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Daniele Luccioli viene chiamato dal questore Guido Guadagnoli, divenuto ormai un suo sincero e devoto amico, e invitato ad incontrarsi presso il solito bar di Via di Ripetta.
“Carissimo Daniele, non mandarmi a quel paese, se, in nome della tua oramai consolidata e alta professionalità d’attore teatrale, e della nostra stessa amicizia, non posso fare a meno di chiederti l’ennesimo favore nella veste di “attore infiltrato” ! “.
Daniele, ridendo sotto i baffi, da poco cresciuti, lo guarda come si guarderebbe un cagnolino scodinzolante che guaisce per avere un biscottino fra le mani del padrone.
“Ed in cambio cosa mi dai? Intendo, oltre il cospicuo rimborso spese usuale, che altro benefit mi è concesso?”, e alza il calice riempito di un notevole gustoso Montepulciano d’Abruzzo tintinnandolo con quello di Guadagnoli.
“Di conoscere una signora davvero affascinante, della tua età, sui cinquanta, insomma, ma ne dimostra molti di meno: è una signora molto elegante, raffinata nei modi… ma”
“Ma? Scommetto che mi stai dicendo che non è avvicinabile! Vero?”.
“Non proprio, mettiamola così: se tu riuscirai ad avere le prove o dei seri indizi  che lei non c’entra nulla circa quanto ora ti spiegherò, allora penso che alcune buone chances di avvicinarla in modo stretto, siano alla tua portata!”.
“Ok! Allora spiegami il caso, con dovizia di particolari, perché ti ricordo che nelle ultime due mie, diciamo, “prestazioni”, alcune imprecisioni di un paio di tuoi collaboratori, mi hanno creato delle seccature davvero spiacevoli: te le ricordi, spero?”.
“Certo, certo, ma ora puoi stare tranquillo: d’altra parte il caso è poi abbastanza semplice, non intravvedo difficoltà particolari.”.
“Bene! Vai, allora, mi stai incuriosendo!”.
Guadagnoli tracanna un bel sorso del suo vino, e inizia:
“Si tratta di Ambra Della Valle Guidi, che qui a Roma, è una nota gallerista d’arte, e pittrice lei stessa, con risultati non disprezzabili; è sposata con un ricco proprietario terriero e immobiliarista, appunto il dottor Ermanno Guidi; dal matrimonio sono nati due figli, ora ventenni, un maschio e una femminuccia, Carlo ed Elisa. La Galleria d’Arte, dal nome La bussola dell’arte è in Via della Scrofa, non lontano da qui dove stiamo. Due mesi fa mi ha chiamato il tenente dei carabinieri responsabile del recupero di opere d’arte importanti risultate rubate, trafugate, o appropriate indebitamente, e l’ufficiale pensa che la signora Ambra Della Valle sia una ricettatrice di diverse opere che man mano riesce a vendere clandestinamente. I collaboratori del tenente, tal Eugenio Nanni, non son riusciti, nelle loro indagini, a cavar un ragno dal buco!”.
“Strano, mi risulta che il nucleo dedicato al recupero opere d’arte dei carabinieri sia molto efficiente!”.
“Si, certo, peccato che il blocco  delle assunzioni nel pubblico impiego, e l’andata in pensione dei più anziani, l’abbiano di fatto decimato! E ora stanno nelle peste, e… naturalmente chiedono aiuto a me”
“che a tua volta chiedi aiuto a… me!”.
“Già, ma proprio perché le tue doti istrioniche mi hanno aiutato in tante occasioni: questa, poi, dato il livello anche culturale della signora, e le caratteristiche del suo ambiente, frequentato non certo da cialtroni, dovrebbe essere adatta particolarmente alla tua persona, credimi!”.
“Vabbe’, sto sulla fiducia!”.
Il Questore beve l’ultimo sorso del suo vino, e riattacca:
“Gli elementi concreti che ho su questo caso sono i seguenti: dalle intercettazioni telefoniche registrate si è capito che in alcune chiamate dall’estero la telefonata partiva con una specie di chiave d’accesso, o parola d’ordine, insomma, se fossero stati dei pc, con delle password; in particolare due: FP665MY, E Strike02.”.
“Scusami, non capisco bene: sarebbe come se io chiamandoti dicessi: “Qui strike02? Ecc. ecc.?”.
“Si, esattamente così! Ora si presuppone che chiunque chiami per determinati affari la bottega d’arte, o galleria, La bussola dell’arte, di Ambra Della Valle Guidi, debba usare una delle due parole d’ordine.”.
“E il tenente Nanni, o chi per lui, come ha capito che in certe telefonate si parlava di determinati affari?”.
“Nulla di più facile: cifre grosse; parole come <<stare molto attenti>>, o <<occhio ai carabinieri del nucleo>>; oppure termini in chiave dagli strani suoni… e così via…”.
“Solo che non hanno mai avuto la certezza o la possibilità di beccare in fragrante l’esecuzione di certi traffici d’opere d’arte, giusto?”.
“ Esattamente: proprio così! Ed ora devi provare tu a predisporre il terreno propizio per beccare l’elegante signora Ambra e i suoi fornitori, o anche acquirenti nel caso quest’ultimi siano consapevoli di acquistare un’opera furtata ad altri o allo Stato italiano, o a qualche museo estero! Ti consiglio di fare una bella chiacchierata col tenente Nanni che può spiegarti altri utili particolari riguardanti tutta questa faccenda, d’accordo?”.

Daniele acquisisce dal Nanni il numero di telefono della Galleria, il numero privato di cellulare di Ambra Della Valle Guidi, quello del marito Ermanno; il tipo di auto, una Lancia Y usato dalla signora e la targa, come pure il tipo di furgoncino per il trasporto in genere guidato da un aiutante della gallerista, tale Gigi Fanazzo; gli viene spiegato la tipologia di opere di cui si occupa Ambra, in particolare tele e quadri dal Cinquecento al Settecento, e raramente opere del Novecento. Il suggerimento principale che il Nanni dà a Daniele è quello di fingere di avere un quadro del periodo trattato dalla Galleria, e di volerlo vendere dichiarando però di essere un’opera a sua volta acquistata nel mercato clandestino: secondo il Nanni questa potrebbe essere una strada quasi immediata per giungere allo smascheramento della signora Ambra. Naturalmente come primo contatto gli dà la raccomandazione di telefonarle usando una delle due parole d’ordine, sperando che o una o l’altra vadano bene, siano per così dire accettate.”.

Daniele telefona al cellulare di Ambra Della Valle Guidi:
“Pronto? Buongiorno signora! Qui strike02, parlo con la signora Ambra Della Valle?”.
“Si, sono io, buongiorno: con chi ho il piacere di parlare?”.
“Non ci conosciamo, sono Tiberio Fiorillo, vivo nella Svizzera italiana, ed ora mi trovo a Roma: un caro amico mi ha dato il suo cellulare e ne ho approfittato per una certa proposta che le vorrei esternare, nella speranza che la interessi?”.
“Mi può cortesemente dire chi è questo amico?”.
“Non posso, gentilissima signora, perché romperei l’amicizia con questa persona che non deve minimamente sapere di quello che proporrò a lei: il problema è sinceramente economico: a lui dovrei fare un forte sconto che in questo momento non potrei concedergli!”.
E Ambra, ridendo ironica: “Mentre io non dovrei chiedere alcun sconto, nel caso che…”
“Eh no, signora, non dica questo, a una donna come lei, che io so benissimo essere di un notevole livello culturale e di educazione e, se mi permette, essere dotata di vero charme incantevole, qualcosina si deve assolutamente concedere!”.
“Solo qualcosina, dottor Tiberio?”.
“Beh, intanto partiamo con qualcosina, poi si vedrà se sarà il caso di aumentare…!”.
“Ma di cosa si tratta?”.
“Al cellulare lei mi chiede un po’ troppo!”
“Ha ragione, un po’ è la curiosità, che è femmina, come ben si sa, un po’ è il timore di partire subito male con un’eventuale trattativa: sa, al buio è difficile giocare!”
“La capisco, la capisco, Ambra, e difatti nel nostro primo incontro parleremo soltanto, senza mostrare nulla, perché ritengo giusto che, prima, ci si conosca almeno un poco come persone, non come impegnati in affari!”.
“Le sue parole le fanno onore! Mi dia almeno qualche minima informazione!”
“Guardi gentile Ambra, se mi permette di chiamarla ancora col suo nome proprio, ripeto che al telefono non posso dirle molto, sa com’è oggi: intercettazioni, spiate, ecc.! Mi limito a dirle questo: che è piccola tela senza cornice, artista lombardo del Seicento, molto conosciuto! Ecco, più di così non posso dire: spero proprio che lei mi voglia incontrare!”.
“Si, va bene, le concedo questo piacere! Domani alla mia galleria di Via della Scrofa, alle 18?”
“Benissimo, certo!”.
“L’avverto che nel retrobottega ci sarà il mio aiutante Gigi Fanazzo: però l’assicuro che la porta che ci dividerà è impenetrabile alle voci! Spero che non le dispiaccia!”
“Ma si figuri, assolutamente no! A domani”.
Daniele è contento perché evidentemente era andata bene con la parola d’ordine; certo lo è un po’ meno pensando che avrebbe fatto nottata per studiare tutto il possibile su uno dei pochi artisti da lui conosciuti durante gli studi giovanili: Francesco del Cairo. Avrebbe finto l’indomani con Ambra Della Valle Guidi di avere appunto un quadro, non incorniciato, dell’artista e di volerlo ovviamente vendere, anche perché è un’opera d’arte che scotta, ricercata dalla polizia confederale svizzera e dai carabinieri del Nucleo addetto. Opera inizialmente rubata da anni ad una ricchissima famiglia di banchieri di Lugano. Daniele pensa che l’amicizia col questore Guadagnoli comporta per lui anche notevoli sacrifici! Ma pensa anche che ne valga la pena: magnifica persona il questore!

Continua...