusa! Gli occhiali! 
ORTENSIA - (Urla.) Come faccio ora? (Alla finestra.) Non vedo niente.
GERVASIA - Vedevi poco anche con gli occhiali, se è per questo!
ORTENSIA - Ma qualcosa vedevo, no?
GERVASIA - Ci stiamo allontanando noi. È come stare sopra una barca, Ortensia, sopra una barca. 
(Buio.)



IV. Il 34 ha cambiato percorso

ORTENSIA - (Guardando alla finestra.) Insomma è stato quell’architetto, eh, a fare quell’enorme coperchio...
GERVASIA - Già.
ORTENSIA - Chissà quanti operai aveva.
GERVASIA - Eh, tanti...
ORTENSIA - Ma quanto sarebbe alta?
GERVASIA - Parecchi metri... 
(Silenzio.)
ORTENSIA - Hai letto tanti libri, vero?
GERVASIA - (Con falsa ritrosia.) Eh... mi accontento... 
ORTENSIA - Sei una studiosa!
GERVASIA - Nooo... mi piace tenermi aggiornata!
ORTENSIA - Con la radio!
GERVASIA - Anche. Ma tu non l’ascolti la radio?
ORTENSIA - No. Mi mette tristezza. Sono soltanto voci. Però guardo la televisione, tanta televisione, e leggo il calendario.
(Silenzio.)
GERVASIA - Deve essere interessante...
ORTENSIA - Cosa?
GERVASIA - La lettura del calendario.
ORTENSIA - Beh, abbastanza. C’è scritto di tanta gente.
(Silenzio.)
ORTENSIA - Il 34 ha cambiato percorso. Lo sapevi?
GERVASIA - Non lo prendo mai.
ORTENSIA - Nemmeno io. Facevo per dire. L’autobus non è adatto per te.
GERVASIA - Qualche volta lo prendo.
ORTENSIA - È meglio che tu vada a piedi!
GERVASIA - Perché devo andare a piedi?
ORTENSIA - Perché ti fai sempre fregare, sull’autobus! Come quando sali e stai in piedi ma nella borsa tieni la tessera, perdio!
GERVASIA - Perché, tu come fai, scusa?
ORTENSIA - Io salgo, e per prima cosa do un po’ di spinte a chi mi sta vicino. (Mima.) Permesso Permesso Scusi signorina. Poi comincio a tirare un po’ di gomitate e mi guardo intorno. Mi avvicino a chi è seduto - soprattutto a quelli che leggono i libri: agli intellettuali - mi avvicino a loro e dico, dico a voce alta Signore, gentilmente mi farebbe sedere? (se è un uomo) Signora gentilmente mi farebbe sedere? (se è una donna). Il signore (o la signora) naturalmente si alza e io una volta ben posizionata, a sedere, come su un trono gli dico Signore, per caso vuole vedere la tessera? E lui, educato: Noooo, si figuri. Se è una donna Signora, per caso vuole vedere la tessera? E lei, educata: Noooo, si figuri, ma le pare? Una volta scesero tutti! Signori, per caso volete vedere la tessera?
GERVASIA - Quale tessera, Ortensia? 
ORTENSIA - Nessuna. Io non l’ho mai avuta la tessera. 
GERVASIA - Non sei mica una invalida civile.
ORTENSIA - Se è per questo non sono neanche vedova di guerra, ma la tessera è come se ce l’avessi e intanto sugli autobus io sto a sedere. Ora che siamo qui, su questa barca, voglio insegnarti io a farti valere. Se no, ci mettono i piedi in capo! La gioventù di oggi. C’è tanta arroganza nel mondo. Facciamo le prove.
GERVASIA - Che prove?
ORTENSIA - Le prove per quando sarai sull’autobus.
GERVASIA - Ma no...
ORTENSIA - Ma sì... Prova a dire: Signore, gentilmente mi fa sedere? 
GERVASIA - Ma via...
ORTENSIA - Prova a dire: Signore, gentilmente mi fa sedere?
GERVASIA - (Goffa.) Signore, gentilmente mi fa sedere.
ORTENSIA - No, aspetta! (Si guarda intorno, riempie due borse di plastica.) Queste sono le borse della spesa. Almeno due borse devi avere. Facciamo le cose perbene. Come se tu fossi una grande attrice. Su, ricomincia.
GERVASIA - Signore, gentilmente mi fa sedere.
ORTENSIA - Tu Gervasia non sai recitare, non sei portata per il teatro. Non ti viene spontaneo. Guarda me: io potevo essere a Bròdvai.
GERVASIA - Dove scusa?
ORTENSIA - A Bròdvai, dove vanno le star. Su, ricomincia.
GERVASIA - Signore, gentilmente mi fa sedere.
ORTENSIA - È una domanda Gervasia. Signore, gentilmente mi fa sedere? C’è il punto interrogativo in fondo. Sarò anche ignorante, però...
GERVASIA - Signore, gentilmente mi fa sedere?
ORTENSIA - No, no: troppo dolce. Troppo dolce. Più decisa devi essere. Più decisa. Il tono. Il tono della voce. E poi Gervasia: i gomiti! Li devi conficcare qui, agli altri passeggeri, se no non potrai mai passare! Come fai a passare quando l’autobus è pieno, all’ora di punta? Così, nelle costole. Più forte. Su, riprova. 
GERVASIA - È suonato il telefono. 
ORTENSIA - Io non ho sentito nulla. 
GERVASIA - È suonato il telefono ti dico. 
ORTENSIA - No, ti dico. (Va ad alzare la cornetta.) È sempre staccato.
(Silenzio.)
GERVASIA - Che percorso fa ora il 34?
ORTENSIA - Passa da via del Carmine.
GERVASIA - Via del Carmine? Qual è via del Carmine?
ORTENSIA - È quella dietro a via... a quella via... ti ricordi quella via dove c’era prima quel locale, dove si ballava, ti ricordi?
GERVASIA - Io non ballavo.
ORTENSIA - Sì, dove si ballava... in quel locale... Ci siamo andate tante volte Gervasia...
GERVASIA - Io non sono mai andata a ballare Ortensia.
ORTENSIA - Sì, ti dico. Ci siamo andate tante volte Gervasia... Come si chiama quella strada? Perché non mi ricordo più i nomi delle strade?
GERVASIA - Hai la testa piena di proverbi. Non c’è più posto.
ORTENSIA - Come si chiama quella strada? Come si chiama? 
GERVASIA - È via del Moro.
ORTENSIA - No, ti sbagli. In via del Moro c’era il cinema. Ci andavo da sola quando davano i film d’amore, le storie di lòve, lòve, lòve, con quei baci lunghi dieci, quindici minuti. Non sei mai venuta con me. Tutta fantasia, dicevi. Hai il cervello pieno di storie di lòve dicevi. Per fortuna ora c’è la televisione. I baci lunghi li guardo lì… ma non così lunghi… baci lunghi dieci, quindici minuti soltanto in via del Moro li ho visti… io non ci sono mai riuscita a baciare per quindici minuti. E tu Gervasia, ci sei riuscita? Qual è il tuo record personale?
(Silenzio.)
GERVASIA - È via del Pesce allora.
ORTENSIA - Qual è via del Pesce?
GERVASIA - È la traversa di corso Mazzini.
ORTENSIA - A che altezza?
GERVASIA - All’angolo con via San Piero.
ORTENSIA - Dov’è via San Piero? Dietro Piazza Grande?
GERVASIA - Piazza Grande è vicino a via degli Orti.
ORTENSIA - Qual è via degli Orti?
GERVASIA - Quella con il Palazzo della Borsa.
ORTENSIA - Ti sbagli Gervasia. Il Palazzo della Borsa non è lì. È in via delle Rondini.
GERVASIA - No, Ortensia. Via delle Rondini è dietro piazza delle Erbe.
ORTENSIA - È impossibile! Tra piazza delle Erbe e via delle Rondini ci sono almeno dieci minuti a piedi.
GERVASIA - Con i tacchi o senza?
ORTENSIA - Ci sono dieci minuti a piedi. Almeno. Tu Gervasia non sai la geografia.
GERVASIA - (Perentoria.) Ho detto: via delle Rondini è dietro piazza delle Erbe.
ORTENSIA - Via delle Rondini è dietro piazza delle Erbe.
(Silenzio.)
GERVASIA - Di cosa si stava parlando?
ORTENSIA - Oh, nulla... Del più e del meno...
GERVASIA - Ti avevo chiesto del 42. Il 42 ha cambiato percorso.
ORTENSIA - Non è il 42, Gervasia.
GERVASIA - Non è il 42?
ORTENSIA - No. Il 18 ha cambiato percorso.
GERVASIA - Il 18?
ORTENSIA - Quello che va in collina. (Si avvicina alla finestra.) Laggiù.
GERVASIA - E la cupola?
ORTENSIA - Cosa la cupola? 
GERVASIA - Dov’è la cupola?
ORTENSIA - Io non la vedo senza occhiali.
GERVASIA - (Si affaccia.) È un po’ più piccola.
ORTENSIA - Sei ubriaca.
GERVASIA - Di cosa? Sono tre giorni che non bevo. 
(Silenzio.) 
GERVASIA - L’acqua è salita?
ORTENSIA - (Si sporge per vedere.) Almeno due centimetri.
GERVASIA - Ma se dici che non ci vedi senza occhiali!
ORTENSIA - No, non ci vedo. Ma l’acqua si sente.
(Buio.)



V. Sempre notizie ci sono

GERVASIA - L’acqua è salita?
ORTENSIA - (Si affaccia.) Almeno sei centimetri.
GERVASIA - Ma se dici che non ci vedi senza occhiali!
ORTENSIA - Da vicino sì. Ce l’hai qualche giornale?
GERVASIA - Ho la radio, puoi sentire quella.
ORTENSIA - Giornali ce li hai?
GERVASIA - C’è un settimanale, sulla credenza.
ORTENSIA - (Si avvicina alla credenza, sbattendo contro i mobili. Prende la rivista, dalle dimensioni abnormi. Si porta la rivista sul viso.) È di dieci anni fa!
GERVASIA - E che vuol dire! Sempre notizie ci sono! 
ORTENSIA - La Teresa è sempre aggiornata. Compra almeno due giornali tutte le mattine.
GERVASIA - Si è innamorata del giornalaio? 
ORTENSIA - Maligna. La Teresa non si innamorerebbe mai di un giornalaio! Un giornalaio... tu non la conosci! Un giornalaio... (Sfoglia la rivista e legge le notizie con un po’ di difficoltà.) È provato: le donne parlano più degli uomini. Che strano! Io sto sempre zitta! Un famoso psi, psicologo ha organizzato una ‘competizione verbale’ tra uomini e donne. I risultati non lasciano dubbi: le donne parlano alla velocità di 107 parole al minuto, mentre nel medesimo tempo gli uomini ne pronunciano settantasei. Ogni ora, una parlatrice di buon calibro. Gervasia cos’è il calibro?
GERVASIA - Il calibro è in senso un po’... come dire? Un uso particolare della parola calibro in questo caso... il calibro è... un contesto metaforico, una... come dire, un’allusione. È il calibro... ma ti devo spiegare sempre tutto? Il calibro, il calibro della parlatrice. 
ORTENSIA - Ah, ora ho capito. Come farei senza di te? 
GERVASIA - Parlatrice, che parola! Chi dice parlatrice oggi? 
ORTENSIA - Il giornale è un po’ vecchio...
GERVASIA - Su, finisci di leggere se no si fa notte...
ORTENSIA - Credevo che non ti interessasse...
GERVASIA - È sempre cultura...
ORTENSIA - Già. 
(Ortensia guarda Gervasia, come inebetita. Silenzio.)
GERVASIA - Allora?
ORTENSIA - Allora cosa? 
GERVASIA - La parlatrice...
ORTENSIA - Ah, la parlatrice... vediamo.... Ogni ora, una parlatrice di buon calibro travolge con 6.420 parole il suo interlocutore uomo, il quale riesce a risponderle solo 4.560 volte. Ce l’hai un lapis?
GERVASIA - Ci dovrebbe essere. (Ortensia cerca affannosamente un lapis.)
ORTENSIA - Eccolo! Ce l’hai un foglio?
GERVASIA - No.
ORTENSIA - Posso scrivere sul giornale? Gervasia, posso scrivere sul giornale?
GERVASIA - Se non ne puoi fare a meno.
ORTENSIA - Allora, vediamo... 6.420 parole la donna, 4.560 parole l’uomo. 6.420 meno 4.560... due meno sei... dodici meno sei, sei e porto tre... tre meno cinque... Se ho capito bene Gervasia io potrei dire a te... se tu fossi il mio marito, io potrei dire a te 1860 volte Zitta, parlo io, senza che tu abbia la possibilità di... come si dice? di... replicare! Capito?
GERVASIA - Sì ma io non sono un uomo.
ORTENSIA - Ma se lo fossi... Ti potrei dire 1860 volte Zitta, parlo io. 1860 volte, capito?
GERVASIA - Non sono un uomo Ortensia.
ORTENSIA - (Scruta Gervasia.) Non si può mai sapere. (Torna a fogliare le pagine lentamente, quasi con solennità, leggendo i titoli.) Un trovatello inglese eredita immense fortune. Per la felicità di Ugo e Alessandra la regina era pronta ad ab, ad, abd...
GERVASIA - Abdicare! 
ORTENSIA - Nonostante le polemiche che hanno investito lo scorso anno la sua vita sentimentale, la popolarità della cantante non ha avuto un sensibile calo. Finalmente felice con la dentiera. Mangiate ridete parlate senza preoccupazione: la vostra dentiera non si muoverà. Le massaie isteriche. (Scruta Gervasia.) Le massaie isteriche: è scritto qui. I problemi della mamma. Noi non conosciamo i suoni della nostra voce. Sveliamo i retroscena delle nozze proibite. Il propellente dell’era spaziale. Le glorie della marina. Cosa succede in borsa? Punto interrogativo. I bambini che studiano hanno bisogno di superalimentazione e per loro c’è il biscotto al superlatte. Preparato con farine di quattro diversi cereali e con latte proveniente dalle zone di migliore produzione, ricco di calcio, fosforo, ferro e vitamine. I misteriosi dolori degli sposini in attesa. Ecco la lavatrice superautomatica più apprezzata nel mondo! Punto esclamativo. (Con enfasi.) Ecco la lavatrice superautomatica più apprezzata nel mondo! A casa fa la prepotente ma con gli amici è dolce e gentile. (Scruta Gervasia.) A casa fa la prepotente ma con gli amici è dolce e gentile. C’è scritto qui. Il piccolo risparmiatore è la vera vittima del caos. Mia moglie mi ha lasciato. Il controllo del fegato. Così l’uomo guarda al mistero della vita. I programmi della televisione. In un minuto è pronta una squisita pastasciutta al vero ragù d’una volta, tutta polpa magrissima e tenera. Ai lettori. (Annusa.) Gervasia, questo giornale puzza! Gli uomini passano ma i loro errori rimangono. Sono sei modelli diversi, progettati per esigenze diverse. Un’inchiesta che tutti devono leggere. E leggiamola!
(Gervasia alza il volume della radio.)
ORTENSIA - Devo andar via? 
(Gervasia abbassa il volume della radio.)
GERVASIA - Per cosa eri venuta?
ORTENSIA - Per l’olio. Dovevo fare una frittata e sono rimasta senza olio.
GERVASIA - Di semi o di oliva?
ORTENSIA - Quale mi avresti dato?
GERVASIA - L’olio di semi. È più leggero.
ORTENSIA - Ah!
GERVASIA - Hai le transaminasi alte. E l’ematocrito. Hai più di cinquecento piastrine. Per non parlare della VES e del colesterolo. Anche i valori della bilirubina totale erano sballati l’ultima volta.
ORTENSIA - Ora sto bene.
GERVASIA - Con le transaminasi alte bisogna stare attenti.
ORTENSIA - (Sorride.) Se non ci fossi tu... (Riprende la lettura.) Le tre sorelle sono state molto complimentate per la loro eleganza. La sovrana appare esaurita e segue una cura rigorosa. Il malinconico addio agli amici. I disturbi della pelle si possono guarire. Il sogno della fioraia. Le memorie del cancelliere. I protagonisti delle storie più incredibili. Che splendore sui vostri pavimenti. Ci puniva negandoci il bacio della sera. Cercate d’essere modesti se volete vincere il rossore. Crema candida e pura che nutre e tonifica, proteggendo la bellezza del vostro viso. Un uomo brucia vivo al luna park. Qualche regola per vincere a poker. (Chiude la rivista.) Preferisco la mia Teresa. È più... è più... avvincente. È più avvincente la mia Teresa: è divertente, è stimolante, è coinvolgente, è entusiasmante, è...
GERVASIA - Zitta. Devo sentire il tempo.
ORTENSIA - Ancora?
GERVASIA - Hai qualcosa contro il tempo?
ORTENSIA - L’abbiamo sentito prima...
GERVASIA - (Accende la radio, si avvicina con il viso all’apparecchio.) Tempo previsto fino alle ventiquattro di domani. Nuvolosità stratiforme. Foschie dense e locali banchi di nebbia. Temperature in aumento specie nei valori minimi. Moto ondoso in aumento. Coperto su tutte le regioni settentrionali. Tendenza alla variabilità specie sulle zone interne. Venti moderati di libeccio.
ORTENSIA - Tutta questa umidità! Ci farà male! 
GERVASIA - Finché siamo in casa.
ORTENSIA - Vuoi che me ne vada?
GERVASIA - E dove vai?
ORTENSIA - Torno giù.
GERVASIA - Il tuo piano sarà allagato.
ORTENSIA - La mia frittata!
GERVASIA - La piena l’avrà portata via.
ORTENSIA - Speriamo che se la mangi qualcuno...
GERVASIA - Sei una cuoca di fama.
ORTENSIA - Puoi ben dirlo! Vuoi che ti prepari qualcosa?
GERVASIA - No. 
ORTENSIA - Posso fare lo zabaione cotto con fragoline, posso fare la torta di mandorle con la ricotta, il budino di patate e mandorle, la torta di pere, la zuppa inglese, posso fare la torta salata alle erbette, i funghi gratinati, posso fare il tortino di melanzane, la mousse di piselli, lo sformato di salmone con salsa al basilico, il cappone alle castagne, posso fare il petto d’anatra al pepe verde, i filetti di sogliola al basilico, posso fare il pollo alla frutta e ai mirtilli, le taglioline agli scampi, il risotto ai peperoni, le tagliatelle agli asparagi e rosso d’uovo, posso fare i passatelli in brodo, i tortelli di erbette, posso fare le crespelle alla ricotta, posso fare i raviolini di rapa al burro e semi di papavero.
GERVASIA - Ti pare il momento?
ORTENSIA - Mangiar bene mette allegria. 
GERVASIA - Non ho fame.
ORTENSIA - Ma tu non mangi mai?
GERVASIA - Non ora.
ORTENSIA - C’è qualcosa da mangiare? (Ispeziona la cucina.) Da quant’è che non scendi a fare la spesa?
GERVASIA - Prima la facevi tu.
ORTENSIA - Prima avevo le gambe buone.
GERVASIA - (Sospira.) Se tu mi volessi bene...
ORTENSIA - Ma io te ne voglio!
GERVASIA - Perché hai smesso di fare la spesa per me?
ORTENSIA - Le gambe, Gervasia, le gambe. (Silenzio.) Da domani ricomincerò a fare la spesa. 
GERVASIA - Gioverà anche alle tue gambe! Vedrai come torneranno in forma!
ORTENSIA - Dici?
GERVASIA - Ho mai sbagliato?
ORTENSIA - Oh, mai... 
(Buio.)



VI. È sempre il momento per mangiare

GERVASIA - Sei una cuoca provetta.
ORTENSIA - Puoi ben dirlo! Vuoi che ti prepari qualcosa?
GERVASIA - Magari più tardi. 
ORTENSIA - Potrei fare... potrei fare... vediamo... Primo: disossare il cappone. Secondo: bagnarlo con il brandy. Poi: lasciare riposare per trenta minuti. Trenta minuti d’orologio. Poi: lessare le castagne, tagliare a pezzi le mele, tagliare la pancetta, farla rosolare. Poi: sciogliere il burro, fare saltare nel burro le mele per due minuti. Due minuti d’orologio. Tagliare il petto di pollo a pezzetti, bagnare il pane nel latte. Mettere la pancetta insieme alla metà delle mele. Versare il tutto dentro una terrina, unire l’altra metà delle mele, quelle senza la pancetta, quelle lì: unirle con una parte delle castagne, il parmigiano, il sale, le uova. Amalgamare l’impasto con un pizzico di pepe. Farcire il cappone, legarlo stretto stretto. Bagnare il cappone con olio, cuocerlo in forno: duecento gradi per novanta minuti d’orologio. Riprendere l’altra metà delle mele di prima... 
GERVASIA - Ti pare il momento?
ORTENSIA - Quale momento? 
GERVASIA - Il momento di fare questi discorsi...
ORTENSIA - È sempre il momento per mangiare.
GERVASIA - Non ho fame.
ORTENSIA - Ma tu non mangi mai.
GERVASIA - Non ora
ORTENSIA - Prima mangiavi.
GERVASIA - Prima era prima.
ORTENSIA - Prima ti preparavo la cena tutti i giorni.
GERVASIA - Prima era prima.
ORTENSIA - Mi dicevi: Ortensia voglio le patate farcite di verdura. Io ti dicevo: Quale verdura Gervasia? Con le carote e le zucchine. Poi mi dicevi: Ortensia, mettici la salsa allo scalogno. Il giorno dopo dicevi che nella salsa allo scalogno avevo messo troppo vino. (Silenzio.) Mi dicevi: Ortensia, voglio il semifreddo al limone. Io ti dicevo: Lo vuoi con la menta o senza? Con la menta, che domande mi fai! Si è mai visto un semifreddo al limone senza la menta! Il giorno dopo dicevi che non era abbastanza freddo. Non indovinavo mai le misure. Perché non indovinavo mai le misure?
GERVASIA - Sei distratta! Non si sta in cucina con la televisione accesa, a guardare le telenovelle, e le pentole sul fuoco. Quando si cucina ci vuole silenzio. Al massimo... al massimo... puoi sentire la radio.
ORTENSIA - Cosa ti preparo oggi Gervasia? Il fritto di mele e ananas. Ma senza zucchero a velo. Come si fa a fare i dolci senza zucchero a velo? Non mi piace lo zucchero a velo, lo sai, no! E poi mi dicevi dalla finestra: Ortensia, perché non hai messo lo zucchero a velo? Ortensia, come si fa a fare i dolci senza zucchero a velo?
GERVASIA - Ortensia perché non stai un po’ zitta?
ORTENSIA - Cosa ti preparo per domani Gervasia? Il pollo alla frutta e ai mirtilli. Io ti chiedevo: lo vuoi con le prugne secche? Senza le prugne secche, Ortensia! Le prugne secche non mi sono mai piaciute. Allora ti chiedevo: Gervasia posso metterci le fragole? Se proprio non ne puoi fare a meno, mi dicevi. Se proprio non ne puoi fare a meno. Ma le fragole con i mirtilli stanno bene, ti dicevo. Allora mettici anche le fragole, mi dicevi. Insieme alle fragole potrei mettere anche un po’ d’uva: Gervasia, posso metterci anche un po’ d’uva? No, l’uva no, mi dicevi. È antiestetica. 
GERVASIA - Ortensia perché non stai un po’ zitta?
(Silenzio. Ortensia va ad aprire la finestra. Rumore intenso di pioggia.) 
ORTENSIA - Ma tu sai nuotare?
GERVASIA - No. (Silenzio.) Perché me lo chiedi?
ORTENSIA - Così, tanto per dire... (Silenzio.)
GERVASIA - Tu sai nuotare?
ORTENSIA - No.
GERVASIA - Ho un canotto. (Si illuminano entrambe.)
ORTENSIA - Dove?
GERVASIA - Nel ripostiglio. A portata di mano. 
ORTENSIA - Da gonfiare?
GERVASIA - Già gonfiato.
ORTENSIA - Se l’acqua sale ancora...
GERVASIA - Ci possiamo preparare. Ho anche i remi. 
ORTENSIA - Sei attrezzata...
GERVASIA - Ho una bussola. 
ORTENSIA - Hai la radio...
GERVASIA - Le pile ci sono.
ORTENSIA - Ma tu Gervasia sai guidare un canotto?
GERVASIA - Ci porterà la corrente.
ORTENSIA - Dove, scusa?
GERVASIA - Dove va la corrente!
ORTENSIA - Al mare, intendi?
GERVASIA - Arriveremo giusto in tempo per i primi bagni di stagione.
ORTENSIA - Allora ci vorrà un ombrellone, l’asciugamano, la crema protettiva...
GERVASIA - C’è tutto. Tutto pronto. È tutto nel ripostiglio.
ORTENSIA - Bene.
(Silenzio.)
GERVASIA - Comincio a preparare le cose. (Esce di scena.)
ORTENSIA - Se l’acqua fosse scesa giù e nessuno ci avesse detto nulla?
GERVASIA - (F.c.) Che sciocchezza è questa? Prima ti sei affacciata alla finestra e hai detto È salita di quattro centimetri, e io ti ho detto Come fai a esserne sicura, se sei senza occhiali, e tu hai detto Da vicino ci vedo.
ORTENSIA - Io da vicino vedo poco.
GERVASIA - (F.c.) Allora vedi bene da lontano?
ORTENSIA - No, non tanto. Non sono più tanto sicura.
GERVASIA - (F.c.) Dei centimetri?
ORTENSIA - Dell’acqua. Sono senza occhiali. Non vedo nulla. Guarda te.
GERVASIA - (F.c.) Non posso, devo sistemare il canotto. Guarda te. 
ORTENSIA - Io?
GERVASIA - (F.c.) Siamo in due. Quando dico Te dico a te. Vedi qualcun altro qui?
ORTENSIA - Mah... non lo so... ci potrebbero guardare in mille, non me ne accorgerei.
GERVASIA - (Entra con due remi in mano e un ombrellone colorato da spiaggia sotto il braccio. Il canotto sporge dalla porta del ripostiglio e rende ancora più difficoltosi i movimenti delle due donne nella cucina.) Allora sei cieca?
ORTENSIA - Un pochino... ma passerà...
GERVASIA - Non sarà mica infettiva?
ORTENSIA - Cosa? (Si avvicina a Gervasia, per aiutarla.)
GERVASIA - Non ti avvicinare troppo!
ORTENSIA - Non sono mica malata!
GERVASIA - Non si può mai sapere.
ORTENSIA - Ho le transaminasi alte. L’hai detto tu.
GERVASIA - Non sono il tuo dottore.
ORTENSIA - Prima hai detto: Hai le transaminasi alte, Ortensia, e le piastrine, più di mille. E la bilirubina... Tutti i valori sballati. Credi che morirò?
GERVASIA - No. Devi fare solo un po’ di moto, fare le scale, cucinare, andare a fare la spesa...
(Silenzio.)
ORTENSIA - Li senti i cani?
GERVASIA - (Si avvicina alla finestra.) Sì. Non mi sono mai piaciuti, ma un po’ mi dispiace. 
ORTENSIA - A me tanto. (Si commuove.) Mi viene da piangere. Anche la mia Teresa piangerebbe... Anche alla Teresa è morto un cane. 
GERVASIA - Ce ne sono troppi. Il mondo è pieno di cani. Bisognerebbe fare qualcosa...
ORTENSIA - Le macchine...
GERVASIA - Cosa?
ORTENSIA - Tutti a fare pi pi pi pi. 
GERVASIA - Ora non lo fanno più.
ORTENSIA - Io lo sento ancora.
GERVASIA - No, non ci sono più macchine in giro.
ORTENSIA - Gli scoppi delle caldaie.
GERVASIA - Qualcuno...
ORTENSIA - Le macchine, là sulla collina.
GERVASIA - Non vedo nulla.
ORTENSIA - Nemmeno io.
(Silenzio.)
ORTENSIA - Mi pare di vedere il serpentone delle macchine, là sulla collina. Cercano di scappare.
GERVASIA - Io vedo solo i razzi.
ORTENSIA - I razzi?
GERVASIA - Per chiedere aiuto.
ORTENSIA - Certo, se tutti avessero un canotto... Noi siamo fortunate.
GERVASIA - (Tenta di aprire la finestra.) Ci sarà puzzo nell’aria.
ORTENSIA - Per i razzi?
GERVASIA - Per i morti. I morti poi puzzano.
ORTENSIA - La cupola c’è sempre?
GERVASIA - Tutto nero. (Si volta a guardare la cucina.) Devo rammendare l’ombrellone, è pieno di buchi.
(Gervasia si siede. Prende la scatola da lavoro, tenta di infilare l’ago. Ortensia si siede di spalle a Gervasia.)
ORTENSIA - Non ti riesce? 
GERVASIA - Certo che mi riesce!
ORTENSIA - Vuoi una mano?
GERVASIA - So fare da sola.
(Silenzio.)
ORTENSIA - Gervasia?
GERVASIA - Sì?
ORTENSIA - Ci sei?
GERVASIA - Se ti dico Sì vuol dire che ci sono.
ORTENSIA - Già, che stupida!
GERVASIA - Sì, sei un po’ stupida.
ORTENSIA - Sono nella media.
(Silenzio.)
GERVASIA - Per cosa eri venuta?
ORTENSIA - Per cosa ero venuta?
GERVASIA - Per il caffè. Avevi finito il caffè.
ORTENSIA - No. Tu mi avevi chiesto il caffè. Tu l’avevi finito, mi hai detto dalla terrazza Ortensia ho finito il caffè portami su il caffè ho il tegame sul fuoco non mi posso spostare! E io sono venuta su con duecentocinquanta grammi di caffè. Di quello buono! Ricordati di ricomprarmene un sacchetto, quando sarà tutto finito. Miscela oro.
GERVASIA - Io il caffè non lo bevo mai. Sei sicura che avevo finito il caffè? 
ORTENSIA - Dovevi fare un parti. 
GERVASIA - Cosa? 
ORTENSIA - Un parti. Come alla televisione!
(Buio.)


VII. Io il caffè non lo bevo mai

ORTENSIA - Mi avevi chiesto il caffè. L’avevi finito, mi hai detto dalla terrazza Ortensia ho finito il caffè portami su il caffè ho il tegame sul fuoco non mi posso spostare. E io sono venuta su con mezzo chilo di caffè. Di quello buono! Ricordati di ricomprarmene un sacchetto, quando sarà tutto finito. Miscela arabica al cento per cento.
GERVASIA - Io il caffè non lo bevo mai. Sei sicura che avevo finito il caffè? 
ORTENSIA - Dovevi fare un parti. 
GERVASIA - Cosa? 
ORTENSIA - Un parti. Come alla televisione!
(Silenzio.)
ORTENSIA - Hai preparato il canotto?
GERVASIA - Certo. Quando ho finito di rammendare si parte.
ORTENSIA - Hai chiuso il gas? 
GERVASIA - Nessuno l’ha aperto.
ORTENSIA - Facevo per dire. Quando uno va via controlla sempre se è chiuso il gas. L’ho visto fare nei film.
GERVASIA - Sì sì, è chiuso. È sempre stato chiuso.
ORTENSIA - Hai controllato la cupola? 
GERVASIA - Mi pare che sia lì.
ORTENSIA - Il campanile?
GERVASIA - Dovrebbe essere vicino alla cupola.
ORTENSIA - I remi?
GERVASIA - Eccoli.
ORTENSIA - Cosa dice la radio?
(Lungo silenzio.)
ORTENSIA - Gervasia, cosa dice la radio?
GERVASIA - (Avvicina l’orecchio alla radio.) Sole ovunque. Sarà un’estate meravigliosa.
(Buio.)