Valerio Di Piramo
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Valerio Di Piramo

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Sono nato a Pescia, in Toscana,il giorno 11 Gennaio del 1953, una piccola città di provincia che qualcuno ha pensato bene di costruire tra Viareggio e l’Abetone, con tutti gli innegabili vantaggi climatici che derivano da questa invidiabile posizione geografica. Era domenica, e questo già dice molto di me. Sono miracolosamente sopravvissuto alle farinate e gli omogeneizzati: poi, quando è cominciata l’era della pastasciutta, le cose sono decisamente migliorate. Ho sempre preferito, fin da piccolo, il vino all’acqua, le donne agli uomini, la scienza alla fede, la chitarra ai libri. Ho studiato elettronica, e devo dire che ora difficilmente prendo la scossa quando cambio una lampadina. Musicalmente sono cresciuto all’ombra di De Andrè, dei Deep Purple, e dei Jethro Tull, sempre con la chitarra in mano a cercare accordi e melodie. Ho avuti svariati gruppi con i quali ho girato la Toscana suonando un po’ di tutto. E nel 1975 la svolta. Mi sono sposato. Una moglie, un figlio e un lavoro alle poste. Come postino, naturalmente; ma qualche volta cambiavo anche le lampadine. Sembrava dovesse essere una vita così. Senza emozioni, senza alti e bassi, lettere e raccomandate, ufficio e casa. Ma una grande insidia mi aspettava dietro l’angolo: il teatro. Nel 1985 nasce, per merito di un gruppo di amici, la compagnia teatrale "Mercanti di Parole"; figuratevi che ero talmente ignorante in fatto di teatro che credevo che la “quinta” fosse una sinfonia, l’”americana” una donna d’oltre oceano e l’”occhio di bue” la parte anatomica di un ruminante. Ma siccome sono la persona più anziana e forse anche, per dirla alla toscana, quella più grulla, vengo subito bollato come "regista" e le prime parole che sento dire da tutti sono: "Allora? Cosa facciamo? Confesso che questa frase mi getta nella disperazione più profonda...inizio a divorare commedie una dopo l'altra, con frenesia crescente, cercando quella più adatta alla nostra compagnia; infine, in una confusione mentale apocalittica (sono arrivato a sognare Arpagone con una dozzina di rose scarlatte in mano che si dichiara a Mirandolina, la quale sta baciando appassionatamente un imbarazzato Iago) scelgo una commedia di Aldo Dè Benedetti: Non ti conosco più. Per portare in scena detta commedia, facciamo come tutte le compagnie alle prime armi: saccheggiamo le case degli attori, e così riusciamo a mettere insieme una scenografia abbastanza decente. I nervi mi saltano definitivamente quando, non appena finita la "Prima", quando ancora non si è spento l’eco degli applausi, qualcuno mi domanda con aria angelica : "E ora? Cosa facciamo ora?". E' stato così che ho cominciato a scrivere commedie. E da allora sono nate molte commedie, alcune in vernacolo toscano, altre in lingua; la più famosa è certamente un DON CAMILLO rappresentata anche ad Ottawa, in Canada. E siccome le commedie mi pareva che non bastassero, ho scritto anche due libri, IL CASSETTO DEI RICORDI e CRONOS. Poi è nato il gruppo di ricerca sulle tradizioni musicali toscane FUORIDALCORO, con il quale ripropongo vecchie canzoni popolari; ma non solo: mi restava ancora un briciolo di tempo, che ho pensato bene di impiegare a comporre testi e musiche. In bocca al lupo a tutti voi. Valerio.

Valerio Di Piramo
Pescia
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24/05/2015 20:39
27/10/2010 17:32
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