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Pascal Rambert è autore e regista dello spettacolo Clôture de l’amour, che ha debuttato al Festival di Avignone nel 2011, ha vinto il premio della critica come “Miglior creazione di un testo teatrale in lingua francese” e il Gran premio della drammaturgia 2012. Lo spettacolo è in tournée dal 2011 in tutto il mondo ed è stato tradotto in nove lingue. A Roma, la pièce è in scena al Teatro Vascello. Clôture de l’amour racconta la fine di una relazione di coppia. E’ la resa dei conti di due amanti uniti da un legame sentimentale, tre figli e dalla stessa professione artistica.
Come in uno scontro all’ultimo sangue, i due si ritrovano l’uno di fronte all’altra a tirare le somme di un percorso in equilibrio tra realtà e finzione, tra vita e teatro.  Clôture è la fine che si trasforma rapidamente in un inizio e diviene un fiume in piena rivelatore di sentimenti appassiti, corpi dilaniati, slanci affettivi, carezze, “pozzanghere di sangue”, parole spietate, in cui “tutto lo scheletro si mette osso contro osso”. 
La versione Italiana di Clôture de l’amour, che vede impegnata nella traduzione Bruna Filippi, restituisce l’efficacia scenica elaborata per il testo originale. La prosa di Rambert è incalzante, carica, verbosa, spietata, dominata da una frequenza ritmica priva di pause. Un testo fluido, vivo che respira, ansima e diviene corpo.
La scrittura di Rambert fonde significato e gesto, originando un complesso semantico e fonetico che restituisce fisicità densa e immediata. L’intensità del testo è rafforzata ed efficacemente resa dalle scelte registiche, oltre che dalle formidabili performance dei due attori. L‘emozione passa attraverso la gestualità delle mani, che sono strumento sintomatico di questa scrittura verbale.
La sala prove bianca e asciutta è il luogo in cui si concreta la “clôture”, ovvero la fine.
La composizione registica è essenziale. Luca (Luca Lazzareschi) e Anna (Anna Della Rosa) sono distanti l’uno dall’altra, saldi alle due estremità opposte del palco. Lo spettacolo è, ulteriormente, diviso in due monologhi di circa un’ora ciascuno.
Luca è il primo a spezzare il silenzio, confessando di non provare più amore per lei. L’uomo annuncia la fine con un prolisso flusso di congetture e analisi razionali che colpiscono brutalmente il corpo immobile di Anna. L’amore è una setta, incalza Luca, un mausoleo che la compagna ha edificato tutto su se stessa e in cui si ritrova prigioniero. La donna muta, freme senza cedere mai, sostiene con dignità la ferocia di quei colpi aspri e sarcastici. Attenta e atterrita, sostiene lo sguardo dell’amato.
E’ la volta di Anna, che con tono arido e freddo, ripercorre a ritroso, punto per punto, tutto il monologo di Luca. Anna, ancora innamorata, vede sgretolarsi tutto il suo futuro di compagna e madre, consapevole che la fine è, oramai, inevitabile. 
Il suo corpo è stato svuotato. Inorridita, dirompe in un fiume di risposte feroci e istintive, che mirano alle viscere. Le parole di Anna, in un climax spietato, si materializzano sul corpo del compagno, diventano battito cardiaco accelerato, contrazioni del ventre, tremito delle ginocchia.
Il corpo di Luca è percosso, trafitto, si accascia sconfitto dal dolore.
Anna termina con tono secco e cinico “è finita spero che tu abbia una vita interiore”.
La guerra al massacro è terminata e la vita deve proseguire.
I due si preparano per andare in scena e si spengono le luci.
Clôture de l’amour è un limbo, in cui le mani tremano, l’essenza appassisce, l’interiorità si scaglia addosso e fa a pezzi il lucente aspetto esteriore. E’ la condizione in cui l’arte tenta di confondersi con la vita. Clôture de l’amour è un corpo straziato, deriso, prosciugato in cui l’amore è defunto.
E’ la prova tangibile della trasfigurazione dei sentimenti. In Clôture de l’amour nessuno è salvo.

CLÔTURE DE L’AMOUR
di Pascal Rambert
con Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi
regia di Pascal Rambert
assistente alla regia  Thea Dellavalle
scene Daniel Jeanneteau
produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione
con il sostegno dell’Institut Français nell’ambito del progetto “Théâtre export”