VIVA L'EUROPA!

Divertissement in due tempi

di

Virginia Consoli


Personaggi :
Valentino, detto "Euro", barbone, protagonista e narratore, età indefinibile;
Tre Personaggi Femminili, decontestualizzati e trasportati nell'età presente dalla fantasia di "Euro" :
Clitennestra, in abito da regina ;
Lady Macbeth, in elegante veste nera di epoca elisabettiana ;
Hedda Gabler, sempre bella e algida, tipica "maledetta" fin de siècle;
Una Famiglia un po' rumorosa, composta da :
Marito, burbero e brontolone, 40 anni circa ;
Moglie, casalinga frustrata di 35 anni circa ;
Bambino più piccolo, 5 anni circa ;
Ragazzino più grande, quindicenne brufolose e strafottente ;
Ragazzina sedicenne circa, che accompagna il bimbo più piccolo, una
baby-sitter molto speciale ;
Un Grasso Manager-Uomo Politico, 50 anni, robusto e ben pasciuto ;

Altre figure : 
Un Vigile 
Alcuni passanti
Signori del pubblico ( possono essere attori già d'accordo, oppure, a discrezione del regista, lasciamo tutto all'improvvisazione e interpelliamo gli spettatori veri )
Un netturbino.
Personaggi dei fotogrammi : politici, conduttori televisivi e videoclips.
Personaggi dei quadri del secondo tempo : Tre Studenti ; Una Vecchietta. 


S C E N A

Il cortile di una città di periferia. A sinistra vari bidoni della pattumiera. A destra c'è la casa-nido di Valentino, detto "Euro", il protagonista della nostra storia : cartoni di ogni tipo, montati come una piccola casetta ; un fornello, della carbonella per cucinare e riscaldarsi, carabattole varie, oggetti disparati che soddisfano la voglia di collezionismo dell'uomo, metà barbone e metà rigattiere.
All'aprirsi del sipario, dormicchia su un cuscino lacero, senza coperta. Fa abbastanza caldo. Sullo sfondo, le sagome delle case di quel quartiere-dormitorio. La casa centrale è la più grande ed è abitata dalla "famiglia un po' rumorosa" che si farà poi sentire. Sotto le finestre di questa casa è parcheggiato un motorino. Dietro le imposte si intravvedono le luci. E' il crepuscolo. Quando non agiscono i personaggi che popolano le case, davanti alle sagome degli edifici si calerà uno schermo che servirà per le proiezioni dei filmati e dei videoclips.
Appena si alza il sipario, Valentino dorme profondamente. Brontola ogni tanto nel sonno. Entra dalla sinistra un vigile, dall'aria prima severa, poi rassicurante. Si guarda intorno, un po' sospettoso e un po' preso da compassione : vede Valentino e fa un gesto come per dire : "E' sempre lui! Il solito dormiglione !" e gli si avvicina. Estrae dalla tasca una sciarpa e lo copre alla bell'e meglio. Dopo qualche istante esce dalla destra. Valentino si stiracchia, mentre pian piano cala la sera. E' quasi sveglio: con gli occhi ancora arrossati osserva la scena e fruga nell'ammasso di effetti personali per trovare l'orologio. Dopo un enorme sbadiglio, si siede e fissa il pubblico per qualche secondo. Sorride e fa un cenno di saluto con la testa. Prende una bottiglia di plastica e si versa sulle mani un po' d'acqua. Si sciacqua il viso, le mani, gli avambracci, poi si alza, leggermente controvoglia, e ripone il cuscino.

VALENTINO ( al pubblico, ben conscio della sua presenza ) : Buonasera a tutti. Io sono Valentino, detto "Euro". Scusatemi se mi trovate un po'...in négligé... e mezzo addormentato, ma sapete com'è... Ho fatto tardi, ieri sera, e devo recuperare un po' di sonno. Vi piace questo quartiere ? E' il mio regno... si fa per dire ! ( Ridacchia fra sé e sé ) Se si può parlare di regno ! Io dico così perché, al di là di quella fila di bidoni, il mondo va come vuole andare, indipendentemente da me, mentre da qua in poi...eh... basta un segnale... ed ecco un novello incantatore di serpenti che ordina le cose a modo suo ! A mio piacere... come tutti gli oggetti che ho ammucchiato lì, vicino alla mia casetta e che spero di riuscire a farvi vedere il più possibile !

Si dirige verso il mucchio di cianfrusaglie e vi fruga dentro. In sottofondo si ode la canzone "Fumo negli occhi". Valentino trova una vecchia mantellina rattoppata e un cappello bucato, una vecchia bombetta con un fiorellino in cima, e li indossa.

VALENTINO ( sempre rivolto al pubblico ) : Ho scelto da parecchio tempo questo stile di vita. Non mi sentivo abbastanza adeguato per far parte di questo consorzio civile... almeno, per come si stava modificando. Sono diventato, così, all'improvviso, più leggero, più libero... anche se è difficile racimolare cibo a sufficienza, talvolta, non ho mai rinunciato alla dignità... e alla pulizia, ovviamente ! Questo mio angolino ( indica la scena ) sembra, in effetti, un coacervo di schifezze, ma ognuna ha il suo valore e, secondo me, un pezzetto d'anima. E' un posto reale o no ? mi chiederete voi ! Mah ! Non saprei darvi una risposta : forse è tutte e due le cose. Sapete, io sono un po' mago, un po' giocoliere, un po' poeta... se mi viene voglia di parlare con una certa persona, posso farla comparire; se desidero una certa musica, come questa, ebbene, essa parte... Se non la voglio più, basta un cenno ( fa un gesto come per dire "STOP!" e la canzone cessa ) ed ecco... oooops, via ! Ma solo qui, in questa piccola fetta di mondo, eh, già ! Dall'altra parte di quei bidoni comandano ben altre persone ! ( Piccola pausa ) Io, però, ho ricevuto un grande dono... che mi permette di sopravvivere... E' sogno o realtà ? Non ha importanza, secondo me... ma, come sia sia, questa sera ho deciso di renderne partecipi anche voi ! ( Fissa il pubblico con aria più seria ) Non abbiate paura! Non vi succederà niente !

Avanza verso il proscenio, fa un cenno e parte in sottofondo una marcetta da circo. Si siede a fior di loto davanti al pubblico. Dall'alto cala uno schermo ove appaiono proiettate foto di bellissime donne : attrici, soubrettes, quadri famosi. Valentino sorride sornione.

VALENTINO ( bonariamente ) : Abbiamo tante cose da dirci, stasera. Perché ? Perché siamo nella primavera del 1999... alle soglie di un nuovo millennio! Che cosa ci portiamo dietro ? E come saremo ? Cosa ci aspetta ? Il primo argomento di cui mi viene spontaneo parlare, cari signori, è rappresentato dall'altra metà del cielo, le nostre amiche-nemiche, croci e delizie, gioie e dolori di noi uomini : le donne! ( Manda un bacio alla platea ) Che bella invenzione ! Ah, se non ci fossero ...! Che cosa hanno significato per noi ? E che sorprese ci riserveranno ? Mah... Chi m'aiuta a spiegarvelo ?
( Guarda a sinistra, verso il fondo ) Ah, ecco ! Tre illustri signore mi verranno in aiuto. ( Si alza, camminando in punta di piedi per non far rumore, mentre la luce su di lui si affievolisce e la musica tace.)
Eccole... sssschh! Stanno arrivando !

Si siede a destra, vicino al giaciglio, e rimane in penombra.
Entrano dalla sinistra tre Personaggi ben noti agli appassionati di teatro : Clitennestra, catapultata nel ventesimo secolo dalla tragedia greca ; Lady Macbeth, tetra e sanguigna e, per ultima, Hedda Gabler, direttamente dai fiordi nordici. Si dispongono frontalmente al pubblico e parlano una alla volta : Clitennestra è inondata da una luce rosa, Lady Macbeth da una luce bianca e livida, Hedda è soffusa di azzurro. Le diapositive sullo schermo cessano per far posto ai videoclips.

CLITENNESTRA ( parla per prima. E' in abito regale : tunica lunga e rossa, mantello bianco, diadema in capo. E' cupa e amara, più che altezzosa. Appena comincia il suo monologo, parte il videoclip della canzone "When you're gone" dei Cranberries. La musica non deve essere troppo alta, ma sufficiente da essere percepita senza sovrastare le parole ) : Ho ucciso mio marito. ( Pausa ) Due mannaiate... senza pensarci troppo. ( Altra pausa ) Dicono che le donne nascono o madri o mogli... è ben difficile che riescano a raggiungere un vero equilibrio tra le due qualità. Ci sono quelle che stanno volentieri solo col marito e lasciano crescere i figli da soli... e quelle che inondano con un amore totale i figli, dimentiche di tutto il resto, credendo di far bene e, forse, invece, fanno male.
Io sognavo la compagnia di mio marito. Ma quando mi fu negata, per colpa della sua smisurata ambizione, mi rifugiai nella maternità. Per ottenere cosa ? La prima, la luce dei miei occhi, sgozzata come un capretto per far piacere a lui... gli altri due, cresciuti come serpi in seno, per tramare alle mie spalle e uccidermi. ( Pausa ) Io oggi parlo più con amarezza che con rancore. Non crederete veramente che questo non possa più succedere perché io sono vecchia di secoli... Potrebbe capitare anche ora, nella primavera del 1999, una vicenda simile... magari nelle migliori famiglie. Sono stata oggetto di biasimo... ma voglio solo ricordarvi che è più facile giudicare che comprendere. E non significa essere al potere per riuscire ad ottenere la serenità. Io non ne ho mai avuta. Quello che mi dispiace è sentirmi fallita... per colpa...di non so neanch'io cosa... Del fato ? Della società? Dei pregiudizi della gente ? E' difficile, per una donna, raggiungere la felicità.
Ascoltatemi.

Penombra su Clitennestra. "When you're gone" termina per lasciare il posto a "Lovefool" dei Cardigans. Luce bianca e fredda su Lady Macbeth.

LADY MACBETH ( è riccamente abbigliata, forse un po' troppo, fino ad apparire ridicola. La donna porta un abito scuro, una gorgiera bianca e un cappuccio conico allungato, scuro anch'esso. Appena parte la musica, Lady Macbeth fa di tutto per pulirsi le mani, come nella famosa scena del sonnambulismo ) : Ho ucciso me stessa.
( Pausa ) La mia femminilità. ( Altra pausa ) Questi segni sulla mia mano sono il sintomo della malattia... l'esternarsi del mio delitto. Il più grave che una donna possa compiere contro se stessa. Ho prosciugato ogni forza vitale in me, qualsiasi forza positiva... per farla cambiare di segno. E di sesso... per colpa della mia paranoia.
( Lunga pausa ) Perché nessuno mi ha aiutata ? Perché nessuno mi ha curata ? Perché sono nata donna ? ( Ride in modo un po' ebete) Non avevo diritto a ricevere aiuto... perché ero automaticamente colpevole, in quanto donna. Ma sono ugualmente colpevoli anche quelli che hanno consentito che io mi comportassi così. Assieme agli altri ho trascinato anche me stessa nell'abiezione... non sono vigliaccamente scappata. Dopo la mia natura, ho sacrificato anche la mia ragione. Era destino che io, essere imperfetto, anomalo, invertito
... dovessi finire in questo modo. Non ho il diritto di dirvi nulla. Ma se ho cercato compensazione inseguendo smodatamente ciò che non era mio, lasciando una scia di sangue, pensate anche a tutto ciò che ha contribuito a devastare la mia mente. Che è l'unica ad aver pagato il fio.
Le donne non la passano quasi mai liscia. Questo è poco, ma sicuro.
Ascoltatemi.

La luce si affievolisce su Lady Macbeth. "Lovefool" tace e, contemporaneamente, all'acuirsi della luce azzurra su Hedda Gabler, partono i fotogrammi di "Your Woman", canzone di White Town.

HEDDA GABLER ( ha i capelli raccolti sulla nuca, indossa un abito fin de siècle con la vita sotto il seno. Ha l'espressione dura. Sta di tre quarti rispetto al pubblico, un po' ritrosa, un po' altera. Parla malvolentieri, riluttante ) : Ho ucciso mio figlio. ( Pausa ) Assieme a se stessa. Un colpo alla testa. ( Altra pausa ) Se il secolo scorso ha cercato di rimuovermi, non è detto che le donne come me non esistano più. Attenzione. Non è facile essere inadatti a vivere, soprattutto quando si è costretti a vivere e l'unico, estremo gesto di ribellione, non appena tutto ti si rivolta contro, è la fine, decisa e ponderata. Chissà, forse se Freud fosse vissuto un poco prima di me, non avrei fatto quello che ho fatto. ( Pausa ) La verità è che le donne come me nascono già bollate. Schedate. Come agli Uffici di Polizia. Mancano solo le impronte digitali, ma il risultato è lo stesso. Non si accetta una donna che fa fatica più delle altre ad amare... per una qualche ragione inconscia che ancora mi sfugge. Bene o male deve rimanere intrappolata nella rete delle convenzioni... anche lei. Ma non ho scelto io di nascere così ! Chi s'è mai occupato delle mie paure ?
Delle mie enormi angosce ? Nessuno... nemmeno io. La pistola è stata l'unica mediatrice fra me e il mondo. Sono un mostro per voi. Ma non avete idea di quanti mostri come me popolino ancora la terra. E tutto per aver dovuto reprimere i propri istinti... contrari alla morale. Ecco la mia follia distruttiva.
Ascoltatemi.

Penombra su tutte e tre le donne. Lo schermo dei videoclips è di nuovo bianco e viene issato su per lasciare spazio di nuovo alle sagome delle case. Piccolo occhio di bue su Valentino. Le tre donne sono di nuovo illuminate, stavolta da una luce comune, piuttosto calda.

VALENTINO ( alle eroine ) : Cosa avete da dire, ora, a questo gentile pubblico di fine millennio ?

CLITENNESTRA ( alla platea ) : Vogliamo solo chiedere di non essere sempre e costantemente nell'occhio del ciclone.

LADY MACBETH ( c. s. ) : Di occuparsi soprattutto della nostra follia e non dei nostri delitti.

HEDDA GABLER ( c. s. ) : E di rammentarsi che donne come noi ce ne sono sparse a migliaia, ma ognuna con una storia diversa, difficile da condannare in blocco... se sarete più umani.

CLITENNESTRA ( decisa, agli spettatori ) : D'altronde, voi che alternativa offrite ?

LADY MACBETH ( c. s. ) : Pensate veramente che la vostra vita sia migliore della nostra ?

HEDDA GABLER ( c. s. ) : Non siete in parte anche voi colpevoli di questo conformismo che ci ha reso assassine ?

CLITENNESTRA ( c. s. ) : E' proprio così bello il vostro mondo ?

LADY MACBETH ( c. s. ) : O) forse ci avete semplicemente rimosse per esorcizzare i vostri sensi di colpa ?

HEDDA GABLER ( c. s. ) : Perché noi abbiamo avuto il coraggio di fare quello che voi non osate fare ?

TUTTE E TRE ( ad alta voce ) : Non lo sapete che, spesso, essere crudeli è l'unica scappatoia per le donne ?

Lungo silenzio. Valentino estrae dal mucchio un piccolo schermo ove sono riprodotte le tre figure mentre parlano, venendo così ad essere sdoppiate.

CLITENNESTRA ( facendo per andarsene ) : Ecco... una bella alternativa sta qua dietro... in queste case... ( indica lo sfondo e lentamente se ne va. )

LADY MACBETH ( c. s. ) : Dietro quelle imposte... cosa si starà consumando all'insaputa di tutti ? In queste famiglie così normali?
( Con un gesto accenna verso le imposte della casa centrale che si aprono. Esce dalla sinistra. )

HEDDA GABLER ( c. s. ) : E' un po' rumorosa, questa famiglia... Forse è anche più perniciosa di noi... ( Se ne va. )

Valentino ritorna nel buio. Nello schermo si vedono sempre le tre donne che parlano velocemente una dietro all'altra, ma senza audio, con l'effetto di tre pesci un po' ridicoli.
Dalla sinistra entra la famigliola rumorosa, con dei pacchi sotto le ascelle. La moglie, casalinga, 35enne circa, ha un sorriso formale, mentre cammina a braccetto del marito, 40enne dall'aria burbera. Si sorridono ogni tanto, con espressione stucchevole. Li accompagna il figlio maggiore, ragazzino 15enne, dall'aria antipatica. Dalle finestre della casa si scorge il bambino più piccolo, di 5 anni, solo, seduto al tavolo, mentre guarda la televisione. La famigliola, prima di entrare in casa, incontra dei passanti, salutandosi con molto calore. Fanno gesti esasperati di cortesia e si danno commiato inchinandosi più volte. Sembrano delle marionette impazzite.
Non appena entrano in casa, la situazione si capovolge : il marito squaderna il giornale e volta le spalle alla moglie, accalorato e insofferente ; la donna, dal canto suo, diventa piagnucolosa e aggressiva : è evidente che è in preda ad una crisi, cosa che le capita sovente. Impotenti assistono i figli : il ragazzino più grande di tanto in tanto va alla finestra con aria scocciata ; il bimbo più piccolo è spaventato e cerca invano soccorso nell'indifferenza generale.

MOGLIE ( con voce acuta e stridula ) : Quand'è che tornerai da tua madre, se Dio vorrà ? Non ne posso più ! Basta!! ( Spacca un bicchiere )

MARITO ( furioso, alla vista dei cocci, allunga un manrovescio alla moglie, che barcolla ) : Pezzo di cretina, lurida parassita ! Lo sai quanto mi costano questi bicchieri fottuti ? Guarda, ricordati bene che tutto quello che è qua dentro, è mio ! Possibile che non possa mai leggere due righe di giornale in santa pace, la sera, dopo aver lavorato come un negro ?

MOGLIE ( piagnucolando e massaggiandosi la guancia ) : Sei il solito porco, burino, manesco ! Tutta colpa di tua madre che ti ha viziato come un maiale ! E io che ho sacrificato tutto per te : lavoro, affetto, soldi ! Questa roba è tua, d'accordo, ma chi credi che ci butti il sangue per tenerla pulita, la tua casa di merda ? E chi te li ha cresciuti i figli, secondo te, ché non sei mai in casa ?

MARITO ( furibondo ) : E cosa ti credi, che vado a divertirmi ?

MOGLIE ( sempre più aggressiva ) : Sì, gli straordinari con le tue puttane schifose !

MARITO ( si alza furioso e la insegue per picchiarla di nuovo, ma non riesce a prenderla ) : Vieni qui, disgraziata !

Mentre succede tutta questa bagarre, il ragazzino più grande, che sta alla finestra, se ne approfitta per eludere la sorveglianza, si infila il giubbotto e scende fino al cortile. Qualche passante attraversa il quartiere e guarda verso la finestra, sentendo le grida. Il ragazzo fa un gesto come per dire : "Si stanno scannando per l'ennesima volta!", poi inforca il motorino e parte. I viandanti si allontanano dalla destra, indifferenti.
Quando il marito sente, da sopra, il rumore del motorino, si affaccia contrariato ed urla alla moglie :

MARITO ( ad alta voce ) : Eccolo, il tuo degno figlio ! Come l'hai educato bene ! Senza dirti neanche "crepa !", prende su e se ne va !

MOGLIE ( con aria di sfida ) : Ah, sì ? E chi gliel'ha comperato il motorino ?

MARITO ( di rimando ) : E chi l'ha cresciuto maleducato ?

MOGLIE ( c. s. ) : Tu !!!

MARITO ( c. s. ) : No, tu !!!

MOGLIE ( c. s. ) : Io non sono mai stata aiutata nell'allevarli, questi figli ! Sono anche tuoi, o sbaglio ?

MARITO ( cattivo ) : E cosa ne so io ?

MOGLIE ( livida e furente) : Stronzo !! Guarda che scene fai davanti a questa povera creatura !

MARITO ( c. s. ) : No, sei tu !!

MOGLIE ( c. s. ) : No, sei tu !!

Si inseguono di nuovo per picchiarsi. Il bambino piange in silenzio. Di sotto, le tre figure smettono di comparire sullo schermo e la TV si spegne. Si vede il marito che se ne scende con un giubbotto e si allontana svelto. La moglie si rivolge al pubblico ed esclama :

MOGLIE ( al colmo dell'ira ) : Eccolo, lo vedete, quella carogna ? Invece di stare dietro ai suoi figli se ne corre dalle sue puttane ! Ma voi credete che gliela faccia passare liscia ? Io gli corro dietro finché non lo acchiappo e lo svergogno davanti a tutti ! Non mi fermerà nessuno !

Scappa dalla destra lasciando il bambino da solo in casa.
Il bimbo ha lo sguardo fisso, mentre sulla piccola televisione, che si è riaccesa, passano immagini di bambini, ammassati l'uno sull'altro e laceri, come possono essere i piccoli profughi kosovari.
Si odono in lontananza rumori di mitragliatrici, bombe, fischi, sibili, urli e luci violente, come di un'esplosione. Buio in sala.
Quando le luci si riaccendono, Valentino è sempre accovacciato a destra, mentre, dalla casa, escono il bimbo e una ragazzina adolescente, vestita di bianco, che lo tiene per mano.
Valentino li guarda con tenerezza.

LA RAGAZZINA ( dolcemente, al bimbo ) : Vieni con me, piccolino. Chi non ti vuole, non ti merita. E nemmeno chi non ti dà spazio e non ti rispetta. Ti porterò in un posto stupendo, dove non avrai più paura. Purtroppo, in questo mondo, ci sono troppe persone che si sono dimenticate di quanto sei importante e che cosa rappresenti. Ma ora basta con le ingiustizie! Vieni con me ! ( Scorge Valentino ) Oh, ciao, scusami! Non ti avevo visto ! Porto il bambino con me. ( Valentino fa cenno di sì ) Spero di essere in grado di offrirgli un paese incantato... come sai fare tu !
( Valentino sorride per ringraziarla ) Starà certo meglio ! Arrivederci!

VALENTINO ( allegro ) : Ciao ! Ciao, piccolino ! ( Il bimbo gli sorride e gli fa ciao con la mano. E' tranquillo e non piange più. La scena prende un colore ambrato, tenero e soffuso e si ode, in sottofondo, una qualsiasi musica molto dolce, a discrezione del regista. Si può usare il secondo movimento del Concerto per clarinetto e orchestra K.622 di Mozart, ad esempio.
Lentamente, la scena si fa buia. )


F I N E P R I M A P A R T E


S E C O N D A P A R T E 


La stessa scena di prima, che si illumina pian piano. E' passato qualche minuto. Valentino mette ordine. Non appena c'è piena luce, si rivolge di nuovo al pubblico.

VALENTINO ( cordiale ) : Bentornati, signori miei. Approfitto di questo momento di pausa per darvi una piccola spiegazione, di cui mi sono sventatamente dimenticato : mi chiamano "Euro", perché sono venuto ad abitare qui il due di gennaio, cioè il giorno in cui è entrata ufficialmente in vigore la nuova moneta ! Sarà un buon segno ? vi chiederete voi ? Una strana coincidenza ? ( Ride divertito ) Beh, non saprei ! Spero che l'euro non finisca a fare il barbone come me... l'unica cosa che, per ora, ha in comune con me questa caratteristica di novità, di... insolito, con quel tanto di fascino misterioso che ogni cosa nuova si porta con sé... ho un certo allure pure io, non lo potete negare ! ( Prende un tono ironico ) Vero?

Da lontano si ode un gran fracasso, seguito da un rumore di vetri.

VALENTINO ( sorpreso, corre verso sinistra per cercare di vedere cos'è successo ) : Questo, signori miei, non era previsto... ma ben venga !

Passa qualche istante e, dalla sinistra, entra un signore di mezza età, panciuto, ben vestito, ma agitato, affannato, con la cravatta in disordine e i capelli spettinati. Ha una valigetta con sé.

GRASSO SIGNORE ( col fiatone, alquanto contrariato e un po' sconcertato ) : Accidenti... a momenti finivo all'ospedale... La macchina è tutta un rottame... sono salvo per miracolo ! Chissà quanto mi verrà a costare, ora... con tutte le spese che ho già ! ( Valentino lo fissa intensamente, ma lui non sembra accorgersene ) Ma che razza di posto è questo ? Non l'avevo mai visto prima... e dire che la faccio mille volte, questa strada... mi sono trovato un accidente di ostacolo ed eccomi catapultato qua... che schifezza ! Ma cosa aspettano a pulirla, 'sta città? A ripulirla anche da... ( si volta istintivamente e vede Valentino ) ...da tipi come questo ?

VALENTINO ( secco ) : Ti piacerebbe, eh ? Ti roviniamo il panorama ? Solo grazie ad un incidente ti sei reso conto che cosa c'è... al di là del tuo naso !

GRASSO SIGNORE ( aggressivo ) : Ue', ma come ti permetti di parlarmi così, pidocchioso ? ( Pausa ) Mi sai dire dove diavolo posso trovare un meccanico, così lo chiamo col cellulare ? ( Tira fuori dalla valigetta il telefonino, ma si accorge con rabbia che non c'è il segnale ) Accidenti, non prende ! Ma dove cacchio siamo ? Nel limbo ?

VALENTINO ( sornione ) : In un certo senso...

GRASSO SIGNORE ( ancora altezzoso, ma un po' più sulla difensiva) : Uei...ma non sarò mica morto ? Con tutto quello che ho da fare ? 
( Si tocca dappertutto per vedere se è ancora vivo. Valentino scoppia in una risata omerica ) Cosa ridi, scemo ? Ho avuto un pauroso incidente, ci sto rimettendo milioni, tempo prezioso, e tu ti contorci dalle risate ?

VALENTINO ( ridendo ) : A volte gli incidenti sono provvidenziali...

GRASSO SIGNORE ( alterato al massimo ) : Pezzo d'idiota, i parassiti come te, che stanno a carico della gente che lavora, andrebbero eliminati!
Ma lo sai chi sono io, cretino ?

VALENTINO ( un po' serio, un po' faceto ) : Io lo so perfettamente, ma il nostro gentile pubblico no, pertanto, visto che io sono una persona paziente e tollerante, sai che faccio ? Ignoro i tuoi insulti e mi siedo qua 
( si accuccia nel solito angolo ) e ascolto il tuo racconto.

GRASSO SIGNORE ( sconcertato dalla calma di Valentino ) : Porco schifo... non so ancora se ci sei o ci fai... comunque, per farla breve, perché ho poco tempo... io sono il Cavaliere Federico Fracassi, ragioniere, commercialista, laureato a pieni voti alla Bocconi, imprenditore, pubblicista e cavaliere della Repubblica, come ho già detto. Ho anche svolto attività politica, non per scopo di lucro, ma per servire l'Italia. Ho alle dipendenze un sacco di lavoranti che, credetemi, mi costano più di quanto producano... lavoro dodici-quattordici ore al giorno, non vedo mai mia moglie - non che mi dispiaccia particolarmente - ma sono a posto con la coscienza e ho tutto il diritto di pretendere quello che mi spetta. Non ho certo rubato nulla, io... i miei affari sono netti e puliti. A differenza di te, caro il mio signor barbone, che non ti sei neanche presentato e non hai fatto un cazzo per aiutarmi. La mia macchina è sfasciata, io devo tornare in ufficio e ho fretta... mica come la Sua Signoria ! Per te ogni giorno è uguale all'altro... il lunedì, la domenica... il mattino, il pomeriggio... Uei ! Ma chi ti credi di essere ?

VALENTINO ( impassibile ) : Cos'hai da dire al nostro pubblico di fine millennio ?

GRASSO SIGNORE ( allibito da quella domanda e ancora arrabbiato): Che chiamino un cazzo di meccanico, dio bonino ! Ma chi sei ? Il figlio di Marzullo, che fa domande sceme ?

VALENTINO ( alzandosi in piedi e dirigendosi verso di lui ) : Io ce l'avrei un modo per risolvere i tuoi problemi e per farti tornare nel tuo mondo, al di là di quei bidoni... ma siccome questo è una specie di Antimondo e qui comando io, devi fare come ti dico. ( Il Grasso Signore si indispettisce, ma non replica ) Lo so che tu sei abituato a farti rispettare, ma mi devi usare qualche piccola cortesia... Girati un attimo !

Valentino forza il grasso signore a voltarsi verso lo schermo, calatogli davanti alle case. Sul telone appare la diapositiva di una splendida macchina.

GRASSO SIGNORE ( meravigliato ) : Ue'... ma che cosa sei ? Un mago FIAT ? E' bellissima... come si chiama ?

VALENTINO ( sincero ) : Non lo so come si chiama, ma so per certo che è qua fuori che ti aspetta, al posto della tua Lancia vecchia e scassata... ( Il Grasso Signore balza dalla gioia e fa per correre via. Valentino lo trattiene ) Prima di andartene, però, devi fare due cose : ascoltare i discorsi di questi signori ( sullo schermo scompare la macchina e appaiono numerosi fotogrammi di uomini politici, italiani o stranieri : presidenti del Consiglio, della Repubblica, capi di Stato, ecc. Il pubblico percepisce solo un brusio di cui si afferra solo qualche parola distinta. Si intuisce che sono comizi propagandistici, seguiti da una grande folla osannante. Il Grasso Signore comincia ad essere impaziente )... e lasciarmi la tua valigetta !

GRASSO SIGNORE ( a questo punto trasale e grida ): Ah, no, questo è troppo ! E passi per questi noiosissimi discorsi, ma le mie cose no !
Mai !!

VALENTINO : Ma sarà così indispensabile questa ventiquattr'ore ? Potresti aiutare un sacco di gente che abita qui...

GRASSO SIGNORE ( riluttante ) : Fammi pensare... ( nel frattempo tenta di seguire il discorso di un personaggio. Passa qualche minuto, dopodiché sbotta ) Sono stufo ! Non ne posso più ! Sono capitato in un manicomio retto dai matti stessi ! Dov'è 'sta macchina maledetta ? Io me ne debbo andare !!

VALENTINO ( con intenzione ) : Non hai ancora finito di ascoltare...

GRASSO SIGNORE ( esplode ) : Ma che cosa devo ascoltare ? Tutte queste balle ? Perché sono balle e nient'altro ! Sono secoli che i politici si reggono su queste frottole e i coglioni come voi ci credono ! Perché vogliono crederci ! Come pensi che me la sia fatta io, la propaganda politica, signor sapientone ? Nella stessa maniera di questi qua ! ( Dopo queste parole il brusio cessa e i personaggi muovono solo le labbra. Il sonoro di queste immagini è dato dalle parole del Grasso Signore, che ormai parla per loro ) Tanto lo sanno benissimo che non faranno mai un cazzo per voi, ma solo per loro, che hanno le tasche belle piene dei vostri soldi, come in questa valigetta ! ( La butta ai piedi di Valentino. Nella caduta si apre e ne escono fuori "pezzi di grosso taglio") Ma i più pazzi sono ancora loro, che pensano di essere i soli a comandare...Palle!! Siamo noi industriali a dettare legge anche a loro, cari miei, perché senza di noi loro non esisterebbero neanche ! E nessuno meglio di me lo può sapere, perché ho fatto entrambe le cose ! ( Sbuffa e prende fiato. Le immagini terminano ) Sei contento, ora ?

VALENTINO ( con un sorriso smagliante ) : Era proprio questo che volevo sentirti dire ! Confidavo che, sotto la spinta della necessità... non avresti esitato a dire, almeno una volta , la verità ! Complimenti ! Va' pure, ora : la macchina è là fuori che ti aspetta !

Il Grasso Signore rimane per qualche secondo imbambolato, come se non avesse capito bene sia queste ultime parole, sia tutta la vicenda. Forse ha anche paura di aver parlato troppo. Valentino lo vede titubante e gli fa ulteriormente segno di andarsene. A questo punto l'uomo si allontana dalla sinistra, dando ancora qualche occhiata furtiva qua e là, soprattutto verso la sua borsa. Si sente quasi subito il rumore di un motore che parte in lontananza. Valentino sorride bonariamente e si dirige verso la sua baracca.
Lentamente, la scena si fa buia.
Passa qualche istante e Valentino è sempre sulla destra. Ha accanto a sé un bussolotto con delle palline, come nella lotteria. Tira fuori dal coacervo una specie di bacchetta magica.

VALENTINO ( con tono solenne ) : Ed ora, signore e signori, senza tediarvi oltremodo, dopo questa breve carrellata sui sentimenti di fine millennio, con l'ausilio di questo strumento prezioso ( indica la bacchetta) e delle cifre presenti in questa specie di urna - mi dispiace, signori, so che siete abituati in un'altra maniera, ma , purtroppo, stasera, non vincerete niente con questa estrazione- sarò in grado, contemporaneamente, di evocare altri personaggi e di proiettare immagini sul nostro fedele schermo!
( Pausa. Riprende fiato ) Ed ora, signore e signori, aiutatemi... a dare i numeri ! Senza offesa ! ( Si rivolge direttamente al pubblico, verso il proscenio ) Forza, signori ! Datemi un numero da uno a novanta !

SIGNORA ( dal pubblico ) : Quattordici !

VALENTINO ( felice ) : Benissimo, signora ! Quadro numero quattordici!

Entrano dalla sinistra tre ragazzi, vestiti alla meglio. Sono studenti. Contemporaneamente, appare un politicante che arringa la folla. Le sue parole si sentiranno solo alla fine.

PRIMO STUDENTE ( agli altri ) : Che dite, ragazzi, andiamo a finire quel capitolo per domani ?

SECONDO STUDENTE ( insofferente ) : Ma chi te lo fa fare ? Magari domani mariniamo. Ci inventiamo qualche scusa... che ne so, il Kosovo, i curdi... Tanto, per vedere il pròf che legge il giornale...

TERZO STUDENTE : Io so' stufo di 'sta scuola... quasi quasi me metto a lavora'... Ho già fatto qualche domanda, ma me le hanno bocciate tutte... Uno mi ha detto che non ero "idoneo"... ad un altro ho sbagliato la marca da bollo, quell'altro non capiva la mia firma e quindi non ero un "individuo" affidabile...

PRIMO STUDENTE ( convinto ) : Qualcosa dovremo pur fare !

SECONDO STUDENTE ( smargiasso ) : Ma che ti sforzi a fa' ? Io a scuola ci vado per parcheggio... Tanto poi mi sistema mio padre... E tu
( al terzo studente ) è inutile che ti sbatti a mandare curriculum ... se non hai un calcione nel culo, i concorsi non li fai ! Tienti buono mio padre che, magari, dà un aiutino anche a te... !

I tre si allontanano dalla sinistra. La voce del Personaggio sullo schermo ora si percepisce bene.

PERSONAGGIO ( serio ) : ... ed ora, signore e signori, concluderò dicendo che la scuola italiana è una delle migliori d'Europa : il personale scolastico è altamente qualificato e contribuisce saldamente alla formazione dei giovani, i quali, dal canto loro, conoscono benissimo il proprio dovere e tutto quello che gli compete ! Largo ai giovani e largo alla scuola, signori miei... !

Buio sullo schermo.

VALENTINO ( al pubblico ) : Altro numero ! Prego, signori !

SIGNORE : Ventisette !

VALENTINO : Benissimo, signore ! Subito il quadro numero ventisette!

Entra una vecchietta che cammina a fatica. Ha un telecomando in mano. Con questo "accende" lo schermo. Appare la giovane conduttrice di un gioco a quiz. Ha accanto a sé una concorrente, anch'essa ragazza.

CONDUTTRICE ( sullo schermo, si rivolge alla fanciulla ) : Ed ora, mia cara, se risponderai esattamente, avrai in mano il tuo futuro. Quest'ultima domanda, infatti, vale ben duecento milioni e ti frutterebbe, oltre ai soldi, una splendida Station Wagon e una vacanza per te e il tuo fidanzato in uno dei nostri magnifici Club Vacanze nell'Oceano Pacifico !

La vecchietta fa una smorfia.

CONDUTTRICE ( sempre alla ragazza, che infila le cuffie ) : Dunque... per duecento milioni...pari quasi a cento milioni di euri, credo... dimmi quanti tipi di versi fa il pesce !

LA RAGAZZA ( ci pensa un po', poi esclama ) : Ma il pesce è proverbialmente muto !

CONDUTTRICE ( al colmo della gioia ) : Risposta esatta ! Bravissima!
( La concorrente si leva le cuffie ed emette grida di giubilo ) Non sei cascata nel nostro trabocchetto ! D'altronde, signore e signori, il nostro pubblico, che ci segue da anni, può essere solo di prima qualità e non è certo stupido, come qualche maligno vorrebbe farvi credere ! Continuate a seguirci, cari telespettatori, così sarete fortunati come lei ! La vostra conduttrice, che vi tiene tanta compagnia, ora vi saluta e vi ringrazia ! Ah, se non ci fossimo noi, che vi pensiamo tanto, ditemi, che cosa fareste nelle vostre grigie giornate ? Noi siamo i vostri amici e lo dimostriamo, perché siamo sempre presenti nel momento del bisogno ! Vero ?!

Lo schermo si spegne. La vecchina getta via il telecomando ed estrae dalla tasca un ritratto. Lo guarda per qualche secondo, poi lo bacia. Subito dopo ha un'espressione di dolore e si porta una mano al petto.

LA VECCHINA ( molto sofferente ) : Oddio... mi sento male ! Aiuto!
Aiuto !! ( Cade a terra. Buio su di lei )

VALENTINO ( sempre al pubblico ) : Un altro numero, signori !

SIGNORE : Numero novanta !

VALENTINO ( entusiasta ) : Ottima scelta, signore mio ! Prego, il quadro numero novanta !

Rientrano i Personaggi già incontrati : Clitennestra, Lady Macbeth, Hedda Gabler, la Famigliola, la Ragazza vestita di bianco, il Grasso Signore. Valentino si unisce alla compagnia. Sullo schermo appaiono immagini di cortei di protesta, folle di manifestanti, marce per la pace, cartelli e slogans.
Tutti i Personaggi hanno un'aria allegra e si mostrano cordiali l'uno con l'altro, con gesti affettati ed espressioni di circostanza. Il Grasso Signore porge una bottiglia di champagne da stappare a Valentino, che lo ringrazia col capo. In sottofondo si sentono echi di fuochi d'artificio e luci di vario colore.

VALENTINO ( al pubblico ) : Ridendo e scherzando, qui è già arrivato il 31 dicembre 1999... come vola il tempo ! ( Clitennestra si ritira un attimo a sinistra e torna con un vassoio di bicchieri ) Stasera è una serata di festa, signori miei, e lasciamoci alle spalle, per un attimo, tutto quello che vi ho fatto vedere... tanto, ormai, siamo in Europa... convinti ed orgogliosi, vero?
( Gli altri Personaggi rispondono all'unisono, con tono un po' monocorde: "Sììììììì !" ) Signori, è mezzanotte ! ( Stappa la bottiglia e serve tutti ) Brindiamo, signori ! ( Appare sullo schermo retrostante il viso di Prodi che esclama : "Siamo pronti per l'entrata in Europa !" )
D'altronde, un po' di champagne fa anche bene ! Tanto... quando c'è la salute !

Su queste parole, lo schermo si spegne e viene issato su. Le luci si abbassano pian piano. Si sentono in lontananza i fuochi d'artificio, mischiati a rumori di cannone e mitragliatrici, come nel primo tempo.
Buio completo.
Quando si riaccendono le luci, è l'alba della mattina dopo. Tutti i Personaggi sono spariti, tranne Valentino che dorme sotto i cartoni.
Un netturbino pulisce per terra e vuota i bidoni. Parlotta fra sé e sé.


NETTURBINO ( bofonchiando ) : Questi secchi della spazzatura sono talmente vecchi e arrugginiti che io faccio altro che buttarli assieme all'immondizia ! Sembra quasi che Valentino si sia voluto costruire i confini ! Bah ! S'arrangerà !

Porta via i bidoni e si allontana a sinistra. Da destra entra il vigile già apparso all'inizio della storia. Guarda Valentino per qualche secondo.

VIGILE ( scuotendo Valentino ) : Ehi, Valentino, sveglia... Hai fatto bagordi, ieri ? Forza... Scuotiti... Dài, ché ti offro un caffé !

Valentino non reagisce. Il vigile, preoccupato, si china su di lui, lo tasta e capisce. Col volto molto triste si rialza piano. Prende il telefono e compone il numero.

VIGILE ( al telefono ) : Pronto ? Ambulanza ?... Sì... chiamo per un decesso... Chi ? Un barbone... una persona semplice. Penso un infarto. Saranno gli effetti del Capodanno... Come ? Ah... siete stanchi anche voi... avete fatto bisboccia, ieri. Venite pure con calma. Tanto ormai non c'è più nulla da fare... Grazie.

Riattacca e si guarda un po' intorno. Da sinistra si ode una frenata incredibile. Il vigile corre subito in quella direzione.

VIGILE ( dirigendosi verso la quinta ) : Pezzo d'imbecille ! Ma chi ti ha dato la patente ? Fa' guidare qualcun altro, se sei ubriaco ! Ma pensa te!...
( Esce di corsa )

La luce si concentra ancora su Valentino per qualche istante. Mentre in sottofondo parte la canzone "Imagine" di John Lennon, cala la luce ed anche il sipario.

F I N E