Ucciderò Sherlock Holmes

di

Riccardo Bàrbera 

Strano personaggio, Sherlock Holmes. 
Sfuggì immediatamente al controllo del suo creatore, Sir Arthur Conan Doyle, il quale aveva altissime ambizioni letterarie e giustificava la scrittura delle avventure della sua algida creatura solo con motivazioni bassamente economiche, di cui un po’ si vergognava.
Questi tentò più volte di sopprimerlo e una volta riuscì a precipitarlo giù per lo strapiombo delle più alte cascate svizzere. Anche in quel caso le proteste dei lettori e l’insopportabile pressione degli editori costrinsero Doyle a far resuscitare il suo amato-odiato figlio. 
Perfino la morte di Sir Arthur, avvenuta il 7 luglio 1930 a 71 anni, non mise affatto fine alla produzione di racconti, romanzi, commedie e film apocrifi incentrati sulla coppia Holmes-Watson, a testimoniare l’indomabile vitalità di questo mito investigativo. 
Ancora oggi esistono in tutto il mondo club di appassionati sherlockiani. L’Italia in questo non fa eccezione. 
“Ucciderò Sherlock Holmes” è un vero omaggio alla classica cultura sherlockiana. L’ispirazione principale nasce dal racconto di Doyle intitolato “La scomparsa di Lady Frances Carfax” il resto è frutto di pura invenzione apocrifa e di suggestioni presenti qui e là nella letteratura sherlockiana. 
È messo in scena, parallelamente alla storia, perfino il difficile rapporto che Doyle ebbe col suo personaggio e con il suo editore.
In questo testo sono presenti tutti gli ingredienti che hanno fatto di Holmes il più grande investigatore della letteratura di tutti i tempi: c’è il “delitto nella camera chiusa” (un omicidio perpetrato all’interno dello scompartimento chiuso da dentro su un treno in corsa tra Glasgow e Londra); c’è un ironico dottor Watson (il vero protagonista della vicenda) interpretato da un attore di gran razza: Roberto Stocchi… ma, soprattutto, c’è la misteriosa morte di Sherlock Holmes che incombe su tutto lo spettacolo, rievocata insieme alla fatale sfida con il perfido Moriarty.
Ci ritroviamo, dopo un prologo scozzese, su un treno a vapore carico di misteri e, perché no, di sorrisi, perché trattasi pur sempre di una comedy (anche se black) e i personaggi sono disegnati con la salace ironia mutuata dal bozzettista Doyle. E’ un vagone popolato da personaggi più o meno simpatici ma sicuramente infidi: ogni passeggero e perfino il ferroviere dichiarano identità tutte da dimostrare, in un crescendo di colpi di scena. 
Solo il metodo deduttivo ("Eliminato l'impossibile, tutto ciò che resta, per quanto improbabile è la verità") e i suoi spietati sillogismi potranno svelare l’insvelabile.
In sostanza, lo spettatore sherlockiano troverà allo “Stabile del giallo” pane per i suoi denti.

Personaggi:

Arthur Conan Doyle scrittore 
(interpretato dall’ attore che interpreta Watson)

Greenhough Smith editore (solo in voce)
(interpretato dall’ attore che interpreta Holmes)

Dr Watson medico chirurgo, scrittore, neoinvestigatore
Maggiore Duncan Blake amico di Watson, ex militare nelle colonie indiane
Lady Margareth Carter nobildonna austera e sprezzante
Stan Carter figlio 31enne di Lady Margareth
Arthur McCarthy responsabile di carrozza 

Miss Angelica Bell giovane donna in lutto
Timothy Connery alias Sherlock Holmes – un sublime camuffamento
Brodie Johns killer smilzo ma implacabile (solo da morto)

Atto primo

Prologo


Spazio surreale, che rappresenta il luogo d’incontro tra Doyle e il suo editore

Doyle e Smith 

La scena è filmata, o, in alternativa, intravvediamo i dialoganti in penombra, o in controluce


Arthur Conan Doyle Signor Smith, voi mi stimate?

Greenhough Smith Come dite?

Arthur Conan Doyle Mi stimate? Vi piace il mio modo di scrivere?

Greenhough Smith Se non credessi nel vostro talento non sarei arrivato a pagarvi quasi uno scellino a parola. 

Arthur Conan Doyle Questo vuol dire che i miei racconti fruttano al vostro giornale almeno tre scellini a parola. Non parlo di danaro. La stima cui accennavo implica un apprezzamento morale, culturale e artistico. In questo senso, mi stimate?

Greenhough Smith Ma certo, sì.

Arthur Conan Doyle Io invece penso che mi apprezziate solo perché garan-tisco più vendite di Oscar Wilde. Ebbene, non mi interessa più. Che lo vogliano o no, darò in pasto ai miei lettori della vera letteratura. Sto meditando persino di smettere di fare il medico. Basta, da sei anni scrivo giorno e notte torturato dalle vostre scadenze e dai miei pazienti. Ho mille idee, ho in mente un grande romanzo.

Greenhough Smith Di che si tratta?

Conan Doyle “I profughi”, è a tema storico, un affresco delle vicissitudini degli Ugonotti al tempo di Luigi XIV. Mi ispiro a Walter Scott. Raccolgo materiale da anni.

Greenhough Smith Sarò felice di leggerlo, ma non posso pubblicarlo sullo “Strand Magazine”. Il nostro è un giornale letto da donne e impiegati, un pubblico appassionato di cronaca nera, sia vera che fittizia. Ormai si sono abituati e chiedono quei racconti, quello stile…

Arthur Conan Doyle
Non è stile, è mestiere. Comunque il “Lippincott’s Magazine” ha promesso a me e al signor Wilde di pubblicare un romanzo a testa. So che Oscar ha ultimato le bozze di una storia incentrata su un ritratto dagli strani poteri… e io? Come rispondo io?

Greenhough Smith I Lippincott hanno appena acquistato anche la nostra rivista, non lo sapevate? Era in prima pagina stamattina. 
Arthur Conan Doyle Non leggo i gior-nali, sono troppo impegnato a riempirli.

Greenhough Smith Date ai Lippincott un nuovo romanzo di Holmes. In Ame-rica non aspettano altro. 

Arthur Conan Doyle 
Mi disgusta anche il solo sentirlo nominare. Mister Greenhough Smith, la
decisione è presa. Non vedo via d’uscita. 
Eccovi gli ultimi racconti, come da contratto.

Greenhough Smith Peggio per voi. Fate vedere. Sono sei. E alla fine del sesto, mi state dicendo…

Arthur Conan Doyle Leggeteli, una volta tanto, e vedrete, nell’ultimo UCCIDERO’ SHERLOCK HOLMES. 



Scena prima

Salotto borghese 

Stan Carter, Lady Margareth Carter, indi Watson

Divano + poltrona con tavolinetto da the al centro sul quale, per l’appunto, troneggia una fumante teiera. Da qual-che parte è utile che ci sia una piccola cornice con dentro un ritratto di un bambino in braccio al suo papà. Lady Margareth è seduta e sta leggendo un foglio aiutandosi con un paio di occhia-lini. Entra Stan, suo figlio, seguito a breve distanza da Watson.

Stan Carter Madre, è arrivato il dottor Watson, come ti avevo annunciato.

Lady Margareth Carter Speravo avessi cambiato idea. 

Dott Watson entrando Lady Carter… John Hamish Watson. E’ un onore per me…

Stan Carter tossisce asmaticamente

Lady Margareth Carter Accomodatevi pure. Stan, è l’ora delle tue nuove pasticche, mi pare.

Stan Carter Sì…, grazie. Cerca nel taschino un portapillole, ne estrae due e le assume febbrilmente

Lady Margareth Carter Com’è andato il viaggio?

Dott Watson sedendosi Non male, da Londra in dodici ore di treno ho letto 8 quotidiani e un romanzo in lingua gaelica, ho visitato una ventina di passeggeri che presentavano i sintomi più disparati e ho cenato 3 volte. 

Lady Margareth Carter 3 volte?

Dott Watson E’ più forte di me: rispondo a tutti gli appelli. Capirete: il cuoco era italiano. 

Lady Margareth Carter Stan, versa il the al signore. A Watson Per la delicatezza di ciò che abbiamo da dirvi abbiamo liberato la servitù per qualche ora. 

Dott Watson No, grazie, non bevo analcolici.

Lady Margareth Carter In questa casa l’alcool è bandito.

Dott Watson Ah sì? … esiste una casa scozzese sprovvista di Whisky? 

Lady Margareth Carter gelida Esiste. Il nostro incontro nasce da una iniziativa di Stan che non mi vede consenziente. 

Il Dott Watson guarda sorpreso Stan

Stan Carter Ho ricordato a mia madre che siete stato il braccio destro del povero Sherlock Holmes ma è diffidente. Mio padre vi conobbe anni fa, prima che ci trasferissimo a Glasgow.

Dott Watson Certamente. Ricordo Lord Carter come un vero gentiluomo..Watson nota un dagherrotipo in una piccola cornice Ah, eccolo qui. Quel bambino siete voi?

Stan Carter Sì, avevo un anno.

Lady Margareth Carter
Mio marito ci leggeva sempre i vostri racconti… e… scusate…Ha un singulto e chiede un fazzoletto al figlio. Scusate…Ventidue anni vissuti insieme. Non riesco ancora a farmene una ragione. Voi eravate solo il medico personale di Holmes, vero?

Dott Watson Sì. In effetti…

Lady Margareth Carter al figlio Capisci? E’ come far suonare il violino, morto Paganini, al suo callista.

Stan Carter Non offendetevi, Dottore. Mia madre…

Dott Watson a Stan No, comprendo le sue perplessità. Io per primo mi sono stupito quando, dopo la morte di Sherlock, mi chiesero aiuto in vece sua. Iniziò la vicina di casa: mi chiese di risolvere un piccolo mistero. Pensate: in 
una settimana aveva perduto una spazzola, un chilo e mezzo di cavoli puliti, un dizionario, tre confezioni di palle da tennis e un cavastivali. Otto i sospettati, tutti forniti di alibi inattaccabili.

Lady Margareth Carter E avete risolto il caso?

Dott Watson Sì. Prima regola di Holmes: Eliminato l'impossibile, tutto ciò che resta, per quanto improbabile è la verità.

Stan Carter Quindi?

Dott Watson Il vicino. Aveva una capra. 

Stan Carter Geniale.

Dott Watson No, elementare. Ecco, quello che posso mettere al vostro servizio non è certo la genialità del più grande investigatore di tutti i tempi, ma la sua tecnica. 
Stan Carter Il metodo deduttivo.

Dott Watson Bravo. 

Lady Margareth Carter Il metodo deduttivo, eh? Gli hai spiegato il motivo della sua convocazione?

Stan Carter No, madre.

Lady Margareth Carter Perché vi abbiamo chiamato qui? Ecco, incomin-ciate a dedurre questo.

Dott Watson Beh… dovrei avere almeno un piccolo indizio… Guarda Stan, che cerca di aiutarlo indicando la lettera, approfittando del fatto che la madre si sta versando del the. La lettera!?! Stan annuisce

Lady Margareth Carter La lettera?

Dott Watson Sì. Permettete? Vediamo… Estrae dal taschino una lente d’ingrandimento ed esamina la busta, il foglio viene tenuto in mano dalla signora. Mmm,… bollo scozzese; inoltre il foglio in vostra mano da questo lato è bianco, ma da piccole macchie e rigonfiamenti della carta e da alcune ombre che vedo in controluce sembrerebbe sull’altro lato recare, incollate, delle striscette di carta. Una lettera composta con lettere o parole ritagliate e incollate è tipicamente un messaggio minatorio. Ritengo quindi che siate minacciata da qualcuno. 

Lady Margareth Carter Non male.

Dott Watson Asciugandosi il sudore Grazie. Oltre a questo direi che vostro figlio tiene particolarmente a questo incontro, visto che è tornato apposi-tamente stanotte dall’Irlanda su un piroscafo blu.

Lady Margareth Carter Glielo avevi detto?

Stan Carter stupito No. Giuro.

Lady Margareth Carter si alza turbata, poi porge la lettera a Watson Bene, leggete pure.

Stan Carter a parte, a Watson Io vi avevo detto delle lettere minatorie, ma come avete fatto col battello blu?

Dott Watson a parte. C’è la vostra valigia all’ingresso con ancora attaccata l’etichetta della nave!
legge ad alta voce “Cedete la stella o la sua maledizione vi colpirà.”

Lady Margareth Carter La “stella di Golconda”. E’ una statuetta molto antica su cui è incastonato uno dei diamanti più grandi al mondo, di qualità Andhra Pradesh, tagliato in maniera prodigiosa da mani espertissime. Mio marito la possedeva dagli anni in cui era vicegovernatore di Sumatra, prima che lo conoscessi. Il Sultano che ne fece dono a mio marito morì in un incidente di caccia. Mildes, il fratello di mio marito doveva trasportarla materialmente in Europa, cadde non si sa come dalla 

nave durante il viaggio e sparì tra gli squali. La Stella di Golconda in quell’ occasione scomparve. Fu poi recuperata anni dopo, casualmente, dal vostro Sherlock Holmes. La trovò nascosta in un’intercapedine del tetto della villa di quel… come si chiamava, Stan?

Stan Carter Moriarty

Dott Watson Moriarty, sempre lui! Fortunatamente è morto.

Lady Margareth Carter Da 6 anni è di nuovo nostra. Da allora è un inferno: lettere minatorie, tentativi di furto... 

Dott Watson Avete qui la statuetta, signora?

Lady Margareth Carter No, è custodita nel caveau della City’s Bank.

Dott Watson City’s Bank? Quella che è stata svaligiata un mese fa?

Lady Margareth Carter Per fortuna avevamo appena ritirato la statuetta per farla stimare dai periti dell’assicurazione.

Dott Watson estrae da una tasca interna una bottiglietta di whisky. Distrattamente la stappa e beve Vostro marito ha mai cercato di mettersi in contatto con chi vi minacciava?

Lady Margareth Carter Sì, con degli annunci sul Times... proprio nei giorni in cui sfortunatamente fu colpito dal coma epatico che me l’ha strappato. Beveva troppo. Watson mette via di furia la bottiglietta

Stan Carter Ora, da testamento, la statuetta è mia e decido io. Mi sono convinto che la “stella di Golconda” reca in se una maledizione. Ho deciso di farne dono al Tesoro della Corona. 

Lady Margareth Carter Io non ero d’accordo…ma Stan è stato irremovibile. 

Stan Carter Ora, il Consiglio Superiore che si occupa di queste cose ha espresso parere positivo, ma ci impone di organizzare il trasporto a spese nostre fino a Londra entro la settimana prossima. Tossisce Scusate… dev’ esse- re il vostro profumo…

Dott Watson Dopobarba al curry, mi spiace. Fossi in voi chiederei aiuto non a me ma a Scotland Yard.

Stan Carter No, mio padre era convinto che Moriarty avesse complici all’interno delle forze di polizia qui a Glasgow… 

Lady Margareth Carter Insomma, io avrei preferito un vero investigatore privato, ma mio figlio ha avuto la brillante idea di prenotare un normalissimo viaggio a Londra in treno (per destare meno sospetti possibile) e di farsi accompagnare e proteggere nasco-stamente da… voi.

Dott Watson dopo una breve pausa Accetto e, in nome della simpatia che legò Sherlock a vostro marito, non chiederò alcun compenso. 
Lady Margareth Carter Trovo onesta questa proposta. 

Dott Watson Quale?

Lady Margareth Carter Di lavorare gratis. In fondo siete un dilettante.

Dott Watson Naturalmente, a parte il costo del treno, le spese vive e i pasti…

Lady Margareth Carter Va bene, ma non esagerate, vi farebbe bene dima-grire. E ora chiedo scusa, sono stanca. 

Lady Margareth esce evitando di saluta-re Watson

Dott Watson Signora…

Stan Carter a Watson rimasto goffa-mente inchinato con la mano protesa E’ fatta così. Tossisce


Scena seconda

Pub scozzese stilizzato

Watson e Duncan Blake

Watson e Duncan Blake con due enormi boccali di birra in mano cantano una canzonaccia di guerra compiendo una serie di goffissimi movimenti rituali, di evidente origine militare

Duncan Alla salute! Bevono intrecciando le braccia Caro Jamish! Erano 30 anni che non facevo queste stupidaggini!
Dott Watson Vuoi dire queste splendide e armoniose danze di guerra?

Duncan Ti trovo in gran forma! Sei uguale a trent’anni fa. 

Watson Beh, no. Ho qualche chilo in più… comunque anche tu non scherzi, a parte i capelli… 

Duncan Sì… e gli occhiali! Non scherziamo. Ma tu… ti ho riconosciuto subito e mi sono detto: se è lui cosa diavolo ci fa Watson a Glasgow? Come va la gamba?

Watson Ah, mi fa ancora soffrire dopo tanti anni, ogni volta che peggiora il tempo. 

Duncan Quindi, a Londra, ogni dieci minuti. Beh, è già un miracolo così! Brutta ferita. Avrei scommesso che te la tagliavano e invece ne ha fatta ancora di strada. Oh, qui i tuoi romanzi vanno a ruba, sai? Insomma, sei qui per lavoro?

Dott Watson
No, non per lavoro, ma… insomma… sarebbe una specie di segreto.

Duncan Al tuo segreto, allora. Salute. Bevono Senti, girano le voci più incredibili sulla…-fa un gesto per dire “morte-” di Sherlock Holmes. C’è chi dice che sia stato fatto fuori da… -fa un gesto come a dire “ potenze straniere”- perché aveva messo il naso -fa un gesto come a dire “dove non doveva”- , c’è chi dice che tu sai - fa un gesto come a dire “tutto”-. 
Dott Watson Non ho capito niente

Duncan Com’è la storia della morte di Holmes?

Dott Watson Sarebbe un segreto.

Duncan Un altro!

Dott Watson Te lo racconto solo perché è antica tradizione dei Lancieri raccontare un segreto dopo la quinta Scotch-ale. Sono passati sei anni. Eravamo in Svizzera, sulle orme di Moriarty. Alloggiammo a Meiringen e decidemmo di fare un’escursione alle cascate di Reichenbach a circa 3 ore di marcia da lì. 
Mai stato? Dovresti vederle! Il torrente si tuffa in un baratro spumeggiante di incalcolabile profondità, tra rocce aguzze, lucenti, nere come carbone. Fa paura. Il sentiero costeggia il precipizio, poi finisce d’un tratto nel vuoto. Stavamo imboccando il sentiero strapiombante quando fummo raggiunti da un ragazzo svizzero. Mi diede una lettera su carta intestata dell'albergo. Una signora inglese era stata sorpresa da una emorragia improvvisa. Pareva fosse in fin di vita. Voleva assolutamente un dottore inglese. Tu capisci! E’ impossibile rifiutare la richiesta di un’inglese in terra straniera. 

Duncan Sacrosanto.

Dott Watson Il ragazzo rimase a far da guida a Sherlock mentre io tornavo a Meiringen. Arrivai all’albergo dopo poco più di un'ora e scoprii che l’albergatore non ne sapeva niente, non mi aveva inviato alcun messaggio. Insospettito corsi indietro in salita, su per il sentiero. Sul ciglio del precipizio non c’era nessuno ma le tracce eloquenti nel fango testimoniavano un lungo corpo a corpo.

Duncan Quindi il più pericoloso criminale e il più famoso investigatore della nostra epoca sono morti precipitando insieme, avvinti in un abbraccio mortale. Affascinante.

Dott Watson Ricordo il suo bastone poggiato sul ciglio; poi un luccichìo al sole: era il portasigarette di Holmes. La molla stringeva questo foglio che da allora porto sempre con me.



Scena terza

Lettera finale di Holmes 

Solo voce su proiezioni di immagini

Holmes “Mio caro Watson, scrivo queste poche righe per magnanima concessione del signor Moriarty che mi attende per sanare una volta per tutte certe pendenze che abbiamo fra noi. Ha voluto spiegarmi in che modo evitò la polizia inglese e riuscì a seguirci senza essere notato. Un grande avversario, non c’è dubbio. 


Oggi, forse, potrò liberare la società dalla sua presenza, ma temo che per farlo dovrò pagare un prezzo estremo, che addolorerà molti e specialmente voi, mio caro Watson. Comunque, ammet-tetelo: se fossimo in un vostro romanzo, non potreste pensare finale migliore di questo. 

Ho già dato disposizioni testamentarie prima di lasciare l'Inghilterra lasciando tutti i miei beni a mio fratello Mycroft. Porgete i miei ossequi alla vostra signora. Credetemi sempre il vostro affezionatissimo Sherlock Holmes".


Scena quarta

Vagone ferroviario

Capotreno e miss Bell, poi tutti

Siamo su un vagone ferroviario compo-sto (da sinistra a destra guardando il palco) dal piccolo scompartimento singolo (num 4) nel quale sarà ospitato Timothy Connery, dagli scompartimenti doppi 3 e 2 nei quali saranno ospitate rispettivamente le coppie Watson- Duncan e Carter madre e figlio e infine dallo scompartimento singolo num 1 che ospiterà miss Bell. A destra di questo la rientranza e il portellone di accesso al vagone, a destra ancora la porta chiusa a chiave che separa la zona passeggeri dalla zona bagagliaio. .Il capotreno finisce di sistemare una ingombrante bara nel bagagliaio sul treno, poi chiude a chiave lo scompartimento-bagagliaio ed entra nel vagone passeggeri, sente bussare al portello di accesso al treno, lo apre ed aiuta Miss Bell, vestita a lutto, con valigia e ombrellino. Lady Carter e figlio sono già nel loro scompartimento.

Miss Bell È tutto a posto?

Capotreno Sì, signora, abbiamo sistemato la… il… come dire…

Miss Bell La bara.

Capotreno Ecco, sì… precisamente. Ecco, ora è nel bagagliaio qui accanto. Non potevamo fare di meglio. Se può alleviarvi il dolore, viaggerete accanto a vostra madre per l’ultima volta. Siete nel primo scompartimento accanto a lei. Nel più moderno treno del regno. 
Pensate che il conduttore può comu-nicare con la stazione di Londra.

Miss Bell Come?

Capotreno Con quella diavoleria… il telegrafo. Siamo i primi a sperimentarlo. 

Miss Bell Speriamo che non ce ne sia bisogno. Siete stato molto gentile. Io vorrei… Porge delle banconote di mancia al capotreno.

Capotreno No, non posso accettare. In questa situazione…

Miss Bell Vi prego…

Capotreno Beh, magari la mancia per… i facchini. Prende il denaro Si vede che siete una vera signora. Una bella signora.

Si sente il suono di un orologio a cucù

Lady Margareth Carter affacciandosi dallo scompartimento numero 2 e spin-gendo fuori il figlio Vai a chiedere. E’ increscioso che non sia qui. Ascoltando Ma cos’è, un treno a cucù?

Capotreno Consegna una chiave a Miss Bell. Il vostro scompartimento è il singolo lì in fondo, il numero 1. Ho sistemato tutto come mi avete chiesto, col thermos e tutto il resto. 
Sotto il sedile, se volete, c’è una piccola cassaforte a doppia chiave. 

Miss Bell Grazie, non mi serve.

Capotreno Per carità… oh, porto io la valigia. Prende la valigia di Miss Bell, incrocia Stan Signor Carter, la signora si è sistemata?

Stan Carter Sì, benissimo, grazie, ma… il signor Watson non è ancora arrivato?

Capotreno Nossignore e ormai dobbiamo partire. Porta la valigia nello scompartimento della Bell.

Lady Margareth Carter affacciandosi Ho sempre ragione io, l’ho sempre detto che non c’era da fidarsi.

Miss Bell al capotreno Grazie ancora. Ora, per favore, non vorrei essere disturbata.

Capotreno Certo, il biglietto è a posto… avvertirò per la cena.

Miss Bell chiude la porta dello scompartimento

Stan Carter Non possiamo aspettarlo?

Capotreno Chi?

Stan Carter Il signor Watson con un suo amico. Avrebbero la doppia accanto alla nostra.

Capotreno consultando un piccolo registro Signore, questo è un treno inglese! Non aspetta nessuno. Ah, qui c’è scritto che devo darvi anche queste chiavi. Consegna due chiavi gemelle a Stan

Timothy Connery uscendo dal suo scompartimento num 4 Si parte alle sette e trenta precise? Avrei una certa premura.

Capotreno Esattamente, alle 19 e 30, partiamo sempre puntuali. Se nel singolo non avete abbastanza spazio per i bagagli, abbiamo il deposito, di là.

Timothy Connery Per carità, le mie creature viaggiano con me. Per questioni… di sicurezza.

Capotreno Con il bagagliaio finisce il treno, è chiuso a chiave e l’unica chiave ce l’ha il capotreno.

Timothy Connery E chi si fida? Chissà che tipo è! Voi non avete idea di che razza di gen… siete voi?

Capotreno Esattamente. 

Timothy Connery Si scherza…

Capotreno Non scendete, si parte tra un minuto. 

Timothy Connery controllando un voluminoso orologio da polso Purtroppo non solo questo treno è inglese ma anche gli orologi! Sapete che siamo già in ritardo di 2 minuti?
Capotreno Dite?

Timothy Connery aprendo una valigetta piena di orologi Potete scommetterci. Svizzeri. Li vendo. Avete sentito il cucù? E’ una sveglia regolabile, brevetto svizzero. Ricordatevi sempre: gli inglesi producono i migliori treni del mondo e i peggiori orologi.

Capotreno minaccioso Riuscite a imma-ginare cosa produce a Stratford il laboratorio di mio padre?

Timothy Connery
Orol il capotreno annuisce Si scherza…

Miss Bell affacciandosi Capotreno. Potrei avere un giornale?

Capotreno aprendo il portello Un attimo, signorina. Con permesso. Si affaccia fuori, si sporge con una paletta e fischia

Timothy Connery a Miss Bell Siamo in ritardo, sapete? 3 minuti, ora.

Miss Bell Ah sì?

Lady Margareth Carter da dentro lo scompartimento al figlio Stan; ho visto il cretino dal finestrino.

Timothy Connery E via, si parte! 




Effetto partenza treno con fumo ed effetti sonori
Stan Carter tossisce per il fumo Fermate il treno, signore, sta arrivando il mio… amico

Capotreno Ma che, siamo matti? Qui non si ferma proprio niente.

Timothy Connery a Stan Siamo in ritardo, sapete? 3 minuti e mezzo.

Capotreno Ah, eccoli! Urla fuori dal portello Muovetevi, così non ce la fate! Forza!

Tutti ognuno fuori dal suo finestrino Forza, su!

Watson e Duncan vengono tirati sul treno in corsa uno dopo l’altro dal capotreno. Watson ha con sé solo una piccola borsa.

Timothy Connery Per un pelo.

Duncan Grazie

Dott Watson Non… scus… io…

Stan Carter Lasciate stare, ci farete le vostre dopo.

Capotreno Biglietto prego. Watson in apnea gli porge il biglietto Questo signore chi è?

Dott Watson Lu… ufff mio… arghhh.

Duncan presentandosi Faccio da solo. Maggiore Duncan Blake, vuole i miei documenti?

Capotreno No, basta il biglietto. Scompartimento doppio col signor…

Dott Watson Watson. Accidenti, sono in pessima forma. Lady Margareth è già sul treno?

Lady Margareth Carter Watson, da me!

Dott Watson La voce del padrone. Accidenti, salendo mi si è spaccato il vetro dell’orologio.

Timothy Connery Siete fortunato, signore. Forse ho i vetri di ricambio degli Omega, nello scompartimento.

Dott Watson Chi è?

Timothy Connery Tim Connery, signore. Orologi e affini. Porgendo un biglietto da visita . Il re del tempo.

Capotreno
Ecco, bravo, fate smettere di piovere. Timothy Connery finge di ridere e si chiude nel suo scomp. Il num 4. Non avete bagaglio?

Dott Watson dandosi una pacca sulla fronte Eh? Acc… Le valigie!

Duncan e Watson guardandosi disperati
Nel pub.

Lady Margareth Carter Allora?

Stan Carter Mia madre…


Dott Watson Ah, sì, Lady Margareth, questo è un mio amico Duncan Blake, 12mo lancieri indiani. 

Duncan Onoratissimo.
Dott Watson E’ un uomo fidato. Mi darà una mano. Terremo gli occhi ben aperti. Stavamo rievocando i vecchi tempi dell’India e così…

Lady Margareth Carter Tra una birra e l’altra…

Duncan Altro che una, signora, il vecchio Jamish…

Dott Watson dandogli una gomitata Fa buio tardi in questo periodo e non ho fatto caso all’ora. Beh, vogliamo fare il punto della situazione?

Lady Margareth Carter In corridoio?

Stan Carter Entriamo da noi?

Duncan Fate pure, io vado a prendere possesso delle nostre regali stanze. Ciao old boy! Yoo yoo, Hayhay gooo! Duncan si allontana.

Dott Watson È sempre stato un pazzerellone.

Lady Margareth Carter Lui, eh?




Stacco effetto treno

Scena quinta

Scompartimento n°2 

Lady Margareth Carter, Dott Watson, Stan Carter, indi capotreno

Durante la scena Timothy esce dal suo scompartimento e, passando davanti a quello in cui stanno colloquiando Watson e i Carter, sembra voler origliare, poi torna sui suoi passi e si richiude nel 4.

Dott Watson Comunque, a parte il mio indebito ritardo per il quale chiedo venia, è tutto a posto. Abbiamo due scompartimenti contigui sull’ultimo vagone, quindi il più controllabile…

Stan Carter A dire il vero dopo questo vagone c’è il bagagliaio.

Dott Watson Ma è chiuso a chiave e la chiave ce l’ha il capotreno. Controllerò comunque che non vi si nasconda nessuno. Ora, signora, vorrei vedere la “Stella di Golconda”. 

Stan Carter Ma come, non l’avete voi? Non sarà rimasta nei vostri bagagli al pub?

Lady Margareth Carter Non fate scherzi, Watson

Dott Watson tirando fuori un pacchetto dalla tasca Come? Ah, no, no… è qui con me. Dicevo che vorrei vederla perché da quando me l’ha consegnata stamane il direttore della Banca non ho avuto certo modo di osservarla.

Lady Margareth Carter Accidenti a voi.

Dott Watson Perbacco, è una pietra davvero notevole. Watson estrae la lente di ingrandimento. Me ne intendo un po’, davvero eccezionale.

Lady Margareth Carter 423 carati. La pietra originale pare che superasse i 700, ma fu tagliata in tre parti. Questa è la più grossa e fu fatta incastonare sulla statuetta dal Sultano. 

Dott Watson accendendo una sigaretta Grazie, ora è bene sistemarla nella piccola cassaforte di cui è dotato questo scompartimento. Si apre girando 2 chiavi contemporaneamente. Le avete voi?

Stan Carter Sì, me l’ha date il capotreno. Tenetene una. tossisce

Dott Watson Giusto. Una voi e una io. Faremo in modo che qui ci sia sempre almeno una persona. 

Lady Margareth Carter Sarebbe meraviglioso se evitaste di fumare qui dentro.

Dott Watson Ops, sì, scusate.

Stan Carter E’ per me, signor Watson, soffro di violente allergie, anche per il fumo. 

Il capotreno suona una campanella nel corridoio del treno
Capotreno I signori possono accomo-darsi nel vagon restaurant.

Dott Watson Bene, si va a mangiare. Ma almeno uno di noi deve restare qua.

Stan Carter Andate voi, io ho da siste-mare alcune cose, chiudo la Stella nella cassaforte. Mangerò un piatto freddo quando verrete a darmi il cambio.

Dott Watson Bene, ho un certo appetito

Lady Margareth Carter Non ho dubbi.



Scena sesta

Treno

Tutti

Miss Bell, Lady Margareth Carter e Timothy Connery escono dai rispettivi scompartimenti e si dirigono verso sinistra dove dovrebbe situarsi il vagone ristorante. Stan rimane all’interno dello scompartimento numero 2; prende le sue pillole. Il capotreno apre con la chiave il portello del bagagliaio, fa entrare Watson e Duncan che controllano la presenza di estranei. Poi escono ambedue, Watson dà una mancia al capotreno che si siede su uno sgabello all’estrema sinistra del palco come a controllare l’ingresso al vagone. Watson e Duncan escono verso sinistra.
Scena settima

Zona ristorante

Duncan e Watson mangiano

Duncan Watson, non sarà imprudente lasciare il ragazzo solo? Se è vero che temi un furto… 

Dott Watson No, tutti i passeggeri del nostro vagone sono qui con noi. Il vagone è questo accanto: chiunque voglia entrare deve passarci davanti. L’oggetto che potrebbero rubare è chiuso in cassaforte e io ho una delle due chiavi

Duncan Non vuoi proprio dirmi cos’è?

Dott Watson No. Segreto professionale.

Duncan Vuoi che vada di là?

Dott Watson No, rilassati, ho dato una bella mancia al capotreno, lo vedi? Sta lì sulla porta e non fa passare nessuno… 

Duncan Gli hai raccontato tutto?

Dott Watson No. Non ho raccontato tutto a te, figurati a lui. Insomma, 2 minuti per ingozzarmi questo carrè e sarò lì. Il ragazzo è al sicuro, si è chiuso da dentro. Mmm! Carrè eccellente, eh?

Duncan Notevole! Certo il carrè di Madras è un’altra cosa.

Dott Watson Già. Che ricordi!

Va via la luce improvvisamente. Si sente un grido. Voci nel buio
Scena ottava

Buio

tutti

Miss Bell Che succede?

Timothy Connery La luce! 

Dott Watson E’ andata via la luce!

Lady Margareth Carter Grazie, ce n’eravamo accorti.

Miss Bell Dov’è il capotreno!

Capotreno Sì, sono qui, un attimo, signori, non perdete la calma, è solo saltata la luce. Può succedere… l’impianto a gas è nuovissimo… 

Timothy Connery Impianto inglese, immagino.

Dott. Watson Che disastro! Mi è caduta la salsa sul paletot!

Capotreno Un po’ di pazienza, prego. Il tempo di riaccendere… 

Il capotreno accende una fiammella, attraversa il vagone da sinistra a destra, apre il bagagliaio con la chiave, riaccende l’impianto da un pannellino a noi invisibile. 
Torna la luce. Il capotreno richiude il portello con la chiave, fa per tornare in zona ristorante, per farlo passa davanti allo scomp. 2, bussa.

Capotreno Tutto bene, signor Carter?… Sbircia attraverso il vetro. Grida .Signor Carter!, Signor Carter!

Arrivano dalla zona ristorante Duncan e Watson, seguiti da Miss Bell

Duncan Al numero 2, Jamish.

Dott. Watson Che succede?

Capotreno a Watson E’ in terra, sembra svenuto.

Dott. Watson va alla porta Scansatevi… Si è chiuso da dentro.

Capotreno Ho la chiave universale.

Watson Beh? Cosa aspettate? 

Il capotreno estrae la chiave e apre la porta 

Capotreno Tutti fuori, entro solo io entra nello scompartimento, si china sul corpo di Stan Carter riverso

Timothy Connery giungendo dal risto-rante Che succede?

Miss Bell Pare che quel ragazzo stia male. O che sia stato colpito da qualcuno. 

Timothy Connery I miei orologi! Si precipita dentro il suo scompartimento.

Capotreno Signorina… tremate tutta… mettetevi seduta.
Miss Bell Mi gira la testa… troppe emozioni negli ultimi giorni…

Capotreno Appoggiatevi a me.

Duncan No, no, signorina, appoggiatevi a me.

Miss Bell Non ho alcun bisogno di appoggiarmi. Piuttosto, vorrei andare nel mio scompartimento.

Dott Watson E’ morto.

Duncan E’ morto? Ma ne siete sicuro?

Dott Watson Caro Duncan, siamo di fronte a un cadavere; purtroppo non ho alcun dubbio in proposito.

Lady Margareth Carter Che dice?

Miss Bell Una disgrazia, pare.

Lady Margareth Carter Ah, di chi si tratta? 

Miss Bell
Di quel… rendendosi conto di parlare con la madre di suo… Oh, mio Dìo!

Capotreno a Watson Tiro l’allarme? Fermiamo il treno?

Dott Watson Niente affatto… devo prima esaminare meglio il corpo di questo povero ragazzo. Rientra nella cabina

Timothy Connery uscendo dallo scomp.4. Tranquilli, tutto a posto, temevo in un furto, ma non manca niente. O forse sì, il cronometro Zeiss! No, ce l’ho in tasca.

Duncan E… quella cosa…? 
Watson Cos… ah, no, sembra tutto a posto, la cassaforte è rimasta perfettamente chiusa.

Lady Margareth Carter Permesso? Voglio entrare.

Capotreno Il signor Watson ha detto che non deve entrare nessuno…

Lady Margareth Carter Non mi importa cosa dice Watson! Quello è il mio scompartimento!

Duncan Forse non è il caso…

Lady Margareth Carter Lasciatemi! … allora? Che succede?

Dott Watson Esce dallo scompartimento
Cara signora, sono profondamente addolorato.

Lady Margareth Carter Hanno rubato la stella? Lo sapevo!

Dott Watson No, signora… non entrate, vi prego… nessun furto.

Lady Margareth Carter Ah, meno male. Nessun furto.

Dott Watson Vostro figlio.

Lady Margareth Carter Stan? Una delle sue crisi? Ho le sue medicine nella borsetta.-A voce alta - Stan, come stai?

Dott Watson Temo che sia tutto inutile, signora.
Lady Margareth Carter Stan? Non vorrà dirmi che…

Dott Watson Sì.

Lady Margareth Carter E’ sempre stato così fragile… una specie di soffocamento, vero?

Dott Watson Sì, a una prima analisi sembrerebbe una morte del genere, o una crisi cardiaca. C’è uno scompartimento vuoto per la signora, capotreno?

Duncan Potremmo farla accomodare nel nostro, per il momento. Ci penso io.

Lady Margareth Carter Grazie

Duncan accompagna la signora nello scomp n°3. Watson rientra a studiare il corpo della vittima

Timothy Connery a Miss Bell Due cadaveri sullo stesso vagone sono troppi. E se a questo aggiungiamo che non c’è due senza tre…- Miss Bell lo guarda e sviene - Ma che ho detto?

Il capotreno prende in braccio Miss Bell e la porta nel suo scompartimento
Watson si rifà sulla porta del luogo del delitto

Dott Watson Non c’è traccia di violenza. D’altra parte lo scompartimento era chiuso da dentro. Non ci sono segni di effrazione. Timothy Connery si prende la fronte tra le mani oscilla come perdendo l’equilibrio. Non c’è nessun furto, quindi nessun movente... Devo solo appurare la patologia che ha causato una morte così improvvisa in un ragazzo così giovane.

Duncan sorreggendolo Già… Cosa avete, signore?

Timothy Connery Devo parlare col Dottor Watson… ho un presentimento.

Dott Watson Cosa vuole questo?

Duncan Non saprei

Timothy Connery Dottor Watson, voi credete nell’energia eterea?

Dott Watson Eh? No, non credo.

Timothy Connery Male, molto male. Dovreste seguire gli studi di Mesmer, dottore…scoprireste che esistono persone in grado di percepire la realtà in maniera diversa dagli altri e… di intuire… o meglio, vedere cose che gli altri non vedono.

Duncan a parte Non diamogli affida-mento. E’ un tipo strano.

Timothy Connery Vi giuro che io un attimo fa, mentre voi parlavate di un furto non avvenuto io, che ho una sensibilità addestrata a captare certe energie… ho “visto”.

Dott Watson Visto?

Timothy Connery A volte vedo immagini di cose… di fatti… e quando mi appaiono con questa vivezza, poi si scopre che sono realmente accaduti. Ho “visto“ una mano che prendeva una statuetta.

Dott. Watson Ma non può essere, la cassaforte è ch… avete detto una statuetta?

Timothy Connery Sì, con una pietra preziosa incastonata sulla fronte… non so altro, ma dovevo dirvelo.

Dott Watson dopo una breve pausa Controlliamo?

Duncan Ma se la cassaforte hai detto che è chiusa!

Dott Watson Quest’uomo ha descritto dei particolari che a rigor di logica non dovrebbe conoscere. Controllare non costa niente. No? 

Timothy Connery Signore. Se nella mia visione non c’è almeno una buona parte di verità sono pronto a regalarvi tutto il mio campionario di orologi. So quel che dico.

Capotreno Io non credo in queste cose.

Duncan Sono fesserie, Jamish, non dare retta!

Dott Watson Beh, Un controllo non costa niente. 

In silenzio Watson fa per estrarre dalla tasca destra la chiave, ma non la trova. Allora cerca affannosamente nelle altre tasche… infine estrae dalla tasca sinistra la sua chiave della cassaforte, poi entra dentro lo scompartimento, fruga nella taschino del cadavere, estrae la seconda chiave e la mostra bene a tutti, infine armeggia sotto al sedile, apre uno sportello.

Duncan Si è aperta regolarmente

Watson estraendo dalla cassaforte un astuccio C’è!

Duncan Visto?

Timothy Connery C’è?

Dott Watson Sissignore. Per fortuna c’è. Adesso voi mi dovrete spiegare…

Timothy Connery Non è possibile. Controllate, vi prego, aprite l’astuccio.

Watson apre l’astuccio. Ne estrae la statuetta. Nel frattempo la Carter è uscita dallo scompartimento num. 2

Dott Watson Eccola qui.

Timothy Connery Sarebbe la prima volta che i miei poteri mi tradiscono.

Dott Watson dopo averla osservata da vicino con la lente d’ingrandimento Avete ragione. La statua è molto simile, ma al posto del diamante c’è un pezzo di vetro.

Lady Margareth Carter Fatemela vedere. Watson le passa la statuetta, Lady Carter la osserva. Falsa. Falsissima. Caro signor Dilettante, dovevate proteggere noi e la statuetta e ora? Ora cos’avete da dire?

Dott Watson Beh, io…

Lady Margareth molla un ceffone a Watson e se ne torna verso lo scomp. Num. 2, fa per chiudersi dentro, ma poi riapre e puntando il dito su Watson

Lady Margareth Carter …e anzi, nessuno mi toglie dalla testa che voi stesso siate coinvolto in questa vicenda. Solo voi oltre a me e a mio figlio sapevate della presenza della Stella di Golconda su questo treno. Solo voi avevate la seconda chiave. Questo sarà quel che dirò alla polizia appena arrivati a Londra. Si chiude dentro.

Duncan Non potrebbe essere stata…fa un gesto come per dire “falsa” fin dall’inizio?

Dott Watson No, io stesso ho potuto controllarla e ammirarla mezz’ora fa. Era assolutamente vera. Non posso essermi sbagliato. Al capotreno A questa velocità si potrebbe tentare di scendere dal treno in corsa?

Capotreno No, se non per suicidarsi.

Dott Watson Allora l’unica cosa di cui possiamo esser sicuri è quindi che il ladro è ancora qui, tra noi.




Effetto treno
Scena nona

Ambientazione identica al prologo (ne è la prosecuzione).

Doyle e Smith

Greenhough Smith Manca un racconto, caro Arthur.

Arthur Conan Doyle Sono sei.

Greenhough Smith Non ricordate il nostro ultimo contratto? Nelle postille l’editore si riserva la possibilità, entro scadenza, di commissionarvi un settimo racconto entro i termini.

Arthur Conan Doyle Sì?

Greenhough Smith Certo. Leggete qui: “In caso di improvvise esigenze editoriali o altro, sulla base della richiesta entro i termini da parte dell’editore”. “Improvvise esigenze editoriali o altro”. Io sono il vostro editore. Questa è la mia richiesta scritta entro i termini, mi appello sia a improvvise esigenze editoriali sia ad “altro”.

Arthur Conan Doyle Non posso scriverle un altro racconto di Sherlock Holmes! Ormai Holmes è morto!

Greenhough Smith Consultatevi con Watson, Sir Arthur, tra medici vi capite. Aspetto il racconto entro una settimana. Solita lunghezza. 

Fine primo atto

Atto secondo



Scena prima

corridoio, poi zona ristorante

Watson, Timothy Connery

Il cadavere non è più in scena. Miss Bell è chiusa nel proprio scompartimento (n°1), Lady Carter è rimasta nello scompartimento n°3. Il capotreno è seduto su uno sgabello davanti al bagagliaio. Duncan è seduto su uno sgabello dalla parte opposta del corridoio. Il Dott Watson controlla che tutti siano al loro posto, poi con circospezione raggiunge, davanti al n°2, Connery.

Timothy Connery Ma qui, poco fa, non c’era il cadavere?

Dott Watson Abbiamo sistemato il corpo di quel poveretto nel bagagliaio. 

Timothy Connery sorridendo Baga-gliaio? Ormai è un obitorio.

Dott Watson C’è poco da ridere. seguitemi.

Timothy Connery Un attimo.

Connery raccoglie qualcosa sotto la porta del n°2, poi lo segue. Entrano in zona ristorante. Watson controlla che nessuno li stia spiando, poi chiude la porta.

Dott Watson Sottovoce Qui staremo più tranquilli, non voglio che gli altri ci sentano…Suona d’improvviso l’orologio a cucù Oddìo! Cos’è?

Timothy Connery aprendo la sua borsetta E’ un cucù da viaggio, brevetto svizzero. 

Voci degli altri dalle rispettive postazioni
Ma insomma! Basta!

Timothy Connery
Fa da solo. Il cucù smette. Visto? 

Dott Watson Mi dovete delle spiega-zioni, vi porrò delle domande precise.

Timothy Connery Anch’io.

Dott Watson Niente affatto, qui le domande le faccio io. Ho un grave dubbio su di voi. Un sospetto.

Timothy Connery Ma perché turco?

Watson … un sospetto turco? 

Timothy Connery Ma io parlo del bagno, del bagno! Perché far uso del bagno turco, dispendioso e debilitante, invece della classica pratica domestica? Voi, nel primo pomeriggio, prima di andare al pub col signor Duncan Blake vi siete concesso un bagno turco. 

Dott Watson
Sì. Perché avevo qualche ora libera, mi doleva la gamba… Un bagno turco è una sorta di un purificatore del sistema… pausa ma voi come… 
Timothy Connery Un semplice ragiona-mento legato alle scarpe. 

Watson guardandosele Le… scarpe?

Tomothy Connery Potrei anche chiedervi: accanto a chi vi siete seduto in carozza stamane?

Watson Mi avete pedinato?

Holmes No, osservo: stamattina pioveva e voi avete qualche macchiolina, piccoli spruzzi di fango sulla manica e sulla spalla sinistre della giacca. Sedendovi al centro di una carrozza, probabilmente non vi sareste inzaccherato o questo sarebbe avvenuto in modo simmetrico. E' evidente pertanto che siete rimasto seduto da un lato. E’ quindi altrettanto evidente che con voi ci fosse qualcuno.

Watson E’ vero, c’era un tizio, abbiamo diviso la corsa.

Watson guarda sorpreso Connery, Connery gli sorride. Dopo una breve pausa…

…il nesso tra le scarpe e il bagno turco…?

Timothy Connery E' puerile. Voi avete l'abitudine di allacciarvi le scarpe in una certa maniera. Ora invece io le vedo allacciate con un complesso nodo a mantece che non vi è consueto . 

Watson Cosa sapete voi di come mi allaccio le scarpe?
Timothy Connery …ve le siete dunque tolte. E chi le ha allacciate così? Un venditore di scarpe? No, dato che le vostre scarpe non sono nuove. Che rimane? il bagno turco appena aperto a due passi dalla stazione di Glasgow. Lì è obbligatorio togliersi le scarpe, che vengono uscendo restituite e allacciate da un inserviente. Quel nodo è una variante del doppio vaccaio, viene usato in marina e dai pastori anatolici, che fissano così i loro calzari dai lunghi lacci. 

Watson tra sé e sé, allontanandosi dall’orologiaio L’Anatolia, l’Impero Otto-mano, la Turchia asiatica, il bagno turco… Per tutti i diavoli, se non fosse morto e stramorto, questo ragionamento giurerei che mi viene fatto da…

Sherlock si è nel frattempo svelato Sherlock Holmes, vivo e stravivo, per servirvi, caro amico.

Watson Che mi prenda un colpo! Vivo? Sherlock ride Io… io… Sviene sul sedile

Sherlock apre la valigetta di Watson ne estrae una boccetta di Sali Vi devo tutte le mie scuse, Watson, ma dovete credermi, sono io in carne e ossa.

Watson rinvenendo Siete proprio voi? - Come avete potuto risalire da quell’abisso?

Sherlock Da lunghi studi fatti posso asserire senza ombra di dubbio che chiunque, di per solito, è sé stesso, e io sono Sherlock Holmes.
Watson Vivo!

Sherlock Più che posso. si stiracchia Ah, finalmente posso muovermi. Non è piacevole rattrappirsi in un personaggio più basso. 

Watson Voi… risviene

Sherlock Watson! Su! Lo schiaffeggia 

Watson al terzo ceffone Basta, grazie. Voi capite; ho davvero creduto a… a… alza la voce a un fantasma! 

Sherlock tentando di zittirlo Sssst! Non voglio che si sappia.

Nel frattempo Miss Bell esce dal suo scompartimento (num 1) e si avvicina al ristorante
Holmes udendo il suono dei passi fulmineamente si rimette il cappello e la giacca di Connery. 
Watson va alla porta e la apre, Holmes rimane immobile. 

Watson
Tutto bene, signorina?

Miss Bell
Sì… grazie. Tutto bene si allontana

Watson tornando all’interno dello scom-partimento, a voce bassa Non siete uno spettro, vero? Posso toccarvi? Ride e lo abbraccia
Caro amico, è una tale gioia per me.. Ma come avete fatto a uscire da quel precipizio?

Sherlock Senza alcuna difficoltà, per il semplicissimo motivo che non ci sono mai entrato.

Dott Watson Come sarebbe a dire?

Sherlock Sarebbe a dire, Watson, che non sono mai caduto nelle cascate di Reichenbach.



Scena seconda

Buio, luce solo i proscenio, monologo di Holmes, mentre Watson partecipa dall’ombra

Sherlock Quando scorsi la sinistra figura del Professor Moriarty venirmi incontro sul sentiero strettissimo a strapiombo ebbi il presentimento di essere giunto al capolinea. Sapeva della messe di prove che avevo raccolto contro di lui, sapeva che molte polizie gli davano la caccia e che ormai gli sarebbe stato impossibile dare seguito ai suoi piani delittuosi. Voleva chiudere la partita laggiù. Mi concesse pochi istanti perché scrivessi quel biglietto, che è quindi sincero. 
Poi… mentre ripongo il foglietto, Moriarty senza preavviso mi è addosso. 
Noi due che lottiamo. Arretriamo fino al precipizio. 
Lui non è armato, o forse lo è, ma ci tiene a sopprimermi a mani nude, fidando nella sua forza. E’ indubbiamente molto più forte di me. 
Per fortuna conosco qualche mossa di Baritzu, una lotta giapponese che può tornar utile in emergenze estreme. Riesco a sgusciargli via, lo sbilancio, sembra cadere, ma per non perdere l’equilibrio sposta indietro il piede. Nel vuoto.
Per un attimo lunghissimo rimane come immobile, poi cade nel nulla annaspando sul limitare della roccia, 
Non abbandona la presa sulla mia manica, però, e ho la quasi sicurezza che mi trascinerà con sé. Sentenzioso In effetti… qualcosa di mio precipita con lui…

Watson Certo, quando muore uno tra due grandi avversari, muore qualcosa anche nell’altro. E’ la psiche umana. 

Sherlock Non la psiche umana, ma la merceria svizzera! Il qualcosa di mio precipitato con Moriarty è il polsino in velluto, che per la pochezza dei filo si scuce e si sfila in un attimo. 
“Ahhhhh!” 
Vedo rimbalzare Moriarty (e il polsino) su una roccia e poi giù, nel crepaccio rombante.

Watson Ma poi… anche voi siete scomparso.

Sherlock Mentre quel figuro svanisce nel gorgo mi rendo conto di aver di fronte una splendida occasione. L’organizza-zione di Moriarty è impegnata a cercare di eliminarmi, per questo ci hanno inseguiti per mezza Europa. Ma se riuscissi a convincerli che sono morto con lui potrei continuare a indagare nell’ombra senza dovermi continuamente guardare alle spalle. 

Watson E le orme? Nel fango non c’erano orme che tornassero indietro.

Sherlock Calzo le scarpe al contrario per qualche metro, fino al punto in cui la roccia può consentirmi una facile scalata.

Watson Saliste sulla rupe!

Sherlock sorridendo Usate il presente, Watson, mi rovinate tutto il racconto.

Watson Sì. Salite sulla rupe?

Sherlock Raggiungo infine uno sperone che mi pare sia adatto a nascondermi. Mentre mi infilo in una fenditura della roccia mi pare di udire la voce di Moriarty che mi chiama dall’abisso. “Holmes, Holmes!”

Watson E’ un incubo. 

Sherlock No, siete voi. 

Watson Io?

Sherlock Sì, vi vedo arrivare chiaman-domi a gran voce. 

Watson Holmes, Holmes!

Sherlock Non rispondo. Dal mio nascondiglio vi osservo mentre trovate il mio messaggio e studiate le impronte sul terreno per cercare di far luce sulle circostanze della mia morte. Vedo poi arrivare un paio di agenti della polizia svizzera…
Watson Sì, li ha avvertiti l’albergatore. 

Sherlock Infine, dopo un paio d’ore, tristemente, ritornate verso valle. 

Fine monologo, le luci tornano normali e Sherlock accanto a Watson. 

Tre giorni dopo ero a Firenze e avevo cambiato identità. Ho avuto spesso la tentazione di scrivervi, ma temevo che la vostra posta fosse controllata. 

Watson E… in tutti questi anni?

Musiche orientali

Sherlock Ho viaggiato: gli Urali, poi il Pamir dove conobbi il Dalai Lama, poi fui in Persia, dove mi fu raccontata la storia della Triade Babilonese. Una storia che mi ha riportato qui.

Il capotreno origlia da fuori la porta.

Watson In che senso?

Sherlock Vi spiegherò più tardi. Ah, Watson, poco fa ho trovato sotto la porta dello scompartimento una piccola cosa che potrà tornarci utile. La lente, Watson Watson gli passa la lente da ingrandimento, poi, osservando atten-tamente il piccolo oggetto trovato…Interessante. Ora dovete rac-contarmi per filo e per segno tutto ciò che vi è stato detto dai protagonisti di questa storia, poi continuerete a inda-gare con il mio aiuto. Sarà meglio per tutti, comunque, che la mia identità non venga svelata.
Watson … in ogni modo per me sarà un onore. Alza la voce- Bentornato, Sherlock Holmes.

Capotreno ad altissima voce Sherlock Holmes? E’ incredibile! Spalanca la porta del ristorante Quest’uomo è Sherlock Holmes? Ma sì, vi riconosco! Santo cielo, ma non eravate morto?

Tutti escono dalle proprie postazioni Sherlock Holmes?Com’è possibile? Ma davvero?

Watson guarda Holmes sconfortato Patatrac!

Effetto treno



Scena terza 

scomp n°3, indi corridoio

interrogatorio Holmes,, Watson, Lady Margareth

Lady Margareth Carter a Watson che fa per accendersi la pipaWatson. Non vi azzardate a fumare nel mio scompar-timento!

Watson Veramente sarebbe il mio…

Lady Margareth Carter Avete veduto, Signor Holmes? La disgrazia s’è abbattuta su di noi. Era destino.
Sherlock Esistono manigoldi non solo crudeli, ma anche estremamente inge-gnosi, signora. Desidero informarvi che vostro figlio è stato ucciso.

Lady Margareth Carter No!

Watson Non c’è traccia di violenza sul corpo. Dall’esame seppur sommario del corpo non posso pensare se non a una morte naturale.

Sherlock Non avete davvero trovato ferite di nessun tipo? Watson fa cenno di no Neppure un graffio? Pensateci bene. 

Watson Niente, ah, sì, una minuscola escoriazione sul collo. Un puntino di sangue… niente più.

Sherlock Per l’appunto! Se fosse stato inoculato da lì del veleno o qualcosa di simile?

Lady Margareth Carter Veleno? Forse, ma dovremmo accertarlo con una autopsia. Ora non è possibile.

Lady Margareth Carter Mio figlio era molto malato. E’ morto per cause naturali.

Sherlock E secondo voi colui o colei che ha rubato il gioiello era casualmente presente accanto a lui quando sempre casualmente è morto? Altamente improbabile…Il problema è, come il mio amico Watson mi insegna, capire innanzi tutto “cui prodest”. Chi potrebbe avere vantaggi da questo furto e da questa uccisione?

Lady Margareth Carter Un ladro, certamente.

Sherlock Ne dubito, quel diamante è troppo conosciuto tra studiosi e appas-sionati, sarebbe difficile venderlo anche sottobanco. 

Watson con atteggiamente estremamen-te sherlockiano ...è anche vero che tagliandolo in pietre più piccole se ne potrebbero comunque ricavare molti soldi. Resta comunque da capire come sia riuscito, l’assassino, ad avvelenare Stan Carter in uno scompartimento chiuso da dentro e ad aprire una cassa-forte a doppia chiave quando una chiave era e continua a essere nella mia tasca! 

Lady Margareth Carter Signor Holmes, ma voi siete certo dell’onestà di questo signore? Secondo me, dovrebbe essere lui il primo degli indiziati. Si intende di gioielli più del normale e ha fatto di tutto per essere su questo treno e per avere quella chiave!

Sherlock ridendo Grazie, terrò certa-mente conto della vostra indicazione.

Dott Watson A parte quel che dice questa signora immersa nelle nebbie della demenza senile, è indubbio che tutti gli indiziati nel momento del delitto si trovavano nel vagone ristorante. Ognuno fornisce un alibi all’altro. Troveremo una spiegazione: ci arriveremo per deduzio-ne, vero, Holmes? Grazie, per ora, Lady Carter, riposatevi, alla vostra età… 

Lady Margareth Carter Penso che se continuerete così mi macchierò di un grave delitto molto presto.

Dott Watson Usciamo?

Sherlock A Lady Carter Compermesso.

I due escono in corridoio

Dott Watson Oh, ora finalmente si può fumare in pace.

Sherlock Sì… a proposito, Watson, potreste avere la compiacenza di resti-tuirmi il copricapo e la pipa, che ricordo perfettamente di aver lasciato a Baker Street, nello stipo in salotto? 

Dott Watson Cosa? Ah, beh, dovete per-donarmi, Sherlock, non pensavo mai che andando a visitare il vostro studio… è stato vostro fratello che… cioè…

Sherlock E’ comprensibile, caro amico. Ma il fatto che io, accidentalmente, non sia morto cambia un po’ le cose, non trovate? 

Dott Watson Indubbiamente sì. Sfilando-si cappello e pipa e consegnandole all’ amico. Sono mortificato.

Sherlock pulendo la canna della pipa Sorvolerò sul fatto che anche la vostra camicia mi è familiare e mi asterrò dal controllare la vostra biancheria intima, Watson. 
Avete preso lezioni di violino? Direi di sì, a giudicare dai calli sui polpastrelli della vostra mano sinistra. Ah, mio fratello, l’unico che conosce la mia reale situazione, mi ha detto che, oltre al cappello e a 8 pipe, manca all’appello anche il mio vecchio violino. Non lo avrete, per caso, portato con voi? 


Effetto treno




Scena quarta

Corridoio treno

Tutti, tranne Holmes

In controluce, in uno scompartimento, Holmes suona il violino.

Dott Watson Sì, è proprio lui, garantisco.

Miss Bell Che emozione… Ha già capito chi ha rubato quel gioiello?

Dott Watson Beh, diciamo che io e Sherlock siamo molto vicini alla soluzione. 

Lady Margareth Carter Voi al massimo siete vicino alla toilette. 

Dott Watson Signora Carter, non fatemi dire in pubblico cose che non dovrei dire. Comunque quando lui suona Bach l’assassino ha le ore contate.
Miss Bell Assassino? È stato un omicidio?

Capotreno Impossibile. Il compartimento era chiuso da dentro.

Duncan Ma se lo dice Sherlock Holmes…

Miss Bell Povera signora! Anche questa angoscia!

Lady Margareth Carter Perché dobbia-mo stare qui in corridoio? E’ scomodo.

Miss Bell Come suona bene!

Capotreno Pensate che possa farmi un autografo?

Dott Watson Chi?

Capotreno Sherlock Holmes!

Dott Watson Non ora, detesta essere disturbato mentre suona. 

Miss Bell E ha ragione. Non si può inter-rompere Bach.

Dott Watson A proposito, avrei delle domande da porvi.

Capotreno …oppure sul pannello a ini-zio vagone: una scritta tipo… “Ho viag-giato su questo vagone, magistralmente gestito da Arthur McCarthy” 

Dott Watson … che sareste voi!

Capotreno Io.
Dott Watson Bene, signor McCarthy, siete sicuro che non sia passato nessuno tra il ristorante e questa carrozza poco prima del… fattaccio?

Capotreno Quando è andata via la luce mi sono sentito urtare da qualcuno…

Lady Margareth Carter
Non rispondete alle domande di questo uomo. Per mio conto, è sospetto, e non sono nemmeno certa che sia il vero Dottor Watson, è troppo stupido. 

Sherlock finisce di suonare

Miss Bell Bravo!

Tutti applaudono. Si apre lo sportello, ne esce Holmes.

Sherlock Grazie. Troppo buoni. Il violino è l’unica forma di droga che mi sono negato in questi anni. Non riuscivo a suonare uno strumento che non fosse il mio. Questo. Come sempre, la musica mi inonda la mente, ne elimina ogni impurità in un salutare lavaggio finché, attraverso la lente finalmente trasparente del razio-cinio, la realtà mi appare senza ombre, il concatenarsi degli accadimenti nitido come una sequenza aritmetica. Tutti ci stiamo chiedendo come si sia potuto realizzare un delitto in queste condizioni. Una cosa è certa: questa impresa criminosa prevede la stretta collaborazio-ne tra due persone.

Duncan Due tra noi sarebbero complici?
Sherlock Andiamo per ordine. Poco fa ho trovato un piccolo oggetto. Questo: mostra una piccola spina. Trattasi della spina di una pianta rampicante indiana, l’Acettinga. Questa spina viene usata in Malesia, sparata da una cerbottana, per catturare vive le tigri. 
La spina è cava e viene riempita con l’essenza del succo della pianta stessa. Questa sostanza è in grado di addor-mentare un uomo i pochi secondi e di provocare amnesie più o meno intense. Ma iniziamo la ricostruzione dei fatti.



Flashback 
Tutto alle spalle di Holmes avviene come nella scena del primo atto. 

E’ presente anche Stan

Sherlock Ore 20 l’inserviente McCharty, ci avverte della cena. Tutti ci allonta-niamo tranne Stan, che rimane nel suo scompartimento e si chiude da dentro.

Il capotreno suona una campanella nel corridoio del treno. 

Capotreno I signori possono accomo-darsi nel vagon restaurant.

Dott Watson Bene, si va a mangiare. Ma almeno uno di noi deve rimanete qua.

Stan Carter Andate voi, io ho da siste-mare alcune cose, chiudo la Stella nella cassaforte. Lasciatemi un piatto freddo, mangerò quando verrete a darmi il cambio.

Dott Watson Bene, ho un certo appetito

Lady Margareth Carter Non avevo dubbi.

Miss Bell , Lady Margareth Carter e, Ti-mothy Connery escono dai rispettivi scompartimenti e si dirigono verso sini-stra dove dovrebbe situarsi il vagone ristorante. Stan rimane all’interno dello scompartimento numero 2. Il capotreno apre con la chiave il portello del baga-gliaio, fa entrare Watson e Duncan che controllano la presenza di estranei. Poi escono ambedue, Watson dà una man-cia al capotreno che si mette all’estrema sinistra del palco come a controllare l’ingresso al vagone. Watson e Duncan escono verso sinistra.

Sherlock In questa fase, nella confu-sione, il complice numero uno, sfila dalla tasca destra di Watson la chiave della cassaforte e la lascia cadere vicino alla porta. Intanto McCharty si sistema sulla porta tra il ristorante e il vagone con l’ordine di non far passare nessuno. Ma la piccola chiave è lì, in terra, accanto alla porta numero 2.
Da questo momento in poi mi trasfor-merò nel secondo complice. Seguitemi bene.
Mentre in zona ristorante si mangiava e si beveva amabilmente…


Buio. Holmes esce di scena. Rientrerà tra poco dalla finestra dello scomp. 2
Voce registrata di Sherlock 
Il portello posteriore del bagagliaio si apre facilmente da dentro e da fuori. Questi nuovi treni dal gusto alquanto pacchiano all’esterno sono pieni di modanature a rilievi dorati e di maniglioni molto eleganti: appigli comodissimi per un agile ladro-acrobata. 

Holmes appare alla finestra del num 2

I finestrini non sono bloccabili dall’interno e, anzi, di questa stagione sono spesso aperti. Il malfattore deve aver spiato non visto Stan Carter, finché questi s’è trovato nella giusta posizione. In quel momento, secondo la tecnica malese…

Holmes spara con la cerbottana e colpisce al collo il povero Stan, che dopo pochi secondi stramazza al suolo. Poi Holmes scavalca la finestra, entra e compie le azioni descritte

Ora cerca nelle tasche di Stan la chiave numero uno, poi apre con cautela la porta da dentro, raccoglie la chiave la-sciatagli dal complice, apre la cassaforte, sostituisce la statuetta con una copia, richiude la cassaforte, rimette la chiave numero uno nella tasca di Stan, rimette la chiave numero due dove l’aveva tro-vata, richiude la porta da dentro e sgattaiola fuori dalla finestra, richiu-dendola per non destare sospetti. 
Dov’è andato? 

Holmes riappare nel bagagliaio

Dev’essere per forza rientrato dal portello del bagagliaio, se è vero che dopo poco spegneva l’impianto a gas dal pannello che si trova proprio nel bagagliaio. Buio!

Si fa buio. Poi Holmes riaccende la luce dal pannellino, bussa alla porta del bagagliaio, il capotreno apre con la sua chiave la porta consentendogli di tornare nel corridoio 

Sherlock Deve essere andata esatta-mente così.

Miss Bell Tutto quadra. Siete davvero un genio come dicono.

Sherlock Troppo buona.

Duncan Ma perché spegnere la luce?

Sherlock In quel minuto e più di assoluta oscurità il complice numero uno ha avuto tutto il tempo di arrivare qua, raccogliere a tentoni la chiave nel punto prefissato e tornare indietro.

Watson In seguito avrà fatto scivolare la chiave nella mia tasca.

Sherlock … ma non in quella giusta. Avete trovato la chiave nella tasca sini-stra invece che destra, ricordate?

Watson E’ vero! Ecco, c’era qualcosa di strano…

Lady Margareth Carter a Watson Non ve ne sareste mai reso conto se non ve lo avesse detto lui!
Capotreno Avete detto che quella sostanza è un potentissimo sonnifero. In questo caso Stan si sarebbe dovuto addormentare… e invece è morto.

Sherlock Osservazione acuta. E’ stato un errore. 

Duncan Colpo di scena! Anche Holmes può sbagliare!

Sherlock Non un errore mio, ma del malfattore. Egli, è evidente, non sapeva che Stan Carter era affetto da grave intolleranza per una serie di sostanze innocue per chiunque ma letali per lui al semplice contatto. Per questo motivo Stan era appena tornato dall’Irlanda…

Watson Su una nave blu.

Sherlock …dove si era fatto visitare da un luminare dell’università di Dublino.

Lady Margareth Carter Il professor O’Brye, sì, è vero. 

Sherlock Vostro figlio soffriva di grave intolleranza a molte sostanze: per questo l’anestetico, invece di addormentarlo, lo uccise.

Miss Bell Povero ragazzo… ma… e se non fosse morto? Qual era il piano?

Watson Posso provare a rispondere io?

Sherlock Prego, vostro onore.

Watson Dunque… se Stan non fosse morto, svegliandosi, avrebbe trovato tutto esattamente come l’aveva lasciato, la porta chiusa, la chiave in tasca, la cassaforte chiusa e grazie alle amnesie causate da quella sostanza probabilmente avrebbe pensato a un piccolo malore, niente più. Arrivati a Londra saremmo tutti scesi dal treno, la statuetta sarebbe stata consegnata alla guardia Reale e probabilmente solo dopo qualche ora si sarebbe capito che la vera Stella di Golconda era stata rubata.

Duncan …e a quel punto i due complici fa un gesto come a dire “ti saluto” . Un piano ingegnoso.

Sherlock Complimenti, caro Watson, la mia scomparsa vi ha giovato.

Miss Bell Ma, se tutto quel che ci ha detto fosse vero, resterebbero due domande: 
numero uno: il complice numero uno è quindi uno di noi: chi?
Numero due: L’altro complice dov’è nascosto, ora? - 

Effetto treno






Scena quinta

Bagagliaio

Capotreno, Holmes e Watson

Capotreno indicando prima una scatola degli attrezzi, poi il pannello a parete Qui ci sono gli attrezzi… e questo è il pannello dell’impianto a gas. 

Dott Watson tornando dalla parte del bagagliaio che non vediamo Niente, qui, a parte un paio di defunti, non c’è nasco-sto nessuno. A meno che… Watson e Holmes guardano la bara

Capotreno Bene, se avete finito, io do-vrei richiudere. Cosa guardate? No, eh?

Holmes La apriamo?

Dott Watson Aprire il feretro? Brrr… è assolutamente perfetto. Il mio prossimo libro sarà un successo. Osservando la chiusura della cassa Sono solo quattro bulloni.

Sherlock porgendogli una chiave inglese presa dall’attrezzeria Queste chiavi an-dranno bene.

Capotreno E’ assolutamente contrario al regolamento!

Sherlock Rassegnatevi! Potrete spor-gere regolare denuncia all’Ispettore Le-strade una volta arrivati a Londra. 

Effetto treno. Holmes e Watson aprono la bara

Watson Una donnina molto anziana. Per essere un killer è troppo vecchia, troppo gracile…

Sherlock …e troppo morta, Watson.

Capotreno sorridendo Falsa traccia, eh?

Sherlock lo guarda malissimo, il capo-treno sostiene il suo sguardo

Sherlock senza distogliere lo sguardo dal capotreno Uscite.

Capotreno Non posso, il mio dovere è di vigilare sul bagagliaio. Sono il respon-sabile, qua dentro.

Sherlock Ho detto uscite! Io e Watson dobbiamo confrontarci senza testimoni. E’ un’emergenza. 

Capotreno improvvisamente furioso
Appunto per questo. Io non posso permettervi di fare tutto quel che vi passa per la testa! Uscite voi, e subito, subito di qui… prende una chiave inglese o giuro che io…

Sherlock puntandolo con una pistola (virtuale) Vi avverto, nelle mie inchieste ho ucciso molti gaglioffi per molto meno. Siete sotto tiro, una parola di più e vi faccio saltare le cervella. Dirò che mi avete assalito. Avrò Watson come testimone.

Watson Assecondatelo, quando si ar-rabbia è terribile. (a Sherlock) E se tira la maniglia d’emergenza?

Sherlock La leva sotto il pannello è po-sizionata su out. Questo disattiva il freno e i comandi di emergenza. Questo vago-ne è stato isolato. Perché l’avete fatto?

Capotreno E’ stato un semplice errore. 

Sherlock minacciosissimo Non vi credo. Uscite. Uscite, ho detto!

In silenzio e sempre sostenendo lo sguardo di Holmes, il capotreno esce.

Watson Siete armato, Holmes?

Sherlock Macché, è solo una pinza che ho trovato là dentro. Non ci trovate niente di strano?

Dott Watson Sì, è un tipo piuttosto bislacco.

Sherlock Mi riferivo alla bara. Non tro-vate che le dimensioni di questa bara siano un po’ al disopra del normale?

Dott Watson Volete dire che…

Watson e Holmes si mettono ad osser-vare attentamente la bara. Infine Watson trova una levetta sotto la bara e si apre uno sportelletto sul fianco del feretro 

Dott Watson Un sottofondo. Con prese d’aria dissimulate sotto il pianale. Il na-scondiglio del complice numero 2. Ma… è vuoto.
Sherlock Si, ma da poco. Mi lambiccavo: perché un feretro così gran-de per un cadavere così piccolo? Per permettere a un vivo di entrare e uscire dal treno non visto. Non diciamo a nes-suno di questa scoperta, mi raccomando.

Stacco effetto treno



Scena sesta

Corridoio 

Watson e Holmes, indi tutti tranne Stan. Holmes e Watson in proscenio, sempre illuminati. Alle loro spalle, in piedi, tutti gli altri, illuminati o in ombra a seconda che si parli con loro o no.

Luce su Miss Bell

Miss Bell Angelica Bell, ho 24 anni e sono, anzi, ero figlia di commercianti di stoffe. Sono molto emozionata, non avrei mai pensato di poter essere interrogata dal grande Sherlock Holmes. Come? Sì, vado avanti. Ce la passiamo bene. No, non sono sposata. Sono sempre stata con i miei. Ho pochi amici. Mio padre è mancato anni fa per un malanno di cuore. Mia madre è morta improvvisa-mente tre giorni fa per una polmonite ful-minante. La sto portando a Londra per-ché la mia famiglia è originaria di lì e… insomma, sono tutti sepolti lì. Non so co-sa farò, da domani, forse sarò costretta a vendere il negozio piange Scusate, in mezzo a tutta questa tragedia mi metto a parlare dei miei guai… 

Buio su Miss Bell 

Watson Sfortunata quanto incantevole.

Sherlock Una delle classi più peri-colose della società, è la donna sola e senza amici. Pare la più inoffensiva del-le mortali, ma può scatenare appetiti in-sani o essere utilizzata come complice perché rappresenta una copertura inso-spettabile. Guardatevi dalle donne sole.

Watson Più che guardarmene… le guardo. Posso perquisirla?

Sherlock No.

Luce sul capotreno

Capotreno Ecco, vi ho portato, come mi avete chiesto, tutti i biglietti dei passeg-geri di questa carrozza, se volete dare un’occhiata… Io? Arthur McCarthy, ca-potreno. Ho 52 anni, come potete vedere dai miei documenti. Riguardo ai vostri sospetti… non so che dirvi! Io sono nuo-vo di questo treno. E’ un modello all’ avanguardia, non mi erano mai capitati treni così…e la prima volta che mi capita guarda tu cosa mi va a succedere. In-somma, quando è andata via la luce, ho trovato a fatica il pannello dell’impianto a gas, perché finora sugli altri treni abbia-mo sempre usato lampade a olio... La le-va dell’allarme non l’ho disattivata io, lo giuro, me ne ricorderei, no? Non so chi l’abbia fatto. Ah, nel buio, mi sono sen-tito urtare da più persone. Non saprei quanti. Perché? Perché era buio .

Buio sul capotreno, Luce su Lady Margareth Carter

Sherlock Lady Carter, vostro marito era conosciuto come ostinato quanto pessi-mo giocatore d’azzardo. Presumo v’ab-bia lasciato in una situazione economica, diciamo, non florida.

Lady Margareth Carter Queste sono faccende private…

Sherlock Allora cambierò domanda… ne ho facoltà, vostro onore?

Watson Fate pure, Holmes. 

Sherlock “La stella di Golconda” è assicurata?

Lady Margareth Carter Il mio povero marito la lasciò in eredità esclusiva a mio figlio, e non so bene se Stan…

Sherlock Volete farci credere di non sapere che la “Stella” è protetta dalla polizza numero 0714f23 presso la Crown Insurance? 

Lady Margareth Carter Io non ho fir-mato nessun contratto.

Sherlock L’ha firmato vostro figlio e tanto basta. 

Watson La signora è stata la mia prima indiziata (non si fatica a credere al solo guardarla che questa donna possa es-sere una potenziale delinquente). 

Lady Margareth Carter Comunque or-mai la “Stella di Golconda” non è più no-stra: è del Tesoro della Corona. 

Sherlock …da domattina. La donazione sarebbe divenuta effettiva solo domatti-na. In questo momento il diamante, mor-to vostro figlio, è automaticamente dell’ erede che diviene anche beneficiario dell’assicurazione, come da apposito comma assicurativo.

Buio su Lady Margareth Carter 

Dott Watson stringe la mano a Holmes
Sono ammirato, Holmes!

Sherlock Non esagerate, Watson, è solo un indizio. Cosa sapete del maggiore Duncan Blake?

Dott Watson Era nel mio battaglione tanti anni fa , abbiamo mille ricordi comu-ni… perché? 

Sherlock Lo riconoscete senza ombra di dubbio?

Dott Watson State insinuando che Duncan potrebbe non essere Duncan?

Sherlock Da quanti anni non vi vedevate?

Dott Watson Ah, beh… 25, più o me-no… ma lui è identico a com’era allora… oddìo, un po’ più grasso… i capelli erano diversi ma… ora che mi ci fate pensare, mi pare che fosse alto come me e invece questo Duncan… 

Luce su Duncan 

Duncan Parlavate di me?

Dott Watson tossicchia. Duncan si sfila una bottiglietta dal taschino Venivo a proporvi un goccio della mia riserva da viaggio. Visto che passeremo la notte in bianco… Perché mi guardate così?

Buio su Duncan, luce su Miss Bell

Miss Bell Cosa vorreste dire?


Sherlock Intendo dire che ci avete mentito. Voi non siete figlia di agiati commercianti; siete una ragazza sola con almeno due figli, di cui uno nato da poco. Per vivere eseguite lavori di cucito malpagati. Posso altresì affermare che vo-stra madre gode di ottima salute e che voi abitate nella zona di West Abbey. Ah, ritengo che vi chiamiate Rose e non Angelica.

Miss Bell Signor Holmes, cosa mi venite a dire? Non scherzate sulle mie disgrazie.

Sherlock Signorina, non potete darla a bere a me. Voi indossate un corpetto tipico delle donne che ancora allattano, quindi avete un figlio piccolo. Sul vostro biglietto di treno gentilmente mostratomi dal signor McCarthy c’era un piccolo scarabocchio che avete tentato di can-cellare. E’ un tentativo di scrivere una emme e una a… Malcolm? …ne desumo che abbiate un bimbetto che, intorno ai cinque anni, sta imparando a scrivere.

Watson E’ tipico di quell’età, tentano di scrivere il proprio nome ovunque.

Sherlock Ma non portate la fede, che sarebbe obbligatoria in una moglie timorata di Dio quale voi siete, a giudi-care dalla dimestichezza che vi ho visto avere con la preghiera. Le piccole rughe che costellano i vostri occhi… 

Watson Rughe? Che rughe?

Sherlock Rughe di espressione peculiari delle donne che effettuano lavori di cucito al lume di candela. Anche una se-rie di segni sulle vostre mani indicano quella come vostra professione abituale. Che altro dirvi? La rosa ricamata sull’orlo della gonna è un vezzo tipico nelle don-ne che portano un nome di fiore. Rose vi si addice molto. Le vostre scarpe e qui e là tutti i vostri vestiti portano ormai inde-lebilmente tracce di torba bionda acida di stagno, e questo nei dintorni di Glasgow ci conduce a un solo sobborgo… 

Miss Bell West Abbey. Siete un diavolo.

Sherlock A questo si aggiunga la bara, di là… glielo dite voi, Watson?

Dott Watson L’abbiamo aperta, e ci abbiamo trovato dentro una vecchina troppo in là con l’età per essere vostra madre, e nel doppiofondo…

Miss Bell Sì? … cosa c’era dentro?
Dott Watson Niente. Chi avrebbe dovuto esserci?

Miss Bell Non lo so. Uffa, uffa uffa! Piange

Buio su Miss Bell, luce su Lady Carter

Lady Margareth Carter Vorreste dire che io avrei ucciso, per soldi, mio figlio?

Sherlock Non era vostro figlio.

Lady Margareth Carter Come vi permettete? 

Buio su Lady Carter, luce su Miss Bell

Miss Bell piagnucolando Me lo diceva mamma: “non ci andare!”. Ma come si fa? Non ce la facciamo nemmeno a fare un pasto al giorno… due donne sole con tre bambini…

Dott Watson Tre? Holmes, mi perdete colpi.

Sherlock Ho detto “almeno” due figli.

Miss Bell Io ve lo giuro: non ho ucciso nessuno. Un uomo è venuto da me e mi ha offerto ben cento ghinee per tra-sportare quella bara “speciale” a Londra. “Qualcuno” doveva assolutamente rag-giungere Londra, ma era inseguito da spie straniere che sorvegliavano il treno. Non ci ho creduto, però le 100 ghinee mi facevano comodo e da qui a pensare…

Watson Siete nei guai, signorina. A Holmes Posso perquisirla?
Sherlock No.

Buio su Miss Bell, luce sul capotreno
Capotreno Non crediate che il vostro nome mi spaventi, signor Holmes. Quando un uomo ha la coscienza a posto nessuno può spaventarlo. Ci state tenendo qui sequestrati da ore. Una volta a terra vi denuncerò.

Sherlock Non lo farete, perché non siete un vero ferroviere…

Capotreno Io non…? guarda Watson

Watson Non guardatemi così, ne so quanto voi…

Capotreno Io… io… e va bene, non voglio nemmeno sapere quante e quali prove abbiate notato, dedotto, esco-gitato. Posso solo dirvi che… sto sosti-tuendo mio fratello gemello. Questo è il suo posto, ma ha quel vizietto… insomma, stanotte è rientrato che non si reggeva dritto e siccome non è la prima volta che succede, rischia il posto. Per-dere il lavoro è una cosa grave, no? Siamo praticamente uguali, sapete. Non ci denuncerete, vero? 

Sherlock Forse no, ma dovrò chiedervi in cambio un piccolo servizio.

Buio sul capotreno, luce su Lady Margareth Carter

Dott Watson Stan Carter non era figlio della signora Carter?!?

Lady Margareth Carter Fandonie.

Sherlock Me l’avete detto voi, Watson. 

Watson Io?

Sherlock Sì, mi avete riferito che il ragazzo aveva 26 anni, e che la signora sposò Sir Sean Carter dopo che era en-trato in possesso della statuetta, il che, lo sappiamo, avveniva 22 anni fa. Con un semplice calcolo possiamo quindi affer-mare che Stan Carter non è figlio della signora Carter.

Dott Watson Beh, potrebbe essere na-to da una relazione prima che si sposassero…

Lady Margareth Carter Non osate dubitare dei miei costumi! Stan era un figlio acquisito, poiché era figlio di primo letto della moglie di Sean, ma l’ho amato, accudito ed educato come fosse mio!

Dott Watson In effetti pareva più preoc-cupata per la scomparsa del diamante che per quella del figlio!

Buio su Lady Margareth, luce su Duncan

Sherlock Mr Blake, posso chiedervi se sareste disposto a farvi perquisire?

Duncan A dire il vero, no.

Sherlock Dovrete adattarvi a farvi perquisire da indisposto. 

Duncan dopo una pausa E’ umiliante. 

Sherlock Datemi una mano, Watson

Duncan mentre viene perquisito No, fate piano… Watson,… la considero un’of-fesa alla nostra antica amicizia.

Sherlock sfilando da una tasca dei documenti Ecco i documenti… sono a posto. Ma… che avete trovato, Watson?

Dott Watson gli trova addosso un enor-me involto di dollari Un mazzo di banco-note. Dollari, per l’esattezza. A che ti servono?

Duncan Che domanda sciocca! A che vuoi che servano i soldi? Sono soldi di famiglia: devo chiudere degli affari a Lon-dra… Non crederete che io… E poi, permettete, il fatto che abbia tanti dollari vuol dire che non ho bisogno di rubare.

Dott Watson Devi scusarci, ma quel veleno viene dall’India e tu hai vissuto tanto tempo in Malesia…

Duncan Anche tu, Jamish!

Luce su tutti gli interrogati che parlano contemporaneamente, assommando le voci all’effetto treno. InfineSherlock fa un gesto che lasceremo alla provvida inventiva dell’attore. Improvviso silenzio. 

Sherlock Basta! Tra quanto arriveremo a Londra?

Capotreno Un’ora e mezza circa.

Sherlock Vi invito ad andarvi a riposare per quel poco che manca all’alba e all’arrivo a Londra. Lo farò anch’io. E intanto penserò. Intendo risolvere questo caso prima dell’arrivo. 

Scena settima

Bagagliaio

Watson, Holmes

Musica – effetto treno. Buio. Nel buio un urlo maschile. Voci concitate.
Al riaccendersi della luce tutti sono nel corridoio, tranne Holmes e Watson che sono nel bagagliaio. Watson riapre il sottofondo della bara. All’interno c’è un corpo.

Sherlock Il grido veniva da qui.

Dott Watson Ora qui dentro c’è qualcuno. Morto. Ha appesa al collo la cerbottana.

Sherlock Lo riconosco. E’ Brody Jones, lo smilzo, un ladruncolo-equilibrista piuttosto famoso a Londra. La sua car-riera è finita male, mi pare.

Dott Watson Un’altra spina, nel collo. 

Sherlock State attento, potrebbe essere velenosa. Emette un odore particolare?

Dott Watson Sì, come… di muffa.

Sherlock Stavolta è curaro. Non gli ha lasciato scampo. Il complice numero due è morto. 

In corridoio, gli altri…

Miss Bell Che succede?

Capotreno Un altro morto, pare. 

Duncan Dov’è?

Capotreno Nella bara.

Miss Bell Nel sottofondo.

Duncan
E’ una specie di… bara matrimoniale?

Capotreno
…a castello, direi

Lady Margareth Carter Ma in che incu-bo stiamo vivendo? Moriremo tutti, aveva ragione mio figlio, quella statuetta è ma-ledetta

Miss Bell sbircia nel bagagliaio, intra-vede il volto di Brodie morto Oh, mio Dio, è quello l’uomo che mi offrì il denaro…svenendo

Duncan sorregge Miss Bell Signorina! Presto, aiutatemi

Lady Margareth Carter Moriremo tutti.

Duncan E smettetela, siete insop-portabile. a Miss Bell State meglio?

Miss Bell La borsetta. Mi è caduta la borsetta

Capotreno Eccola, ve la raccolgo io…

La borsa cade, si rovescia, ne fuoriesce qualcosa.

Lady Margareth Carter grida La mia pietra!

Dott Watson Che succede?

Lady Margareth Carter La mia pietra! Il diamante! E’ caduto dalla borsa di quella ragazzina. 

Miss Bell Non so come ci sia finita…

Capotreno C’è solo il diamante. E la statuetta? 

Duncan cercando nella borsetta Qui non c’è. Forse il ladro l’ha distrutta per na-scondere agevolmente il diamante. 

Miss Bell a Holmes Mi credete, vero? Io non c’entro.

Dott Watson Che c’importa della statuetta: abbiamo trovato “La stella di Golconda”. estraendo la lent Non ci sono dubbi, questo è il vero diamante. Staccato dall’incastonatura. Un altro evento incomprensibile, Holmes.

Sherlock 
Non esiste nulla di incomprensibile. La morte imprevista di Stan ha messo in crisi il piano. Il complice numero uno (MisterX) è uno di noi e deve stare attento a non tradirsi; Brody, il suo com-plice, vista la situazione, si nasconde, grazie alle sue doti da scalatore, sul tetto del treno. Al segnale convenuto, Brodie scende nel bagagliaio. MisterX gli conse-gna il compenso e ritira la statuetta, ma Brodie corre troppi rischi di essere sco-perto e di parlare. Meglio farlo fuori. Così MisterX lo uccide e nasconde il corpo nel doppiofondo della bara, non sapendo che noi l’avevamo già scoperto. 

Watson Poi stacca il diamante dalla statuetta e lo mette nella borsa di Miss Bell. Perché? 

Sherlock che ora a sorpresa, ha in mano la statuetta Forse voleva che ritrovassimo il diamante. In ogni caso, la statuetta l’ho recuperata io. Ho trovato socchiusa la bara. Era nascosta sotto il corpo di quella povera vecchietta.

Miss Bell Questa storia è sempre più disgustosa.

Capotreno Macabra, direi.

Sherlock Signor McCarthy è arrivata quella cosa per me?

Capotreno porgendo un foglio spiegaz-zato a Sherlock Ah, sì, poco fa, eccola. 

Sherlock mostrando la statuetta Signo-ra, voi tenete molto a questo orribile manufatto?

Lady Margareth Carter No, a questo punto… anzi, quella statuetta mi mette i brividi. Tanto… l’unica cosa che ha veramente valore è il diamante. La “Stella di Golconda” è questa. (mostra il diamante) 

Se permettete mostra la statuetta, visto che si tratta di un manufatto di scarso valore e apportatore di disgrazie, pro-porrei di distruggerlo.

Lady Margareth Carter Ma sì! Lancia-mola dal finestrino, e che non se ne parli più.

Sherlock Watson, volete pensarci voi?

Watson Con piacere, se siete tutti d’accordo…

Watson prende la statuetta dalle mani di Holmes, si guarda intorno Vado? Nessuno risponde

Watson entra nello scompartimento num. 2, apre la finestra, sta per buttare fuori la statuetta…

Duncan Aspettate… a me quella statu-etta piace. Io non credo alle maledizio-ni… datela a me.

Sherlock facendo contemporaneamente cenno a Watson di non farlo Buttatela, Watson.

Duncan Ma no. Alla signora Carter Se ve la pagassi? Vi prego, non fatelo!

Sherlock Buttatela, Watson.

Duncan segue Watson all’interno dello scompartimento, ma non appena volge 
le spalle a Holmes, questi lo aggredisce 

Sherlock Watson, aiutatemi.

Duncan Ma cosa vi salta in testa a tutti e due?

Sherlock So quel che faccio, colonnello.

Sherlock e Watson bloccano le mani di Duncan con delle manette, lo gettano a terra. 

Watson Colonnello? Non è colonnello!

Sherlock porge il telegramma Sì, invece. McCarthy mi ha aiutato a inviare una richiesta telegrafica di informazioni al commissariato della Stazione di Londra. La risposta ci è arrivata poco fa. Mera-viglie della tecnica. Siamo nel 1887, signori!

Watson leggendo il telegramma Il signor Duncan Blake risulta essere morto in un incidente di caccia due mesi fa. Ma se il vecchio Duncan è morto chi sarebbe costui?

Sherlock Il colonnello Sebastian Moren.

Watson Il braccio destro di Moriarty!

Duncan Holmes, io ti odio con tutto me stesso.

Sherlock Il caso è risolto, ma per illu-strarvene la soluzione devo far ricorso alla cultura filosofica del caro Watson. Cosa diceva Aristotele del numero 3, Watson?
Scena ottava

come la scena 6
Holmes, in proscenio tutti gli altri in un tableau vivant.

Watson La so! “Il tutto e tutte le cose sono definiti dal 3”. Non a caso molte religioni venerano una triade: nella religione egizia Osiride, Iside e Horus; per i greci Giove, Giunone e Atena; poi c’è la trinità cristiana…

Duncan Dimenticate la triade babilo-nese. Anum, dio del cielo; Ea, dio del mare, Enlil, creatore della Terra. Questa statua è Enlil. 

Voce registrata

Nel 1100 Avanti Cristo un sacerdote assiro di nome Almud nel compiere i suoi studi, mescolando 3 ingredienti misteriosi formò una sostanza letale. Il re assiro Tiglatpileser, nel tentativo di conquistare Babilonia, la utilizzò come arma: chiuse il composto in un piccolo otre, gli diede fuoco e lo lanciò nel campo nemico. L’effetto fu sorprendente: La strana nube che ne scaturì creò morte e distruzione per decine di miglia tutto intorno. Sul teatro di quell’antica guerra morirono tutti i soldati di ambedue gli eserciti. L’acqua dell’Eufrate divenne imbevibile per anni. Non ci furono superstiti, perfino il re assiro morì. Suo figlio, atterrito dalla potenza dell’arma, per salvare il mondo da un simile minaccia, fece uccidere e seppellire il sacerdote-stregone con il suo segreto. 
Sherlock In scavi avvenuti in Mesopo-tamia è stata anni fa ritrovata la salma di Almud. Accanto a lui due statuette raffi-guranti Anu ed Ea. Il colonnello Seba-stian Moren, inviato da Moriarty, ne orga-nizzò immediatamente il furto dal Museo di Bagdad. Le statuette altro non sono che contenitori: all’interno conservano i misteriosi ingredienti. 

Duncan - Sebastian Moren Ne manca-va una, Enlil, Questa! Era stata rubata da un qualche scavatore clandestino attratto dal grosso diamante che vi era inca-stonato… la cercammo ovunque.

Sherlock Capite? Tre statuette conten-gono tre ingredienti che, se uniti, provo-cano terrore e morte. Cosa diventerebbe quest’arma nelle mani della più efferata organizzazione terroristica al mondo?

Lady Margareth Carter Il mio diamante non vale niente rispetto a tutto questo.

Duncan Non fu facile trovarla. Qualche anno fa un mercante d’arte mi segnalò una strana statuetta di proprietà dal vicegovernatore di Sumatra; ora recava incastonato un enorme diamante. Era la stella di Golconda. Tentammo di rubarla in tutti i modi. 

Watson Ci riusciste una sola volta, ma Holmes la recuperò casualmente durante una delle nostre inchieste, solo che allora non ne capimmo l’importanza e la restituimmo a Sir Carter.

Sherlock Dopo poco morii, e il mondo, visto dalla parte dei morti, diventa imme-diatamente così chiaro… un’esperienza che consiglio a tutti.

Guarda Watson che fa immediatamente uno scongiuro

Moren Quante volte dovremo uccidervi per liberarci di voi, Holmes? Prima o poi, vinceremo.

Sherlock gli parla faccia a faccia No, finché il mio pensiero sarà più veloce del vostro. Venni a sapere la leggenda della Triade, ricollegai l’immagine della dea a quella statuetta e alla lunga scia di sangue che si lasciava dietro. Tornai in Inghilterra, venni a sapere che stavi organizzando un furto alla Abbey’s Bank. Fui io a suggerire con una lettera anonima di toglierla dal caveau

Lady Margareth Carter Siete stato voi!

Watson Avrete riconosciuto subito Moren, qui sul treno!

Sherlock No, non l’avevo mai incontrato, se non camuffato, ed è l’unica persona al mondo che può rivaleggiare con me in trasformismo.

Moren Grazie, troppo buono. 

Capotreno Potrete consegnare Moren alla polizia che ci aspetta alla stazione.

Moren Uscirò presto, lo sapete bene. Non avete prove, solo indizi. Nessuno crederà a questa storia. Quella sostanza, se analizzata è una polvere di metallo assolutamente inerte.

Lady Margareth Carter E’ vero quel che dice?

Capotreno Stiamo per arrivare alla stazione

Miss Bell Dice la verità?

Sherlock Forse, ma c’è una sola cosa giusta da fare e da cui non si potrà tor-nare indietro.


Ride Addio triade babilonese!

Sale la musica, Sherlock stappa la statuetta, va verso la finestra, ne versa il contenuto fuori disperdendolo nel flusso d’aria…

Duncan Noooooo! effetto treno, una strana polvere si dissolve al vento

Fine