Veronica e la Pietà

di

Ferdinando Crini



2° Classificato – Premio Teatrale Letterario “Teatrando 2006”

Personaggi

Veronica, una giovane prostituta
Lorenzo, un cliente

Appartamento di Veronica. Arredamento essenziale e di poco pregio: un letto matrimoniale con comodini, un tavolino, due sedie. Una grande tenda chiusa che preclude la vista di una parte della stanza sia a chi è in scena che al pubblico. Dietro alla tenda chiusa un secondo spazio, che contiene: un cavalletto da pittore con una tela, un mobiletto a rotelle pieno di colori, pennelli ecc., libri e cataloghi sparsi in gran confusione, un piccolo stipo; sulla parete di fondo campeggia un poster della Pietà di Antonello da Messina.


(Veronica sta dipingendo sulla tela, indossando una specie di tuta o una salopette)
(squillo di campanello)
(Con calma, Veronica lascia ciò che stava facendo, si toglie la tuta , rimanendo con la biancheria intima. Indossa una vestaglia elegante, non trasparente, e tira la tenda.)
(secondo squillo di campanello)
VERONICA (in modo da farsi sentire, tono calmo) Sì! Un momento! (si avvicina alla porta e aprendola; con un sorriso) Buongiorno! Avanti!
LORENZO (entrando, esitante) Veronica?
VERONICA (porgendo la mano) Sì, sono io. E lei è l’amico di Gianni?
LORENZO (rispondendo al saluto, un po’ rigido ) Sono Lorenzo.
VERONICA Lorenzo. Bene!
LORENZO (entra e si guarda intorno)
VERONICA Vuole darmi il cappotto?
LORENZO (come riscuotendosi) Ah, certo. Sì! (lascia che V. gli tolga il cappotto)
VERONICA (guardandolo) Bene!
LORENZO (imbarazzato) C’è una bella luce qua dentro.
VERONICA (posando il cappotto) Sì, è vero. A me piace molto la luce. Qui, in ogni stagione è diversa ma sempre forte, intensa…
LORENZO E quella tenda…
VERONICA (un po’ dura) La tenda va bene così. (più dolce,quasi scusandosi) Lì tengo delle cose personali.
LORENZO Oh certo, mi scusi…(rimane immobile, un poco rigido)
VERONICA (sempre dolce ma un poco decisa) Puoi darmi del tu.
LORENZO Del tu?
VERONICA Sì. Aiuta, sai?
LORENZO Va bene.
VERONICA Qualcosa da bere?
LORENZO (con un mezzo sorriso, come scusandosi) Anche questo, aiuta?
VERONICA (con complicità) Non sempre ma…male non fa! (si dirige verso uno dei comodini e ne trae una bottiglia e del liquore. Poi si allenta la vestaglia; girandosi verso L.) Cognac?
LORENZO (vedendola un po’ discinta) Come hai fatto a indovinare?
VERONICA (rilassata) Tengo solo tre tipi di liquori. Whisky per giovani rampanti poco dotati o troppo inibiti, rhum per quarantenni nostalgici del Che e cognac…
LORENZO …per vecchi soli e in disarmo.
VERONICA …per distinti signori di una certa età! (un po’ civettando) Non dire sciocchezze! Sei simpatico, sai!
LORENZO Grazie.
VERONICA (si avvicina porgendogli il bicchiere)
LORENZO (prende il bicchiere, le guarda nella scollatura)
VERONICA (notando la sua occhiata, protendendosi verso di lui, con voce calda) Benvenuto…Lorenzo…
LORENZO (si avvicina, attratto, la fissa negli occhi)
VERONICA (senza staccare lo sguardo da L, lentamente si avvicina e lo bacia mantenendo le labbra sulle sue)
LORENZO (comincia a rispondere al bacio)
VERONICA (interrompe il bacio ma rimane in contatto col corpo) Di questo…basta così.
LORENZO Ma…
VERONICA (con voce calda, decisa) Di solito non si fa ma…qualche volta aiuta…E poi tu sei un tipo per bene…Si vede…(lo accarezza e cerca di condurlo verso il letto) Vieni, bel signore…
LORENZO (scostandole la mano e tirandosi indietro) No!… Lasciamo stare!
VERONICA (ritraendosi) Va bene. Il tempo è tuo. Sai le condizioni?
LORENZO Sì! Non preoccuparti quando me lo dirai me ne andrò. (prende il portafoglio, ne trae dei biglietti e li mette sul tavolino) Ecco qua.
VERONICA Va bene. Grazie.
LORENZO Non controlli?
VERONICA Tu non sei il tipo che non paga.
LORENZO Grazie della fiducia. (la guarda di nuovo) Sei molto bella.
VERONICA Merci! Ti piaccio?
LORENZO Sì.
VERONICA Sì, Veronica.
LORENZO (la guarda senza capire)
VERONICA Dillo. Dai!
LORENZO (più rilassato) Sì, Veronica.
VERONICA (ridendo) Così va bene!
LORENZO (sorride) Mi dispiace…
VERONICA Di che?
LORENZO Sono uno strano cliente…
VERONICA Hai pagato. C’è ancora un mucchio di tempo. Possono accadere un sacco di cose.
LORENZO Io non sono mai stato…
VERONICA Questo l’avevo capito. Non ti preoccupare…
LORENZO Mi sento fuori posto…
VERONICA Sei un po’ diverso dagli amici di Gianni che ho conosciuto…Lui è una specie di sentimentalone, con le mani come due pale, un tipo concreto, che quando ti tocca sembra sempre che stia impastando qualcosa. (bloccandosi come se avesse detto qualcosa che non doveva dire) Oh, beh! (ridendo) Ormai l’ho detto.
LORENZO (ridendo) Però è vero! Lui è un tipo così.
VERONICA Ti deve volere bene. Il mio numero di telefono lo dà solo ai suoi amici più intimi…O, almeno così dice lui.
LORENZO E’ un vecchio amico. Ci…(si blocca per un istante) ha sempre voluto bene.
VERONICA Hai una moglie?
LORENZO (rabbuiandosi) E’ morta…due anni fa…
VERONICA (con sincero interesse) Mi dispiace. L’amavi molto?
LORENZO Molto, sì…
VERONICA (accarezzandogli le spalle) Vuoi palarne?
LORENZO (con un sorriso triste) Tu, fai anche questo?
VERONICA (quasi con noncuranza) Oh, sai…Capita! E poi i soldi sono tuoi…
LORENZO Non so se voglio parlare di mia moglie.
VERONICA Cosa fai nella vita? Non hai l’aria del pensionato.
LORENZO Ho lavorato per tanti anni come dirigente.
VERONICA Cosa dirigevi?
LORENZO Ho diretto di tutto.
VERONICA Cosa vuoi dire?
LORENZO Ho cominciato con gli strumenti di precisione a cristalli liquidi.
VERONICA Tipo gli orologi?
LORENZO Veramente si trattava di display per quadri di motori navali: degli orologi più complicati. Poi ho continuato con le macchine agricole. Poi la telefonia mobile…E adesso faccio il consulente per una grande industria di giocattoli.
VERONICA Qualsiasi cosa sia tu dirigi le persone che la devono produrre. E’ così?
LORENZO Più o meno.
VERONICA Bello!
LORENZO Ma ho cinquantacinque anni: sono troppo vecchio per continuare e troppo giovane per la pensione…
VERONICA Vecchio?
LORENZO Si invecchia in fretta facendo il mio mestiere. Se non ti logora quello che ti chiedono di fare, a un certo punto, sei vecchio per le aziende. E’ la globalizzazione…
VERONICA E allora?
LORENZO Diventi un consulente. Uno che ha l’esperienza, le competenze e può essere gettato via quando si vuole. Così puoi lavorare. Sei di nuovo un manager.
VERONICA Non deve essere molto divertente, da come lo dici.
LORENZO Infatti è così…Però mi tiene occupato…
VERONICA Non ti va di pensare, eh?
LORENZO I miei non sono pensieri.
VERONICA Sì, capisco. Capita anche a me.
LORENZO Riuscissi a pensare davvero a qualcosa, come una volta…
VERONICA Io non credo che sia un bene pensare al passato.
LORENZO Sei giovane. Non hai molto da ricordare.
VERONICA No, non dipende da questo. Qui passa gente di tutte le età… Ho una mia idea sulle persone. Quando stai con alcune senti che ti piacerebbe sapere le loro storie, che la vita gli ha lasciato qualcosa dentro…Con altri invece non ti fai nemmeno delle domande. Sembrano dei pupazzi gonfiabili, pieni solo delle cose che altri gli hanno soffiato dentro e così…galleggiano qua e là.
LORENZO Di persone così ne ho conosciute anch’io.
VERONICA Fai ancora fatica a stare qui, con me?
LORENZO (un po’ imbarazzato) Si vedeva così tanto?
VERONICA (ridendo e dandogli una carezza in viso) Secondo me sei più a tuo agio quando vai dal dentista.
(ridono entrambi)
LORENZO Va molto meglio. Grazie.
VERONICA (con intenzione) Non mi sembra di aver fatto molto…finora, almeno.
LORENZO (stringe il braccio di V che lo stava accarezzando in viso) Veronica…
VERONICA Sì, Lorenzo…
LORENZO (attirandola verso di sé) Sei molto bella…
VERONICA (avvicinandosi, annuisce con piccoli gemiti di intesa )
LORENZO (fa per baciarla sulla bocca)
VERONICA (si ritrae) Non così. I patti…
LORENZO Non so più…
VERONICA Non pensare…
LORENZO (stringendola con più forza) Vorrei…
VERONICA (con voce calda, appoggiando la guancia a quella di L) Lasciati andare, bel signore…
LORENZO (chiude gli occhi, sembra abbandonarsi)
VERONICA (sempre dolce) Ci sono io…Non c’è niente che non vada oggi…Solo il mio profumo…Sentilo…Ti piace?
LORENZO (sempre a occhi chiusi, stringendola con più forza) Ti voglio!
VERONICA (conducendolo verso il letto) Vieni…
LORENZO (sempre più emozionato) Sei tu…Ti voglio…Ci sei…(sottovoce ma distintamente) Carla…Carla!
VERONICA (si blocca)
LORENZO (come risvegliandosi e ritraendosi) Oh, mi spiace. Mi spiace! (cerca il suo cappotto) Vedi! E’ meglio che…
VERONICA (trattenendolo) Calmati. Non è successo niente. Niente…
LORENZO (fermo, senza guardare V) Non posso…Non così…
VERONICA Va bene…Se vuoi andartene…(indicandogli la porta) Hai ancora del tempo…Fai tu…
LORENZO (si lascia cadere sul letto)
VERONICA (con ironia, ma sempre dolce) Vedi che alla fine ce l’ho fatta?
LORENZO (la guarda senza comprendere)
VERONICA (leggera) Fino al letto ti ci ho portato!
LORENZO Sei una brava ragazza.
VERONICA (con ironia e un poco di amarezza ) Certamente. Quanti anni aveva, tua moglie?
LORENZO Cinquantadue
VERONICA Sposati da molti anni?
LORENZO Venticinque.
VERONICA Cosa è successo?
LORENZO Un tumore.
VERONICA (passandogli una mano tra i capelli) Povero Lorenzo…
LORENZO L’ ho amata, davvero…
VERONICA Sei stato fortunato, allora.
LORENZO Ogni tanto, capitava di guardarsi, di cercarsi con gli occhi, ma senza dirsi niente. In quel momento stavamo pensando tutti e due alla nostra fortuna di essere così…innamorati.
VERONICA Sei ancora giovane. Vedrai che…
LORENZO Non sarebbe più come con Carla. Capita una sola volta…
VERONICA Si dice così, ma io non ci credo.
LORENZO Come fai a dirlo? Ti è capitato?
VERONICA (guardandolo, con stupore) A me?! (con una risata agra) A me, no di certo!
LORENZO Perché no?
VERONICA Perché?! (aprendosi la vestaglia in maniera provocatoria) Mi ci vedi…(aggressiva, caustica) innamorata!
LORENZO Che c’entra?
VERONICA (richiudendosi la vestaglia, quasi pentita per il gesto violento di poco prima) Sei proprio un bel tipo, tu!
LORENZO Sei una bella ragazza…
VERONICA (cinica) …da scopare…
LORENZO (accalorandosi) Aspetta. Sei intelligente e conosci la gente…Possibile che…
VERONICA …che faccio la puttana?
L:ORENZO (un po’ risentito) Veronica!
VERONICA (sempre caustica) E’ questo che faccio, no? Sei qua per questo, no? Perché Gianni ti ha detto che sono carina, pulita e educata.
LORENZO Ma non parlavo di questo…
VERONICA (aggressiva) E di cosa vuoi parlare?! (in crescendo) Parlare, parlare, parlare non sai far altro!
LORENZO Va bene…Scusa…
VERONICA (sempre irritata) Si scusano tutti…Siete solo capaci di scusarvi…Voi…Tutti, pieni di buoni sentimenti…
LORENZO Io credevo che…
VERONICA Tu sei un cliente…e basta!
LORENZO Va bene, allora…
VERONICA Non volevi andare via? Vai, allora!
LORENZO Non voglio più.
VERONICA Faresti meglio…
LORENZO (più deciso) Ho ancora del tempo. Questi sono i patti, no?
VERONICA (indicandogli il letto con gesto di sfida, secca) Avanti.
LORENZO Voglio sapere di te.
VERONICA Non fa parte del contratto.
LORENZO Rifacciamo il contratto, allora.
VERONICA Vuoi fare il manager con me?
LORENZO Non mi interessa, ma so che cos’è un contratto. I contratti si onorano.
VERONICA Sentiamo.
LORENZO Ti faccio delle domande, e tu rispondi.
VERONICA Certe cose non sono in vendita.
LORENZO Puoi non rispondere.
VERONICA Fai un’offerta.
LORENZO Per ogni risposta, ti pago un’ora intera di lavoro.
VERONICA E tu cosa ci guadagni?
LORENZO Non lo so…Sono curioso di te…
VERONICA Potrei tirare sul prezzo.
LORENZO Sì, ma non ce la faresti.
VERONICA Perché?
LORENZO Ho un segreto per le contrattazioni.
VERONICA Qual è?
LORENZO Sono sempre pronto ad alzarmi e ad andarmene, a rinunciare se si tira troppo la corda.
VERONICA Sempre?
LORENZO A maggior ragione se la contrattazione è importante, come adesso.
VERONICA Ha funzionato?
LORENZO Ho fatto i miei affari migliori così…
VERONICA Sono curiosa anch’io…(allungando la mano con decisione) Affare fatto!
LORENZO (stringendole la mano) Affare fatto.
VERONICA (puntando un dito verso L, con gesto deciso) Voglio vedere i soldi.
LORENZO E’ giusto. (estrae il portafoglio e tira fuori molte banconote)
VERONICA Va bene. Cominciamo.
LORENZO (mettendo dei biglietti sul letto) Ti chiami davvero Veronica?
VERONICA (ridendo) Che differenza fa?
LORENZO Non è una risposta.
VERONICA Sì, è il mio vero nome. Non ho un nome d’arte. Non voglio far questo per sempre.
LORENZO Cosa vuoi fare?
VERONICA Ah! Fatti miei!
LORENZO (mettendo altri biglietti sul letto) C’è un odore strano qui dentro…
VERONICA (un po’ tesa) Questa non è una domanda…
LORENZO …un odore forte come…(annusando)…di solventi…
VERONICA E allora?
LORENZO (guardandosi intorno)…Però non vedo…
VERONICA (sbrigativa) Fai la domanda invece di fare il cane da tartufi.
LORENZO …E’ molto particolare…Sono…colori! (sicuro) E’ l’odore di colori a olio! Dipingi?
VERONICA (infastidita) Non ti riguarda…
LORENZO E’ questo che fai quando non…
VERONICA (aggressiva) Fatti miei. Te ne vuoi andare!
LORENZO Tu dipingi ! Che cosa ? Posso vedere ? ( si alza) E’ là dietro, vero?
VERONICA (opponendoglisi con forza) Adesso tu te ne vai! Hai capito!
LORENZO Posso vedere?
VERONICA No!
LORENZO (afferrandola per la vita con forza) Ti prego! Tu non sei solo una prostituta…Non era possibile!…Lo sapevo…Ti prego!
VERONICA (si blocca, non lotta più, lo fissa negli occhi)
LORENZO (sempre stringendola, con dolcezza) Ti prego…Sono venuto senza nemmeno sapere cosa cercare. Col cuore arido come pietra pomice. E adesso… Posso vedere quello che tieni nascosto agli altri?
VERONICA (lo guarda intensamente, un po’ smarrita; piano si scioglie dall’abbraccio e si dirige alla tenda; la afferra e si ferma un istante, guardando L, poi apre piano, rimanendo in silenzio)
LORENZO (rimane fermo un momento, guardando; poi si avvicina e si aggira tra i vari arnesi da pittura; infine guarda il poster alla parete e poi la tela dipinta da V) Questa è…
VERONICA …la Pietà…
LORENZO …di Antonello da Messina…
VERONICA Non è l’unica ma a me piace questa…
LORENZO E’ uno dei miei quadri preferiti.
VERONICA (rimanendo in piedi con le braccia incrociate sul petto come a proteggersi) Sta a Madrid…Al Prado…L’anno scorso sono riuscita a vederlo…
LORENZO (indicando la tela) Sei brava…
VERONICA (facendosi più piccola nelle spalle, meno tesa) Grazie. Prendo lezioni da Jacques, un amico che insegna all’Accademia…
LORENZO Te la cavi bene, mi sembra.
VERONICA (più vivace, come riprendendo coraggio) E poi faccio il liceo artistico…
LORENZO Ma come fai?
VERONICA In un istituto privato! L’anno prossimo darò la maturità.
LORENZO E poi?
VERONICA Poi,si vedrà…(lasciandosi andare a sognare, con entusiasmo) Potrei fare questo lavoro ancora per qualche anno e poi frequentare una scuola di restauro, e girare il mondo…oppure lavorare per un amico gallerista, imparare il mestiere e fare il mercante d’arte.
LORENZO (sorride con benevolenza)
VERONICA (un po’ imbronciata) Perché sorridi? Io sono brava a capire la gente. Tutti mi trovano simpatica. Il fattore umano è la parte più importante del commercio, no?
LORENZO Se saprai tenere fede ai tuoi sogni ce la farai.
VERONICA (si lascia andare sul letto, con entusiasmo) Lo credo anch’io, sì!
LORENZO Hai qualcuno?
VERONICA In che senso?
LORENZO Qualcuno che ti stia vicino. Genitori…Fratelli…
VERONICA Vengo dall’orfanotrofio…Una madre ce l’ho avuta, ma me la ricordo vagamente…Avevo cinque anni quando sono entrata in istituto…Fratelli non ne ho…così credo, almeno.
LORENZO Potevi essere adottata.
VERONICA Oh, ci hanno provato! Ma non funzionava. Io non volevo…O meglio, una volta credo che avrei potuto, con una coppia. Mi piacevano. Abbiamo passato tutto un pomeriggio insieme ma…(con rassegnazione) Non sono più tornati…E tu? Hai figli?
LORENZO No. Non ne abbiamo avuti…
VERONICA Io ne voglio. Un giorno, quando farò la restauratrice…Ma niente uomini!…Voglio dire che sceglierò la persona con cui farlo, ma sarà il padre di mio figlio e basta. Potrà vederlo, perché un figlio ha bisogno anche del padre, certo, ma si sta insieme solo se ci si vuole bene davvero.
LORENZO Vorrei aiutarti…
VERONICA (ridendo) Vuoi fare un nuovo contratto?
LORENZO No. Ti potrei dare del denaro…Per pagare Jacques, lavorare meno e finire più in fretta gli studi.
VERONICA (decisa) No, grazie. Con Jacques c’è già un accordo e lui è un tipo carino, un po’ come te. Non voglio dipendere da nessuno.
LORENZO Ti lascio un assegno.
VERONICA : Non lo voglio.
LORENZO (estrae il libretto e una penna, scrive) Consideralo un prestito…
VERONICA (andando verso di lui) No!
LORENZO ( si alza, e va verso V, porgendole l’assegno) Sarai… il mio angioletto triste…(indicando l’angelo del quadro)…Come lui…con le ali di arcobaleno…
VERONICA (si blocca come folgorata, in ansia, con voce strozzata) Come hai detto?
LORENZO Che ti succede? Stai impallidendo…
VERONICA (controllandosi a fatica) Ripetilo… Ti prego!!
LORENZO (indica il quadro) Quello dicevo…un angioletto triste con le ali di arcobaleno…
VERONICA ( piegandosi su se stessa) Chi sei?…Io…
LORENZO (cercando di sorreggerla) Veronica…Che ti succede?
VERONICA (scostandolo quasi con violenza e andando a cercare affannosamente in uno stipo sotto al poster)
LORENZO (guardandola, senza capire) Ma cosa?!
VERONICA (estrae una busta lisa e consumata, con tono ansioso e commosso) “Al mio angioletto triste con le ali di arcobaleno. Per la felicità di un giorno. Mauro”
LORENZO (mentre V legge sembra vacillare, rimane in silenzio)
VERONICA (gli si avvicina con voce strozzata) Sei…tu? (mostra il biglietto stringendolo forte nel pugno) Sei tu?…Mauro?!…
LORENZO (non risponde,come pietrificato)
VERONICA (scrutando L da vicino, indicando il quadro) Mi ricordo di un quadro come quello…stava su una parete tra due finestre…Mi ricordo di una poltrona, una grande poltrona dove stavo seduta guardandomi intorno…Quante cose avevo visto!…Ero già stata in un paio di case, ma nessuna così bella! E mentre ero lì arriva Mauro, grande, mi prende in braccio e mi fa sedere sulle sue ginocchia…(con tono dolce come ricordando) “Guarda- mi fa segno, indicando il quadro- sei bella come quell’angioletto”…(come supplicando) Sei tu? Quell’uomo eri tu?
LORENZO ( piano, senza guardarla) Sì! Ero io…
VERONICA Era tua moglie quella che stava con te? Era Carla?
LORENZO Sì!
VERONICA (con infinita tristezza) Sì…
LORENZO (si stringe la testa tra le mani) Io…Avevamo cercato un figlio per anni…Carla lo voleva molto più di me. Non c’era più null’altro che avesse valore per lei al di fuori di questo. Forse perché non ci amavamo più come un tempo…Non so…Io le dicevo che se le cose erano andate così non bisognava insistere. Forse non ero in grado di capirla davvero. Ero così pieno, entusiasta, del mio lavoro. Aveva tanto insistito perché facessimo domanda di adozione…Così ci siamo sottoposti a tutte le indagini, e i colloqui. In quel periodo Carla rifiorì e io la aiutavo in ogni modo perché eravamo di nuovo felici Nessuno dei bambini che ci avevano proposto andava bene per Carla. Un giorno, rientra a casa e mi dice di tenermi libero per il giorno dopo: un altro incontro, un altro bambino con cui fare conoscenza…
VERONICA Ero io…
LORENZO Stavi seduta a un tavolo, disegnando con dei pastelli a cera. Eri molto carina, con i codini. Carla ti ha chiesto cosa stessi facendo e tu, quasi senza guardarla le hai mostrato il tuo disegno dicendo: “ Ecco la mia casa. E tu ce l’hai una casa?”
VERONICA E lei mi ha detto:”Vuoi vederla?” Era dolce, mi piaceva…
LORENZO (sorride) Quando stavamo per uscire mi hai guardato, mi hai preso per mano e…
VERONICA …e ti ho chiesto se eri alto come una giraffa…
LORENZO (quasi ridendo) Sì. Io non sapevo cosa risponderti…Ma quella tua manina…Non avevo provato mai niente di simile. Ti volevo già bene. Ero confuso da quello che mi stava succedendo…
VERONICA Anch’io mi sentivo bene con voi. Non volevo farvi disperare. Di solito facevo così con quelli che venivano per adottarmi.
LORENZO Un pomeriggio…un lungo pomeriggio…tutt’e tre…
VERONICA (fredda) E poi mi avete mollata…
LORENZO Non potevamo…
VERONICA (più tesa) Cosa?! Cosa non potevate? Vi ho aspettato per mesi, anche quando tutti mi dicevano che voi non sareste più venuti.
LORENZO Posso spiegarti…
VERONICA (con rabbia crescente) Che non mi volevate? Non c’è nulla da spiegare in questo. Avete fatto quello che sentivate.
LORENZO Lo dici come se fosse tutto un…contratto.
VERONICA Era così, no?
LORENZO Allora perché… quel biglietto…
VERONICA Che vuoi che sia! (più alterata, quasi brandendo il biglietto) Me lo sono tenuto, sì. Per tutti questi anni! Perché mi ricordasse quanto possono essere bastardi gli altri. Tutti! Tutti! Anzi! (rompe il biglietto con rabbia) Ecco così! Così! (scoppia a piangere)
LORENZO (avvicinandosi e cercando di abbracciarla) Veronica! Veronica!
VERONICA (tra le lacrime, forte)Vattene! Vattene!
LORENZO Quel giorno...
VERONICA Non voglio sapere!
LORENZO ( trattenendola per le braccia, concitato) Quel giorno, io ti amai subito…Non so dire come possono accadere queste cose. Avevo sempre pensato che, prima o poi uno di questi bambini mi sarebbe stato più simpatico di altri e poi gli avrei voluto bene come succede ai figli degli amici…E invece!…Ricordi che ci lasciammo con un “Arrivederci”? Quel biglietto era, per me, come un pegno…Io ti volevo!…Speravo solo che un bambino mi avrebbe fatto di nuovo felice con Carla!
VERONICA Ma, allora…se…
LORENZO Parlavo sempre di te…Ci saremmo visti due settimane dopo e io ti pensavo. I primi giorni, Carla condivideva il mio entusiasmo. Andammo ad acquistare dei giocattoli per te…Poi qualcosa successe in Carla, come un’ombra sottile che si allungava sul suo viso, giorno dopo giorno. Era sempre più distratta. Il giorno prima dell’incontro, mi disse che aveva chiamato l’assistente sociale per dire che non saremmo andati il giorno dopo.
VERONICA Non mi voleva più?
LORENZO Disse che forse avevo ragione. Che un figlio adottato non sarebbe stato come un figlio nostro; che ci avrebbe divisi…Che non mi aveva mai sentito parlare così di un’altra persona che non fosse lei: sembravo…innamorato di te…Che noi potevamo tornare ad essere felici come un tempo e non avevamo bisogno di un figlio…(con trasporto e dolore) Lei mi amava! In qualche modo, l’amore che sentivo per te, l’aveva riportata a me! E, in quel momento seppi che, più di ogni altra cosa, io desideravo lei…(con tono triste) Volevo incontrarti ancora una volta, salutarti, ma mi venne detto che sarebbe stato peggio e così…
VERONICA (con sarcasmo) …vissero felici e contenti…
LORENZO Poco prima di morire Carla mi chiese di perdonarla per quella decisione…Disse che sentiva che la scelta era stata giusta per noi, ma provava come un peso ogni volta che guardava quell’angelo della Pietà. Io non avevo nulla da perdonarle, ma così feci…
VERONICA (piano, quasi tra sé) L’amore è strano…
LORENZO Questa notte ho sognato che una bambina veniva a chiedermi di farle i codini. Siccome io non ci riuscivo mi diceva: “Senza codini non posso volare…” Strano il destino, vero? (con più energia) Forse questo incontro era già scritto. Adesso che ti ho ritrovato… ti chiedo di perdonarmi…Se puoi…Se vuoi…
VERONICA (senza guardarlo, quasi tra sé) Per molti anni il mio cuore è stato pieno di rabbia al pensiero delle tue ginocchia, delle tue parole buone che erano sparite come per magia. Voi mi avete tradito! Con questa rabbia io ho fatto le cose che ho fatto, e sono quello che sono. Ma, prima, mentre parlavi di tua moglie, della vostra decisione, io…E’ strano…Ho sentito che le cose buone della mia vita, quelle che tengo dietro alla tenda, sono nate quel pomeriggio perché qualcuno, guardandomi come nessuno aveva mai fatto, ha visto dentro di me un angelo triste con le ali di arcobaleno (piange sommessamente) Io… ti perdono.
LORENZO (commosso) Veronica!
VERONICA (riprendendosi, quasi tra sé) Voi non mi dovevate niente…
LORENZO La tua vita sarebbe stata diversa se noi …
VERONICA (con forza) No! Non dire così! Ho pensato anch’io questo, ogni giorno…”Avrei potuto essere…Mi hanno tradita…Il mondo è una merda…” Ma non è così! Tutti i giorni passa dal mio letto gente rispettabile, che pensa queste cose. Infelici cercatori di un paradiso terrestre che non esiste. Si raccontano le menzogne più complicate, pur di non dirsi che la loro è l’unica vita che possono vivere…Così vengono da me, pieni di sventure e dolore, a dire che non c’è niente di buono per loro fuori…che devono tirare avanti così…che rimane loro solo il letto di una puttana gentile…Ma non è così! …Io lo so…(guardandolo con intensità) Io sono Veronica e tu sei Mauro, ci siamo incontrati e siamo stati felici , per un giorno…Tutto quello che avrebbe potuto essere è solo un inganno, un veleno, per tutti e due…
LORENZO (la abbraccia; dopo un momento, con frenesia) Ma adesso che ti ho trovato non voglio perderti di nuovo…
VERONICA (dolente) Ti prego…
LORENZO Vorrei aiutarti…
VERONICA Non ne ho bisogno.
LORENZO Se il destino ci ha fatto incontrare…
VERONICA (allontanandolo piano ma con decisione) Credo che il tuo tempo sia finito…
LORENZO Ti cercherò ancora…Vorrei aiutarti…
VERONICA (accompagnandolo verso la porta, con decisione e sofferenza insieme) Se ne avrò bisogno…
LORENZO Ci conto…
VERONICA Io conto solo su me stessa…
LORENZO (sulla porta uscendo) Allora, a presto.
VERONICA Quando sarà destino…
LORENZO Arrivederci.
VERONICA Addio. (chiude la porta)
(Rimane un momento in silenzio. Lentamente va verso la tenda, immersa nei propri pensieri e comincia a chiuderla; poi si ferma ,si guarda un attimo intorno, e la lascia aperta.)


FINE