Vincent è morto.

Dramma in due atti di Fortunato Cerlino

 

 

 

 

 

Chi è l’uomo tra voi, che, avendo

cento pecore, se ne perde una, non lasci

le novantanove nel deserto, e non vada dietro

alla perduta finché l’abbia ritrovata ?

 

...ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché

questo tuo fratello era morto, ed è tornato a vita ;

era perduto, ed è stato ritrovato.

 

(Luca)

 

Personaggi :

 

Vincent Cuevas

Lisa

Maria

Robert

Sam

Mike Collins

Arnold

 

 

 

 

 

 

 

Fortunato Cerlino

Lungotevere Dante, 286

00146 Roma tel. 06 - 59601389 0338 - 8428873

 

Dichiarazione S.I.A.E. Febbraio 2000 (Ultimo aggiornamento Aprile 2001)

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Note al testo : La vicenda si svolge negli Stati Uniti d’America. La narrazione non segue l’ordine cronologico. I luoghi dell’azione sono essenzialmente due, uno reale, l’altro immaginario. La prigione è il luogo reale, quello cioè dove si determina la vicenda. Questo luogo a sua volta è costituito dalla cella e da un particolare della stanza parlatorio. Tutta l’azione che avviene a Lifetown è invece frutto della fantasia di Vincent, come dirà egli stesso alla fine, anche questo luogo è costituito dall’appartamento di Vincent e da un particolare dell’abitazione di Mike. Un discorso a parte va fatto per la scena finale (Maria); questa volta è la situazione ad essere immaginaria, mentre il luogo può essere connotato realisticamente. Il tempo in cui accadono i fatti non è indicato.

 

PRIMO ATTO.

PRIMA. L’atto.

Parlatorio. Un tavolo di legno illuminato da una lampadina. Man mano che questa si illumina scopriamo seduto da una parte del tavolo Vincent, quindi in piedi dall’altra parte Lisa. Sul fondo si intravede la sagoma di Arnold, la guardia carceraria. Il resto della scena è al buio. La conversazione, evidentemente già iniziata tra i due, è in un momento di stallo. Il silenzio durerà tanto da sembrare innaturale.

 

LISA ... hai preso la decisione giusta. Credevo cambiassi idea. Meriti questa morte, è l’unica cosa che potrà redimerti.

VINCENT Allora mi ami ancora Lisa !

LISA Meriteresti stima per questo.( Risatina isterica, poi torna tesa.)

VINCENT Mi ami ancora Lisa ?

LISA Avresti soltanto ritardato la tua esecuzione. Ho temuto che Robert ti avrebbe convinto. A che scopo difenderti ? E’ stato un bene che la tua farsa non abbia avuto un seguito.

VINCENT Mi ami ancora Lisa ?

LISA (Gli lancia una palla di carta fatta con una pagina di giornale che Vincent non apre.) Lo hai letto ? Non aveva un nome, non sono mai riusciti a scoprire chi l’ha messa al mondo. Sanno solo che è di origine slava, e che poteva avere undici anni. Merce, per quelli come te. (Respiro) Sei fortunato, se la piccola avesse avuto qualcuno a piangerla sarebbe stato un disastro, la gente si commuove nel godersi i parenti delle vittime vendicati. Hai scelto bene la merce, nessuna storia nessuna vita, in fondo non era nemmeno una persona.

VINCENT Mi ami ancora Lisa ?

LISA Colpa dei vicini disturbati dallo schiamazzo o non sareste mai stati scoperti. I vostri mercanti avrebbero bruciato la senza nome scusandosi per la merce scadente. E’ previsto qualche incidente. (Pausa). Quante ne avete fatte sparire prima di lei ?

VINCENT Mi ami ancora Lisa ?

LISA Quanta cenere avete raccolto, dimmelo.( Adesso urla). Parla!

VINCENT (Dopo un lungo silenzio, in cui Lisa piange). Era la prima volta per me.

LISA (Calma, come ad un bambino.) Ti ho chiesto quante volte era già successo.

VINCENT La prima volta.

LISA (Rivolgendosi al vuoto.) Vincent, diglielo tu di non mentire.

VINCENT Non sto mentendo.

LISA (C. s.) Vincent, lo senti ? è un bugiardo.

VINCENT Parla con me Lisa, ti scongiuro !

LISA Ho chiesto quante volte era già successo !

VINCENT Parla con me Lisa !

LISA E’ un mostro, non te ne sei accorto ?

VINCENT Sono io Vincent.

LISA Vincent è morto, Vincent è morto.

VINCENT Non l’ho uccisa io.

LISA Li hai uccisi tu, tutti e due, assassino. Era il tuo compleanno quel giorno. Vuoi sapere del regalo ? Girai la città una settimana per trovarlo.

VINCENT (Dopo una pausa). Cosa ?

LISA (Diventa dolce, gli parla come avrebbe voluto fare quella sera.) Un bigliettino, volevo che fosse bello, era un messaggio importante. Mi vergogno a dirtelo. (Si siede di fronte a lui e gli stringe le mani.) E’ un momento così importante per noi, lo abbiamo tanto sperato. Ho pensato a mille modi per dirtelo, poi quella del bigliettino mi è sembrata l’idea migliore. Spero che ci possa aiutare. (Ride con le lacrime. Accarezza il volto di Vincent come fosse un bambino, accenna il motivo della loro canzone, la stessa che si udirà in seguito.) Sei stato solo negli ultimi tempi, perdonami.

VINCENT Basta così. (La accarezza)

LISA ...non sapevo come... ero in difficoltà Vincent, mi hai fatto del male, ma adesso è passato. C’è una cosa che devi sapere. Ti ho aspettato in piedi apposta stasera, non potevo non dirtelo oggi.

VINCENT Non così.

LISA Sei stato a casa di Samuel ?

VINCENT Lisa ! (La accarezza con disperazione.) Smettila ti prego, smettila.

LISA Sei stato a casa di Samuel  ?

VINCENT Si, si, sono stato li.

LISA Non devi frequentarlo, non mi piace. Ha abusato di me dicendo che tu glielo consigliavi, ma non arrabbiarti è passato.

VINCENT Non lo vedrò più, è stata l’ultima volta.

LISA Allora, cosa aspetti ?

VINCENT Perdonami Lisa.

LISA Leggi il bigliettino.

VINCENT Quale ?

LISA Quello che hai davanti. (Gli indica la palla di giornale.)

VINCENT (La raccoglie, trema.) Questo ?

LISA Quello.

VINCENT (Aprendola). Non c’è scritto niente.

LISA Niente che ti riguardi ? Leggi bene.

VINCENT No. (Allontana da sé il pezzo di carta.)

LISA Sono stata brava ? (Alzandosi, pausa, si riprende). Si chiama Maria, come tua madre. Adesso ha quindici anni, poco più della senza nome. Non sa nulla di te. Avrei voluto dirtelo quella sera.

VINCENT Sei venuta per questo ?

 

Lisa non risponde. Pausa, poi scambio serrato.

 

VINCENT Per quindici anni hai taciuto, mi hai completamente dimenticato qui dentro, e un mese prima che mi uccidano vieni a dirmelo ?

LISA (Con apparente convinzione)Volevo essere sicura che non ci ripensassi.

VINCENT Cosa vuoi dire ?

LISA Ti farai uccidere ? 

VINCENT Non capisco.

LISA Maria non saprà mai nulla, le nasconderò chi era suo padre.

VINCENT In cambio ?

LISA Lo hai capito.

VINCENT Voglio sentirtelo dire.

LISA Non farai nulla per salvarti.

VINCENT Anche se sono innocente ?

LISA Non sei innocente.

VINCENT Non l’ho uccisa io.

LISA Hai ucciso quella bambina quando l’hai violentata, l’hai uccisa perché non hai fermato Samuel, ti masturbavi e scattavi foto. Ed hai ucciso Vincent, se non vuoi uccidere una terza volta, accetta di morire.

VINCENT Saresti l’altra vittima ?

LISA Dopo Maria, la quarta.

VINCENT Non mi convinci. Sei venuta a comprare la mia morte ?

LISA La vita di Maria vale più della tua, crescerà libera da te.

VINCENT Potrebbe venire a saperlo in qualunque modo, e cercarmi.

LISA Capirà perché sarai morto, non di trovarti ancora vivo.

VINCENT Le direi che sono innocente, potrebbe credermi.

LISA Cosa farai per convincerla ? Racconterai di quella sera ?

VINCENT Cosa c’entra la bambina, non puoi chiedermelo.

LISA Già, cosa c’entra la bambina con te.

VINCENT E’ mia figlia.

LISA Hai perso il diritto ad avere dei figli.

VINCENT Non è un ricatto che regge. Hai fatto male i tuoi calcoli, adesso ho un motivo per salvarmi.

LISA Non farlo.

VINCENT (Minaccioso). Ti spaventa la mia innocenza !

LISA (Gli sputa sul volto.)

VINCENT (Passandosi la mano sul volto.) Mi difenderò. (Ride). Ho una figlia, che notizia mi hai dato!

LISA Devi dimenticarla.

VINCENT Avevi il tuo piano, fallisce qui. Adesso ho un motivo.

LISA Se anche ti salvassi avresti solo odio da raccogliere.

VINCENT Saprò parlarle.

LISA Davvero ?

VINCENT Saprà ascoltarmi.

LISA Lasciaci in pace.

 

Pausa.

 

LISA (Si siede, piange). Ti prego, ti scongiuro. E’ l’unica cosa che riesce a dare un senso alla mia vita, non portarmi via anche quello. Mi hai svuotata abbastanza, ora basta così, ti scongiuro.

VINCENT E’ per te che lo chiedi !

LISA Per me. Lasciami stare. Sono serena adesso. Lasciami mia figlia.

VINCENT Perché sei venuta a dirmelo?

LISA Ma non capisci, non capisci ? Stai per morire volevo che lo sapessi.

VINCENT Voglio conoscerla.

LISA No.

VINCENT Le parlerai di me ?

LISA No.

VINCENT Non puoi farlo.

LISA Posso. Cerca il silenzio adesso Vincent, il silenzio.

 

Lunga pausa. Lisa va al buio, Vincent rimane seduto in silenzio, poi...

 

VINCENT Lo farò.

 

 

 

SECONDA. Fin laggiù, a Lifetown.

Un’abitazione modesta ma non eccessivamente povera. Un divano e due poltrone di genere rustico, un tavolino al centro e un grosso tappeto. La stanza è su due livelli separati da un passamano in legno, dietro, è sopraelevata da un gradino. Sul fondo una enorme porta finestra scorrevole, tende di bambù o di stoffa, ma di gusto decisamente maschile. Un enorme scaffale pieno di libri, una scrivania con un computer, un tavolo tondo. La gigantografia di un quadro di Picasso (Figure in riva al mare) campeggia sulla porta a destra che dà in camera da letto, sullo stesso lato ma sul livello inferiore, una porta con un disegno dal tratto infantile che ritrae un cavallo bianco, quello è il bagno. Sulla parete opposta una sola porta stile saloon dà in cucina, accanto una finestrella che comunica con il salone. Un impianto stereo manda la melodia della canzone di Vincent e Lisa (country americano). L’ambiente è in disordine ; scarpe un po’ dappertutto, camicie alla rinfusa, calzini, piatti e bicchieri. In un angolo una chitarra. Fuori si intuisce un giardino ben curato ricco di piante e fiori. Questa è la casa di Vincent. E’ lui l’uomo di spalle che osserva come per la prima volta una sua foto. Squilla il telefono.

 

VINCENT (Precipitandosi al telefono.) Robert ! (Dall’altra parte riagganciano. Vincet posa lentamente il ricevitore, poi si dirige a spegnere la musica, riprende la foto, corre in bagno lasciandola cadere. Lo si sente vomitare. Breve silenzio.)

ROBERT (Appare dalla porta finestra. Un uomo ben vestito, dal viso bonario.) Vincent ! (Entra nell’ambiente e si guarda intorno cercando l’amico). Vincent ! (Si siede e lo aspetta, raccoglie la foto, sorride. Vincent rientra nell’ambiente, Robert avverte la sua presenza ma non si gira per guardarlo, rimane a fissare la foto.) Quella maglia era mia. Indossare i miei abiti era una tua abitudine, me ne ero dimenticato. Dove la nascondevi questa foto ?

VINCENT La scattò Lisa. (Sguardo di Robert.) Devo parlarti.

ROBERT (Posa la foto sul tavolino.) Ti è passato un treno addosso ?

VINCENT Hai ricevuto il mio messaggio ?

ROBERT E’ per quello che sono quì.

VINCENT Lo hai cancellato?

ROBERT Non si capiva niente. Eri ubriaco ?

VINCENT Tua moglie lo ha ascoltato ?

ROBERT No, l’ho cancellato come mi hai chiesto.

VINCENT Le avevo promesso di non bere più. Non mi va che sappia...

ROBERT L’ho preso io il messaggio.

VINCENT Bene, bene. (Resta in silenzio.)

ROBERT Ho perso di nuovo ai cavalli, non ci azzecco mai. Ho rivoltato i pronostici come calzini, ma non sono riuscito a fregare la sfiga. Avevo persino compilato le schedine, solo di fronte al commesso le ho riscritte. La sfortuna è diligente, non si distrae nemmeno un secondo.

VINCENT Lisa sta arrivando qui.

ROBERT Lisa ? (Pausa). Quando lo hai saputo ?

VINCENT Ieri sera, sono rientrato e c’era un messaggio, diceva di richiamarla.

ROBERT Come diceva il messaggio ?

VINCENT Semplicemente ‘Ciao Vincent, sono Lisa, richiamami’ e il nuovo numero.

ROBERT Mio Dio ! Hai della birra in frigo ?

VINCENT Quella che rimane.

ROBERT Eravamo giovani in quella foto. (Fa per andare in cucina.)

VINCENT E’ rotto il frigo.

ROBERT Non fa più freddo ?

VINCENT E’ ghiacciato. Non so cosa cavolo gli è preso, congela anche sopra.

ROBERT (Andando in cucina.) Devi farlo aggiustare. Chiama Mike, ha bisogno di lavorare ed è veramente un mago con questi aggeggi elettrici.

VINCENT E tornato dalla City?

ROBERT Una settimana fa.

VINCENT Ha perso il lavoro ?

ROBERT (Torna con una lattina di birra). Lo ha rifiutato.

VINCENT Come ?

ROBERT Venerdì della settimana scorsa, ha finito la sua giornata, ha messo in ordine il suo ufficio e, si è diretto ad uno dei tanti ascensori del palazzo di giustizia per andare a consegnare alcune relazioni compilate per il capo, un grosso avvocato di quelle parti. Mentre la gabbia di alluminio saliva ai piani superiori lui rifletteva sul perché c’è la tendenza a costruire gli edifici di stato con mura di vetro. C’era una mosca nell’ascensore. La campanella del settantaseiesimo piano lo ha colto di soprassalto, così è uscito, senza la mosca, e si è diretto nell’ufficio del boss, ma...

VINCENT Ma ?

ROBERT Era andato già via, non ha potuto dirglielo di persona. Fortunatamente c’era la segretaria, anche loro fanno tardi poveracce, così ha consegnato le relazioni per cui lo pagavano, le sue dimissioni, e lo ha detto a lei.

VINCENT Cosa ?

ROBERT Che c’era una mosca nell’ascensore.

VINCENT Per questo ha lasciato il lavoro ?

ROBERT Già !

VINCENT Per la mosca ?

ROBERT Certo, per cos’altro !

VINCENT Non lo avrei mai detto.

ROBERT (Ride) Noi non siamo fatti per scommettere, non azzecchiamo mai il vincente.

VINCENT Perché hai cambiato discorso ?

ROBERT Sembravi teso.

VINCENT Sono teso.

 

Pausa.

 

ROBERT Ha cambiato numero ?

VINCENT Ha cambiato casa.

 

Pausa.

 

VINCENT Lo chiamerò, Mike, per il frigorifero.

ROBERT Chiamalo. E’ un mago, te l’ho detto ? Il nonno gli ha insegnato tutto.

VINCENT E quando ?

ROBERT Prima che morisse !

VINCENT ...quando ha trovato il tempo per farlo... non guardava in faccia nessuno per studiare da avvocato.

ROBERT (Serio) Però è arrivato dove voleva arrivare !

VINCENT Allora, cosa dici di Lisa ?

ROBERT Stavolta hai cambiato tu discorso.

VINCENT Dopo tutti questi anni !

ROBERT Almeno venti .

VINCENT Venticinque.

ROBERT Una vita. Dopo venticinque anni ti richiama Lisa e come se vi foste sentiti la sera prima ti dice di richiamarla. Poteva chiederti se ti andava di scopare, sarebbe stato meno d’effetto. Lo hai fatto ?

VINCENT Non ho esitato un istante, come se aspettassi quella telefonata da sempre. Quei numeri uno dietro l’altro, avrei potuto indovinarli prima che li pronunciasse.

ROBERT Devi essere impazzito.

VINCENT Lo credo anch’io. Non l’ho mai chiamata, ne cercata. Mai avuto l’istinto, certo la curiosità, d’altra parte avevo diritto di sapere (Si interrompe)...

ROBERT Cosa ?

VINCENT (Correggendosi) Nulla.

ROBERT Sapere cosa ?

VINCENT Lascia stare, l’ho chiamata e basta.

ROBERT Devi essere impazzito.

VINCENT No, per niente. Cosa avresti fatto, c’era la sua voce in segreteria.

ROBERT Avrei avuto più pietà per il boia se fossi finito su quella sedia. Io non la odio, però...

VINCENT Speravo accadesse, come si può rimanere in silenzio per tanti anni.

ROBERT Perché non l’hai chiamata tu allora ?

VINCENT Non potevo. (Pausa.) La sua voce non è cambiata per niente, qualche ruga in più. Non mi è parsa felice.

ROBERT Non quanto te ?

VINCENT Non ti ho chiesto il tipo di aiuto che mi stai dando.

ROBERT Vado via, mi dirai a cose fatte, tanto hai già deciso.

VINCENT Avrei dovuto ignorarla ? Come ?

ROBERT (Pausa) Cosa ti ha detto ?

VINCENT Che deve vedermi.

ROBERT Vuole vederti.

VINCENT Deve... ho attaccato io però. Viene qui oggi !

ROBERT Dopo venticinque anni.

VINCENT Volevo dirle che mi è mancata, ma sono riuscito a stare zitto.

ROBERT Per questo hai bevuto ieri notte.(Grosso sospiro) Magari è un po’ invecchiata ma sarà sempre bella, è sempre stata la più bella te lo ricordi?

VINCENT Robert, ti prego.

ROBERT E sarebbe stata tra quelli che ti avrebbero visto bruciare senza pietà. Come hai potuto permettere che accadesse ?

VINCENT Perché io voglio vederla.

ROBERT Allora sei davvero impazzito.

VINCENT Non è come credi, ho bisogno di vederla, nient’altro che questo.

ROBERT Perché ?

VINCENT Non adesso Robert, c’è qualcosa che ti sfugge lo so, ma abbi fiducia in me. Devo vederla, è importante.

ROBERT Non lo capisco.

VINCENT Non adesso.

ROBERT E come pensi di affrontarla ? (Nessuna risposta) A che ora arriva ?

VINCENT Prende un aereo, poi noleggia un auto, nel pomeriggio è qui.

ROBERT Vuoi che sia presente, per questo mi hai chiamato ?

VINCENT No. Volevo solo che lo sapessi.

ROBERT Quanto tempo resta ?

VINCENT Domattina riparte, ha un permesso di due giorni.

ROBERT Dormirà da te ?

VINCENT Credo abbia preso un albergo appena fuori dalla statale, quello di Arnold. Mi ha chiesto se lo conoscevo, se era decente.

ROBERT Cosa le hai detto ?

VINCENT Che non lo conosco.

ROBERT Conosci Arnold !

VINCENT Conosco Arnold, ma non il suo albergo, non l’ho mai visitato.

ROBERT Dormirai con lei ?

VINCENT No.

ROBERT Non dormirai con lei ?

VINCENT No, perché me lo chiedi ?

ROBERT Rispondimi.

VINCENT Devo vederla, è importante.

ROBERT Non dovresti farlo.

VINCENT Dormire con lei ?

ROBERT Vederla.

VINCENT Voglio vederla.

ROBERT A Sarah lo hai detto ?

VINCENT Eviterà di venire fino a domani.

ROBERT Bene, meno una scena madre, l’ex moglie con l’attuale compagna. Sparirò anch’io, così vivrai il tuo psicodramma in santa pace.

VINCENT Fa come credi, a te non lo chiedo.

ROBERT Non riuscirei a guardarla in faccia dopo tutto. I giorni di agonia in quell’aula di tribunale. Ricordo i suoi sguardi, i suoi dubbi, la sua assenza.

VINCENT Credi che io lo abbia dimenticato ?

ROBERT (Cambia bruscamente umore) Il ghiaccio, è quello che ci vuole in certi momenti, e il tuo frigo ne produce in quantità industriali, meglio approfittarne. (Va in cucina a prendere del ghiaccio).

VINCENT (Solo) Grazie Robert.

 

 

TERZA. Quando nessuno ascolta, se qualcuno ascoltasse

Buio. La cella di Vincent e Sam. L’ambiente è scarsamente illuminato, cosicché non si distingue nulla tranne l’ombra delle sbarre su tutta la scena e le sagome di due letti. Accanto ad uno di questi c’è un uomo in ginocchio. Si sentono dei passi. La voce di quell’uomo disperata, veloce, insegue pensieri confusi, gli ultimi, prima che sia troppo tardi. La musica è assente, soltanto un fascio di luce, talvolta accecante poi fioca, squarcia il nero.

 

VOCE

(Voce soffiata concitata, è quella di Sam)

Padre, padre nostro,

padre mio,

adesso almeno.

Padre mio che sei nei cieli, nei cieli, nei cieli, nei cieli, sia

santificato il tuo nome e venga il tuo regno,

il tuo nome sia santificato e venga

il tuo regno, che è nel tuo nome

che è nei cieli, nei cieli, nei cieli, nei cieli.

Dillo,

come sono questi cieli ?

confessati con me che sono uomo morto

uomo morto che cammina e che prega

che è nei cieli, nei cieli, nei cieli.

Padre mio che cammini nei cieli,

uomo morto in terra

condannato, a tornare

nel tuo regno, che è nei cieli, nei cieli, nei cieli...

(Urlo improvviso soffocato)

salvami, perché anche tu hai gridato !...

(Concitato)

Uomo morto in terra che grida al cielo.

Venga il tuo regno sia fatta la tua volontà,

venga il tuo regno sia fatta la tua volontà,

venga il tuo regno che è nei cieli

sia fatta la tua volontà che è nel tuo nome

Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato

Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato...

 

Un rumore improvviso, metallico, dalle sbarre. Un ombra copre tutta la scena, buio.

 

 

QUARTA. Cosa si può cambiare ?

La musica arriva da lontano, sempre la stessa melodia. La luce torna ad illuminare l’abitazione di Lifetown, questa volta in ordine, o quasi. Vincent è indaffarato con le sue cose, che più di ordinare sembra nascondere. Chiude la camera da letto e sparisce in cucina. Appare Mike con una tuta da lavoro e valigetta degli attrezzi, fa scivolare la grande porta finestra ed entra.

 

MIKE Signor Cuevas. (Nessuna risposta.) Signor Cuevas ! (Di nuovo silenzio, il giovane sta per andare via quando riappare Vincent) Salve !

VINCENT Salve.

MIKE La stavo cercando, cioè, lei mi stava cercando...

VINCENT Mike Collins ?

MIKE Si signore.

VINCENT Sei irriconoscibile.

MIKE Senza giacca? Lo dicono tutti. Dicono anche che sono pazzo.

VINCENT (Breve silenzio) Non stare sulla porta.

MIKE Grazie. (Il giovane entra).

VINCENT Bevi qualcosa ?

MIKE Un caffè. Italiano però !

VINCENT Come fai a sapere che faccio il caffè italiano.

MIKE Non è difficile, in paese tutti vorrebbero assaggiare il suo caffè.

VINCENT Mmmh !. (Va in cucina. Breve silenzio).

MIKE Sua madre è italiana vero ?

VINCENT (Fuori campo) Era.

MIKE Già, era. Sa io, ho difficoltà a parlare di chi è andato usando il passato, non sempre ci azzecco. In fondo il fatto che non lo vediamo più... quello che ha fatto, quello resta, c’è ! Voglio dire...

VINCENT Mia madre è morta, perciò uso il passato.

MIKE Si, è giusto. Ma è così difficile per me distinguere... è un discorso sulla qualità delle cose fatte... lasciamo perdere.

VINCENT (Ritornando) Continua.

MIKE Non è importante. Sono soltanto chiacchiere. Sono venuto per il frigorifero, il signor Robert mi ha detto che si è rotto. E’ in cucina ?

VINCENT Si.

MIKE Sarà meglio se mi do da fare allora.

VINCENT Mi ero fatto un’idea diversa di te.

MIKE Non deve essersene fatta una migliore adesso.

VINCENT Sei un avvocato ?

MIKE Lo sa Dio per cosa ho studiato. Mi scusi, nemmeno sono arrivato e dico idiozie sulla morte.

VINCENT Sul passato, non sulla morte.

MIKE Esatto... una persona è quello che fà, quello che ha fatto...

VINCENT Mia madre era napoletana, dovrai aspettare per il caffè

MIKE Perché ?

VINCENT Una volta la gente aveva il culto dell’attesa. Lo faccio con una caffettiera napoletana, e con quella il caffè si fa aspettare, reclama i suoi diritti.

MIKE Anch’io lo penso.

VINCENT Che il caffè ha i suoi diritti ?

MIKE Che nell’attesa c’è il senso delle cose. In fondo si aspetta tutti, non è così signor Cuevas ? Non è una cosa immobile l’attesa, la confusione lo è, voglio dire... mio Dio, lei mi stuzzica, io sono un gran chiacchierone, credevo di poter fare l’avvocato per questo !

VINCENT A volte le chiacchiere contano. Avevo proprio un’idea diversa di te.

MIKE Solo perché vestivo diversamente ?

VINCENT Può darsi.

MIKE Avevo difficoltà con il nodo della cravatta. (Sorridono) Ora è meglio se mi do da fare.

VINCENT Abbiamo tempo, siediti.

MIKE Sono venuto per aggiustare il frigo.

VINCENT Puoi parlare mentre lavori se ti fai pagare a ore.

MIKE Aspetterò il caffè senza conteggiare il tempo, glielo prometto. (breve pausa) Ha una bella casa.

VINCENT E’ un regalo.

MIKE E poi è in ordine.

VINCENT Aspetto una persona.

MIKE Andrò via presto.

VINCENT C’è tempo prima che arrivi.

MIKE Mi piace parlare, ma non è facile. In un modo o nell’altro si finisce sempre col dire quello che si vorrebbe nascondere.

VINCENT Possono fregarti le chiacchiere, ma si riesce a nasconderle.

MIKE Può darsi.

VINCENT (Un po’ aggressivo) Non lo so, è così ?

MIKE Non lo so 

VINCENT Cosa ne pensi ?

MIKE Possono essere un ingombro, e non seguite dai fatti diventano inutili.

VINCENT C’è chi impara ad usarle, dovresti saperlo.

MIKE (Pausa di disagio) Così lei è italiano e cileno vero ?

VINCENT Le origini. I miei genitori si sono conosciuti in America, emigranti.

MIKE La grande America.

VINCENT (Pausa) Com’è che ti intendi di congegni elettrici ?

MIKE Mio nonno è... era un mago, dicono sia morto (Sorride). Aveva una grande officina accanto al granaio. Da bambino tornavo da scuola, posavo i libri, e mi precipitavo lì. Mi ha insegnato più lui davanti alla carcassa di un televisore che le decine di libri che mi hanno fatto leggere. L’ho visto resuscitare una lavatrice, e quasi piangeva per l’emozione.

VINCENT Un romantico.

MIKE Di più, un mago.

VINCENT Intendi far resuscitare anche lui?(Va in cucina)

MIKE Il frigo ? (Nessuna risposta. Pausa) Leggo i suoi articoli sul giornale di Lifetown, non ne perdo uno. Glielo hanno detto che era un periodico per inserzionisti e le lamentele dei contadini?  Ora lo leggono tutti, anche alla City lo conoscono. (Si dirige verso il poster del cavallo bianco) Bello questo cavallo, ne ha uno?

VINCENT (Da fuori) Non è mio.

MIKE E’ stupendo.

VINCENT E’ il cavallo bianco.

MIKE Sam è un artista famoso ?

VINCENT No.

MIKE Ah.

VINCENT Lo ha disegnato Sam.

MIKE (Resta qualche istante in silenzio, poi distoglie la sua attenzione dal disegno. Si accorge della chitarra, ne pizzica le corde) E’ bello il suo giornale.

VINCENT (Ritorna) La proprietà è della moglie di Robert.

MIKE E’ in gamba quella donna.

VINCENT Suoni la chitarra ?

MIKE Mi piacerebbe.

VINCENT Anche a me.

MIKE Non è sua quella ?

VINCENT Non la so suonare. L’ho comprata a un detenuto, prima o poi imparerò, per questo la tengo a vista.

MIKE Capisco.

VINCENT Le origini cilene, fa parte anche quello della fama che ho in paese ?

MIKE Scusi ?

VINCENT Sai delle mie origini cilene !

MIKE Come si sanno tante cose. Poi è un cognome cileno il suo giusto ?

VINCENT In Cile è un cognome conosciuto.

MIKE E’ bello...

VINCENT Anche in Perù ci sono dei Cuevas, e forse in Messico, chi lo sa ?

MIKE Però è un cognome cileno il suo ! (Pausa, Vincent continua a fissarlo) Dove vuole arrivare con le sue chiacchiere signor Cuevas ?

VINCENT Quando il mio caso si chiuse tu avrai avuto pochi anni, ma non regge se continui a far finta di non sapere chi sono.

MIKE Sono venuto per aggiustare il frigo.

VINCENT E’ da quando sei entrato in questa casa che tenti di essere disinvolto.

MIKE Disinvolto ?

VINCENT Disinvolto.

MIKE Forse fraintende.

VINCENT Tenti di essere disinvolto nei miei confronti.

 

Scambio serrato.

 

MIKE Non sono a disagio.

VINCENT Non sei a disagio, non lo sei ?

MIKE Non è così...

VINCENT Sai cosa dico quando parlo di disagio Mike ? Sei un avvocato, il mio caso non ha lasciato indifferenti spero...

MIKE No, certo.

VINCENT Fece rumore all’epoca. Ti imbarazza sapere chi sono ?

MIKE Per niente, non ne vedrei il motivo.

VINCENT Mi avresti difeso Mike ?

MIKE Cosa signore ?

VINCENT Chiamami Vincent, solo Vincent, signor Cuevas mi chiamavano al processo... Mi avresti difeso Mike ?

MIKE Ero venuto per il frigorifero...

VINCENT Avresti creduto all’innocenza di Vincent Cuevas ?

MIKE Signor Cuevas...

VINCENT Vincent, Vincent e basta...

MIKE Vincent...

VINCENT Avresti difeso Vincent Cuevas il carnefice ?

MIKE Io non credo di ricordare bene il suo caso...

VINCENT (Deciso) Non continuare Mike, sei preparato, sai di Vincent il carnefice, il mostro...

MIKE Non vedo il motivo di questa discussione...

VINCENT Il maniaco...

MIKE ...e nemmeno la necessità...

VINCENT Avresti cercato le chiacchiere per convincerli della mia innocenza ?

MIKE Non lo so...

VINCENT Nemmeno io sapevo da dove cominciare.

MIKE Era un caso difficile.

VINCENT Tutto contro di me, anche la mia coscienza.

MIKE Vennero fuori delle foto mi pare.

VINCENT Anche mia moglie, ed aveva ragione.

MIKE Era innocente Vincent .

VINCENT Ero innocente ?

MIKE Non sarebbe qui adesso.

VINCENT Le chiacchiere fanno miracoli se usate bene Mike.

MIKE C’erano prove.

VINCENT Credi alla mia innocenza ?

MIKE Certo.

VINCENT E allora perché sei a disagio ?

MIKE Non è per quello.

VINCENT Lo hai detto tu, restano i fatti, se fossi morto per te sarei un carnefice, Cuevas il mostro.

MIKE Lei è innocente, ci sono le foto.

VINCENT Le hai viste ?

MIKE Conosco il suo caso.

VINCENT Non bastarono per convincerli.

MIKE Era un buon motivo per non ucciderla.

VINCENT Non si convinsero della mia innocenza, ma venni assolto ed ora sono qui e tu leggi i miei articoli. Non la uccisi io. Trovarono le chiacchiere giuste per salvarmi la vita.

MIKE Sono contro la pena di morte Vincent.

 

Pausa.

 

VINCENT Ho faticato per rifarmi una reputazione, per convincere me stesso della mia innocenza, mi fa incazzare che un giovane colto e istruito mi piombi in casa trattandomi come l’ultimo degli imbecilli. Quel disagio è stata la mia tortura peggiore. Gli sguardi tra la compassione e il disprezzo, era già scritta in quegli sguardi la mia condanna, la mia fine. Sono ancora vivo, ma ce n’è è voluto per cambiare quegli sguardi. (Pausa.) Il caffè, lo vuoi ancora ?

MIKE Grazie.

VINCENT (Andando fuori) Ti intendi di cavalli ?

MIKE Non come un esperto, cioè, chi del sud non ne sa qualcosa.

VINCENT Tuo nonno non ne aveva?

MIKE No. Un giorno mi portò a vederne uno, mi disse che era selvaggio...

VINCENT Non lo era?

MIKE Se un cavallo è vivo serve a qualcuno. Hanno tutti un padrone.

VINCENT (Tornando con il caffè) Esiste il mito del cavallo bianco in queste zone.

MIKE Crede a quella storia ? (Vincent non risponde) Mio nonno pensava fosse il cavallo bianco, il purosangue scappato dalla cattività che vaga nelle praterie, come nel suo disegno.

VINCENT Anche Sam disse di averlo visto. Pare sia una rarità, succede solo a pochi eletti. (Mike sorride ancora e sorseggia il caffè)

MIKE Io non credo a queste storie.

VINCENT Credi a quelle delle mosche prigioniere negli ascensori.

MIKE Glielo ha raccontato il signor Robert ?

VINCENT E’ un particolare che mi ha colpito.

MIKE Questo caffè e davvero speciale. Era piovuto quel pomeriggio... un temporale come non se ne vedevano da anni, violentissimo. Dormivo al suono della pioggia ma appena il vento cominciò a spazzare via le nuvole mio nonno corse nella stanza e mi portò con se. Non riuscii nemmeno a mettere le scarpe. Apparve dietro la collina superata la macchia, un cavallo stupendo, enorme. Mi raccontò che il primo a vederlo fu un bambino, smarritosi durante un temporale, il cavallo lo guidò fino agli uomini che erano usciti per cercarlo .

VINCENT Poi svanì nel cielo quasi giallo.

MIKE E’ una cosa inventata, ne ha il sapore.

VINCENT Che sapore ?

MIKE Della poesia.

VINCENT (Un respiro) Dovrai darti da fare con quel frigo.

MIKE Qual è il problema ?

VINCENT E’ stanco.

MIKE Lo rimetterò a nuovo.

VINCENT Aggiustalo soltanto.

 

Squilla il telefono, Vincent rimane bloccato.

 

MIKE I soliti seccatori !

VINCENT Ti andrebbe di rispondere ?

MIKE Come ?

VINCENT Vuoi rispondere al posto mio ?

MIKE ... come crede. (Andando verso il telefono) Dico che non c’è ?

 

Il buio raccoglie la scena. Non c’è musica che trasporta, solo si sentono dei passi.

 

 

 

QUINTA. Chi va prima.

Sale lenta la luce. Si ritorna nella cella. Una stanza grigia, luogo della memoria, quella memoria, priva di colori ma nitida, fredda come una lastra sottile di ghiaccio. Due letti vecchi, usati di giorno. Una piantina con un fiore è l’unico colore presente. L’ombra delle sbarre si distende in tutto l’ambiente. Loro sono li, sui letti. Due uomini, il ricordo di loro.

 

SAM (Un uomo di colore...) E’ una domanda che mi inchioda, non chiudo occhio. Mi tormenta. Capisci che non dormo ? Mangiare mangio, pisciare piscio, cagare pure, scopare capita, dormire... quello non mi riesce più di farlo. Credo di aver dimenticato come si fa. Tu dormi ancora Vin, riesci a dormire ? Io no. E’ quella domanda che mi rompe le palle, la vedo scritta sul soffitto di notte. Tu ci riesci Vin ?... Ci riesci? Niente sogni ! Forse non so più farlo. Porcoddio mi ascolti quando parlo ? Mi ascolti Vin ? O parlo all’aria ?

VINCENT Sta calmo Sam, sta calmo.

SAM Stavi dormendo vero ?

VINCENT Non stavo dormendo...

SAM Certo che stavi dormendo Vincent.

VINCENT Non stavo dormendo.

SAM Brutto porco !

VINCENT Sta calmo Sam, sta calmo.

SAM E tu dimmelo, stavi dormendo ?

VINCENT No.

SAM Non mi ascoltavi però ?

VINCENT Ti ascoltavo.

SAM Mi dai ai nervi quando fai così.

VINCENT Così come ?

SAM Non sono mai riuscito a spaccarti la faccia Vincent, ma ...

VINCENT Sta calmo Sam.

SAM ...uno di questi giorni cambio i connotati anche a te con una craniata. Come a quel negro...

VINCENT Cosa ti prende ?

SAM Lo faccio, ti assicuro che lo faccio.

VINCENT Vuoi rilassarti o no ?

SAM Come si chiamava, nemmeno ricordo come si chiamava ?

VINCENT Cosa importa ?

SAM Nulla, non importa nulla, per ricordare. Mi deve un favore porcoddio !

VINCENT Carl, Carl si chiamava.

SAM Carl ?

VINCENT Si.

SAM Come il corridore?

VINCENT Quale corridore ?

SAM Il corridore, quello bravo.

VINCENT Non conosco nessun corridore con quel nome.

SAM C’è, se te lo dico devi credermi. Perché non mi credi mai?

VINCENT Sicuramente c’è, ma io non lo conosco.

SAM Adesso lo conosci... stronzo ! Prima o poi ti spacco la faccia con una craniata. Non si chiamava Carl, me lo sarei ricordato.

VINCENT Si chiamava Carl.

SAM Me lo sarei ricordato!

VINCENT E invece non te lo sei ricordato.

SAM Come fai ad esserne sicuro ?

VINCENT Me lo ricordo .

SAM E io allora ?

VINCENT Tu cosa Sam ?

SAM Anch’io ricordo che non si chiamava Carl !

VINCENT Hai detto che non lo ricordavi !

SAM Cosa ho detto ?

VINCENT Lo hai detto o no ?

SAM L’ho detto, ma cosa ho detto ?

VINCENT Che non ricordavi come si chiamava.

SAM Vedi che anche tu sei un somaro Vin ?

VINCENT Lo hai detto o no ?

SAM Non c’è bisogno di venire dalla merda, anche tu sei ignorante. Sei uno stronzo ignorante. Ho detto che non ricordavo come si chiamava, ma ricordo perfettamente come non si chiamava. (Silenzio) Mi hai sentito Vin ? Hai capito quello che ho detto ?

VINCENT Lasciami perdere Sam.

SAM Lo hai capito o no ?

VINCENT Cosa c’era da capire ?

SAM Il passaggio logico. Anch’io ne so fare, cosa credi. Ho letto, ho letto tanto qui dentro sai Vin. Sono istruito. Pensa che bella figura faccio col Padreterno. Anzi sai una cosa, preparo qualche frase ad effetto e appena lo vedo gliene sparo qualcuna, che ne dici? Così mi mette tra quelli istruiti. Mi ci vedi a passeggiare nelle praterie con i più grossi cervelli della storia ?

VINCENT Nelle praterie ?

SAM (Sorride) Sottobraccio con Einstein per esempio.

VINCENT Tu ed Einstein ?

SAM Io e lui certo ! Pensi che non saprei cosa raccontargli ?

VINCENT Non ho detto questo.

SAM Era un uomo no, gli parlerò di figa, anch’io sono un luminare del campo. Nessuno ha approfondito l’argomento più di me! (Ride) Hai colto la battuta ? Nessuno ha approfondito l’argomento più di me! (Ride) Dovevo fare il comico, non il pescivendolo. Sarei potuto andare in televisione, ho delle qualità. Lo vedo Einstein ridere con me mentre parliamo di figa, tu no ?

VINCENT Vorrei esserci.

SAM Ci sarai, parlerò col boss. Prima però devo fare bella figura.

VINCENT Vuoi che non si accorga che sei un somaro ?

SAM Devo preparare un discorsetto per impressionarlo.

VINCENT Parla anche a lui di figa.

SAM Ne sa più di me, l’ha creata.

VINCENT Non bestemmiare, poi ti penti.

SAM Non sto bestemmiando, l’ha creata lui la figa, è la verità !

VINCENT Se è così !

SAM Certo che è così. Lui ha creato ogni cosa, pure quella. Sa anche come funziona cosa credi. Noi abbiamo inventato la cicogna o il cavolo, lui sa bene che ci si inserisce il cazzo e che fa tanto bene allo spirito.

VINCENT Non stai bestemmiando ?

SAM Cos’è ti offende adesso ?

VINCENT A me non importa nulla, e che mi spacchi le palle con i sensi di colpa.

SAM Non sto bestemmiando, dico solo la verità. (Breve pausa.) " Buon giorno signor Padreterno, come stai, bene ? ! Io ho ingannato il tempo che mi hai dato sai, e non soltanto per il gusto della trascendenza !"

VINCENT Ma cosa dici ?

SAM Silenzio, parlo con il Padreterno.

VINCENT Perché non fai riposare il cervello.

SAM " Anche negli ultimi giorni, ho molto apprezzato l’interessamento a non farmi dormire. Ho speso bene il tempo da sveglio, e me lo hai raddoppiato"

VINCENT Smettila Sam.

SAM " Voglio tranquillizzarti, senza scandalo ; ho fatto qualche sbaglio lo ammetto, quando ho ucciso mia moglie per esempio ma, sono cose che capitano. Dov’è la troia, spero non da te o devo concepire questo posticino luminoso come un puttanaio ! "

VINCENT Non bestemmiare Sam, poi te ne penti.

SAM " Non posso entrare ? Ma porcoddio ! Scusa ! Ho pagato all’ingresso, nella comunità che così carinamente hai creato. Sono stato giudicato e punito nel tuo nome quindi ho diritto a partecipare alla festa che ne dici ? Bravo controlla i tuoi registri e fammi entrare !"

VINCENT Non mi sembrano frasi ad effetto.

SAM Io non ho studiato, ma so parlare quando voglio... e se non ricordo quel nome, ricordo perfettamente che non si chiamava Carl!

VINCENT Allora non si chiamava Carl.

SAM Sai perché non ti do una craniata?

VINCENT Perché non lo fai Sam ?

SAM Perché ti voglio bene. E poi sei l’unico stronzo con cui riesco a parlare.

VINCENT (Cattivo) Ricordi cosa ti è successo quando hai picchiato Carl, ecco perché.

SAM Non si chiamava Carl.

VINCENT Ti hanno chiuso nella Privata per due settimane.

SAM Non approfittare della mia bontà Vin.

VINCENT Hai sofferto come un cane, ti sentivamo urlare di notte.

SAM Urlavo ?

VINCENT Come un cane bastonato.

SAM Io urlavo ?

VINCENT E piangevi.

SAM Piangevo ?

VINCENT Piangevi ! ? Certo che piangevi.

SAM Non ero io.

VINCENT Eri tu, eri tu.

SAM Anch’io lo sentivo, non potevo essere.

VINCENT Urlavi e piangevi, avevi paura Sam.

SAM Era Carl, si lamentava per il dolore.

VINCENT Adesso ricordi come si chiamava ?

SAM Chi ?

VINCENT Non era Carl che si lamentava, eri tu.

SAM Non ero io.

VINCENT Era Carl ?

SAM Si.

VINCENT Davvero ?

SAM Era Carl, era Carl. (Si porta su di lui con violenza e gli da una craniata provocandogli la rottura del naso. La scena resta in silenzio per interminabili istanti). Sei uno stronzo Vincent, non volevo farlo. Adesso chiama il parcheggiatore e falla finita. (Pausa) Non lo chiami ? Lo faccio io.(Va verso le sbarre e comincia a fare casino) Ehi, Arnold, ho spaccato la faccia a quest’altra checca, Arnold mi senti ?

VINCENT Sta zitto !

SAM (Urla) Arnold, portami nella privata, così sente se piango, tutti sentiranno che io non urlo nella privata. Mi senti Arnold ? Mi senti perdio !

VINCENT Torna a sedere imbecille !

SAM (Urla) Allora chi è di turno?

VINCENT Vuoi stare zitto !

SAM (Urla) Devo ammazzarlo ? Se volete lo faccio così resto per sempre nella privata?

VINCENT Sei un idiota.

 

L’ombra di Arnold allungata si confonde con quella delle sbarre. Breve silenzio.

 

ARNOLD Dicevi Sam ? (Segue un silenzio) Sono qui per ascoltarti, dicevi ? (Silenzio) Non hai più nulla da sussurrare al tuo amico Arnold ? Da bravo, ti ascolto. Sono qui per capirti.

VINCENT (Sam sta per parlare ma Vincent lo precede) Come stai Arnold, stai bene ? (Silenzio) Mi dai da fumare ?

ARNOLD Non hai da fumare signor Cuevas?

VINCENT Intendevo sigarette vere, non questo schifo.

ARNOLD Ora capisco signor Cuevas, tu vuoi una delle mie sigarette ?

VINCENT Me ne dai una per favore ?

 

Arriva una sigaretta ai piedi di Vincent.

 

VINCENT Grazie, sei un amico.

ARNOLD Basta chiedere.

VINCENT Com’è la fuori, cosa succede ?

ARNOLD Non li leggi i giornali signor Cuevas ?

VINCENT Solo brutte notizie ?

ARNOLD Solo quelle. La fuori è pieno di delinquenti, non vale la pena.

VINCENT Già.

ARNOLD (Cambiando bruscamente discorso) Allora cosa è successo Sam ?

VINCENT Mi sa che accetto l’offerta (Silenzio). Mi hanno proposto di scrivere sul foglio del penitenziario. Io sono uno scrittore. Davvero eccezionali queste...

ARNOLD Hai finito di rompere i coglioni signor Cuevas ? Non è carino, sto parlando con Sam. (Pausa) Allora, cosa è successo ?

SAM (Tra i denti) Brutto porco.

ARNOLD Dicevi qualcosa a proposito della Privata. Un’altra craniata ?

VINCENT Sono inciampato.

SAM (C.s.) Buffone.

VINCENT Per questo ti chiamava, sono inciampato.

SAM (C.s.) Buffone.

 

Lentamente scende il buio a coprire quell’episodio. Il suono della canzone di Vincent ci tranquillizza.

 

 

SESTA. C’è qualcuno alle spalle.

Lifetown. La scena è completamente vuota, la musica è alta. Appare attraverso la portafinestra una ragazza con uno zaino. La sua figura è esile, lo sguardo di chi è stanca, in preda al panico, ma decisa. Dopo aver bussato senza fortuna, si allontana. Riappare subito dopo, questa volta lascia scorrere la portafinestra ed entra. Rimane ferma sull’ingresso.

 

MARIA C’è nessuno ? (Silenzio) C’è nessuno ?... Vincent, Cuevas Vincent ? (Silenzio. Più decisa, ci riprova) Cuevas Vincent ? (Scoraggiata fa per andare. A quel punto appare, sporco di grasso e con uno straccio in mano, Mike).

MIKE Non c’è, è dovuto uscire. (Maria fa segno di non sentire. Va a spegnere la musica) Non c’è, è uscito di corsa. Entra pure, il signor Cuevas... Vincent, ti aspettava.

MARIA Me ?

MIKE Ha detto di farti entrare. Una telefonata urgente dal giornale, farà presto.

MARIA Mi aspettava ?

MIKE Si. Hai fatto un viaggio lungo. Mettiti comoda.

MARIA E’ la casa di Vincent Cuevas questa ?

MIKE Si.

MARIA Vincent Cuevas lo scrittore ?

MIKE Scrittore, giornalista.

MARIA Giornalista ?

MIKE Scrive per il Lifetown Today. Lo ha reso un vero giornale! Era roba per inserzionisti, annunci matrimoniali, adesso ha una pagina della cultura !

MARIA Lui non può aspettarmi, è tanto che... è una sorpresa,

MIKE Una sorpresa ?

MARIA Una specie, non ci siamo mai visti.

MIKE Quindi non ti chiami, aspetta come ha detto...

MARIA Maria, io sono Maria, e lui non mi conosce.

MIKE No, non ha detto Maria. Io ho una pessima memoria per i nomi ma di certo non era Maria. Vedi io starei aggiustando il frigo... Oh ! che sbadato, non mi sono neanche presentato. Sono Mike, Mike Collins. Riparo lavatrici, frigoriferi un po’ tutto insomma, come mio nonno. Mi occupavo di tutt’altro prima, svolgevo l’attività nella City, in giacca e cravatta, infatti adesso nessuno mi riconosce. Dicono che sono pazzo. Vincent no, gli altri. La mosca, colpa della mosca. Voglio dire... crederesti che una mosca può cambiare il destino ? In realtà lo ha soltanto riportato sul suo corso, tutto qui. Si fanno strani giri per trovarsi. Vincent, ha avuto problemi con il frigo e allora mi trovo qui (Breve pausa) Capisci quello che voglio dire vero ?

MARIA Tornerà presto?

MIKE Prima possibile.

MARIA Lo aspetto ?

MIKE Certo. Rimarrebbe male se andassi via.

MARIA Non ci giurerei.

MIKE Io di sicuro, se qualcuno andasse via perché non mi ha trovato.

MARIA Se non lo hai mai visto cosa importa ?

MIKE Era venuto per me. Ha fatto un viaggio lungo per me.

MARIA Se è davvero importante si rifà vivo.

MIKE Senti, io ho quasi finito di là... mi manca poco

MARIA Vai, vai pure.

 

Mike sparisce in cucina. Maria si guarda intorno più che incuriosita quasi cercando qualche indizio. Si accorge della foto che Robert aveva poggiato sul tavolino, la prende. Lo riconosce. E’ proprio quel Vincent che cercava. La mette nel sacco che ha con se.

 

MARIA (Pensa ad alta voce) Avrei dovuto capirlo dalla musica.

MIKE (Fuori campo) Cosa ?

MARIA Nulla.

MIKE Cosa dicevi della musica ?

MARIA Nulla di importante.

MIKE Non è mio quel disco, è bello vero ?

MARIA Conosco bene quella canzone.

MIKE Credo che abbia qualche anno.

MARIA Parecchi.

MIKE E’ un’ossessione. Le cose passate, tornano sempre. Quando una generazione comincia ad invecchiare cerca di recuperare la sua memoria con le canzoni, la moda, tutto quello che faceva vent’anni prima. Lo faremo anche noi.

MARIA Lo faremo.

MIKE Come ?

MARIA Hai ragione.

MIKE Torneremo sui nostri passi. L’assassino torna sempre sul luogo del delitto. Assassini del tempo. Quanti anni hai ucciso tu ?

MARIA Che vuoi dire ?

MIKE Quanti anni hai ?

MARIA Io non ho ucciso i miei anni. Venticinque.

MIKE Ventinove.

MARIA Venticinque !

MIKE Ho capito, dicevo io ne ho uccisi ventinove. (Pausa) Ormai esiste soltanto il giorno e la sera !

MARIA Non ti seguo.

MIKE Niente pomeriggio niente mattino. Tutto avviene di giorno o sera.

MARIA Cosa dici ?

MIKE Buon mattino Maria, Buon pomeriggio. La notte è rimasta. Buonanotte Maria.

MARIA Buonanotte ?

MIKE (Appare dalla finestrella della cucina con qualche arnese tra le mani) Buonanotte.

MARIA (Sorride) Buonanotte Mike.

MIKE Quello è un bel saluto non trovi ? (Sparisce di nuovo. Maria è divertita) Ti fa ridere ?

MARIA Tu mi fai ridere, sei buffo.

MIKE (Fuori campo) Mi trovi buffo ?

MARIA Un po’.

MIKE E’ comunque meglio di pazzo.

MARIA Non lo penso.

MIKE (Riappare) Siete in pochi. (Maria ride) Ho finito. Asciugo il lago e arrivo.

MARIA Il lago ?

MIKE E’ la materia che diventa liquida. Questo frigo aveva più ghiaccio dell’Alaska. (Sparisce ancora).

MARIA (Sorride) Da quanto tempo lo conosci ?

MIKE (Fuori campo) Il frigo ?

MARIA (Ride) No, non parlavo di quello.

MIKE L’Alaska ?

MARIA Il signor Cuevas.

MIKE Da questo pomeriggio.

MARIA Non scherzare.

MIKE Da questo pomeriggio !

MARIA Dico sul serio.

MIKE Anch’io. Lo avevo visto tante volte in paese, qui tutti lo conosciamo, è una specie di personalità da noi. Però non ci avevo mai parlato. E’ stato il frigo a farci conoscere. (Riappare con uno strofinaccio e si asciuga le mani) Una conoscenza un po’ fredda, ma doveva accadere. Credi nel destino ?

MARIA Non lo so, non mi interessa.

MIKE Io si. Infine accade quello che deve accadere, anche se lo scegli tu, mi segui ?

MARIA Forse.

MIKE Ti capita di intuire che stai attraversando una delle tue porte ?

MARIA Quali porte ?

MIKE Le porte del destino ? E’ una teoria affascinante ; Noi abbiamo un destino, che passa attraverso alcuni punti obbligati, le porte. Ora come arrivarci e quanto tempo impiegare dipende solo da te. Puoi anche metterci più di una vita, però è certo che di li devi passare. In genere quando passi una porta lo avverti. Mi segui ?

MARIA Ci provo.

MIKE Non è complicato. Esiste una rotta, ma la navigazione la decidi tu. Sei il capitano della tua nave. Il mio incontro con Vincent doveva accadere. Era il guardiano di una porta che sto attraversando (Reazione di Maria) Ogni porta ha un suo guardiano. Ti aiuta a passarla, con le buone o le cattive. Anche tu lo incontri per la prima volta hai detto ?

MARIA Si.

MIKE Sei un’ammiratrice ? (Silenzio) Ti faccio troppe domande vero ?

MARIA Un po’.

MIKE Dimmelo se parlo troppo, non mi contengo. Me lo dici ?

MARIA Se riesco ad interromperti si.

MIKE D’accordo. In realtà e come se lo conoscessi da un pezzo.

MARIA In che senso.

MIKE E’ una specie di personalità a Lifetown.

MARIA Lo hai già detto.

MIKE Ho letto tutti i suoi articoli, da dieci anni non ne perdo uno.

MARIA E’ famoso per il giornale ?

MIKE E per il caffè ! Lo fa all’italiana, anzi alla napoletana. Oggi l’ho assaggiato e non lo dimenticherò presto.

MARIA Sua madre era napoletana.

MIKE Esatto ! Il più buon caffè del sud. I suoi articoli hanno lo stesso sapore.

MARIA Per il giornale e per il caffè !

MIKE Si !

MARIA E poi ?

MIKE E poi ?

MARIA E’ famoso solo per i suoi articoli e il suo caffè ?

MIKE Abbiamo un teatro grazie a lui, e ci fanno anche dei convegni importanti.

MARIA E’ un pedofilo. (Pausa.) Non lo sapevi ? E’ stato incriminato per aver stuprato una bambina di dodici anni insieme ad un altro. La bambina è morta. La spaccarono in due come un vitello.

MIKE Lui fu assolto.

MARIA La percossero come animali.

MIKE Le foto lo scagionarono. L’altro la uccise...

MARIA ... e lui rimase a guardarlo masturbandosi. E’ una sua dichiarazione, pare lo eccitasse.

MIKE Venne assolto pochi giorni prima di finire sulla sedia elettrica.

MARIA Che fortuna !

MIKE Non la uccise lui.

MARIA Dichiarò anche che non era la prima volta. Il passatempo preferito. Qualcuno gli procurava le bambine e loro si divertivano.

MIKE Erano ubriachi, non si resero conto...

MARIA Che peccato. In città non è famoso per questo ?

MIKE E’ arrivato una decina di anni fa, il caso è vecchio di almeno venti.

MARIA Venticinque. Venticinque anni.

MIKE L’assassino è stato giustiziato.

MARIA Ti dispiace ?

MIKE Sono contro la pena di morte.

MARIA La gente dimentica in fretta vero Mike ?

MIKE Perché sei qui ?

MARIA Chi sei ! Hai sbagliato domanda, dovevi chiedermi chi sono ?

MIKE Spero abbia i tuoi diritti per essere qui.

MARIA Ne ho, ne ho, non sono venuta a disturbare la quiete del tuo eroe senza motivo.

MIKE Ha scontato la sua pena ed è riuscito a recuperare, adesso ha un’altra vita. Il suo amico Robert e la moglie lo hanno aiutato.

MARIA Un’altra vita ? E dov’è finita quella vecchia ? E’ soltanto il passato ?

MIKE Non credo sia così semplice. Certe cose non passano, ma è riuscito ad andare avanti. E’ un ottimo scrittore.

MARIA Li immagino i suoi libri, storie appassionate, abbracci teneri, baci commoventi. E così ha ingannato anche voi campagnoli ?

 

Pausa.

 

MIKE Io adesso dovrei andare via.

MARIA (Riprendendosi) Scusami, tu non c’entri.

MIKE E’ tutto a posto.

MARIA Scusami.

MIKE Va tutto bene.

MARIA Davvero,  ti chiedo scusa.

MIKE Avrai dei motivi validi.

MARIA Ma tu non c’entri.

MIKE Lo spero.

MARIA No, non c’entri. Comunque, grazie.

MIKE Per cosa ?

MARIA Era tanto che non ridevo.

MIKE Ho interrotto qualche record !

MARIA No ! (Sorride)

MIKE Che fortuna. (Breve silenzio di imbarazzo) Io adesso devo proprio andare o il mio cane si arrabbia, non gli ho lasciato da mangiare stamattina, sarà nervoso. Una lavastoviglie, due lavatrici e questo vecchio frigo. Anch’io ho fame.

MARIA Non ricordo più l’ultima volta che ho mangiato e che ho fatto una doccia.

MIKE Hai viaggiato in treno ?

MARIA Con l’autostop.

MIKE Non è proibito ?

MARIA E’ l’unico modo per far perdere le tracce.

MIKE Scappi...

MARIA Inseguo. (Subito) Vengo con te ?

MIKE Come ?

MARIA Posso venire con te ?

MIKE Non aspetti Vincent ?

MARIA Tornerò dopo. Posso ?

MIKE Certo.

MARIA Non ti sembra assurdo dico ? Ti ho appena conosciuto.

MIKE La mia casa è più piccola, però è altrettanto carina e il frigo funziona, troveremo qualcosa da mettere sotto i denti. E poi ho l’idromassaggio.

MARIA E’ una proposta ?

MIKE Oh ! che stupido ! Lo sembrava ?

MARIA Scherzavo.

MIKE Sono uno scemo, l’ho detto male.

MARIA Spero solo che il cane non sia geloso.

MIKE Ti piacerà vedrai, basta non convincerlo a correre.

 

La luce lentamente va via accompagnando la loro uscita.

 

 

SETTIMA. La voce.

Ritorniamo alla cella. Dal buio viene fuori la flebile voce di Vincent che canta quel motivo cercando di accompagnarsi con la chitarra. Sam non riesce a trattenersi dal ridere.

 

VINCENT Cos’hai da ridere ?

SAM Niente, niente. Sono di buon umore.

 

Vincent riprende a cantare, e Sam ancora una volta non riesce a trattenere le risate.

 

VINCENT (Divertito) Che testa di cazzo.

SAM (Lasciandosi andare completamente alla risata) Non lo avevi mai fatto..

VINCENT Oggi mi va di cantare. (Vincent canta ancora)

SAM (C.s.) Non ce la faccio scusami, sei troppo ridicolo.

VINCENT (Gli lancia qualcosa. Bonario) Non capisci niente.

SAM Sembri un bambino.

VINCENT Perché canto ?

SAM Perché canti quella merda! E’ una canzone da froci ! E poi è stonata, non senti?  Guardati intorno.

VINCENT Allora ?

SAM E’ stonata. Anche un mulo come me se ne accorgerebbe !

VINCENT Ecco, sei un mulo !

 

Sam ride ancora. Segue una pausa in cui si calma. Vincent posa la chitarra sotto al letto e resta in silenzio.

 

SAM Dove l’hai pescata ?

VINCENT Lascia perdere.

SAM No davvero, dove l’hai pescata ? (Ride) E’ roba da adolescenti !

VINCENT Vuoi cambiare argomento ?

SAM E’ così divertente questo.

VINCENT Per te , io non mi diverto.

SAM Certo che ti diverti quando litighiamo, ammettilo.

VINCENT Ho detto lascia perdere.

SAM Va bene, sto zitto.

 

Sam cerca di ripetere il motivo, ma non ci riesce per il troppo ridere. La sua voce inoltre è poco adatta a quelle sonorità.

 

VINCENT Sta zitto, ti prego. (Sam continua) Ma sei un cane porca miseria !

SAM Visto l’effetto ?

VINCENT Se la canti così scappano anche i santi.

SAM E’ stonata, l’ho detto.

VINCENT Tu sei stonato.

SAM Non io, la canzone. Sono perfettamente intonato. Cantavo in chiesa.

VINCENT Canta dove ti pare ma non qui.

SAM Non mi credi ? Cantavo nel coro della chiesa !

VINCENT E’ che non me ne frega niente.

SAM Quella si che era musica. L’organo riusciva ad emozionare anche le pietre. C’era una storpia che lo suonava, aspetta come si chiamava... non lo ricordo più. Sono un buon cristiano io, non come te. Mi hanno beccato li.

VINCENT Ti eri nascosto in chiesa ?

SAM Ho detto questo ?

VINCENT Hai appena finito di dirlo.

SAM Ho detto che mi hanno beccato in chiesa, non che mi ero nascosto in chiesa. Vedi che non mi ascolti ! I preti mi avrebbero costretto a consegnarmi, ci mettono poco a convincerti di essere una feccia. Mi sono nascosto sulle montagne. Sentivo le campane dal nascondiglio e cantavo a bassa voce immaginando di essere con il mio coro, ma quella domenica non ho resistito. Sono sceso a valle e sono entrato... avresti dovuto vedere le facce dei parrocchiani, ammutoliti come avessero visto un marziano, i loro sguardi puntati su me come pistole. Eppure soltanto qualche settimana prima eravamo li ad abbracciarci, a scambiarci buoni consigli da bravi fratelli peccatori. Ero felice e mi sono diretto senza esitazioni al mio solito posto. Era una potenza la storpia, aspetta come si chiamava... niente, non riesce a venirmi in mente. Le è bastato uno sguardo, ha ripreso a suonare ed io ho attaccato. Era la prima volta che cantavo da solista, ho chiuso gli occhi... eravamo io l’organo e la storpia, ha sempre avuto un debole per me quella donna. Ma come si chiamava... era perfetta, non sbagliava una nota, ed io cantavo divinamente, la mia voce era uno strumento nelle mani di Dio, sembravo un santo (Pausa). Quando ho riaperto gli occhi la chiesa si era svuotata. Mi ritrovai con l’organo, la storpia, lo sceriffo, due poliziotti, tre pistole, due cecchini, trecento pallottole e Dio. Ho dato un bacio a Margarett uno sguardo al cielo e mi sono consegnato.

VINCENT (Dopo una pausa) Si chiamava Margarett ?

SAM Già, come fai a saperlo ?

VINCENT Lo hai appena detto.

SAM Davvero ? Hai visto che ricordo i nomi quando voglio ?

VINCENT Ma che coglione !

SAM Ricordo tutto, tutto. Mi sono ricordato di Margarett !

VINCENT E’ stato un caso.

SAM Ricordo anche che aveva un debole per me.

VINCENT Lo hai già detto.

SAM Mi va di dirlo ancora.

 

Pausa.

 

VINCENT Questa notte ti ho sentito pregare.

SAM Ho fatto un brutto sogno.

VINCENT Hai dormito ?

SAM No.

VINCENT E come hai fatto a fare un brutto...

SAM Mi sono sbagliato.

VINCENT Sei riuscito a dormire o no ?

SAM Si... No.

VINCENT Pregavi per riuscirci ?

SAM Pregavo e basta. Tu non preghi mai ?

VINCENT Certo. Prego che mi uccidano presto.

SAM Anch’io prego perché ti spennino presto, sei un coglione.

VINCENT Andrai prima di me.

SAM Se vuoi ti cedo il posto. (Pausa.) Pregavo per ricordare.

VINCENT E’ per questo che non riesci a dormire ?

SAM No. Non dormo per quella maledetta domanda.

VINCENT Quale domanda ?

SAM Vedi che non mi ascolti ! Te l’ho detto l’altro giorno...

VINCENT Mi hai parlato di una domanda scritta sul soffitto, ma non hai detto quale.

SAM Allora mi ascoltavi ?

VINCENT Certo che ti ascoltavo.

SAM Sei un bastardo.

VINCENT Perché ?

SAM Non lo so, ma lo sei.

VINCENT Allora, quale domanda ?

SAM Tu te lo chiedi Vin, te lo chiedi mai ?

VINCENT Cosa ?

SAM Non farò bella figura a dirtelo, è una domanda da donnicciole.

VINCENT Dimmi. 

SAM Poi non stronzeggi ?

VINCENT D’accordo.

SAM Gli altri... ti sei mai chiesto a cosa è servita la tua vita ? Tutti hanno uno scopo, anche noi, qual è il mio? Anzi qual è stato.

VINCENT Non ti capisco.

SAM Perché sei un ateo di merda. Io credo in nostro Signore, e faresti bene a trovare anche tu una cazzo di spiritualità !

VINCENT Una cazzo di spiritualità ! (Ride)

SAM Non ripetere tutto quello che dico come un allocco Vin. Una cazzo di spiritualità ho detto, cosa c’è da stupirsi.

VINCENT Niente.

SAM E allora fammi il favore di non ridere. Con tutta la tua cultura non hai scoperto la cosa più importante.

VINCENT Quale sarebbe?

SAM Cristo Vin, è Dio !

VINCENT Certo !

SAM Non bestemmiare.

VINCENT Non bestemmio.

SAM Invece lo fai, nell’intenzione. Non è importante che sia quella giusta, ma trovatela una cazzo di spiritualità. Lui apprezza l’interessamento. Uno va li e gli dice "Mi sono interessato all’argomento fammi uno sconto..."

VINCENT Eri fermo sulla porta mentre Lui consultava i registri per farti entrare. Prima che arrivasse Arnold, dicevi del diritto ad entrare per aver pagato la pena, ricordi ?

SAM Certo che lo ricordo.

VINCENT Volevi diventare amico di Einstein parlandogli di figa, ricordi ?

SAM Lo ricordo, lo ricordo !

VINCENT Tu mi chiedi di ascoltarti ed io lo faccio.

SAM Sei un bastardo Vin.

VINCENT Perché ?

SAM Io non lo so ma tu si ! Ero incazzato quel giorno.

VINCENT Hai bestemmiato ?

SAM Che domanda è ?

VINCENT Non so cosa significhi bestemmiare, non sono credente.

SAM E faresti bene a trovartela una qualunque mistica di merda.

VINCENT Per bestemmiare ?

SAM Non mi incastri Vin, i tuoi discorsi sono inganno, sei perso ormai. Morirai senza una possibilità di salvarti.

VINCENT (Pausa) E per quello che credi ?

SAM Cosa ?

VINCENT Insegnami a credere.

SAM Hai bestemmiato di nuovo.

VINCENT Insegnami a non farlo.

SAM (Riflette) Come ?

VINCENT Ho il sospetto che credere, tutto sommato, sia un investimento senza alcun rischio reale che mette il culo al sicuro. Voglio dire, cosa ti costa, infine se hai azzeccato vinci il premio e sei felice, e se non hai azzeccato non lo scoprirai mai. E’ un cavallo che vince sempre !

SAM Ma cosa dici ? Cosa dici ?

VINCENT Convincimi che non è così.

SAM E come faccio ?

VINCENT Dimmi perché credi.

SAM Sono cazzi miei perché credo, e faresti bene a farlo anche tu.

VINCENT Non vedo la necessità di inventarmi un Dio.

SAM Non bestemmiare, è lui che ha inventato te.

VINCENT Se lo incontri ringrazialo da parte mia.

SAM Stronzo !

VINCENT Non gliel’ho mai chiesto.

SAM E’ perché ti ama, Cristo Dio ! sei un mulo !

VINCENT Va bene, va bene.

 

Pausa.

 

SAM La canzone che cantavi !

VINCENT Cosa c’entra la canzone ?

SAM Cercalo in quella il tuo Dio.

VINCENT Nella canzone ?

SAM Nella canzone, nella canzone... nel perché la cantavi.

VINCENT Sono discorsi da condannato a morte.

SAM Non lo sono.

VINCENT Lo sono.

SAM Lascio perdere che è meglio.

 

Pausa.

 

VINCENT E com’è ?

SAM Chi ?

VINCENT Il vecchio ?

SAM Non è vecchio !

VINCENT E’ giovane ?

SAM Non è giovane.

VINCENT E com’è ?

SAM Brucia all’inferno Vin, non riesco a salvarti, sono troppo asino. Ti lascerò dannare in eterno in santa pace.

VINCENT La misericordia !

SAM La misericordia che ti farà crepare !

 

Pausa.

 

SAM E’ il cavallo bianco.

VINCENT Cos’è il cavallo bianco ?

SAM Una leggenda del sud. Dalle mie parti esiste la leggenda del cavallo bianco. E così che immagino il boss.

VINCENT Un cavallo ?

SAM Un cavallo !

VINCENT Siamo figli di un cavallo ?

SAM E’ un immagine. (Vincent ride) Vaffanculo Vin, brucia in eterno.

VINCENT No, mi piace. Raccontami la leggenda.

SAM Crepa.

 

Pausa.

 

VINCENT Cosa vuoi ricordare ? Hai detto che pregavi per ricordare.

SAM Una qualsiasi che ho fatto per il bene dell’umanità, a parte uccidere mia moglie...

VINCENT Lo hai fatto per salvare il mondo ?

SAM Il mondo no, ma qualche coglione come me ci sarebbe ricascato.

VINCENT L’hai uccisa davvero per questo ?

SAM Certo, per cos’altro ! La troia !

VINCENT La amavi ?

SAM (Uno sguardo) Una sola cosa, una soltanto che io abbia fatto per un altro ! Niente, sono settimane che ho il vuoto, non riesco a ricordare.

VINCENT Qualcosa avrai fatto.

SAM Il vuoto. Non dormo per quello, per il vuoto. E poi mi vengono in mente le cose più assurde.

VINCENT Tipo ?

SAM Le più assurde ! Non ricordavo nemmeno di ricordarle. Ci sarà un motivo per cui ti saltano in mente delle cose inutili quando meno te lo aspetti. Nei libri che hai letto o che hai scritto c’è una risposta ?

VINCENT Niente di garantito.

SAM Ecco a cosa servite voi intellettuali, ad aumentare i dubbi. Siete disonesti. Una volta si moriva in pace, era una cosa della natura. Mio padre morì sereno, io ero un bambino e quando gli chiesi perché stava morendo lui mi disse che era vecchio. A me bastò quella risposta. Era vecchio, risposta esatta! Ecco perché si muore.

VINCENT Tu non sei vecchio.

SAM Neanche tu.

VINCENT Appunto.

SAM Non interrompermi, non era questo che volevo dire. Lui morì perché era stato in vita, era finito il suo tempo, questo serve sapere. Voi intellettuali ci riempite la testa di domande inutili di cui non conoscete le risposte, siete disonesti.

VINCENT Essere o non essere, questo è il problema. Cosa ti è saltato in mente ?

SAM Carl, si chiamava così no ?

VINCENT Quello a cui hai rotto la faccia ?

SAM Quello.

VINCENT Perché lui ?

SAM Perché era uno stronzo.

VINCENT Ti diede del negro, ricordo.

SAM Ma non per quello, io sono un negro!

VINCENT E perché gli rompesti il naso ?

SAM Perché mi andava ! Mi fece incazzare, era violento, un delinquente. Ruppe la faccia a quel ragazzo nuovo perché gli rifiutò un pompino. (Soddisfatto) Lo lasciò in pace poi, ricordi ?

VINCENT Ricordo.

SAM Non fare il moralista proprio tu. (Reazione di Vincent) Scusami, non volevo...

VINCENT Perché ti è venuto in mente ?

SAM Alcuni giorni prima che lo portassero al crepatorio l’ho incontrato. Parlava da solo, mi faceva pena. Mi riconobbe e mi corse incontro, così mi preparai a colpirlo ma lui allargò le braccia e mi strinse forte. Piangeva come un bambino e continuava a dire che mi voleva bene, era una montagna, quasi più grosso di me ! Piangeva e mi chiedeva scusa. Me lo scollai di dosso per l’imbarazzo, e anche perché puzzava come una capra. Si calmò e mi chiese di fargli compagnia, " Voglio che almeno tu non mi dimentichi" disse, è questo che lo terrorizzava, che lo avrebbero dimenticato. Mi raccontò tutta la sua vita, nei minimi particolari, anche intimi ! non tralasciò nulla. Raccontava e rideva come un maiale ! E poi tante altre storie, le più cretine, le più inutili, ma il suo modo di ridere le faceva diventare le più belle del mondo. Mi raccontò anche dell’omicidio, una rapina, sfigato. Mi lasciò in eredità la sua storia. Io gli dissi che era inutile, avrebbero fatto la festa anche a me. Era contento così, finché vivevo non lo avrei dimenticato. (Pausa) Ora toccherà a te non dimenticare nessuno dei due. Almeno me. Non mi dimenticherai vero ?

VINCENT No.

SAM Sei uno stronzo Vin, e sai perché non ti ho mai ucciso quando mi hai fatto incazzare ?

VINCENT Per avere qualcuno che ti ricordasse ?

SAM No, ho mia figlia. Perché ti voglio bene, a te e a Carl.

 

Buio. FINE PRIMO ATTO.

 

SECONDO ATTO.

OTTAVA. Sussurrato.

Particolare della casa di Mike. Su un divano è seduta Maria in accappatoio, intenta a guardare di fronte a se. Per terra, sul tappeto e con la schiena poggiata al divano c’è Mike, in boxer e canottiera, che guarda nella stessa direzione. I riflessi di un televisore acceso sui loro volti. Resti di popcorn, lattine vuote, barattoli, e due piatti sporchi. L’audio di un cartone animato ; i due ragazzi ridono.

 

TV - Ti prenderò brutto topastro, è giunta la tua ora.

- Dovrai rincorrermi fino in capo al mondo.

- Dai un occhiata a questa !

- Cos’è quel trabiccolo ?

- Io aspetterei a chiamarlo trabiccolo !

- (Il rombo di un motore) Oh oh !

- Cos’è hai perso il fiato ?

- Sarà meglio che me la dia a gambe !

- Già comincia a correre, tanto non arriverai lontano !

- (Il rombo del motore si fa assordante, poi fracasso di metallo) Aaaah !

Maledetto topastro ! (A sfumare)

MIKE Non lo prenderà mai !

MARIA Hanno in mente di farlo succedere.

MIKE Davvero ?

MARIA L’ho letto su un magazine. I produttori della serie hanno commissionato un sondaggio, e il pubblico ha risposto positivamente.

MIKE Ma non è possibile, il cartoon sta in piedi proprio perché il gatto non prenderà mai il topo.

MARIA Pare che succederà invece.

MIKE Allora smetterò di guardarlo.

MARIA Perché scusa ?

MIKE Non ha senso. E’ il tema di tutta la serie, se rompono quello addio !

MARIA Succederà soltanto una volta, poi tornerà tutto come prima.

MIKE Non potrà tornare come prima. È impossibile.

MARIA Succederà soltanto in una puntata.

MIKE Quella puntata farà la differenza.

MARIA C’è dell’altra birra ?

MIKE Te la sei scolata tutta.

MARIA Senti chi parla !

MIKE Io ho bevuto la limonata !

MARIA E la birra.

MIKE Solo la limonata !

MARIA (Lanciandogli dei popcorn. Mike accetta il gioco e le rovescia in testa la scodella, lei cerca di parare, i due sono molto vicini, lei si irrigidisce. Dopo un breve imbarazzo Mike ritorna nella sua posizione) Ma cosa ti cambia scusa ?

MIKE Mi cambia e come !

MARIA Da quanto lo segui ?

MIKE Da sempre.

MARIA E per chi fai il tifo ?

MIKE Ma che domanda è ?

MARIA Tieni per il topo !

MIKE Ma certo, è il più piccolo.

MARIA Ecco perché ! Tu tieni per il topo !

MIKE Tutti tengono per il topo !

MARIA Ma che cazzata ! Io tengo per il gatto. Tutti quelli che conosco tengono per il gatto.

MIKE Glielo hai chiesto ?

MARIA No.

MIKE E allora.

MARIA Lo so. Non si può tenere per il topo, a me sta pure antipatico.

MIKE Antipatico, ma come può stare antipatica quella bestiolina.

MARIA Vince sempre !

MIKE Perché è più intelligente .

MARIA Di te sicuro.

MIKE Sei simpatica sai, quasi quanto il tuo gatto.

MARIA (Gli lancia un cuscino) Oh ! ma come ti permetti !

MIKE Anzi più simpatica di lui. Mi hai fatto male.

MARIA Te lo sei meritato.

MIKE (Restituisce il favore) E’ tuo questo ?

MARIA Ma sei scemo ?... non soltanto deve prenderlo ma anche metterlo nel tostapane.

MIKE Nel tostapane ?

MARIA Nel tostapane, nel tostapane.

MIKE Sei crudele.

MARIA Vediamo come scappa da lì.

MIKE Ma poi brucia !

MARIA Certo !

MIKE Finisce il cartoon !

MARIA Ma no, trovano un altro personaggio.

MIKE Non sarebbe la stessa cosa.

MARIA E cosa importa.

MIKE Se lo prende finisce la serie.

MARIA Forse è quello che vogliono tutti.

MIKE Io no.

MARIA Ma che senso ha ? Non si può aspettare in eterno, prima o poi deve succedere.

MIKE Ma è la trovata del cartoon.

MARIA Si può sempre ricominciare.

MIKE Con quale altro personaggio ?

MARIA Uno qualunque.

MIKE Che ricominci a scappare ? Ma sta zitta !

MARIA Sta zitto tu.

MIKE Mi passi la limonata ?

MARIA Quella la bevo io, tu hai finito la birra.

MIKE Tu l’hai finita.

MARIA Ma sta zitto.

MIKE Vabbè, me la passi o no ?

MARIA No. (Mike si alza e si allontana) Dove vai adesso ? Guarda che scherzavo, tieni. (Gli passa la bottiglia, ma il ragazzo è già sparito. Maria da sola, si guarda intorno, fissa il televisore).

TV - Un giorno o l’altro ti prenderò, comincia a dire le tue preghiere !

- Le sto già dicendo.

- E fai bene !

- Per te le sto dicendo !

MARIA (Si da una sistemata all’accappatoio. Mike rientra con alcune lattine di birra) E quelle ?

MIKE Sono mie !

MARIA Ti ho chiesto se avevi della birra prima !

MIKE Hai detto che berrai la limonata.

MARIA E’ tua, a me non piace.

MIKE Hai detto che l’avresti bevuta.

MARIA Solo perché ti sei finito la birra.

MIKE Infatti è finita, beviti la limonata. (Stappa una birra e comincia a sorseggiare con gusto).

MARIA E’ calda, e poi non è finita la birra.

MIKE (Le passa una lattina) Dorme ancora, ma come hai fatto ?

MARIA L’ho soltanto accarezzato.

MIKE Anch’io lo accarezzo, ma con me non si addormenta.

MARIA Non lo sai accarezzare.

MIKE E’ il mio cane, lo conoscerò meglio di te !

MARIA Tra qualche ora sarà buio.

MIKE Devi andare ?

MARIA Sì.

MIKE Ti accompagno.

MARIA No, è meglio di no.

MIKE Hai un posto dove stare dopo ?

MARIA Da te.

MIKE Se vuoi ti invito prima ! (Sorride).

MARIA (Sorride) Grazie vengo lo stesso.

MIKE Ah va bene !

MARIA Adesso vado a prepararmi.

MIKE Forse non capirà subito chi sei.

MARIA Mia madre gli parlò di me.

MIKE Non ti ha mai vista.

MARIA (Pausa) Adesso vado. Scusami per prima.

MIKE Scusami tu.

MARIA Anche a me sarebbe andato, ma non ci sono riuscita.

 

La sigla finale del cartoon accompagna il buio repentino. La musica continua nel buio fino alla sua conclusione.

 

 

 

NONA. Vecchi amici.

Lifetown. Rumori di lavori in corso provengono dalla strada. Robert lascia scorrere lentamente la portafinestra. Nel salone non c’è nessuno, tira un sospiro di sollievo. Resta qualche istante fermo come se non sapesse cosa fare, poi entra. Dopo essersi seduto, avverte dei rumori che provengono dal bagno, vorrebbe andare via, ma Lisa è già entrata nell’ambiente.

 

LISA Dove diavolo eri ?

 

Si accorge dell’errore. I due sguardi si incontrano per pochi secondi, quindi si evitano.

 

LISA Dov’è Vincent ?

ROBERT (Mentendo goffamente) Pensavo fosse qui.

LISA Non c’è.

ROBERT Lo vedo.

 

Pausa.

 

LISA Andavi via ?(Accende una sigaretta).

ROBERT Si.

LISA Cosa sono questi rumori ?

ROBERT Rifanno la fogna, ormai è piccola.

LISA C’è tanta gente ?

ROBERT Alcuni ritornano, altri arrivano. E’ una tendenza . Sono stanchi della City.

LISA (Breve pausa) Cosa vuoi dire ?

ROBERT Quello che ho detto. E’ la storia, in alcuni periodi si tende alla città, in altri alla campagna.

 

Scambio serrato.

 

LISA Non sono tornata.

ROBERT Non alludevo a te.

LISA Non sono venuta per restare.

ROBERT Non lo pensavo.

LISA Neanche se mi pregasse in ginocchio.

ROBERT Non lo farebbe.

LISA Lo credo.

ROBERT Ha una vita qui. Non rinuncerebbe, stanne certa.

 

Pausa.

 

ROBERT Non alludevo a te.

LISA Poteva essere.

ROBERT Non era così. Non mi credi ?

LISA Va bene. Ti credo.

ROBERT (Breve pausa) Ora devo andare.

LISA Eri venuto per me ?

ROBERT No. (Con poca convinzione) Hanno deciso di cominciare i lavori oggi pomeriggio in questa strada e... volevo avvertire Vincent.

LISA Ti ha detto che sarei arrivata ?

ROBERT Si.

LISA Allora ? Non hai prediche, invettive, offese da consegnarmi ?

ROBERT No.

LISA Bene.

ROBERT Sei cambiata. (Breve pausa) Temevi offese da parte mia ?

LISA Non sarebbe stata la prima volta.

ROBERT E’ passato del tempo.

LISA Non è cambiato nulla.

ROBERT Può darsi. Ero venuto per dire a Vincent...

LISA Avrebbe sentito i rumori.

ROBERT Certo ma...

LISA Lascia perdere Robert, era l’unica cosa che potesse succedere, e sta succedendo.

ROBERT Cosa vuoi dire ?

LISA Parlo dell’ipocrisia.

ROBERT Non mi chiederai di allargarti le braccia ?

LISA No. Tentiamo di non essere ipocriti però ?

ROBERT Potrei offenderti.

LISA Allora fallo.

ROBERT Non è cambiato nulla Lisa.

LISA lo so.

ROBERT (Breve pausa) Volevo assicurarmi che fosse tutto a posto.

LISA Tutto a posto ?

ROBERT Che non ci fossero problemi.

LISA Nulla è a posto. Lo hai convinto a scappare? Sei venuto tu per lui ?

ROBERT Ascolta Lisa, non voglio tensioni con te, quindi non irritarmi.

LISA Mi ha detto che lo avrei trovato. E’ importante! (Breve pausa) Parlerò solo con lui.

ROBERT Lo farai, appena tornerà.

LISA Che storia è che nemmeno si fa trovare ? E’ un bastardo, non ha mai smesso di esserlo. Migliaia di chilometri per non trovarlo. Mi è costato farlo, non sarei qui per nulla evidentemente. Lo aspetterò.

 

Pausa. Robert è incerto sul da farsi. Qualche passo verso la portafinestra, quindi si ferma restando di spalle.

 

LISA Certo che sono cambiata, tutti cambiamo. Sono invecchiata ?(Robert si gira ma rimane in silenzio) Tu lo sei.

ROBERT Hai paura vero ?

LISA E’ carina Lifetown. Come la immaginavo.

ROBERT Tutto il sud ovest è bello. Non ci sei mai stata ?

LISA Solo in vacanza.

ROBERT Vuoi che me ne vada ?

LISA Tu cosa vuoi ?

ROBERT Vincent non c’è, io ero venuto per...(Lunga pausa) Come stai Lisa ?

LISA Devo parlargli.

ROBERT Non mancherà.

LISA Come fai ad esserne sicuro ?

ROBERT Vuole vederti.

LISA Dov’è ?

ROBERT Un problema al giornale, non ha potuto evitarlo. Non ti avrei incontrata se non me l’avesse chiesto lui.

LISA Cosa ti ha chiesto ?

ROBERT Voleva che ti aspettassi, per non farti ripartire.

LISA Perché non lo hai detto subito ? Non sei stato chiaro.

ROBERT Ero in difficoltà, puoi immaginarlo. Ora lo sai, tornerà, addio Lisa. (Si avvia questa volta deciso).

LISA Come stai Robert ?

ROBERT (Bloccandosi) Le stagioni sono miti da queste parti. Il tempo scorre piacevolmente, va via indolore. Ho avuto fortuna.

LISA Hai dei figli ?

ROBERT Non ne abbiamo avuti.

LISA Si.

ROBERT Cosa ?

LISA Mi hai chiesto se ho paura.

ROBERT (Respiro profondo) Faticoso il viaggio ?

LISA Faticoso.

ROBERT Siamo collegati male, ma il paese sta crescendo, ci stiamo adeguando.

LISA La strada è buona.

ROBERT Sei venuta da nord ?

LISA Credo di si.

ROBERT Nord est. E’ l’aeroporto più vicino.

LISA Ma è lontano.

ROBERT Se vieni da lontano.

LISA Ho un nuovo lavoro. Sono un grafico pubblicitario ricordi ? Esercito adesso. Mi pagano bene. Qualcosa avevo dimenticato, ma in pochi anni ho fatto una discreta carriera. Ho una casa al centro, mia.

ROBERT Eri brava.

LISA Eravamo amici noi due...

ROBERT Ricordo.

LISA (Breve pausa) Grazie per avermelo chiesto.

ROBERT Non so nemmeno perché l’ho fatto.

LISA Lo hai fatto.

ROBERT Pensavo di odiarti.

LISA E’ passato del tempo.

ROBERT Qualcosa è diverso non trovi ?

LISA Non saprei.

ROBERT Si, qualcosa è cambiato.

LISA Ho desiderato il peggio per te.

ROBERT Sono molto legato a Vincent.

LISA Certo.

ROBERT (Pausa) Non mi dispiace averti incontrata. Avresti aspettato comunque?

LISA Abbiamo qualcosa da dirci. (Respiro) Sei invecchiato, ma in forma.

ROBERT Che idiozia (Sorride).

LISA (Sorride) Perché ?

ROBERT Sarebbe stato molto più semplice odiarsi ancora, finché odi qualcuno, non ti fai tante domande su di lui. Sarà per questo che è un sentimento diffuso. In fondo odiare è una cosa superficiale.

LISA A volte si sente il bisogno di essere superficiali. E’ una cosa necessaria. Capisci cosa voglio dire ?

ROBERT Certo. Penso che dovresti andare via. Ha una nuova vita.

LISA Non sono qui per lui.

ROBERT Non dovreste vedervi.

LISA Ho una figlia Robert, la figlia di Vincent.

ROBERT Cosa ?!

LISA E’ scappata, sono sicura diretta qui.

ROBERT Cosa inventi Lisa ? Che figlia ?

LISA Mia e di Vincent.

ROBERT Questo non è possibile !

LISA Ha venticinque anni. Ha scoperto da sola chi è il padre, abbiamo avuto una discussione violenta e poi è sparita, da tre giorni. Sono sicura che è qui.

ROBERT Non c’è nessuno qui.

LISA E’ diretta qui allora. (Robert la guarda smarrito) Non guardarmi come se fossi pazza, pensi che avrei fatto tanta strada per venire a sparare una cazzata così grossa ?

 

Pausa.

 

ROBERT E’ vero ?

LISA Non ho mai inventato nulla.

ROBERT Una figlia.

LISA Ha fatto perdere le sue tracce. Non è registrata su nessun volo, nessuno prenotazione di treno o roba del genere. Io però sono sicura che verrà da Vincent.

ROBERT (Allarmato) Hai avvisato la polizia ?

LISA Non ancora, stai tranquillo.

ROBERT Vincent è sereno adesso. E’ un uomo stimato qui.

LISA Non l’ho avvertita ma dovrò farlo. E qui Maria ?

ROBERT No.

LISA Me lo diresti vero ?

ROBERT Non è qui.

LISA Non è ancora arrivata allora.

ROBERT Mio Dio, è incredibile. Perché hai taciuto tutti questi anni ?

LISA Avevo paura.

ROBERT Di che ?

LISA Non si cambia mai davvero.

ROBERT Era innocente, lo avrebbero ucciso fosse stato per le tue deposizioni.

LISA Non sai niente Robert. Non ho inventato nulla al processo. Tu non lo conosci bene.

ROBERT Sta zitta Lisa.

LISA Non sai nulla Robert. Quello che ho detto in aula non è niente.

ROBERT Non uccise quella bambina. Come potrai perdonartelo ?

LISA Mi picchiava, e non soltanto quando beveva...

ROBERT Smettila Lisa.

LISA No, devi sapere.

ROBERT E’ patetico.

LISA Non potevo credere alla sua innocenza, non dopo quello che ho subito. Io lo amavo. Nessuno meglio di te potrebbe testimoniarlo.

ROBERT E’ acqua passata.

LISA Scelsi lui perché era con lui volevo vivere la mia vita.

ROBERT E’ patetico.

LISA Può darsi.

ROBERT Allora smettila. (Rumori dalla strada) Questi maledetti rumori !

LISA Ti ricordi di Samuel Jakson, il suo complice ?

ROBERT Sta zitta.

LISA Sono stata costretta a giacere con lui mentre Vincent, mio marito, si masturbava.

ROBERT E’ patetico.

LISA Più di una volta. Portava a casa le sue conquiste, ragazzine appena donne, con le quali si divertiva.

ROBERT Non continuare, fallo per te.

LISA Mi metteva fuori casa e si divertiva con loro. Poi cominciò con quelle più piccole, sempre più piccole. Samuel aveva i contatti. Bambine, anche di otto anni. Fotografavano le loro gesta e voleva che le guardassi, vuoi sapere altro di quello che non ho mai avuto il coraggio di dire in aula ?

ROBERT Lisa, ti prego.

LISA Non hai voluto farlo in questi anni fallo adesso Robert, ti scongiuro ascoltami !

ROBERT Perché ?

LISA Perché sto tremando come una foglia (Silenzio) Voleva soddisfatte tutte le sue perversioni da me. Quante notti ho passato a vomitare Dio solo le ha contate. Non so cosa gli passasse per il cervello. In poco tempo era diventato uno scrittore di successo, si sentiva un Dio. Cambiò, profondamente.

ROBERT Hai taciuto per tutti questi anni ?

LISA Non con lui. Sa tutto. Andai a fargli visita un mese prima della data fissata per l’esecuzione. Maria aveva già quindici anni. Perché credi abbia tanta voglia di vedermi ?

ROBERT Non ne ha mai parlato.

LISA Gli chiesi io di tacere, e di non provare ad incontrarla. (I rumori della strada cessano) Ma Maria ha scoperto tutto, e sono certa che è da lui che è venuta. Devo impedire che si incontrino. Non voglio restare sola, è mia figlia, io la amo, non deve abbandonarmi, non per lui.

 

Pausa. I due si incontrano, e si abbracciano con grande tenerezza.

 

ROBERT Anche tu sei invecchiata, ma sei ancora una bella donna.

LISA (Sorride) Che idiozia !

ROBERT Già (Si dirige verso la portafinestra e guarda fuori).

LISA Ho anch’io una nuova vita.

ROBERT Ti sei risposata ?

LISA Solo qualche storia. Hanno sospeso i lavori ?

ROBERT Pare di si, non c’è più nessuno.

LISA Non andrò via, non posso farlo. Mi porti a bere qualcosa ?

 

Buio.

 

DECIMA. Fratelli di sangue.

Luce repentina sul rumore sordo delle sbarre che si aprono. Irrompe la cella, dove troviamo soltanto Vincent a letto. Entra Sam , fa fatica a fingersi sereno, lascia chiudere le sbarre alle sue spalle...

 

SAM Ciao Arnold, ci vediamo presto.

ARNOLD (Fuori campo) Presto Sam, molto prima di quanto pensi (Ride).

SAM Ti aspetterò con ansia.

 

... quindi si dirige diritto al letto di Vincent e lo costringe ad ascoltare.

 

SAM Io ti ammazzo adesso !

VINCENT Cosa ti prende Sam ?

SAM Cos’è questa storia che sei innocente eh ?

VINCENT Calmati.

SAM Rispondimi stronzo.

VINCENT Cosa ti prende ?

SAM Mi prende che se ci tieni tanto a morire ti ammazzo io .

VINCENT Hai bevuto.

SAM Io ti ammazzo, non mi cambia nulla, fra tre giorni mi fanno la festa.

VINCENT Vuoi calmarti !

SAM Non mi calmo per niente !

VINCENT Basta adesso ! (Si divincola lasciando sul posto Sam) Stai esagerando.

SAM (Cerca di calmarsi) Sono stato a colloquio con il tuo amico.

VINCENT Robert ?

SAM Già. Mi spieghi perché non vuoi riceverlo ?

VINCENT Sono cazzi miei.

SAM No, no! Non rispondermi così. Mi ha detto tutto.

VINCENT Bene.

SAM Bene un cazzo. C’è di mezzo la tua vita, lo capisci ?

VINCENT La mia vita, appunto. (Si accende una sigaretta).

SAM Il tuo è un suicidio lo sai ?

VINCENT Sono colpevole.

SAM Il tuo amico mi ha detto...

VINCENT Ti prego, lasciamo questo argomento.

SAM Mi spieghi cosa speri di ottenere !

VINCENT Sam !

SAM Devi dirmelo, perché io davvero non lo capisco.

VINCENT Ti ho detto di stare zitto.

SAM Mi sforzo, ma non ci arrivo.

VINCENT Basta adesso.

SAM Credi di fare un favore a qualcuno ?

VINCENT Come devo dirtelo ?

SAM La bambina non l’hai uccisa tu e così ?

VINCENT Non quest’argomento !

SAM Neanche lei sarebbe felice di vederti morto.

VINCENT Maledetto Robert !

SAM Te la sei fottuta, per questo vuoi morire ?

 

Vincent si avventa su Sam e lo colpisce con tutta la sua forza. Silenzio. Sam sanguina, si passa la mano sulla ferita. Cerca qualcosa per tamponarsi. Va verso le sbarre e guarda fuori. Trema vistosamente, ma comincia ridere.

 

SAM Figli di un cavallo (Risata amara) Sei comico Vin. Dovresti fare il comico, non lo scrittore. Figli di un cavallo (Ride). Se qualcuno sapesse che non ho restituito un pugno sarebbe la mia fine. Tu lo sai perché non ti ammazzo ? Lo sai ? Perché lo stai facendo da solo, ma siccome vivrai qualche giorno più di me, io ti vieto di dire in giro che non ho restituito un pugno. Sai quelle domande inopportune del tipo, ma cosa ha fatto prima di morire ? Cosa ha detto, le sue ultime parole. Limitati a dire che sei un uomo fortunato, il perché sarà il nostro segreto...

VINCENT Sanguina molto ?

SAM ...il coraggio non mi è mai mancato. Anche quando scoprii mia moglie nel letto con quel verme che somigliava a Carl, seppi subito cosa fare. Dalle mie parti si va in giro armati se sei un commerciante, anche se vendi ferro arrugginito non importa ! Devi guardarti da chi ti porta via i calzini bucati. Ci volle un attimo. Sporcai le lenzuola di mia madre. Lei non portò alcuna dote, era povera. Le diedi tutto, tutto quello che potevo (Ride) Avresti dovuto vedere il verme come se la dava a gambe poveraccio. Se l’è fatta addosso! Scopata col morto ! (Ride). Mia figlia le avrà lavate per bene, è una brava ragazza, troverà un buon marito e sarà felice.

VINCENT Perché non la chiami ?

SAM Non mi ascolterebbe, come non feci io mentre urlava di non sparare.

VINCENT Hai freddo ?

SAM (Va a sedersi e si calma) Ho la scorza dura.

VINCENT Hai scoperto qual è stata la tua buona azione ?

SAM Nessuna, non ne ho trovata nessuna di qualche conto. Ho sempre badato ai cazzi miei, credevo bastasse. Niente per nessuno, neanche della mia razza.

VINCENT Ti aiuto a cercarla ?

SAM Sono stanco.

VINCENT Rinunci alla ricerca ?

SAM L’ho finita !

VINCENT Cosa mi lasci ?

SAM Cosa ?

VINCENT L’eredità !

SAM Già, l’eredità. Ma chi lo ha inventato questo gioco.

VINCENT Tu.

SAM Io ? L’avevo dimenticato.

VINCENT Sono tue le regole, chi va lascia qualcosa al suo compagno di cella.

SAM Credevo che moriste tutti prima, e di guadagnarmi la libertà per esubero di scarto umano.

VINCENT Allora ?

SAM C’è poco da scegliere. Le mie mutande se vuoi, hanno una reputazione, potresti essere mio figlio senza saperlo ! (Ride).

VINCENT Va bene papà, ma adesso non scherzare, voglio qualcosa da te.

SAM Che potresti volere da me ? Scegli tu.

VINCENT La pianta.

 

Silenzio. Poi Sam ride.

 

SAM Lascia stare.

VINCENT Voglio quella.

SAM No, tu non vuoi quella.

VINCENT Certo che la voglio.

SAM Sei un bastardo Vincent !

VINCENT Perché ?

SAM Io non lo so ma tu si.

VINCENT Hai detto che avrei potuto scegliere, mantieni la parola.

SAM Non posso.

VINCENT Perché no ?

SAM Prendi le mie mutande, ti andranno larghe ma porteranno fortuna.

VINCENT Non voglio le tue mutande.

SAM Prendile te le do volentieri.

VINCENT La pianta.

SAM Tu non vuoi la pianta.

VINCENT Si che la voglio, te la sto chiedendo.

SAM Che te ne fai di una pianta ?

VINCENT Questi sono fatti miei.

SAM Tu non vuoi la pianta, tu vuoi sapere perché la tengo !

VINCENT La voglio e basta. Non mi frega del perché la tieni.

SAM Sei un bastardo Vincent.

VINCENT Allora me la dai o no ?

SAM No.

VINCENT Come no ?

SAM No.

VINCENT Avevi detto che...

 

Appare l’ombra di Arnold sulla scena. Silenzio per qualche istante.

 

SAM Cos’hai da guardare faccia di merda !

ARNOLD Ah ! Perché mi tratti così Sam ?

SAM Ti tratto come ?

ARNOLD Mi tratti male !

SAM Ma cosa dici Arnold.

ARNOLD Dico che non lo merito.

SAM Ma io non ti tratto male, non potrei mai farlo.

ARNOLD Bravo.

SAM Se no mi sculacci vero Arnold ?

ARNOLD Dove vuoi arrivare Sam ?

SAM Dove sono diretto.

VINCENT Sta calmo.

ARNOLD Allora ti consiglio di tacere.

SAM Voglio solo essere sincero con te. Se te lo dico, è perché penso davvero che tu sei una faccia di merda !

VINCENT Sam !

SAM Tranquillo Vincent, non può farmi più nulla, sono già morto.

VINCENT Calmati.

SAM Non può più nulla, è venuto a prendermi. Posso mandarlo al diavolo senza riguardi.

ARNOLD Visto che lo sai, preparati per la gita. Hai tre minuti.

Arnold sparisce. Sam ride a crepapelle e riprende a tremare. Vincent cerca di rimanere sereno, ma tradisce lo sforzo.

SAM Hai visto che faccia che ha fatto ? Sembrava un marziano.

VINCENT Già.

SAM Sembrava un marziano, lo hai visto ? (Comincia a raccogliere le sue poche cose). Aspettavo questo momento credimi. E’ da quando mi hanno portato qui dentro che non aspetto altro. Mi ero immaginato la scena un migliaio di volte. E’ andata meglio di quanto pensassi, non mi sono incazzato, ero quasi inglese mentre gli dicevo che era una faccia di merda ! Lo ero o no ?

VINCENT Cosa ?

SAM Mi ascolti quando parlo?

VINCENT Ti ascolto.

SAM Non mi sembra.

VINCENT Ti ascolto.

SAM Cosa ho detto ?

VINCENT Lo eri !

SAM Cosa ?

VINCENT Inglese !

SAM Certo che lo ero. Gli ho consegnato un faccia di merda da parte di tutti qui dentro. Dillo, voglio che lo sappiano in giro come mi sono congedato.

VINCENT Lo dirò !

SAM (Corre verso le sbarre e urla) Arnold è una faccia di merda, lui e la sua giustizia del cazzo, firmato Sam, un negro di merda ! (Si calma) Ti ho facilitato il compito, adesso dovrai soltanto ripeterlo.

VINCENT Lo farò.

SAM (Ha finito di raccogliere. Ha la pianta sotto il braccio) No, non lo fare, tu sei uno che piange nella privata, non hai palle, sei un bianco.

VINCENT Potrei si !

SAM O forse canteresti la tua canzone da froci !

VINCENT Così piangerebbero gli altri.

SAM (Pausa. Ride) L’ho detto io che sei un comico !( Si fa serio.) Addio !

VINCENT Sono in anticipo.

SAM Avranno fretta al crepatorio ! Servirà sangue nero per coprire quello bianco, fanno così non puliscono mai. Sono contento di dare il mio, a furia di non pulire il sangue diventerà tanto che ci affogheranno dentro.

VINCENT Allora muori per una causa.

SAM Sicuro !

VINCENT Eccola !

SAM Cosa ?

VINCENT La tua azione per l’umanità.

SAM Potrebbe essere..

VINCENT Lo è.

SAM Mi faccio uccidere per annegarli nel mio sangue. Suona bene, scrivici qualcosa e metti il mio nome. Questa notte dormirò tranquillo vedrai.

VINCENT Ho poco tempo anch’io.

SAM Già. Fai come ti pare. Io monto sul cavallo bianco, mi porterà a casa, sono stanco. (Un’ombra dalle sbarre. Si avvia, poi torna indietro) Ascolta Vin.

VINCENT Dimmi.

SAM Tieni. (Gli da la pianta) Non è per te. Promettimi che la farai avere a mia figlia.

VINCENT Lo prometto.

SAM (Rumori di ferro, chiavi, poi le sbarre si aprono) Io troverò quei fiori dove sto andando. Erano la passione di mia moglie, la casa la faceva sembrare un paradiso con quelli, li avrà portati anche dov’è adesso.

VINCENT Li troverai.

SAM Di a mia figlia che glieli mando io.

VINCENT Addio Sam.

SAM Sei un bastardo Vin.(Ride.)

 

I due non si abbracciano. Sam esce, Vincent rimane a guardarlo. Le sbarre si richiudono portando via la luce, buio.

 

 

UNDICESIMA. Atto senza parole.

Stacco repentino, in casa di Vincent a Lifetown. L’impianto stereo manda quella canzone a volume molto alto, nell’ambiente non c’è nessuno, dopo qualche secondo Vincent rientra. Perplesso si guarda intorno. Si dirige al tavolino, cerca la foto, non la trova. Sale la sua agitazione, avverte la presenza di qualcuno in casa.

 

VINCENT C’è nessuno ? (Nessuna risposta) Chi c’è in casa ? (Nessuna risposta. Va verso lo stereo e lo spegne) Chi c’è in casa ? Lisa ?

 

Lentamente si apre la porta della camera da letto. E’ Maria...

 

MARIA (Ha la foto in mano) Cercavi questa ?

 

...poi si blocca e non riesce a fare altro che guardare Vincent negli occhi. Lo stallo regge alcuni secondi, tanti a sufficienza perché appaia strano. Maria infine abbassa lo sguardo lasciando cadere la foto davanti ai suoi piedi. Fuori dalla grande portafinestra sopraggiunge Lisa. Non riesce ad entrare, comincia a bussare. Vincent è fermo, appare come spaventato, indeciso sul da farsi. Mentre la luce cala, Lisa bussa con ancora maggiore insistenza. Lentamente svanisce la casa di Lifetown, l’ultimo suono dell’ambiente, ormai violento, è il bussare di Lisa alla portafinestra, poi anche quello soffoca. Buio.

 

DODICESIMA. L’addio.

In dissolvenza si illumina la lampadina del tavolo nella stanza parlatorio. Vincent va a prendere la posizione di chiusura della prima scena con Lisa. Sul fondo la sagoma di Arnold. Passano alcuni secondi...

 

VINCENT Lo farò.

 

Solo adesso la luce ci fa scoprire in scena Robert, accompagnato da Mike in giacca e cravatta.

 

ROBERT Cosa ti ha convinto ? (Nessuna risposta) Lui è Mike, te ne avevo parlato.

MIKE Salve signor Cuevas. Sta bene ? (Nessuna risposta)

ROBERT Il caso può essere riaperto, mia moglie può ottenerlo. Per il denaro, non farti problemi. (Si siede). Mi dispiace per Sam. (Reazione di Vincent) Ti voleva bene. Mike ha in mano la chiave di tutto, le foto, le foto Vincent. E’ stabilito che il colpo che ha ucciso la bambina... insomma, pare che tu possa cavartela, è una possibilità concreta.

MIKE La sua innocenza può essere provata signor Cuevas. L’uomo nelle foto da lei scattate quella notte, Samuel Jakson, è lui che ha causato la morte della bambina. Un colpo di mazza da baseball. Le sue impronte non ci sono su quella mazza. Non possono eseguire la condanna.

ROBERT Certo che non possono.

MIKE Troveremo una spiegazione al suo silenzio, una crisi, il senso di colpa... Lei è innocente signor Cuevas, ed io sono disposto a difenderla.

ROBERT Stai ascoltando Vincent ? E’ giovane, ma ha già messo a sedere grossi nomi. E’ in gamba, ti tirerà fuori di qui.

MIKE Abbiamo in mano prove concrete, non potranno smentire i fatti.

ROBERT Già, i fatti.

MIKE I soldi ci sono e grazie a Dio quelli fanno miracoli, è il tempo che è poco, mancano sette giorni. Deve collaborare.

ROBERT Non è ancora tardi vero Mike ?

MIKE Dobbiamo fare in fretta.

ROBERT ...ma domani potrebbe esserlo. E’ Sam che ti ha convinto a difenderti ? 

MIKE Ho bisogno del suo consenso signor Cuevas, senza è una partita persa.

ROBERT Verrai a stare dalle mie parti. Si è liberata la casa, quella del catalogo con la portafinestra scorrevole, quella che ti era piaciuta. La compreremo per te, ti rifarai una vita, riprenderai a scrivere.

MIIKE Ho bisogno della sua collaborazione, deve dichiararsi innocente.

ROBERT Lui è innocente.

MIKE Noi lo proveremo.

ROBERT Hai ancora tanto da dare. Diglielo Mike, digli dei romanzi ! gli ho fatto leggere i tuoi romanzi, li trova formidabili! Torneranno ad osannarti.

MIKE Le hanno attribuito un giusto successo. Avrà ancora fortuna.

ROBERT Mia moglie è entusiasta di te. La politica, la politica può tutto e lei è sul carro giusto, tu sei sul carro giusto. Non sei solo !

 

Vincent si alza e va verso la cella. Prende da sotto il suo letto una risma di carte scritte a mano, che poi poggia sul tavolo..

 

ROBERT Cos’è ?

VINCENT La mia eredità.

ROBERT Cosa ?

VINCENT E’ un gioco che ha inventato Sam. Tutti lo rispettiamo qui dentro.

ROBERT Di che si tratta ?

VINCENT E’ semplice. Chi va per primo lascia qualcosa al suo compagno di cella perché ne conservi il ricordo.

ROBERT Un gioco ?

VINCENT E’ semplice.

ROBERT (Appare contrariato. Tra se) No, non ci credo.

VINCENT Così tu sei Mike ?

ROBERT Non può essere !

MIKE Si signore.

ROBERT Non puoi rinunciare.

VINCENT Chiamami Vincent, e non guardarmi con quegli occhi.

ROBERT (Si alza di scatto battendo il pugno sul tavolo) No !

MIKE Non capisco.

VINCENT Non c’è nulla di buono in me, mi guardi come se volessi convincermi del contrario.

MIKE Continuo a non seguirla !

VINCENT Puoi disprezzarmi.

MIKE Io non la disprezzo signor Cuevas.

VINCENT Chiamami Vincent.

MIKE Vincent.

VINCENT Quale giustizia rappresenti Mike ?

MIKE La giustizia.

VINCENT Quale ?

MIKE La giustizia.

VINCENT (Indica Arnold) Anche lui ha la sua, è quella che rappresenti ?

MIKE No Signor Cuevas.

VINCENT Vincent.

MIKE Vincent.

ROBERT Lascia perdere Mike.

VINCENT La sua ?

MIKE No.

VINCENT La tua ?

MIKE La giustizia, la giustizia e basta.

VINCENT E qual è la giustizia che rappresenti, la tua o la sua ?

MIKE Ce n’è una .

VINCENT Ti sbagli.

MIKE No signor Cuevas.

VINCENT Vincent.

MIKE Vincent.

VINCENT Ti sbagli. Sei disposto a difendermi ma secondo quale giustizia ?

MIKE (Riflette, poi un respiro e allenta il nodo della cravatta) Non ce n’è una sola, è questo che vuole farmi dire ? Non ce n’è una sola.

VINCENT No.

MIKE Ed è per questo che sono disposto a difenderti Vincent. Non proverò a convincerti della mia giustizia quindi smettila di chiedermelo, ma nessuna ha più valore dell’altra, nessuna giustizia potrà mai essere definitiva Vincent, nemmeno la tua. Se hai deciso di farti uccidere fallo, ma non credere di essere infallibile, potresti sbagliarti.

VINCENT Ho un conto da pagare.

MIKE Chi ha tirato la somma, tu ?

VINCENT Chi altri potrebbe.

MIKE (Indica Arnold ) Ed è uguale alla sua vero ?

VINCENT Non sai troppe cose.

MIKE Sono importanti ?

VINCENT Lo sono.

MIKE Da ucciderti ? Per me tu potresti anche aver ucciso quella bambina.

VINCENT Non sai nulla !

MIKE Non starò ad ascoltare il tuo delirio.

VINCENT Difenderesti un assassino ?

MIKE L’hai uccisa tu?

VINCENT No.

MIKE Lo farei anche se l’avessi fatto.

VINCENT E secondo quale giustizia ?

MIKE Hai diritto ad una seconda possibilità.

VINCENT E’ stato solo un caso, la prossima volta potrei farlo.

MIKE Hai bisogno di aiuto.

VINCENT Sei ingenuo Mike. Diventerai complice di un delitto un giorno o l’altro.

MIKE Davvero ?

VINCENT Quando si ferma il giro ?

MIKE Che vuoi dire ?

VINCENT Quante vittime innocenti per la mia cura ?

MIKE Nessuna. Non sarai solo, si chiama recupero.

VINCENT Quanti me ne concedi ?

MIKE Sarai tu a dirlo, se è il caso resterai dentro una cella per tutta la vita, ma che senso ha ucciderti ?

VINCENT Sei un ingenuo, certe erbe vanno tagliate.

MIKE (Si scalda) E’ qui dentro che ti sei rincoglionito Vincent ? Ragioni come loro. Hai un opinione di te davvero alta!

VINCENT Cosa ti prende ? Sei nervoso ?

MIKE Ti senti infallibile vero stronzo ?

VINCENT Il contrario Mike, il contrario !

MIKE Ti senti giusto.

ROBERT Mike !

VINCENT Portalo via Robert, si emoziona facilmente, non dovrebbe scaldarsi tanto.

MIKE A chi credi di fare un favore, a quella bambina ?

VINCENT Non è tagliato per questo lavoro, ora capisco.

MIKE O a tua moglie eh !

VINCENT Ora esagera.

MIKE A tua moglie certo, è per vendicarti di lei ?

VINCENT Anch’io so chi sei avvocatuccio, non scaldarti.

MIKE Allora ho ragione Vincent, vuoi che ti chiami così vero ?

VINCENT Ti hanno sbattuto fuori Mike ? Dillo, con me non devi avere segreti.

MIKE Si chiama collera la tua giustizia.

VINCENT Sei un fallito disposto a difendermi per rifarti con il mio caso. Robert mi ha raccontato tutto di te. Non andavi a genio al tuo capo ?

MIKE Bravo Vincent, sei un genio, ma non mi fai paura.

VINCENT Te lo avevo detto Robert, uno non si dimette se guadagna bene, lo hanno cacciato via.

MIKE Io non ho paura di te Vincent, ma tu di me si. (Pausa, respiro, cambia tono) Non sei meglio di chi ti brucerà su una sedia. Il tuo metro di giudizio si chiama vendetta. Mi hanno cacciato perché non piacevano le mie idee, ma sono ancora qui, e sono disposto a difenderti, anche da te stesso. Siamo fallibili, eppure infallibilmente condanniamo a morte. Il bene e il male che vivono in una persona sono una scommessa per tutti, chi fallisce è la nostra parte debole, e siamo tutti responsabili di quel fallimento. La vittima, la vittima, Dio mi perdoni ! E’ semplice identificarsi solo in quella. (Va verso l’uscita).

ROBERT Tutto bene Mike ?

MIKE ... ho solo bisogno di un po’ d’aria, sono qui fuori.

VINCENT (Lo ferma) Sono all’ultima porta, non mi tirerò indietro, non cambierò la mia rotta. Il mio viaggiò finisce qui.

MIKE Buon divertimento Dio (Esce).

 

Lungo silenzio.

 

ROBERT Perché hai voluto incontrarmi?

VINCENT Avevo voglia di vederti.

ROBERT Eccomi.

VINCENT Mi dispiace Robert.

ROBERT Adesso sono sicuro che sei impazzito.

VINCENT (Pausa) Ho meno paura di morire.

ROBERT Cosa ?

VINCENT Potrei non riuscirci.

ROBERT A far cosa ?

VINCENT A dimenticare. Sarebbe la condanna peggiore.

ROBERT Non si tratta di dimenticare, ma di ricominciare.

VINCENT Tu non lo sai cosa significa vivere con il rimorso Robert ! Sono rimasto a guardare. Samuel picchiava e godeva, ed io fotografavo e mi masturbavo. Era il nostro divertimento. Tenevamo un album delle serate. Avevo la possibilità di fermarlo quella sera. Ci sono delle cose che quando si rompono è inutile incollare. Io non ho ucciso, ma ho permesso che succedesse, quella bambina è morta ed io ero li a ridere del suo pianto. Mi guardava, supplicava il mio aiuto, come dimenticherò i suoi occhi ? Mi chiedeva di intervenire, di salvarla e non l’ho fatto. E’ morta con gli occhi sbarrati su di me, ho la sua morte addosso. Ti ho ascoltato sai, ho provato ad immaginare un futuro, eccolo, l’ho scritto. (Gli mostra i fogli) Ho passato l’ultimo mese qui dentro a scrivere questo.

ROBERT Cos’è ?

VINCENT C’è tutto, la casa con la portafinestra scorrevole, il lavoro al giornale, Mike, tu. Ho inventato anche un nome al tuo paese, Lifetown ! Non ho tralasciato nulla di quella che sarebbe stata la mia vita. Manca il finale, non sono riuscito a trovarlo. Ho provato Robert, ma non ci sono riuscito.

ROBERT Stai condannando un innocente. Non ascolterò le tue storie. Stai uccidendo, per la prima volta.

VINCENT Non è così.

ROBERT Sei malato Vincent, l’unico delitto di cui dovrai rispondere sarà il tuo assassinio. Stai usando la complicità di questo stato per farti fuori dalle tue responsabilità. Hai trovato la via più breve e la legge te la concede, muori in pace se potrai. (Fa per andare).

VINCENT C’è una cosa che vorrei facessi per me. (Gli porge il manoscritto)

ROBERT Non voglio eredità da te, Vincent è vivo.

VINCENT Dallo a mia figlia.

ROBERT Tua figlia ?

 

Il buio raccoglie molto lentamente la scena. L’ultimo a sparire nel silenzio è Arnold.

 

Maria.

PRIMA. L’eredità.

La luce ritaglia nel buio un particolare indefinito di un cimitero. Maria ha in mano le pagine di Vincent e dei fiori. Poggia entrambe le cose per terra. A quel punto vediamo Vincent. Ha in mano la sua chitarra. Parla lentamente, con nervosismo.

 

VINCENT Non ho potuto farne a meno. C’era un guaio alla redazione, avevano assolutamente bisogno di me. Mi dispiace per l’assenza. Stiamo preparando un convegno, è una cosa importante. Vanno facilmente nel panico... per le cose più banali. Ho una buona redazione, ma ancora poco esperta. In verità c’era qualche ragione. L’ordine degli interventi, è il primo convegno importante che ospitiamo, di rilievo. Sarà difficile non commettere errori e bisogna fare le cose al meglio. (Con difficoltà.) L’ordine degli interventi dicevo, ci sono tante personalità, e tutti vorrebbero avere lo spazio migliore per parlare, è una fatica. Già, una fatica, l’infallibilità intendo, è il tema del convegno. E’ legato alla giustizia, ovviamente. Ovviamente ha riscosso un certo interesse. No, hai ragione non lo è. Non è interessante parlarne adesso. (Pausa) Maria ?

MARIA Tua madre si chiamava così vero ?

VINCENT Maria.

MARIA E’ un bel nome.

VINCENT Non potevo cercarti io.

MARIA Lascia stare, adesso sono io qui.

VINCENT Ho potuto solo metterti al mondo.

MARIA Ah già, dimenticavo, grazie.

VINCENT Perché mi hai cercato, dopo tutti questi anni ?

MARIA Di cosa hai paura ?

VINCENT Non lo so.

MARIA So tutto di te.

VINCENT Come... chi ti ha raccontato...

MARIA Come l’ho saputo ?

VINCENT Si quello, volevo dire quello.

MARIA Non è stato difficile, mi sono accorta di non avere un padre e l’ho cercato, nonostante il silenzio di Lisa. All’inizio mi ero fatta tante idee bizzarre immaginando come potevi essere. Il tuo aspetto, la tua voce... mi chiedevo se ti assomigliassi un po’. Ti cercavo in tutti gli uomini che incontravo, e qualche volta ho creduto di incrociarti all’angolo di una strada. Infine mi sono affezionata ad un’immagine in particolare, un attore che avevo visto in un film.

VINCENT Chi ?

MARIA Che importanza ha ? Non ricordavo quel vecchio baule che ritrovai in soffitta nascosto dietro un armadio, impolverato e chiuso a chiave. Lo scoprii, per caso. Sai quando si cercano cose che non trovi da tempo, ti imbatti in mille altre che non avevi previsto. Quando l’ho rivisto ho capito che lì dentro era sepolto l’uomo che mi aveva messa al mondo. Erano nella memoria della mia infanzia, un tappeto con sopra un cavaliere che porta via da un tiranno una bella ragazza, e quel baule, ma l’avevo completamente dimenticato. E’ curioso, non l’ho aperto subito, sono passati alcuni anni fino ad una settimana fa. Non riuscivo ad aprirlo, avevo terrore soltanto dell’idea. Sapevo di non trovare il mio attore lì dentro, ma non ero mai pronta ad incontrarti. Nell’attesa quel baule era diventato il mio rifugio, il mio segreto più intimo. Se avevo paura, salivo in soffitta e mi ci addormentavo accanto sperando di sognarti. Ti ho confessato molti segreti, dovresti sapere tutto di me (Sorride). E’ successo senza un vero motivo, non era un giorno speciale, avevo pensato di aprirla al mio compleanno per esempio, invece non era un giorno speciale. Non ero arrabbiata ne felice, semplicemente sono salita e l‘ho aperto, ho manomesso la serratura meccanicamente. Ho trovato quel tappeto, piegato, che copriva i giornali che parlavano di te, del tuo caso e della tua esecuzione. Il resto è stato facile. Sono venuta soltanto per vedere se esistevi davvero.

VINCENT Ti ho salvata dal tiranno ?

MARIA Il castello è chiuso per sempre.

VINCENT La fanciulla è ancora prigioniera ?

MARIA Non poteva andare tanto lontano da dimenticare. Ho conosciuto Robert, da lui ho ricevuto la tua eredità. Hanno trovato una chitarra sotto il tuo letto, mi ha dato anche quella. Mi piacerebbe imparare a suonarla.

VINCENT Non mi hai dimenticato Maria ?

MARIA Mai, nemmeno un giorno.

VINCENT Perché ?

MARIA Mi sarebbe piaciuto sentirti dire che mi volevi bene. Non mi hai cercata ?

VINCENT Ero un condannato a morte.

 

FINE