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Caro Diario,
sono stato a Brescia dove si è svolto dal 1 al 5 ottobre il progetto Write your tomorrow, l’evento di inaugurazione della Residenza IDRA- Independent Drama, la nuova residenza teatrale nata all’interno del Progetto Être di Fondazione Cariplo.
Oltre alla proposta di spettacoli di autori italiani (Gianbattista Schieppati, Renato Gabrielli, Letizia Russo) si è tenuto il convegno internazionale, “La residenza e l’autore”, sulle residenze di produzione drammaturgica, ovvero sul ruolo che le residenze di produzione teatrale hanno nell’incentivare la nuova drammaturgia e sul loro rapporto con l’autore.

Caro diario, ti confesso che ci sto prendendo gusto a far parlare gli altri, perciò ecco che ti passo questa interessante riflessione di Matteo Torterolo, ufficio stampa del Progetto Être:
"Capita di chiedersi quale sia il senso di un convegno, oggi che la tecnologia permette con sempre maggiore facilità, anzi incoraggia, l’incontro “a distanza” delle persone. Eppure a volte esiste ancora l’urgenza di promuovere l’incontro reale delle persone, il loro dibattere e lo scambio reciproco di visioni: è il caso di “La residenza e l’autore”, il convegno promosso da Teatro Inverso e dal Progetto Être (Esperienze Teatrali di Residenza) di Fondazione Cariplo in occasione dell’inaugurazione della nuova Residenza Teatrale Bresciana IDra, sabato 4 e domenica 5 ottobre al Teatro San Carlino di Brescia. Un convegno che ha il compito non facile di “introdurre il discorso” a proposito di due temi, congiunti e articolati tra loro, che nel nostro paese ancora stentano a passare: innanzitutto quello di Residenza, che ad oggi rimane, nonostante gli esempi che si vanno moltiplicando in giro per il paese (in particolare in Piemonte, Toscana e più recentemente in Puglia), una realtà difficile da comprendere o quantomeno da inquadrare per la maggior parte del pubblico.
In secondo luogo, e ancora di più, il tema della funzione e del valore della cosiddetta “residenza d’autore” nel sostenere e promuovere la drammaturgia contemporanea, che rimane un punto oscuro anche per molti operatori del settore: nell’epoca del precariato infatti, anche il mestiere dello scrivere finisce per diventare oggi il secondo (o il terzo, o l’ennesimo) per molti dei migliori drammaturghi italiani, a discapito di un rischio concreto della perdita di qualità del loro lavoro. Per questo nasce la necessità di uno spazio in grado di ospitare gli scrittori e di garantire loro la necessaria tranquillità fisica ed economica, di ripensare il concetto stesso di Residenza non soltanto in funzione di una compagnia o di un’artista, ma anche dell’ autore.
Inutile dire che di questa particolare declinazione della Residenza esistono diversi esempi in tutta Europa, a cominciare da quella straordinaria fucina di autori che è il londinese Royal Court Theatre, la “casa” di tanti acclamati drammaturghi contemporanei tra i quali è impossibile non menzionare Sarah Kane, Mark Ravenhill, e Conor McPherson.
Dunque quale può essere il senso della “Residenza d’autore” oggi? E quali strategie (culturali, politiche ed economiche) occorre mettere in atto per favorirne la creazione? A queste e a molte altre domande sul tema intende rispondere il convegno “La residenza e l’autore, organizzato non a caso da Teatro Inverso e Progetto Être in collaborazione con il Premio Riccione, che dalla necessità di una nuova drammaturgia italiana trae origine e ragion d’essere."

Caro Diario, molte novità bollono in pentola... ne riparleremo presto!