Quell'uomo è un santo!
Commedia drammatica in un atto con dieci scene e
cinque quadri di
PIERLUIGI AMBROSINI
Copia originale depositata presso studio notarile in Bergamo
Personaggi:
Un UOMO - sui 55 anni. Alto ; tratto e comportamento distinto, seppure un poco
altezzoso.
Un PRETE - un unico attore, ora giovane, ora vecchio - Non cura il suo aspetto
esteriore; soltanto un crocefisso sul maglione grigio scuro indica il suo voto
sacerdotale.
Una DONNA - sui 45 anni, cerca di contenere lo svanire della bellezza; mai
volgare nei suoi tratti e nei suoi abiti ; moglie dell’Uomo.
LUCIANA ( figlia della Donna ) - 18 anni, bellezza consapevole e appariscente.
Uno sguardo fintamente timido. I suoi capelli sono lunghi, alla moda. Mastica
chewing-gum.
Un VESCOVO di età matura, raffigurato come meglio aggradi.
SCENA I
Ai giorni nostri in una città italiana.
Vigilia di Natale
Una camera alquanto ampia e disadorna al piano terreno di uno stabile non
moderno; spazio vuoto nel suo centro. Sulla parete di fondo, accostato ad
un’enorme finestra, un letto di ottone, sulla sua spalliera pendono un
crocefisso ed un rosario. Sul comodino sono appoggiati disordinatamente dei
fazzoletti, una bottiglia d’acqua, bicchieri e medicine. Dalla finestra
s’intravede la luce di un faro, che appare e scompare.
Sulla parete di sinistra una scrivania ed una sedia. Un misero presepio senza
luci occupa un angolo della scrivania ed indica il periodo delle festività
natalizie. Sulla parete opposta un armadio con le ante chiuse ed una porta che
conduce in un bagno. Tubature esterne, scrostate, risaltano sul bianco opaco
della parete.
Nel letto giace un uomo. Dall’abito abbandonato sopra le coperte si capisce che
la stanza è abitata da un prete.
Per l’intero tempo della rappresentazione, quando l’azione si svolgerà in questa
stanza, l’uomo rimarrà nel letto; alcuni movimenti delle mani e del corpo, che
si girerà ora su un fianco ora sull’altro, e continui soffocati lamenti
indicheranno e scandiranno la gravità del suo male.
Sulla scena, in piedi, il Prete.
PRETE
Quell’uomo là ( lo indica dopo averlo guardato a lungo e con intensità ),
quell’uomo che sta morendo è l’identità della mia coscienza. Sì, della mia
coscienza. ( Breve pausa.). Volano le mosche. Lui amava le mosche. Ama ancora le
mosche. Quando volteggiano nel cielo sempre troppo limpido, quando si aggirano
come impazzite cercando una via di scampo... (S’interrompe, indugia, poi,
riprende quasi con vergogna ). Da mesi si trascina in questo stato. Il tumore
ormai ha devastato il suo corpo. ( Improvvisamente eleva il tono della voce ).
Voi, che ascoltate le mie parole, guardatevi dai ragazzi cattivi. No, che dico ?
non esistono ragazzi cattivi. Esistono uomini diventati tali se furono dei
ragazzi trascurati e senza timore di Dio. ( Tace di colpo. Si porta le mani alla
testa). Lui si è convinto che questo sia il giorno del suo commiato.
Corrisponderebbe al giorno assegnatogli da una pseudo profezia. ( Si avvicina al
letto del morente ). Ne ha sempre taciuto, la sentiva ben poco confacente con la
sua fede, vergogna che doveva nascondere. Intanto continuava a servire Iddio e
gli uomini. (In falsetto, quasi urlando). Perché in questa città non volano le
mosche ?... Era piena di mosche la sua terra adottiva. L’afa impregnava la sua
pelle e gli guidava le giornate. ( Con passi lenti si allontana dal letto e
ritorna verso la scrivania. Si accomoda sulla sedia ). Quella zingara, quella
falsa profetessa, gli aveva detto : “morirai a cinquantacinque anni, la vigilia
di Natale. “ Ne aveva riso. Eppure, inesorabilmente, i giorni si erano
susseguiti. (Brevissima esitazione). E’ questo il giorno ? Oggi, dunque, morirà
?... Morirà mentre fuori le auto sono un fiume che scorre, mentre il Cristo si
rifà bambino, e tanti possiedono la fortuna di contemplare il sole che si mostra
anche in una giornata di pieno inverno?...( Si rialza). Ne vide di persone
morire ! Non si infastidivano per le mosche o per l’afa, avevano la pancia
squarciata dalla fame. (Pausa ). Morire in fondo è naturale, vivere è
l’eccezione. Dura una primavera l’insetto, la rosa uno o due giorni. ( Altra
brevissima pausa). “ Tu sei prete di Dio, “ si ripeteva. ” No, tu sei prete
della chiesa, della grande e santa chiesa, “ gli ribadivano. E fu, nel loro
giudizio, un pessimo prete. Davvero fu un pessimo prete, pieno di vanità, pieno
di pregiudizi, tanto da dover temere questo giorno che vive con la sola
compagnia del suo respiro?...
Buio.
SCENA II
Nella stanza irrompono un Uomo, una Donna e la Figlia della donna. I tre sono
vestiti con una certa ricercatezza; nei tratti e nel comportamento appaiano
individui più di apparenza che di sostanza. Si guardano intorno con
l’atteggiamento proprio di chi è abituato a valutare e giudicare quanto i loro
occhi vedono.
Il Prete non è più presente.
DONNA
(Indicando l’uomo nel letto ). Chi è ?
UOMO
Chi ?
DONNA
Perché ci hai condotte qui ?
UOMO
( Con evidente imbarazzo ). Qui ?...
DONNA
Vaneggi o, peggio, intendi prenderti gioco di noi ?
UOMO
( Rispondendo quasi con rabbia ). Un uomo sta morendo. Non lo scorgi davanti ai
tuoi occhi?
DONNA
Ci hai condotte in questo posto perché un uomo sta morendo?
Silenzio.
DONNA
E’ così ?
UOMO
( Di soprassalto ). Sì.
DONNA
( Dopo avere curiosato e toccato la scrivania con le dita di una mano come se
volesse verificare la polvere ). Chi è ?
UOMO
Definiamolo sbrigativamente un prete.
DONNA
Non mi riguarda, allora. Fatico a ricordare l’ultima volta che misi il piede in
una chiesa. Non che tu ti distingua per assiduità alle funzioni, anzi… La
domenica di va di poltrire sotto le coperte sino a mezzogiorno, di recarti a
messa non ne hai mai accennato, sorvoliamo poi sui casini che tiri fuori quando
devi partecipare al funerale di un pezzo grosso della tua società, ti viene
immancabilmente un attacco di panico.
UOMO
Questa non è una chiesa.
DONNA
Chi è, dunque ? Perché hai tanto insistito per condurci?
UOMO
Chi sia te l’ho detto.
DONNA
Cioè?
UOMO
Non annoiarmi.
DONNA
Modifica il tono della tua voce, neanche sotto le feste sono disposta a
tollerarlo.
UOMO
Quell’uomo là ( lo indica nuovamente ), e non te lo ripeterò più, sta morendo !
DONNA
( Urlando ). A me non lo ripeterai più ?
UOMO
A te, se non sei in grado di comprenderlo da sola.
DONNA
Manco lo conosco.
UOMO
( Ridendo amaro ). Quale sensibilità ! Quale sensibilità !
LUCIANA
( Intromettendosi ). Non ti permetto di rivolgerti con questo tono alla mamma.
L’Uomo la guarda stupito ma non ribatte, si limita ad un gesto d’insofferenza.
LUCIANA
( Sottovoce, rivolta all’Uomo, sorridendogli in modo complice). Sii bravo con
lei...Ed anche un poco indulgente, non pensi che ti convenga?
DONNA
( Rivolta alla figlia ). Ha compiuto un’opera sistematica per convincermi, anche
ieri sera era tornato alla carica, come l’altra sera, e le sere avanti, non
ammetteva che la vigilia di Natale si abbia per la testa qualcosa di meglio di
una visita ad un prete, per giunta sbucato non si suppone da quale cilindro
magico. Ne era tanto interessato da offrirci in cambio la cena in un ristorante,
ed in uno dei più prestigiosi, lui che con i soldi è sempre più che attento.
LUCIANA
Mamma, perché non pensi ( con un sospiro ) che avremo la ventura di festeggiare
il Natale servite da un cameriere e senza nessun impiccio da preparare e poi
pulire?... Io trovo la cosa molto eccitante !
DONNA
A te basta uscire di casa.
LUCIANA
Dovresti ringraziarlo invece, ti ripeto, ci evita di cucinare.
DONNA
Non lui, ma la sua incredibile fissazione di venire da questo disgraziato (
indica il moribondo ).
Pausa
LUCIANA
( Rivolta alla madre ). Beh, cerchiamo almeno di non rimanerci a lungo, non ho
ancora completato l’acquisto dei regali. A proposito, i vostri preferirei non
aprirli al ristorante ma sotto l’albero, a casa, ma temo che non resisterò, mi
sento incapace di attendere tanto. ( Dopo un’esitazione, guardando l’Uomo ma
sempre rivolgendosi alla Madre ). Con lui non so proprio decidermi, ci sarebbero
un paio di oggettini particolarmente graziosi che...Non vorrei ridurmi a testa o
croce…Oppure, se mi applicassero uno sconto ultraeccezionale, potrei acquistarli
entrambi, dando fondo ai miei risparmi... ( Guarda l’orologio). Dobbiamo
muoverci però, mi serve tempo. (Con un sorriso ). Sai che sono abbastanza lenta
nelle mie decisioni.
.
DONNA
Sarebbe stato molto più intimo il Natale in casa anche a costo di cucinare, ma
lui ( indica a sua volta l’Uomo ) preferisce sganciare, ha optato per il lusso
di un ristorante.
LUCIANA
Ti ripeti, mamma!
DONNA
Pur di venire qui…
LUCIANA
( Ironica ). Non ritieni che sulla sua decisione abbia influito la
considerazione che si sarebbe liberato della zia Fulvia e dello zio Paolo?
DONNA
Paolo non gli è mai andato a genio, condannato e fucilato semplicemente perché
colpevole di essere mio fratello.
LUCIANA
( Con finta sorpresa ). Mamma, ti prego, scherzavo.
DONNA
Tu non puoi certo ricordare. Quando eri piccina si esibiva in pagliacciate
indegne ogniqualvolta lo nominavo, non ti dico poi che pandemonio scatenava se
tuo zio osava mostrarsi. Purtroppo conosco sin troppo bene il motivo, ancora non
gli perdona di essere rimasto in buoni rapporti con il tuo vero padre.
LUCIANA
Per il paio di telefonate che si saranno scambiati, lo zio si limitava a
riferire come stavo, come andavo a scuola… era carinissimo.
Breve silenzio
DONNA
Questo è quanto ti ho sempre lasciato credere.
LUCIANA
Che vorresti insinuare, mamma?
DONNA
Non è il caso di parlarne, Luciana, non qui, e non stasera.
LUCIANA
( Come se avesse un ripensamento, guardando l’Uomo, ma rivolgendosi alla madre
). Non penso che tu lo creda veramente, lui è incapace di compiere certe
meschinità. Anche quello di stasera è un atto di generosità, un semplice atto di
generosità. Il nostro giovanottone intende condurre sua moglie e me in un bel
posticino. ( Si avvicina all’Uomo e lo prende per un braccio con un gesto da
innamorata.) Vero?...( Dopo un’esitazione ). Quando ero piccina ti chiamavo
papà, ti credevo davvero mio padre. Saresti il genitore di cui ogni signorina
andrebbe fiera. (L’Uomo mostra di essere infastidito da questa affermazione, la
ragazza se ne accorge e non continua ).
DONNA
( Rivolta alla figlia ). Anch’io trovo più eccitante aprire i pacchi sotto
l’albero ed anche più intimo, vuol dire che pazienteremo. Ho addobbato l’albero
con una cura meticolosa, hai notato come le bocce argentee risaltano tra i
filamenti di finta neve? Non hai idea di quanto abbia penato per trovarle, ho
girato i negozi di mezza città. ( Pausa ). Adoro sentire il fruscio della carta,
la resistenza del nastro, gli attimi dell’attesa, la sorpresa che si
materializza...I pacchi, i doni (sospirando ) sono la vita, la sua essenza. Mi
eccitano questi momenti, purtroppo sono rari, ahimè ! ( Nel frattempo si è
avvicinata al marito ). Parlaci di lui (indica l’uomo nel letto ), svelaci il
suo mistero.
LUCIANA
Giusto, parlaci di questo prete, sempre che sia un prete...
UOMO
( Con fastidio ). Se ci tenete… ( Pausa ). Lo conobbi in ospedale quando eseguii
quella serie di analisi. ( Riprende, dopo un’esitazione ). Era il mio compagno
di camera, entrai nelle sue simpatie. A mia volta lo ricambiai. Era un prete
insolito, io che coi preti... Era ammalato, ma non si lamentava anche se era
consapevole della gravità del suo male, me lo disse contrapponendolo
involontariamente alla mia ipocondria. Anche voi l’avete conosciuto quando siete
venute per riportarmi a casa, vi ha persino citato un brano del vangelo o della
Bibbia, se la memoria non mi tradisce.
DONNA
Può essere che l’abbia visto e ci abbia scambiato qualche parola, non lo ricordo
però, ero troppo preoccupata per la tua salute e per la tua fifa. ( Dopo una
pausa seguita da una risatina). Mi sto accorgendo di avere sposato un uomo con
una doppia personalità, con sfaccettature insospettate. Quale sorpresa!
LUCIANA
( D’impeto, rivolta alla madre ). Che lo abbia convertito?
DONNA
Escludilo, non mi pare sulla via della santità.
UOMO
( Come parlando a sé stesso ). Mostrava uno sguardo sia triste, sia deciso...
DONNA
( Di nuovo rivolta al marito). Tutto questo non spiega la tua decisione.
UOMO
Una causa produce l’azione, sempre...O quasi sempre ? ( Alzando la voce ). Non
intendo filosofeggiarci comunque, state tranquille, sono solo fatti miei.
DONNA
Beh, se la prendi su questo tono…
Lungo silenzio
DONNA
( Fissando l’orologio ). Hai soddisfatto la tua...curiosità? Possiamo ritenerci
libere ?
UOMO
Non intendevo essere villano, scusami…Vedi, tra me e quest’uomo ci sarebbe una
specie di...segreto.
LUCIANA
Un segreto ?
DONNA
Non ne sono interessata, tanto meno curiosa, non vanto questa virtù.
UOMO
Un segreto tra noi due concedimelo.
DONNA
Te lo concedo più che volentieri, quello non è una donna.
LUCIANA
( Sorridendo). Anch’io non insisto più di tanto.
Silenzio
UOMO
( Remissivo, rivolto alla moglie ). Sei disposta a regalarmi un altro paio di
minuti ? Non mi sembrerebbe di pretendere troppo, trascorreremo assieme l’intera
serata, vi annoierò sin troppo…
LUCIANA
Non ci annoierai, garantito! ( Si gira verso la Donna ). Mamma?...
DONNA
Che non diventino cinque, dieci minuti...
LUCIANA
( Si avvicina alla porta del bagno, la apre come per sincerarsi ). Bah, io
intanto approfitto del bagno.
DONNA
( Rivolta alla Figlia ). Si tenga i suoi minutini, ed anche tu tieniti i tuoi,
vi aspetto fuori. Il tempo di una sigaretta, mi raccomando !
LUCIANA
Me ne incarico io.
DONNA
Mi affido al tuo buonsenso Luciana, stasera mio marito è parecchio strano.
Luciana entra in bagno e chiude la porta.
UOMO
Sei veramente incontentabile. Ti tengo lontana dai fornelli e non ti basta. Che
cosa conteranno tre o quattro minuti al confronto delle ore che avresti sciupato
per cucinare, pulire le pentole, eccetera eccetera?...
DONNA
( Uscendo, sottovoce ). Che cretino ho sposato.
L’uomo, rimasto solo, sistema gli oggetti sul comodino con finta attenzione,
continuamente guarda verso la porta del bagno. Non rivolge neanche uno sguardo
al moribondo.
SCENA III
Molti anni prima.
Un pulpito di una chiesa italiana disadorna. Un prete. Un unico cero acceso. Un
crocefisso. Un altare di una messa che si sta celebrando.
PRETE
( Aspetto entusiasta e giovanile ). Miei fratelli in Cristo, Dio è come un prato
quando il suo manto si mostra di un verde pieno. Tanti uomini calpestano i
prati, non uno si avvede della loro colorazione. Un prato verde è bello, è
splendido, è l’anticipo della nostra futura immortalità. Soltanto chi è stolto
non lo nota. Purtroppo gli stolti si aggirano per le strade e per i continenti
quanti e più delle stelle nei cieli e con l’astuzia dei serpenti soffocano le
speranze degli uomini saggi.
Ora, Dio è anche uomo. E Dio siamo noi. Io, voi qui presenti, i vostri figli, i
vostri amici, i vostri nemici, chiunque, sia nei momenti delle gioie più intense
sia in quelli delle malattie più crudeli. Dio è uomo presente anche negli
stolti, ma non può estirpare la follia dalle loro menti o la frenesia della loro
cupidigia.
Mi guardo intorno ed oso affermare : chi entra in questa chiesa, si segna e si
accomoda nel banco della prima fila non è cristiano se crede nel potere del
posto scelto. Il posto più consono non è il primo, non è l’ultimo, è nel mezzo
dove si accalca la gente. Il primo posto spetterebbe a Dio, ma a Dio lo
sottraggono gli uomini che credono di potersi permettere tutto.
E noi ?… Noi non siamo saggi, non siamo stolti, ma ci comportiamo come i farisei
che misero in croce Gesù. Siamo l’ingordigia, siamo l’avidità, siamo tutti i
peccati capitali, siamo purtroppo anche la diversità che pretendiamo dai nostri
simili, mai da noi stessi.( Brevissima pausa). Accettereste le parole della mia
omelia se vi dicessi che furono pronunciate una per una dalle labbra del Cristo
? Si svuoterebbe la chiesa, si giungerebbe ad affermare che il colore dei prati
è azzurro, o rosso, o l’intera gamma dell’arcobaleno tranne il verde. Anche in
questa città sono innumerevoli gli stolti che ne respirano l’aria a pieni
polmoni!
Sappiamo che molti sono convinti che Dio non esiste, molti con il conto cospicuo
in banca e l’orgoglio che rivaleggia con le onde dell’oceano perché sul crespo
delle loro onde non galleggiano i letti degli ospedali, le malattie, le
disuguaglianze, la povertà, le prevaricazioni, la fame, i razzismi. Le
ambizioni, i raggiri, le truffe…E Dio può tranquillamente e serenamente non
esistere per loro, non essere il Verbo che è dal principio e per noi si fece
Figlio dell’Uomo. (Brevissima pausa ).Lui, ma non il suo insegnamento. Giammai
il suo insegnamento. Cristo pronuncia : “ guai a voi o ricchi perché già avete
ottenuto la vostra consolazione ! Guai a voi che siete sazi, guai a voi che
siete sordi, guai a voi che non vedete !” Pronuncia anche : ” guai a voi stolti,
che al mondo occupate i posti di comando...guai a voi, ipocriti, guai a voi
egoisti, insensibili, prevaricatori...”
Questo è il suo insegnamento. Questo, se accettato, il colore che assume il
prato, il suo verde più intenso. ( Brevissima pausa). Ora con me ripetete : “
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome...( calando il tono
della sua voce ) venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà…”
Buio.
SCENA IV
Nella stanza in cui giace il prete moribondo.
Luciana vi rientra dal bagno. Come l’Uomo la vede, si precipita ad abbracciarla.
LUCIANA
Attento, è fuori, potrebbe essersi addossata alla porta ad origliare.
UOMO
( Fermo, davanti a lei ). Sarebbe nel suo stile.
LUCANA
( Anch’ella, immobile ). Non vedo l’ora !
UOMO
Conto i minuti, le mie mani continuamente corrono alla busta che contiene i
biglietti. Temo che svaniscano, temo ( brevissima esitazione ) che tu svanisca.
LUCIANA
Io ?...Non è possibile, amore mio. ( Lo abbraccia con forza. Tacciono entrambi.
L’Uomo lancia un’occhiata di sfuggita verso il prete morente ).
UOMO
Ci sei ancora !
LUCIANA
Ci sarò sempre perché ti amo, non amo che te, non amerò che te. Amore, amore,
amore mio. ( Lo bacia ovunque).
UOMO
( Anche lui la bacia con trasporto). Avremo due giorni tutti per noi. Fatico a
crederci.
LUCIANA
Lontani da qui, lontani da lei.
UOMO
Io con te.
LUCIANA
Noi ! Noi !...
UOMO
Due giorni a Londra.
LUCIANA
Non usciremo dall’albergo.
UOMO
Nelle mie braccia. Stretta a me.
LUCIANA
Con il tuo corpo addosso.
UOMO
Sono promesse troppo eccitanti perché si realizzino. Forse stiamo sognando...
LUCIANA
No, non sogniamo, si realizzeranno. Tutte! Tutte!
UOMO
A tanto giunge il tuo amore? ( Si blocca ). Ho inteso un rumore, distaccati !
LUCIANA
( Abbassando il tono della voce ). Sarà mia madre, che emerita rompiballe !
UOMO
( Sogghignando ). Non sa.
LUCIANA
( Anch’ella sottovoce ). Deve crederti nervoso per il lavoro. Con una miriade di
problemi.
UOMO
Tua madre c’è cascata, glieli avevo conditi con cura. Ho iniziato accennando ad
una decisa contrazione delle vendite causata da un’errata valutazione di
marketing accentuata dalla crisi di questo periodo. A questo punto si è
presentata inevitabile una riduzione del personale ricorrendo anche alla cassa
integrazione. Aggiungici il casino provocato dai sindacati, i casi pietosi, i
dipendenti con il mutuo e con dei figli a carico…ed io, in quanto dirigente
addetto, questi problemi me li porto a casa, sono nervoso, non dormo più...
LUCIANA
Quasi mi viene da piangere… ( Cercando di avvicinarsi all’Uomo). Ed io ?...Io mi
sono comportata come mi avevi suggerito ?
UOMO
Beh, hai interpretato la tua parte con sin troppo zelo, del resto sei bravissima
in ogni cosa che fai. Lo zio Paolo potevi risparmiartelo, però.
LUCIANA
E’ stato il mio tocco personale... Anch’io non l’ ho mai sopportato, lui con
quegli occhi acquosi ed indagatori...Pettegolo e borioso, per giunta.
UOMO
A chi lo dici ! Basta che ricordi che è fratello di tua madre.
LUCIANA
Me l’ero studiata. Ho sbagliato a non iscrivermi ad un corso di recitazione, la
colpa è anche tua, non m’invogliasti quando espressi l’intenzione. Addirittura
(con un finto broncio ) ti eri coalizzato con la mamma contro di me.
UOMO
Ti avrei persa se ti fossi trasferita a Milano. Non ti avrei più vista girare
per casa con il tuo sorriso e con il cellulare perennemente incollato
all’orecchio. Non pensavo che a questo, credimi amore mio.
Squilla un telefonino dalla borsetta di lei.
UOMO
( Visibilmente infastidito ). Toh, lupus in fabula. Spegnilo!
LUCIANA
( Lo accontenta, neppure ha dato un’occhiata a chi possa avere chiamato). Non
temere, niente mi distrae da te. ( Si ributta nelle sue braccia ).
UOMO
Chi era? Immagino un maschietto bramoso d’infilarsi nelle tue lenzuola.
LUCIANA
Quelli s’illudono, piuttosto che cosa dovrei dire io di te e della mamma?
UOMO
Non dormiamo più assieme, lo sai.
LUCIANA
Non dirmi che qualche volta non la raggiungi di notte…
Silenzio
LUCIANA
Non ho difficoltà ad ammettere di esserne gelosa ( sorridendogli ).Alquanto
gelosa, molto gelosa...
UOMO
Non è più niente per me.
LUCIANA
( Interrompendolo ). Le dai o non le dai il bacio della buonanotte ?
UOMO
Almeno quello !
LUCIANA
Soltanto quello ?...Di notte mi sveglio perché mi sembra d’intendere dei rumori,
rumori di persone che si abbracciano…
UOMO
Come potrei ?
LUCIANA
Povera donna !
UOMO
Che dici ?
LUCIANA
( Si è tolta dalle braccia dell’uomo ). Quando glielo diremo ?
UOMO
Mai, è nei patti.
LUCIANA
Io pretendo di lanciare dal più elevato grattacielo i volantini che annuncino al
mondo il nostro amore, non di averti di nascosto, non lo sopporto più, il mio
amore non può essere rinuncia.
UOMO
Cancelleresti i patti ?
LUCIANA
Non m’importa di evitarle traumi. ( Alzando la voce). Non me ne importa un
accidente!
Breve silenzio
UOMO
Suvvia, da quattro mesi ce la caviamo...
LUCIANA
Facendo l’amore in bagno, non facendolo, sognandolo...A quale ridicolo ci siamo
ridotti !
UOMO
Hai dimenticato che Londra ci aspetta? Mi ci reco con la scusa di un congresso
di lavoro, mentre tu...
LUCIANA
Ho escogitato la più banale delle trovate, no ? Un fine settimana da Lori, tante
volte avevo declinato il suo invito, non me la sono più sentita. ( Esitazione ).
La mamma tace ma un paio di giorni senza figlia e senza marito tra i piedi non
le dispiacciono, credo che già li pregusti. Per me li passerà giocando a carte
con le sue amiche.
UOMO
Ci possiamo fidare della tua amica ? L’hai istruita bene?
LUCIANA
Come fossi io.
UOMO
Sa o sospetta qualcosa? (Cenno di diniego di Luciana ).Sicura?...
LUCIANA
Le ho accennato ad un uomo già sposato, che preferisco per il momento tenere
nascosto perché né la mamma né tu capireste…Tanto meno la moglie ufficiale…
UOMO
Difatti tua madre non capirebbe. Che pianti! Che tragedie greche!
Luciana ride.
UOMO
Quanto durerà il nostro amore?
LUCIANA
Per sempre !
UOMO
Tre, quattro mesi, poi un compagno d’università scaccerà dal tuo cuore questo
vecchio. Ti condurrà con la fantasia alle Canarie, alle Seychelles, a New York,
ti racconterà un sacco di stronzate ma tu gli crederai e lo amerai…
LUCIANA
( Non trattenendosi ). No, non io! Non io! Sai che non sopporto il tuo
pessimismo. Ci sarai sempre tu nel mio cuore. Solo con te farò l’amore....( Una
pausa ). A Londra, non sarà come qui...Ti avrò. (Brevissima pausa ). Avrò tutto
per me il mio giovanottone... ( Accarezzandogli i capelli ).
UOMO
( Rassicurato ). Ci rinchiuderemo nell’albergo, niente abbazia di Westminster,
niente Buckingham Palace, non ammireremo manco una piazza, i pullman doppi, i
taxi, la pioggia che va e viene, le luci della città, niente di niente. Vivremo
dentro la nostra camera, già la immagino.
LUCIANA
Come la immagini ?
UOMO
La costruisco ogni notte quando m’impongo di allontanare il sonno.
LUCIANA
Descrivimela, sono curiosa, sicuramente non si differenzierà da quella che
anch’io sogno ad occhi aperti.
UOMO
( Stando al gioco). L’ho prenotata nell’attico, innanzitutto. Noi la
trasformeremo, cesserà di essere un’anonima stanza d’albergo, ai nostri occhi
diventerà ampia, luminosa, lasceremo le tende delle finestre spalancate, ci
raggiungeranno i neon pubblicitari...Ho in mente di riempire il letto di
cuscini, ce li procureremo, sposteremo il tavolino e vi porremo sopra di tutto:
le tue sigarette, delle riviste di enigmistica che ho iniziato ad accantonare,
una caraffa di caffè, una di aranciata…per niente al mondo metterò giù i piedi
dal letto, lo farò quando mi obbligheranno a tornare all’aeroporto, ma a questo
non voglio neppure pensare, è un momento che non dovrà arrivare. (Sospiro ). Due
giorni per abbracciarti. Due giorni nostri! nostri!...
LUCIANA
Dai camerieri ci faremo servire lo champagne nei bicchieri lunghi...ne berremo
sorsi come se fosse acqua e noi si debba vincere l’arsura... ( Fissando l’Uomo
). Non temere, non mi girerà la testa, non mi addormenterò.
UOMO
( Fingendo un sospiro ). Speriamo bene…
LUCIANA
Dimentichi, amore mio, che sto allenandomi a tollerare i liquori?... Piuttosto,
per i nostri pranzi e per le nostre cene hai delle preferenze?
UOMO
Prosciutto crudo, uova strapazzate, tartine di salmone, cose all’inglese
insomma… Beh, quanto andrà bene a te andrà bene anche a me.
LUCIANA
Non mangerai me ?
UOMO
( Con voce roca ). Sì, sì...Anche te, soprattutto te, Luciana…
LUCIANA
( Fa per slacciargli gli abiti ). Faremo sempre l’amore.
UOMO
(Girandosi verso il moribondo ) Non qui.
LUCIANA
Ti si è indurito.
UOMO
Non qui, non qui, maledizione! ( Staccandosi ). Non tradirti, mi raccomando! Tu
sarai stata ospite di Lori, ripetete assieme la parte mille volte, non una di
meno, verifica che la conosca a memoria; inventa passeggiate, film, pizzerie,
aggiungici il nome di un vino, di una via, di una piazza dove Lori ti ha
condotta....( Dopo una pausa ). Con me dimostrati curiosa quando tornerò,
subissami di domande. (Prosegue come parlando tra sé e sé). Un foulard per tua
madre l’ ho già acquistato, all’aeroporto ci unirò dei dolcini, penso che potrà
bastare, in fondo mi assenterò per un paio di giorni. Anche a te dovrò
ricordarmi di portare un oggettino, non avrò difficoltà, lo lascerò scegliere al
tuo gusto...
LUCIANA
( Interrompendolo ). Mi ami ?
L’Uomo non risponde.
LUCIANA
Non mi ami ?
UOMO
( Fingendo). E sia, ammetto di non amarti.
LUCIANA
( Compie qualche passo davanti all’Uomo con un atteggiamento provocante ).
Davvero non mi ami ?
UOMO
Beh…
LUCIANA
( Insistente ). Davvero?
UOMO
Come potrei ?
LUCIANA
Non mi desideri, però...
UOMO
Che dici? Sogno il tuo corpo in ogni attimo della giornata, nelle mie viscere e
nel mio cuore non pulsa che il desiderio del tuo corpo, di stringerlo a me,
dentro di me.. Vivo perché so che questo sogno per due giorni si realizzerà.
LUCIANA
( Afferrandolo per un braccio ). Rifugiamoci in bagno, ho con me i
profilattici...
UOMO
Sì, sì, sì...
Dal fuori s’intende la voce della Donna che chiama entrambi con tono irritato.
UOMO
Ci vuole.
LUCIANA
Maledetta !
UOMO
Maledetta !
LUCIANA
Mi raggiungerai, stanotte? Vinci la paura che possa scoprirci, sarà il nostro
modo di festeggiare il Natale. ( Lo bacia sulla bocca, immediatamente si
discosta).
UOMO
Stanotte, stanotte, amore mio…( Guarda verso il letto, come se improvvisamente
si fosse accorto della presenza di una terza persona ). Saresti disposta a
concedermi altri due minuti ?
LUCIANA
( Indicandolo). Per lui ?
UOMO
L’ho trascurato.
LUCIANA
Ti ha stregato ?
Silenzio
LUCIANA
( Sospirando e ridendo ). Ti accontento. Calmerò io la mamma.
Esce lanciandogli baci.
SCENA V
Molti anni prima.
Stanza luminosa ed arredata con cura di un appartamento della curia. Quadri e
arredi sacri.
VESCOVO
Sia lodato Gesù Cristo.
Silenzio
VESCOVO
Non è abituato a rispondere ?
PRETE
Il Signore lo lodo dentro il cuore, non a comando.
VESCOVO
( Si è accomodato fingendo di non avere inteso; il prete lo ha imitato ).
Gradisce un caffè ? A quest’ora della mattinata affermerei che è indispensabile.
PRETE
Lo gradisco, grazie.
Pausa di evidente comune imbarazzo.
Appare, chiamato dal vescovo, che ha schiacciato un pulsante, un sacerdote che
reca un vassoio. Fa atto di servire, il vescovo con un cenno lo dispensa.
VESCOVO
( In piedi ). Ho inteso parlare di lei. ( Pausa ). In effetti si parla molto di
lei in città.
PRETE
Magari, eccellenza !
VESCOVO
( Con finto fastidio). Non mi chiami così, non ci sono abituato. ( Pausa ).
Quanto zucchero ?
PRETE
Un cucchiaino scarso.
VESCOVO
( Porgendogli la tazzina ). Tornando a noi...
PRETE
( Il tono della voce non nasconde l’ironia). Mi ha convocato perché intendo
ristrutturare la canonica e adattarla ad ospizio ?
VESCOVO
( Di nuovo seduto, sorseggiando il caffè ). Il suo parroco è d’accordo con
l’iniziativa?
PRETE
Come potrebbe biasimare la realizzazione di un’opera di bene ? La nostra è una
zona periferica, ve ne è un bisogno estremo. Siamo circondati da fabbriche,
abbiamo parrocchiani che lavorano duramente, hanno tempo sì e no per ricordarsi
di esistere. Trascurano i figli, figuriamoci i genitori. L’ospizio non sarebbe
che il primo passo. Successivamente bisognerà cambiare cultura, penetrare nei
loro cuori, compiere una profonda opera di bonifica morale, le parole del
vangelo hanno scarso seguito.
VESCOVO
( Interrompendolo ). Mi scusi, ma lei ha sottoposto il progetto al suo parroco?
ne avete discusso assieme?
PRETE
( Depone la tazzina). No, per la verità.
Silenzio.
VESCOVO
Non è per questo motivo che l’ho convocato, anche se il suo parroco si è
rattristato per non esserne stato informato, doverosamente informato...
PRETE
Ho capito, Eccellenza. Mi ha convocato per le mie prediche.
VESCOVO
( Con finto imbarazzo ). Non dico che lei non abbia ragione. E’ scritto che “
Dio renderà giustizia ai suoi eletti che gridano il suo nome giorno e notte, “
ma, ma...
Silenzio.
VESCOVO
Lei non m’incoraggia...
PRETE
Stento a credere che da lei sia venuto a lamentarsi uno dei farisei che in
chiesa erano soliti occupare le prime file.
VESCOVO
Glielo ripeto: lei non m’incoraggia affatto.
PRETE
Le mie prediche hanno svuotato la chiesa dai parassiti, almeno un effetto
positivo l’hanno prodotto.
VESCOVO
( Con voce che vorrebbe esprimere preoccupazione). Sovente mi si presenta
l’obbligo di affrontare un compito ingrato, direi che sono rari i giorni nei
quali sono sollevato da problemi di questo tipo. Non dubito che stenterà a
credermi, eppure lei non suppone quanto rimpiango la mia prima ed unica
parrocchia ! Celebravo messe, confessavo, ma non avevo sacerdoti davanti ai
quali dover dire, dover imporre...
PRETE
Lei, Eccellenza, ha ben delineate le parole che intende pronunciare.
VESCOVO
Magari !...
PRETE
Non si preoccupi per me, l’ascolterò senza obiettare, qualsiasi cosa intenda
dirmi.
VESCOVO
( Come sollevato ). Vede, che il seme sia la parola di Dio è fuori di dubbio, ma
lei, suvvia! ha esagerato. Alle omelie domenicali sono presenti fedeli di
cultura differente, di educazione, mentalità eterogenee…Una certa cautela, mi
permetta, una buona prudenza, sarebbe doverosa, finanche utile...
PRETE
Il messaggio evangelico non distingue, siamo tutti fratelli in Cristo !
VESCOVO
Vero, vero...Ugualmente la sua inesperienza l’ha indotto a ritenere che tutti
fossero in grado di comprenderla, e così la sua parola, per i più è finita nel
campo della zizzania.
PRETE
Non riesco a seguirla, Eccellenza, mi spieghi, per cortesia.
VESCOVO
Ho ricevuto lamentele.
PRETE
Da chi ?
VESCOVO
Importa ?
PRETE
Scusi se mi ripeto : da chi ?
Silenzio
PRETE
Erano lettere?... Telefonate anonime ?...
VESCOVO
Non saprei, non so, mi è stato riferito di un paio di lettere, ma senza altri
particolari...
Silenzio
PRETE
La parola di Dio non è diplomazia.
VESCOVO
L’animo dell’uomo purtroppo esige la diplomazia. Si ottengono frutti migliori
dalla prudenza, dalle pause, dai silenzi...La vita è greve anche quando è
sostenuta dalla fede, lei stesso l’ha appena affermato. Non sempre anche nei
momenti dedicati alle funzioni, il fedele è portato ad accettare nel suo più
intenso significato la parola di Nostro Signore.
PRETE
Mi permette di chiederle se il suo cuore condivide quando pronunciano le sue
labbra ?
Il vescovo evita lo sguardo dell’altro. Tacciono entrambi.
PRETE
Si è preso la briga di parlare di persona con uno di questi…letterati?
VESCOVO
( Quasi offeso ). Che dice ? Io...( Di colpo muta il tono della sua voce, lo
addolcisce ). Con il calendario fitto d’impegni che mi ritrovo...
PRETE
Non le sarebbero occorsi più di dieci minuti.
VESCOVO
( Innervosito). Non è compito mio, in ogni caso!
PRETE
Mi permette di dissentire nuovamente, Eccellenza ?
Silenzio
VESCOVO
Vede….Per lei avrei pensato…Se cambiasse aria per qualche tempo ?...
Silenzio
VESCOVO
L’ho convocato perché avrei questa ricetta da suggerirle...
PRETE
( Sorpreso ). Non muterei il contenuto delle mie prediche anche cambiando la
parrocchia, incontrerei altre canoniche da sistemare, altri poveri, visto che
anche nella nostra opulenta città questa categoria è numericamente ben
rappresentata, oggi poi che si sono aggiunti anche gl’immigrati…
VESCOVO
Forse non mi sono espresso bene…
PRETE
Mi ritiene indegno dell’abito che indosso ?
VESCOVO
Che dice ? Lei è mosso soltanto da un eccesso di ardore giovanile…Questo ardore
non le consente di accettare che il messaggio della Chiesa è secolare ed
immutabile.
PRETE
Vorrei servire Dio, semplicemente.
VESCOVO
( Visibilmente infastidito ). Questo è fuori di dubbio. Ogni cristiano è al
servizio di Dio. Un suo ministro lo è due volte.
PRETE
( Ironico ). Ma c’è, lei sostiene, Eccellenza, modo e modo di servirlo.
VESCOVO
( Finge di non avere inteso ). Cambiare aria, non parrocchia. Un annetto in
terra di missione… Mi viene giusto richiesto un prete per il Centro Africa.
Il vescovo si è alzato e si muove imbarazzato per la stanza. Il prete lo guarda
sorpreso e come distratto.
VESCOVO
( Sottovoce ). Per un anno, probabilmente meno…
Lungo silenzio
VESCOVO
Che ne dice?
PRETE
Io cerco di aiutare il mio prossimo, non bado al colore della sua pelle.
VESCOVO
( Sollevato). Quindi accetta ?...
PRETE
Ha già prenotato il volo ?
VESCOVO
Lei è un insolente. Se in cuor mio avessi ancora esitato...credo che non mi
pentirò della mia decisione. E dire che non avevo chiuso occhio in queste notti
per trovare la soluzione più adatta, per i suoi parrocchiani e per lei.
PRETE
Quando ?
VESCOVO
Tra un paio di mesi, il tempo di mettere assieme i rudimenti della lingua, di
conoscere le abitudini... (Breve pausa ). Non la vedo curioso, nemmeno mi chiede
la sua destinazione.
PRETE
Conosco l’Africa solo sull’atlante, a casa cercherò la località. Perché
affrettarmi, lei mi ha concesso due mesi per trovarla. ( Alzandosi in piedi e
facendo atto di andarsene, ma proseguendo sottovoce.) Perché osservi un bruscolo
che è nell’occhio di tuo fratello e non scorgi la trave che è nel tuo occhio ?
VESCOVO
Lei è un insolente, glielo ribadisco!
PRETE
( Sulla porta, si gira e fissa il suo superiore ). Non mi augura buon viaggio,
almeno ?
Si avvicina al Vescovo, si china, gli bacia l’anello e ne riceve una rapida
benedizione.
PRETE
( Di nuovo sulla porta.) Ah, stavo per dimenticarmene. Potrà riprendere i suoi
sonni già da stasera, Eccellenza.
SCENA VI
Ritorna la stanza dove giace il moribondo.
Il Prete è al centro del palcoscenico mentre l’Uomo è seduto, come assorto nei
suoi pensieri.
PRETE
Mi recai in Costa d’Avorio con il cuore che tremava. Avrei voluto possedere la
forza per levarmi la veste sacerdotale, mi sentivo umiliato, mi dicevo che se
avessi ubbidito al vescovo mi sarei comportato da codardo. ( Pausa ). Avrei
abbandonavo le prediche ma anche la tranquillità. Non sapevo a che cosa sarei
andato incontro, non me lo domandavo. Più che al caldo od al colore differente
della pelle pensavo alla lontananza da quanto mi dava sicurezza, e non bastava
la fede nel Cristo risorto per tranquillizzarmi. ( Riprende con una voce serena
). Della mia nuova terra m’innamorai già all’aeroporto quando scorsi il suo
cielo e l’ampiezza del suo orizzonte. In me scomparve la nostalgia. Vedevo i
greggi di capre, li ammiravo, come ammiravo le interminabili distese di piante
di cacao. L’occhio non mi mostrava scorci di paesaggi che mi riportassero alla
mia terra. Ero giunto convinto che Dio non avesse tempo da dedicare a quegli
uomini e come unico favore concedesse loro di addormentarsi ogni sera e di
risvegliarsi ogni mattina. Quasi una degnazione. (Brevissima pausa). Che schifo
di fede possedevo!... Anche di quella gente mi innamorai subito. Gente maestosa
nei colori degli abiti, nella dignità, nella sopportazione, mentre attorno l’afa
stroncava, le mosche ronzavano come calabroni nell’aria impazzita del giorno e
della notte. (Brevissima pausa ). La parrocchia era estesa ma i fedeli pochi.
Ero nella terra di un altro dio con il quale non è facile convivere, avevo
compreso che il mio non mi aveva abbandonato, mi avrebbe dato la capacità di non
rattristarmi per il numero delle mie pecorelle e la forza per superare ogni
difficoltà. Curavo, amavo, incoraggiavo i miei poveri amici ivoriani. Mi sentivo
finalmente un prete vero.
UOMO
Ci rimase trent’anni. Era, nel giudizio del suo vescovo un pessimo prete, un
prete che s’intrometteva nella politica, che distingueva fra farisei,
pubblicani, sadducei, peccatori… Il vescovo che gli succedette confermò la
decisione. Ma lui ( indicandolo il moribondo ) non rimpianse un solo giorno del
suo esilio. Non predicava, ma costruiva. Non confessava, ma curava. Non chiese
mai di tornare. Non tornò nemmeno per la morte di suo padre e di sua madre, si
limitò a pregare per le loro anime. Gli mancava il tempo dei ricordi, di
appisolarsi davanti alla tivù, di pensare, sospirare, sognare, gli mancava
persino il tempo di ringraziare Dio e di pregarlo di non fare mutare idea al suo
vescovo.
PRETE
Avevo compreso che il Signore aveva in mente un disegno per me, nella sua
generosità mi offriva l’opportunità di mettere in pratica quanto sinora mi ero
limitato a predicare. Già, finché non ci si rimbocca le maniche non si può
comprendere la fatica della semina, le difficoltà e le preoccupazioni del
raccolto, l’occhio che scruta l’orizzonte sognando le nuvole mentre è accecato
da una luminosità soffocante, l’orecchio che intuisce il vento che le
conduce...E quanto sia differente la voce della fede, ma anche quanto sia
semplice sentirla, accettarla, disporsi alla provvidenza di Dio…Ad amare, di
conseguenza. Ad amare persone miserabili negli abiti, ma maestose nella dignità
in una terra dove anche i serpenti sono creature d Dio, come le zanzare, come
gli scarafaggi...
Buio.
SCENA VII
Sempre nella stanza dove giace il moribondo.
In scena è rimasto l’Uomo. Si alza, si muove per la stanza come indeciso, non
smette per un istante di osservare il moribondo.
Dalla porta irrompe la Donna.
DONNA
Avrei terminato anche la seconda sigaretta, maritino mio... ( Silenzio). Ti
stiamo aspettando, pazienti ed infreddolite. ( Sempre silenzio). Ti sei per caso
dimenticato di noi?
UOMO
( Come sorpreso ). Mi aspettavate?
DONNA
Certamente. Io e mia figlia.
UOMO
Da quanti secoli?
DONNA
( Finge di non avere sentito. Si avvicina all’uomo, gli pone una mano sulla
spalla con un gesto che tenta di apparire affettuoso). Ti vedo preoccupato...
UOMO
Vedi male.
DONNA
Non da oggi...Ma già, coi grattacapi che l’ufficio ti procura…
UOMO
( Indicando il moribondo ). E’ agli sgoccioli.
DONNA
Non me la racconti, non certo per lui sei preoccupato.
UOMO
Se t’ingannassi ?
La donna gli si mette davanti con le mani sui fianchi. Scruta a lungo l’uomo.
DONNA
Anche a me quell’uomo ( indicandolo ) procura una gran pena. E’ triste morire
così, terribilmente triste.
UOMO
Sei mossa da un’improvvisa carità, tu ?… Dio ! Dio ! Dio !… ( Si avvicina alla
porta). Andiamocene, ti ho costretta sin troppo a fare esercizio di pazienza.
DONNA
E’ vero, non la collocherei tra le mie virtù. Questa volta mi è successo, tu
stesso l’hai ammesso. (Cenno di assenso dell’Uomo. Come incoraggiata, la Donna
riprende ). Negli ultimi tempi ti ho trascurato, non sono stata una buona moglie
nel significato che tu più apprezzi. ( Breve pausa ). Mi eri venuto a noia,
accetta che te lo riveli. Più di te, mi era venuta a noia la tua continua,
insistente richiesta di fare l’amore. Dopo tanti anni di matrimonio!… (L’Uomo la
fissa stupito ). Qua è come se fossimo soli, non mi costa rivelarti queste cose,
direi che mi riesce spontaneo, più spontaneo che in casa nostra. (Altra breve
pausa ). Potrei giustificare questa mezza confessione con l’atmosfera natalizia,
ma sono sicura che ne rideresti...Da quando non sento più le tue carezze che
accompagnano la linea del mio corpo, mi addormento sognandole, vorrei essere di
nuovo desiderata...( Fa per avvicinarsi ). Dormire di nuovo assieme,
addormentarmi riscaldata dal tuo corpo...Ma, tu non mi stai ascoltando...
UOMO
Certamente, certamente.
DONNA
Essere amata !...( Con enfasi ). La passione che ti destava in piena notte,
dovevi possedere una sveglia incorporata, per quelle cose eri puntualissimo. Il
tuo modo personalissimo di…catturarmi, mi cercavi non con un bacio o con una
carezza ma con la forza delle tue parole. Potrei ripeterle una per una…Iniziavi
bisbigliandomi all’orecchio frasi affettuose, erano un crescendo…Come intuivi
che mi ero svegliata, non indugiavi, passavi…all’azione. Ricordi?
UOMO
Ricordo.
DONNA
Che cosa non darei per risentire quelle parole!
UOMO
Una per una…
DONNA
( Come incoraggiata ). Mi raggiungerai in camera stanotte ?
L’Uomo tace.
DONNA
Il mio ricordo più bello è quel prato reso bianco dai narcisi. Li strappavi e mi
ricoprivi il corpo, avevi preteso che mi spogliassi, non mi avevi permesso di
conservare ( finge pudore ) neanche le mutandine. Ero ricorsa a tutto, la
temperatura non particolarmente invogliante, la paura che sotto il plaid
s’infilasse una lucertola… non comprendevo la tua fanciullesca voglia di giocare
con il mio corpo, ma ne ero orgogliosa. Orgogliosa di capitolare. Purtroppo non
riuscivo a vivere pienamente quei momenti, se qualcuno fosse arrivato e mi
avesse vista così...ridotta? Non osavo confidartelo e non mi capacitavo che tu
non… Sbirciavo oltre le tue spalle, sentivo voci, vedevo sopraggiungere orde di
gitanti... E così finsi il piacere che non provai perché ti ritenessi
soddisfatto ed io potessi rivestirmi.
L’Uomo continua a tacere.
DONNA
Per una settimana credesti di avere compiuto il patatrac. Dall’ufficio mi
telefonavi ogni mezz’ora per chiedermi se c’erano le avvisaglie dei dolori che
precedono le mestruazioni, le bufere, come tu le chiamavi... Poi, tra noi,
inesorabilmente...
UOMO
( Con un tono trasognato ). Non mi hai dato un figlio.
DONNA
( Indietreggia con un brusco movimento). Mia figlia è come tua.
UOMO
Lascia fuori Luciana!
Silenzio.
DONNA
E’ come tua, me lo hai ripetuto per anni.
UOMO
( Brusco ). Per quello che me ne importa.
Silenzio
DONNA
( Nervosamente ). Ne hai di figli in giro ?
UOMO
Uffa !
DONNA
Ne hai ?
UOMO
E’ una lagna che tiri avanti dal giorno del matrimonio.
DONNA
Non ho mai ottenuto il piacere di una risposta.( Pausa ). Abbi una briciola di
coraggio (indicando l’uomo nel letto ) .
UOMO
Quasi fossi in grado di saperlo.
DONNA
Non che ne sia gelosa, non insuperbirti, mio caro. Sappi che se ti sei consolato
una parte di responsabilità è mia.
UOMO
( Ridendo). Quale improvviso...
DONNA
( Ironica ). Tu sei un uomo che non vede più in là della propria vanità. Supponi
per un attimo che io abbia formulato la domanda proprio per metterti alla
prova... Oppure che abbia sempre saputo delle tue avventurette e mi sia tornato
più comodo fingere. Non hai mai pensato che anch’io potrei…(L’Uomo non ribatte.
La donna riprende dopo un’esitazione ). E sia, come regalo di Natale ti
elencherò i nomi delle puttanelle con le quali ti sei rotolato.
UOMO
Non mi sembra il luogo più adatto per una recita, rimandala.
DONNA
Ti mostri sempre troppo accomodante quando sfioro questo argomento. La cosa è
curiosa, perlomeno curiosa…
UOMO
( Sarcastico ). Fuori i cognomi, allora !
DONNA
Beh, se ai nomi preferisci i cognomi, non ho preclusioni.
UOMO
Fuori anche i soprannomi!
DONNA
( Con tono duro). La Righi, la Cabrini, e quell’altra gallina strabica che era
impiegata nello studio notarile accanto all’ufficio della tua ditta, quella
specie di donna alla quale neanche un eunuco sotto gl’influssi del vino avrebbe
rivolto non dico un sorriso ma uno sguardo...
UOMO
( Ridendo forzatamente ). Non uno è vero, la tua testolina il nome di una mia
amante, qualora esistesse, sarebbe incapace di agguantarlo.
DONNA
Veri, verissimi, invece !…Neanche da quelle hai ricavato un figlio! Sei tu che
hai sempre fatto cilecca, mio caro!
UOMO
Tu sei pazza.
DONNA
Pazzo sei tu, lo sei sempre stato.
UOMO
Pazza! Pazza!
DONNA
Pazzo tu, con le tue fisime, con le tue attenzioni interessate... Mi scocciavi
ogni notte non certo per esprimermi il tuo amore. Erano, le tue parole, una
sequela di menzogne e di astuzie per arrivare al tuo monotonissimo dunque.
UOMO
( Scandendo e rimarcando le parole). Non mi avevi proposto di fare l’amore, non
mi avevi evocato campi di narcisi, follie, cose di altri tempi ?
DONNA
Mi fai schifo e ringrazio Dio perché non sento più addosso il tuo fiato se non
per il bacio della buona notte, e già quello mi avanza. Da quando sono cessate
le tue notturne posso addormentarmi tranquilla.
UOMO
( Girandosi dalla parte opposta ). Se non è fuori di senno questa qui...
DONNA
( Quasi urlando ). Mi fai schifo ! Mi fai schifo !
UOMO
Evita una chiassata, abbi almeno questa accortezza, in questa stanza c’è un
moribondo, con troppa facilità tendi a dimenticartene.
DONNA
Per quello che a te è sempre fregato degli altri !
UOMO
( Alzando la voce ). Non costringermi a perdere la pazienza. Vattene, prendi
l’auto, rincaserò a piedi, preferisco la compagnia del freddo alla tua.
DONNA
Non sarebbe un’idea malvagia, lungo la strada protesti approfittarne per
meditare, chissà che... (Accenna ad uscire, sulla porta si ferma, indugia, poi
torna indietro e si avvicina nuovamente all’Uomo. Il tono della sua voce si è
fatto remissivo ). Perché litighiamo ? Non voglio litigare con te. Abbiamo i
nostri alti e bassi, ma ti ho voluto e ti voglio bene. Soprattutto non
litighiamo stasera. ( Brevissima esitazione). Ti prego, è Natale...
UOMO
( Immediatamente raddolcito ). Neppure a me piace litigare con te.
DONNA
Il mio amore è immutato, convincitene. ( Breve pausa). Il tuo ?…
UOMO
( Sorridendole ). Ne dubiti ?
DONNA
( Dopo un’esitazione ). Debbo concederti altri due minuti? è quanto vorresti ma
non osi chiedermi?
Cenno di assenso dell’Uomo.
DONNA
( Dandogli un lieve bacio sulla guancia ). Avrò questa pazienza, fumerò una
terza sigaretta. Sarà il mio fioretto natalizio.
Esce, nella stanza rimane solo l’Uomo con il moribondo.
.
SCENA VIII
Molti anni prima.
Una misera chiesa in terra d’Africa. Un improvvisato pulpito.
PRETE
Della mia terra ho, carissimi fratelli in Cristo, un’unica nostalgia, la neve. (
Brevissima pausa). La neve è lo spettacolo per me più eccitante delle tante
meraviglie presenti nel mondo. Voi non conoscete la neve, essa è un frammento
bianco che cade dal cielo; dapprima appare come una cosa ridicola, ma come il
cielo si riempie di mille altri frammenti, quanto attrae e quanto sconvolge! Per
alcune ore nasconde le brutture del nostro pianeta. Lo rende candido,
immacolato. Lo riscalda. Fa sentire l’affetto. Dice e proclama Dio. ( Brevissima
pausa). Anche fra loro i nostri fratelli bianchi non si considerano uguali e si
odiano, del messaggio di Nostro Signore leggono le frasi che tornano più comode.
( Pausa ). Nella mia città pochi credono veramente in Lui, nato da una Vergine,
morto e risorto dopo tre giorni. Dove regna l’opulenza, dove regna la
prevaricazione, dove il nero è un negro, un incrocio fra un animale ed uno
straccione, Dio non indica più la strada maestra ma induce al sarcasmo. Del
resto che cosa potremmo aspettarci da una popolazione che si diletta ad odiare,
a disprezzare, ad accumulare? ( Dopo un’esitazione ). Tocca a noi sforzarci di
amare quegli uomini proprio perché sono ricchi, perché sono impietosi, perché
non danno a Cesare quanto spetta a Cesare, idolatrano l’oro, la cupidigia, la
donna di un altro, collocano all’ospizio i genitori... (Breve pausa ).Chi tra
voi sa che cos’è un ospizio ?... Nessuno naturalmente, ma voi siete selvaggi,
Gesù non è venuto al mondo con il colore della vostra pelle, la sua è bianca,
lucente, tanto meno nacque nella savana, i suoi occhi non scorsero sabbia,
deserto, alberi di cacao, terra rovente, amò e proclamò di amare non altri che i
bianchi, il denaro…Già, solamente queste verità i miei conterranei appresero.
Miserevoli uomini che non amano la neve, lo spettacolo dei fiocchi controluce a
loro non procura nessuna emozione, prediligono pugnalare la consorte, i
colleghi, vivere di menzogne, d’intrighi, di raggiri…
Buio.
SCENA IX
Anni avanti.
Stanza di ospedale a due letti. Uno è occupato da una persona intenta a leggere
un libriccino. Da un piccolo crocefisso presente sul comodino ( lo stesso della
stanza del moribondo), si può intuire che è un sacerdote. Contro la parete è
visibile un armadio smaltato a due ante. Un tavolino ed un paio di sedie
completano l’arredamento del locale.
L’Uomo entra con passo esitante recando una minuscola, ma elegante valigia. Si
guarda intorno infastidito, si avvicina al letto libero. Appoggia la valigia sul
fondo del letto, l’apre, vi toglie e sistema sul comodino una bottiglia d’acqua,
un bicchiere, delle riviste, alcune confezioni di fazzoletti ed un minuscolo
portafortuna. Deposita una seconda bottiglia nel lavandino dopo averlo riempito
d’acqua.
PRETE
( Si è interrotto nella lettura e ha osservato l’Uomo). Benvenuto.
UOMO
( Girandosi ). Mi tratterrò un paio di giorni.
PRETE
Benvenuto ugualmente.
UOMO
E lei, invece ?
PRETE
Non ne ho idea, mi affido a Lui ( indica il crocefisso ).
UOMO
Lui non gliel’ha confidato ?
PRETE
Dovrei essere dimesso a giorni, finito il ciclo di terapie, ma ( abbozza un
sorriso ) in quale non produce molta differenza, da questo ospedale ormai vado e
vengo.
UOMO
( Nel frattempo si è spogliato ed ha indossato il pigiama. Si è seduto sul bordo
del letto dopo avere depositato la valigia dentro l’armadietto ). Noto che l’ha
presa serenamente. Io sono finito qui dentro per delle analisi, quelle che i
medici definiscono di routine, eppure conto i minuti che mi separano da domani
pomeriggio. Mi dica come potrebbe piacermi ( si guarda intorno ) questo posto ?
PRETE
A chi piace ?
UOMO
E’ opprimente. Credo che queste pareti abbiano la capacità di peggiorare lo
stato della nostra salute.
PRETE
In parte le do ragione.
UOMO
Scorgo ininterrottamente davanti ai miei occhi enormi macchie nere, una
terribile malattia mi verrà diagnosticata, analisi che riprenderanno tumori,
metastasi...Sono incapace di pensare ad altro.
PRETE
Non è venuto accompagnato però, questo contrasta con le sue parole.
UOMO
Anche lei non è in compagnia.
PRETE
Mi perdoni, come potrei esserlo ? ( Dopo una brevissima pausa ). E’ sposato ? ha
dei figli ?
UOMO
Sono sposato e non ho figli.
PRETE
Non ha una figlia ?
UOMO
E’ di mia moglie, di un suo precedente matrimonio. ( Ha risposto sorpreso, quasi
allarmato). Come ne è a conoscenza ?
PRETE
L’ ho indovinato, mi ha messo sulla strada il suo portafortuna ( lo indica ) che
denota il pensiero di una figlia.
UOMO
Per un attimo mi ero spaventato, l’avevo creduto indovino. ( Ride, ridono).
PRETE
Bene, il ghiaccio è stato rotto. Per le ore che rimarrà mio vicino
d’appartamento credo che ci terremo buona compagnia. Questo libro mi è venuto a
noia ( lo appoggia sul comodino ). Non amo le letture.
UOMO
Lei è uno spirito curioso. Ritenevo che voi preti...
PRETE
Non dica ad alta voce che sono un prete, nell’ospedale lo ignorano.
UOMO
( Guarda l’altro a lungo, poi si alza e si avvicina al suo letto ). Ho esordito
confidandole la mia paura, adesso mi consenta di giustificarla. Pria di oggi non
ero mai stato ricoverato, sono analisi necessarie ad una certa età, alla nostra
età... Avverto alcuni disturbi, cose di poco conto, dei dolorini qua e là (
indica lo stomaco) ugualmente nei giorni scorsi, in ufficio, di nascosto ho
sfogliato pile di riviste mediche, le consultavo febbrilmente, in ogni malattia
riconoscevo i sintomi che mi conducevano al tumore. ( Pausa brevissima). Ho
preteso di non essere accompagnato, mi vergogno di mostrarmi tanto fifone.
Verranno a prendermi, a questa promessa non ho potuto sottrarmi, ma al momento
delle dimissioni, penso che il mio umore sarà molto differente.
PRETE
Da chi ? Da sua moglie o dalla sua figliastra ?
UOMO
E dagli ! Lei è un prete od un investigatore ? ( Pausa ). Sapesse che giorni di
vera angoscia ho vissuto! Mi rigiravo nel letto, scorgevo ombre allungarsi sotto
la porta, ali smisurate di un pipistrello che si divertiva a ghermirmi. Mi
destavo sconvolto, tutto sudato. Le mie notti si dilatavano, erano diventate una
parete levigata alla quale cercavo di aggrapparmi senza fortuna, incapace di
respirare, sopraffatto dalla paura...
PRETE
E sua moglie che diceva?
UOMO
Dormiamo in camere separate.
PRETE
( Sorridendo ). Nei miei villaggi dormono anche in dodici in una stanza.
UOMO
( A sua volta sorridendo ). Dopo questa specie di…confessione mi sembra di
essermi rinfrancato, sento il fuoco invadermi meno le guance, è un merito che
senza fatica le riconosco…Questo non significa che il terrore di avere un cancro
non si riaffacci in me con la periodicità del tic tac dell’orologio. Cerco di
riderci sopra, quasi il medesimo timore non sia presente in ogni degente, e
tutti, o quasi tutti, prima o poi trasformino la loro angoscia in un sospiro
liberatorio.
PRETE
Io ce l’ho.
Silenzio.
UOMO
( Si è riaccomodato sul bordo del suo letto ). Il suo volto mi è nuovo, la mia
affermazione vale poco, non sono per niente fisionomista. Anche se la nostra è
una città piccola, non mi sembra di averla mai incrociata. Non che coi preti e
con le chiese ci bazzichi...I volti delle persone che incontri sono sempre gli
stessi, e si rassomigliano: nelle parole, nei comportamenti, nei pettegolezzi…
Pare che i nostri concittadini si divertano enormemente ad impicciarsi nei fatti
altrui, non uno si sottrae. (Dopo una pausa ). Non che io abbia qualcosa da
tenere nascosto, comunque la grettezza di questa città m’infastidisce. A lei ?
PRETE
Vi sono ritornato da alcuni mesi dopo una lontananza di quasi trent’anni.
UOMO
Non rientrava neanche per le vacanze ?
Il prete non risponde, abbozza un movimento con le mani.
UOMO
Volevo sdrammatizzare, mi scusi.
PRETE
In fondo la mia può essere interpretata come una prolungata vacanza.
UOMO
Me la sono proprio voluta ! Chissà quanto le era dura la vita in mezzo a
quella...gente.
PRETE
La rimpiango invece. Rimpiango la mia chiesa di legno e senza finestre,
rimpiango i miei fedeli, rimpiango la loro miseria e la loro dignità. Rimpiango
il mio Gesù dalla pelle colore del cioccolato, l’afa, il caldo, le mosche,
l’erba gialla e bruciata...Il cielo che profumava intensamente... A me piace il
caldo, adoro il caldo, purtroppo nella nostra città il piacere del caldo viene
annullato dal traffico e dalla frenesia della gente.
UOMO
A quale parrocchia è stato destinato da quando è tornato ?
PRETE
( Con tono dispregiativo). Quando non dimoro in questo ospedale sarei
bibliotecario in curia. Catalogo libri. Una marea di libri.
UOMO
Mi sembra di capire che il nuovo lavoro non le piaccia. Già, chiuso dentro
stanzoni soffocanti, che conoscono la luce solo grazie alle lampade, tra
montagne di libri... Lei poi, mi ha confidato che i libri non li ama...
PRETE
Non intendo minimizzare l’importanza dei libri ma essi non sostituiscono gli
esseri umani, il piacere delle loro voci e dei loro sentimenti.
UOMO
Ritengo che il vescovo le avrà affidato questo incarico a causa delle sue
condizioni di salute, avrà inteso evitarle aggravi fisici. ( Pausa ). In città
si parla bene di questo vescovo, non che io lo conosca, riporto solo una voce
comune.
Silenzio.
UOMO
L’Africa tropicale è uno degl’ itinerari dei miei viaggi rimasti incompiuti. Non
le dico quante volte l’avevo scelta come meta per una vacanza. Vi ho sempre
rinunciato, mi ero convinto che una volta là non sarei più tornato a casa, avrei
prolungato all’infinito le mie ferie. Il cosiddetto male d’Africa, attratto e
rapito. Come lei…( Pausa ) Me ne parli, se non le dispiace. Abbiamo tempo, no ?
( Un movimento delle mani del prete glielo conferma).
PRETE
Quella terra sostituì la parrocchia che non ritennero di affidarmi, la canonica
che non restaurai, le prediche che scandalizzavano anche se non venivano intese
da anima viva. Ero in Costa d’Avorio, regione subsahariana sull’oceano
Atlantico. Faticai a trovarla sull’atlante, si figuri la mia parrocchia quando
vi giunsi dopo quattordici ore su una jeep sgangherata. Erba sconfinata e
bruciata fra piantagioni di cacao e qualche campo coltivato. Con il sole
perennemente a perpendicolo. La polvere e le buche sulle strade. ( Breve
esitazione). Non potrei aggiungerle altro, e non per un rifiuto, le volte che mi
ero provato avevo dovuto constatare l’impossibilità di comprendere da parte dei
miei interlocutori che dell’Africa e della sua gente sanno poco o nulla, e quel
poco falsato da luoghi comuni. ( Pausa ) Trascuriamo le automobili, i semafori,
le fabbriche, le vetrine dei negozi, le luci, le insegne, contrapposti alle
giraffe, al sole, alla sete, alla luminosità a volte insopportabile... Qui vi è
l’esaltazione del consumismo, là si gira senza uno straccio addosso.
Breve silenzio
UOMO
Già le ho detto che lei è un prete curioso, ora aggiungo che è anche simpatico.
Molto diverso dai soliti. (Pausa). A me i preti non sono mai andati a genio.
PRETE
Neanche a me.
Ridono entrambi.
UOMO
Sempre in tempo per ricredermi comunque.
PRETE
Siamo uomini in fondo! ( Esitazione di un attimo). Anche un sacerdote non sa
sottrarsi alla paura della morte.
UOMO
Come non averla ?
PRETE
Ho un tumore, le ho detto.
UOMO
Dove è localizzato ?
PRETE
Questi medici si affannano per esaltare la robustezza della mia fibra, le nuove
cure che producono miracoli...Loro, benedetti esponenti di una scienza
razionale, mi parlano di miracoli, ma io rimango scettico. Progressi non ne
riscontro, è inutile che la infastidisca raccontandole del continuo vomito, dei
dolori sempre più lancinanti... Vede, se è stato stabilito che...( Si blocca. )
UOMO
Non continui se non se la sente, non si preoccupi per me. ( Si alza e sistema il
letto girando volutamente le spalle al prete, che continua ad osservarlo).
PRETE
Mi piacerebbe parlarle di un fatto…
UOMO
( Senza girarsi ). L’ascolto.
PRETE
( Con tono forzatamente ironico ). Probabilmente è una biasimevole sciocchezza,
ma a me non pare più tale, ormai. Conosco... ritengo di conoscere la data della
mia morte.
UOMO
( Si è voltato istintivamente). Vuole burlarsi di me ?
PRETE
Potrà constatarlo.
UOMO
Suvvia, detto da lei poi...
PRETE
Mi ascolti e comprenderà che non intendo burlarmi di lei. Il giorno non è
lontano, accadrà la vigilia del prossimo Natale.
UOMO
Che dice ?... ( E’ turbato, anche se cerca di non mostrarlo ).Non immaginavo (
indica il crocefisso ) che lui compisse delle eccezioni. Ho sempre ritenuto che
la data della nostra morte ci sia sconosciuta. Fortunatamente.
PRETE
Dio non c’entra, fu la profezia di una zingara. ( L’Uomo lo fissa sconcertato ).
L’abito e l’attitudine della mia missione non mi permetterebbero che una risata,
ed è quanto più vorrei…Mio Dio, quanto lo vorrei!...Eppure le ho riferito la
verità, l’angoscia annidata dentro l’inesorabilità della malattia. (Pausa ).
Quella disgraziata insisteva, mi profetizzava guai maggiori se non l’avessi
ascoltata, ad un certo punto cedetti e le lasciai leggere la mano.
UOMO
E lei ?...
PRETE
Ci risi sopra, ne avevo di anni davanti, allora!... (Brevissima pausa ). Ma da
alcuni mesi il mio pensiero è tornato a quella predizione. Adesso che il male mi
sconquassa ed il Natale si avvicina, le parole di quella zingara sono esplose in
tutta la loro crudeltà. ( Pausa). Vede, amico mio, ho paura, semplicemente
paura.
UOMO
Lei, un uomo di Dio?...
PRETE
( Allungando le braccia. Bisbigliando). Paura. ( Dopo un lungo silenzio,
esprimendosi con affanno). Mancano tre mesi, novantun giorni. Evito di dirle
quante volte li conto nel corso delle giornate illudendomi di avere sbagliato e
di poterne aggiungere uno o due. Sono giorni che sembrano lontani invece sono
meno di un soffio. Albe che ti accettano alla vita, tramonti che ti scacciano
dalla vita. Allegria, gioia, rassegnazione, accettazione, per me ormai sono più
parole che emozioni. Di questi giorni non vedo che l’ultimo, nel terrore di
doverlo affrontare. ( Dopo un’ esitazione ). Sono ridicole le frottole dei
medici. Non accadrà la vigilia di Natale, accadrà in coincidenza con l’Epifania,
o il nove, dieci gennaio, o anticipato in un giorno qualunque di dicembre ma
accadrà, ed io come mi avvicinerò a quella data? come vivrò i giorni che
precederanno la vigilia del Santo Natale, i minuti ed i secondi di quei giorni
terribili, le lancette che i miei occhi spieranno ininterrottamente... Ho paura
ad immaginare come affronterò il risveglio del ventiquattro sapendo che potrebbe
non esserci un successivo risveglio, quel giorno dovrò essere capace di non
appisolarmi neanche per un minuto, dovrò viverlo secondo dopo secondo, lucido,
sereno... (Altra breve pausa evitando di guardare l’Uomo). In me non vi è che
una certezza, sarà un giorno che affronterò solo e (sottovoce) ) temo che non mi
basterà la fede. ( Bisbigliando ). Solo, ahimè.
Silenzio
UOMO
La vigilia verrò a trovarlo, trascorreremo assieme qualche ora.
PRETE
( Come se non avesse inteso ). Io, prete di Dio, non posso credere alla
profezia, m’impongo di non crederci.
UOMO
Ci rideremo sopra e ci scambieremo gli auguri.
PRETE
( A sé stesso ). La mia fede non annulla l’orologio, come non annullerà la
vigilia ed i giorni antecedenti. ( Brevissima pausa ). Le notti soprattutto.
UOMO
Domani, quando la saluterò, le confermerò il mio impegno e il nostro
arrivederci, l’abbia per certo.
PRETE
( Come scosso ). Non gliel’ho domandato.
UOMO
Non importa.
Breve silenzio
PRETE
Non venga.
UOMO
Verrò e sono sicuro che ci rideremo sopra.
PRETE
Non venga, la prego.
UOMO
Ci scambieremo gli auguri.
Lungo silenzio
PRETE
Non mi regali la sua pietà.
UOMO
Quale pietà ? ( Alzando il tono della voce). Sarà piuttosto l’occasione per due
chiacchiere fra amici e, le ripeto, per ridere della profezia.
PRETE
Lo crede possibile?
Breve silenzio
PRETE
Vorrei arrivarci lucido, affrontare la morte a viso aperto, non sotto l’effetto
della morfina. Vorrei dire al mio Dio che, seppure prete egoista, vanitoso,
disubbidiente, cercai di essere sempre fedele al vangelo...( S’interrompe, ma
subito riprende ). Mi parli di quella ragazza che non è sua figlia. Deve essere
una personcina in gamba, tale mi appare anche se non ho la fortuna di
conoscerla.
UOMO
Lasciamola fuori, se non le dispiace.
Breve silenzio
PRETE
Parlo troppo. Anche di questo difetto dovrò rendere conto a Dio.
UOMO
( Imbarazzato ). Quella ragazza non è mia figlia, è…( Un cenno del prete lo
invita a non proseguire).
Il sacerdote si è alzato dal letto, con vera fatica. L’uomo vorrebbe soccorrerlo
ma viene bloccato da un gesto della mano.
PRETE
Si tranquillizzi. Come può vedere, mi reggo ancora sulle gambe ( accenna ad un
passo di danza ), camperò due, tre lustri, mi accontenteranno con una piccola
parrocchia, un posto di aiuto al parroco, non predicherò, non scandalizzerò, lo
prometterò al vescovo...e riderò con lei della profezia, se avrà la bontà di
venirmi a trovare. ( Cerca di sorridere ma un colpo di tosse lo costringe ad
accasciarsi sopra la sedia).
L’Uomo guarda il crocefisso, stringe i pugni.
PRETE
( Con un filo di voce ). Ne rideremo assieme, sarà l’occasione per una
rimpatriata, si dice così, no?
UOMO
Reciterò con lei una preghiera…
Buio improvviso.
SCENA X
Riappare la stanza dove il Prete giace agonizzante.
L’Uomo, seduto, osserva a lungo e con intensità, il moribondo. D’un tratto si
alza e si avvicina al letto. Come indeciso. Sfiora una mano del prete.
UOMO
( Con un tono di voce che vorrebbe essere scherzoso ). Sono venuto, mi riconosci
?
Silenzio
UOMO
E’ giusto la vigilia di Natale, amico mio...
Silenzio
UOMO
( La sua voce è lenta, scandisce le parole ). Il tuo male è tanto avanzato da
non permetterti di riconoscermi ? Ci siamo frequentati per brevi ore, ma
l’impegno e la promessa non si sono cancellati. ( Pausa ). Avevi ragione. Sei
atteso dal tuo paradiso, che ti auguro radioso, ma qui sei solo, solo,
solo....Avresti dovuto abituarti, sei sempre vissuto nella solitudine, la sera
quando chiudevi la porta affidavi il tuo cuore alla compagnia del vento. Non
avevi una moglie, un’amante (impercettibile ) nel letto…Solo, solo, solo… (Si
muove a brevi passi per la stanza.) Adesso ci sono io. Te l’avevo promesso. Non
avrei immaginato di trovarti così ridotto…( Pausa). Non so che cosa possa
valere, vuoi ugualmente che preghi per te ? (China la testa. Congiunge le mani,
accenna ad una preghiera, subito s’interrompe ). E’ inutile, se anche pregassi,
pregherei per me, l’invocazione che eleverei sarebbe la dimostrazione del mio
egoismo. Tu hai dato, io ho sempre soltanto preteso. Fossi capace per una volta
di spossessarmi della mia essenza di bastardo… (Abbassa il tono della sua voce
). Sì, non sono che un bastardo che pensa a Londra, pensa a Luciana…Sono venuto
da te per mettere a posto la coscienza, o forse spinto dalla curiosità. Incapace
di venirci da solo ho coinvolto loro due inconsapevoli, non più di dieci minuti
mi ero ripromesso…Minuti che avrei dovuto trovare nei mesi scorsi, nei giorni
scorsi… (D’improvviso, a voce alta ). Dov’è la tua Africa? Voglio andarci,
prendere il tuo posto, scacciare Luciana, scacciare il suo corpo perché non è
lei ma il suo corpo che amo. Indicami dov’è la tua Africa, ti prego... ( Si
blocca; di nuovo accenna a pregare ).
Irrompe la Donna seguita dalla Figlia. Si fermano nel centro del locale.
DONNA
Dov’è ?
Silenzio
DONNA
( Voce astiosa ). Dov’è?
UOMO
( Sorpreso e visibilmente turbato ). Chi ?
DONNA
Sua Eccellenza, che diamine !
LUCIANA
La mamma sospettava che tardassi per colpa del vescovo, sbucato chissà da dove,
e a lui non osassi dire che due povere disgraziate sono fuori a crepare di
freddo.
DONNA
Altro che vescovo! Tu eri dentro a…( con disprezzo ) Non oso neppure
pronunciarlo.
LUCIANA
Forse sarebbe il caso di affrettarci, avrei ancora delle compere, tra le quali (
sottovoce ) un regaluccio per una certa persona…
DONNA
( Rivolta al marito ). Hai dimenticato che la mia bambina si è messa in testa di
acquistarti un regalo super? A te, bada bene, non a sua madre.
UOMO
( Sempre turbato, girandosi verso le donne). Mi fa pena, non riesco a
distaccarmene, muore solo come un cane.
DONNA
Per la morte poco importa la compagnia.
UOMO
Il tuo cinismo m’infastidisce.
DONNA
Tu invece, sulla generosità e sull’altruismo hai costruito la tua fortuna,
nonché il rapporto con tua moglie.
LUCIANA
( Avvicinandosi all’Uomo ). Il tuo è un comportamento stravagante, concedicelo.
DONNA
Pregavi, addirittura!
UOMO
Pregavo?
DONNA
Oppure gli parlavi. Che dicevi?
Silenzio
DONNA
Sono curiosa.
LUCIANA
Siamo curiose.
Silenzio
DONNA
Ti ho sentito nominare l’Africa.
UOMO
Sciocchezze, hai inteso male.
DONNA
Non sai nemmeno mentire, che c’entra l’Africa?
Silenzio
DONNA
Ci vuoi andare?
Silenzio
DONNA
Ho colpito nel segno?
UOMO
Piantatela, per cortesia! Ti avevo precisato ( rivolto a Luciana ) di averlo
conosciuto in ospedale. Ci siamo tenuti compagnia nei giorni del mio ricovero e,
per quanto poco o niente me ne importi dei padreterni e di quelli che li
pubblicizzano, ne ho provato amicizia. (Brevissima esitazione ). Ma anche molta
pena.
LUCIANA
Quanti ne muoiono ! In questo ( indicando come se le costruzioni fossero davanti
ai suoi occhi ), in quello, in quell’altro palazzo più di un uomo è in coma,
giorni od ore lo separano dalla morte. Poveri noi se c’interessassimo di ognuno
e ce ne addolorassimo.
DONNA
Se accorressimo al capezzale di tutti, aggiungici.
UOMO
( Rivolgendosi alla Donna ). Qua dentro mi sono trattenuto sin troppo tempo,
questa colpa me l’addosso, non altre.
Breve silenzio.
LUCIANA
Sarebbe bastato che ti fossi premurato di avvertirci del tuo fuoriprogramma, ti
avremmo aspettato a casa, oppure io ti avrei tenuto compagnia, sai bene ( con
voce maliziosa) che sono molto più paziente della mamma. Naturalmente (
rivolgendosi alla Madre ) terminato il…dovere, saremmo passati da casa per
condurti al ristorante.
DONNA
Se ci fossimo scambiati le parti, se fuori ci fossi rimasto tu, a quest’ora e
con questo freddo: povera me, non oso immaginare il numero degl’improperi che mi
sarei sorbita!...A te invece, che blateri di altruismo e di generosità, parole
che hai appreso dal dizionario in questo ventiquattro dicembre, non te ne
importa un accidente se tua moglie e sua figlia sono semi assiderate.
LUCIANA
( Avvicinandosi all’Uomo ). Proclama la tua innocenza, coraggio! Sappiamo che
non sei come la mamma ti dipinge, in questo momento è arrabbiata con te, e non
saprei darle torto.
UOMO
( Sottovoce, rivolto alla ragazza ). Non esagerare, tua madre non è del tutto
fessa.
LUCIANA
( Distaccandosi e facendosi seria ). Mi si ascolti, ho decretato. ( Pausa). Per
la ricorrenza che la cristianità festeggia e per rispetto del luogo nel quale ci
troviamo...
UOMO
( Interrompendola brusco). Non beffarti di quell’uomo, non te lo permetto,
quell’uomo è un santo!
DONNA
Che ne sai tu di santi ?
UOMO
( Alzando violentemente il tono della sua voce ). Questo non è il giorno della
mia morte, questo è il giorno della sua morte.
LUCIANA
( Fingendosi preoccupata ). Ahimè, non sono ascoltata!
DONNA
Mi piaci, marito mio. Spazi dall’Africa alla santità. Ti esorto a proseguire.
Chissà che cosa ne verrà fuori…
UOMO
( Indicandolo ). Non ha amici, ha prodigato il suo bene ma si ritrova in punto
di morte con un unico amico...Gesù ( pronuncia la parola con sarcasmo ).
Restituito alla sua città dopo trent’anni passati tra i negri. Restituito giusto
per morirci. E ne ha paura.
DONNA
E tu, aggiungo, uomo dal cuore nobilissimo, sei accorso per confortarlo e magari
per sostituirti a lui tra i negretti?
UOMO
( Turbato ). No…
DONNA
No o sì…?
Silenzio
UOMO
Avevo una promessa da adempiere.
DONNA
Tu, una promessa ?...
UOMO
Una mezza promessa. ( Pausa. Poi, come se stesse parlando tra sé e sé ). Avevi
ragione, amico mio, morirai prima della mezzanotte.
DONNA
Che hai detto ?
UOMO Morirà prima di mezzanotte.
DONNA
Allora avevo inteso bene, le mie orecchie stasera intendono di tutto!
UOMO
Ne era consapevole.
DONNA
(Ridendo ). Della sua morte?
UOMO
Sapeva che sarebbe morto la vigilia di Natale.
LUCIANA
( Unendosi alla risata della Madre ). Che balla vorresti propinarci?
UOMO
In ospedale mi confidò che sarebbe morto il 24 dicembre.
LUCIANA
Non è possibile, ricordi male.
DONNA
Avrà tirato ad indovinare.
UOMO
No.
DONNA
( Seccata ). Nelle sue condizioni, giorno più giorno meno, chiunque può
azzeccarci.
UOMO
Gliel’aveva predetto una zingara, tanti anni fa.
Silenzio
DONNA
Un prete non se la fa con le zingare, stasera sei davvero insopportabile.
LUCIANA.
( Si avvicina al letto del moribondo. Si china. Lo guarda attentamente ). Non ne
avrà ancora per molto. Il suo non è più un respiro.
DONNA
( Che ha seguito la figlia ). Bah, speriamo bene.
UOMO
( Come parlando a sé stesso ). Gliel’aveva predetto una zingara prima ancora che
partisse per la Costa d’Avorio. Gli si era conficcato dentro come chiodo.
DONNA
Alla faccia della sua fede!
UOMO
Ne era roso…( Sempre parlando a sé stesso). Se ne vergognava…( Pausa). La
sentiva come una colpa inaccettabile. ( Altra pausa). Ma anche la sapeva (
affievolendo la voce ) vera, vera…
LUCIANA
( Avvicinandosi all’Uomo ). Questa insospettata bontà natalizia...( Pone una
mano sulle sue spalle). Quasi tu intenda mettere a posto la coscienza, ma la tua
coscienza è adamantina… (Muta il tono della voce, si finge moralista ). Oppure
nascondi un’amante a me ed alla mamma e vorresti approfittare dell’occasione per
ottenere anticipatamente il perdono per le notti che passerai nelle sue
lenzuola?... Mi ricordo di avere letto di un re inglese del basso medioevo, un
Plantageneto, ma non chiedermi il nome, conduceva con sé il confessore per
ottenere l’ assoluzione immediatamente dopo aver commesso il peccato.
UOMO
Vera, vera…
Si sente come un rumore. I tre si girano verso il letto, come impietriti.
DONNA
Mi ha messo paura.
LUCIANA
Anche a me.
Breve silenzio
DONNA/ LUCIANA
Però…
UOMO
( Con sarcasmo. ) Falso allarme, me ne dispaccio per voi.
Altro silenzio che pare interminabile. Le donne guardano ripetutamente i loro
l’orologi. L’Uomo non si muove,il suo sguardo fissa il vuoto.
Altro rumore.
Altri minimi, separati rumori.
DONNA
E ora?…Questa volta non potete sostenere che m’inganno.
Silenzio.
DONNA
E’ una faccenda che intende trascinarsi per le lunghe. Ormai ho rinunciato ai
regali ma qualcuno mi dica se dobbiamo procurarci un paio di brande per
trascorrere la notte qua dentro.
Ancora rumori, il respiro si è fatto rantolo.
DONNA
Ormai è spacciato.
LUCIANA
(Eccitata). La profezia ! La profezia !
UOMO
Zitti, sembra voglia…Parla?…Dice qualcosa?…( Avvicinandosi al letto e chinandosi
sul moribondo). Vuoi dirmi qualcosa…?
Una pausa che appaia l’attesa di una conclusione liberatoria.
Un grido come soffocato, seguito da un’implorazione : “ Gesù mio, perdonami ! “
il braccio del moribondo cade fuori dal letto.
Silenzio.
LUCIANA
( Dopo essersi segnata ). E’ morto coerente con il suo ruolo.
DONNA
( Anch’ella si segna, come obbligata dal gesto della figlia ). Una grande
interpretazione, indubbiamente.
Breve silenzio.
UOMO
( Guardando l’orologio ). Ore venti e trentacinque, è spirato, la profezia si è
adempiuta. (Sottovoce ) Ed io, adesso?...
L’Uomo,come pentito dalle parole pronunciate, indietreggia. Le due donne si
guardano tra loro, dopo un cenno d’intesa si avvicinano alla porta d’ingresso.
DONNA
Siamo libere e purificate, la nostra presenza qua dentro è inutile.
LUCIANA
Il Natale ci attende.
DONNA
Andiamocene!
Silenzio.
UOMO
( Che non si è mosso. Sottovoce ). Nel corso della mia vita raramente ho seguito
il mio istinto, trascinato dalla vanità di emergere l’ho sempre soffocato senza
pietà e senza rimorso, alle mie giornate non diedi mai un vero significato,
adesso mi basterebbe un niente per riappropriarmi dell’uomo che fui a sedici
anni, tornerei ai colori del tramonto che solo allora i miei occhi ammirarono,
ricostruirei giornate che mi permetterebbero di prendere sonno in pace con la
mia coscienza…
DONNA
( Interrompendolo ). Che borbotti?
UOMO
( Come sorpreso ) Eh?...
DONNA
Ti ho semplicemente chiesto che diamine borbottavi.
UOMO
Niente. ( Brevissima esitazione ). Niente, niente…
DONNA
Non me la racconti.
UOMO
( Balbettando e fissando per un momento la moglie negli occhi ). Povero me,
quante occasioni ho gettato alle ortiche!…
DONNA
( A voce alta ). Ti ci vedo bene in Africa tra gli zulù e con quaranta gradi di
temperatura, tu che in spiaggia ti nascondi sotto l’ombrellone per paura di
scottarti.
LUCIANA
( Avvicinandosi all’Uomo. Sottovoce ). Londra ci attende, l’hai dimenticato?
UOMO
Quante, quante occasioni…
LUCIANA
( Sempre sottovoce ). Ci attende la nostra camera, amore mio.
DONNA
( Con tono canzonatorio ). Udite! Udite! Mio marito rinuncia al suo lavoro ed al
suo lauto stipendio e si trasferisce in Africa per svolgere il suo apostolato.
Diventerò la moglie di un santo. Magari mi proclameranno beata.
UOMO
( Di soprassalto. Sottovoce ). Hai ragione, Luciana, Londra ci attende. ( A
piena voce ). Il mio impegno l’ho assolto. Andiamocene.
DONNA
Non sarò più la moglie di un santo?
Silenzio.
Raggiunge le donne, che escono tenendo l’Uomo sottobraccio, quasi trascinandolo.
UOMO
( Sulla porta, girandosi verso il morto ). Ci ho ripensato, non sono tagliato
per l’Africa. Bah…Troppo caldo, e poi la sporcizia, la malaria e chissà quante
altre malattie contagiose, io che con il coraggio non mi ci ritrovo…Credimi, la
tua terra non fa per me, non fa assolutamente per me. (Sottovoce). Non la si
muta, si muore con la propria pelle.
A poco a poco sale d’intensità un coro di voci natalizie, dalla finestra
penetrano luci variopinte di una processione.
SIPARIO
SIPARIO