IL VERO E IL FALSO O'BRIEN

episodio della lotta di liberazione irlandese

PATRIZIA MONACO


Ireland unfree shall never be at peace
Padraic Pearse


PERSONAGGI

CATHY
PAUL
KEVIN
MARY
PAT O'BRIEN 1
PAT O'BRIEN 2.

L'azione si svolge nel giugno 1981,  all'epoca degli scioperi della fame dei prigionieri dell'IRA, in un cottage nella Contea di Monaghan, Eire, a poche miglia dal confine con l'Ulster.

Il fatto è  reale, avvenne nel 1981, e fu raccontato all'autrice, allora Lettrice di Italiano presso l'University College di Dublino, da una delle sue studentesse, il personaggio di nome "Mary".


PROLOGO

Palcoscenico al buio.
Spot sul proscenio dove sta CATHY, raggomitolata, avvolta  in uno scialle di pesante lana nera, come le antiche donne irlandesi. Suono di "Women of Ireland" in sottofondo, che si dissolve appena CATHY  inizia a parlare.
CATHY parla lentamente, mesta, ma con una punta di umorismo.

CATHY    Il mio nome è Cathy O'Rourke. Volontaria nell'Esercito Repubblicano Irlandese. Sono     morta alle cinque di mattina del 26 giugno 1981, in un cottage decrepito nella contea di     Monaghan, a poche miglia dal confine. (Pausa breve) Era un venerdì  e stavo preparando la     prima colazione. In quella temporanea base operativa, eravamo in attesa degli ultimi ordini     sin dalla sera precedente...

Buio in proscenio.
    
PRIMO TEMPO
     
 Luce piena sul palcoscenico.        
Sera.
Stanza-soggiorno con cucina nell'angolo di destra. Dalla stessa parte una porta che conduce sul retro. Sulla sinistra, la porta di comunicazione con il piccolo ingresso (fuori vista), dove si affacciano la porta principale e la scala che porta al piano superiore. La stanza è  grande, le pareti e il soffitto sono in pessimo stato. Un camino nella parete di fronte. Vicino ad esso, un secchio pieno di torba, e ai lati, due poltrone vecchie ma comode. Sopra il camino, un brutto quadro riproducente la costa occidentale dell'Irlanda. ulla sinistra, una finestra con delle tende pesanti e senza più colore. Sotto la finestra una panca e un tavolo. Nella parete di fronte alla finestra, sulla destra, una credenza. Accanto alla panca, una pendola di cui si sentiranno i colpi senza vederne il quadrante. PAUL è seduto su una delle poltrone, ha i piedi allungati sulla sbarra del caminetto, spento. Ha un'espressione aperta, una sicurezza interiore che traspare da ogni suo atto. E' abituato a comandare, ma a sua volta deve obbedire. E' sui trenta, trentacinque anni, capelli castani o rosso castani. E' alto e di corporatura robusta. KEVIN è seduto sulla panca e sta pulendo una pistola. Dimostra poco più di vent'anni, ha la faccia imberbe e l'espressione cupa. E' piccolo, magro, scuro di capelli. E' l'esperto di armi ed esplosivi.Entrambi indossano un maglione col collo alto, nero come i pantaloni.

KEVIN    Paul! (PAUL solleva la testa  mentre KEVIN accenna col capo al piano di sopra)  Quella     Mary, è a posto? (PAUL annuisce)Non mi convince...(continua a pulire la pistola)

PAUL     E' molto tesa, certo. (sorride) E' alla sua prima azione. Dobbiamo farle coraggio.

KEVIN    Non ho tempo per queste cose.

PAUL     (sempre sorridendo) Lo farò  io. E Cathy.

Rumore dalla porta sul retro. PAUL si alza e apre la porta. Entra CATHY con un fascio di legna sulle braccia. Indossa una giacca a vento consunta. Porta una gonna di lana e scarpe pesanti. Sui trent'anni, volto simpatico ed energico. Corporatura normale. Capelli castani, occhi chiari.

CATHY    Non piove più. (accennando alla legna) Nel caso più  tardi si rinfrescasse l'aria.

PAUL     (prendendole la legna dalle braccia e sistemandola accanto alla torba) Ah...come     preferisco un bel fuoco di legna a quello di torba, ma in città  è  un lusso...

CATHY    (ridendo) Mia nonna, buonanima, che alla fine non ci vedeva quasi più, una volta, al     posto del carbone, gettò nel fuoco uno dei nostri gatti neri...mia madre fece appena in tempo     a tirarlo fuori...

PAUL     (sorridendo) Voi avete sempre avuto dei gatti neri. Black Maria è una discendente di     quello salvato dalle fiamme?

CATHY    L'avremmo chiamata Giovanna d'Arco, allora. No,  questa l'ha trovata Sean tornando a     casa da scuola, lo scorso .

PAUL     Non è  neppure la stessa Black Maria che se ne stava sempre raggomitolata ai piedi del     povero Liam, allora.

CATHY    (ombra di tristezza) No. (sorride) Tutti i gatti di casa nostra sono sempre stati neri...un     caso... e li abbiamo chiamati tutti Black Maria...anche i maschi. (ride)

KEVIN    Il nome non mi piace.

CATHY    (alza le spalle) E' un nome come un altro. (si toglie la giacca a vento e va ad appenderla     nell'ingresso, poi tornando) A Ballymurphy avevo una compagna di scuola che si chiamava     Maria ed era spagnola. Aveva lunghissimi capelli neri e meravigliosi occhi scuri. Noi la     chiamavamo Black Maria.

PAUL     Lo sapeva lei quel che voleva dire?

CATHY    (ride) No, ma poi, quando una vicina le disse che suo marito era stato portato via con la     Black Maria, capì che si trattava del furgone della polizia. (Pausa breve) Ma è  strano...ogni     volta che chiamiamo il gatto, io vedo davanti a me la mia amica e non quell'orribile cosa con     cui portano via i nostri compagni.

KEVIN    Buon per te!

PAUL     (ridendo) Buon per te davvero, avrei voluto averla io, una compagna di scuola dai lunghi     capelli neri e dai me- ravigliosi occhi scuri...invece di tutti quei ragazzetti rossi e     foruncolosi.

KEVIN    Non c'è  un po' di tè?

CATHY    Si, Kevin, lo preparo subito.

PAUL     Ti aiuto.

CATHY mette il bollitore sul gas. PAUL porta sulla tavola tazze, piattini, ecc, che prende dalla credenza.  

CATHY    (dall'angolo cucina, di spalle) Pane tostato, Kevin?

KEVIN    Si Cathy, grazie.

PAUL     Il pane lo preparo io.

Entra MARY, molto esistante, occhi bassi. Sui venti'anni.  Alta, capelli biondi, carina. ndossa un maglione bianco, jeans e scarponcini. KEVIN solleva lo sguardo, prosegue il suo lavoro, molto meticolosamente.

PAUL     Siedi Mary. (Pausa breve) Tè,  pane tostato?

MARY     Si grazie. (Pausa) E' una bella serata. (Pausa breve)
    Posso aiutare?

PAUL     Non ti preoccupare. Faccio io.

MARY, sempre in piedi, è  come ipnotizzata dalla pistola che KEVIN sta ora religiosamente rimontando.

PAUL     Cathy, dov'è  il pane?

CATHY    Nella credenza. Ci sono dei topi in giro.

PAUL     (accorgendosi della tensione di MARY, il cui sguardo è sempre fisso sulla pistola) Siediti     Mary. (a CATHY) Topi? Ne hai visti?

CATHY    No, ma credo di averli sentiti, vero Kevin?

KEVIN annuisce. Silenzio.

PAUL     Mary, hai paura dei topi? (MARY è  assente) Mary! I topi, ne hai paura?

MARY, sorpresa, solleva la testa e fa cenno di no.

CATHY    Io ne ho il terrore, e dire che ci sono cresciuta in mezzo!

KEVIN    Crescere in mezzo a qualcosa non vuol dire imparare ad amarla. (Pausa breve) Io sono     cresciuto in mezzo a quei bastardi fottuti di protestanti... ed eccomi qui! (ride senza     allegria)

PAUL     Beh, coi topi può  essere diverso.

KEVIN    Certo, quelli sono meglio. ( a MARY) Di dove sei?

MARY     (con la gola secca) Newtown Butler.

CATHY    Qui vicino! (poiché il tè pronto, CATHY porta la teiera in tavola. PAUL è  affacendato     col pane. Ogni tanto lancia un'esclamazione perché si scotta col grill)

KEVIN    (fissando a lungo MARY) Donnelly ti avrà scelta per questo.

MARY     Non lo so. (facendosi coraggio) Vorrei anzi sapere di che si tratta. (silenzio) In macchina     Paul mi ha detto di aspettare una volta arrivati al cottage.

PAUL     Domattina.

MARY     (sorpresa) Domattina? Ma se l'azione è  domattina!

PAUL    Appunto. Si risparmiano angoscia e tensione e  stanotte dormirai come un angioletto.

MARY     Non credo proprio. Per me è  il contrario. Io non posso restare nel dubbio.

KEVIN    Dubbio un cavolo! Tu sai che domattina entrerai in azione e tanto ti basti!

MARY     Ma io voglio sapere! (li guarda uno per uno, e loro le rispondono con uno sguardo in cui     la sorpresa è  mista alla disapprovazione) Ma come fate a non capire!

KEVIN    Mangia e taci.

MARY     Io non credo di dover prendere ordini anche  da te!

KEVIN alza le spalle, borbottando qualcosa.

PAUL     (guardando KEVIN con severità) Calma ragazzi.

MARY     Donnelly mi ha detto soltanto di portare il mio completo da equitazione.

PAUL     E' basilare.

KEVIN    (con un insolito moto d'entusiasmo) Come la mia fedele amica! (solleva la pistola)

CATHY    (autoironia) E la mia padella per friggere.

KEVIN ha un moto di stizza, PAUL ride controvoglia, MARY resta seria.

PAUL     E io cosa ho di basilare, io?

CATHY    Il cervello. (Pausa breve) Burro, Kevin? Marmellata, Mary?

PAUL fa segno a KEVIN  di riporre la pistola. KEVIN la posa accanto a sè sulla panca. Di fianco a KEVIN siede CATHY, di fronte a lei, MARY, e accanto, PAUL.

MARY     Quello che io vorrei sapere...quello che più mi preme sapere è se...insomma...se...se si     farà uso delle armi.
     
KEVIN ride.

PAUL     Non so cosa credevi che fossimo, quando ti sei arruolata ...siamo un esercito e usiamo le     armi quando è necessario

MARY     In questo caso particolare dico, l'azione di domattina. Io voglio sapere se è un attentato o     che altro, che so, una dimostrazione di forza per premere su Londra riguardo     all'accettazione delle istanze dei compagni che stanno facendo lo sciopero della fame.

Silenzio.

PAUL     (paziente) Una specie di scambio... senza (esita) spargimenti di sangue (KEVIN sorride) e     adesso considero chiuso l'argomento fino a domani mattina.

MARY     Scusami, riconosco che sono insistente, ma per me è importante.

KEVIN    Per dormire bene.

MARY     Grazie Paul.

KEVIN    (piano) Si preoccupa del sangue... altrui.

Silenzio.

CATHY    (forzatamente allegra) Ancora un po' di tè? Ci sono anche dei biscotti... quelli ripieni di     cioccolato.

PAUL     (tenero) Sei una perfetta padrona di casa.

CATHY    (ridendo) Grazie, ma questa bicocca proprio non la vorrei.

MARY     Già…

PAUL     Si potrebbe sempre rimettere in ordine, per i weekends in campagna...

KEVIN    Cos'ha che non va? Non ci sono abbastanza comforts per voi? Non pensate ai nostri     compagni nel Maze? Alle condizioni in cui vivono, in quell'inferno? A quelli che fanno lo     sciopero della fame e muoiono fra l'indifferenza generale?

PAUL     Ok Kevin, hai ragione, ma potevi anche non ricordarcelo. Noi li abbiamo sempre presenti.

CATHY    E non è  umano vivere sempre sotto tensione!

KEVIN    Loro lo fanno!

CATHY    Si  Kevin, ma noi lottiamo, assieme a loro, per avere un giorno una vita decente. Che     male c'è  dunque, a desiderarla  sin da ora?

KEVIN    La vita decente non è per me un cottage ripulito, con tappezzeria nuova, riscaldamento e     TV color. Vivremo dcentemente solo quando vivremo in un' Irlanda libera.

PAUL     (sulle ultime parole di KEVIN) Sst! Un rumore!

KEVIN afferra la pistola e si apposta alla finestra. PAUL spegne la luce e nella penombra lo si intravede con un mitra in mano avvicinarsi alla porta sul retro. In giugno le giornate sono molto lunghe ed entra ancora il chiarore del giorno.

CATHY    (dall'ingresso) Di qui non si vede niente.

PAUL     Esco. Kevin, coprimi.

PAUL esce. Tutti immobili, tranne MARY che si alza e rovescia un piattino. KEVIN sobbalza e spiana la pistola verso MARY, poi la riabbassa.

KEVIN    Ferma, perdio!

PAUL rientra.

PAUL     Tutto ok. (accende la luce) Era un camion sulla statale.
       
MARY  raccoglie i cocci.

CATHY    Fa freschino fuori, adesso...

KEVIN    Qui dentro stava per fare molto caldo...

MARY     Mi spiace, non so cosa mi sia girato.

KEVIN    Fa che la prossima volta ti giri giusto, sennò avrai il dispiacere di vedere uno spargimento     di sangue... il tuo.

PAUL     Kevin! (a MARY ) Cerca di non farti prendere dai nervi. Appena senti un rumore, stai     immobile.

MARY     Si  Paul, certo Paul.

KEVIN    Ricordi Paul quella volta che ci avevano circondati?

PAUL     Eravamo in un cottage vicino al confine, proprio come stasera.

MARY     E... come avete fatto?

KEVIN    (scherzando, cosa insolita per lui, forse per rimediare a quanto detto prima) Batman e     Superman, pupa!

Tutti ridono.

MARY     No, sul serio, come avete fatto?

KEVIN    Purtroppo qui non ci sono cabine telefoniche...(MARY lo guarda, sorpresa) per     cambiarmi, come Superman. (la guarda) Tu non leggi i fumetti?

MARY     Leggo Linus...

KEVIN    Eh, quelli sono dei pacifisti! (ride da solo)
PAUL     Ora te la raccontiamo.

CATHY    Potrei raccontarla anch'io, per le volte che l'ho sentita.

PAUL     (ridendo) Eravamo in quattro. Kevin, Seamus, il povero Sean O'Grady ed io. Non c'era     gabinetto e così Seamus, uscito per pisciare, si accorse di loro. Saprai che quando     sconfinano gli inglesi sono sempre un po' a disagio, e questo li frega. Seamus rientrò     fischiettando, dopo poco accendemmo le luci, e piazzammo i nostri eskimo e i     passamontagna su dei bastoni davanti alle finestre. Un vecchio trucco, ma funziona sempre.     Avevamo un registratore. Lo lasciammo acceso su  una ballata senza accompagnamento di     musica, così sembrava che uno di noi cantasse...

KEVIN accenna a "Four Green Fields".

PAUL     Poi, uno alla volta, sgusciammo fuori come gatti. Io passai tanto vicino a un tommy che lo     sentii respirare. O aveva fifa o era asmatico. Per fortuna era buio pesto e pioveva.

KEVIN    Ci ritrovammo sulla statale e tornammo a piedi verso Dublino...

MARY     Quel Sean O'Grady...morì?

PAUL     Si,  ma non quella sera né in nessun'altra azione. L'ironia della sorte volle che morisse in     un incidente d'auto, tornando a Belfast. Correva troppo. Le auto erano la sua mania.

KEVIN    Come le donne.

CATHY    Era un bel tipo, sempre allegro. Viveva con la madre poco lontano da noi. A Belfast lo     conoscevano tutti. Il funerale fu imponente. La veglia funebre durò  tre giorni, alla fine non     c'era uno che stava dritto sulle gambe.

MARY     Curioso che in certe cose noi dell'Ulster siamo più at-taccati alle tradizioni. A Dublino si     tende a uno stile di vita più  europeo,  grana permettendo.

PAUL     Già  quelli sono liberi e possono permettersi anche di non sembrare irlandesi...

MARY     E di fregarsene di noi. Persino fra gli studenti, sono in pochi a sapere come vanno     realmente le cose da noi. Stanno a raccogliere firme per le foche, le tigri e gli uccelli e     spalancano tanto d'occhi quando sentono che nell'Ulster si comportano come in quei Paesi     che l'Inghilterra condanna scandalizzata. Dove ti sbattono dentro senza prove e senza     informare nessuno e se è il caso, ti torturano con gusto e fantasia. Purchè tu sia cattolico,     ovviamente!!!

KEVIN    Queste cose le conosciamo a memoria. E' finito il tempo dei discorsi e delle marce     pacifiste. (sbatte la pistola sul tavolo) Questo è  l'unico argomento adesso!

MARY     (caricata, un po' sull'isterico) Otto secoli! (ride) Fa quasi ridere: ottocento anni! Siccome     siamo stati sotto di loro da ottocento anni si meravigliano, sinceramente, che noi  vogliamo     ribellarci, che non ci siamo, ancora, abituati all'idea. E' molto comica...forse è questo il tanto     rinomato umorismo inglese!

PAUL     Curioso...ci voleva una studentessa per farci parlare ancora fra di noi di certe cose...

CATHY    Tu cosa studi?

MARY     Economia politica.

CATHY    Hai una borsa di studio?

MARY     Si, del governo inglese...sulle prime volevo sputarci sopra, poi ho pensato che anche     sfruttare il nemico è una forma di lotta...e infatti ho come una perversa soddisfazione     vedermi mantenuta a Dublino coi soldi della nostra Regina.

CATHY    Veramente, i soldi sono nostri...

KEVIN    (battendo la pistola sul tavolo, con un ghigno) Dio salvi la Regina!

MARY     E la Dama di Ferro! Perchè noi non la salveremo di sicuro!

CATHY    Quanti anni di università, Mary?

MARY     Tre.

La pendola batte le dieci. Tutti si fermano ad ascoltare, come ipnotizzati. Quando ha finito di scandire le ore, tutti tornano alla primitiva disinvoltura.

KEVIN    Paul, a che ora arriva Seamus?

PAUL     Verso le undici.

CATHY    Mi piacerebbe avere studiato, e sapermi esprimere.

KEVIN    (guardando fisso MARY) Coi tempi che corrono, è più utile saper sparare.

PAUL     Giochiamo a carte? (Tutti lo guardano sorpresi. MARY è esterrefatta) Potremmo fare     qualche giro a "pantoon". (variante del sette e mezzo) Ho un sacco di spiccioli che se non me     ne libero mi sfondano le tasche. Ok? (KEVIN fa cenno di si)

CATHY    Cosa?

PAUL     Giocare a "pantoon" mentre aspettiamo Seamus.

CATHY    (controvoglia) Ok.

PAUL     E tu, Mary?

MARY     Si...e ... se ci fosse qualcosa di forte...(si guarda attorno) prima...mi sono spaventata...e     poi ho parlato molto per scaricare la tensione (ridacchia, imbarazzata, ritta in centro alla     stanza, goffa, lei che goffa non è.

KEVIN    Non lo sai che non si beve?
PAUL     Mi spiace, Mary, ma dovresti sapere che durante le azioni non possiamo bere, perciò, per     non cadere in tentazione, (sorride) non portiamo alcun beveraggio.

KEVIN    Quante storie! Non si beve! Stop! (estrae degli spiccioli che pone accanto alla pistola,     sul tavolo) Forza, giochiamo.

Si siedono tutti attorno al tavolo. PAUL mescola le carte. CATHY e MARY mettono assieme degli spiccioli,  dalle tasche delle loro giacche a vento. MARY è sconcertata, non si aspettava di giocare a un gioco per famiglie in un simile momento, per lei eroico e terribile.

PAUL     Vediamo chi tiene il banco. (getta le carte sulla tavola)

MARY     (prendendo una carta) Cinque.

CATHY    ( come sopra ) Donna.

PAUL     Donna di picche, gran brutta carta.

CATHY    (ride) Vuol dire morte, vero?

Nel silenzio, PAUL prende una carta.

PAUL     Asso.

CATHY    Gran bella carta!

KEVIN    (prende la carta) Sette. Ok Paul. Il banco sei tu.

PAUL distribuisce le carte, una per giocatore. Mettono ciascuno una moneta per il piatto.

PAUL     Mary! Tu sei la prima, carta? (MARY è distratta) Mary!

MARY     Scusate. Ero distratta. Cosa devo fare?

PAUL     Ma lo conosci il gioco?

MARY     (sbottando) E' una vita che ci gioco! Mio padre quasi ci obbligava, da piccoli...è un gioco     così stupido!

PAUL     (sorridendo) Per questo giochiamo.

MARY    Non credevo che prima di un'azione ci si comportasse così..così...

PAUL     Così come?

MARY     Come … come gente normale...

Risata di KEVIN. Sorriso di CATHY. PAUL la osserva con curiosità.

CATHY    Mary, noi siamo gente normale... è il nostro modo di vivere che non sempre lo è.
      
Silenzio. Si ode, distinto, un rumore, forse il rombo di un motore.

KEVIN          Fermi! (va alla porta principale e fa segno a CATHY di guardare da quella sul     retro. PAUL d'un balzo spegne la luce e afferra il mitra, appostandosi alla finestra)

KEVIN   (da fuori) Nessuno.

PAUL     Neppure qui.

KEVIN    (come sopra) Faccio un giro attorno alla casa.

Silenzio.

MARY     Avevo una buona carta... (ridacchia)

PAUL     Forse hai ragione tu, riguardo alla gente normale...

Entra KEVIN col passamontagna. Nel chiarore gli altri hanno un attimo di tensione, poi si rilassano.

KEVIN    (accende la luce, si toglie il passamontagna e posa la rivoltella sul tavolo) Tutto ok. E'     ancora molto chiaro fuori, penso che Seamus tarderà.

PAUL      In queste lunghe giornate di giugno dovrebbe lasciare
    Dublino a mezzanotte, allora, per non essere visto. E' un rischio che lui sa di correre.

KEVIN    E noi con lui. Ci scommetto che quelli dello Special Branch conoscono meglio la sua foto     che quella della loro mamma!

MARY     Quelli non hanno una mamma. Sono bastardi figli di puttana!

PAUL     (ridendo) Anche le puttane sono mamme!

KEVIN    Altrimenti non esisterebbero né inglesi né  protestanti.

CATHY    Lavo questa roba, così quando arriva Seamus facciamo dell'altro tè.  

MARY     Ti aiuto.

CATHY    Grazie. (Pausa breve) Seamus si è sempre esposto molto.

MARY     Chi è Seamus?

CATHY    Seamus è... Seamus.

MARY, con una tazza in mano, è perplessa e un poco urtata.

PAUL     E' ovvio che il nome non ti dica nulla, se sei con noi da poco. Seamusè una leggenda. Io     sono stato in azione con lui un paio di volte, e anche Cathy.

CATHY    (ironica) Si,  gli ho preparato uova e pancetta un paio di volte, prima che gli uomini     entrassero in azione.

PAUL     Kevin è stato molte volte con lui, vero Kevin?

KEVIN    Si,  un uomo eccezionale, coraggioso come pochi, ma anche prudente, meticoloso, non     lascia nulla al caso.

PAUL     Non per nulla è  un abilissimo giocatore di scacchi.

MARY     Adesso mi pare di ricordare...è  stato dentro, vero?

KEVIN    Portlaoghaise (pron. Portlish), ma è scappato, gli avevano dato tredici anni.

PAUL     Ora sarebbe l'ergastolo.

KEVIN    Fosse nel Maze, sarebbe uno di quelli che fanno lo sciopero della fame.

CATHY    (lo osserva, è ovvio che è il mito di KEVIN) Tu, Kevin, lo conosci bene?               
   
KEVIN    Nessuno può dire di conoscerlo bene, ma tutti gli obbediscono.

MARY     Di dov'è? (KEVIN la ignora)

PAUL     Belfast. Turf Lodge. (Pausa breve) Avrà qualche anno più di me.

MARY     E tu, quanti anni hai?

KEVIN    Oh le donne! Che strazio! Ora gli chiederà  se è sposato, se ha figli, che macchina ha, di     che colore, bla bla bla...

MARY     Si fa così. tanto per conoscersi!

KEVIN    Meno ci si conosce, meglio è.

MARY     Ma fra di voi vi conoscete benissimo!

KEVIN    Noi non ci tradiremmo mai!

MARY     E io, si? Io vi tradirei? Solo perchè sono nuova? Non mi conoscete, è  vero, ma anche voi     avrete pur cominciato, un giorno, no? Non sarete mica nati col passamontagna in testa e il     mitra in mano! (li fissa uno per uno con lo sguardo fiammeggiante)

PAUL     No, ma quasi.

CATHY    E' vero, Mary, noi abbiamo succhiato latte e repubblicanesimo;  mangiato pane, burro e     Irlanda unita da tempi immemorabili.

PAUL     Veniamo tutti e tre da Belfast e le nostre famiglie, come quella di Liam, il marito di Cathy,     ucciso in azione quattro anni fa, sono di tradizione repubblicana. Non che avere avuto nonni,     fratelli, padri, sorelle, zii, nipoti e cugini internati, torturati o uccisi  possa essere una     garanzia, non lo è e non lo sarà  mai, come purtroppo i fatti hanno testimoniato. Tuttavia, ci     si sente più al sicuro. (Pausa)  In ogni caso, Mary, l'apprendistato è duro per tutti...non è     come andare ad una festa e pretendere che tutti siano amici con te.

MARY     Mi prendete proprio per una fessa!

CATHY    Vedi Mary (sorride) E' terribile ma è  così quando si entra nella clandestinità… si impara     a guardarsi sempre alle spalle, si comincia a dubitare dei vicini di casa, poi dei compagni e     infine anche di te stessa.    

KEVIN    Parla per te, Cathy!

PAUL la osserva con interesse.

CATHY    Liam, che è  morto da soldato e da uomo, me lo diceva spesso. E nei mesi prima di     restare ucciso ne era come ossessionato. La notte lo sentivo sveglio, accanto a me,  e lo     osservavo mentre fissava il soffitto con gli occhi sbarrati. Allora lo carezzavo sulla fronte e     gli asciugavo il sudore, mentre Liam, sconvolto, mi diceva: "Cathy, l'ho sognato di nuovo.     Ho sognato ancora che mi prendevano e vi tradivo. E' diventato intollerabile, Cathy, perchè     ora mi sorprendo a pensarci anche di giorno e mi chiedo se non sarebbe perfino meglio che     mi prendessero, così porrei fine a quest'incubo e finalmente saprei se sono veramente un     vigliacco!"

KEVIN    Lui pensava a sé e non alla causa!

PAUL     Kevin, siamo uomini e donne fatti di sangue e di carne, non siamo di marmo come le     lapidi di Bodentown!

KEVIN    Ma sotto quelle lapidi ci sono uomini che erano di carne e di sangue.

CATHY    (dolcemente) Non dimenticare Kevin, che anche Liam ora  è sepolto sotto una di quelle     lapidi. (fissandolo duramente) Non lo dimenticare mai!

KEVIN    (facendo marcia indietro) Ok Cathy, lo sai (solenne) io rispetto Liam come tutti quelli che     han dato la loro vita per liberare l'Irlanda.

MARY     Ma bisogna aspettare di essere morti per essere rispettati dai propri compagni? Si sceglie     una vita oscura, fatta di sospetti e di terrore, si vive nell'ombra, si tace agli amici e alle     persone più  care, si è odiati e bollati come criminali e non si può neppure pretendere di     essere accolti come compagni dai compagni?

Silenzio.

PAUL     Mary, quel che tu dici è  vero, ma in te c'è una premessa diversa dalla nostra. Tu hai detto     "si sceglie" una vita oscura, ma per noi tre, e per molti altri, la vita è  oscura perchè  lo è     sempre stata, perchè noi non abbiamo scelto; altri, o il caso, han scelto per noi.

CATHY    Già nascere a Belfast è un buon inizio, e  nel ghetto cattolico poi...
PAUL     Tu sei entrata per ideali e libera scelta.

MARY     Sembra che me li rimproveriate gli ideali! E la libera scelta!

PAUL     Il nostro non è un rimprovero, ma tu devi riconoscere che il tuo è un privilegio.

MARY     Ok ok, anche il fatto di essere studentessa universitaria, anche questo è un privilegio, o     anche quello di non avere mai fatto la fame da piccola, o di non avere mai visto un cattolico     crocifisso ad un palo del telegrafo! Credevo foste immuni da questo radicalismo di merda!

PAUL     No, Mary, sei fuori strada. devi capire che...

KEVIN    (interrompendo) Bobby Sands ha detto: "Per chi capisce, non occorrono spiegazioni, a chi     non capisce, è impossibile spiegare".

MARY     Ma Bobby Sands si riferiva agli altri, alla gente comune che ci considera dei criminali (le     trema la voce) non a quelli che lottano per la sua stessa causa! Vi prego, capisco che siate     diffidenti, ma non emarginatemi così. Io non so cosa dovrò  fare domattina, ho paura, sono     terrorizzata dall'idea di dover uccidere qualcuno, ma ancor più dall'idea di essere presa e     portata in quelle loro spaventose prigioni! Vi prego, accettatemi adesso, mettetemi alla     prova!

PAUL    Questa è già una prova.

MARY     Quello che farò domani, dici? Ma io non posso aspettare, da sola, fino a domani!

KEVIN    Paul voleva dire che anche ora è una prova. Ora, che te la fai sotto dalla paura, mentre     parli di ideali!

MARY     E tu, allora? Lapidi, eroi, le parole di Bobby Sands!

KEVIN    (si slancia verso di lei, ma non la tocca, solo le parla molto vicino al viso) Cos'hai da dire     contro Bobby Sands? Intellettuale di merda! Rivoluzionaria da parata!

MARY indietreggia e scoppia in lacrime.  CATHY la prende fra le braccia. PAUL prende da parte KEVIN e gli dice qualcosa in un orecchio. KEVIN, sempre più  torvo, si avvicina a MARY.

KEVIN    Ehm... (schiarendosi la gola, occhi bassi) ehm, Mary, non intendevo dire quello che ho     detto...prima di un'azione siamo tutti un po' tesi...ehm...scusami...

CATHY alza gli occhi e gli sorride, poi preme leggermente il braccio di MARY  e lei solleva lo sguardo.

MARY     (subito riabbassando lo sguardo) Si Kevin , scusami, anche tu.

CATHY    (avvicinandosi a PAUL, a voce bassa) Ma cosa diavolo gli hai detto per ammansirlo     così? (PAUL sorride e non risponde) Gli hai promesso una nuova strabiliante arma     automatica? (sorriso ironico) Russa o americana? (PAUL alza le spalle, irritato)

MARY  si è accesa una sigaretta e la offre a CATHY. KEVIN è  tornato al suo posto, sulla panca, con le mani sul tavolo. PAUL siede sulla poltrona.
La pendola rintocca le undici. Silenzio.               
Dopo alcuni istanti, un bussare ritmato alla porta. Due colpi vicini, uno isolato, ancora due vicini.

PAUL     (balzando in piedi) E' Seamus (va alla porta col mitra)

CATHY    Non abbiamo sentito la macchina.

Silenzio.

PAUL     (da fuori, sorpreso) Ma...chi sei?

Silenzio.

FINE PRIMO TEMPO


       
SECONDO TEMPO

Entra PAT seguito da PAUL che gli punta il mitra alla schiena. PAT ha l'aria dello studente di buona famiglia, sui venticinque anni, molto rilassato. Indossa maglione scuro e pantaloni militari, del genere con  tasche a soffietto. Scarponcini di cuoio, molto belli. MARY  si alza automaticamente, e così gli altri.

PAT      (sorridendo) Mi chiamo Pat O'Brien. Mi manda Donnelly.

KEVIN, pistola spianata, lo scruta in silenzio.

CATHY    Noi aspettavamo Seamus.

PAT      Invece sono venuto io. E' successo qualcosa.

Sono tutti tesi, tranne MARY. Qualcosa, in PAT,  la rassicura.

KEVIN    Cosa è successo?

PAT      (alzando le spalle) Seamus non poteva venire. Donnelly ha mandato me. (voltandosi) Metti     via quel mitra.

PAUL     Troppo presto per metterlo via. Non abbiamo garanzie su di te.

KEVIN   Cosa è successo?

PAT      (sospirando) Hanno raddoppiato la sorveglianza di fronte alla casa di Seamus Lui ha     avvisato Donnelly e Donnelly ha mandato me.   

Silenzio.

KEVIN    Io non mi fido.

PAUL     (a PAT, meno bruscamente di prima) Siediti e  mani sulle ginocchia. (siede dove prima era     seduta MARY) Capirai che così non possiamo accettarti. Donnelly avrebbe dovuto rendersi     conto che la cosa è troppo ambigua. Sei sicuro che non ti abbia detto nulla?

CATHY    Come sei arrivato?

PAT      Ho seguito le istruzioni. (un po' sfottente) "A Monaghan prendi la strada per Scotstown,     calcola sei miglia, al primo viottolo a destra gira, altre due miglia, una strada fangosa, buio     pesto, in fondo, un cottage, decrepito, ma fa al caso nostro."

CATHY    Ma con che mezzo sei arrivato?

PAT      Con la moto.

CATHY    Non abbiamo sentito il motore.

PAT      L'ho lasciata a metà del viottolo, troppo fangoso, infatti.

KEVIN    La moto, il pezzo a piedi, il cambiamento di programma e sei arrivato alle undici in     punto.

PAT      E' perchè sono arrivato puntuale che sospettate di me? (sorrisetto) La mia moto è  veloce.     Ultimo modello della...

PAUL     (interrompendo)  Non c'era nessuno fretta. E' peggio farsi beccare per eccesso di velocità o     avere un incidente.

PAT      Lo so. (improvvisamente irritato) Conosco le regole. Credete che sia alla mia prima azione?

KEVIN    (mellifluo) No, Pat, non lo crediamo affatto...non ti crediamo un novellino, (PAT si     rilassa, KEVIN duro) ti crediamo un infiltrato.               

Silenzio.

PAT      E' un bell'affare questo. ( sorride, lievemente ironico) Per voi e per me. O dovrei dire noi?     No, non me lo permettereste... non ancora, perlomeno. Sapete benissimo che non posso     provare nulla. Donnelly non poteva certo attaccarmi un cartellino di riconoscimento, con i     controlli che fanno da queste parti... dirmi qualcosa? Forse, ma non c'è stato il tempo.
    Probabilmente, se fossi un infiltrato, sarei addestrato alla perfezione, avrei saputo come     farmi accettare senza sospetti.

KEVIN    Bello mio, queste chiacchiere non c'incantano.

PAT      Io sono un volontario come tanti, voi non mi conoscete, come io non conosco voi... (strano     sorriso) per quanto ne so, voi potreste essere tutti degli infiltrati... questa si che è comica!     (ride, imitato da MARY, subito zittita dagli altri) Hanno saputo del piano e quattro agenti     speciali delle S.A.S. si sono sostituiti ai quattro che dovevano aspettarmi qui per l'azione di     domattina oltre confine. E allora (trionfante) come faccio io a sapere che voi siete voi?
     
Silenzio sbigottito.

MARY     (ridendo) Già …, non ci avevo pensato...
KEVIN    Poche storie, sei tu quello che deve provarlo!

PAT      E perchè  io?

KEVIN    (gesto con la mano che impugna l'arma) Perchè noi... ti stiamo puntando le armi addosso.     (lieve sorriso ironico)

MARY     (a KEVIN) Tu sembri ragionare solo in termini di armi! La nostra identità non  è  in     dubbio solo perchè noi abbiamo le armi in pugno?

PAUL     Non direi solo per questo! Per quanto, un mitra sia sempre  un buon argomento! (ride)

PAT      Sentite, la situazione rischia di diventare ridicola. Non c'è  modo di sbloccarla?

PAUL     E come no? Telefoniamo a Donnelly per una conferma. (ironico)

PAT      Vuoi vedere la mia patente?

PAUL     Va al diavolo! Io so solo che in caso di emergenza scattava il piano due: Pat O'Brien al     posto di Seamus. Ma Donnelly ha detto che non ci sarebbero stati problemi.

PAT      Ma se ti dico che non c'è  stato il tempo! E io non ci ho  pensato! Io sono io e come posso     dubitare che gli altri dubitino?

CATHY    Gesù, Giuseppe e Maria!

PAUL     Accidenti, se solo mi ricordassi di quello che Donnelly mi può  aver detto di Pat O'Brien!

MARY     Una soluzione ci deve pur essere!

PAUL     Perchè? Una delle cose più difficili, al mondo, è provare chi sei... molto più  facile provare     chi non sei...

MARY     Mio Dio, mi gira la testa...fino ad oggi avevo sempre pensato che i problemi di identità     fossero soltanto teorici, psicologici... mai così reali...

KEVIN    Seamus non può aver cantato.

PAUL     (illuminandosi) Seamus! (a bruciapelo, a PAT) Conosci Seamus?

PAT      (tranquillo) No.

PAUL abbassa il mitra, dà una pacca sulla spalla a PAT che sorride trionfante. Ha un bel sorriso e strizza l'occhio a MARY , che, sorpresa, resta a disagio.

KEVIN    Questa, me la devi spiegare.

MARY     Anche a me, ma ne sono felice.

PAUL     (sedendosi) Come un lampo, mi ha attraversato la mente una frase di Donnelly, " questo     Pat O'Brien non conosce quasi nessuno...non ha mai visto Seamus", le stesse cose che ha     detto di Mary, per questo non ricordavo chiaramente.

KEVIN    Non mi convince. Un agente speciale saprebbe tutto delle abitudini di Pat O'Brien.

PAUL     Lo sappiamo. Ma in questo caso non si tratta di abitudini, bensì di non conoscere qualcuno     che a rigor di logica un compagno dovrebbe conoscere. Come può il falso O'Brien giurare     che il vero O'Brien non conosce Seamus?

Silenzio.

KEVIN    Questa soluzione cervellottica non mi convince.

PAUL     Io ne sono convinto e ti deve bastare. Abbassa la pistola Kevin!

KEVIN    (esegue) Ok.

MARY     (sorridendo) Una tazza di tè, Pat?

PAT      Magari qualcosa di più forte!
               
Tutti si guardano.

KEVIN    Ma chi ci hanno mandato stavolta!

CATHY    Tutti vergini! (KEVIN ha una strana espressione)

PAT      Oh no, io le mie brave esperienze le ho fatte...(guarda MARY con un sorrisetto)

PAUL     E allora le regole dovresti conoscerle.

PAT      Conosco le regole ma...(lieve sorriso) anche le persone... siamo irlandesi, no?

KEVIN    E con questo? Hai gli stessi pregiudizi degli inglesi? Il "paddy" tontolone che beve come     una spugna?

PAT      Siete molto rigorosi, oltre che sospettosi, mai visto un gruppetto così ...

PAUL     (interrompendo) Gruppetto?!?

PAT      Beh, cosa dovrei dire?

KEVIN    Unità  d'azione, oppure cellula.

PAT      (sempre sorridendo) Anche pedanti, adesso. Sembrate usciti da un manuale.

KEVIN    E tu, da quale sporco reparto delle S.A.S.?

PAT   (si alza, mentre gli altri osservano incuriositi) Eccheccazzo!!!Vengo per partecipare ad     un'azione, con voi, volontario, e voi soppesate ogni parola!      
    (sorriso di MARY) Ma non lo sapete che gli agenti inglesi studiano perfino l'irlandese e     parlano con l'accento del Sud? Sarebbero senz'altro più  precisi di me, nel parlare.

KEVIN    E chi ci assicura che tu non voglia fare il furbo e sbagliare apposta?

PAT      Ricominciamo?

MARY     (quasi isterica) Basta! Ma non c'è un modo sicuro per riconoscere gli infiltrati?

KEVIN    E questa, da dove viene?

PAUL     L'azione, Mary, ma in quel momento è troppo tardi: l'infiltrato si tira indietro e tu resti solo     ed accerchiato con la soddisfazione di sapere finalmente la verità, un attimo prima di morire.

MARY     Un atto di fiducia?

Risata generale.

KEVIN    Che bella missione, stavolta! E che compagni. Un'ingenua incompetente e una probabile     spia.

PAT si scaglia su KEVIN, lo butta a terra, rotolano uno addosso all'altro, finché  PAT afferra la pistola di KEVIN. PAUL è pronto con il mitra.

PAT      (a cavalcioni su KEVIN, con la pistola puntata alla sua gola) Non voglio sentire più la     parola spia. Non sai a quanti informatori ho bucato la rotula! (si alza di scatto, butta la     pistola sullo stomaco di KEVIN che incassa il colpo con eleganza) E tu (a PAUL) metti via     una volta per tutte quel mitra! (sorridendo) Non so perchè .ma mi fa diventare nervoso...(a     MARY) dov' è  la tazza di tè che mi avevi promesso? (le sorride cordialmente)

MARY     (ricambiando il sorriso) Vado subito.

CATHY    Ti aiuto, ne faremo del nuovo per tutti. Ok?

PAUL     (toccando KEVIN su una spalla) Buona idea, Cathy.

MARY  e CATHY nell'angolo cucina mentre i tre uomini prendono posto al tavolo. PAT baldanzoso, KEVIN con la coda fra le gambe. PAUL pensoso, si accende molto laboriosamente una pipa, più per fare qualcosa che per il piacere di fumare. PAT estrae da una delle sue tasche un pacchetto di sigarette, ne offre una a KEVIN che rifiuta. PAT ne accende una. Vede le carte e le mischia. L'interesse si sposta sull'angolo-cucina e sui preparativi per il tè. Se è possibile, seguire tutte le fasi, altrimenti rendere la scena il più realistica possibile.

MARY     (a bassa voce) Meno male che si è risolta.

CATHY    Dici?

MARY     No?

CATHY    Non si è mai sicuri al cento per cento. Coi vecchi compagni. Figurati coi nuovi!

MARY     La diffidenza, maledetto vizio di questo maledetto paese!

CATHY    Sarà un vizio, come dici tu, ma se poi ti ritrovi con una pallottola in pancia o in una cella     gelida a mangiare pezzi di vetro nel porridge solo per un atto di fiducia? Dubitare, dubitare e     stare in guardia, come faremo noi stanotte. (pausa breve) Finora, il danno più ingente alla     nostra rete è stato provocato non dalla superiorità militare britannica, ma dall'abilità dei     servizi segreti.

MARY     E' vero, quel documento su di noi del D.I.S: mi ha molto impressionato. Sanno persino     che noi abbiamo dei missili SAM terra-aria, cosa che io non sapevo...

CATHY    Neppure io, ma quel che più  mi ha colpito è  la loro acutezza. Sanno anche che noi     esitiamo a usarli per paura di colpire i civili, hanno quindi capito la nostra linea di condotta.     Loro ci considerano un esercito e non una banda armata. Non sono isterici come i giornalisti     inglesi che quando scoppia una bomba fingono di credere che non ci sia, da tredici anni, una     guerra in corso nell'Ulster! Sono uomini intelligenti, preparati, che hanno studiato e     analizzato a fondo la nostra storia e i nostri obiettivi.

MARY     Servizi d'informazione britannici, che orrore!

CATHY    (alzando le spalle) James Bond viene da lì... mio figlio si guarda tutti i film di spie alla     TV e anch'io mi diverto. E pensare che è la stessa organizzazione che ci dà così tanto filo da     torcere... ma in quei momenti, mi rilasso e non penso.

MARY     Io no.   

CATHY    Si deve pur continuare a vivere normalmente...

MARY     Io questo proprio non me lo immaginavo.

CATHY    ...se non si vuole impazzire.

MARY     Io, quando mi sono arruolata, mi sono offerta volontaria per lanciare una bomba contro     Buckingham Palace.

CATHY    (ride) Molto d'effetto, ma non sarebbe servito a nulla.

MARY     Tutto questo è  molto logorante (pausa breve) e anche burocratico.

CATHY    E maschilista. (autoironia) Come vedi, per me servizio attivo significa preparare il tè,      cuocere uova e pancetta quando ci installiamo in una basa prima di un'azione...poco eroico,     vero? Il mio nome non sarà mai scritto a lettere d'oro, né avrò mai un funerale militare... la     mia vita è questa, la mia vita è qui.

MARY resta in silenzio. Pausa lunghissima, in cui si sentono ridere i tre uomini, che stanno giocando a carte.

MARY     Ma...

CATHY    Tu, forse, col tuo completo da equitazione, dovrai fare qualcosa di più eccitante.

MARY     Tu non sai cosa dovrò  fare?

CATHY    (incominciando a portare sul tavolo tazze e teiere) Lo saprai, a suo tempo. (PAUL si alza     in piedi per aiutare, ma CATHY gli fa cenno di restare seduto. Torna a prendere il pane) Ce     l'hai il ragazzo?

MARY     No, non ho tempo.

CATHY    (sorpresa) Tempo?

MARY     Si, certo. Ho lo studio e... la causa.

CATHY    Ma... si può  vivere senza amore?

MARY     Io ho l'odio.

CATHY    Oh, no...

MARY     (ridendo) Ma non sono una vergine vestale che custodisce la fiaccola per la nostra futura     libertà. Ce li ho anch'io i momenti di relax... solo che non li ho con un James Bond in     pellicola...

CATHY    (dopo un attimo, quando ha capito il senso) Ma senza amore...

MARY     Sei romantica, Cathy.(imburrano il pane) E tu, come te la cavi?

CATHY    Vivo con mia madre e mio figlio, Sean, che ha sette anni. Mio marito è morto quattro     anni fa.

MARY     Lo so. E Sean è con tua madre, adesso?

CATHY    Si,  lei lo tiene volentieri... passami il burro... eravamo una famiglia numerosa. E'     abituata ad avere bambini intorno. Ora siamo solo noi tre. per fortuna ho finito di estinguere     il mutuo sulla casa che Liam aveva comperato quando ci siamo sposati. Mi sento molto più     rilassata.

MARY     Hai molti fratelli?

CATHY    Siamo in sette, meno Joe, che è  morto.

MARY     Volontario anche lui?

CATHY    No, non fece a tempo. (pausa) Aveva dieci mesi più di me. Fu ucciso il giorno del mio     diciottesimo compleanno, il 25 agosto del 1969. Quel terribile agosto del 1969, quando tutto     è cominciato... (Pausa breve) Avevo messo due torte in forno e fatto dei biscotti. Erano     invitati alcuni amici, e poi c'era della birra, e persino del vino francese, scadente, e dischi dei     Beatles.
    Margaret, la ragazza di Joe, era già arrivata, ma lui era in ritardo. Io tolsi le torte dal forno e     mi avvicinai alla finestra del salotto per guardare in strada. Dal fondo della via,     mitragliando, avanzava un carro armato... dalla parte opposta, con le mani in tasca, senza     fretta, fischiettando fra i denti come al solito, arrivava mio fratello. .Poi fu a terra. Io mi     slanciai fuori, urlando il suo nome, seguita da Margaret. Avrebbero dovuto sposarsi in     settembre. (pausa breve) Ora Margaret è ad Armagh, è dentro dal 1974. Le han dato     vent'anni. C'è voluto un tribunale speciale  per condannarla, ma dentro è considerata una     criminale comune. Ha fatto tutte le proteste per rifiutare di indossare l'uniforme carceraria.     Ma non ci riescono ad essere considerate delle "politiche".  Tutte le sere recita il rosario in     irlandese, assieme alle altre, per non perdere la sua identità  E pure in irlandese si narrano     l'un l'altra le nostre antiche leggende. (pausa breve) Ed io sono qui. (sorride) Vieni, i toasts     si raffreddano. Prendi il formaggio e il miele, sono lì sul ripiano. (si avviano con un vassoio     ricolmo di fette di pane tostato, burro, formaggio, marmellata e miele)  

PAUL     Oh, che bellezza! (si alza e sistema la roba, aiutato da PAT e KEVIN che ripongono le     carte) Formaggio e miele! Non so cosa farei per un toast con formaggio e miele! (ride)

CATHY    (sorridendo) Chi vince?

PAT      Io. (fa cenno a MARY  di sedersi accanto a lui, e iniziano a parlare fitto fitto fra loro)

KEVIN beve e mangia con avidità,  poi scosta la tazza e va a prendere da una tasca della sua giacca, un eskimo verde militare, un libriccino rosso con la scritta in giallo "Bobby Sands's Diary". Mette il libro davanti appoggiato alla tazza, e legge con intensità. Tutti lo seguono con lo sguardo.

PAUL     E' quasi mezzanotte. Dobbiamo organizzarci per i turni di guardia.

PAT      (per compiacere KEVIN, e si nota) Kevin, leggici qualche pagina.

CATHY    Io non mi stancherei mai di rileggere il diario di Bobby Sands.

KEVIN    (animandosi) L'inizio è splendido. Il giorno in cui ha cominciato lo sciopero della fame.     Così così ..

PAUL     Sereno e pieno di dignità.

KEVIN    Si, proprio.

CATHY    La calma e la mancanza di odio sono sorprendenti.

PAUL     Se leggi altre testimonianze dal carcere di combattenti per la libertà, di ogni parte del     mondo e di ogni epoca, rimarresti egualmente colpita dalla stessa serenità d'animo. Io penso     che venga dall'intima consapevolezza di essere nel giusto e di avere Dio dalla propria parte.

MARY     Dio! Ma quale Dio può permettere tutto questo!

PAT      Più che da Dio, tutto questo è voluto dal Primo Ministro Inglese!

MARY     Ok, ma sopra di lei, c'è o non c'è qualcun altro?

PAUL     Penso che la Dama di Ferro creda seriamente che sopra di lei non ci sia nessun'altro,     neppure Dio.

CATHY    Certo non il Dio dei papisti! (prende il libro dalle mani di KEVIN, con mossa gentile ma     decisa. Legge) "6 marzo. Non ho dubbi o ripensamenti su quanto sto facendo, perché so     quello che ho passato in questi ultimi otto anni... non ce la faranno a farci passare per     criminali, non riusciranno a rubarci la nostra identità, a reintegrarci dentro al sistema come     dei robot docili e bene educati. Non ce la faranno mai ad etichettare la nostra lotta di     liberazione come criminale... in otto secoli non una volta sono riusciti a piegare la volontà di     un uomo che si rifiutava di essere piegato... provo persino pietà per gli inglesi, perché,     infelici, non conoscono nemmeno se stessi...(pausa breve) 13 marzo. Oggi cantavano gli     uccelli. Uno dei ragazzi ha gettato delle briciole fuori della finestra. Almeno qualcuno     avrebbe mangiato! Stasera ho ascoltato tutto solo il gracchiare delle cornacchie che     tornavano a casa. Se dovessi sentire il canto della splendida allodola so che mi strazierebbe     il cuore. Mentre scrivo sta passando, con un volo presago di lutti, lo strano chiurlo. Amo gli     uccelli, ma ora devo smettere. Devo smettere di scrivere degli uccelli, altrimenti piangerei e     i miei pensieri torneranno ai giorni della mia giovinezza. Quelli erano giorni ed ora sono     andati per sempre. Ma io li ho goduti e sono nel mio cuore. E ora, buonanotte”.

Silenzio.

MARY     E pensare che parole così  belle sono state scritte su  carta igienica, con un mozzicone di     matita e trovate nel corpo tutto pelle e ossa di quello che una volta era stato Bobby Sands,     deputato al parlamento inglese.

CATHY    E che bel sorriso che aveva.  

PAUL     E' ora di salire di sopra e riposare un po'. Farò io il primo turno di guardia (guarda     l'orologio) fino alle due, poi tu Kevin, dalle due alle quattro, quando verrò giù io. Cathy     scenderà alle cinque meno un quarto per prepararci la prima colazione. Allora vi esporrò il       piano di azione. (a PAT) Pat, cinque minuti soltanto. (agli altri) Buonanotte. (MARY è     delusa, poi sale, seguita da CATHY e da KEVIN)
    (a PAT) Devi darmi gli ultimi dettagli del piano. Quelli che ti ha detto Donnelly.

PAT      (aria furba) Prima, un goccetto. (da una delle tasche dei pantaloni estrae una fiaschetta di     metallo ) Vuoi?

PAUL     (sorpreso) No (PAT beve) ma sì, dammene un goccio.
    (PAT gli porge la fiaschetta, PAUL beve e si asciuga la bocca con la manica) Forza! Così     poi vai a letto.

PAT      Non ho sonno.

PAUL     Comunque sia, è  meglio che tu ti riposi. E parla piano, non voglio che Mary ti possa     sentire.

PAT      E perché? Tanto domattina lo deve sapere!

PAUL     Mary è  nuova, ed è un rischio. Una studentessa, adibita sinora ai collegamenti. Scrive su     an Pobhlacht con lo pseudonimo di Mary Markievicz. Un'intellettuale, non si sa mai come     reagiscono di fronte all'azione.

PAT      Anch'io sono studente, anch'io scrivo...

PAUL    An Pobhlacht?

PAT      Qualche volta.

PAUL     Sotto che nome?

PAT      Il mio.

PAUL     Pat O'Brien?

PAT      Sicuro. Pat O'Brien.

PAUL     Niente pseudonimi o nomi di battaglia?

PAT      Ho un nome tanto comune da sembrare uno pseudonimo e tanto irlandese da sembrare un     nome di battaglia.

PAUL     (sorridendo) Ok, Pat, sono qui ad ascoltarti.

PAT      (beve un altro goccio) Da dove comincio?

PAUL     La ragazza a che ora va a cavalcare domani?

PAT      La giovane Lady Winchelsey?

PAUL     E chi altri? Pat, avanti! Non pensavo ci tenessi ai titoli.

PAT      Poteva anche trattarsi di Mary. (sorride, mentre PAUL alza le spalle)  Alle otto, più o meno.     Lo stalliere dice che non è mai molto precisa, ma poiché ci va sempre prima del breakfast     che viene servito alle nove, di solito esce alle otto o al massimo alle otto e un quarto.

PAUL     E lo stalliere?

PAT      Resterà al suo posto.

PAUL     La strada?

PAT      Un po' sconnessa, ma non peggiore di tante altre.

PAUL     Nell'Ulster le strade sono migliori, uno dei vantaggi ad essere una colonia.

PAT      Già.

PAUL     Il punto in cui il bosco è più vicino alla strada?

PAT      Dalla portineria del castello, quattro miglia a sud la strada si stringe, si passa un ponticello e     praticamente ci si trova nel bosco.
PAUL     La macchina sarà lì e Mary poco più dentro al bosco. Zoppicherà, e dirà a Milady di dare     un'occhiata al cavallo. Per pochi metri da fare non si insospettirà.

PAT      Mary è il tipo adatto, aria da studentessa, accento di agiata borghese di quelle parti... la     scusa regge. Lady  Winchelsey non ha guardie del corpo quando va a cavalcare... bizzarrie     inglesi... credono più nei cavalli che negli uomini.

PAUL     Il segnale dello stalliere?

PAT      Nel giardinetto della portineria c'è una corda per la biancheria. Una tuta blu è il segnale di     via libera. Con la moto si taglia e si fa in tempo a raggiungere il ponte prima di Lady     Winchelsey. E voi sarete là.

PAUL     La tua copertura?

PAT      Un piccolo guaio con la moto.

PAUL     Non molto originale.

PAT      Per questo funziona sempre.

PAUL     Alle cinque ripasseremo il piano tutti insieme. Ci scommetto che Mary non chiuderà     occhio...ma se sapesse del rapimento e che lei fa da esca... beh.. sarebbe ancora più agitata.     C'è sempre una resistenza psicologica nei confronti dei sequestri di persona. Quelli che i     giornali definiscono: "un crimine particolarmente odioso". (pausa breve) In quell'immensa     prigione che è l'Ulster, non credo si possa sottilizzare troppo.

PAT      Gli intellettuali non amano l'azione, ma se questa vi deve essere, allora ha da essere pura.     Un assalto a una compagnia di soldati o una bomba (ride) contro Buckingham     Palace.
      
La pendola batte mezzanotte. Un attimo di silenzio.

PAUL     Beh, Pat, buonanotte.

PAT esce con un sorriso e un cenno del capo. PAUL spegne la luce. Rimane illuminato solo l'ingresso e la stanza resta quindi in penombra. PAUL controlla da ogni finestra, poi si siede sul tavolo a guardare fuori. E' di spalle, quando entra KEVIN.

KEVIN    (sussurrando, e fa sobbalzare PAUL) Ho detto a Cathy di tenere sott'occhio Pat, nel caso     facesse dei segnali.

PAUL     (voltandosi) Diffidi ancora di lui?

KEVIN    Tu no? (Pausa breve) Non sarebbe meglio andarsene? Rimandare tutto o cambiare piano?     Non si può restare nell'incertezza.

PAUL     E' logorante, lo so, ma fra poche ore sapremo.

KEVIN    Si, sapremo! E forse saremo a veder spuntare l'erba dall'altra parte. Tu sai, Paul, che io     non mi tiro mai indietro, ma considero sciocchi i rischi inutili.

PAUL     Lo so, Kevin, per questo ti ho voluto nella mia unità. Seamus, Cathy, tu ed io: un'unità      solida come il diamante. Ma stavolta... eppure anche nelle cellule di quattro si sarebbe     dovuto provvedere ad un'eventualità come questa.

KEVIN    Han creato le cellule proprio per evitare il rischio delle infiltrazioni.

PAUL     Già, ma non tutte le azioni possono essere compiute da sole quattro persone!

KEVIN    Basterebbe mandare degli esperti, persone altamente qualificate, e conosciute e tutto     andrebbe liscio. Ma stavolta! Che schifo!

PAUL     Il caso, Kevin, o come dicono alcuni, il diavolo che ci ha messo la coda. Più  che un     esperto, stavolta ci serviva una ragazza come Mary, ed era ragionevole aspettarsi     un'inesperta. (pausa breve) Quanto a Pat O'Brien, beh, anche la sorveglianza a Seamus era     un elemento imponderabile, ma prevedibile...

KEVIN    Lo so, lo so, e così alla prima azione un po' più elaborata,  la struttura si rivela per una     merda!

PAUL     Nulla di quanto creato dall'uomo è  perfetto. E inoltre la segretezza è sempre un'arma a     doppio taglio.

KEVIN    (si abbandona alle confidenze, favorito dal buio)
    Lo so, e a volte mi pesa, questa segretezza... Mary non diceva delle fesserie...è sempre tutto     così anonimo, così solitario, senza echi, senza clamori... tranne i funerali, che sono     spettacolari.

PAUL     Noi abbiamo la cospirazione senza l'alone romantico, non maschere e pugnali, ma lunghe     ore di attesa in macchina, un mucchietto di cicche per terra, un segnale, uno sparo ed è tutto     finito.

KEVIN    Quell'eccitazione mista a paura prima di entrare in azione, pochi momenti, poi, un senso     di svuotamento e mettersi  a letto per delle ore, spossati.

Silenzio.

PAUL     A proposito perché non ti stendi un po'? Io non ritengo probabile un attacco, non avrebbero     mandato un infiltrato, troppo rischioso... se lo è, ci aspettano al varco, oltre il confine,     domani mattina.

KEVIN    Da come parli, ne sembri certo.

PAUL     Affatto. E se ti ho dato quest'impressione, scordatela.
    Io sono più propenso a credere che questi sia il vero Pat O'Brien, un agente segreto sarebbe     più  convincente.

KEVIN    (ridacchia) Paul, sei grande.

PAUL     Vero? Eh, vecchio mio, ne passeremo anche di peggio insieme, e questa notte la     dimenticheremo.

KEVIN    Forse...

PAUL     Cerca di riposare. Vai Kevin. 'Notte. Oiche Mhaith.

KEVIN    Oiche Mhaith.

KEVIN esce e sale le scale. Ha il passo pesante. PAUL va alla porta sul retro. Poi torna, cammina su e giù per la stanza. La pendola batte l'una. Silenzio profondo. Poi, un passo leggero che scende le scale. Entra CATHY, spettinata e turbata.

PAUL     (sussurrando) Cathy! (Pausa breve) Che fai qui?

CATHY    Non riesco a stare ferma.

PAUL     Kevin mi ha detto che tenevi Pat sott'occhio.

CATHY    (ridacchiando) Ci sta pensando Mary.

PAUL     (sorpreso) Cosa?

CATHY    Veramente, è lui che tiene sotto lei. (PAUL la guarda inebetito) Ma anche così, lei lo     controlla. Spero.

PAUL     Fan presto, adesso.

CATHY    Paul, cosa può  significare? Vero o falso?

PAUL     Mio Dio, Cathy! Non possiamo diventare paranoici e stare ad interpretare ogni gesto!     Finiremmo con l'impazzire.
    (pausa breve) E poi l'amore lo fanno tutti...repubblicani e spie...allo stesso modo...

CATHY    Questo è il guaio. (pausa) Paul, io ho paura che finirà male stavolta. Mi sento in trappola.

PAUL     Via Cathy, non fare certi discorsi...lo sai che c'è sempre una via d'uscita.

CATHY    Stavolta non mi sento sicura.

PAUL     Andrà tutto bene.

CATHY è in piedi, le mani appoggiate al tavolo, fissa il vuoto, verso il pubblico. PAUL le si avvicina di spalle, e vedendola vulnerabile, si fa coraggio e cerca di abbracciarla. In quell'istante CATHY si allontana dal tavolo e si accosta alla credenza per prendere le sigarette. PAUL si allontana.

CATHY    (accendendosi una sigaretta) Dio! Se potessimo conoscere la verità! (pausa) Vero o falso     O'Brien... fosse una moneta d'oro, che basta morderla!

PAUL     (ridendo) Non è  una cattiva idea...la tortura  è un po' sullo stesso principio...
CATHY    (serissima) Mai Paul, mai diventare come loro!

PAUL     Calma, Cathy, calma. Io scherzavo..del resto, per arrivare alla verità...

CATHY    Paul! (voce alta, quasi stridula) A quale verità si può arrivare con la tortura?  (più     calma) Forse è meglio che torni di sopra.

PAUL     Cathy, ascolta...andrà tutto bene, e poi...

CATHY    (incalzante) E poi?

PAUL     Quando avremo depositato Milady all'altra base, ehm...festeggeremo...

CATHY    Cosa vuoi festeggiare?

PAUL     (confuso) Voglio dire, ci prenderemo una vacanza.

CATHY    Ma che vacanza vuoi che mi prenda, io! Con mia madre e mio figlio! Devo tornare a     Belfast.

PAUL     Appunto, festeggeremo a Belfast. (sempre più imbarazzato) Usciremo... sai Cathy, mi     piacerebbe, una sera, portarti al cinema.

CATHY    (beffarda) Al cinema?!?! A Belfast? Ma sei impazzito? Quelli che sono rimasti in piedi...     quelli che noi abbiamo lasciato in piedi... possono saltare in aria ogni momento.

PAUL     Oh Cathy, levati le bombe dalla testa, per una volta! E comportati come una donna     normale a cui un uomo... (viene interrotto dalla risata isterica di CATHY)

CATHY    (ridendo istericamente) Ma io sono una donna normale! Il mio ruolo, il ruolo di Cathy     O'Rourke, volontaria dell'Esercito Repubblicano Irlandese è quello di cucinare, rassettare e     lavare i piatti, proprio come a casa. Il mio apporto alla lotta di liberazione sarà  poco     appariscente, ma sostanzioso e pulito! (le si incrina la voce) Non è così,  Paul McLeish?     Comandante Paul McLeish?

PAUL     Cathy! (la prende per un braccio, ma lei si scosta)
    Non è il momento per le rivendicazioni femministe. Io ti proponevo di uscire con me, una     sera...

CATHY    E perché non ci facciamo una bella scopata qui, adesso? Come quelli di sopra?

PAUL     (sbigottito) Ma... è questo che vuoi?

CATHY    (lo guarda, poi scoppia in una risata, stavolta genuina) Oh Paul...Paul, mi sei tanto caro     perché sei così … così  vecchio stile. (pausa breve) Come me.

PAUL     (dopo una pausa) Allora, Cathy, usciremo una sera a Belfast?

CATHY    (imitando l'accento di una signora "bene", cioè protestante) Ma non sai, tesoro, che le     strade di Belfast la sera sono in-fre-quen-ta-bi-li? Tutta quella teppaglia cattolica! I nostri     agenti di polizia e quei poveri ragazzi in divisa fanno quello che possono, per liberarcene,     ma anche loro non possono fare miracoli! Hanno solo carri armati, elicotteri, pallottole di     plastica e tutti i soldi dei contribuenti inglesi! (tono normale) Vieni tu a casa mia, ti     preparerò uno stufato come si deve e poi tu farai giocare Sean...lui avrà appena visto un     western in TV e ti chiederà: " Ma quello, zio Paul, non è morto davvero, no?" e poi vedremo     il telegiornale con le solite notizie di Derry e di Belfast e lui guarderà  con indifferenza,     sgranocchiando popcorn, il furgone del lattaio che salta in aria o il carro armato in fiamme,     con dentro i soldatini che cuociono come pollo Tandoori.

PAUL     (prendendola fra le braccia, ma lei sguscia via, con  rabbia) Cathy, ma che ti prende? Non     ti riconosco più. Tu sei forte, serena, equilibrata.

CATHY    (a voce bassissima) Di giorno sono forte, serena ed equilibrata, ed anche     spiritosa...ma nel cuore della notte...(si riprende) scusami Paul. Venire giù così, a     piagnucolare, scusami. (fa per andare)

PAUL     Cathy, aspetta...

CATHY    Domani Paul, quando tutto sarà finito.

CATHY è già fuori vista.

PAUL     Cathy! Ti prego, resta ancora un attimo. (pausa breve) Non mi hai chiesto di mia moglie.

CATHY    (riappare) Perché? Cosa sta facendo di bello, tua moglie?

PAUL     Aspetta un figlio. Dall'uomo con cui vive, a Liverpool.

CATHY    Brava. E lui è inglese, vero?

PAUL     E' un brav'uomo... si ,  è inglese, fa il postino. (CATHY ride, piano) Ma lei ha ragione...ha     tutte le ragioni... le ho detto io di andarsene...

CATHY    E lei è andata.

PAUL     Io avevo paura...e lei...lei era terrorizzata. La banda dei Macellai, quei Shankill Butchers,     le avevano fatto letteralmente a pezzi il fratello. Suo padre non si è più ripreso, da quando ha     dovuto riconoscere il figlio, in quell'orribile cortile.

CATHY    Lo so Paul, ma i Prods non sono sempre così feroci, e poi, li hanno presi tutti.

PAUL     Cathy, mia moglie stava per impazzire, sul serio. Io le ho promesso che l'avrei raggiunta.     Ho chiesto a Donnelly di destinarmi in Inghilterra, ma non ha voluto.   

CATHY    (dopo una pausa) E tu Paul, cosa volevi?

PAUL     Non so. Non lo so più.

CATHY    (gli mette una mano sulla spalla, con affetto d'amica, non altro) Buonanotte Paul, fra     poco arriva Kevin a darti il cambio. Cerca di riposare. Buonanotte.
PAUL     Anche tu. Buonanotte. (CATHY esce e PAUL si volta, va alla finestra e appoggia la fronte     contro il vetro. Battendo il pugno contro lo stipite della finestra, piano) Cretino, cretino,     cretino...

La pendola batte le due. Scende KEVIN per il cambio. Si scambiano qualche parola a voce molto bassa. PAUL esce.
KEVIN è molto scrupoloso. Controlla porte e finestre, quindi si inginocchia sulla panca sotto la finestra, con le spalle rivolte alla stanza, guardando fuori. Arriva MARY. KEVIN si volta ma non le parla. poi si volta ancora verso la finestra, mentre MARY prende un bicchier d'acqua.

MARY     (osservandolo) Che sete! (pausa breve) Non hai voglia di parlare un po'?

KEVIN    (sempre voltato) No, non devo distrarmi.

MARY     Io non ti distrarrei.

KEVIN    Ah no? (improvvisamente aggressivo) Ti sei divertita di sopra?

MARY     Non sono affari tuoi.

KEVIN    Ok, ora puoi salire, per il secondo round. (si gira e la guarda in viso) A meno che tu non     sia qui per farlo con me.

MARY     Non lusingarti, guardone! Ti ho visto prima, sai, mentre ci spiavi!

KEVIN    Non lusingarti tu, puttana! Credi forse che mi divertissi a spiare le vostre capriole? C'è     qualcosa più  importante di quello, lo sai, puttana!

MARY     Dovevo immaginarlo che eri un moralista.

KEVIN    E con questo?

MARY     (alzando le spalle) Niente. Buonanotte, purissimo difensore delle virtù repubblicane.

KEVIN    Buonanotte, scribacchina in calore.

MARY     (sibilando) Si capisce lontano un miglio che usi la pistola perché non sai usare quel tuo     affare!

KEVIN    Taci! (le si avvicina e la schiaffeggia, lei lo tempesta di pugni sul petto, lui riesce a     schivarla e si volta, sempre verso la finestra. MARY, provocata da questo segno di     disprezzo, va alla ricerca di qualcosa da tirargli addosso. Trova un bicchiere, e glielo     lancia, lo manca e l'oggetto va a rompersi contro la finestra. Il rumore, nel silenzio, resta     come amplificato)

KEVIN    Idiota!

Dalle scale scendono a precipizio PAT, PAUL e CATHY.
PAT ha i capelli arruffati, lo sguardo di chi è stato risvegliato da un dolce sonno. PAUL regge una torcia elettrica che illumina la scena e alternativamente i due litiganti, a lungo. MARY è scossa da un tremito, KEVIN mostra  estremo disprezzo.

PAUL     Che succede qui?

PAT      Paul, voglio un'arma.

KEVIN    Non ti'impicciare. Cazzi  nostri.

PAUL     (a PAT e CATHY)  Tornate di sopra. (appena gli altri si voltano, afferra MARY per un     braccio) Cosa è  successo?

MARY     Mi ha insultata, e schiaffeggiata! (PAUL si volta di scatto verso KEVIN)

KEVIN    (alzando le spalle) Quella è  pericolosa. Non ha i nervi saldi. Speravo che essere sbattuta     un po' la calmasse, e invece... più  isterica di prima.  

PAUL     Kevin, basta! (a MARY) Torna di sopra e cerca di rilassarti. Tu puoi andare a letto quando     e con chi ti pare, basta che la tua vita privata non pregiudichi l'azione. Hai capito? Qui ci     sono in gioco cinque vite umane! Ora sali. Domani sera ne parleremo con Donnelly.

MARY     (atteggiamento della scolaretta ripresa dal maestro) Hai ragione, Paul, mi spiace, Paul.

PAUL     (scuotendo la testa) Vai di sopra, adesso.

MARY, a testa bassa, esce.

KEVIN    Ma hai capito che isterica? Come facciamo a portarla con noi?

PAUL     Si calmerà.  (pausa breve) Ma anche tu, Kevin, trovati una ragazza! (esce)

KEVIN è stupefatto. Il fascio della torcia illumina ancora per un attimo la stanza, poi ritorna la penombra. KEVIN siede sulla panca, dopo aver raccolto i cocci. Estrae una piccola pila elettrica ed illumina il diario di Bobby Sands, posato sul tavolo. Mette quindi il libro sulle ginocchia, in modo che la luce della piccola torcia non superi la linea del davanzale. Ogni tanto alza la testa per guardare fuori. Sente corrente dalla finestra, ora rotta, e si mette la giacca.                  
La luce si abbassa fino al buio completo.
Un voce registrata legge il brano seguente.

VOCE     Martedì 17 marzo. San Patrizio. Il direttore del carcere è  venuto nella mia cella e ha     detto la sua: " Vedo che stai leggendo un libro molto breve. E' una buona cosa che non sia     lungo, perché tu non riusciresti a finirlo!" Questa è la gente con cui abbiamo a che fare. Ma     che vadano all'inferno. Oggi è stata una  giornata pesante. Pensavo allo sciopero della fame.     La gente parla molto del corpo, ma non gli dà molta fiducia. E' vero che c'è una ribellione     iniziale. In un primo momento il corpo non accetta la mancanza di cibo e di altre cose che     gli rodono dentro, senza un attimo di tregua. Il corpo reagisce, si ribella, ma alla fine della     giornata tutto ritorna nella giusta prospettiva, che è la mente. E' la mente il fattore più      importante. Se la tua mente non è  in grado di resistere a tutto, non ce la farai. Ma da dove     deriva questo atteggiamento mentale? Forse dal desiderio di libertà. Se non riusciranno a     distruggere questo desiderio di libertà, allora non ti spezzeranno. E non mi spezzeranno     perché il desiderio di libertà e la libertà del popolo irlandese sono nel mio cuore. Verrà il     giorno in cui tutto il popolo d'Irlanda vorrà mostrare il suo desiderio di libertà.  E allora noi     vedremo sorgere la luna.

Chiarore d'alba.       
Al posto di KEVIN ora c'è  PAUL, seduto sul tavolo, coi piedi sulla panca e il libro in mano. Indossa l'eskimo verde militare.
Silenzio assoluto.
Bussano alla porta. Due colpi vicini, uno isolato, due vicini. PAUL, sorpreso, va all'ingresso. Mitra in mano.
Esclamazione di stupore di PAUL.

VOCE DA FUORI   Salve! (Pausa breve) Sono Pat O'Brien.

Entrano nella penombra della stanza. PAT n 2 è vestito con eskimo verde militare, pantaloni con tasche a soffietto, assomiglia fisicamente a PAT n 1, stessa età, stessa aria spavalda, con un pizzico di cinismo in più.

PAT n 2  Narrow Water Castle 1979. (pausa breve) Donnelly ha  detto che avresti capito.

PAUL     (voce bassissima) Sì.

PAT n 2  (porgendogli qualcosa) E devo darti questo.

PAUL     (occhiata frettolosa) Sì.

PAT n 2  Hanno preso Seamus, ha parlato. Loro hanno mandato qui un falso O'Brien. Donnelly, che     ha spie fra le spie, lo ha saputo, mi ha rintracciato e sono venuto.

PAUL     Tardi.

PAT n 2  Ma sempre in tempo. (pausa breve) Il falso O'Brien doveva rimanere con voi fin oltre il     confine, poi fare il  segnale. Lo scopo era di prendervi vivi.

PAUL     (dopo una pausa) Sì. Vieni, andiamo di sopra.

Buio completo.                 
Chiarore.
Mentre si ascolteranno le voci registrate degli attori, voci bisbiglianti e inquietanti, in un angolo del palco si svolgerà una pantomima. I quattro uomini dovranno scorgersi appena, sembrare ombre, e mimare l'esecuzione di PAT n 1.

NON  CI DEVE ESSERE SINCRONISMO FRA LE DUE AZIONI

VOCI REGISTRATE                                  PANTOMIMA
     
UN UOMO VIENE  LEGATO
AD UNA SEDIA   
        
PAUL  Considerata l'eccezionalità
del momento, non avrai un processo.       
In qualità di comandante, io, Paul
McLeish, mi assumo ogni diritto e
ogni responsabilità.
Qual'è il tuo nome?                 
                     UN BAVAGLIO ALLA BOCCA  

PAT      Pat O'Brien.         
                                UNA DELLE OMBRE GLI PUNTA              UNA PISTOLA  ALLA TEMPIA  
PAUL     Ti chiameremo allora agente X.  
                             NON SI SENTE LO SPARO

PAT      Io sono Pat O'Brien. Cristo!        
Sono io il vero Pat O'Brien.
                            L'UOMO SULLA SEDIA SI         AFFLOSCIA.
PAUL     Agente X, in nome dell'Esercito      
Repubblicano Irlandese, ti condanno a
morte come  spia. La sentenza verrà eseguita
immediatamente.    
    
Buio.
Pausa.
Effetto d'alba.
Luce piena sul palcoscenico. E' mattina.
CATHY prepara il breakfast. Rompe delle uova,  ecc. Scende MARY in completo da equitazione. Molto elegante, ma si muove con impaccio. CATHY la osserva.

MARY     Mi sento ridicola.

CATHY    Stai benissimo invece. E... come ti senti?

MARY     (più a suo agio) Ottimamente, grazie.

CATHY    (sorridendo) Non sei più tesa, preoccupata... sparito tutto?

MARY     Tutto. Vedi, a te lo confesso. (sorride) Pat, stanotte, mi ha rivelato il mio compito e ora,     sono tranquilla.

CATHY    Non avrebbe dovuto.

MARY     Non lo dirai a Paul, vero?

Le due donne si guardano.

CATHY    No, però...

Di sopra, il rumore di una sedia smossa. Ordini secchi.
Poi, uno sparo. Silenzio. Scendono di corsa PAUL, KEVIN, PAT n 2. Tutti e tre indossano il passamontagna.
CATHY    Cos'è  stato?

PAUL     Dobbiamo andare, svelte!

I tre uomini cominciano a raccogliere le cose sparse.

CATHY    Cos'è successo? (nessuna risposta) Chi ha sparato?

KEVIN    (indaffarato) Io, ora muoviti!

CATHY    (mentre MARY, sconcertata, osserva attentamente i tre uomini) Ma cos'è successo?

PAUL     Cathy, non rompere, ti spiegheremo.

MARY, che ha stentato a riconoscere PAT fra le tre figure mascherate e vestite allo stesso modo, si avvicina con titubanza a PAT n 2 e lo prende per un braccio.

MARY     Pat, siamo circondati?

PAT n 2 muove la testa in segno di diniego. Qualcosa, in lui, rivela che non è  il suo PAT.

MARY     Ma tu non sei Pat!

PAT n 2   (divertito) Io sono Pat. Pat O'Brien.

PAUL     (guardandosi attorno, per controllare se dimenticano qualcosa) Lui è il vero Pat O'Brien.     L'altro era un infiltrato.

MARY     Era?

KEVIN    Era una spia schifosa.

PAUL     Ora Pat ci porterà al sicuro. Al di là del confine ci avrebbero beccato, ad un segnale di     quell'altro.

MARY     Ma... Pat... dov'è? Lo avete ucciso? (silenzio) Assassini! Bastardi criminali!

KEVIN    Ma sentite questa pazza! Per una spia!

MARY     Non è  possibile... ha detto che mi amava...
          
Risata di PAT n  2 seguita da quella di KEVIN.

CATHY    (avviandosi verso l'ingresso) Ma dove sono?

PAUL     Dappertutto. Però  ci vogliono prendere al di là del confine...

CATHY    Quello sparo...

PAUL     E' meglio filare.
MARY     Ammazzate anche me...io voglio morire, morire, morire.

CATHY    (si ferma di colpo) La vera tragedia non è  morire, ma vivere. Vivere e fare figli in questo     paese.

MARY si avventa contro PAT n 2 e gli strappa il passa montagna.

MARY     Ti voglio vedere in faccia!

KEVIN    Leghiamo quest'isterica. (da dietro le immobilizza le braccia)

CATHY    (scorgendo il viso di PAT n  2 getta un grido) Io lo conosco! (tutti immobili) E' un agente     segreto! (pausa breve) Mi avevano portata al comando e nella stanza dove mi interrogavano     c'era un uomo che mi voltava le spalle. Ma per un gioco di specchi, io quell'uomo lo vidi     bene in faccia.

PAUL     Cathy, ti sbagli, è  lui il vero O'Brien. Ne ho le prove...

CATHY    No, non mi sbaglio. In quel momento, fra il terrore e l'umiliazione, fissavo quel volto     come se soltanto attraverso l'odio avessi potuto trovare la forza di sopravvivere.

KEVIN e PAUL si guardano, perplessi, MARY riesce pertanto a liberarsi di KEVIN con uno strattone e si slancia su PAUL per prendergli il mitra. Mischia, colluttazione, parte una raffica che colpisce CATHY. CATHY a terra. Gli altri restano immobili. A lungo.
Buio.
Odore di bruciato perché CATHY non ha spento il gas.
Nel buio, scalpiccio frettoloso di passi.
Voci indistinte.

EPILOGO

Spot sul proscenio.
CATHY avvolta nello scialle nero. Molto basso il suono di Women of Ireland.
 
CATHY    Il mio nome  è Cathy O'Rourke. Sono morta alle cinque di mattina del 26 giugno 1981,     in un cottage abbandonato vicino al confine con l'Ulster. Era un venerdì e andò tutto storto...
    (pausa)                 
    Ora, una pioggia sottile scende sopra la mia tomba.
    (pausa breve)
    Dicono che dopo la morte si trovi finalmente la pace...(sbottando) Da viva io la volevo la     pace! Così disperatamente la volevo la pace che fui pronta (sorride amaramente) a fare la     guerra...
    (pausa)
    Ma come posso trovare la pace se mio figlio è lassù  a crescere nell'odio, e con lui tutti i     bambini dell'Ulster!  
    (pausa)
    Da ottocento anni abbiamo il piede straniero sopra al cuore e abbiamo preso la strada della     violenza, che Dio ci perdoni. Come pesci nella rete, più ci dibattiamo più restiamo     aggrovigliati a nodi che sembrano durare in eterno: lealtà alla corona, religione, diritti delle     minoranze e volontà della maggioranza... e mentre gli uomini di governo si scambiano     strette di mano e insulsi sorrisi, noi moriamo...
    (pausa breve)
    Ho visto morire mio fratello, mio marito e i miei compagni, e coloro che li avevano uccisi...     ed ora lascio mio figlio...ed io  sono qui, sola, al freddo e al buio.
    (piange, poi, fra i singhiozzi, rialza la testa, si asciuga le lacrime col dorso della mano e     sorride con sforzo) Ma i morti non possono piangere, vero?

    Suono incalzante di “Women of Ireland”

 F I N E


Il vero e il falso O'Brien ha vinto il Premio Vallecorsi (1983),
il Premio Genzano di Roma (1983), ed è  stato segnalato dall'IDI (1983).
E' stato rappresentato a Genzano di Roma (1983), trasmesso da Radio France Culture (1985), letto a Milano dai Rabdomanti (1991).
Tradotto dall'attrice irlandese Mary Casey, è stato rappresentato
a New York, Nat Horne Theatre, nel 1994 e Galway, Irlanda 1997.
Ad Avignone, nel 1995, è stato rappresentato al Festival Off, dove fu presentato   il testo edito dalla Casa Editrice Lacquet, traduzione Pierre Jean Laurent.