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Un punto di vista sui paventati tagli alle attivita' di spettacolo dal vivo da parte di un non sovvenzionato storico

Cari amici,
...sono convinto che l'idea di un totale ripensamento politico della distribuzione delle risorse per le attività di spettacolo dal vivo - proprio in questo momento
di tagli sconsiderati - sino ad un auspicabile anno zero, pratica che il Italia è da considerarsi un'utopia, possa, anzi debba essere, valutata molto seriamente,
anche tenendo conto degli anni di lavoro, delle risorse investite, della fatiche effettuate, dei contributi versati, dei sogni infranti, ma anche, e diciamolo chiaramente,
dei privilegi avuti.
Nei piccoli, ovviamente, come nei grandi. Ma teniamo a mente che la politica, la protesta non può essere di settore, altrimenti risulta assolutamente inefficace...

La democrazia è partecipazione, cosa rara fra i teatranti che spesso si sono arroccati su caste di privilegio e si mettono a piangere solo quando i pochi privilegi
gli vengono tolti, ed è in quel momento allora che chiedono una solidarietà inesistente prima....
ma proviamo a immaginare il paese teatrale reale e sommerso che vive di decine e decine di operatori di alta qualità a cui per volere ministeriale e locale -
vedi piccole grande lobbies - è impedito di vivere, eppure vivono e, se sono stati saggi economicamente, spesso molto meglio dei piccoli grandi carrozzoni....

Apriamola questa discussione, è finalmente arrivato il momento.

QUESTA LA MIA "PROPOSTA"
Forse potremmo pomiciare proponendo di abolire tutto il Fus, opera lirica compresa; così si ripartirebbe finalmente e veramente tutto da capo, senza lobbies, protezioni, reti, posizioni, associazioni di categoria fidelizzate, direzioni artistiche decrepite e inamovibili, compensi ai primi -attori, cantanti, solisti di vario tipo- da capogiro assolutamente fuori mercato, e quindi, ovviamente, abolire alleanze, inciuci, funzionari e responsabili della cultura semicorrotti o corruttibili...

Spero sia chiara l'ironia...
nel senso di : ripartiamo da zero e vediamo chi ha avuto realmente in questi anni  la qualità, la forza, la struttura, la capacità economica, di mobilità, per restare in piedi, e successivamente, chiarite o determinate per legge ( o più probabile per ennesimi regolamenti, altro male endemico di questo paese)  nuove assunzioni di responsabilità da parte di tutti, cessati gli inutili piagnistei di parte, individuiamo collegialmente nuove risorse, a partire da nuove fonti di erogazione reali - vedi, per puro e non esaustivo esempio, mi raccomando! - grandi sponsor privati individuati dal sistema teatro Italia nel suo insieme o risorse derivate dai  giochi di scommessa di stato.
Ma tutto questo assolutamente secondo nuove logiche e criteri, meritocratici prima di tutto, fiscali senz'altro, con parametri enpals senz'altro, verificabili federalisticamente magari, così il controllo del sistema è più capillare e meno ministerial-romano, ma certamente senza pregressi di categorie, lobby e sostegno di partiti o coalizioni...

Io credo che, per il ns comparto definito TEATRO DI PROSA,  potremmo anche provare a fissare un incontro nazionale di singoli, gruppi,  operatori, compagnie private, soggetti stabili pubblici e privati, associazioni di categoria, e guardandoci in faccia dirci una buona volta che il teatro lo facciamo noi e non deleghiamo più ad altri il diritto di campare di rendita, invitando il paese Italia a utilizzare e mettere in moto le proprie energie sane, che sono molte, ma ancora disgregate e poco fiduciose di un' ennesima azione comune...
ma io rimango convinto che la storia siamo noi e la storia và avanti.

VI PREGO DI DIFFONDERE QUESTA "PROTESTA/PROPOSTA" E CREARE LE POSSIBLITA' PER INCONTRARCI TUTTI...

Con simpatia
a tutti coloro che, nel bene - tanti, e nel male - un pò, vivono e amano questo mestiere d'arte
in quest'Italia che muore con questo teatro che è già morto...

Un caro saluto
roberto biselli
teatro di sacco, perugia