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La compagnia del Teatro Vitaliano Brancati di Catania, nell’ambito della stagione di prosa 2012-2013, ha messo in scena la commedia in due atti “Fumo negli occhi” di Faele e Romano, con protagonista nei panni del povero capofamiglia Casimiro Cassarà, il solito istrionico ed esilarante Tuccio Musumeci. Al centro del testo, scritto alla fine degli anni Cinquanta, il boom economico del dopoguerra, l'inizio della civiltà consumistica e soprattutto la competizione tra le famiglie medio-borghesi costrette a esibire una ricchezza più apparente e desiderata che reale

Lo spettacolo, prodotto dal Teatro della Città, ambientato nell’appartamento di una famiglia medio-borghese degli anni Cinquanta, sulla scena di Jacopo Nanni e con i costumi di Sara Verrini, grazie alla scorrevole regia di Nicasio Anzelmo, racconta le vicissitudini del povero bancario Casimiro alle prese con una famiglia con la smania del benessere e dell’apparire e soprattutto vessato dalla moglie Rosa, in continua competizione con l’esuberante dirimpettaia, la signora Pipitone. Nella famiglia anche i due moderni figli Patrizia e Lello, la cameriera Liberata dall’accento pugliese, la svagata sorella di Casimiro, Tinuzza. Nel contesto comico-grottesco della vicenda s’innesca, nel finale, Luigi, un simpatico topo d’appartamento che fraternizza e compatisce i poveri Cassarà.

Nella pièce di Faele e Romano, così come accade anche oggi, grazie anche al tono comico grottesco marcatamente utilizzato dalla regia di Nicasio Anzelmo ed in scena da Tuccio Musumeci, si sottolinea il desiderio del voler apparire diversi ad ogni costo da quella che in realtà è la nostra posizione sociale, per cui si assume una forma esteriore e degli atteggiamenti, che non coincidono con il nostro modus vivendi, con le nostre reali condizioni economiche.

Nei due atti non mancano le situazioni esilaranti, le trovate e le battute che divertono il pubblico, come mettere in mostra l’antenna tv senza possedere il televisore o una falsa vacanza a Capri in un fine luglio con tutta la famiglia tappata a casa, mentre la vicina è a Taormina e la visita di un ladro che, alla fine, riconosce anche lui le modeste condizioni della famiglia. Il finale, però, è amaro: infatti si scopre che le agiate condizioni della vicina sono frutto delle ruberie in banca del marito prossimo a finire in prigione ed alla fine, dalle parole del capofamiglia ecco la morale: è meglio condurre una vita semplice, senza inutili fronzoli, ma godere di una esistenza onesta e dignitosa, consapevoli del proprio status e della condizione sociale, senza mascherare invece la propria realtà.

Assortito l’intero cast che raccoglie alla fine i gli applausi del pubblico, a cominciare da Tuccio Musumeci che con le sue battute ironiche e ricche di saggezza regala un Casimiro Cassarà davvero efficace, per poi continuare con Olivia Spigarelli, straordinaria nella sua moglie Rosa, smaniosa di benessere fittizio e con Concita Vasquez che disegna con efficacia il carattere della signora Pipitone, donna piccola borghese. A completare il cast Matteo Musumeci ed Evelyn Famà (i figli Lello e Patrizia), Valentina Ferrante (la cameriera), Elisabetta Alma (Tinuzza, la sorella di Casimiro) e Riccardo Maria Tarci (il ladro Luigi).

Fumo negli occhi
di Faele e Romano
con Tuccio Musumeci, Concita Vasquez, Olivia Spigarelli, Riccardo Maria Tarci, Elisabetta Alma, Valentina Ferrante, Evelyn Famà, Claudio Musumeci
Regia Nicasio Anzelmo
Scene Jacopo Manni
Costumi Sara Verrini
Foto Giuseppe Messina
Produzione Teatro della Città
7-24 marzo 2013 - Teatro Vitaliano Brancati di Catania