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Roma, 11 novembre 20..
Caro il mio amore,
ti chiedo perdono per essere sparita così, all’improvviso, senza dirti nulla, senza spiegarti nulla, senza una carezza, senza un bacio, senza una parola, anche la più vana o la più stupida che esista!
Lo farai mio piccolo ma infinito amore? Mia luce sempre accesa come il sole!? Pensi che io lo meriti ancora il perdono? Aspetto un tuo cenno, anche due sole righe! Se lo avrò allora ti spiegherò tutto, tutto quello che mi è accaduto dentro, nel groviglio della mia anima sfinita, dove si mescolano sentimenti e stati d’animo sempre più sfuggenti, come matassa di serpi che sgusciano scivolano e non si fermano mai. Mi son fermata io, allora: ho dovuto allontanarmi da tutto e tutti: dal teatro, dalle scene, dai parenti, da mio figlio, dagli amici, e soprattutto da te, mio amore, unico mio autentico tesoro che potrei perdere per sempre, con totale disperazione!
Aspetto il tuo messaggio: che sia sincero, sono pronta a tutto… oramai !
L’indirizzo è scritto nella busta, non inviarmi mail, messaggini, non telefonarmi!
La tua Nora!

Milano, 15 novembre 20..
Mia cara Nora,
nel ricevere la tua breve lettera ho gioito come un angelo d’Iddio!
Ti credevo morta, o finita chissà dove, annegata, magari, scivolata dentro l’acqua velenosa e oscura del Tevere! I miei giorni son passati nell’angoscia, nella totale tristezza, con la mente sbattuta tra un dubbio e l’altro, un interrogativo e l’altro, un’ipotesi e l’altra! Non ho mai vissuto giorni così terribili, credimi! Tu mi chiedi il perdono: si, certo ti perdono! Ma perché sei sparita per giorni e giorni? Cosa ti ho potuto fare di male io? Da quella sera che vedemmo La donna del mare assieme, qui a Milano, sei divenuta un’entità astratta, una figura del mio pensiero, un’immagine della mia memoria visiva, e nulla più! Ho acquistato il tuo profumo preferito perché spruzzandomelo addosso mi fingessi che mi stavi accanto! Ma perché tutto ciò?! Perché questo tormento? Perché, senza dir nulla, sparire per giorni e giorni e giorni?
Aspetto che tu mi dica tutto, ma proprio tutto ciò che ti è accaduto, con sincerità piena, senza alcun infingimento! Scrivimi, scrivimi subito, non far passare nemmeno un minuto!
Aspetto con mille ansie
tua Giuditta

Roma, 17 novembre 20..

Mia amata Giuditta!
Non ho potuto risponderti con rapida immediatezza! Ho dovuto raccogliere qualche idea, mettere a fuoco per quanto ora mi è possibile, le ragioni dei miei tormenti… Prendi questa mia lettera come uno sfogo, più che un chiarimento: poi verrà il momento dell’analisi lucida, delle decisioni da prendere pertinenti alla mia situazione esistenziale, affettiva, psicologica… artistica, e di conseguenza lavorativa… Sappi innanzi tutto che è da tempo che io ti nascondo il mio disagio che è via via cresciuto fino ad esplodere quando sono sparita!... Tutto è nato quando Luca, in vista di una sua regia, mi disse spietatamente che non avevo più l’età e il cosiddetto phisique du role … per un determinato personaggio! Per me è stata un’improvvisa mortale pugnalata, che ha rotto ogni mio equilibrio interno!... E come in uno spietato gioco del domino via via son cadute varie tessere… la prima è stata quella del nostro amore!... e forse qualcosa avrai pure percepito!... la nostra differenza di età, quei benedetti e maledetti vent’ anni che ci separano, mi è sembrata un’incolmabile differenza che andava a toccare ogni aspetto del nostro legame: quello del sesso, della mentalità, delle aspettative future! Pensaci! Ti sarai accorta come più volte ti ho voluto truccare io? Lo facevo perché attorno ai tuoi occhi non vedevo quelle orripilanti rughette che contornano invece i miei! Ecco perché mi chiedevi come mai quasi non mi truccassi!... ed ecco perché i nostri incontri d’amore si diradarono, con la scusa da me inventata di un disturbo che m’impediva il pieno coinvolgimento!... Non volevo che tu mi guardassi nel mio intimo, scoprendo inevitabilmente quei guasti che ancora non avevo scoperto io stessa!... Arrivai ad aver nostalgia di Gianni, il mio ex marito, che si accontentava di rapporti rapidi, e normalissimi! Ma poi ho pensato che quando, per così dire, ho cambiato gusti, e poi ti ho incontrata, imparai a gustare ogni attenzione minuta anche ai nostri sessi: carezzine, bacetti, leccatine, tutto mi faceva impazzire, e tutta me stessa ti offrivo, dalle labbra appena toccate dal rossetto, ai seni profumati di ogni più pura essenza, al ventre, al monte di Venere, al fiore che si schiudeva quando le tue dita di libellula lo sfioravano!... Ogni nostra piega carnosa era nido di godimento assoluto, divino! Ma, dopo quella maledetta pugnalata di Luca, ho iniziato a considerare l’ineluttabile passare degli anni con gli inevitabili limiti che impone più o meno a tutti ! Ho iniziato ad esplorare il mio corpo, scoprendo macchie, piccole rughe, punti di cellulite a cui non avevo ancora fatto caso! Chi sostiene che conta il contenuto interno delle nostre persone, piuttosto che l’involucro esterno, non tiene conto di chi, come noi, ha un corpo per così dire pubblico, e pubblicizzato! Di chi appare in pubblico obbligato dal mestiere che fa! A volte sento te e il pubblico come dei nemici da evitare, o degli ostacoli da saltare: ecco perché son sparita! E perdonami se ti scrivo queste brutte cose che mi passano nella mente come improvvise nubi temporalesche!... Mi sveglio d’improvviso durante la notte, e mi vedo vecchia, coi capelli ingrigiti se non bianchi, la schiena a pezzi, le dita storte per l’artrosi, le unghie gialle e rugose, e mi sento sola, con l’esatta percezione di un abbandono generale da parte di tutti i miei colleghi! E recito qualche passaggio di qualche commedia, e mi pare che ancora la voce c’è, che ancora posso farmi ascoltare e vedere dagli spettatori! E allora non freno il pianto, non argino i singhiozzi, e la vita mi appare vana inutile cattiva!... Mia Giuditta, sto davvero molto male… so solo che devo raccogliere le idee, dopo aver raccolto e incollato i pezzi della mia mente andata in frantumi, forse ricorrere ad una terapia specifica… sono terrorizzata che  un cambio di vita, di prospettiva, e di aspettative, possa cancellarti dalla mia esistenza!...
Ora devo interrompere questa mia lettera, non ce la faccio più ad andare avanti! Mi gira la testa, mi manca il fiato, sento il petto oppresso!
Scrivimi, il prima possibile!
Tua Nora

Milano, 18 novembre 20..
Cara, cara la mia Nora,
vorrei esserti vicino, accarezzarti, lisciarti i tuoi lunghi capelli come se le mie mani fossero spazzole  colme d’amore! Mi addolora che tu soffra la nostra differenza d’età: credimi, non ne sento minimamente il peso: per me sei amante, sei maestra, sei madre, sei TUTTO! E perciò sei fuori dal tempo, almeno da quello cronologico: vivere con te i momenti della mia vita significa trasformare il tempo in durata assoluta, in attimi così talmente densi da rimanere per sempre, come fossero davvero eterni! Ma allo stesso tempo devo dirti di essermi convinta, ancor prima che tu cadessi in questa tua grave crisi, che la tua prima e decisiva difficoltà è legata al lavoro che fai, che facciamo! Sei terrorizzata di avere sempre meno parti disponibili, nonostante tu sia apprezzata qui in Italia ed anche fuori d’Italia! Di certo man mano che invecchiamo diminuiscono i personaggi disponibili che nella finzione di un testo sono anch’essi anziani o vecchi. Al contempo il sogno utopico che un attore o un’attrice possano recitare la parte di personaggi molto più giovani è appunto di estrema difficoltà rendere realtà: come farlo? Io credo che lo si possa fare accettando pienamente proprio il fatto di essere vecchi e mostrandolo pure, ma senza eccessi: non si deve far finta di essere giovani e al contempo non si deve accentuare i propri limiti: insomma non si dovrebbe recitare, ma essere e mostrarsi semplicemente come si è. Io trovo giusto che si culli il desiderio di comportarsi giovanilmente anche a teatro, e quindi interpretando parti di personaggi nella finzione più giovani!  Ma ciò, come ci insegna Zeami, deve far affiorare, magari appena, la verità amara dell’ineluttabilità del passare del tempo, e l’accettazione di ciò! Insomma mostrare come dice l’antico maestro che su un tronco vecchio d’albero può ancora crescere un fiore bello e giovane e fresco!
Tua Giu’

Roma, 23 dicembre 20..
Mia piccola amata Giu’,
innanzi tutto buon Natale!
Ho fatto passare tanti giorni prima di risponderti! Perché ho voluto riflettere molto sulle tue rivelatrici bellissime care parole! Tu mi hai saputo leggere dentro l’anima come nessun altro! E te ne sarò grata per il resto della mia vita… Hai capito che per me prima di tutto viene il teatro, viene il mio essere artista e che ogni ostacolo che blocchi questo mio daimon vorrei che crollasse d’incanto! E devo essere profondamente e impietosamente sincera: verso me stessa e verso te! Sto riprogrammando la mia vita: fissando attività fisiche ginniche fisioterapiche per mantenere il più a lungo possibile la mia attuale forma, poi ho deciso di farmi seguire da un “consigliere”-psicologo per capire ancor di più e meglio me stessa, cosa ribolle dentro di me, perché, se Zeami che tu ricordi ha ragione, devo pian piano saper mettere a nudo  anche la mia verità interiore, senza infingimenti: non credo basti mostrare la nostra corporeità castigata dagli anni senza che trapeli un’ anima interna che accetti la verità e lo dimostri.
Cara Giu’, io voglio dedicarmi a questo lavoro di… rieducazione, ecco, la chiamerei così… Occorrerà tempo, serviranno energie, concentrazione; e poi metti il lavoro attuale e i tanti altri impegni della vita quotidiana. Ebbene… devo assolutamente dirti che non mi sento più di condizionare anche la tua vita! Sii libera, rinuncia a me, pensa che potresti avere un figlio tutto tuo… tuo… tuo! Devi percorrere la “tua” strada, come io, ora, sto programmando la mia! Ti prego e ti scongiuro: non pensare più a me, piccola mia! Nessuno potrà mai più cancellare il nostro grande amore vissuto per dieci lunghi intensi meravigliosi anni! Li abbiamo avuti, nessuno ce li toglierà più, e ringraziamo il destino che ce li ha regalati! E dedichiamoci pienamente al nostro mestiere di attrici, prima che l’Arte finisca in un mondo che la relega in dimensioni sempre più aristocratiche e prive di riconoscimenti veri, necessari! E chissà che un domani, sulla scena, scritta da qualcuno, non potremmo che recitare la “nostra” storia!
Con tutto il mio amore
Nora

Milano, 25 dicembre 20..
Carissima Nora,
ti rispondo subito, nel giorno di Natale! Voglio farti un bel regalo  “obbedendo” a quanto tu mi proponi! Sì, hai ragione, dobbiamo lasciarci, dobbiamo vedere in faccia la verità delle cose! Come potrei insistere e ostacolare quello che è il tuo primo assoluto infinito amore?
Inoltre devo anche comunicarti che il Natale mi ha portato un altro regalo davvero straordinario: aspetto un bimbo! Il padre è quell’Emanuele che ti presentai a settembre, a quella festa sul mare, al tramonto, sopra il molo dei pescatori, tra le reti calate… è lui ad aver insistito, ad avermi corteggiato con convinzione con pazienza… ho ceduto anche perché mi senti vo profondamente sola! Ho sospeso ogni precauzione, e ho desiderato con tutta me stessa che nel mio ventre s’incontrasse ogni energia d’amore, ogni esplosione vitale di cellule vogliose di trasformarsi in umane forme! Ti farò ridere, forse: ho pregato la Madonna, dopo tanti anni che l’avevo completamente dimenticata!
Nel frattempo avevo intuito le tue nuove necessità, le tue paure, i tuoi dubbi! E ho capito…
Se sarà una bimba la chiamerò Nora!
Per  sempre,
tua Giuditta