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Debutta il 26 ottobre a Napoli, aprendo la stagione del teatro san Ferdinando, all’interno del cartellone del Teatro stabile. Parliamo di REGINA LA PAURA, spettacolo scritto, diretto e interpretato da Elena Bucci. L’autrice osserva la società contemporanea e quella del passato, ne analizza ogni singola deformazione, ne descrive cause ed effetti

Nei panni di una bibliotecaria, la Bucci ricorda le protagoniste ruccelliane chiuse nei loro ambienti serrati. Lei vive nel buio e nelle enormi e solitarie sale della sua biblioteca- casa, convive con un telefono che diventa mezzo per far entrare il mondo esterno nella sua vita. Conversazioni monosillabi e a mezza voce per comunicare  con un tiranno, anzi con una regina- tiranna immaginaria a cui tutti devono sottostare: la paura.
Strani personaggi dal linguaggio incomprensibile, a metà tra gnomi-folletti, immagini confusionarie del nostro inconscio e dek nostro disordine sociale e mentale, entrano nella vita della bibliotecaria, irrompono nella sua casa.
Ma sono reali o immaginari? Sono frutto della paura che materializza immagini o della solitudine cercata per paura dell’esterno? Alberi in ferro emergono sia in platea che sulla scena, gli unici che non possono crescere in altezza, che non fanno sperare, che non fanno innalzare gli animi. Questi oggetti si ricollegano solo alla fine alla leggenda del falegname e del gufo, apparendo quindi superflui e ingombranti.
Numerosi gli interrogativi che percorrono l’intero spettacolo, iniziato con una denuncia palese dell’autrice a questo nostro tempo che sta perdendo la parola, che sta uccidendo l’arte e il teatro.
Il pubblico però appare spiazzato e poco convinto. Ci si ritrova davanti ad un calderone in cui vengono mescolati tutti i problemi della società, da quello economico, politico, alla camorra, alla famiglia spezzata, senza che nessuno venga ben analizzato. E questo, a lungo andare, annoia. Troppi elementi da dover collocare velocemente.
La ricerca di confusione e di angoscia riesce perfettamente, grazie anche all’ottima e difficilissima interpretazione della stessa Bucci che afferma :“cerco  una scrittura originale, basata sull’improvvisazione, lavata dalla verità del corpo e dalle relazioni dal vivo; cerco una sintassi composita che attinga al dialetto e alla poesia, al turpiloquio e al linguaggio dei sogni, al parlato quotidiano e alle frasi che sentiamo rimbombare (come fossero protezioni al nulla) in televisione, nelle conversazioni pubbliche, nelle interviste”.
Ciò che di sicuro non si dimentica di questo spettacolo, e che forse è piaciuto di più, sono le ricerche luministiche di scena.
Dall’occhio di bue posto in alto, in galleria, il cui fascio di luce si scontra con un panno riflettente appeso al centro della platea, producendo effetti acquosi  in movimento su tutte le pareti del teatro,  alla scelta delle grosse lampade che scendono dal soffitto su uno specchio posto a terra e coperto da un panno simile a quello descritto prima.
L’effetto è quello di una macchia di colore, una sorta di gorgo madreperlaceo, di voragine fagocitante riflessa su pannelli bianchi.
Quest’ultimi vengono continuamente utilizzati durante tutta la messa in scena poiché ciò  su cui si punta molto è  il gioco di ombre.
Dietro i pannelli i personaggi diventano figurine stilizzate, nere, senza personalità, dai movimenti rigidi: uomini e donne comuni che si muovono, vivono e si scontrano con la paura quotidiana. E la regina diventa gigante, sul suo trono- ombra, soccombendo sulle figurine umane.
Ma anche queste scelte non riescono, pur nella loro bellezza, ad amalgamarsi a tutti gli elementi della drammaturgia.

26 – 31 ottobre | Teatro San Ferdinando
Regina la paura
talismani e antidoti / ovvero / pronti a morire / ovvero / essere pronti è tutto
regia e drammaturgia Elena Bucci
con l’inserimento di brani tratti da Venditori di paur’ di Ermellina Drei
e l’apporto di testi elaborati da improvvisazione
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Maurizio Cardillo, Nicoletta Fabbri
e con la partecipazione di Daniela Piccari
una produzione Teatro Stabile di Napoli, Le Belle Bandiere
in collaborazione con AMAT – Associazione Marchigiana Attività Teatrali
Comune di Russi, con il sostegno di Regione Emilia Romagna – Provincia di Ravenna