Il viaggio del viandante

Sette scene drammatiche liberamente
ispirate a lieder di Franz Schubert di

Giancarlo Ferraris




I personaggi

Franz Schubert
La madre di Margherita
Margherita
Un servitore
Il Cavaliere
L’avventore
Il padrone della locanda
Il Re degli Elfi
La Morte
La Fanciulla
La giovane donna
L’uomo dal mantello verde
Il vecchio con l’organetto

I tre punti di sospensione indicano:
- brevi momenti di pausa nei discorsi dei personaggi;
- discorsi interrotti o sospesi.

I testi poetici citati si intendono sempre declamati con l’accompagnamento musicale come sottofondo.

Per esigenze narrative non è stato rispettato l’ordine cronologico di composizione dei singoli lieder.


Prima scena. Il viandante

Inizi dell’Ottocento. Un giovane uomo, piccolo, tozzo, i capelli ricci scomposti e lo sguardo acuto dietro le spesse lenti degli occhiali, ha lasciato Vienna e sta compiendo un lungo viaggio per monti e valli, campagne e città. Quel giovane uomo si chiama Franz Schubert.

Franz
Sono un eterno viandante… Un pellegrino sempre in viaggio… Uno straniero dovunque vada… Cammino triste e in silenzio, lasciandomi dietro tracce e frammenti della mia vita e di ciò che incontro… Dove vado?... Dov’è la mia terra?... Troverò la felicità?... E sempre davanti mi si spalancano le porte immense dell’infinito… Soltanto la mia anima e il mio cuore, non la mia mente e la mia bocca, possono, con la mia musica, l’unica cosa della mia vita che mi dà forza, mi sostiene e mi conforta, raccontare e dare un senso a questo mio viaggio.

Voce fuori scena
Vengo dalla montagna,
nebbiosa è la valle, il mare in tempesta.
Cammino in silenzio, ben poco lieto,
e sempre mi domando, sospirando: dove?

Il sole qui mi sembra freddo,
i fiori appassiscono, la vita invecchia,
un suono vuoto mi dice
che sono uno straniero dappertutto.

Dove sei, mia adorata terra?
Cercata, desiderata e mai conosciuta!
La terra, la terra verde di speranza,
la terra dove fioriscono le mie rose,

dove camminano i miei amici,
dove risorgono i miei morti,
la terra che parla la mia lingua,
o terra, dove sei?

Cammino in silenzio, ben poco allegro,
e sempre mi domando sospirando: dove?
Un suono misterioso mi risponde:
«Là, dove tu non sei, là è la felicità.»


Seconda scena. Margherita all’arcolaio

Franz, nel corso del suo viaggio, trova ospitalità per breve tempo in una cittadina, presso una famiglia della borghesia. Qui fa conoscenza, tra gli altri, con una giovane di neppure vent’anni, Margherita.

Franz
Avete proprio una bella casa, signora, piena di tante cose!

La madre di Margherita
La ringrazio, Franz… La ringrazio di cuore…

La madre di Margherita si siede su un divanetto, respirando con affanno. Subito Franz le si avvicina.

Franz
Vi sentite male, signora?… Aspettatemi qui!… Corro a chiedere aiuto.

La madre di Margherita allunga una mano verso Franz, invitandolo a restare vicino a lei.

La madre di Margherita
No!… Non è nulla!… Non è nulla!… Credetemi!… Rimanete un poco, con me… La vostra presenza mi è di conforto e mi infonde anche tanta gioia sapendo di avere vicino un artista, un genio della musica.

Franz
Siete troppo buona, signora… Troppo buona.

La madre di Margherita guarda negli occhi Franz, sorridendo.

La madre di Margherita
Che bella musica che scrivete, Franz!… Le cose che componete sono assolutamente deliziose!… Dove trovate la vostra ispirazione?... Ho sentito dire che voi siete ispirato direttamente da Dio…

Sul volto di Franz si disegna un’espressione di profonda dolcezza.

Franz
Trovo la mia ispirazione nel mio vagabondare, nel mio essere un perenne viandante come uomo e come musicista, signora!… La mia musica è come me: libera, aperta… Essa vaga senza una meta precisa… Oh sapesse quanto mi stanno strette e scomode le forme che il Maestro Ludwig van Beethoven ha così elevato sugli altari dell’arte musicale!… Per me nulla è più importante della melodia!… Quella melodia che continua a ripetersi, sempre così uguale a se stessa eppure sempre così diversa… Lui, il Maestro, nelle sue meraviglie insiste sempre sul tema, sul suo divenire… Per me, invece, è importante il motivo, la sua ripetizione, il suo presentarsi e ripresentarsi… La sonata è una forma bellissima, ma non fa per me… O meglio non fa per me quel tipo di sonata che il Maestro ha praticato con tanta, inarrivabile genialità… L’unica cosa che mi va bene è la ripresa… Che gioia immensa quando finalmente il motivo riaffiora nella sua interezza, dopo il lavorio dello sviluppo, e splende di nuovo nella sua bellezza originale!… Ecco perché mi sono creato delle forme nuove, piccole, maneggevoli - fantasie, improvvisi, momenti musicali - dove posso mettere in rilievo la ripresa, senza rovinarla, regalando così continuamente gioia all’ascoltatore… Ecco perché ho composto sonate, trii, quartetti, quintetti e sinfonie in modo diverso rispetto al Maestro, dilatando queste forme e dando rilievo al colore degli strumenti… E soprattutto ecco perché ho scritto tanti, tantissimi lieder per voce e pianoforte: non c’è nulla di meglio che comporre canzoni su buone poesie per raccogliere tutte le idee armoniche e melodiche che mi balenano dentro e con i suoni dare voce alle parole e prolungare le emozioni che esse generano… Quando scrivo musica, signora, il mio viaggio si trascolora e riesco a far parlare il mistero e la quiete, la solitudine e la lontananza, la nostalgia del passato e le cose umili di tutti i giorni, smarrendomi nell’infinito…

La madre di Margherita
Queste vostre parole sono straordinarie, Franz!… Come straordinario è ciò che componete in musica!

Franz
Siete troppo buona, signora… Ve l’ho già detto e ve lo ripeto.

La madre di Margherita fa un lungo respiro.

La madre di Margherita
Voi, poc’anzi, avete detto che questa è una bella casa.



Franz
Amo le cose di tutti i giorni… Gli oggetti di uso quotidiano che ci circondano mi danno una sensazione di quiete, di pace… Dobbiamo custodirli gelosamente.

La madre di Margherita
Ne convengo, Franz… Questa casa, come dicevate, è bella, ma è anche tanto triste.

Franz guarda negli occhi la madre di Margherita.

Franz
Perché dite così?

La madre di Margherita
Mia figlia Margherita… Voi l’avete conosciuta, non è vero?

Franz
È una giovane deliziosa!… L’ho vista, però, soltanto per pochi minuti.

La madre di Margherita trattiene a stento le lacrime.

La madre di Margherita
In realtà è una giovane che soffre… Soffre terribilmente…

Franz
È… È forse malata?

La madre di Margherita
Oh!… Forse!… Sicuramente!… Malata di una malattia per la quale non esiste nessuna medicina…

Franz rimane turbato dalle parole della donna.

Franz
In nome del cielo, signora!… C’è qualcosa che posso fare?

La madre di Margherita si alza, con una certa fatica, dal divanetto.



La madre di Margherita
Venite… Voglio portarvi da Margherita… Ma, fate piano… Non deve accorgersi della nostra presenza.

La donna accompagna Franz fino davanti alla porta della camera di Margherita. La giovane sta filando a un arcolaio e declamando dei versi. La madre apre leggermente la porta, senza farsi vedere dalla figlia.

La madre di Margherita
La guardi bene, Franz… E ascolti bene le sue parole…

Margherita
Pesa il mio cuore
pace non ho:
né mai più in terra
la troverò.

Trovo una tomba
dove lui non c’è.
Veleno il mondo
fatto è per me.

Povero capo,
com’è stravolto!
Ogni mio senso
rotto, sconvolto!

Pesa il mio cuore,
pace non ho:
né mai più in terra
la troverò.

Dalla finestra
lui solo aspetto;
verso lui soltanto,
se esco, mi affretto.

Il passo altero,
l’alta figura,
il bel sorriso,
lo sguardo fiero!
Sono un incanto
quel suo parlare,
la sua carezza,
quel suo baciare.

Pesa il mio cuore,
pace non ho:
né mai più in terra
la troverò.

Per lui divampo
tutta in ardore.
Poterlo stringere,
forte, al mio cuore.

Baciarlo a lungo
sino a sfinire.
Sotto i suoi baci
poter morire.

Franz è profondamente emozionato mentre la madre piange sommessamente.

La madre di Margherita
Ora comprendete, Franz, di quale malattia soffre mia figlia?!

Franz abbassa lo sguardo.

Franz
La più terribile che il cuore possa patire: l’amore lontano.

La madre di Margherita chiude delicatamente la porta poi, insieme a Franz, si allontana pian piano.

La madre di Margherita
Mia figlia passa le sue giornate così… In solitudine… Filando e declamando i versi che anche voi avete sentito… Soffre per la lontananza e per la nostalgia di quell’uomo che ha conosciuto…



Franz
Canta le sue pene d’amore, la sua angoscia da cui non può liberarsi… Con la mente va all’uomo che ha incontrato, il quale con il suo portamento, la sua bella figura, la sua voce, i suoi modi l’ha affascinata… Il ricordo appassionato del bacio è bellissimo e terribile!… E ardente è il suo desiderio, che ormai si è impossessato di lei, di amare quest’uomo e trovare l’oblio tra le sue braccia… Ma, ditemi, signora, quest’uomo, dov’è?… Voi l’avete visto?

La madre di Margherita
No!… Non l’ho mai visto!… Margherita, però, me ne ha parlato tante volte… Ne era totalmente affascinata, totalmente sedotta… Era piena di lui!… E anche adesso lo è… Che cosa posso fare per aiutare questa mia povera creatura?… Ditemelo voi, Franz!… Datemi un consiglio, vi scongiuro!

Franz riflette per alcuni attimi.

Franz
Forse… Forse l’unica strada da percorrere è quella di aiutarla a trovare… La pace.

La madre di Margherita lancia uno sguardo sospettoso a Franz.

La madre di Margherita
Che cosa intendete dire, Franz?

In quel preciso istante il servitore della casa annuncia una visita.

Il servitore
Scusate, signori… Un Cavaliere ha chiesto ospitalità presso questa casa… Sta compiendo un lungo viaggio e vorrebbe fermarsi qualche momento per riposare.

La madre di Margherita
Ditegli di entrare e fatelo passare da me.

Il servitore si allontana dopo aver fatto un piccolo inchino. Alcuni secondi dopo il Cavaliere si presenta alla madre di Margherita e a Franz.


Il Cavaliere
Buon giorno, signori…

La madre di Margherita
Buon giorno a voi.

Franz
Buon giorno.

La madre di Margherita
Da dove venite e dove siete diretto, di preciso?

Il Cavaliere
Vengo da molto lontano… E vado molto lontano.

Franz
Ovvero?

Il Cavaliere tace, lanciando uno sguardo profondo alla madre di Margherita e a Franz.

Il Cavaliere
Ve l’ho già detto… Vengo da molto lontano… E vado molto lontano.

In quel preciso momento Margherita esce dalla sua camera. La madre e Franz hanno un sussulto mentre la giovane si avvicina al Cavaliere.

Margherita
Chi siete, voi?

La madre di Margherita
Figlia mia!… Come stai?

Margherita non sembra neppure vedere, né sentire le parole della madre.

Margherita
Chi siete, voi?

Il Cavaliere
Sono quello che ti aiuterà a trovare la pace, Margherita!… Il tuo cuore, allora, non ti peserà più e potrai stringere forte il tuo uomo, baciarlo a lungo sino a sfinire, sotto i suoi baci… Morire… Vieni con me, Margherita!… Vengo da molto lontano e vado molto lontano, ma nel mio lungo viaggio mi fermerò e ti farò incontrare con lui… E la vostra casa non sarà una fredda tomba, ma il cielo.

Il Cavaliere e Margherita si allontanano insieme. La madre cerca subito di fermare, invano, i due.

La madre di Margherita
Dove andate?… Cavaliere: chi siete voi?… Chi siete?

Franz
È inutile, signora!… Inutile!… Nessuno può fermarli!… Nessuno!

La madre di Margherita piange.

Franz
Ora Margherita troverà la pace… E anche il suo amore.



Terza scena. Il Re degli Elfi

Franz giunge ai margini di una campagna, vicina a una foresta. È ormai notte. Prende alloggio in una locanda, dove un avventore, un po’ alticcio, gli si avvicina.

L’avventore
Offritemi da bere… Siete appena arrivato e qui, in questa locanda, c’è una regola.

Franz lancia uno sguardo indispettito all’uomo.

Franz
E quale sarebbe questa regola?

L’avventore guarda negli occhi Franz.

L’avventore
Ogni nuovo arrivato mi offre da bere.

Franz
Oh bella questa!... Suppongo che l’avete inventata voi questa regola, questa consuetudine…

Il padrone della locanda
Lascia stare il signore!... Avanti!... Te lo do io da bere!... Purché questa sia l’ultima volta.

Il padrone della locanda versa da bere all’avventore, che tracanna tutto d’un fiato il suo bicchiere suscitando il disappunto di Franz.

Franz
Che spettacolo!

L’avventore
Il vero spettacolo, amico, arriverà tra poco.

Franz
Che intendete dire?

Con fare guardingo l’avventore si avvicina a Franz.

L’avventore
Sbaglio o fuori, questa sera, c’è un tempo da lupi?

Franz
Brutto tempo sul serio!... Freddo, nebbia e vento…

L’avventore si guarda intorno poi mormora a Franz alcune parole a bassa voce.

L’avventore
Tra poco lui sarà qui…

Franz, incuriosito, guarda in volto l’avventore.

Franz
Lui chi?

L’avventore
Il Re degli Elfi…

Franz
Il Re degli Elfi?... Volete dire quello spiritello che, secondo una leggenda, appare nelle nostre foreste di notte?

L’avventore
Proprio lui… E non è proprio uno spiritello come dite voi, ma uno spirito malvagio.

Franz sorride.

Franz
Il Re degli Elfi non esiste!… È solo una leggenda… Ovviamente!

L’avventore
Una leggenda, eh?... Domandatelo al povero Hermann Grass se è soltanto una leggenda…

Franz
E chi sarebbe Hermann Grass?

Il padrone della locanda si avvicina a Franz e all’avventore.

Il padrone della locanda
Un povero padre di famiglia al quale, tempo fa, è morto il figlioletto.

Franz
E che cosa c’entra tutto questo con il Re degli Elfi?

L’avventore
C’entra eccome!... Per il semplice fatto che è stato il Re degli Elfi a…

Franz
A?...

L’avventore si mette la mano destra sulla bocca.

L’avventore
A uccidergli il figlioletto…

Franz lancia uno sguardo perplesso e ironico all’avventore e al padrone della locanda.

Franz
E voi credete veramente a una cosa del genere?

L’avventore
È stato lo stesso Hermann Grass a raccontarcelo…

Il padrone della locanda
Io… Io credo, in realtà, che quel poveruomo sia stato così colpito dalla morte del figlioletto che è andato fuori di testa… È impazzito!... Questa è la verità…

L’avventore
Io, invece, ci credo!... Credo alle sue parole…

Franz fa un lungo respiro.

Franz
E… Che cosa sarebbe successo a questo Hermann Grass?... Avanti!... Raccontatemelo!... Sono tutt’orecchi!



L’avventore
Hermann Grass galoppò in una notte come questa cercando di portare in salvo il figlioletto malato, il quale gli diceva di vedere il Re degli Elfi che, dopo averlo convinto inutilmente a seguirlo con lusinghe varie, minacciava di rapirlo. Hermann cercò di rassicurarlo, dicendogli che non c’era nessun Re degli Elfi, ma soltanto la nebbia e il vento. Una volta giunti a casa, però, Hermann s’accorse che il figlioletto era morto… Di questo fatto parla anche una poesia, una ballata… Sentite:

Chi cavalca, così tardi attraverso la notte e il vento?
È un padre con suo figlio;
tiene il bambino stretto nelle braccia,
lo tiene forte, lo mantiene caldo.

«Figlio mio, perché è così spaventato il tuo viso?»
«Padre, non vedi il Re degli Elfi?
Il Re degli Elfi con corona e scettro?»
«Figlio mio, è solo la nebbia.»

«Dai, bambino mio, vieni con me!
Giocherò con te a tanti bei giochi.
Sulla spiaggia ci sono molti fiori colorati,
mia mamma ha dei vestiti dorati.»

«Padre mio, padre mio, non senti,
le promesse che il Re degli Elfi mi sussurra?»
«Stai calmo, rimani calmo, bambino mio;
è il vento che stormisce tra le foglie secche.»

«Vuoi venire con me, mio buon ragazzo?
Le mie figlie già ti aspettano;
le mie figlie ti metteranno a letto ogni notte,
e ti culleranno, danzeranno e canteranno.»

«Padre mio, padre mio, non vedi laggiù?
Le figlie del Re degli Elfi in quel luogo cupo?»
«Figlio mio, figlio mio, vedo distintamente,
i vecchi prati appaiono così grigi.»

«Ti voglio bene, la tua bella persona mi intriga;
e se non collabori, userò la forza.»
«Padre mio, padre mio, ora mi prende!
Il Re degli Elfi mi ha fatto del male!»

Il padre ha un fremito, cavalca come il vento,
tiene fra le braccia il bambino febbricitante,
raggiunge il maso con paura e urgenza,
nelle sue braccia, il bambino era morto.

Franz e gli altri due uomini si guardano negli occhi in silenzio per alcuni lunghi attimi.

Franz
Sono addolorato per la morte del piccolo… Ma la causa di ciò non può essere assolutamente il Re degli Elfi, che non esiste… E i versi che voi avete appena declamato lo dimostrano palesemente: è soltanto una favola, una leggenda.

L’avventore ha un sussulto poi, a passi sostenuti, si avvicina a una finestra della locanda gettandovi fuori uno sguardo allucinato.

Franz
Che vi prende adesso?

L’avventore
Guardate!... Sta arrivando!... È lui!... Il Re egli Elfi!

Franz si accosta all’avventore.

Franz
Ah no!... Questa non ve la passo, amico!...

L’avventore
Allora perché non uscite a vedere con i vostri stessi occhi?!... Avanti!... Che aspettate?

Con uno strattone Franz apre la porta ed esce. Pochi istanti dopo gli appare una incredibile e gigantesca figura: il Re degli Elfi.

Franz
No!... Non è possibile!... Sto sognando!... Sto… Sognando!
Il Re degli Elfi
Non stai sognando, caro Franz!... Sono proprio io: il Re degli Elfi... Ahh! Ahh! Ahh!

Franz è turbato per la fantastica apparizione, pur tuttavia riesce a reagire.

Franz
Il Re degli Elfi!... Ti… Ti immaginavo…

Il Re degli Elfi
Mi immaginavi diverso, per caso?... Mm… Lo dicono tutti quelli che mi vedono… E tutti, immancabilmente, hanno paura di me… Tu compreso, caro Franz.

Franz
Con tutto quello che si sente raccontare e dopo quello che ho udito poc’anzi è naturale che abbia paura…

Il Re degli Elfi assume un atteggiamento pacato e cordiale.

Il Re degli Elfi
In realtà… In realtà, Franz, tu non devi assolutamente temermi.

Franz
Che vuoi dire?

Il Re degli Elfi
Voglio dire che da tempo desideravo fare la tua conoscenza… So che sei un grande compositore e che nonostante la tua giovane età hai scritto tantissima musica… Musica che io adoro.

Franz sorride leggermente.

Franz
Che cosa… Che cosa ti piace della mia musica?

Il Re degli Elfi
Tutto!... Tutto quello che tu hai composto fino a questo momento.

Franz
Non pensavo che a uno spirito piacesse la musica!
Il Re degli Elfi
Non a tutti, Franz!... Non a tutte le creature della mia specie piace la musica… A me, comunque, piace tantissimo.

Franz scruta profondamente il Re degli Elfi in silenzio per alcuni lunghi secondi.

Franz
Io… Io non credo che tu mi sia apparso soltanto per dirmi che ti piace la mia musica… Io… Io lo so perché sei apparso: perché vuoi portarmi via con te… Come hai fatto con quel bambino.

Il Re degli Elfi
È vero… È vero… Vorrei tanto portarti via con me per due motivi: primo per punirti, dal momento che non credevi alla mia esistenza, mi consideravi solo una leggenda; secondo perché mi piacerebbe veramente tanto avere al mio fianco un artista sempre disposto a scrivere musica per me.

Franz continua a scrutare profondamente il suo interlocutore.

Franz
Dovrei mettermi al tuo servizio, se ho ben capito.

Il Re degli Elfi assume un atteggiamento sornione.

Il Re degli Elfi
Esattamente… Tu, d’altra parte, ti consideri un eterno viandante… Un pellegrino sempre in viaggio, che racconta di questo suo viaggio con l’arte della musica…

Franz
Vedo che mi conosci bene…

Il Re degli Elfi
Se verrai con me potrai fare dei viaggi che non immagini e scrivere cose anche più meravigliose di quelle che hai scritto fino a ora… Potrai conoscere misteri profondissimi e una quiete inimmaginabile, vivere sensazioni straordinarie, oltrepassare le porte immense dell’infinito.

Franz tace per alcuni attimi, abbassando lo sguardo pensieroso, poi alza nuovamente gli occhi rivolgendosi al Re degli Elfi con tono solenne.
Franz
Io amo il mistero, ma temo l’ignoto al quale tu appartieni… Il tuo mondo non è quello dei vivi, ma quello dei morti… La quiete e le sensazioni straordinarie di cui tu parli mi danno angoscia… E l’infinito, dove mi smarrisco come musicista, è una cosa, forse, troppo grande per essere conosciuta da un uomo…

Il Re degli Elfi osserva Franz indispettito.

Il Re degli Elfi
Sicché… Sicché tu oseresti rifiutare questa mia offerta!?… Una proposta così generosa non l’ho mai fatta a nessuno!

Franz si stringe nelle spalle, sorridendo leggermente.

Franz
Eh!... Io… Io non voglio esserti d’impiccio, Re degli Elfi… Non voglio impedirti di cavalcare liberamente nelle notti dei tempi… Se veramente ami la mia musica, lasciami vivere in questo mondo terreno: soltanto così potrò continuare a comporre, a scrivere quella musica che a te piace così tanto…

Il Re degli Elfi continua a osservare Franz allo stesso modo.

Il Re degli Elfi
Non faccio mai sconti a nessuno… Lo dicono le leggende… Lo testimonia la verità che gli uomini inutilmente negano…

Franz è percorso da un brivido di paura, pur tuttavia riesce a reagire un’altra volta.

Il Re degli Elfi
Però per Franz Schubert farò un’eccezione… E sia, allora!... Non verrai con me, ma metterai in musica proprio ciò che è accaduto al bambino di cui parla la ballata... Vai e scrivi.

Il Re degli Elfi scompare repentinamente nella nebbia mentre Franz rientra nella locanda, riflettendo a voce alta.

Franz
Che storia tragica e terribile devo mettere in musica!... Tragica e terribile!

Quarta scena. La Morte e la Fanciulla

Franz continua il suo viaggio e arriva in un’altra cittadina. È sera e prima di trovare un alloggio, si ferma in un giardino pubblico per riposarsi un poco.

Franz
Che sera!... Una bellissima sera!... Così luminosa!... Può sembrare un controsenso, eppure è proprio il caso di dirlo: lo splendore della sera!

Franz inizia a passeggiare per il giardino, a testa bassa. All’improvviso urta un giovane uomo, il volto dai tratti nobili, con indosso un lungo mantello nero: è La Morte.

Franz
Oh, scusatemi, signore!... Non vi ho visto.

La Morte
Nessuno riesce a vedermi e neppure a riconoscermi… Tranne coloro i quali ho deciso di incontrare e di portare via con me.

Nel sentire queste parole Franz rimane perplesso.

Franz
Che dite?... Non capisco…

La Morte abbozza sulle labbra un sorriso ironico.

La Morte
Credo, invece, che abbiate inteso alla perfezione le mie parole, egregio signor Franz Schubert…

Franz guarda negli occhi il suo interlocutore con un certo sospetto.

Franz
Mi conoscete, dunque… E spero vivamente che conosciate anche e soprattutto la mia musica!

La Morte
Sono ben poche le persone e le cose di questo mondo che non conosco… Ben poche!… Forse nessuna!... E ho avuto modo di ascoltare la vostra musica molte volte... È stupenda!
Franz
Vi ringrazio infinitamente!... Voi, invece, chi siete?

La Morte si scosta un poco da Franz, allargando le braccia.

La Morte
Chi dovrei essere, io, secondo voi?... Chi?

Franz si irrita, gesticolando leggermente.

Franz
Non lo so… Ditemelo voi!

La Morte
Oh certo!... Sono ancora abbastanza distante da voi e, anche se mi vedete - cosa che, per la verità, non succede mai a chi è lontano da me - non mi riconoscete.

Franz ruota gli occhi, sbuffando.

Franz
Basta con questo scherzetto!... Allora!... Ditemi chi siete e facciamola finita.

La Morte lancia uno sguardo penetrante a Franz.

La Morte
Sono La Morte.

Franz
Ma che dite?

La Morte
Avete capito bene, Franz.

La Morte fa un breve gesto con la destra e la sera luminosa diventa di colpo buia. Franz si guarda intorno, turbato per l’accaduto.

Franz
Che succede?... Che cos’è questo buio?

La Morte
Mi basta poco, un piccolo gesto, per cambiare la vita delle cose e degli uomini…

La Morte fa un altro breve gesto con la destra e la sera torna a essere luminosa come prima.

Franz
Ah!... Adesso… Ora… Ora è come prima…

La Morte
Guardatemi, Franz…

La Morte apre il mantello e rivela la sua reale identità.

La Morte
Ne siete convito, adesso, vero?

Franz cerca, con difficoltà, di celare la sua paura.

Franz
Perché… Perché siete venuta?

La Morte
Avete paura, vero Franz?... Tranquillizzatevi!... Ve lo dice La Morte, ciò che dovete temere più di ogni altra cosa… Non sono qui per prendere voi, ma quella Fanciulla che sta seduta là, in fondo al viale.

Franz
Numi del cielo!

La Morte
È giovane e graziosa… È bello mietere una vita così!

Franz si avvicina alla Morte, supplicandola.

Franz
Vi prego!... Non prendete lei!... Prendete un’altra vita… Magari quella di un vecchio oppure…

La Morte guarda negli occhi Franz, sogghignando leggermente.
La Morte
Oppure?

Franz si mette le mani sul petto.

Franz
Oppure la mia.

La Morte
Oh no!... La vostra, per adesso, assolutamente no!... D’altra parta anche voi siete giovane!... Dovete scrivere ancora molta musica e non voglio privare tanto presto il mondo di un grandissimo artista.

Franz allarga le braccia, rimanendo immobile per qualche attimo.

Franz
Avete una notevole considerazione di me…

La Morte
Una considerazione grandissima!... E non è da me, non è proprio della Morte, provare un sentimento così nobile… Così… Ahh! Ahh! Ahh!... Mi viene da ridere!... Così umano!

Franz abbassa le braccia stancamente.

Franz
Perché, invece, provate un’emozione così intensa?

La Morte
Perché nella vostra musica Franz, c’è posto anche per me: per La Morte, la cosa più detestata, più esecrata, più odiata e più maledetta di questo mondo… E poi perché anche io, in fondo, come voi, sono un eterno viandante.

Franz alza il tono della voce.

Franz
Nella mia musica voi siete soltanto un’immagine, una figura, un personaggio!... Nulla di più.

La Morte risponde a Franz allo stesso modo.
La Morte
Non è così!... E voi, caro Franz, lo sapete benissimo!... Nella vostra musica c’è posto anche per me perché sapete benissimo che io sono il punto di arrivo del vostro viaggio, l’ultimo mistero e l’ultima quiete e che vi spalancherò le porte dell’infinito.

Franz e La Morte si guardano negli occhi in silenzio per alcuni lunghi istanti.

La Morte
Adesso fatemi andare da lei.

La Morte cammina verso la Fanciulla. Subito Franz la segue.

Franz
Che volete fare?

La Morte
Lo vedrete tra poco.

Sul volto di Franz si disegna un’espressione di vittoria.

Franz
Ah!... Non penso proprio che riuscirete nel vostro intento!... Non appena quella Fanciulla vi vedrà e capirà chi siete veramente, scapperà via da voi correndo a più non posso.

La Morte si ferma di colpo lanciando uno sguardo fulminante a Franz.

La Morte
Io non lo credo…

Franz
Che intendete dire?

La Morte
Intendo dire che con quella Fanciulla mi comporterò come un tenero amante al quale lei non potrà e non saprà dire di no… L’amore vince ogni cosa… Vince anche… La Morte… Per quanto riguarda noi due, Franz, non so quando ci rivedremo, ma sono certo che voi non dimenticherete mai il nostro incontro… Arrivederci, Franz… Arrivederci…
La Morte si siede accanto alla Fanciulla, a cui si rivolge con infinita dolcezza, sfiorandole i capelli. Pochi secondi dopo entrambi svaniscono nel buio della sera.

Franz
La Morte e la Fanciulla… La Morte e la Fanciulla…

Franz vede la finestra illuminata e semiaperta di una casa nei pressi dei giardini, si avvicina e ode una voce femminile declamare dei tristi versi:

Voce fuori scena

La Fanciulla
Via, ah, sparisci!
Vattene, barbaro scheletro!
Io sono ancora giovane; va’ caro!
E non mi toccare.

La Morte
Dammi la tua mano, bella creatura delicata!
Sono un’amica, non vengo per punirti.
Su, coraggio! Non sono cattiva,
dolcemente dormirai tra le mie braccia.



Quinta scena. Ave Maria

Franz giunge alle porte di un villaggio, dove si erge una piccola edicola con un dipinto della Vergine, davanti alla quale c’è una giovane donna che, dopo aver recitato a bassa voce una breve preghiera, si allontana. Franz la vede in volto e ha un sussulto.

Franz
Teresa!... Teresa Grob!...

La giovane donna si volta verso Franz.

La giovane donna
Dite a me, signore?

Franz appare imbarazzato e profondamente turbato.

Franz
Scusatemi… Sono mortificato!... Vi avevo scambiata per un’altra.

La giovane donna si avvicina a Franz.

La giovane donna
Che cosa avete, signore?... Non vi sentite bene?

Franz
No!... Sto benissimo… Solo che, come vi dicevo, vi avevo scambiata per un’altra.

La giovane donna
Siete sicuro che si tratta solo di un innocente scambio di persona o c’è dell’altro?

Alle parole della giovane donna Franz si stizzisce.

Franz
Ma che andate dicendo?

La giovane donna
Scusate la mia franchezza, signore, ma mi sembrate veramente sconvolto...

Franz socchiude gli occhi poi li riapre con un battito veloce, facendo un lungo respiro.

Franz
Voi… Voi mi avete ricordato Teresa…

La giovane donna
Teresa!... Capisco!… La vostra donna.

Franz
Sì!... È così!... Ma è inutile che mi addolori: essa è perduta per sempre… Anche se io l’amo e l’amerò sempre perché nessuna altra donna ho amato, amo e amerò quanto lei e più di lei…

La giovane donna
Il tempo è medico e farà rimarginare la vostra ferita.

Franz
No, cara signora!... Il tempo non è medico, anzi più esso passa più forte diventa il ricordo di Teresa… La solitudine, la lontananza, la nostalgia e la sofferenza che esse provocano sono le mie uniche compagne…

La giovane donna indica a Franz l’edicola.

La giovane donna
Perché non pregate la Vergine?... Vi aiuterà a sopportare il vostro dolore e, magari, a ritrovare la donna che amate… Ora scusatemi, debbo tornare a casa. Buon giorno, signore.

Dopo che la giovane donna se ne è andata Franz fa un altro lungo respiro, abbassa gli occhi poi guarda il dipinto della Vergine.

Franz
Teresa!... La primavera che verrà ci farà tornare insieme… Insieme per sempre, mio grande amore!...

Voce fuori scena
Ave Maria! Dolce vergine,
ascolta la supplica di una vergine,
da queste rocce aspre e selvagge
possa la mia preghiera giungere fino a te.

Noi dormiamo tranquilli fino al mattino,
anche se gli uomini sono tanto cattivi.
O Vergine, guarda i tormenti di una vergine,
o madre, ascolta una fanciulla che ti implora!

Ave Maria immacolata!
Se noi fra queste rocce siamo colti
dal sonno, ma siamo sotto la tua protezione,
la dura roccia ci sarà morbida.

Tu sorridi, profumo di rose si spande
per questo aspro paesaggio roccioso.
O madre, ascolta il pianto infantile,
o Vergine, una vergine ti invoca!

Ave Maria! Pura fra le donne!
I demoni della terra e dell’aria,
scacciati dal tuo sguardo misericordioso,
non resteranno qui fra noi.

Vogliamo in silenzio sottometterci al destino,
perché ci anima la tua celeste consolazione;
dégnati di chinarti propizia sulla vergine,
sulla bimba che prega per suo padre!
Ave Maria!


Sesta scena. Serenata

Franz arriva in aperta campagna, dove si ferma per un po’ a contemplare lo spettacolo che la natura gli offre.

Franz
È primavera!... Che spettacolo!... La si sente nell’aria, nel profumo e nei colori dei fiori, nella luce dorata del sole!... È una stagione unica!... È la stagione del cuore!... Sì!... La stagione del cuore!... Non la si potrebbe chiamare in modo migliore!

Franz sorride, spalancando le braccia.

Franz
I boschi stormiscono per il vento, le colline si incoronano di verde, il cielo si tinge di azzurro, perfino le rocce brillano!... Soltanto in primavera può accadere ciò!... Soltanto nella stagione del cuore!

Franz si avvicina a un ruscello, sempre sorridendo.

Franz
Come scorre allegro questo ruscello!... Che belle onde e come sono argentate le sue acque!... Sul suo fondo si specchiano il firmamento e le chiome degli alberi!...

Franz si siede sotto un albero.

Franz
Ahh!... Com’è morbido questo tronco!... Non lo ritenevo possibile!... Se fossimo in autunno o in inverno esso sarebbe di certo duro e scomodo!... Ma siamo in primavera e tutta la natura è più buona e più bella!

All’improvviso sul volto di Franz si disegna un’espressione triste.

Franz
Eh!... La primavera!... La chiamo la stagione del cuore!... Tutto in primavera è bello e si riempie di gioia, di profumi, di colori, di luce… Tutto!... Tranne che il mio cuore!...

Franz abbassa la testa, appoggiandola sui ginocchi.

Franz
Ah!... Ho creduto - mi sono illuso, terribilmente illuso! - che questa stagione mi avrebbe portato la felicità, ma non è stato così… Non è stato così… I miei occhi sono pieni di lacrime, che scorrono in continuazione come le onde del ruscello, il mio cuore non ha pace e batte senza fermarsi come le fronde degli alberi mosse dal vento, il mio dolore è senza fine, come le rocce che durano in eterno…

Franz alza la testa, piangendo sommessamente.

Franz
L’ho cercata, invano, la mia amata!… Ho sperato di incontrarla in questo lungo viaggio, che è ben lontano dal concludersi!… L’ho sognata!… Oh, sì!... Teresa!... L’ho sognata!... Quanto sono terribili, per il cuore di chi ama, la solitudine, la lontananza e la nostalgia… Nel sogno vagavo solo in una terra desolata, poi lei, per troppo tempo lontana, mi è apparsa improvvisamente e misteriosamente… Mi ha guardato, sulle sue labbra è apparso un sorriso meraviglioso e i nostri occhi hanno luccicato di lacrime… Non posso credere di averla perduta!... Non posso crederci!...

Franz si alza in piedi e si avvicina di nuovo al ruscello.

Franz
Caro ruscello, che mormori così chiaro, così argenteo!... Sii il mio messaggero: porta alla mia amata i miei saluti, ravviva con la tua acqua fresca i fiori che le adornano il seno, dille che tornerò e ora, che si sta facendo buio, cullala e falla addormentare…

Voce fuori scena
Sommessi ti implorano
i miei canti, nella notte,
giù nel silenzioso boschetto,
mia cara, vieni a me.

Sussurrando stormiscono morbidi gli alberi
al chiaro di luna,
del traditore che ascolta nemico,
non avere paura, amore.

Senti cantare gli usignoli?
Ah, è te che implorano,
coi loro dolci lamenti
ti implorano per me.

Capiscono il desiderio del cuore,
conoscono la pena d’amore,
commuovono col loro canto d’argento
ogni cuore tenero.

Lascia che anche il tuo cuore si commuova,
diletta, ascoltami,
tremante d’ansia ti aspetto!
Vieni, fammi felice!


Settima scena. Buona notte

Franz giunge in un villaggio immerso nella neve. Si sta facendo buio. Per strada non c’è nessuno, a parte un uomo con indosso un mantello verde che si sta riscaldando vicino a un piccolo fuoco.

Franz
È inverno, ormai, la stagione in cui tutto finisce: l’anno, i sogni, l’amore, la vita… La vita… Non mi sono mai sentito così straniero come in questo momento… La solitudine è diventata desolazione, la lontananza separazione, la nostalgia dolore e le cose umili di tutti i giorni sono andate perdute… Continuo a camminare triste e in silenzio e continuo a lasciare dietro di me tracce e frammenti della mia vita e di quello che incontro… Dove vado?... Dov’è la mia terra?... Troverò la felicità?... E sempre davanti mi si spalancano le porte immense dell’infinito.

Franz è infreddolito e si accosta all’uomo che si sta riscaldando vicino al fuoco.

Franz
Permettete che mi riscaldi anch’io, signore?... È molto freddo…

L’uomo fa un cenno gentile a Franz.

L’uomo dal mantello verde
Venite, venite pure… Anche se questo fuoco non riuscirà a scaldarci dentro.

Franz lancia uno sguardo penetrante all’uomo.

Franz
Che intendete dire?

L’uomo dal mantello verde
Il fuoco di cui abbiamo tutti bisogno non è questo, ma ben altro…

Sulle labbra di Franz si disegna un leggero sorriso.

Franz
Sono solidale con voi…

Alle parole di Franz l’uomo si risente non poco.
L’uomo dal mantello verde
Siete solidale con me?... Ah!... Che ne sapete voi?... Che ne sapete?!

Franz
Non so nulla di voi, egregio signore, né dei vostri problemi… Ma posso immaginare a quale tipo di fuoco vi state riferendo.

L’uomo dal mantello verde guarda negli occhi Franz per alcuni lunghi attimi.

L’uomo dal mantello verde
E quale sarebbe questo fuoco?

Franz
Il calore umano, la bontà, l’amicizia, la generosità… L’amore.

L’uomo dal mantello verde
Già!... L’amore.

Franz
Ne state soffrendo, amico mio?

L’uomo dal mantello verde abbassa lo sguardo verso il fuoco.

L’uomo dal mantello verde
Se ne sto soffrendo… Mi chiedete se ne sto soffrendo?…

Franz
Domanda perfettamente inutile la mia, non è vero?

L’uomo dal mantello verde guarda nuovamente Franz negli occhi.

L’uomo dal mantello verde
Le domande non sono mai inutili… Lo sono spesso le risposte… Come la mia… Che già conoscete e che, proprio per questo motivo, vi risparmio.

Franz si rivolge all’uomo dal mantello verde con tono affettuoso.

Franz
Perché non ne parlate?... Sfogarvi vi farà bene… Sarei contento di essere il vostro confidente… Se siete d’accordo, ovviamente.
L’uomo dal mantello verde estrae da sotto il suo abito una pergamena manoscritta.

L’uomo dal mantello verde
Il motivo della mia sofferenza l’ho scritto su questa pergamena… Ma non voglio leggerla, né parlarne…

Franz
Siete, forse, scrittore?… O poeta?...

L’uomo dal mantello verde
Ogni uomo è poeta, benché il più delle volte non lo sa… D’altra parte la poesia è anche una forma di consolazione, che dà forza e sostiene…

Franz
Come la musica…

L’uomo dal mantello verde abbozza un leggero sorriso.

L’uomo dal mantello verde
Già!... Come la musica!... Scusatemi… Non vi avevo riconosciuto…

Franz
È la mia musica che dovete riconoscere, non me…

L’uomo dal mantello verde si guarda attorno per alcuni istanti.

L’uomo dal mantello verde
Non c’è anima viva in questo villaggio… Anche le case sembrano disabitate… Non ho mai visto un posto così lontano dal mondo, così desolato, così triste…

Franz
Prima, proprio all’inizio del villaggio, ho visto una cornacchia.

L’uomo dal mantello verde
Una cornacchia… Si dice che sia un cattivo presagio… E forse per me lo è veramente… Sono stanco e desidero soltanto la pace… La pace.

Franz
Siete giovane… Più di me… Non dovete fare certi discorsi.

L’uomo dal mantello verde ha un sussulto.

L’uomo dal mantello verde
Non avete sentito?

Franz
Che cosa?

L’uomo dal mantello verde
Ascoltate!

Si ode il suono di un organetto.

Franz
Si direbbe un organetto…

Pochi secondi dopo appare un vecchio tremante per il freddo, che spinge, suonandolo con le dita rattrappite, un organetto. L’uomo dal mantello verde gli si avvicina subito e vede che il piattino con cui il vecchio raccoglie l’elemosina è vuoto.

L’uomo dal mantello verde
Povero vecchio!... Hai freddo!... Nessuno ti ha dato nulla per la tua musica…

Il vecchio con l’organetto
Forse nessuno mi ha visto, né sentito in questo villaggio… Nessuno tranne te…

L’uomo dal mantello verde e il vecchio con l’organetto si guardano negli occhi in silenzio per alcuni secondi.

L’uomo dal mantello verde
Vecchio, posso venire con te?...

Subito dopo l’uomo dal mantello verde scompare insieme al vecchio nel buio e nella neve, perdendo, senza accorgersene, la sua pergamena. Franz la vede, la raccoglie e la legge con trepidazione.

Straniero sono arrivato,
straniero me ne vado.
Maggio mi aveva accolto bene,
con mazzi di fiori,
la fanciulla parlava d’amore,
la madre già di nozze,
ora il mondo è così cupo,
la via sepolta sotto la neve.

Non posso scegliere
il tempo per il mio viaggio,
devo io stesso trovarmi la strada
in questa oscurità.
Si allunga un’ombra di luna
e mi accompagna,
sulle distese bianche
cerco le tracce degli animali selvatici.

Che cosa aspetto ancora:
che mi si cacci via?
Abbaiano i cani impazziti
davanti alle vostre case;
l’amore ama andare in giro
- Dio lo ha fatto così -
dall’uno all’altro,
amore mio: buona notte!

Non voglio disturbare i tuoi sogni,
sarebbe un peccato per il tuo riposo,
non sentirai il mio passo,
pian piano chiuderò la porta!
E scriverò, andandomene via,
sulla porta per te:
buona notte: così avrai la prova
che ti ho pensato.

Franz alza gli occhi dalla pergamena.

Franz
E io?… Adesso?...