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L’Associazione culturale “Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo” apre le porte ad un’iniziativa che coinvolge l’attore e drammaturgo napoletano Enzo Moscato. Al centro della città, soci, studiosi, amanti del teatro, curiosi e letterati,  sono invitati a seguire quattro interessanti incontri che si terranno nel corso di marzo. Il 5, 12, 19 e 26 marzo il romanzo a Napoli tra gli anni ʼ40 e ʼ70 sarà il protagonista assoluto del dibattito. Il primo incontro, svoltosi appunto il 5 marzo scorso, è stato inaugurato dalla presidentessa, nonché organizzatrice assidua di eventi e seminari che si svolgono periodicamente all’interno dell’associazione: la studiosa Antonia Lezza, docente presso l’università di Salerno e l’università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, ci accoglie nel suo salotto. Dopo le presentazioni di rito, Enzo Moscato ci svela il mistero: perché  il titolo “Il disincanto di Partenope”? La Napoli invisibile viene portata a galla. Bisogna mettere in luce l’elemento mitico e residuale della città. Napoli è simbolo di visibilità, di movimento, di immagini multiformi, ma è anche modello di una vivacità visiva che spesso copre pesantemente un ricchissimo e complicato mondo culturale e antropologico nascosto nelle viscere. L’intento di questi incontri è quello di riportare alla luce, o meglio di far conoscere o ricordare, dei romanzi che parlano di Napoli, in un arco di tempo che va dal dopoguerra agli anni ‘70, attraverso letture, interpretazioni, commenti e approfondimenti gestiti dallo stesso Moscato. I tre romanzi da sottoporre ad analisi e dibattito  sono Il sangue di San Gennaro di SàndorMárai; L’infanta sepolta di Annamaria Ortese; Malacquadi Nicola Pugliese, quest’ultimo praticamente introvabile. L’apertura del primo incontro  ha visto il doveroso richiamo all’evento che ha scosso Napoli: la distruzione della Città della scienza. Il fatto di cronaca colpisce e addolora i napoletani che non riescono a rimanere inermi davanti allo scempio. Ma i riferimenti alla contemporaneità toccano anche questioni importanti legate all’editoria teatrale napoletana: esistono pochissimi editori di teatro e il teatro scritto continua ad estinguersi. Moscato sottolinea l’importanza fondamentale della lettura al di là del comune uso del parlato; ecco perché predilige l’utilizzo del leggio durante i suoi spettacoli. La lettura diventa, quindi, il filo conduttore di questi incontri, la cui mèta finale è appunto la Napoli dimenticata.  Il romanzo di Márai, protagonista del primo incontro, è scritto da un esule di guerra. L’esilio diventa, dopo la Seconda Guerra Mondiale, simbolo della distruzione sociale e territoriale dell’intera Europa. Lo sradicamento dalle proprie origini porta a quello che Márai chiamerà “fenomeno dell’ identità diacritica”. La destrutturazione anagrafica modifica i nomi e le lingue di origine, portando ad un ulteriore allontanamento dal proprio Paese. Due esuli si ritrovano a Napoli, uno di essi sembra essere un taumaturgo. Ecco da che cosa deriva il titolo del romanzo di Márai. L’immagine della profonda devozione napoletana è uno dei simboli che, nonostante si stia perdendo, accomuna la multiforme società partenopea, in cui le stratificazioni si mescolano da secoli. Una tromba d’aria divide l’uomo e la donna, i due esuli. Il vortice omologatore, l’esilio, la fuga. Il sangue miracoloso diventa simbolo di rinascita. Tutti elementi di cui è pregno l’intero romanzo. L’autore visse realmente a Napoli, dal 1948 al 1952. Originario dell’Ungheria, assorbì la multiforme cultura partenopea, prima di esiliare negli Stati Uniti. Diventa quindi documentarista, reporter, studioso e antropologo, attraverso la semplice vita quotidiana tra i vicoli di Napoli. Nonostante il romanzo non riporti fatti realmente accaduti e non cada nei soliti luoghi comuni, il legame viscerale dei napoletani con la loro città ricorda ad un esule ungherese come nell’Europa post bellica esista ancora un concetto naturale e popolare di identità. In attesa dei prossimi incontri sul romanzo di Napoli e a Napoli, è possibile reperire informazioni sulle attività dell’associazione e sulle modalità di partecipazione attraverso il sitowww.centrostuditeatro.it