NON E’ TUTTO ORO…

di Paola Ponti

UN UFFICIALE - UN PRIGIONIERO

Un ufficio militare.

Vittorio è seduto alla scrivania. Porta una maglietta bianca, e dei pantaloni di tela, puliti e stirati. Ma è ancora pieno di lividi. Si massaggia i polsi dove fino a poco prima portava le manette. 
Il suo sguardo possiede la dignità del dolore.

Entra un ufficiale con una tazza di caffè in mano. Trafelato. Sorridente e impacciato. 
Il suo sguardo possiede la stupidità di chi non si fa domande.


UFFICIALE: Eccoci qui, scusi se l'ho fatta aspettare. Vittorio.

Vittorio alza la testa sorpreso. A fatica tenta di alzarsi.

UFFICIALE: Prego prego, stia. Le faccio portare un caffè?

Pausa, poi Vittorio dice no con la testa.

UFFICIALE: (tirando fuori un pacchetto di sigarette dalla tasca) Sigaretta?

Vittorio prende lento la sigaretta. 

UFFICIALE: (accendendogli la sigaretta) Allora: sua moglie sta bene. Non si deve preoccupare.

VITTORIO: E mio figlio?

UFFICIALE: Calma calma, non partiamo subito col piede sbagliato. Le dico io tutto. Allora, l’ho fatta venire qui oggi perché-

VITTORIO: Li lasci andare.

Si guardano.

VITTORIO: Le dirò tutti i nomi. Glieli dico io tutti i nomi. Loro non vi servono, li lasci andare. 

UFFICIALE: E perché, quando potreste andarvene tutti e tre?

VITTORIO: Le dirò io tutti i nomi. 

UFFICIALE: Vittorio…

VITTORIO: Conosco tutti i compagni di lavoro di mia moglie. Io e lei- 

UFFICIALE: Vittorio… 

VITTORIO: Io e lei ci siamo sempre detti tut-

UFFICIALE: VITTORIO!! (pausa) Le ho detto che potrete andare presto a casa… tutti e tre.

VITTORIO: (pausa) Da dove comincio a raccontare?

UFFICIALE: E’ una domanda?

VITTORIO: (pausa) No. 

Pausa.

UFFICIALE: Ma lei sta tremando. 

Vittorio lo guarda immobile.

UFFICIALE: Ha freddo?, non si sente bene?, 

VITTORIO: Non sto tremando.

UFFICIALE: Le faccio portare qualcosa da bere?

VITTORIO: No, grazie. Sto bene.

UFFICIALE: Qualcosa di caldo, un tè, un caffè?

VITTORIO: Appena mia moglie e mio figlio saranno fuori di qui, io le dirò tutto quello che vuole sapere.

UFFICIALE: Guardi che roba, ma le succede spesso di tremare così? 

VITTORIO: Non sto tremando. 

UFFICIALE: Vuole che chiami un medico?, sì, è meglio che chiami un medico.

VITTORIO: Allora?

UFFICIALE: Ah ah ah! Attento, c’era una leggera inflessione finale.

VITTORIO: Ero solo… “curioso di sapere” se poteva in qualche modo.. ritenere la mia proposta interessante.

UFFICIALE: Curiosi, curiosi, curiosi. Questa è la vostra rovina. 

Pausa. 

UFFICIALE: Senta, io capisco bene che lei si senta un po'… che gli ultimi mesi sono stati un po’... Adesso però sua moglie sta molto meglio.

VITTORIO: Cosa vuol dire ‘adesso’? 

UFFICIALE: E tre! (ride come un ebete) Tre a zero, e abbiamo appena cominciato! (Si ridà un tono) Comunque, dicevamo. Lei sa che io non posso fare troppi strappi alla regola. Allora, che dice, mi posso fidare? (silenzio) Mi posso fidare? (Vittorio resta immobile) Benissimo. Allora, Anita si è ripresa perfettamente.

Silenzio.

UFFICIALE: Guardi che non è normale tremare così. Le faccio portare una coperta?

VITTORIO: Non sto tremando. 

UFFICIALE: Che vuole, è una mia debolezza, non posso vedervi tremare… Una tisana! Ecco, potrei offrirle una tisana di tiglio! Buona, distende i nervi, fa digerire. Che forza le donne, ne sanno una più del diavolo! (pausa) Vittorio. Vittorio? Tutto bene?

Si guardano.

UFFICIALE: Un’altra sigaretta, forse. Lei è un buon fumatore, mi è parso di capire. (sorride) Se mi sentisse mia moglie…! “Come fai a dire buono di una cosa che fa male? E non dirlo davanti ai ragazzi, che li confonde!”. Le donne! Se non ci fossero le donne! Ahimè, caro Vittorio, sono molto più forti di noi. Per questo delle volte ci tocca di essere un po’ duri. Con quelle degli altri, naturalmente. (ride ebete) Perché con la tua… uno sguardo e ti ritrovi zerbino! Non è così? Certo che è così, vero? Bel caratterino, anche la sua. Avanti, prenda un’altra sigaretta, che la tira su.

VITTORIO: No, grazie.

UFFICIALE: Insisto. La prego. (Vittorio prende un’altra sigaretta) Ah, l’ha saputo che siamo entrati nelle finali di Coppa Davis? 

VITTORIO: Dicevamo delle donne.

UFFICIALE: Si comincia la prossima settimana. Basta un piccolo ‘sì’ e potrete godervela tutti e tre sul divano di casa vostra. Lei, sua moglie, e appena si sarà ripreso completamente anche il piccolo… potreste già essere-

VITTORIO: (di botto) Che cosa è successo a mio figlio?

UFFICIALE: Quattro!! Ahi ahi ahi andiamo male oggi, siamo già a quattro domande! La vedo distratto, Vittorio. E guardi come trema!

VITTORIO: Non sto tremando. Che cosa è successo a mio figlio?, 

UFFICIALE: Si calmi, guardi che le fa male…

VITTORIO: Che cosa è successo a mio figlio? Da cosa, si è ripreso? Che cosa…?

UFFICIALE: Eh eh.. adesso però…

VITTORIO: Che cosa gli avete fatto? Cosa gli è successo, le ho chiesto che cosa avete fatto a mio figlio!

UFFICIALE: (urla) ALLORA!!! Basta adesso! (pausa. Si ricompone) Evidentemente lei non è nelle condizioni di portare avanti una conversazione civile. Hi, civile! (ride ebete. ) Insomma, cerchi di controllarsi, se andiamo avanti così, non è più questione di chiudere un occhio… Bisogna accecarsi!! (ride)

VITTORIO: (Lento) Cosa gli avete fatto? Cosa- gli- avete- fatto? Se gli avete fatto del male io- Se avete fatto del male a mio figlio o a mia moglie…- (urla) MI SENTE?! HO DETTO COSA GLI AVETE FATTO!!!

Vittorio tossisce, si porta una mano al petto e ricade sulla sedia. 

UFFICIALE: Vede? Lo vede che fa male? Me lo dica lei, cosa dobbiamo fare con voi? Perché dovete commettere sempre lo stesso errore? Quanto tempo sprecato! Quanta fatica! E per cosa poi? Per delle domande! Dico io, per delle domande! Ma cos’è che volete tanto sapere? 

Si guardano.

UFFICIALE: Allora. Facciamo che non è successo niente. Ricominciamo. L’ho fatta chiamare perché sua moglie ha dovuto subire una piccola operazione, ma ORA – STA – BENE. Mi ha sentito? Le ho detto che ora sta bene. E allora, su, c’è una regola, e rispettiamola Santo Dio!

VITTORIO: Mia moglie aveva appena iniziato a lavorare con il Presidente,

UFFICIALE: Cosa?

VITTORIO: come sua segretaria. Era l’addetta all’archivio di stato quando-

UFFICIALE: Vittorio…

VITTORIO: -lei lo aveva capito che era tutto inutile, che- 

UFFICIALE: Fermo fermo fermo! Sua moglie ci ha già raccontato tutto. Di come faceva la spia dico. 

VITTORIO: Quale spia, mia moglie non ha mai fatto-

UFFICIALE: Non peggioriamo la situazione. Anita ha capito e ha confessato. Ma non si deve preoccupare. E’ tutto finito oramai. Si è dimostrata molto ragionevole. Alla fine.

VITTORIO: Ha fatto la cosa giusta.(pausa) Allora lei e il piccolo adesso possono… Resto io insomma, lei e il piccolo…

UFFICIALE: Ah ah ah, si calmi, sta ricominciando a tremare. 

VITTORIO: Non sto tremando. Non c’è più ragione che restino qui.

UFFICIALE: Le ho detto di calmarsi. Sta tremando come una foglia.

VITTORIO: Non sto tremando. Non c’è più ragione che restino-

UFFICIALE: (urla) La smetta!!

Silenzio.

UFFICIALE: Un po’ di rispetto, insomma!! (pausa) Quanto tempo perso, quanto tempo perso! Come dice il nostro presidente, “Qui bisogna ricostruire un paese, altro che domande!!” 

VITTORIO: Il vostro presidente non è altro che un grandissimo bugiardo.

UFFICIALE: Per una volta che c’è un uomo onesto…

VITTORIO: Il vostro presidente ha rubato, mentito, calunniato…

UFFICIALE: Dovreste essergli grati, altro che…

VITTORIO: … il vostro presidente pensa solo a se stesso! 

UFFICIALE: con tutto quello che ha fatto per noi.

VITTORIO: Il vostro presidente vi disprezza.

Pausa.

UFFICIALE: (facendo paura) Che cosa ha detto?

VITTORIO: Il vostro presidente vi disprezza. 

Pausa.

VITTORIO: Il vostro presidente vi parla come ai bambini e vi comanda come cani. Il vostro presidente vi disprezza.

Silenzio.

UFFICIALE: (URLA) NON SI AZZARDI!! NON SI AZZARDI MAI!!! DICO MAI!!! (pausa) Di… di… di offendere il nostro presidente, ha capito?!

Silenzio.

UFFICIALE: Ora. Io l’ho fatta venire qui oggi per comunicarle la proposta del nostro presidente. Anita ha già accettato. Allora: il presidente vi offre un lavoro per Anita nelle pubbliche relazioni, ottimo stipendio naturalmente, un appartamento in centro con una bella stanzetta già piena di orsetti per il piccolo, e per lei, che prima che perdesse la testa, era un grande giornalista, un appuntamento bisettimanale in prima pagina. (pausa) Dico io, ma le è convenuto così tanto fare il rivoluzionario? Lei faceva il mestiere più bello del mondo ed era pure il più bravo, che cosa le mancava? 
Io avrei dato qualunque cosa per fare il cronista sportivo!

VITTORIO: E perché non l’ha fatto?

UFFICIALE: Perché bisogna essere capaci!!

Lungo silenzio.

UFFICIALE: Voi che parlate tanto di ingiustizia. Perché, non è un’ingiustizia questa?

Poi l’ufficiale prende in mano la foto del presidente dal taschino.

UFFICIALE: Che uomo il nostro presidente. Che uomo il nostro presidente! Che ci ha dato un lavoro. Perché senza un lavoro un uomo è senza dignità. (parla con la foto, in tono confidenziale) Lo perdoni, sa, …non sa quello che dice. 

Si alza.

UFFICIALE: Bene, le lascio qualche minuto per riflettere, intanto mando a chiamare sua moglie e suo figlio. I bambini… Che creazione meravigliosa. Peccato i capricci. Il problema di noi genitori è che li viziamo troppo. 

Pausa. Si guardano.

VITTORIO: Che cosa è successo a mio figlio?

UFFICIALE: Eh, li viziamo troppo. Il 27! Che stupido. Dal 27 al 3. (pausa) La coppa Davis. Non se la vuole guardare comodo sul suo divano di casa?

VITTORIO: Che cosa è successo a mio figlio?

UFFICIALE: Gli farò portare una coperta in più. 

VITTORIO: Che cosa avete fatto a mio figlio? 

UFFICIALE: Anche quelle cose che dicono “doccia calda doccia fredda”, per la circolazione sa?, ma io… - a parte che non ci ho mai creduto - poi a un bambino così piccolo non fa mai bene il freddo, per giunta a un bambino che… Che non vuole mangiare! Ecco, gliel’ho detto, contento? Non vuole mangiare. Troppo viziato, troppo viziato.

L'ufficiale va alla finestra. Guarda fuori, in silenzio.

UFFICIALE: Non vuole il biberon. Solo la mamma. Che purtroppo... (allarga le braccia)… purtroppo non può più (si porta le mani al petto) allattare.

Vittorio si porta le mani alla faccia. E piange.

UFFICIALE: Hanno davvero una grande forza le donne. Io le stimo molto per questo, non creda. Non sono lo stupido che lei pensa. Ma c'è una cosa che non sono ancora riuscito a capire in tutti questi anni: perché un ideale dovrebbe far soffrire così tanto. Che senso ha? Per poi accettare alla fine! Per poi capire che il nostro presidente è un grande presidente. Voi fate i giornalisti. Lui vi regala un giornale. Cosa volete di più? Allora Vittorio, la prego, lei mi è anche simpatico e io non sono lo stupido che lei pensa. Cerchi di essere più saggio di sua moglie, voglio dire… più veloce nella scelta. (pausa) Lei crede che io sia stupido?


VITTORIO: In altri tempi uno come lei si sarebbe chiamato stupido. Oggi si chiama fascista.

L’ufficiale si volta verso Vittorio. Sorride. 

UFFICIALE: Una tisana di tiglio?