IL VIZIETTO DI PAPA’

COMMEDIA IN DUE ATTI DI

TURI GIORDANO


(da - La cage Aux Folles - di Jean Poiret ) 



PERSONAGGI

GIORGIO
SALVINO
FRANCO
GIACOMO
ALBERTO
ALFONSO
EDOARDO
CAMILLA
MARIELLA
SIMONA
MARIO



ATTO PRIMO

Scena unica.
Soggiorno di un appartamento dove si trova anche la direzione di un Night-Club specializzato in spettacoli di travestiti a Taormina. L’insieme è molto elegante. Lo stile dell’arredamento del salottino è di un gusto squisito ma equivoco ad un punto tale che finisce per non esserlo più. Busti di uomini nudi, quadri alle pareti con soggetti erotici. 
E’ estate. Di sera. Una “donna” di spalle finisce di truccarsi. Un uomo sulla quarantina, Giorgio, è visibilmente innervosito dalla sua lentezza.


GIORGIO- Spicciati! Spicciati! Se continui a fare così, un giorno o l’altro la gente incomincerà a stufarsi di te. Mai, mai, mai che ti presenti puntuale al tuo pubblico. Se invece di poltrire nel letto come una passeggiatrice notturna che vuole dormire tutta la giornata per essere pronta poi di notte, incominciassi a prepararti nel primo pomeriggio, non mi renderesti così nervoso come lo sono ora. Non mi rispondi, vero? Non ti degni neanche di rispondermi. Ma guardati, guardati! Hai il fisico tutto afflosciato. Il tuo corpo è diventato una pappamolle. Sembri un cuscino di penne d’oca strapazzato dal due notti. (L’altra continua a truccarsi senza dire niente) Se mi stancassi di te, tu cosa faresti? Dove troveresti un altro come me? Non rispondi? Insomma basta?

A questo punto si apre una porta e fa irruzione Franco, un giovane di 35-40 anni. La porta resta aperta permettendoci di udire la musica proveniente dal sottostante cabaret.

FRANCO- (rivolgendosi al personaggio di spalle) Ti spicci Zazà?

SALVINO- (il personaggio di spalle) Oh!

GIORGIO- (a Franco) Non ti permettere più di parlare al signore con questa tonalità! Hai capito? Un po’ ri rispetto.

FRANCO- Mercedes è giù che sta provando già da un bel po’e aspetta che tu scenda.

SALVINO- (girandosi verso il pubblico) Mercedes non è la favorita di Giorgio, quindi può aspettare quanto vuole. E se ha delle dimostranze da fare può rivolgersi anche al sindacato dei travestiti……quelle donnacce di basso bordo. E poi ancora una parola e non scenderò a provare neanche con i missili, (fa il segno dei missili con la mano)…… neanche con le bombe a mano, (fa segno con le mani)….avete capito? Vi avverto che oggi non è la mia giornata buona, quindi sappiatevi regolare!

FRANCO- Va bene….. (va via)

GIORGIO- Per carità non incominciare a fare i soliti capricci, non fare la capricciosa che qui non siamo in pizzeria!

SALVINO- Sta parlando il calzone alla siciliana.

GIORGIO- Io ho impegnato un sacco di soldi in questa nuova rivista, lo vuoi capire? E non posso permettermi di sbagliare spettacolo. E tu devi provare come gli altri.

SALVINO- Veramente, per tutto quello che devo fare in questa rivista….potrei benissimo non muovermi di qui. Potrei provare anche per telefono….per interposta persona…col pensiero….lontana anche mille miglia…..

GIORGIO- Stai incominciando nuovamente? Non sei mai contenta. E ricordati che chi si contenta gode. Vuoldire che non vuoi godere….

SALVINO- Io voglio godere…..lo sai quanto voglio godere…. Solo che tu non mi scrivi più quelle belle parti che mi scrivevi quando ci siamo conosciuti, quando incominciasti a innamorarti di me. E sai perché non mi scrivi più belle parti? Perché non mi ami più come prima. Perché non mi fai sentire l’essere più importante della tua vita. Guarda, vedi che io mi sono accorto di tutto sai? Non mi guardi più come la regina del cabaret capace di suscitare emozioni da mille e una notte, adesso mi guardi come una donna di casa da sopportare per mille e più notti.

GIORGIO- Sta volta è partita davvero!

SALVINO- Cosa mi hai fatto fare in questi ultimi tempi a teatro? Parti di donne, dove la femminilità, la grazia e l’eleganza non sanno neanche dove sta di casa. Dove sono quei bei tempi quando mi facevi fare la ninfa fedele col minislip bucherellato e il reggiseno fatto di petali di margherite?

GIORGIO- (imbarazzato) Oggi la gente è stufa di vedere ninfe e margherite. Non è più tempo di margherite.

SALVINO- Ah no? E che tempo è allora, tempo di rubinetti?

GIORGIO- Quanto sei spiritosa!

SALVINO- La gente andava in delirio per le ninfe….. E quando io, morivo, la sulla scena, tutti, dico tutti, si mettevano a piangere per la commozione….

GIORGIO- La gente piangeva non per la commozione che gli procuravi, ma perché non morivi davvero e quindi ti doveva sopportare per altre due ore di spettacolo! 

SALVINO- Cosa vorresti dire?

GIORGIO- Niente. Solo che non si possono fare sempre scene di ninfe!



SALVINO- Ad ogni modo, non ci sono più corpi degni di fare le ninfe. Io sarò l’ultima ninfa degna di questo nome.

GIORGIO- Sì, invece di Zazà, a teatro ti chiameremo a zzà Ninfa.

SALVINO- Non sei stato per niente divertente. Comunque, dato che ci tieni tanto al tuo nuovo lavoro, fai salire Alfonso perché gli devo dire due paroline. Tu non puoi sapere quello che fa durante la mia canzone. Chiamalo!

GIORGIO- No!

SALVINO- Si!

GIORGIO- No!

SALVINO- (gridando) Si!

GIORGIO- Ah! con te non si può mai discutere. (aprendo la porta che da al locale) Franco per favore fai salire Alfonso. La prima donna gli deve parlare. (a Salvino) Sei contenta?

SALVINO- Tu non capisci nulla. Io sono una vera professionista. Io! Io ho un pubblico che mi segue da moltissimi anni. Io! Il mio pubblico viene in questo cabaret solo perché ci sono io. Io! Perché io sono una vera artista. Io!

GIORGIO- Io…io…io…io…Sei un’egocentrica. Tu sei convinta che il mondo esista solo perché esisti tu. Ma il mondo cara mia, se ne sta straffottendo di te. Tu non sei che un quintomiliardesimo della polpolazione mondiale e quindi o ci sei o non ci sei per il mondo è indifferente.

SALVINO- Ma io sono una vera artista!

GIORGIO- Sai che ti dico, che io delle vere artiste me ne sbatto!

Entra Alfonso. E’ una persona graziosa dal sesso non definito,ha l’apparenza di un ragazzo che cerca, con movenze di donna, di far l’uomo. Ha una gomma da masticare in bocca.

SALVINO- Ah! Avvicinati bella! Voglio che Giorgio ti dica come devi muoverti durante la scenetta della regina di Broadway, perché le movenze che hai fatto durante le prove fin’ora non mi sono per niente piaciute.

GIORGIO- Su, vediamo cosa hai fatto fin’ora.

Salvino fa qualche passo di una coreografia semplicissima stile vamp. Adesca il ragazzo che assume un atteggiamento da tenebroso. Alfonso esplode con la bocca una palla di gomma. Salvino si ferma all’istante.

SALVINO- Stop, stop, stop! Hai visto? Hai visto cosa ha fatto?

GIORGIO- Cosa ha fatto? Io non ho visto niente.
SALVINO- Ah, non hai visto niente? Fa le palle di chewgum mentre io canto. Me lo fa apposta. Mi fa le palle apposta.

GIORGIO- E allora?

SALVINO- Come, e allora? Non deve attirare l’attenzione del pubblico con le sue palle mentre io canto.

GIORGIO- Alfonso, finiscila con le palle. Non le fare vedere al pubblico, tenetele in bocca, un po’ di contegno figliuolo, se no il pubblico si convincerà che sta assistendo ad uno spettacolo veramente palloso.

SALVINO- Cosa vorresti dire?

GIORGIO- Non parlavo di te.

SALVINO- Bene. Dunque dato che lo spettacolo deve essere veramente gaio, io da questo momento decido che lui non reciterà più con me.

GIORGIO- Aspetta non precipitiamo le cose. Lo sai quant’è difficile trovare dei ballerini che si prestano a questi spettacoli en travestì. Fai parlare me. (ad Alfonso) Vedi caro, tu devi pensare un po’ alla situazione. Non è che perché facciamo una rivista di travestiti non dobbiamo avere un certo contegno? Anzi dobbiamo avere il massimo contegno possibile e immaginabile. Noi non dobbiamo dare dei messaggi negativi. Tuttaltro. Perché i giovani ci guardano e ci imitano. Dunque, ascoltami. Tu fai la parte di un uomo, di un uomo perduto nella notte e nella nebbia. A un certo punto cosa vedi?

ALFONSO- (in romanesco) Se c’è ‘a nebbia nun vedo ‘ncazzo!

GIORGIO- Appunto! Non vedi un cazzo! Però vedi una donna…una donna che è… che è…(cerca la parola ma Salvino non l’ispira) che è….lei! Allora tu, posseduto dal suo fascino femminile che sprizza da tutti i pori…cosa fai?

ALFONSO- Se sprizza m’asciugo, che devo fa?

SALVINO- M’ha preso per la fontana di Trevi m’ha preso!

GIORGIO- (ad Alfonso) Ti innamori e gli passeggi accanto così. (gli fa vedere come deve fare. Giorgio chiaramente è poco maschile nei movimenti.) Visto? Molto maschile, quasi un bovaro della pampas argentina.

ALFONSO- (cerca di imitarlo ma ne esce fuori una cosa ibrida)

GIORGIO- Va bene, va bene, basta così te ne puoi andare. 

ALFONSO- Grazie belli! ( e gli schiocca una palla di chewgum)
GIORGIO- Ah, carino, guarda che qui dentro, palle e palloncini non ne vogliamo. Restiamo intesi? Quindi fai il tuo lavoro come si deve e non ci rompere le palle!

SALVINO- Quale?

GIORGIO- Quelle che lui conosce benissimo! 

ALFONSO- Se vedemo giù! (esce)

FRANCO- (venendo dal cabaret) Zazà, Zazà a che punto sei, Mercedes ha provato già altre quattro canzoni…..

GIORGIO- (a Salvino) Ti vuoi sbrigare?

FRANCO- …… e sapete benissimo che quando a Mercedes gli prendono i cinque minuti diventa volgare ed intrattabile!

GIORGIO- (a Salvino) Cara! Ti prego! Ti supplico in ginocchio! Sbrigati!

SALVINO- Sono pronta, sono pronta…. Datemi il mio mantello… (Giorgio glielo porge)
Professionista sono rimasta solo io, sono l’ultima professionista! Dopo di me il diluvio!

GIORGIO- Va bene, va bene, ma spicciati….. antidiluviana!

SALVINO- (cercando) Il ventaglio, dov’è il mio ventaglio?

GIORGIO- Ma è una prova non c’è bisogno del ventaglio!

SALVINO- Io sono una professionista, io! (l’io finale lo ripetono all’unisono Giorgio e Franco) Avete da dire qualcosa?

GIORGIO- Il ventaglio te lo faccio portare giù da Giacomo, intanto vai via, via, vattene!

SALVINO- (gorgheggiando comicamente va via seguita da Franco)

GIORGIO- (rimasto solo, chiama) Giacomo! Giacomo! Giacomo porta giù il ventaglio di Zazà a Salvino! Velocemente però, perché se no non può provare….

GIACOMO- (è un bel ragazzo vestito solamente con un perizoma ma quasi nascosto dal grande ventaglio di piume, scivola dietro a Giorgio e si dondola attorno a lui)

GIORGIO- (infastidito) Ma finiscila di girare a casa tutto nudo! Non siamo al cabaret qui!

GIACOMO- Perché non ti fa piacere?

GIORGIO- Non mentre lavori. Può entrare qualcuno!
GIACOMO- E allora che pericolo c’è? Qui entrano solo travestiti!

GIORGIO- Non è vero che entrano solo travestiti….

GIACOMO- Ah, già, che sbadato. Mi ero dimenticato che qui entrano pure froci e finocchi!

GIORGIO- Giacomo ti proibisco di parlare in questo modo irriguardevole nei confronti dei miei amici che sono tutti maschioni e virili come me, bella di mammà, oh!

GIACOMO- A me piacerebbe fare un bel numero a teatro! Perché non mi fai fare mai un numero? Perché, perché?

GIORGIO- Perché tu non sei capace di fare nemmeno il numero telefonico. I numeri teatrali non sono adatti per te carina!

GIACOMO- Ma ci sarà un numero facile facile da potere fare in questa rivista, no?

GIORGIO- Non ci sono numeri per te, piccola.

GIACOMO- E tu perché non me lo scrivi un numero adatto a me?

GIORGIO- (prende carta e penna, poi scrive) Ecco questo è il numero che puoi fare. (gli da un pezzo di carta con su scritto un numero telefonico)

GIACOMO- (prende il pezzo di carta e legge) 914572, e che numero è questo?

GIORGIO- Il numero del manicomio.

GIACOMO- Ah quanto sei spiritoso…. Vado a portare questo ventaglio a Salvino se no mi viene qualche attacco di isteria pazzotica… Aaaahhhh…. A me il numero del manicomio.. (va a portare il ventaglio a Salvino e mentre esce mormora istericamente)

GIORGIO- Più che una casa questo è un casino! Un casino di pazzi!

MARIO- (entra dalla porta del cabaret, è un giornalista di gossip) Oh, chiedo scusa…

GIORGIO- Mario, ancora tu?

MARIO- Mi sono perso, cercavo la porta d’uscita…..

GIORGIO- ….e invece guarda caso sei entrato a casa mia.

MARIO- Dovevo andare al giornale per consegnare l’articolo sulla vita notturna di Taormina e con la fretta ho sbagliato porta.

GIORGIO- Dì piuttosto che stavi ad origliare dietro la porta.
MARIO- Quale origliare. Io non sono uno spione…

GIORGIO- Tu vuoi fare uno scoop utilizzando noi. Ti ho detto almeno una trentina di volte che nel mio locale tu non ci devi mettere più piede. Il tuo giornale non è fatto per noi e noi non siamo fatti per il tuo giornale scandalistico, hai capito? Qui non troverai nessun appiglio per uno scoop scandalistico. Noi siamo una famiglia unita e anche cristiana. Si può dire che di noi puoi scrivere solo su Famiglia Cristiana e come esempio per tante altre famiglie italiane. Qui non c’è nulla da scoprire e soprattutto di scabroso.

MARIO- Sono un giornalista io, e la mia professione è quella di informare. Non puoi impedirmi di raccogliere notizie che interessano la collettività.

GIORGIO- E allora se è per questo, le notizie te le do io. Scrivi: Giorgio Finocchiaro, il proprietario del cabaret “La gabbia dei gay” è figlio naturale di Monsignor Martini e di Jessica Bianco, per cui si può dire di essere un Martini-Bianco, in oltre è fratellastro di Amanda Lear e cugino alla lontana di Leopoldo Mastelloni. Ed ora per non perdere l’abitudine…. (prende Mario per il collo e per il fondo dei pantaloni e fa per buttarlo fuori, Mario apre la porta d’uscita da se)

MARIO- La strada principale?

GIORGIO- Sempre avanti! (lo butta fuori. Giorgio resta pensoso e guarda l’orologio. Poi chiama) Giacomo, Giacomo, porta il carrello che ho preparato in cucina e poi puoi anche andartene.

GIACOMO- (entra spingendo un carrello carico di piatti coperti e di posate. E’ sempre col perizoma ma coperto da un grembiulino bianco e da una parrucca bionda in testa sulla quale ha una crestina)

GIORGIO- Sembri proprio una infermierina della casa di cura “Se vi sentite giù ci penso io ad innalzarvi …..il morale”. Ma come ti sei combinata? E poi proprio con una delle parrucche di Salvino che se lo viene a sapere ti graffia tutta. Vatti a cambiare. (va verso Giacomo che si nasconde)

GIACOMO- (scappando) Prendimi, prendimi se ne sei capace! Dai, vienimi a prendere, tesoruccio! (si fa lascivo)

GIORGIO- Non lo dico io, tu finirai ad interpretare qualche film!

GIACOMO- D’amore? Tipo “Via col vento”?

GIORGIO- Di sesso, tipo “Via col membro”! (prepara la tavola mettendo tovaglia e piatti per due) 

GIACOMO- Prepari la tavola per la diva del cabaret? Vuoi che mi metta a ballare, mentre cenate, con le piume di struzzo?
GIORGIO- Voglio direttamente che ti strozzi da te, se no ti affogo direttamente io nell’acquario dei pesci così oltre ai pesciolini rossi avrò pure il polipo bianco!

GIACOMO- (gli esce la lingua, facendo un gestaccio, ed esce mormorando)

GIORGIO- Mi chiedo sempre se questo ragazzo non è per caso un po’ ninfomane! (poi dispone dei fiori sul tavolo. Suonano alla porta. Si precipita ad aprire. Entra un ragazzo di 20 anni, affascinante. Porta un borsone da viaggio che posa rapidamente per gettarsi fra le braccia di Giorgio. Restano così per un istante guancia a guancia. Giorgio lo contempla e gli dice) Come stai?

ALBERTO- Benissimo!

GIORGIO- Su, mettiti a tuo agio. Siediti. Cosa preferisci whisky o champagne?

ALBERTO- Un po’ di champagne, grazie!

GIORGIO- (lo serve. Si guardano con tenereza) Sai che ti trovo più bello? Più bello ed anche in ottima forma!

ALBERTO- Ti piaccio veramente?

GIORGIO- C’è bisogno di chiedermelo? Sei uno schianto! (porgendogli il bicchiere ne approfitta per abbracciarlo di nuovo, poi gli si siede accanto)

ALBERTO- E Salvino, dov’è?

GIORGIO- Sta provando giù e ne avrà per un bel pezzo.

ALBERTO- Ah!

GIORGIO- Sai che ho sentito la tua mancanza, birbante?

ALBERTO- Per due mesi appena.

GIORGIO- Eh, due mesi! Non siamo mai stati tanto tempo così lontani.

ALBERTO- Già!

GIORGIO- E allora com’è Parigi? E’ bella?

ALBERTO- Meravigliosa-

GIORGIO- (insinuante) E….è andato tutto bene?

ALBERTO- Tutto.
GIORGIO- Hai fame?

ALBERTO- Un po’. (si siedono a tavola vicinissimi) Però a quel che vedo, anche tu sei in gran forma. Non sei niente male.

GIORGIO- Sono in gran forma perché ci sei tu. (lo serve) Tieni, mangia!

ALBERTO- (mentre mangia) Sai…..forse….devo ripartire nuovamente….

GIORGIO- Ma se sei appena arrivato?

ALBERTO- Fra un paio di giorni devo ripartire.

GIORGIO- E per quale motivo?

ALBERTO- Devo sposarmi! (cala il silenzio più totale)

GIORGIO- (falsamente disinvolto) Ti devi sposare? Ah certo…che mi hai portato una bella notizia…..bella davvero!

ALBERTO- Volevo scrivertelo!

GIORGIO- E chi è questa…..disgraziata?

ALBERTO- Si chiama Mariella Diolosà!

GIORGIO- Femminaccia!

ALBERTO- E l’ho conosciuta a Parigi.

GIORGIO- Io l’ho sempre detto, a Parigi ci sono troppi brutti vizi.

ALBERTO- Lei è siciliana, di Siracusa.

GIORGIO- Peggio, è una siciliana viziosa!

ALBERTO- Invece ti sbagli. E’ una brava ragazza, e quando la vedrai ti renderai subito conto di che ragazza si tratta.

GIORGIO- Una puttanella!

ALBERTO- (alzando la voce) Papà, papà ti prego…. Non ti permetto di dire certe cose sul conto della mia futura moglie.

GIORGIO- Ah! Ora alzi la voce anche con tuo padre! Bravo, bravo! Visto cosa ha saputo fare questa “brava ragazza”?
ALBERTO- Scusami!

GIORGIO- Ma dico io, santo ragazzo… che premura c’è di sposarvi così in fretta?

ALBERTO- Papà, Mariella è incinta.

GIORGIO- Ah! Ma io dico, sei mancato due mesi, e hai fatto tutto questo gran danno? Maschiaccio!

ALBERTO- E’ stato l’amore papà, e tu sai che quando c’è l’amore tutto è possibile.

GIORGIO- Lo dici proprio a me che ci son caduto come un pivellino? Ma dimmi una cosa, dopo il matrimonio, tu e tua moglie, vi stabilirete qui con me?

ALBERTO- Ma no papà, lo sai che è impossibile?

GIORGIO- E perché?

ALBERTO- Ma è impossibile con il locale che c’è qui sotto.

GIORGIO- Ti riferisci a “La gabbia dei gay”?

ALBERTO- Precisamente!

GIORGIO- Perché? Non mi dire che la tua “verginella” esce da un convento di monache?

ALBERTO- Papà!?

GIORGIO- M’è scappato…..

ALBERTO- Non è tanto per lei, ma per i suoi genitori.

GIORGIO- Perché, sono così all’antica?

ALBERTO- No, il fatto è che….il padre di Mariella è il presidente della confraternita “Cittadini cristiani di Siracusa”.

GIORGIO- E allora?



ALBERTO- Il loro motto è: “Famiglia, morale e progresso”, ed è difficilmente compatibile con “La gabbia dei gay”!

GIORGIO- Non vedo proprio il perché. La famiglia l’abbiamo, il morale è alto, e in quanto al progresso siamo al passo con i tempi, anzi siamo molto avanti, cosa vuoi di più?

ALBERTO- Io parlavo di morale al femminile!

GIORGIO- Al femminile? Non capisco?

ALBERTO- Il suo partito ha fatto una proposta di legge per fare chiudere tutti i locali di travestiti esistenti nel paese!

GIORGIO- Questo gran debosciato! Certo che in questi due mesi hai frequentato un bellissimo ambiente, bravo, bravo per davvero! Proprio da te non me l’aspettavo. Comunque, credo che non sono obbligato a frequentarmi con i tuoi futuri suoceri. Sai che schifo incontrarli.

ALBERTO- Purtroppo li dovrai incontrare, ed anche riceverli.

GIORGIO- Come? Cosa? Ho sentito bene? Scusa vuoi ripetere?

ALBERTO- Li dovrai ricevere.

GIORGIO- Scusa perché, cosa vuoi fare? Vuoi mostrarmi così come sono ai quei bizzocchi dei tuoi suoceri?

ALBERTO- Voglio mostrarti a loro ma per poco.

GIORGIO- Certo, così non avrò il tempo di commettere qualche fesseria. Vero? Ma Alberto, non possiamo evitare questo ricevimento, è proprio indispensabile?

ALBERTO- Proprio così! Quando rientreranno da Parigi, prima di tornarsene a Siracusa, vogliono fermarsi a Taormina proprio per conoscere la mia famiglia. E così gli ho detto che li avrei ospitati a casa mia.

GIORGIO- Ho fatto un figlio deficiente!

ALBERTO- Perché?

GIORGIO- (mostrando la porta che da al cabaret) Cos’è questa?

ALBERTO- Una porta.

GIORGIO- E dove porta questa porta?

ALBERTO- Giù nel locale.

GIORGIO- E dunque, come facciamo a farla scomparire? Non mi dire che dobbiamo murarla?

ALBERTO- No, murarla no, ma gli possiamo mettere un bell’armadio davanti e tutto è fatto.

GIORGIO- E per accedere al locale, come faremo, strisceremo come le lucertole?
ALBERTO- Semplice, per tre giorni giorni il locale rimarrà chiuso, così non ci sarà bisogno di utilizzare questa porta.

GIORGIO- Come, come come? Tre giorni? Devono stare qui tre giorni? Ho messo al mondo proprio un deficiente! Ma chi me l’ha fatto fare a fare un figlio, chi me l’ha fatto fare?

ALBERTO- Ma dai papà, se vuoi il locale può rimanere aperto ugualmente senza bisogno della tua presenza. Tanto sia per casa che per il locale ci sono due ingressi differenti. 

GIORGIO- Volendo si potrebbe fare. Un piccolo sforzo, basta spostare un’armadio….

ALBERTO- E poi….bisognerebbe fare un altro piccolo sforzo.

GIORGIO- Quando dici così la cosa mi preoccupa.

ALBERTO- Bisogna fare delle piccole modifiche.

GIORGIO- Perché, c’è qualcosa in questa casa che non può piacere ai tuoi suoceri?

ALBERTO- Piccolezze. Dettagli. (indica diversi oggetti della casa alquanto equivoci) Questo…questo…questo…questo…..e quest’altro. Come vedi, piccolezze, anzi….

GIORGIO- ….dettagli! Ma tu sei pazzo. Vuoi dire che devo cambiare tutta la casa! La devo riarredare da capo ti rendi conto?

ALBERTO- Sì papà! (lo bacia)

GIORGIO- Tu con un bacio hai risolto tutto.

ALBERTO- Perché so che mi vuoi bene.

GIORGIO- Ed io per queste persone, oltre ad essere tuo padre, cosa sono? Non certamente il proprietario de “La gabbia dei gay”, suppongo?

ALBERTO- Indovinato.

GIORGIO- E allora chi sono?

ALBERTO- Sei uno dei membri del comitato delle feste religiose cittadine.

GIORGIO- Io….membro…..membro delle feste religiose! Dei baccanali vorrai dire?

ALBERTO- Dovevo impressionarli in modo favorevole, così mi sono inventato questa “onorabile carica” per te.

GIORGIO- Scusa e quando dovrebbero arrivare questi “extraterrestri”?
ALBERTO – Venerdì!

GIORGIO- Venerdì di quale anno?

ALBERTO- Venerdì prossimo.

GIORGIO- Cioè fra quattro giorni? Ma ti rendi conto che per fare la casa nuova quattro giorni sono pochissimi?

ALBERTO- Basteranno. Sono sicuro che tu con la tua fantasia e il tuo estro li farai bastare.

GIORGIO- Altro che fantasia qui ci vorrebbe una bacchetta magica!

ALBERTO- E poi, papà, ti volevo dire anche un’altra cosa…..

GIORGIO- Ancora? Chissà che cosa gli starà frullando in quel cervello! Figlio mio se hai deciso di farmi morire, fammi morire di botto, non a poco a poco. Dimmi quello che mi devi dire tutto in una volta, non a rate, che è peggio!

ALBERTO- Volevo dirti se potresti controllare i tuoi gesti, la tua camminatura, il tuo modo di parlare, certe tue espressioni troppo colorite…..Insomma…..

GIORGIO- ……devo rifarmi dalla testa ai piedi. In altre parole, devo rinascere nuovamente. Va bene….mettiamoci al lavoro….

ALBERTO- Aspetta….non ho finito….c’è dell’altro….

GIORGIO- Ancora? Per caso dobbiamo rifondare tutta Taormina e trasformarla in Città del Vaticano?

ALBERTO- No, nulla di tutto questo.

GIORGIO- Meno male. Allora?

ALBERTO- Salvino! Salvino non può rimanere in casa. Tu, da solo, puoi dargliela a bere, ma con Salvino accanto, credo che sia molto difficile. In oltre se si accorgessero pure della presenza di Giacomo, non resterebbero un secondo di più.

GIORGIO- Ma dico io, dove ca….spita vivono queste persone, nel mondo delle favole? Non sanno che il 60 per cento degli uomini è gay e fra i preti l’omosessualità è un fatto normale? Ma lo sanno che il generale Alcibiade era l’amante di Socrate e che Leonardo Da Vinci se l’intendeva col suo allievo? Lo sanno che la cultura mondiale l’hanno creata i gay? Ma con chi vivono con Cenerentola e Cappuccetto Rosso?

ALBERTO- Papà, sono fatti così e basta.

GIORGIO- E sono fatti male. E tu peggio di loro che gli dai retta. Ma come ho potuto creare una creatura come te? Va bene che sei nato per sbaglio, ma potevi nascere più intelligente, non così imbecille! Ma come, invece di essere orgoglioso di avere un padre sessualmente libero e avanti con i tempi, tu, invece, te ne vergogni. No! No! No! Non accetto questi cambiamenti così radicali della mia vita e del mio modo di essere. No! No! No!

ALBERTO- Beh, allora, se è così….io ti saluto! (si alza e prende il borsone)

GIORGIO- Alberto, Alberto ascoltami. (rimane indeciso su cosa dire) Allora, abbandonare il locale, murare quella porta, virilizzare l’arredamento, ripudiare Salvino, mascolinizzare Giacomo e rifondarmi dalla testa ai piedi. Tutto questo per venerdì prossimo. Ci vorrebbero 45 anni……ma io in cambio ho quattro giorni di tempo. Va bene! E che Dio me la mandi buona. Anzi, Dio e tutti i santi del Paradiso, perché lui solo avrebbe bisogno di sette giorni.

ALBERTO- Grazie papà! (posa il borsone e lo abbraccia) E ora se permetti vado nella mia stanza a mettermi in libertà! (va nella sua camera)

GIORGIO- Vai, vai! (momento di pausa, poi come risvegliandosi) Ed ora mettiamoci all’opera! Quattro giorni…..mi viene da piangere… (cerca di fare delle modifiche, stacca dal muro dei quadri un po’ particolari, nasconde delle sculture troppo osè, spinge dei mobil, insomma cerca di aggiustare quello che può)

SALVINO- (viene dal locale) Giorgio, Giorgio, ma che stai facendo? Vuoi rovinare il 
bell’ arredamento di questa casa? Sai quanta fatica ho impiegato per renderlo così di buon gusto?

GIORGIO- (infastidito) Non mi piaceva qualche piccolo particolare. Le prove sono andate bene?

SALVINO- Ma che, una schifezza Getto! 

GIORGIO- E finiscila di chiamarmi Getto! 

SALVINO- Ma ti ho sempre chiamato Getto!

GIORGIO- E poi da dove è uscito fuori questo Getto?


SALVINO- Getto, vezzegiativo di Giorgetto!

GIORGIO- Ma io non sono più un bimbo da essere vezzegiato. Alla mia età sono abbastanza grande.

SALVINO- beh, allora ti chiamerò Gettone!

GIORGIO- Non voglio essere chiamato né Getto né Gettone, io ho un mio nome e quindi desidero che mi si chiami Giorgio, Giorgio e basta.

SALVINO – Ma che hai oggi? Ti sei alzato col piede storto?

GIORGIO- Sì, mi sono alzato col piede storto!

SALVINO- Ma amore, allora perché ci sono io? Lo sai che io riesco a raddrizzare tutte le cose storte, no? Dai che adesso ti coccolo un po’!

GIORGIO- E finiscila di fare la moglie-bambina a questa età?

SALVINO- Ma sei il mio uomo, o no? Si vede chiaramente che sei un po’ nervoso.

GIORGIO- Un po’? Sono tantissimo nervoso!

SALVINO- E perché? Confidati col tuo amoruccio, caro!

GIORGIO- Basta! Non fare più tutte queste moine! Lo vuoi capire che siamo in pieno cambiamento? Tutta questa situazione così sdolcinata mi fa venire il nervoso e mi stanca. Ma non ti accorgi che anche tu sei stanca?

SALVINO- Stanca io? (ride come una papera) Io non mi sono mai sentita così in forma?

GIORGIO- Questo lo dici tu! Invece non sei affatto magnifica. Guardati, guardati in viso che colorito verde che hai! Sembri una lucertola!

SALVINO- (precipitandosi davanti allo specchio, preoccupato) Ma che verde lucertola, questa è l’abbronzatura!

GIORGIO- L’abbronzatura fa diventare nere, non verdi.

SALVINO- Vuol dire che è un’abbronzatura ecologica! E poi lo sai che io ho il pollice verde.

GIORGIO- Questo è il colore che assumono tutte le persone quando sono stressate e hanno lavorato per molto tempo. Hai bisogno di una vacanza. Prenditi tre giorni di vacanza.


SALVINO- Tre?

GIORGIO- Sì, tre bastano. Da venerdì prossimo. Giusto il tempo di…..

SALVINO- Di che?

GIORGIO- ….di rimetterti in forma.

SALVINO- Va bene. Prenderò tre giorni di vacanza. E dove andremo?

GIORGIO- No, vorrai dire, dove andrai!?

SALVINO- Perché tu non vieni?

GIORGIO- No! In questo momento non posso partire. Sai bene che non posso lasciare la casa e il locale in mano altrui.

SALVINO- Va bene, allora mi riposerò sul nostro terrazzino.

GIORGIO- No! Ti ci vuole un radicale cambiamento d’aria. Perché non vai da tua madre?

SALVINO- Ma tu sei pazzo! Perché devo andare da mia madre? Per sentirmi dire per tre giorni consecutivi che tu non sei l’uomo fatto per me e che sei un tipo poco affidabile?

GIORGIO- Allora portati a Giacomo. Tua madre ha un debole per Giacomo.

SALVINO- E tu rimani da solo?

GIORGIO- Appena tre giorni.

SALVINO- (che riesce ad intuire qualcosa) Giorgio, sbaglio, o tu stai cercando di allontanarmi?

GIORGIO- (ironico) Ma che dici? Come fai a pensare ciò?

SALVINO- Tu mi vuoi allontanare! L’ho capito sai? Chi c’è, dimmi chi c’è? C’è un altro uomo nella tua vita?…. Sì, c’è un altro uomo e tu vuoi rimanere solo con lui. E allora dato che è così, io non me ne vado, non ti lascio solo nemmeno per un minuto, da ora in poi non farai un passo senza di me, sarò la tua ombra, il tuo segugio instancabile, due corpi e un’anima. (si scioglie in lacrime) Dopo vent’anni di vita in comune, ecco dove siamo arrivati! E tutto questo perché tu non mi trovi più voglioso come una volta. Chiaro, io ho già una certa età… Cos’è un giovane? Quanti anni ha? È un minorenne? Stai attento eh, coi minorenni si va subito in galera! L’ho sempre detto, qui a Taormina ci sono troppe tentazioni! Dovresti trasferirti ad Assisi nel convento dei francescani.


Ma io riuscirò a scoprire tutto. Tu esci ed io ti inseguo, tu telefoni ed io mi metterò ad origliare…non ci saranno più momenti solitari per te. Non mi lascerò abbandonare così. Non sarò mai un sedotto e abbandonato.

GIORGIO- (pausa. Gli prende la mano e poi con calma) Senti Salvino, tu vuoi bene ad Alberto?

SALVINO- Non cercare di addolcire la pillola.

GIORGIO- Per la felicità di Alberto, è necessario che manchi da casa per tre giorni!

SALVINO- E’ arrivato Alberto?

GIORGIO- Sì! E sta per sposarsi.

SALVINO- E me lo dici così?

GIORGIO- Vuoi che ti mandi una partecipazione?

SALVINO- (piagnucolando) Ma è pazzo? Se si sposa si rovinerà la vita.

GIORGIO- Gli ho già detto tutto quello che gli dovevo dire. Ma ormai è deciso.

SALVINO- (piagnucolando) La colpa è tua! Sì tutta tua.

GIORGIO- Perché?

SALVINO- Ti ho sempre detto di non fargli frequentare donne, ma tu non te ne sei mai curato. Ed ecco adeso i risultati. Che orrore, Alberto ama una donna. Cose dell’altro mondo, veramente non c’è più religione! Chissà dove andremo a finire di questo passo!

GIORGIO- Ma il danno maggiore è che i futuri suoceri di Alberto verranno qui per trascorrere tre giorni a casa nostra, e siccome, a quello che mi ha detto, non hanno idee molto aperte circa la libertà di sesso, dobbiamo fare di tutto per presentare questa casa quanto più normale è possibile.

SALVINO- Perché, non è una casa normale?

GIORGIO- Per loro no.

SALVINO- Adesso capisco perché stavi spostando i mobili. Va bene, vuol dire che faremo di tutto per rendere il loro soggiorno quanto più normale è possibile.

GIORGIO- Ed è appunto per questo che è meglio che tu ne vai in vacanza.


SALVINO- (stupefatto) Giorgio, ma ti rendi conto di quello che mi stai dicendo? Vuoi esiliarmi proprio nel momento in cui nostro figlio sta per sposarsi?

GIORGIO- Nostro figlio?

SALVINO- Sì nostro figlio, non ricordi che l’ho allattato anch’io?

GIORGIO- Tu?

SALVINO- Sì io!

GIORGIO- E come……scusa?

SALVINO- Ma come, come? Col biberon e il latte in polvere, l’hai dimenticato? (piange)

GIORGIO- Su avanti, non ne fare un dramma…..

SALVINO- (piangendo) Sono proprio un mostro che deve essere nascosto alla vista degli altri? Sono proprio così repellente?

GIORGIO- Ma no, cosa dici….il fatto è che tu hai…..certi…..atteggiamenti….

SALVINO- Che atteggiamenti ho? Su dillo!

GIORGIO- Certi atteggiamenti seducenti che possono dare adito ad interpretazioni sbagliate. Ecco tutto. (nel frattempo si aggiusta in modo femminile)

SALVINO- Ma perché ti sei guardato tu? (lo imita) “Che possono dare adito ad interpretazioni sbagliate. Ecco tutto.” Sei proprio una frocia!

GIORGIO- Io sono il padre. Uno può andare, il dubbio può essere vago, ma due no! Due sarebbero una conferma.

SALVINO- Senti, se io esco da questa casa, ricordati che non ci rimetterò più piede!

GIORGIO- (si guardano in silenzio, Giorgio capisce che Salvino non scherza) Certo che quando ho bisogno di aiuto siete tutti disponibili a darmi una mano.

SALVINO- Io sono fatto così, prendere o lasciare.

GIORGIO- E allora dimmi in quale ruolo potrei presentarti…..

SALVINO- …..che so, potrei essere uno zio…..



GIORGIO- Uno zio deve avere una faccia rassicurante, austera, virile, e credimi, tu non sei nè rassicurante, né austero e per niente virile!

SALVINO- Metti in dubbio le mie qualità sessuali? Lo sai che sono un uomo delicato!

GIORGIO- Tanto delicato che sembri una rosellina di maggio.

SALVINO- Non tutti possono essere dei carciofi autunali. (indicando Giorgio) 

GIORGIO- Carina!

SALVINO- Beh e allora che potrei fare?

GIORGIO- Che ne pensi di fare un maggiordomo quasi di famiglia?

SALVINO- Tra il personale no! Voglio essere uno della famiglia, perché ricordati che io per Alberto sono come una seconda mamma. 

GIORGIO- Vuoi essere uno della famiglia vero?

SALVINO- Sì!

GIORGIO- Ti vuoi divertire a fare la zio affettuoso?

SALVINO- Sì!

GIORGIO- E allora è necessario che questo zio si virilizzi, è necessario che questo zio tenga i biscotti nelle mani con fare mascolino, e deve imburrare le tartine come uno scaricatore di porto, e deve prendere i bicchieri come i malandrini.

SALVINO- (durante queste invettive fa le azioni che dice Giorgio ma con fare sempre femminile)

GIORGIO- E cerca di stare con le spalle dritte! (fa volare per aria i cuscini su cui è sprofondato Salvino)

SALVINO- (piagnucolando) Ma cosa ti piglia adesso?

GIORGIO- E non piangere? 

SALVINO- (sistemandosi sul suo “trono”, sempre piangendo) Non sto piangendo!

GIORGIO- Raddrizzati! E poi la fetta biscottata la devi prendere con tutta la mano, così. (ne 



prende una e inizia una lezione di comportamento cercando di inculcare a Salvino, gesti e inflessioni di voce che lui stesso del resto non è capace di rendere mascolini. Salvino tentando di prendere una fetta biscottata in maniera virile la rompe) Pigliane un’altra, tienila fitta in maniera maschile! La marmellata adesso. Il cucchiaino non prenderlo con sole due dita ma con tutte e cinque! (provano insieme l’uno mostrandolo all’altro. Salvino cerca di stendere la sua marmellata come giorgio gli dice, trema, si innervosisce e rompe per la seconda volta la fetta biscottata.)

SALVINO- (piagnucolando) Si è rotta la fetta biscottata!

GIORGIO- (quasi gridando) E non piangere! (poi calmo) In queste circostanze devi reagire da uomo! 

SALVINO- Da uomo, da uomo!

GIORGIO- Bevi adesso.

SALVINO- (prende il bicchiere con eleganza femminile)

GIORGIO- No, non così! Così sembri Naomi Campbell, devi essere Bud Spencer che tra un pugno e l’altro beve un bicchiere di birra!

SALVINO- (cerca di appesantire il suo corpo, la sua andatura, ma il gesto resta pur sempre effeminato) Va bene così?

GIORGIO- Sei una frana!

SALVINO- E allora fallo tu Bud Spencer, tu che sei così maschiaccio!

GIORGIO- (esegue, va un po’ meglio ma non è certo l’ideale.) Visto?

SALVINO- (sbruffa a ridere) Questa è la sorella di Bud Spencer, Badduzza!

ALBERTO – (è entrato in jeans e maglietta, Salvino va da lui e lo abbraccia con molto affetto)

SALVINO- Ah! Qui c’è il nostro maschione che torna dalle vacanze!

ALBERTO – Ciao Salvino!

SALVINO- (prende Alberto e se lo siede sulle ginocchia come se fosse un bambino)

GIORGIO- Salvino, ti ricordo che Alberto ha già vent’anni!

SALVINO- Per me è sempre un bambino! Ti sposi eh, mascalzoncello?

ALBERTO – (a Giorgio) Come, gliel’hai detto?

GIORGIO- Non ne ho potuto farne a meno.

SALVINO- Lo sai che con questo matrimonio ci crei un sacco di problemi?

ALBERTO – Perché?

SALVINO- Per questo incontro con i tuoi suoceri!

ALBERTO – (alzandosi) Perché, tu resti qui?

SALVINO – (subito, sentendosi ferito, diventa aggressivo) Sì, rimango qui! E se vi vergognate di me, dovevate dirmelo vent’anni fa! (esce in lacrime)

ALBERTO – Ma è impossibile! Lui, Giacomo e tu!

GIORGIO- Cosa vuoi che ti dica?

ALBERTO- Beh meno male che a tutto compenserà la presenza della mamma.

GIORGIO- Cosa hai detto? La mamma? Ma tu sei ubriaco figlio mio.

ALBERTO- Perché?

GIORGIO- Non mi dire che fai venire qui pure tua madre?

ALBERTO- E’ l’unica soluzione. Una donna salva sempre ogni problema.

GIORGIO- Siamo amdati avanti fino ad oggi senza di lei, e anche adesso tutto filerà tranquillo senza di lei.

ALBERTO- No, la mamma è sempre la mamma!

GIORGIO- Ma se ti ha abbandonato quando ancora avevi pochi mesi?

ALBERTO- Non credo che sia stata tutta colpa sua. Chissà quante gliene hai fatte vedere a quella poveretta.

GIORGIO- Ma che poveretta, non mi fare ridere. Lo sai che da quando sei nato ad ora è venuta a trovarti solo quattro volte? L’ultima volta avevi 17 anni, e sai che regalo ti ha portato? Una confezione di sette bavaglini; uno per ogni giorno della settimana! A 17 anni i bavaglini! E poi….poi era lei che non voleva avere dei figli.

ALBERTO- (ironico) Ah sì? E per quale motivo?

GIORGIO- Perché rimanendo incinta doveva sospendere la sua attività di “accompagnatrice notturna” di alta classe.

ALBERTO- La mamma? Ma questo fatto non me l’hai mai raccontato!

GIORGIO- Potevo dirti che sei un figlio di puttana?

ALBERTO- E come vi siete conosciuti, scusa?

GIORGIO- A quell’epoca ero l’amichetto del suo protettore, lei accorgendosi del mio stato, mi costrinse di passare una nottata d’amore nel suo letto……e guarda caso…..nove mesi dopo sei nato tu. Ma ti giuro che da quella notte in poi non ho voluto più provare quel brutto vizietto prettamente maschile.

ALBERTO- Ad ogni modo, io già l’ho avvisata e lei verrà qui per conoscere Mariella e i suoi genitori.

GIORGIO- No! Ci mancava solo lei! (quasi sviene)

GIACOMO- (entra e si precipita ai piedi di Alberto) Oh guarda chi c’è, è arrivato il signorino Alberto…..

GIORGIO- Che me ne faccio qui di Simona, sarà uno scandalo per il buon nome del locale!

GIACOMO- Biricchino biricchino, non mi baci più adesso? Stringimi forte alle tue braccia, fammi sentire il calore del tuo affetto! (lo bacia com’è sua abitudine)

GIORGIO- Giacomo ci manchi solo tu in questo momento, smettila se no ti faccio sentire il calore delle mie mani!

GIACOMO- Va bene, va bene me ne vado, quanto siete rudi voi maschiacci! (esce)

MARIO- (mentre Giacomo esce, entra dalla stessa porta Mario per venire a curiosare. Giorgio appena lo vede lo afferra) 

GIORGIO- Mario, perfetto, adesso ci siamo tutti….

MARIO- Io informo, è un sacro dovere. 

GIORGIO- (portandolo in avanti) Allora ti racconto le ultime notizie. Questo ragazzo che vedi qui, è mio figlio, ed è un pazzo furioso, nato in momento di raptus di virilità maschile che ho avuto vent’anni fa quando vidi quella puttana di sua madre. Ora è talmente pazzo che vorrebbe sposarsi, fra alcuni giorni, col la figlia del Presidente della confraternita “Cittadini cristiani di Siracusa”, che niente di meno è imparentato col Papa. Detto questo….(lo prende per il colletto e lo spinge verso la porta d’uscita)

MARIO- La strada principale?

GIORGIO- Sempre davanti! (butta fuori Mario)

ALBERTO- Papà non ti permettere più di offendere nè mia madre, né la mia futura moglie e nemmeno i miei suoceri, capito?

SALVINO- (in questo istante esce dalla stanza con un atteggiamento altero e si dirige verso l’uscita. Va evidentemente in spiaggia visto che sfoggia un insieme che non avrebbe fatto sfigurare Sofia Loren) Cos’è successo? Cosa hai Alberto?

ALBERTO- E finiscila anche tu una buona volta!

SALVINO- Quella troietta che ha conosciuto a Parigi e che ce lo sta rubando, ha rovinato nostro figliuolo!

ALBERTO- (che sta per montare in bestia) Ma cosa ne potete sapere voi di matrimonio se non siete mai stati capaci di amare una donna? Voi due siete dei poveri esseri che in amore hanno sempre fallito. 

GIORGIO- Alberto, come ti permetti?

SALVINO- Che stai dicendo, amoruccio di mamma?

ALBERTO- Ed è proprio con la mamma che io me ne andrò.

SALVINO- Andrai a trovare tua madre?

ALBERTO- No, è lei che verrà qui. Presenterò solo lei e poi ce ne andremo!

SALVINO- (sul punto di entrare in crisi) Giorgio….Getto? Le mie orecchie hanno sentito giusto? Gli presenterà solo sua madre. Simona verrà qui?

GIORGIO- (imbarazzato) Ma no, no! Stai tranquillo.

ALBERTO- La mamma mi ha detto che verrà sicuramente.

SALVINO- Simona? La tua amante? Qui? Vuoi portarmi a casa quella femminaccia di Simona? Ah, mi sento svenire…tenetemi che sto svenendo….portatemi i sali che non ce la faccio più….datemi aiuto……(l’isterismo è totale)

GIORGIO- Ma cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?

SALVINO- (rivolto a Giorgio) Tu saresti felice se ti lasciassi solo con quella donnaccia! 


Vent’anni, vent’anni di fedeltà e di dedizione buttati in aria, per vederlo ricascare nuovamente nel suo vizietto! Donnaiolo, col tuo comportamento porti discretito alla nostra famiglia, che fin’ora ha vissuto seguendo i canoni della dignità e della morale. Dopo questo scandalo che ne sarà di questa donna? Ah!!!! (sviene, tutti la soccorrono, mentre tra il bailamme generale si chiude il sipario).

FINE PRIMO ATTO



ATTO SECONDO

La stessa scena, se così si può dire, del primo atto, perché l’arredamento prezioso del soggiorno ha lasciato il posto ad una spogliazione da farla sembrare un convento, mobili d’epoca. E’ di sera, una tavola nera ed austera riempie la scena. Giorgio in abito grigio scuro attillato, camicia bianca, cravatta nera. Alberto ha un abito estivo molto elegante, sta per fissare al muro un grande crocifisso d’epoca. Giorgio gira e rigira nella stanza impacciato in modo da abituarsi al nuovo ambiente.

GIORGIO- Quando penso che si dovevano fare soltanto dei piccoli ritocchi?

ALBERTO- E’ il minimo, credimi papà, il minimo che si potesse fare per compensare tante altre cose di cui non si è potuto fare a meno. E tu mi capisci.

GIORGIO- (ironico) Scusa il mio vestito non ti sembra un po’ troppo classico? I tuoi suoceri non penseranno che sono un tipo troppo all’antica?

ALBERTO- Ti sta perfetto e gli farò un’ottima impressione.

GIORGIO- Spero solo di non tenerlo per troppo tempo.

ALBERTO- Il tempo giusto che ci vorrà. Ma che ore si sono fatte, dovevano già essere qui!

GIORGIO- Certo che per puntualità lasciano a desiderare questi tuoi suoceri.

ALBERTO- Mi avevano detto che sarebbero arrivati all’ora di cena!

GIORGIO- Forse cenano tardi, che ne sappiamo noi delle abitudini dei preti spogliati. Ah, forse cenano direttamente a letto, sai per non fare gazzara a tavola.

ALBERTO- Papà, ma cosa stai dicendo?

GIORGIO- E’ l’impaccio che mi fa dire certe cose. E tua “madre”? Come mai non è ancora arrivata? Doveva essere qui da stamattina! Forse è in compagnia di qualche cliente!

ALBERTO- (infastidito) Arriverà, vedrai che arriverà!

GIORGIO- E invece io scommetto che non viene. Te lo ripeto da quattro giorni. Sarà occupata dal grande lavoro che l’assilla per accompagnare qualche stupido mandrillo.

ALBERTO- Sono sicuro che arriverà!

SALVINO- (entra, è vestito di nero, ma porta una cravatta molto eccentrica. Sembra molto triste) Allora arrivano? Incomincia questo martirio? Sono pronto ad ogni sofferenza, perché pare che dalla mia sofferenza dipenderà la felicità di Alberto. Però vi prego, fate una cosa svelta, perché oltre tutto sto morendo di fame.

GIORGIO- (sciogliendo il nodo della cravatta di Salvino) Non capisco perché il lutto debba portarlo solamente io. Mettiti una cravatta nera come quella mia.

SALVINO- Lasciami almeno una piccola nota di colore.

GIORGIO- Alzati i pantaloni…..

SALVINO- In questo momento?

GIORGIO- Alzati i pantaloni!

SALVINO- (alza i pantaloni a malincuore e vediamo apparire dei calzini rosa tenero) Non li posso tenere?

GIORGIO- Vatteli a cambiare di corsa……

SALVINO- La nota di colore!

GIORGIO- Ed ora fammi vedere le mani.

SALVINO- (fin’ora aveva cercato di nascondere le mani, le mostra a Giorgio e scopriamo che sfoggia tre anelli vistosi) Sono ricordi di famiglia.

GIORGIO- (togliendo gli anelli a Salvino) Sequestrati! 

SALVINO- Per fortuna ho gli slip di merletto a puà rosa e blu che mi donano tanto.

GIORGIO- Vatti a mettere i calzini neri.

SALVINO- (andando) Ma è un appuntamento di matrimonio o un funerale? (esce)

GIORGIO- Che gli diciamo ai tuoi suoceri se tua madre non arriva in tempo?

ALBERTO- Gli diaciamo che è uscita a fare delle compere….

GIORGIO- Sì, sui marciapiedi notturni…..

GIACOMO- (entra con delle caraffe che dispone a tavola. Ha la giacca e la cravatta senza la camicia e i pantaloni in braccio) Io sono pronta!

GIORGIO- Sì per andarti a fare il bagno! Puoi ricevere la gente conciato in questo modo?


GIACOMO- Perché, c’è qualcosa che non va? (mette un dito in bocca)

GIORGIO- Di te, tutto non va! Per prima cosa il dito in bocca è ammesso solo ai bambini della prima elementare….secondo, la cravatta si mette sopra la camicia….e terzo, i pantaloni si mettono alle gambe e non al braccio!

GIACOMO- Io non ne ho mai portati pantaloni, ho camminato sempre con le gambe di fuori. E poi mi pungono.

GIORGIO- Vatti a mettere i pantaloni. Se no ti faccio sentire come ti pungeranno le mie mani sulla tua schiena. 

GIACOMO- Va bene, va bene…..andrò a rivestirmi nuovamente…. (esce)

GIORGIO- E ancora non siamo che all’inizio delle nostre peripezie. Chissà cosa succederà oggi? (si sente suonare alla porta, attimo di esitazione)

ALBERTO- Questi sono loro.

GIORGIO- (chiamando) Salvino, Salvino! Presto vieni. Tutti sul ponte! Il grande momento è arrivato.

SALVINO- (venendo dalla propria stanza) Sono tutta emozionata. (sguardo di Giorgio) Volevo dire emozionato-to.

GIORGIO- Giacomo sei pronto?

GIACOMO- (entra con la camicia messa ma con i pantaloni ancora in mano) Sono quasi pronta. (sguardo di Giorgio) Pronto-to.

GIORGIO- Mettiti questi pantaloni, disgraziato, fai presto. (rivolto a tutti) Mi raccomando eh? Per 48 ore frequenterete gente appartenente ad un ambiente diverso dal nostro…..

SALVINO- Sì, arrivano i diversi….

GIORGIO- ….dal modo di fare di tutti e due…(indica Giacomo e Salvino)

SALVINO- …..prego di tutti e tre. (accomunando pure Giorgio)

GIORGIO- …..dal nostro comportamento…..dipenderà la felicità di mio figlio…

SALVINO- (correggendo) …nostro!

GIORGIO- …..di conseguenza, vi supplico di scordarvi, per due giorni, quello che per davvero siete. E soprattutto cercate di essere meno effeminati possibile! E tu..(a Salvino)

SALVINO- Io che?

GIORGIO- Niente, non dire niente. “Sì”, “no”, “piacere”,….e basta! Meno parli meglio è!

SALVINO- Mentre ci sei perché non gli dici che sono sordomuto?

ALBERTO- E cercate di fare meno movimenti possibili. Le mani sempre in tasca. E se proprio ce né di bisogno, ne uscite una, una, così tanto per non far credere che siete mutilati. Poi, gesti larghi e mignoli abbassati. Mi raccomando! E ora diciamo tutti “merda” sperando che ci porti fortuna.

GIORGIO- Ah sì, diciamo “merda”!

SALVINO- (gridando) Con tutto il cuore, “merda, merda, merda”!!

GIORGIO- Basta, se no affoghiamo nella merda! Ora disponiamoci. Alberto qui, vicino a me, leggermente più spostato Salvino, un due metri più indietro. Giacomo apri.

SALVINO- (indispettito) L’appestato. Sempre così. Me ne vado che è meglio. (va nella sua stanza)

GIORGIO- (chiamandolo) Salvino!

GIACOMO- (apre e mentre annuncia gli cascano i pantaloni) I sognori Diolosà! Prego! 
(i Diolosà squadrano dapprima il servitore e pi la stanza in cui vengono introdotti. Si capisce che sono dei tipi impressionabili, nel frattempo Giacomo si alza i pantaloni)

GIORGIO- (con tono studiato) Porta i bagagli nelle camere riservate agli ospiti!

GIACOMO- (con voce baritonale) Sì signor Giorgio. (porta via i bagagli)

EDOARDO- Vi domandiamo scusa per il ritardo ma si è guastata la macchina e abbiamo dovuto prendere un taxi.

GIORGIO- Non si preoccupi, sono cose che succedono anche alle persone normali. (va verso di loro con una andatura che si sforza di irrigidire per toglierle ogni leggerezza)

ALBERTO- Permettetemi di presentarvi a mio padre. (Giorgio si avvicina da Camilla che gli tende la mano, poi pensando alla lezione, esce molto lentamente la sua mano destra dalla tasca e con un gesto che vorrebbe essere ampio porta la mano della signora alle labbra e la bacia guardandola fissa negliocchi. Un fastidio. E’ la signora che ritira la mano. Alberto continua le presentazioni) …..Mariella…

MARIELLA- Piacere!


ALBERTO- Signor Diolosà…. (Giacomo passa con alcuni bagagli dei Diolosà)

GIORGIO- Sono onorato di ricevervi in questa casa che è più un luogo di lavoro e di raccoglimento che una casa di vacanza.

EDOARDO- Vi giuro che non mi aspettavo di trovare un’atmosfera così monacale.

GIORGIO- Sì, effettivamente è un miracolo! 

EDOARDO- Soprattutto con questo night-club qui sotto! E’ un night-club, vero?

GIORGIO- Sì, forse, non lo so! Sa è gente che non vedo mai. Veramente mai!

CAMILLA- Ma la notte non si sente il baccano che fanno?

GIORGIO- No, no, perché il night è stato fatto in una vecchia cantina.

ALBERTO- (rettificando) Noi crediamo che si stato fatto in una vecchia cantina.

GIORGIO- (cercando di riprendersi) Sì, certo, crediamo dato il rumore…cioè vista la mancanza di rumore, crediamo che sia stato fatto in una vecchia cantina.

EDOARDO- Suo figlio mi aveva detto che questa casa era di vostra proprietà.

GIORGIO- E infatti ancora ci appartiene! (Giacomo porta ancora dei bagagli)

CAMILLA- E’ una casa di famiglia?

GIORGIO- Sì! Era troppo grande per una persona sola e così preferisco viverci in famiglia.

EDOARDO- Sa che vedendo scritto sulla facciata della casa “La gabbia dei gay”, avevo creduto di sbagliarmi?

GIORGIO- Difatti non si è sbagliato….

EDOARDO- Come?

GIORGIO- ….ho dovuto vendere meta della casa!

EDOARDO- E l’avete venduta proprio ad un proprietario di night-club?

CAMILLA- “La gabbia dei gay”, chissà che porcheria dev’essere!

EDOARDO- Ne avranno ancora per poco. Un po’ di moralismo nonguasta. Se vinciamo la battaglia al Parlamento tutti questi gay verranno spazzati via in batter d’occhio. 

GIORGIO- Mi sembra difficile sa?

EDOARDO- Perché?

GIORGIO- Perché anche lì, al Parlamento, non è che tutti sono dei bei maschiacci come lei. I gay se li ritroverà sempre fra i piedi, e molti insospettabili addirittura gli parleranno a tu per tu senza che lei se ne aggorga. Mi creda ne ho esperienza.

EDOARDO- Lei ne ha esperienza?

GIORGIO- (cambia discorso) Ma chiamiamoci di tu, Edoardo.

CAMILLA- Mio marito ha ragione, si deve moralizzare tutto in Italia! C’è troppa lascivia.

ALBERTO- Sono d’accordo.

EDOARDO- Libertà, ma nella morale! Che sacrilegio…un locale per gay. Quando penso che tante famiglie non trovano casa mi verrebbe di gridare allo scandalo.

GIORGIO- (piano ad Alberto) Vuoi andare a vedere che cosa sta facendo Salvino? (Alberto si dirige verso la stanza di Salvino per ascoltare mentre Giorgio dice ad alta voce) Un po’ di vino prima di mangiare lo prendete?

EDOARDO- Ah sì, grazie, volentieri.

CAMILLA- Poco mi raccomando, gliene dia poco. Edoardo un ditino perché può farti male. Il mio lo può riempire tranquillamente, io non soffro di nulla, grazie.

GIORGIO- (dopo aver servito il vino va verso la stanza di Salvino e lo chiama) Salvino? Salvino? (dall’altra parte della porta si sentone delle frasi incomprensibili, poi, Giorgio accorgendosi che gli altri lo ascoltano, per giustificarsi dice) Salvino è il nostro cane! Sì, il nostro cane!

ALBERTO- E quando sente persone estranee si lamenta! 

GIORGIO- (guarda Alberto per intesa) Salvino a cuccia, non fare il birbantello mentre papà non è li! Stai buono, non fare cose strane mi raccomando.

CAMILLA- Non abbaia?

ALBERTO- No, però come voce è proprio un cane….un cane strano. Ed è proprio per questo che mi preoccupa, può fare cose dell’altro mondo.

GIORGIO- (vicino alla porta) Dai, cerca di aprire la porta, biricchino!


MARIELLA- Aprire la porta? Riesce pure ad aprire la porta?

GIORGIO- Certe volte è capace pure ad aprire la porta. E’ tanto umano.

ALBERTO- Beh, lascialo stare papà. Vuol dire che se ne vuole stare chiuso nella sua cuccia.

GIORGIO- Sì, meglio così, un fastidio in meno. (rientra nel gruppo. Alberto gli versa del vino. Un momento di imbarazzo, perché i Diolosà avvertono qualcosa di sospetto negli atteggiamenti dei loro ospiti. Giorgio riprende le sue arie da signore) Cosa ne dite, non è una magnifica serata stasera? (dalla porta di Salvino si sente come un latrato)

MARIELLA- Piglialo Alberto, sai che mi piacciono tanto i cani…

ALBERTO- Non posso prenderlo….

MARIELLA- Perché?

ALBERTO- E’ un cane strano, te l’ho detto….

MARIELLA- Cosa importa, è sempre un cane….

ALBERTO- Sì, però è un cane a cui non piacciono le femmine….

MARIELLA- Davvero? Allora è veramente strano!

GIORGIO- Già, quando vede delle femmine diventa una bestia feroce e gli verrebbe di morderle.

CAMILLA- Forse avrà la rabbia?

GIORGIO- Sì è veramente molto arrabbiato.

EDOARDO- E con sua moglie come si comporta?

GIORGIO- (non sa cosa dire) Beh, con mia moglie…..con mia moglie fa un’eccezione non la morde, però l’insegue….

ALBERTO- Oh, mia madre si scusa per il ritardo ma è dovuta andare al capezzale di sua cugina che sta molto male. Comunque non tarderà molto.

GIORGIO- Speriamo che non venga….

CAMILLA- Come, speriamo che non venga?

GIORGIO- ……speriamo che non venga con cattive notizie….sa la cugina ammalata…

ALBERTO- (per uscire dall’imbarazzo) Papà, e meglio se andiamo a tavola….Se volete prendere posto, signora, signor Diolosà, Mariella….(dispone i commensali poi chiama) Giacomo, Giacomo se sei pronto puoi servire la cena….

GIACOMO- (da dietro le quinte con voce femminile) Certo che è pronto, è tutto pronto.

EDOARDO- Giacomo ha questa voce?

GIORGIO- E’ la cuoca, questa è la voce della cuoca, che è sorella di Giacomo, e ha risposto lei al posto di lui…..(suda freddo, si asciuga la fronte)

CAMILLA- (a Giorgio) Cos’è non vi sentite bene?

GIORGIO- No, niente, sono un po’ preoccupato per il cane che è di là tutto solo.

MARIELLA- (guardando il proprio piatto) Mamma guarda che sono belli questi piatti. Hanno delle figure molto interessanti. Cosa sono degli uomini nudi che giocano fra di loro?

EDOARDO- Forse saranno degli antichi greci. 

GIORGIO- (che prende coscienza del fatto)Ma quali greci, io non ho piatti con uomini nudi.

EDOARDO- Per me sono antichi greci durante i giochi olimpici.

CAMILLA- E sono tutti uomini nudi.

GIORGIO- Se guarda bene ci devono essere anche delle donne…

CAMILLA- Non credo, le noterei subito, visto che sono tutti nudi.

GIORGIO- Qui, qui c’è una donna, guardi non è una donna?

CAMILLA- Veramente non mi sembra una donna. Mariella ci sono donne nel tuo piatto?

MARIELLA- No, sono tutti maschi, e anche ben forniti.

EDOARDO- Sì, anche sul mio…

GIORGIO- Che ne sappiamo noi….forse anticamente tra i greci non c’era tutta questa differenza fra uomini e donne…..

EDOARDO- Guardi che ai giochi olimpici partecipavano solo uomini….

CAMILLA- Ma a che sport giocano?


GIORGIO- Alla cavallina….

ALBERTO- …..tipico gioco dell’antica Grecia ormai in disuso alle olimpiadi moderne…..

MARIELLA- Che strano gioco però. Peccato che non si fa più…

GIORGIO- In certe palestre e in alcuni posti si pratica ancora, però di nascosto…

SALVINO- (esce dalla sua stanza vestito da donna per bene, quasi una bizocca) Scusatemi ma un mio prozio sta morendo e non potevo farlo morire da solo.

(Giorgio e Alberto simultaneamente lasciano cadere le loro posate nei piatti)

CAMILLA- Ma la moribonda non era sua cugina?

MARIELLA- Già, Alberto ci ha detto così!

SALVINO- (inventa una scusa della scusa) Sì sì…è un mio prozio che mi fa anche da cugina da quando gli morì suo nipote che era nipote della cugina di mio prozio e che da allora è mia cugina ma invece è rimasto prozio. Cugina-prozio, una parentela più unica che rara. (tende la mano a Camilla) Buona sera cara signora. (tende la mano a Edoardo) Buona sera caro signore….(rimane con la mano tesa verso la bocca di Edoardo)

EDOARDO- Buona sera signora….(gli bacia la mano)

SALVINO- (al baciamano emette un grido di soddisfazione) Oh!!! Mi ha baciato la mano, che gioia!! Oh la piccola! (rivolta a Mariella) Posso abbracciarti carina?

MARIELLA- Ma certo!

SALVINO- Potrei essere tua madre. (si abbracciano e si baciano) Caro Giorgio finalmente eccomi qui. (bacia Giorgio con trasporto)

GIORGIO- Purtroppo. Era quello che temevo.

CAMILLA- La preoccupazione di suo marito era veramente preoccupante, tanto che ci aveva fatto preoccupare per la sua assenza.

SALVINO- Ma ora sono qui tesoro, sono qui, sono qui, sono qui! Sa ci amiamo tantissimo. Mio figlio e mio marito sono tutto per me, l’unico scopo della mia vita sono loro. Allora che si fa, mangiamo? (gridando) Giacomooooo!!!!

GIACOMO- Ecco l’antipasto, una buona insalata di polipo….(appena vede Salvino vestito da donna scoppia in una grande risata) Ah ah ah ah…..


CAMILLA- Cos’ha tanto da ridere?

EDOARDO- Già, perché questa risata?

GIORGIO- (non sapendo cosa dire) E’ un’isteria spasmodica, la parola polipo lo fa ridere.

SALVINO- (assecondando Giorgio) Già già, fa ridere anche me. (ride) Ah ah ah ah….

EDOARDO- (non capendo nulla) E facciamocela tutti quanti allora una bella risata.

ALBERTO- Sì, ridiamo tutti…. (ridono tutti)

GIACOMO- (dopo aver servito il polipo) Non è vero che così com’è vestita fa veramente venir dal ridere? (parlando di Salvino)

SALVINO- (indispettito) Giacomo tornatene in cucina e ridi con i tuoi pari….

GIACOMO- Vado, vado, signora padrona. (sottolinea la parola padrona e va)

SALVINO- Questi servitori stranieri sono veramente insopportabili.

GIORGIO- (non accorgendosi della gaffe) Calmati Salvino!

MARIELLA- Cosa c’entra adesso il cane?

GIORGIO- (notando la gaffe) Come? Non l’avete sentito abbaiare?

ALBERTO- (assecondando il padre) Sì, io l’ho sentito abbaiare! Non l’avete sentito pure voi signori Diolosà?

EDOARDO- Veramente io non ho sentito nulla!

CAMILLA- E nemmeno io?

GIORGIO- Dio lo sa chi l’avrà sentito!?

SALVINO- (riflettendo) Perché….Salvino è il nome del cane?

ALBERTO- Sì, mamma, non te lo ricordi più?

SALVINO- (capisce al volo) Ah sì. Il cane. Salvino! Il figlio di quel bastardino di Giorgetto!

ALBERTO- (intuendo un pronto intervento di Giorgio) Precisamente, il figlio di Giorgetto.


SALVINO- Sì, anch’io ho sentito abbaiare.

EDOARDO- (che effettivamente non ha sentito nulla) Ma come può essere? Ripeto io non ho sentito nulla!

CAMILLA- Già, anch’io non ho sentito nulla.

SALVINO- (inventando una scusa) Forse abbaia con gli ultrasuoni e riescono a sentirlo solo i padroni. Questi sono cani dell’ultima generazione hanno tanti opzionals.

GIORGIO- Ma che cosa stai dicendo Sa…(stava per dire Salvino)

SALVINO- (intervenendo subito) …..Samantha, Samantha….io mi chiamo Samantha! Per gli amici Samanthella!

(sono tutti innervositi pur continuando a mangiare. Giorgio e Salvino dominano sempre meno la loro natura. Alberto è inquieto per questo evolversi dei fatti. Suonano alla porta. Tutti trattengono il fiato)

GIORGIO- (a Salvino) Cosa facciamo? 

SALVINO- Cosa facciamo?

ALBERTO- Cosa facciamo?

MARIELLA-CAMILLA-EDOARDO- (assieme e preoccupati) Cosa volete fare?

GIORGIO- Io apro! (va ad aprire la porta d’ingresso) Simona!

TUTTI- Simona?

SIMONA- (vestita da viaggio con una valigia in mano) Scusate il ritardo!

GIORGIO- (quasi spaventato) Simona! E’ Simona!

SALVINO- (contrariato) Non voglio che entri!

GIORGIO- (richiude la porta) Siamo al completo!

MARIELLA-CAMILLA-EDOARDO- Ma chi è questa Simona?

GIORGIO- E’ Simona. Simona è…la cameriera…sì è una cameriera che si è comportata male con mia moglie Samantha e quindi non vogliamo che metta più piede in questa casa.

SALVINO- Veramente una donna poco affidabile.

ALBERTO- (andando verso la porta) Ma siete pazzi? Non potete lasciarla fuori. Apri.

GIORGIO- Ricordati che tutto ricadrà su di te. (apre la porta)

SIMONA- (entrando) Che accoglienza? Buonasera!

GIORGIO- (piano a Simona) Senti Simona, ascoltami bene prima che succede un pateracchio. Tu sei una cameriera in questa casa, perciò cerca di comportarti come tale, hai capito? Una cameriera…. (gli fa segnali per farle capire la situazione)

SIMONA- Va bene, ho capito, sono una cameriera. Posso entrare adesso?

SALVINO- (intransigente) No! Buttala fuori Giorgio!

GIORGIO- Ma vaaffanculo tu!

TUTTI- Oh!!

GIORGIO- Vi chiedo scusa, ma che volete farci. Va bene che sono un membro delle feste religiose cittadine, ma in certi momenti la religiosità va a farsi benedire.

SIMONA- Giorgio!

GIORGIO- Ma che Giorgio e Giorgio. Mi chiami signor Giorgio!

SALVINO- Giorgio, osi trattarmi così davanti a questi signori e alla cameriera? Ma non c’è più religione!

GIORGIO- L’ho detto poco fa.

SIMONA- (sta al gioco) Signor Giorgio, cosa devo fare?

GIORGIO- Per piacere Simona vada in cucina che c’è un sacco da fare! (la spinge verso la cucina)

SIMONA- Ma quale cucina?

ALBERTO- (A Simona) Vieni, ti spiego tutto. Grazie! (la bacia)

SALVINO- (mettendosi davanti la porta della cucina) Hai baciato la cameriera? Hai baciato la cameriera? Dopo tutto quello che ti ha fatto? Devi scegliere Alberto, o me tua madre, o lei la cameriera.

ALBERTO- Ma non lo vedi quanto sei ridicola…Samanthella?


SALVINO- Ah, sono ridicola vero? E’ ridicolo l’amore di una madre?

CAMILLA- (sconcertata e rivolta al marito) Beh, noi è meglio se andiamo a riposare, vero Edoardo?

EDOARDO- Sì sì, credo che sia meglio. Andiamo Mariella?

ALBERTO- (ai Diolosà) Vi accompagno nelle vostre stanze.

(a questo punto Salvino che stava davanti la porta della cucina viene catapultato al centro della scena dalla violenta apertura della sudetta porta che lascia passare Alfonso semi nudo seguito da Giacomo anch’egli semi nudo)

GIORGIO- (ad Alfonso) Alfonso, cosa fai qui? Non vedi che ho degli ospiti?

CAMILLA- Edoardo sto incominciando a speventarmi….

ALFONSO- Lo so che vete degli ospiti, ma nel locale sono tutti scatenati, c’è una specie di orgia collettiva e a me oltre a farmi indossare queste piume di struzzo mi hanno imposto di ballare la danza del ventre!

GIORGIO- E cosa vuoi da me?

ALFONSO- Niente. Però siccome me l’avete chiesto io ve l’ho raccontato.

GIORGIO- (a Giacomo che è intento a tranquillizzare Alfonso) E tu non lo toccare, non è pane per i tuoi denti. Questo appena vede un po’ di carne fresca gli si lancia contro.

SALVINO- Alfonso ritorna nuovamente al locale.

ALFONSO- No, non ci voglio ritornare più là sotto. Se prima mi hanno messo le penne, adesso mi spenneranno!

SALVINO- Ma sei così carino con queste penne che sembri proprio un galletto amburghese.

GIACOMO- (carezzando Alfonso) Sì glielo detto anch’io che sembra un galletto. (fa il verso della gallina) Co co co coccodè, coccodè, coccodè……

GIORGIO- Basta, basta per carità, finiamola con tutto questo pollaio.

CAMILLA- Penso che se ce ne andiamo sia la cosa migliore….

GIORGIO- Non so come scusarmi.



EDOARDO- Non c’è bisogno. Ma se dovesse arrivare qualcun altro all’improvviso, avvertiteci in tempo. Va bene?

CAMILLA- Buonanotte! E addio! Può darsi che domattina, prima che canti il gallo, siamo già in macchina per Siracusa.

ALBERTO- Volete partire? Così presto?

CAMILLA- Già siamo stati troppo.

EDOARDO- Un’altra serata così e le mie coronarie salteranno in aria.

SALVINO- Spero che tornerete presto, signora Diolosà.

CAMILLA- Dio lo sa se metteremo più piede in questa casa. Edoardo, Mariella, march. 

ALBERTO- (ai Diolosà) Vi accompagno. (escono tutti e quattro)

GIORGIO- (dopo un attimo di silenzio) Sono proprio contento di tutti voi. A nome mio e a quello di Alberto, grazie, grazie veramente. Grazie Alfonso….

ALFONSO- Io ho avuto paura là sotto, per questo sono venuto a rifugiarmi qua sopra!

GIACOMO- (prendendo per mano Alfonso) Vieni, vieni di la con me che ti faccio passare la paura, bambolotto. (vanno in cucina avvinghiati)

GIORGIO- Grazie Simona. Grazie per essere arrivata puntuale.

SIMONA- Senti mio caro….

SALVINO- Ah no! Mio caro a Giorgio tu non glielo dici!

SIMONA- Ma è Salvino!

SALVINO- Sì, cosa credevi che fossi Monica Bellucci?

GIORGIO- E anche tu, non gridare!

SALVINO- Ora mai, arrivati a questo punto….

GIORGIO- Già, e di chi è la colpa se siamo arrivati a questo punto?

SALVINO- Scommetto che è solamente mia!

GIORGIO- Hai vinto la scommessa. E’ solamente tua!

SALVINO- Non mi fare ridere, dai!

GIORGIO- Credi che sia credibile il tuo personaggio di madre con questo vestito e con quella parrucca?

SALVINO- E tu credi che se la siano bevuta la faccenda che tu sei un maschio a 24 carati con quel tuo sculettamento da puttana da quattro soldi?

GIORGIO- Ma io non ho messo il vestito della nonna per giocare a fare la mamma inconsolabile.

SALVINO- Ho cercato di rendermi utile, ecco tutto. E non merito una ricompensa simile. (piagnucolando comincia a levarsi gli abiti femminili e la parrucca)

GIORGIO- Ma che stai facendo?

SALVINO- Dato che il mio personaggio è inutile, ritorno a riprendere il mio sesso!

GIORGIO- Ah, mi ricatti per giunta? E quella che se ne sta li tranquilla a mangiare. (si riferisce a Simona)

SIMONA- (mentre mangia seduta a tavola) Non ho mangiato niente tutta la giornata.

GIORGIO- Vedi, se tu fossi arrivata in tempo, tutti questi guai non sarebbero successi.

SIMONA- Senti non alzare la voce con me, perché nonostante tutto sono sempre la madre di Alberto. Perciò datti una calmata.

SALVINO- Sì, parlagli con delicatezza alla “signora” prima che le si sfondano i timpani, se non ce l’ha già rotti.

SIMONA- Senti, rifiuto umano, ora basta perché mi hai rotto veramente! (Salvino e Simona stanno per accapigliarsi quando Edoardo esce dalla sua stanza in vestaglia. Tutti si fermano. Salvino è semivestito ma può benissimo passare per un uomo in abiti succinti)

EDOARDO- Scusate….

GIORGIO- (per giustificare la tenuta di Salvino) Conoscete mio cognato?

EDOARDO- Non ho avuto l’onore.

GIORGIO- Il fratello di mia moglie.

SALVINO- (cambia ruolo mascolinamente) Il fratello di Samantha.


EDOARDO- Una rassomiglianza incredibile.

SALVINO- Siamo quasi gemelli. Anno più anno meno.

GIORGIO- (per giustificare la tenuta di Salvino) Mio cognato sta rientrando adesso dalla spiaggia.

EDOARDO- Ah, i bagni di mezzanotte! Si fanno ancora? 

SALVINO- Sempre, anche a mezzogiorno!

EDOARDO- Scusate, siccome fa troppo caldo nella mia stanza stavo andando alla ricerca d’una bottiglia d’acqua per la notte.

GIORGIO- Adesso ci penso io. (a Salvino e a Simona) Voi non vi muovete e non fate niente, mi raccomando, niente. Aspettatemi che torno. (va in cucina)

EDOARDO- (a Salvino) Com’è il mare a quest’ora, caldo?

SALVINO- Caldo? Caldissimo! Volete farvi una nuotata con me corpo a corpo?

EDOARDO- No no, grazie, soffro di reumatismi e un bagno a quest’ora potrebbe essermi fatale. Sa soffro pure di coronarie….

SALVINO- L’importante che c’è la salute.

GIORGIO- (rientrando dalla cucina) Qui c’è l’acqua.

EDOARDO- (prendendo la bottiglia) Grazie.

GIORGIO- Buonanotte!

EDOARDO- Non vi auguro altrettanto. (va via)

SIMONA- (a Giorgio e a Salvino) Sentite, mio figlio mi ha chiamato perché ha pensato che qui c’era bisogno della mia presenza, quindi se sono qui, è perché devo pensare alla felicità di mio figlio. Perché la vera madre, nonostante tutto, sono sempre io, io, io! (si dirige verso la stanza di Edoardo)

GIORGIO- Cosa vorresti fare?

SIMONA- Voglio fare quello che voialtri non siete riusciti a fare, dato che non siete femmine come me.

EDOARDO- (uscendo dalla stanza) Scusate, ho dimenticato di chiedervi un bicchiere!

SIMONA- Venga con me che ci penso io. (Edoardo e Simona vanno in cucina)

SALVINO- Ovunque si trovi deve farsi conoscere che è una puttana. Comunque, se lei ha le sue armi da giocare, io non sarò da meno. Se Simona si occupa del suocero, io mi occuperò della suocera! Vedremo chi riuscirà a fare la felicità di Alberto. Io o quella là! (si riveste nuovamente da donna e va nella camera dei Diolosà)

GIORGIO- Così stando le cose, sono sicuro che non mi vedrò invecchiare!

FRANCO- (irrompe dalla porta di comunicazione del locale seguito da Giacomo e Alfonso, tutti e tre seminudi) Giorgio, nel locale sta succedendo un manicomio…sono tutti sfrenati e soprattutto arrapati.

GIORGIO- Devo salvare l’onorabilità del locale dunque questa sera mi sacrificherò!

FRANCO- Torni nuovamente sulle scene?

GIORGIO- E’ l’unica soluzione. Giacomo vai a prendere il mio boa rosa! Ritornerò ai vecchi tempi quando ero nominato dalla critica mondiale “La Pantera Rosa dei gay”! (fa un ruggito molto femminile ed esce seguito dai tre)

La porta di comunicazione rimane aperta, entra Mario e si nasconde. 

CAMILLA- (entra in scena seguita da Salvino) Ma lasciatemi stare in pace! Non vedete che sono una povera donna stanca che ha bisogno di riposare?

SALVINO- Calmatevi Camilluccia, non fate così.

CAMILLA- E non chiamatemi Camilluccia! Io ho l’abitudine di notte di dormire e non di discutere sull’avvenire dei figli!

SALVINO- Ma così, Camilluccia, spezzate il cuore di una madre!

CAMILLA- Così siamo pari. Voi m’avete spezzato il sonno, io vi ho spezzato il cuore!

SALVINO- Ma su, facciamo pace! (l’abbraccia)

MARIO- (esce dal suo nascondiglio e va verso Camilla con la macchina fotografica pronta) Un sorriso prego? (scatta la foto) Questa la pubblicheremo su “I vizi speciali di Taormina”.

CAMILLA- (spaventata ) Aiuto! Aiuto! Un fotografo! Questo è un tranello affinchè si possa dire che io ho un’amante donna e amo l’amore saffico! Non è vero, io appartengo solo a mio marito…. Non sono fatta per i giornali scandalistici…. Amo solo gli uomini.

SALVINO- Mario sei un fetentone. In questo contesto la signora è veramente un pesce fuor d’acqua. Non c’entra niente con le notti spregiudicate del nostro locale. Camilluccia siamo due vittime; anche a me piacciono solo gli uomini. 

CAMILLA- Sequestriamogli la macchina fotografica! (fuggi-fuggi)

EDOARDO- (sentendo le grida esce dalla cucina abbracciato da Simona) Ma che caspita sta succedendo?

SIMONA- Non si può discutere in santa pace neanche un attimino, vero Edoarduccio?

CAMILLA- Cosa? Mio marito abbracciato con la cameriera? Edoardo a casa ci faremo i conti, e saranno conti salati!

EDOARDO- Ma che conti e conti! La signora si è messa a nudo davanti a me…..

CAMILLA- Il divorzio, voglio subito il divorzio….

EDOARDO- Lasciami finire il concetto. Stavo dicendo che si è messa a nudo davanti a me nel senso che mi ha spiegato come stanno effettivamente le cose in questa casa.

MARIO- (non trattenuto da nessuno scatta una foto a Edoardo) Prego sorrida!

SALVINO- (inviperito) Mario lasciati prendere che a te ci penso io! (lo insegue)

MARIO- (con uno stratagemma toglie la parrucca a Salvino) Ma tu sei Salvino! Sai che a prima vista non ti avevo riconosciuto?

CAMILLA- Ah! Un uomo, un uomo travestito da donna. Ma che tipo di madre è?

ALBERTO- (uscendo dalla propria camera con Mariella) Ma si può sapere cosa sta succedendo?

MARIELLA- Mamma cosa è successo?

CAMILLA- La madre di Alberto è un uomo travestito da donna. 

MARIELLA- Davvero? 

CAMILLA- (indicando Salvino) Sì, guardalo. E’ orribile! Allora chi è la vera madre di Alberto?

SIMONA- Io! La vera madre di Alberto sono io!

CAMILLA- La cameriera? Alberto è figlio di una cameriera?

SALVINO- (disperato) Dio mio, mandami qualche aiuto te ne supplico!

GIORGIO- (viene dal locale vestito da donna) Fatto, fatto, la serata è salva!

SALVINO- Dio, ti avevo detto un aiuto, non un precipizio!

CAMILLA- (capisce tutto) “La gabbia dei gay”! Sono quelli del night!

GIORGIO- (con fare mascolino) Ma cosa sta dicendo, signora?

CAMILLA- (indicando Alberto) E’ figlio di due gay!

MARIO- (verso Giorgio) Prego una foto!

GIORGIO- (A Salvino) Leviamogli questa maledetta macchina fotografica! (lo inseguono)

CAMILLA- (vedendo Mariella vicino ad Alberto) Mariella, Alberto è figlio di un gay! Scansati!

GIORGIO E SALVINO- (prendono Mario per il colletto e gli sequestrano la macchina fotografica) Questa volta ce la pagherai lampa e stampa…. (lo buttano fuori casa)

CAMILLA- Mariella, Edoardo, di corsa torniamo a casa, avanti march!

MARIELLA- (cerca di placare la madre) Ma un momento mammina, fatti spiegare….

CAMILLA- E’ inutile ogni spiegazione!

EDOARDO- (c.s.) Mi fai dire almeno due paroline?….

CAMILLA- (prende Edoardo per l’orecchia) Cammina Edoardo, vai a prendere le valigie. Ogni minuto in più qui dentro ne va del nostro decoro….

EDOARDO- Stai tranquilla, perché il nostro decoro non è in pericolo.

SALVINO- (a Eduardo) Edoardo, posso parlarvi da uomo a uomo?

EDOARDO- Ma non dica baggianate!

SALVINO- (a Camilla) Allora parlo con Camilla.

CAMILLA- Fino ad oggi nessuno mi ha parlato da uomo a uomo, e non ho nessunissima intenzione d’incominciare adesso.

SIMONA- Ma in somma, tutti che vogliono fare e sfare per un proprio tornaconto, e nessuno, dico nessuno, pensa che siamo stati riuniti qui soltanto per il bene di Alberto e Mariella che dovranno sposarsi fra non molto! Dico, vogliamo pensare a questi due ragazzi?

MARIELLA- Io voglio sposare Alberto!

ALBERTO- Ed io Mariella! 

GIORGIO- Oh finalmente! Questa è la cosa più seria che ho sentito l’intera serata. Se Alberto e Mariella si vogliono bene e vogliono sposarsi, che importanza ha se io e Salvino siamo gay e la madre è una prostituta di alto bordo? Queste sono cose di secondaria importanza a cui nessuno fa caso. L’amore vince su tutto!

CAMILLA- E lei crede che essere gay o prostitute è una cosa di secondaria importanza? Non sa che mia figlia deve render conto anche alla società? Io vado via…(sta per uscire)

EDOARDO- Camilla, mia figlia deve render conto soprattutto a me, e tu fammi parlare una buona volta. Volevo dirti….. (viene interrotto da Camilla)

CAMILLA- (davanti la porta) Edoardo i fotografi, ci sono i fotografi! Lì fuori ci sono fotografi dapertutto. Oh Dio che scandalo! Pensa cosa diranno alla confraternita se scopriranno che siamo stati in questo covo di lussuriosi….nascondiamoci…

GIORGIO- Qui c’è lo zampino di Mario! Sarà stato lui a chiamare gli altri fotografi!

FRANCO- (dalla porta del locale) Giorgio, Giorgio, il locale è pieno di fotografi che non vogliono andarsene via. Scendi giù, fai qualcosa. (rientra)

GIORGIO- Siamo circondati!

CAMILLA- Siamo circondati!

EDOARDO- Siamo circondati!

SIMONA- Siamo circondati! 

ALBERTO- Siamo circondati!

MARIELLA- Siamo circondati!

SALVINO- Giorgio, Giorgio…..siamo circondati!

GIORGIO- Ah sì? Non l’avevo sentito!

CAMILLA ED EDOARDO- Cosa facciamo adesso?

SALVINO- (avendo un lampo di genio) Camilla, se mi promettete che farete sposare Mariella ad Alberto, da questa situazione vi salverò io!

CAMILLA- (accettando la proposta) Parlate, ma se è un altro dei vostri trucchetti, vi giuro che morirete sotto le mie mani.

EDOARDO- Su, parlate!

SALVINO- Vestitevi da ballerine brasiliane. Con tutto questo casino, vedrete che passeremo inosservati.

EDOARDO- Da ballerine? Così aggraverete di più la cosa!

GIORGIO- (condividendo l’idea di Salvino) Sì, sì. Questa è una bella soluzione. Vestiamoci da ballerine brasiliane.

SALVINO- Edoardo sarà veramente adorabile.

EDOARDO- (contrariato) No, mai! Io da ballerina non mi ci vestirò mai! La mia posizione religiosa-sociale non me lo permette.

CAMILLA- (a cui l’idea piace) Dai Edoardo, l’idea mi sembra ottima. Vèstiti da ballerina, non è questo il momento di fare il puritano. 

SIMONA- Vorrei vestirmi anch’io, così li confonderemo di più!

GIORGIO- Giusto. Anzi, vestiamoci tutti così si creerà un casino totale.

SALVINO- Approvo l’idea. Tutti ballerine brasiliane….che bello! (prende i vestiti)

GIORGIO- Alberto, Mariella, anche voi, su dateci una mano! (tutti si spogliano dei loro vestiti e indossano quelli da ballerina, parrucca compresa, battute a soggetto corrispondenti alla situazione)

CAMILLA- (appena pronta) Io sono pronta e vado via… (si avvia alla porta)

GIORGIO- (la blocca in tempo) Ma cosa fate? Se usciamo da quella porta daremo subito nell’occhio. Dobbiamo passare dal locale, confoderci con la gente e scappare di tutta corsa.

SALVINO- Sicuro. Poi per passare più inosservati dovremo ballare il samba che è il motivo predominante della festa di stasera.

EDOARDO- Ma io non so ballare.

SALVINO- Niente, non ci vuole niente, basta muovere le anche così….(fa vedere)

EDOARDO- (imitandolo comicamente) Va bene così?

SALVINO- No! Quest’anca è troppo mascolina.

EDOARDO- Non posso farci nulla è stata sempre così dalla nascita!

SALVINO- E voi sforzatevi un po’, su, si sa che in ogni uomo c’è sempre una parte femminile nascosta. Uscitela fuori…

EDOARDO- (che ha frainteso) Che cosa?

SALVINO- La parte femminile!

TUTTI PROVANO QUALCHE PASSO DI SAMBA VERSIONE GAY

GIORGIO- Ed ora usciamo di qua… (indica la porta che conduce al locale) Tutte donne! Ch’è bello! Mi sento euforico stasera, non mi capitava da molto tempo….(dando a tutti delle indicazioni) Sculettate, ballate e sculettate, vedrete che passerete inosservati.

EDOARDO- Lei dice?

GIORGIO- Sì, perché nel locale sculettano tutti, o meglio, tutte! Andate, andate.

EDOARDO-CAMILLA-MARIELLA-ALBERTO-SIMONA- Andiamo, andiamo, Ch’è bello mi sento veramente una drag-queen! Che emozione! Pare proprio di stare al carnevale di Rio de Janeiro. Vai col ritmo brasileiro…samba…..samba….(escono tutti, tranne Giorgio e salvino, dalla porta che da al locale)

SALVINO- (rimasto solo con Giorgio) Sai che sei proprio ridicolo con questo vestito? Hai perso tutta la tua grazia e la tua sensibilità di donna di affari, non hai proprio niente di femminile.

GIORGIO- Eppure, amoruccio, è proprio così che mi sento a mio agio. Quasi quasi mi vestirei ogni giorni così.

SALVINO- (con un gridolino) Ah! Ma sei proprio ammattito? Che faremo poi una coppia di donne? Che schifo! Cosa potranno dire poi i vicini di casa? A me piaci perché sei maschio, e io ti voglio maschio, maschio, maschio.

GIORGIO- (con femminilità) Maschio?

SALVINO- Sì ma non così? Ancora più maschio! Qui io solo devo portare la gonna.

GIORGIO- (con voce da cavernicolo) Sì amore, hai perfettamente ragione. I pantaloni li devo portare solo io. (si baciano, poi Giorgio con un’uscita di carregiata va in escandescenza saltando e gridando come una femminaccia di strada).

SALVINO- Che maschio, che maschio!


FINE DELLA COMMEDIA


Per la rappresentazione rivolgersi alla SIAE, poiché il testo è tutelato.